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1 Come affrontare la crisi del mercato creditizio: i principi per una corretta gestione finanziaria CONFINDUSTRIA VICENZA Associazione Industriali della Provincia di Vicenza 10 dicembre Schio - ore 15 11 dicembre Vicenza - ore 9 11 dicembre Bassano -ore 15

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Come affrontare la crisi del mercato creditizio: i principi

per una corretta gestione finanziaria

 CONFINDUSTRIA VICENZAAssociazione Industriali della Provincia di Vicenza

10 dicembre Schio - ore 15

11 dicembre Vicenza - ore 9

11 dicembre Bassano -ore 15

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LA FINANZA PER L’IMPRESA

Gli strumenti per l’analisi della dinamica Gli strumenti per l’analisi della dinamica economico-finanziaria d’impresa:economico-finanziaria d’impresa:

Il fabbisogno finanziario e gli equilibri Il fabbisogno finanziario e gli equilibri economico - finanziarieconomico - finanziari

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FATTURATO

CAPITALE INVESTITO NETTO

REDDITO OPERATIVO

FABBISOGNO FINANZIARIO

Capitale di terzi Capitale proprio

Il governo della dinamica finanziaria:gli equilibri dell’impresa

ROI

ROE

TURNOVER

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Struttura degli investimenti

• Capitale circolante netto operativo

• Capitale fisso (tangibile e intangibile)

Decisioni diinvestimento

Inv.tecnici•impianti•fabbricatietc.

Inv.immateriali•Marchi e brevetti;•Avviamento•Formazione•R&S

Inv.organizzativi•Spin-off•Riassetto societario (gruppo)•Delocalizzazione•Outsourcing•Joint-Ventures•M&A•Ristrutturazione industr.•etc.

Inv.circolante•regolamento crediti/debiti•livello scorte•logistica vs fornitori/clienti •magazzino prodotti finiti

Il governo della dinamica finanziaria:gli investimenti dell’impresa

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Classi fondamentali di investimento indotte dalla gestione caratteristica (Capitale

Investito Netto )

CAPITALE FISSO

(O CAPITALE IMMOBILIZZATO NETTO)

riguardante l’acquisizione di un’adeguata struttura (immobilizzazioni,

tecniche, immateriali, finanziarie) necessarie

all’avviamento del processo produttivo

CAPITALE CIRCOLANTE

NETTO OPERATIVO

originato dalla sequenza costante e ripetitiva delle

operazioni di acquisto-trasformazione-vendita; si

tratta degli impieghi rappresentati dai crediti

commerciali e dalle scorte, al netto dei debiti di

fornitura.

Il governo della dinamica finanziaria:gli investimenti dell’impresa

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CAPITALE FISSO

INVESTIMENTO EFFETTIVO

RICHIESTO DALLA

COSTITUZIONE E

MANTENIMENTO DELLA

STRUTTURA PRODUTTIVA

INVESTIMENTO EFFETTIVO

RICHIESTO DALLA

COSTITUZIONE E

MANTENIMENTO DELLA

STRUTTURA PRODUTTIVA

FABBISOGNO FINANZIARIO A

LENTO RECUPERO DI

LIQUIDITA’

Mezzi Propri + Debiti finanziari a

medio/lungo termine

Il governo della dinamica finanziaria:gli investimenti dell’impresa

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CAPITALE FISSO

IMMOBILIZZAIONE LORDE –

FONDI AMMORTAMENTO

(recupero del logorio fisico ma anche

monetario attraverso il trasferimento

sui prezzi di vendita delle quote di

AMMORTAMENTO ECONOMICO)

IMMOBILIZZAIONE LORDE –

FONDI AMMORTAMENTO

(recupero del logorio fisico ma anche

monetario attraverso il trasferimento

sui prezzi di vendita delle quote di

AMMORTAMENTO ECONOMICO)

Il governo della dinamica finanziaria:gli investimenti dell’impresa

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CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO

INVESTIMENTO EFFETTIVO

RICHIESTO DALLA

GESTIONE OPERATIVA

CORRENTE

(ciclo acquisto-

trasformazione- vendita)

INVESTIMENTO EFFETTIVO

RICHIESTO DALLA

GESTIONE OPERATIVA

CORRENTE

(ciclo acquisto-

trasformazione- vendita)

FABBISOGNO FINANZIARIO A

VELOCE RECUPERO DI

LIQUIDITA’

Debiti finanziari a breve termine

Il governo della dinamica finanziaria:gli investimenti dell’impresa

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Struttura finanziaria•Capitale di debito •Capitale di rischio

Decisionifinanziarie

Debito breve•Bancario•Fornitura•Parabancario(factoring)•Mercato

Capitale di rischio•Emissione valori mobiliari•Merchant banks•Partner industriale/finanz.•Soci•Fondi chiusi•etc

Debito m/l•Bancario•Parabancario (leasing)•Obbligazioni•etc

Il governo della dinamica finanziaria:la struttura finanziaria dell’impresa

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Indicatori per l’analisi della dinamica finanziaria

TREND DELLO SVILUPPO

FatturatoCapitale fissoCapitale circolante netto operativoCapitale investito nettoTurnover

ANALISI STRUTTURA FINANZIARIA

Mezzi propriDebiti finanziariCoefficiente indebitamentoCoefficiente copertura immobilizzazioni

ANALISI LIQUIDITA'

Periodo medio incasso clientiDurata media scortePeriodo medio di pagamento ai fornitoriCiclo monetario

ANALISI REDDITIVITA'

Redditività capitale proprio (ROE)Redditività capitale investito (ROI)Costo medio del debito finanziarioRedditività vendite (ROS)

Schema di reporting

economico-finanziario

Schema di reporting

economico-finanziario

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Gli obiettivi della programmazione finanziaria

Sempre più la finanza diviene fattore di accelerazione o decelerazione dei percorsi di sviluppo dell’impresa

Business con un divario temporale tra il momento

dell’investimento e il breakeven finanziario, con

incremento dei capitali necessari per lo sviluppo

Settori in cui si rileva la convenienza dell’incremento delle dimensioni aziendali e del posizionamento su più

mercati geografici

Imprese che costruiscono il proprio sentiero di successo

attraverso la crescita per acquisizioni

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Gli obiettivi della programmazione finanziaria

Razionalizzare la gestione finanziaria per valutare la

compatibilità finanziaria dei programmi aziendali.

Valutare le caratteristiche qualitative degli

investimenti e dei fabbisogni finanziari derivanti dai

programmi aziendali.

Ottimizzare la gestione finanziaria, facendo

collimare il più possibile i flussi in entrata e i flussi

in uscita, trovando un impiego efficiente per i fondi

temporaneamente in eccesso, prevedendo in tempo

utile l’insorgenza di fabbisogni da coprire.

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Gli orizzonti della programmazione finanziaria

La pianificazione a medio – lungo

termine

Copre un arco temporale di 3 – 5

anni e si basa su elementi

caratterizzati da un grado di

certezza non assoluto (le

previsioni dovrebbero essere il

più possibile accurate)

La pianificazione a breve termine

Copre un arco temporale di 12

mesi e viene effettuata mediante

la redazione di un piano

finanziario annuale e di un budget

di cassa

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Il processo di programmazione finanziaria(annuale e pluriennale)

Costruzione del piano previsionale che evidenzia gli

ipotetici effetti futuri delle scelte operative e

commerciali dell’impresa

Definizione della quantità di mezzi finanziari

necessari per sostenere lo sviluppo aziendale

Messa a punto di sistemi di controllo sulle variabili

significative, al fine di verificare il rispetto del

piano

Sviluppo di piani alternativi con previsione di

diversi scenari

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IL budget di cassa

La pianificazione annuale fornisce informazioni strategiche di grande riferimento, ma presenta limiti per la gestione periodica dei flussi di entrate ed uscite.

Per questo viene integrata con la costruzione del budget di cassa

Fornisce informazioni dettagliate circa l’avvicendarsi delle entrate ed uscite di mezzi liquidi in un determinato arco di tempo.

Consente di monitorare la liquidita’, intesa come attitudine a fronteggiare tempestivamente ed economicamente ogni esigenza di esborso imposta dalla gestione

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IL budget di cassa

Il budget mette in evidenza i flussi monetari che si manifesteranno nei periodi considerati, vale a dire:

Entrate di cassa Incassi di fatture Incassi per crediti tributari Incassi per accensione

mutui Incassi per aumenti di

capitale Incassi per altre forme di

finanziamento (finanziamento soci, emissione di obbligazioni)

Incassi per entrate straordinarie (dismissioni di cespiti)

Entrate di cassa Incassi di fatture Incassi per crediti tributari Incassi per accensione

mutui Incassi per aumenti di

capitale Incassi per altre forme di

finanziamento (finanziamento soci, emissione di obbligazioni)

Incassi per entrate straordinarie (dismissioni di cespiti)

Uscite di cassa Pagamenti per forniture di

materiali Pagamenti per servizi Pagamenti per stipendi Uscite per debiti tributari Uscite per investimenti Uscite per rimborso mutui Uscite per pagamento

dividendi

Uscite di cassa Pagamenti per forniture di

materiali Pagamenti per servizi Pagamenti per stipendi Uscite per debiti tributari Uscite per investimenti Uscite per rimborso mutui Uscite per pagamento

dividendi

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L’output del budget di cassa è costituito dal prospetto mensile che riporta le seguenti informazioni:

Il saldo mensile cioe’ la differenza tra entrate ed uscite complessive del mese

Il saldo progressivo cioe’ la giacenza di cassa al termine del periodo, che tiene in considerazione anche il saldo dei mesi precedenti

Gli output del budget di cassa

Queste informazioni mettono in evidenza in anticipo:

La disponibilita’ di eventuali mezzi liquidi eccedenti, per programmare una piu’ eficace politica di investimenti

Il fabbisogno di mezzi liquidi da reperire apportando mezzi propri o procurando mezzi di terzi

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gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dicEntrate da vendite 400 300 800 1.200 640 960 800 640 400 240 800 640 Uscite da acquisti 1.400- 2.100- - - 2.100- - - - - 1.750- - 1.050- Altri costi 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- 50- Cash flow gest.tipica -1050 -1850 750 1.150 1.510- 910 750 590 350 1.560- 750 460-

Cap. sociale 0 0 0 460 0 0 0 0 0 0 0 0Finanziamenti 0 0 0 0 0 0 0 0 -200 0 0 0Investimenti 0 0 0 0 0 0 0 0 -600 0 0 0Cash flow gest.straord 0 0 0 460 0 0 0 0 -800 0 0 0Cash flow totale -1050 -1850 750 1610 -1510 910 750 590 -450 -1560 750 -460

Liquidità 500 -550 -2400 -1650 -40 -1550 -640 110 700 250 -1310 -560 -1020Affidamento -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000 -2000

Gli output del budget di cassa

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IL NUOVO ACCORDO SUL CAPITALE E LA

GESTIONE DEL CREDITO

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BANCA DEI REGOLAMENTI INTERNAZIONALI

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Classi di rischio nelle banche....

PERDIT A INATT ESANON PREVEDIBILE (VOLATILITA')

CAPIT ALE DI V IG ILANZAPRUDENZIALE

PERDIT A AT TESAPREVEDIBILE:

ACCANT ONAM ENTICOM E COSTO DEL CREDITO

RISCHIO D I CREDITOVARIAZIONE DEL VALORE

DEI CREDIT I

TECNICHE STAT IST ICHEE SIM ULAZIONI DI

DIVERSI T IPOPER DEFINIRE IL VAR

VALUE AT RISKDEFINISCE LA M ASSIM A

PERDIT A POSSIBILE ENTROLIM IT I T EM PORALI STABILIT I

RISCHIO D I M ERCATOVARIAZIONE DEI

PREZZI DI M ERCAT O

RISCHI DI NATURA ST RAT EG ICAO DI REPUT AZIONE

VOLATILITA' INDENNIZZIASSICURATIVI

RISCHIO D I BUSINESSVARIAZIONE DI M ARG INI - VOLUM I

E COST IRISCHI ASSICURATIVI

RISCHI INSIT I NELLAATT IVITA' AZIENDALE E

NEI RAPPORTI CONL'AM BIENTE ESTERNO

RISCHIO OPERATIVOERRORI DI PROCESSO

M ANAGEM ENT E FRODIEVENTI LEGALI E DIVERSI

RISCHIOVOLATILITA' UT ILI

DISTRUZIONE DI VALORE

Ci concentreremo sul rischio di credito……….

RISCHIO LIQUIDITA’ PERDITE

DOVUTE A LIQUIDAZIONE ATTIVI O PASSIVI AZIENDALI

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RISCHIO DI CREDITO APPROCCIO IRB

I DUE SISTEMI DI RATING INTERNI COMPORTANO PER LA BANCA UNA

PIU’ PRECISA VALUTAZIONE DEL RISCHIO MEDIANTE LA STIMA COMPLETA O PARZIALE DEI

PARAMETRI:

PD, EAD, LGD, M, (G)

RISCHIO DI CREDITO

I SISTEMI DI RATING INTERNI DOVREBBERO CONSENTIRE UN RISPARMIO DI PATRIMONIO DI

VIGILANZA

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• PD, LGD, EADPD, LGD, EAD e MaturityMaturity rappresentano, i parametri fondamentali che un sistema di rating interno deve stimare.

• Le banche che utilizzano l’approccio IRB di basel’approccio IRB di base possono stimare internamente soltanto la PD delle controparti, mentre devono fare riferimento a valori prefissati dalle Autorità di Vigilanza per quanto riguarda LGD, EAD e Maturity.

• Le banche che utilizzano, invece, l’approccio IRB avanzatol’approccio IRB avanzato sono libere di stimare internamente tutte le componenti del rischio di credito.

PD

LGD

EAD

M

IRB di base

Stima interna banca

IRB avanzato

Stima interna banca

Stima interna banca

Stima interna banca

Stima interna banca

Autorità di Vigilanza

Autorità di Vigilanza

Autorità di Vigilanza

RISCHIO DI CREDITO

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Non tutte le controparti vanno trattate nello stesso modo: non

offrono le stesse informazioni e presentano caratteristiche

operative e concentrazioni/correlazioni di rischio diverse.

Pertanto, è necessario segmentare la clientela su basi oggettive in

relazione alle informazioni disponibili e prevedere sistemi di

calcolo dei rating differenziati

LA SEGMENTAZIONE DELLA CLIENTELA E’ RILEVANTE PER L’APPREZZAMENTO DEL RISCHIO DEL PORTAFOGLIO

CorporateItalia

Large Corporate

Corporate

Imprese Retail

Imprese

POE

RISCHIO DI CREDITO

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UN CLASSICO ESEMPIO DI SEGMENTAZIONE DI MARKETING (CHE NON E’ NECESSARIAMENTE IDENTICA A QUELLA DI BASILEA2)

DIMENSIONI

Fatturato > 100

Fatturato (100 - 50)

Fatturato (50 – 10)

Fatturato (10 - 2.5)

Fatturato <2.5

SEGMENTO

Large Corp.

Corporate

Imprese

Imprese Retail

POE

PER OGNI SEGMENTO LA BANCHE SEGUONO PROCEDURE DI ANALISI DIVERSE

(PIU’ O MENO COMPLESSE)

RISCHIO DI CREDITO

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PRICING E CREDIT CRUNCH

PROCICLICITA’

COMPETITIVITA’

STRATEGIE COMMERCIALI BANCHE

STRUTTURA E METODI GESTIONE CREDITO

LIMITI CREDITIZI BASATI SUL RATING

PROCESSI DEL CREDITO

MAGGIOR FOCUS SULLA FINANZA

RICAPITALIZZAZIONE

RISTRUTTURAZION E DEBITO

DIVERSA COMUNICAZIONE

RISCHIO DI CREDITO

QUALCHE EFFETTO DI BASILEA 2...

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COSTRUIRE I RATING CREDITIZI

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LA COMPLESSITA’ E COMPLETEZZA DEI PERCORSI DI ANALISI SONO LEGATI ALLE DIMENSIONI DELLE IMPRESE VALUTATE

CIO’ DIPENDE SIA DALLA QUANTITA’ E AFFIDABILITA’ DELLE INFORMAZIONI SIA DAL COSTO DELL’ANALISI

IL CALCOLO DEL RATING

LARGE CORP. METODI QUALITATIVI + METODI STATISTICI

CORPORATE METODI QUALITATIVI + METODI STATICI

PMI CORP. METODI STATISTICI + METODI QUALITATIVI

PMI RETAIL METODI STATISTICI + QUALITATIVI

PRIVATI RET. METODI STATISTICI

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p = f ( +1x1 + … + nxn + 1z1 + … + mzm )

p: è il risultato del modello in termini di PD

z: è una variabile qualitativa (es.: la risposta ad una domanda del questionario)

x: è una variabile quantitativa (es. un indice di bilancio o la professione di un individuo)

: sono i pesi delle diverse variabili. Sono stati attribuiti tramite analisi statistiche o calibrazioni.

LE VARIABILI VALUTATE DALLA BANCA CONTRIBUISCONO A DEFINIRE PD (LA PROBABILITA’ DI DEFAULT) CON UNA ANALISI MULTIVARIATA

IL CALCOLO DEL RATING

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Rating Eq. S&P's0.00% 0.10% 01 AAA/A0.10% 0.20% 02 BBB+0.20% 0.35% 03 BBB0.35% 0.50% 04 BBB-0.50% 0.75% 05 BB+0.75% 1.00% 06 BB1.00% 1.50% 07 BB1.50% 2.00% 08 BB-2.00% 3.00% 09 BB-3.00% 5.00% 10 B+5.00% 10.00% 11 B10.00% 20.00% 12 B-20.00% 30.00% 13 CCC

D D100%

Range di PD

Classe di

Rating

1

...

012,0

...

00,0

),,( 1 nzxf

LA DEFINIZIONE DELLA PD (PROBABILITA’ DI DEFAULT) PORTA A DEFINIRE LA CLASSE DI RATING

IL CALCOLO DEL RATING

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DUE TIPOLOGIE DI INFORMAZIONI

LE INFORMAZIONI PER IL RATING

Variabili quantitative

Anagrafica

Bilancio

Andamentali

...

Variabili qualitative

Posizionamento nel settore

Esposizione al rischio di cambio

Adeguatezza degli investimenti

...

Di norma raccolte automaticamente

Necessaria solo una verifica formale

Di norma raccolte con una scheda

Possono richiedere la formulazione di giudizi soggettivi

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Informazioni di natura quantitativa riguardanti il cliente :• Andamento dei rapporti con l’istituto• Andamento del cliente presso il sistema (Centrale Rischi Banca

d’Italia e Associativa, informazioni pregiudizievoli) • Bilancio aziendale ufficiale degli ultimi esercizi, (e anche

Bilancio prospettico) • Informazioni di natura settoriale .

Informazioni di natura qualitativa riguardanti il cliente: Management, posizionamento competitivo, rischi particolari, prodotti, mercati, strategie etc. etc..

LE INFORMAZIONI PER IL RATING

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COSA PIU’ INFLUENZA IL RATING

I NORMALI STRUMENTI DI VALUTAZIONE DI UNA IMPRESA

Qualità della gestione (management)

Fattori di rischio specifici (commodities, cambi, concentraz. clientela etc.)

VALUTATI DA MODELLI QUALI-

QUANTITATIVI IN CHIAVE

PROSPETTICA

Grado di indebitamento

Settore e posizionamento

Redditività e sostenibilità finanziaria (CASH FLOW e capacità di servizio del debito)

Tempestività e qualità della comunicazione

Flessibilità operativa e finanziaria

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La Banca assegna ad ognuna delle aree di analisi un coefficiente di ponderazione. Quindi le diverse aree influenzano il Rating in

modo diverso (e per ogni banca/segmento sono diversi) Ad. Es.:

Area di indagine % di ponderazione

Bilancio 30%

Centrale dei Rischi 20%

Andamento Rapporto 25%

Analisi qualitativa 20%

Analisi Settore 5%

L’Area d’Indagine Pregiudizievoli dà luogo ad una correzione diversa.

LA FORMAZIONE DEL RATING

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L’Area Bilancio è finalizzata ad analizzare in base ai dati contabili la situazione in essere e le prospettive economico-patrimoniali dell’impresa richiedente e rappresenta una delle componenti

d’indagine fondamentale del modello.

Si basa su calcolo di indici e flussi, su confronti temporali e di settore

IL BILANCIO

È la valutazione dei bilanci dell’azienda sotto TRE ASPETTI:

EQUILIBRIO PATRIMONIALEEQUILIBRIO FINANZIARIOEQUILIBRIO ECONOMICO

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ALCUNI INDICATORI PRINCIPALI……

• GRADO DI INDEBITAMENTO• RAPPORTO FRA DEBITI FINANZIARI E EBITDA• RAPPORTO FRA ONERI FINANZIARI E EBITDA• RAPPORTO FRA REDDITO OPERATIVO ED ONERI FINANZIARI• ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO• REDDITIVITA’ OPERATIVA DELLE VENDITE• INDICE DI LIQUIDITA’• VOLATILITA’ DELLE VENDITE• RIGIDITA’ DELLA STRUTTURA DEI COSTI OPERATIVI

IL BILANCIO

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L’Area Centrale Rischi analizza la situazione debitoria e i comportamenti creditizi dell’impresa nei confronti del Sistema Bancario evidenziandone le eventuali anomalie, ad esempio….

LA CENTRALE DEI RISCHI

presenza di segnalazioni a sofferenzepresenza di segnalazioni di passaggio perditapresenza di segnalazioni di crediti ristrutturatisconfinamenti su autoliquidanti e fidi di conto

sconfinamenti su operazioni a scadenzasconfinamenti su operazioni import

incremento degli utilizzi non seguito da incremento degli accordatinumerose richieste di prima informazione senza incremento del numero

degli enti affidantiriduzione degli accordati

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Area d’Indagine Andamento RapportoL’Area Andamento Rapporto rileva il comportamento del cliente già affidato con riferimento ai suoi comportamenti nei confronti della banca, e obiettivo del profilo è, quindi, l’utilizzo dell’analisi

del comportamento passato del cliente quale indicatore predittivo dei suoi probabili comportamenti futuri.

Il punteggio finale è generato in base agli score prodotti da un panel di vari indicatori. Il PAST DUE funziona secondo una

logica discriminante. Pertanto il sistema in presenza di risposta affermativa attribuisce punteggio pari a zero per l’intera Area di

Indagine

L’ANDAMENTO RAPPORTO

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L’analista valuta, con il profilo in esame, una serie di elementi strategico-qualitativi dell’impresa che possono condizionare positivamente o negativamente il suo merito di credito e le sue capacità di rimborso, ricondotti secondo una apposita check-list (questionario) ai seguenti quattro profili di osservazione:

• Governance• Rischi• Posizionamento Gestionale• Posizionamento Strategico

Per ciascun profilo l’analista è chiamato in particolare a definire una propria valutazione sulla base di una serie di elementi di indagine previsti dalla traccia; la struttura della traccia guidata è differenziata in versioni articolate per dimensioni e/o specializzate per settore.

ANALISI QUALITATIVA

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Specifica area di analisi che riguarda il rischio economico

associato al settore indiustriale di appartenenza dell’impresa.

In considerazione della caratteristica di rischio semi-specifico,

la valutazione della rischiosità del settore assume una

rilevanza relativamente limitata.

IL SETTORE

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Non sono parte del rating

Servono a mitigare il rischio diminuendo la perdita potenziale della banca (LGD)

Le garanzie valide per Basilea: ipoteche, fidejussioni con garante “A-”, pegno su titoli, Confidi (solo se

legge quadro 326/2003 e art. 107 TUB).

LE GARANZIE

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PERSONALISTATI

ENTI PUBBLICI

BANCHE E SOC. FINANZIARIE

IMPRESE CON RATING MIN. A- O PD ANALOGA

NEL METODO IRB AVANZATO LA BANCA PUO’ ALLARGARE LA GAMMA DEI GARANTI SE RISPETTANO DETERMINATI

REQUISITI

LE GARANZIE

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REALIIPOTECHE

DENARO

BUONI TESORO RATING MIN BB-

OBBLIGAZIONI RATING MIN BBB-

CARTA COMMERCIALE RATING ELEVATO

AZIONI QUOTATE

QUOTE FONDI COMUNI

ORO

NEL METODO IRB BASE SONO STANZIABILI ANCHE ALTRE FORME DI GARANZIA PARTICOLARE

LE GARANZIE

Page 44: 1 Come affrontare la crisi del mercato creditizio: i principi per una corretta gestione finanziaria CONFINDUSTRIA VICENZA Associazione Industriali della.

44

• MAGGIORE TRASPARENZA INFORMATIVA E

RELAZIONALE

• SITUAZIONI CONTABILI INTERMEDIE

• BILANCI PRO-FORMA E B-PLAN

• UN PO’ DI PROGRAMMAZIONE

• MIGLIORE GESTIONE (REGOLARITA’) DEL RAPPORTO

(Rate mutui, insoluti di portafoglio, Assegni senza

provvista)

• ATTENZIONE AGLI SCONFINAMENTI

• GARANZIE REALI (AI FINI RATING NON VALGONO LE

PERSONALI)

RELAZIONE BANCA - IMPRESA