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1 capitolo: INTRODUZIONE E ABILITA’ DI STUDIO LA NATURA DELLA PSICOLOGIA Secondo numerosi autori la psicologia può essere intesa come la scienza del comportamento, anche se non si può ridurre a semplice scienza del comportamento. Sternberg definisce la psicologia come “strumento della mente e del comportamento” e sostiene che gli psicologi “cercano di comprendere come noi percepiamo, apprendiamo, ci comportiamo, interagiamo con gli altri e comprendiamo noi stessi”. Non tutti gli psicologi sono interessati al comportamento umano. Piuttosto usano le informazioni circa il comportamento x trarre inferenze sui processi interni e sulle motivazioni che guidano il comportamento stesso. In questo senso, la psicologia si connota come scienza che utilizza le evidenze introspettive e comportamentali x comprendere i processi interni che portano le persone a pensare e comportarsi in una certa maniera nei diversi contesti della vita quotidiana. La psicologia non è soltanto senso comune perché molti dei risultati riportati dagli psicologi differiscono da ciò che la maggior parte delle persone si sarebbe aspettata. Una ragione x la quale le persone ritengono che i risultati della psicologia siano equiparabili al senso comune è il “senno di poi”, che riguarda la tendenza a sentirsi maggiormente saggi dopo che l’evento ha avuto luogo. STORIA DELLA PSICOLOGIA Gli psicologi sono tra di loro in disaccordo sulle origini della psicologia. Alcuni sostengono che la psicologia in quanto disciplina scientifica sia nata solo quando sono stati condotti veri esperimenti su partecipanti umani ovvero quando per la prima volta è stato applicato il metodo scientifico a questioni di natura psicologica Filosofia Platone e Aristotele furono i più grandi pensatori dell’ antica Grecia. Essi si i nteressavano entrambi di filosofia, una disciplina focalizzata sulla ricerca di conoscenza e saggezza. Platone (427-347 a.C.) non credeva al valore della scienza, definendola un “gioco ed un passatempo”. Tendeva a rinnegare l’approccio scientifico, e nonostante ciò ebbe numerose intuizioni psicologiche. Un esempio è il valore attribuito alla “salute mentale”. Egli sosteneva che la salute mentale dipendesse dal corpo e dalla mente (mente sana in corpore sano). L’allenamento fisico, la ginnastica erano considerate molto preziose per assicurare la salute al corpo e invece lo studio dell’ arte, della matematica e della filosofia erano utili per la salute della mente. Aristotele (348-322 a.C.) al contrario, sosteneva che ci fosse una relazione stretta tra mente e corpo, poiché la mente corrisponde effettivamente al corpo in azione. Egli era favorevole all’approccio scientifico; ha fornito numerosi contributi alla psicologia. Il suo contributo più rilevante è la visione secondo cui i modelli di pensiero dipendono da 3 leggi: 1. legge della contiguità o vicinanza,il pensiero di un oggetto può legarsi a quello di un altro; esempio: se pensiamo ad un frigorifero ci può venire in mente il forno, perchè di solito questi 2 elementi si trovano insieme in cucina; 2. legge della similarità,il pensiero di un oggetto (una mela) ci può portare a visualizzare a qualcosa di simile (un’ arancia); 3. legge del contrasto, il pensiero di qualcosa (Dio) potrebbe attivare anche il pensiero di qualcosa di molto diverso (Diavolo). Il filosofo che ebbe maggiore impatto nei secoli successivi fu René Descartes il quale sottolinea la differenza tra corpo e mente/spirito, (la coscienza) Secondo Descartes, gli animali possono essere considerati delle macchine il cui comportamento è prevedibile in quanto non possiedono un’anima o una mente (cosa che invece possiedono gli esseri umani) Psicofisica

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1 capitolo: INTRODUZIONE E ABILITA’ DI STUDIO LA NATURA DELLA PSICOLOGIA Secondo numerosi autori la psicologia può essere intesa come la scienza del comportamento, anche se non si può ridurre a semplice scienza del comportamento. Sternberg definisce la psicologia come “strumento della mente e del comportamento” e sostiene che gli psicologi “cercano di comprendere come noi percepiamo, apprendiamo, ci comportiamo, interagiamo con gli altri e comprendiamo noi stessi”. Non tutti gli psicologi sono interessati al comportamento umano. Piuttosto usano le informazioni circa il comportamento x trarre inferenze sui processi interni e sulle motivazioni che guidano il comportamento stesso. In questo senso, la psicologia si connota come scienza che utilizza le evidenze introspettive e comportamentali x comprendere i processi interni che portano le persone a pensare e comportarsi in una certa maniera nei diversi contesti della vita quotidiana. La psicologia non è soltanto senso comune perché molti dei risultati riportati dagli psicologi differiscono da ciò che la maggior parte delle persone si sarebbe aspettata. Una ragione x la quale le persone ritengono che i risultati della psicologia siano equiparabili al senso comune è il “senno di poi”, che riguarda la tendenza a sentirsi maggiormente saggi dopo che l’evento ha avuto luogo. STORIA DELLA PSICOLOGIA Gli psicologi sono tra di loro in disaccordo sulle origini della psicologia. Alcuni sostengono che la psicologia in quanto disciplina scientifica sia nata solo quando sono stati condotti veri esperimenti su partecipanti umani ovvero quando per la prima volta è stato applicato il metodo scientifico a questioni di natura psicologica Filosofia Platone e Aristotele furono i più grandi pensatori dell’ antica Grecia. Essi si interessavano entrambi di filosofia, una disciplina focalizzata sulla ricerca di conoscenza e saggezza. Platone (427-347 a.C.) non credeva al valore della scienza, definendola un “gioco ed un passatempo”. Tendeva a rinnegare l’approccio scientifico, e nonostante ciò ebbe numerose intuizioni psicologiche. Un esempio è il valore attribuito alla “salute mentale”. Egli sosteneva che la salute mentale dipendesse dal corpo e dalla mente (mente sana in corpore sano). L’allenamento fisico, la ginnastica erano considerate molto preziose per assicurare la salute al corpo e invece lo studio dell’ arte, della matematica e della filosofia erano utili per la salute della mente. Aristotele (348-322 a.C.) al contrario, sosteneva che ci fosse una relazione stretta tra mente e corpo, poiché la mente corrisponde effettivamente al corpo in azione. Egli era favorevole all’approccio scientifico; ha fornito numerosi contributi alla psicologia. Il suo contributo più rilevante è la visione secondo cui i modelli di pensiero dipendono da 3 leggi:

1. legge della contiguità o vicinanza,il pensiero di un oggetto può legarsi a quello di un altro; esempio: se pensiamo ad un frigorifero ci può venire in mente il forno, perchè di solito questi 2 elementi si trovano insieme in cucina;

2. legge della similarità,il pensiero di un oggetto (una mela) ci può portare a visualizzare a qualcosa di simile (un’ arancia);

3. legge del contrasto, il pensiero di qualcosa (Dio) potrebbe attivare anche il pensiero di qualcosa di molto diverso (Diavolo).

Il filosofo che ebbe maggiore impatto nei secoli successivi fu René Descartes il quale sottolinea la differenza tra corpo e mente/spirito, (la coscienza) Secondo Descartes, gli animali possono essere considerati delle macchine il cui comportamento è prevedibile in quanto non possiedono un’anima o una mente (cosa che invece possiedono gli esseri umani)

Psicofisica

Weber e Fechner si interessarono della relazione tra gli ambiti della mente e il corpo dando vita alla disciplina da loro chiamata psicofisica. Essi scoprirono attraverso una serie di esperimenti che la relazione tra intensità fisica e intensità soggettiva non è semplice. Occorre incrementare di 8 volte l’ intensità fisica di un suono prima che la sua intensità percepita risulti raddoppiata all’ orecchio. Ciò che risulta sorprendente nella ricerca di Weber e Fechner è la stretta relazione tra intensità fisica e intensità percepita dagli stimoli. Fisiologia Muller e Helmholtz furono due fisiologi che giocarono un ruolo cruciale nel mostrare il potenziale contributo della fisiologia alla psicologia. Muller si interessò della percezione visiva e notò come questa fosse differente dalla percezione uditiva, e come entrambe differissero dalla percezione del gusto e dell’ olfatto. Egli ipotizzò che differenti parti del cervello potessero essere collegate e quindi responsabili del funzionamento dei sensi. Tuttavia, sbagliando decise che questo era impensabile. Helmholtz introdusse la teoria della visione dei colori. Sosteneva che ci sono 3 colori basilari (rosso,verde e blu), ciascuno dei quali ha il suo meccanismo di ricezione nell’ occhio. Questa teoria è essenzialmente corretta, ma recenti evidenze indicano che l’informazione proveniente dei 3 meccanismi ricettori è ricollegabile ad un modello di funzionamento molto + complesso rispetto a quello da lui ipotizzato. Verso la fine del XX secolo, Pavlov condusse importanti ricerche fisiologiche sulla salivazione condizionata del cane. Biologia La biologia giocò un ruolo importante attraverso i contributi di Darwin. La teoria dell’evoluzione di Darwin attribuì notevole importanza alle differenza individuali. Egli sosteneva che alcuni membri di una specie sono meglio dotati di altri di capacità x far fronte alle richieste dell’ ambiente nel quale vivono. Questa linea di pensiero portò Galton a studiare le differenze individuali in riferimento all’ intelligenza, e a sviluppare un primo test di intelligenza. Egli sosteneva che le differenze individuali riscontrate nell’intelligenza fossero dovute in gran parte all’ eredità, ma altri, al contrario, ritenevano responsabili di queste differenze i fattori ambientali. La teoria evoluzionistica di Darwin influenzò inoltre la psicologia attraverso il lavoro di Dewey, che svolse un ruolo importante x lo sviluppo della scuola funzionalistica di psicologia. Psicoanalisi PSICOANALISI XIX sec: teoria psicodinamica più importante oggetto di studio è l’inconscio, le sue manifestazioni e l’interazione con la coscienza Alla base delle sue ipotesi c’è, storicamente, la pratica clinica, ovvero la cura della sofferenza psichica Le sue ricerche sull’isteria lo condussero ad affinare un metodo, centrato sull’utilizzo della parola come strumento di cura, cui poi diede il nome di psicoanalisi Tale metodo si caratterizza per l’uso di due tecniche fondamentali: L’interpretazione dei sogni e degli atti mancati La libera associazione La teoria freudiana ha attraversato più momenti nodali, articolandosi in almeno due modelli

principali: Il modello topico: conscio, preconscio, inconscio Il modello strutturale: io, es, super-io Uno dei concetti chiave della psicoanalisi è quello di

Simbolo

Solo attraverso una continua, intensa, densissima attività simbolica ci è possibile accedere all’inconscio. Il quale, viceversa, produce, genera simboli, mediante i quali si rapporta con la realtà e dunque con la coscienza.

La vita psichica è governata, secondo la teoria freudiana, da due principi fondamentali: Il principio della massimizzazione del piacere Il principio del risparmio energetico

A questi possiamo aggiungere questo terzo: L’attività simbolica consente l’integrazione fra funzione rappresentativa (cognizione) e carica

affettiva. Caratteristica dei simboli, rispetto ai segni, è la loro plurisemicità, ovvero il fatto di essere

portatori di significati plurimi e stratificati. La loro potenza rispetto ai segni è chiaramente dimostrata dalla capacità che hanno di entrare

in complesse dinamiche sociali, quali movimenti, ideologie, equilibri politici. I sogni e gli atti mancanti Il “linguaggio” dei sogni è strutturato intorno a due principi fondamentali: Il principio di condensazione e Il principio di spostamento Entrambi sono analoghi al funzionamento delle figure retoriche corrispondenti della metafora e della sineddoche

L’interpretazione dei sogni Lo strumento principale della psicoanalisi è un processo per “prove ed errori” che, a partire dai tanti elementi narrabili del sogno (significato di superficie), converge verso i pochi elementi profondi (significato profondo) che giacciono nell’inconscio. Un ruolo centrale nell’economia psichica dei sogni è quello del meccanismo di difesa detto “rimozione” MECCANISMI EGO-DIFENSIVI Rimozione - Proiezione – Negazione – Spostamento – Sublimazione - Formazione reattiva – Introiezione – Identificazione - Idealizzazione Gli atti mancati Gli atti mancati, di cui il “lapsus” è un esempio che si applica al materiale linguistico, sono formazioni psichiche che esondano dai confini dell’area mentale e si concretano in manifestazioni comportamentali ad altissimo valore sintomatico Alla loro base c’è la stessa radice di un qualsiasi altro sintomo nevrotico: una soluzione di compromesso fra istanze che si contendono il predominio. Il ruolo della sessualità La teoria freudiana assegnò immediatamente un grande valore “eziologico” alla sessualità e – data la sostanziale continuità fra normalità e patologia – considerò essa alla base della strutturazione della personalità. Gli sviluppi successivi – specie a partire da Jung – hanno messo in discussione tale assunto o negandolo o mitigandolo. Altre direzioni di indagine hanno portato ad una integrazione del concetto di sessualità con quello di “carattere” (W. Reich) Il successivo sviluppo della pisicologia è stato l’approccio psico-analistico di Freud (1856-1939). X comprendere la natura rivoluzionaria delle sue idee sul comportamento anormale è necessario analizzare le teorie del tempo. Secondo queste, all’origine del comportamento anormale c’ erano forze oscure e demoniache e le forme appropriate di trattamento consistevano nel rendere la vita il + possibile spiacevole x i demoni. Questo punto di vista giustificava tutti gli atti barbarici compiuti nei confronti dei pazienti. Freud sosteneva che il comportamento anormale dovesse invece essere considerato come una forma di malattia mentale, causata da disturbi di funzionamento della mente. La psicoanalisi si sviluppò a partire da questa intuizione. Freud giocò un ruolo di primaria importanza nell’estendere la psicologia allo studio dei processi di sviluppo, ai processi sociali, motivazionali, allo studio della personalità e del comportamento sessuale.

COMPORTAMENTISMO Il comportamentismo nasce negli Stati Uniti a partire dal 1912. Watson, il fondatore del comportamentismo, espresse la sua visione alternativa: la psicologia come la considera un comportamentista è una branca della scienza naturale puramente oggettiva e sperimentale. Egli si dichiarò difensore della psicologia sperimentale, il cui fine è la misura del comportamento ottenute in condizioni controllate. I comportamentisti elaborarono anche una teoria del comportamento, secondo cui il processo di apprendimento è caratterizzato da semplici associazioni stimoli-risposte imposte dal condizionamento. Quasi tutto il comportamento umano è influenzato da fattori ambientali e dunque l’ereditarietà ha un piccolo ruolo se non esistente. ALTRI APPROCCI Nel corso del XX secolo si sono diffusi numerosi approcci differenti allo studio della psicologia (psicologia femminista, psicologia socio-costruttivista….). Importanti sono 2 approcci:

1. L’ approccio gestaltico in psicologia iniziò in Germania all’incirca nel 1912. Fu sviluppata da Max Wertheimen e Koehler. I gestaltisti fecero uso della fenomenologia, che riguarda la descrizione diretta delle esperienze consce. L’ approccio gestaltico in pscicologia soffrì di {£} durante la prima dello XX secolo, ma poi in maniera evidente. Perché gli psicologi della gestalt scoprirono numerosi ed importanti fenomeni relativi alla percezione ed alla soluzioni di problemi, tuttavia le spiegazioni teoriche di questi fenomeni non hanno resistito alla prova del tempo.

2. La psicologia umanistica è molto differente dall’approccio della Gestalt x molti aspetti. La psicologia umanistica fu sviluppata da Malslow durante gli anni 50; una nozione chiave è che il comportamento umano è guidato da un desiderio di crescita personale. Per usare i termini degli umanisti le persone sentono un bisogno di realizzazione personale che coinvolge la realizzazione del proprio potenziale e l’ accettazione di sé. Roger sviluppò la terapia centrata sul cliente: il terapeuta fornisce al cliente un contesto molto positivo progettato x sostenere la crescita e facilitare la realizzazione personale.

PROSPETTIVE CONTEMPORANEE IN PSICOLOGIA La vastità e l’ampiezza dei confini della psicologia possono essere considerate nei vari approcci psicologici. Psicologia sociale: si è sviluppata successivamente rispetto alle altre branche della psicologia. Una delle scoperte fondamentali della psicologia sociale riguarda il fatto che il comportamento sia influenzato dalle persone molto + di quello che si pensa. Ci sono importanti differenze tra gli approcci della psicologia sociale in Europa e negli Stati Uniti. Gli psicologi americani studiano i processi sociali partendo dal punto di vista dell’individuo, riducendo l’ influenza esercitata dal contesto sociale e culturale sulle condotte. Gli psicologi sociali europei sono + interessati al ruolo svolto dal contesto (esempio: analisi di fattori come il potere, lo status). Psicologia dello sviluppo: le esperienze dell’infanzia aiutano a dare forma al modo di pensare e comportarsi in età adulta. Freud sostiene che le origini dei disturbi psicologici in età adulta risiedono nei problemi e nei conflitti vissuti durante l’infanzia. Brown in uno studio di 400 donne, scoprì che il 64% di esse soffriva di attacchi di panico e il 39% di quelle che soffrivano di depressione avevano vissuto conflitti durante l’ infanzia (abuso familiare, indifferenza da parte dei genitori). L’ importanza dell’approccio evolutivo in psicologia fu sottolineato da Piaget; egli focalizzò la sua attenzione sullo sviluppo del ragionamento e dell’ intelligenza durante l’ infanzia e l’ adolescenza. L’intelligenza si sviluppa attraverso una serie di fasi, ogni fase deve essere completata con successo prima che il bambino passi alla fase successiva. Psicologia delle differenze individuali: Galton fu il primo psicologo a studiare le differenze individuali e nell’intelligenza attraverso l’uso del primo test di intelligenza, che consisteva di compiti molto semplici e quindi fallì nel misurare adeguatamente l’ intelligenza. Diverso fu il

primo vero test creato da Binet, che era centrato su item che richiedevano l’uso di processi di ragionamento complessi x la soluzione. Una delle metodologie + utilizzate x valutare le differenze individuali nella personalità è, l’ utilizzo di questionari di autodescrizione (self report). Psicologia evoluzionistica: è un approccio psicologico che enfatizza l’ importanza dei fattori biologici. Essa è basata sulla teoria dell’ evoluzione della specie elaborata da Darwin. Il comportamento degli individui è finalizzato alla massimizzazione del proprio adattamento inclusivo all’ ambiente. Secondo gli psicologici dell’ evoluzione, le persone scelgono differenti comportamenti sociali sulla base della valutazione dei costi e benefici ad essi associati. Psicologia cognitiva: riguarda i diversi processi mentali, inclusi quelli di percezione, attenzione, memorie, soluzione di problemi. Pertanto, la psicologia cognitiva è una delle aree della psicologia di maggiore rilevanza. Inoltre è molto rilevante nell’ ambito clinico. Molti dei sintomi manifestati dalle persone ansiose e depresse dipendono da processi cognitivi disturbati. Ci sono vari modi di studiare i processi cognitivi. Il primo approccio è quello di condurre esperimenti sui processi cognitivi su oggetti normali in condizioni di laboratorio. Questo approccio, chiamato approccio della psicologia cognitiva sperimentale è stato affiancato ad altri due:

1. la neuropsicologia cognitiva: riguardava lo studio dei processi cognitivi in pazienti con danni cerebrali. Secondo questa teoria, i pazienti con lesioni cerebrali che soffrono di disturbi della memoria, devono aver subito un danno a tale sistema di memoria.

2. la scienza cognitiva: riguarda l’ uso del computer nel tentativo di comprendere i processi cognitivi. Scopo di molti scienziati cognitivi è quello di programmare i computer in modo da simulare i processi cognitivi degli esseri umani, al fine di comprendere i modelli di funzionamento. L’ uso di questi programmi informatici permette di ottenere risultati + precisi e dettagliati rispetto alle teorie elaborate dagli psicologi cognitivi, che seguono un approccio sperimentale.

Psicopatologia: deve le sue origini al lavoro di Mesmer, che condusse degli esperimenti con pazienti che soffrivano di disturbi mentali, facendoli sedere attorno ad un tubo i frammenti di ferro. Quello che in realtà era responsabile dei miglioramenti era lo stato ipnotico nel quale erano calati i pazienti. Questo lavoro ha mostrato che la malattia mentale poteva essere curata grazie all’ aiuto psicologico piuttosto che esclusivamente facendo ricorso a cure mediche. Il + grande contributo alla psicopatologia è stato dato da Freud , il suo approccio è conosciuto come psicoanalisi. Egli attribuiva molta importanza alle esperienze vissute durante l’ infanzia, responsabili dello sviluppo di nevrosi in età adultà ed utilizzava l’ interpretazione dei sogni z fare luce su esperienze traumatiche per le quali il paziente poteva aver sofferto. Un altro importante sviluppo nella storia della storia della psicopatologia è costituito dalla terapia del comportamento, basata sull’ assunto che il comportamento giochi una parte molto importante nello sviluppo della malattia mentale e che possa essere usato in modo da modificare i comportamenti del malato nelle forme desiderate. Altri approcci hanno una impronta meno psicologica, come la terapia farmacologia. L’ ansia clinica è spesso curata facendo ricorso a farmaci. Recentemente si è sviluppata la terapia cognitiva; importanti teorici hanno sostenuto che molti dei problemi di pazienti ansiosi o depressi sono da ascrivere ai loro sistemi di credenze e a pensieri irrazionali. L’ obiettivo principale delle terapia cognitiva è quello di sfidare le credenze irrazionali, cercando di sostituirle con credenze + accurate e meno estreme. Psicologia della salute: è emersa soltanto negli anni 70. E’ importante delineare una differenza tra:

il modello biomedico: la malattia è dovuta a disfunzioni biologiche ed il trattamento dovrebbe prevedere metodi di intervento clinico e chirurgico;

il modello biopsicosociale: la malattia è determinata da una serie di processi bilogici, psicologici e sociali che interagiscono tra di loro.

Molto importante è il ruolo dello stress nella cura delle malattie. Weinman ha sottolineato che lo stress è riconosciuto come un fattore che incide in maniera diretta e indiretta sulla malattia. Ha effetti indiretti, perché spinge i soggetti ad adottare comportamenti a rischio (fumare o bere), e diretti perché produce cambiamenti fisiologici rilevanti (incremento di pressione arteriosa). Psicologia occupazionale o del lavoro La psicologia occupazionale riguarda l’ applicazione della psicologia in contesti lavorativi (selezione del personale, incremento della produttività, miglioramento delle strategie di presa di potere,…). Bisogna fare una distinzione tra:

psicologia occupazionale: focalizza l’ attenzione sull’ individuo;

psicologia dell’ organizzazione: focalizza l’ attenzione su processi + ampi che riguardano l’unità lavorativa all’ interno dell’ organizzazione.

Questioni etiche in Psicologia Le caratteristiche principali della ricerca etica con gli esseri umani sono:

1. il consenso informativo volontario: ai partecipanti vengono fornite tutte le informazioni riguardanti l’ esperimento e viene chiesto loro di manifestare il proprio consenso prima di iniziare;

2. il diritto di ritirarsi: i partecipanti possono ritirarsi in ogni momento senza dover fornire giustificazioni;

3. il rapporto finale: è la fase nella quale, i ricercatori forniscono ai partecipanti tutte le informazioni riguardanti i propri obiettivi di ricerca;

4. la garanzia dell’ anonimato: gli sperimentatori devono mantenere riservate tutte le informazioni personali raccolte che riguardano i partecipanti.

Gli animali invece, non possono fornire un consenso informato volontario, non possono esprimere il desiderio di ritirarsi e non possono essere informati di tutti i dettagli della ricerca. Alcuni sostengono che gli animali non dovrebbero essere mai usati nella ricerca a prescindere dagli eventuali benefici della ricerca. All’ estremo opposto ci sono coloro che sostengono che la ricerca sugli animali possa offrire benefici alla ricerca tali da giustificare la sofferenza degli animali coinvolti. 3 capitolo: APPRENDIMENTO E CONDIZIONAMENTO Come avviene l’apprendimento? Il desiderio di rispondere a questa domanda ha spinto molti psicologi a studiare tale processo, a condurre esperimenti e a sviluppare teorie che potessero chiarire come esso abbia luogo. Teorie associazionistiche Molti studiosi concordano nel ritenere che il processo di apprendimento sia di tipo associativo, vale a dire che sia costituito dall’ associazione della rappresentazione mentale di un evento con quella di un altro evento. Questi 2 eventi possono essere 2 stimoli ambientali(S), vicini nello spazio e nel tempo, come quando lo Stimolo1 (S1) è seguito immediatamente dallo Stimolo2 (S2). Ad esempio, i bambini imparano ad associare il cielo nero (S1) con il temporale (S2). In questo caso i bambini imparano ad associare le rappresentazioni mentali di due stimoli, ed il valore adattivo di tale apprendimento consiste nel fatto che esso consente loro di prevedere quando sta x scoppiare un temporale. Non basta solo associare gli stimoli ambientali, ma occorre anche associare comportamenti e conseguenze. Ad esempio, se nonostante il cielo nero desideriamo restare all’aperto, avremo associato S1 (cielo nero) a S2 (temporale) ma avremo anche imparato ad associare un comportamento (restare all’ aperto) con una conseguenza negativa (bagnarsi e prendere freddo). Ma è possibile apprendere che un comportamento differente (come entrare in casa) produce un esito + piacevole (stare all’asciutto e al caldo). Quando apprendiamo una associazione tra le rappresentazioni della nostra risposta (R) e quella dell’ esito (E) che essa produce, si parla di associazioni R-E.

Lo scopo principale della teoria sull’ apprendimento è di analizzare come queste associazioni sono apprese ed utilizzate. ASSOCIAZIONI STIMOLO-STIMOLO CONDIZIONAMENTO CLASSICO O PAVLOVIANO Esperimento di Pavolov: un cane affamato riceve del cibo a + riprese ed ogni somministrazione è preceduto dal suono di un campanello che segnala l’ arrivo del cibo. Dopo numerose prove, durante le quali il cane viene esposto alla relazione campanello-cibo, egli saliva sentendo il campanello anche se il cibo non viene presentato. Questo è chiamato da Pavlov “condizionamento classico”. Dopo aver appreso che il suo del campanello anticipava l’ arrivo del cibo, il cane saliva al solo ascolto del suono. Questo è definita risposta condizionata (RC). Nessun cane saliverebbe dopo il suono se non avesse appreso che il suono è seguito dal cibo. Perciò la risposta della salivazione al suono è condizionata, cioè appresa. Essa si produce quando l’ organismo percepisce lo S1 e questo predice l’ occorrenza dello S2. Il termine condizionamento classico o pavloviano dovrebbe essere utilizzato solo x un certo tipo di apprendimento S-S, ossia x quello che coinvolge stimoli biologicamente rilevanti. Per ottenere una risposta condizionata lo S2 deve essere uno stimolo biologicamente rilevante (esempi di tali stimoli sono il cibo,il sesso, l’acqua o un altro stimolo in grado di suscitare una risposta non condizionata, ossia una risposta prodotta senza precedente apprendimento). Nel condizionamento classico S2 è generalmente chiamato stimolo incondizionato (SI), xkè non richiede particolari condizioni x produrre una risposta. Ad esempio, il cibo produce salivazione senza nessun apprendimento precedente; se lo S1 fosse stato una scossa elettrica avrebbe prodotto, assieme ad altre risposte, una flessione riflessa di una zampa. Queste risposte prodotte in maniera non condizionata sono chiamate risposte incondizionate (RI). Nel condizionamento pavloniano S1 è chiamato stimolo condizionato (SC), perché produce una risposta (salivazione) condizionata all’ apprendimento che ha avuto luogo. Prima di diventare condizionato lo SC è uno stimolo neutro che non produce RC, ma produce una risposta di orientamento (RO), consiste nel prestare attenzione allo stimolo e notare che qualcosa di inaspettato sta accadendo. Quindi: STIMOLO INCONDIZIONATO xché biologicamente è in grado d produrre una certa risposta. Infatti se del cibo viene inserito in bocca, appena si inizia la masticazione si produce saliva, quindi non è qualcosa ke dipende dalla nostra volontà. STIMOLO CONDIZIONATO, uno stimolo ke originariamente è neutro, ma ke attraverso un processo di apprendimento diventa in grado di produrre quella risposta ke prima era elicitata solo dallo stimolo incondizionato. ESTINZIONE: se lo SI viene omesso ripetutamente, eliminando il rinforzo, la quantità delle RC diminuisce gradualmente RECUXO: Dopo un xiodo di riposo, la RC tende a riapparire, anke se non è intervenuto alcun rinforzo GENERALIZZAZIONE tendenza ad avere una anke x stimoli semplicemente simili allo stimolo condizionato DISCRIMINAZIONE: x insegnare al soggetto a discriminare gli stimoli stimolo eccitatore (S+) segnala la futura comparsa di S2 stimolo inibitorio (S-) segnale ke S2 non avrà luogo

CONDIZIONAMENTO ALLA PAURA Un cane sente un suono, ma il suono non segnala l’ arrivo del cibo. Al contrario, il suono (SC) è seguito da una scossa elettrica ad una zampa (SI). La RI prodotta dalla scossa (SI) consiste nella soppressione di ogni comportamento in corso. Ad esempio, se l’ animale sta premendo una leva ottenere il cibo, questo comportamento sarà inibito nel momento in cui gli si somministra una scossa. Invece di premere la leva l’ animale si blocca x difesa.

Queste associazioni di un evento neutro (suono) con un evento biologicamente rilevante (stimolo doloroso) avvengono di solito dopo una serie di prove, ma questa volta la RC suscitata dal suono sarà una reazione di paura. Dopo che uno SC è stato associato ad uno SI eversivo (scossa elettrica, schiaffo del genitore), possiamo attuare la tecnica del contro-condizionamento che consiste nell’ associare questo SC con uno SI che ha una valenza opposta (positiva), come ad esempio il cibo. APPRENDIMENTO DELL’AVVERSIONE AL CIBO Il fenomeno dell’ avversione condizionata al cibo è stato studiato x la prima volta da Gracia e Koelling. I due autori diedero dell’ acqua alla quale avevano aggiunto due SC: L’ acqua era insaporita e l’ apparecchio dal quale i ratti bevevano emetteva un fascio di luce ogni volta che i ratti lo leccavano x bere. Lo SI era una droga che provocava mal di stomaco o una scossa elettrica alle zampe. Bisognava capire se i ratti avrebbero associato in ugual modo il malessere allo stomaco col sapore e con lo stimolo audio-visivo e se avrebbero fatto lo stesso con la scossa elettrica. Gli autori sottoposero successivamente i ratti a prove differenziate o con acqua insaporita (senza lo SC audiovisivo) o con acqua insaporita con lo stimolo audiovisivo (senza SC del sapore). Essi trovarono che i ratti ai quali avevano somministrato la droga che faceva avere loro mal di stomaco rifiutavano di bere l’ acqua insaporita, ma bevevano quella a cui era associato lo stimolo audio-visivo. Al contrario, i ratti che avevano ricevuto la scossa elettrica rifiutavano di bere l’ acqua associata allo stimolo audio-visivo, ma non quella insaporita. Questo significa che i ratti tendono ad associare malattie gastriche + facilmente con il sapore che con stimoli audio-visivi; l’associazione sapore-scossa era + debole di quella tra scossa- stimolo audiovisivo. APPRENDIMENTO S-S TRA STIMOLI CHE SONO BIOLOGICAMENTE NEUTRi L’ apprendimento d'associazioni tra rappresentazioni di stimoli neutri no provoca risposte condizionate, il suo studio con gli animali è stato + difficile di quello condotto con gli esseri umani. Un’ altra differenza tra gli esperimenti sul condizionamento pavloviano e quelli sull’associazione tra eventi biologicamente neutri ha a che fare con l’ interesse del ricercatore x lo sviluppo delle risposte condizionate in sé. Mentre i ricercatori del passato erano interessati alla produzione della risposte condizionate, attualmente molti ricercatori sono + interessati al processo di apprendimento e utilizzano le risposte condizionate , o altri tipi di risposte, come indicatori x valutare se l’ apprendimento ha avuto luogo. L’ uso generalizzato del computer consente allo stato attuale di elaborare programmi dei quali S1 ed S2 sono stimoli biologicamente neutri presentati, via computer in modalità visiva o uditiva, mentre la risposte alla tastiera dei partecipanti sono automaticamente registrate in file di dati. Una tipologia comune di esperimento S-S con gli essere umani consiste nell’ apprendimento di relazioni causali tra due eventi. I partecipanti sono seduti in una stanza e svolgono il compito al computer. Le istruzioni li invitano ad immaginare di essere medici specializzati in allergologia e di dover analizzare i referti di diversi pazienti che hanno sviluppato reazioni allergiche dopo la assunzione di alcuni medicinali. Il compito dei partecipanti è quello di apprendere quali farmaci hanno causato le reazioni allergiche. Dopo che i partecipanti hanno assistito alle differenti associazioni si chiede loro quanto ritengono che ciascun farmaco sai stata causa della reazione allergica. I partecipanti rispondono esprimendo un giudizio su una scala da 0 a 100 fornita dallo sperimentatore. Il numero espresso è definito giudizio finale ed è un indicatore usato in questi esperimenti x valutare se l’apprendimento è avvenuto. Quando si confrontano le ricerche sulle associazioni tra eventi neutri con quelle sulle associazioni di eventi biologicamente rilevanti, si può osservare che l’a apprendimento procede in modo analogo ed è ugualmente sensibile alle diverse manipolazioni sperimentali. APPRENDIMENTO X PREDIRE IL NON VERIFICARSI DI S2 Ai soggetti vengono mostrati dei referti di pazienti che hanno assunto il farmaco A ed hanno sviluppato una reazione allergica (A+) e pazienti che hanno assunto i farmaci A e X (AX) e non

hanno sviluppato reazione allergica. Alla fine dell’esperimento la maggior parte dei soggetti dà un punteggio vicino a +100 peri il farmaco A, ossia attribuisce la reazione allergica al farmaco A, e punteggi vicino a -100 per il farmaco X, cioè attribuisce al farmaco X proprietà di prevenzione o inibizione della reazione allergica. Quindi è possibile apprendere non solo quando uno stimolo (A) predice S2 (reazione allergica) ma anche quando un altro stimolo (X) predice che S2 non avrà luogo. ESTINZIONE E RECUPERO SPONTANEO Pavlov notò che se dopo l’acquisizione, al cane viene presentato solo lo stimolo condizionato, cioè il suono non seguito dal cibo, dopo un certo periodo, la risposta di salivazione in presenza del semplice suono scema, si ha quindi un processo di estinzione del condizionamento. In genere dopo una pausa, si ha un recupero spontaneo. Se, dopo che il comportamento è stato estinto, si fa passare un po’ di tempo e poi si ripresenta all’animale lo stimolo condizionato, l’animale avrà una risposta condizionata anche senza presentazione di cibo. Infine, dopo l’estinzione il processo di riacquisizione è più breve. Il RECUPERO SPONTANEO e la RIACQUISIZIONE mostrano quanto è difficile eliminare completamente gli effetti del condizionamento.

GENERALIZZAZIONE

Pavlov ha notato che il cane tende a rispondere con la salivazione (RC – risposta condizionata) anche per stimoli semplicemente simili allo stimolo condizionato. Parliamo di processo di generalizzazione ad es. quando un cane che ha imparato a salivare con un suono di 1000Hz, successivamente avrà una risposta condizionata anche con suoni simili (es. 1100 Hz)

DISCRIMINAZIONE

è possibile anche addestrare il cane a discriminare specifici stimoli. Ad es. dopo un addestramento classico in cui il cibo veniva associato a un tono di 1000 Hz (addestramento che inizialmente prevedeva una certa generalizzazione anche per toni simili), In seguito il cane veniva addestrato a salivare solo con toni di 1000 Hz e non con toni di 900 o 1100 Hz). Tuttavia, potrebbero esserci situazioni nelle quali non vogliamo che la risposta condizionata sia generalizzata ad altre situazioni simili. In questo caso, dobbiamo utilizzare una procedura di discriminazione per insegnare al soggetto a discriminare gli stimoli che sono seguiti da S2 da quelli che non sono seguiti da S2. Questa procedura di addestramento alla discriminazione è nota come inibizione differenziale, poiché l’inibizione è acquisita rispetto allo stimolo che segnala l’assenza di S2, ma non rispetto la presenza di S2. Lo stimolo che segnala la futura comparsa di S2 è chiamata stimolo eccitatore (S+), mentre lo stimolo che segnale che S2 non avrà luogo è chiamato stimolo inibitorio (S-).

TEORIE DI APPRENDIMENTO S-S TEORIE S-R VERSUS TEORIE S-S Molti psicologi ritenevano che l’associazione + importante in atto nel condizionamento classico fosse quella che si stabilisce tra lo stimolo condizionato e la risposta, vale a dire l’associazione S-R. Al contrario, secondo le + recenti teorie stimolo-stimolo (S-S), l’associazione rilevante è quella che si sviluppa tra le rappresentazioni mentali di due stimoli, vale a dire quella che consente all’animale di prevedere lo stimolo 2 (S2) in presenza dello stimolo 1 (S1). La psicologia attuale ha mostrato che ci sono molti casi nei quali le risposte condizionate non hanno luogo e, ciò nonostante i soggetti sono in grado di apprendere che uno stimolo ne predice un altro. Negli esperimenti sul pre-con_ dizionamento sensoriale gli animali sono capaci di apprendere un’associazione tra due stimoli biologicamente irrilevanti che non produce né risposte condizionate né risposte incondizionate. L’odierna psicologia sostiene che sono necessarie le associazioni S-S, piuttosto che quelle S-R, per spiegare la maggior parte dei risultati emersi dalla ricerca sull’apprendimento. TEORIA DELLA CONTIGUITA’

La contiguità spaziale e temporale è una delle + importanti condizioni che modulano lo stabilirsi di associazioni. Consideriamo un esperimento nel quale ci sono diversi gruppi di soggetti. Tutti sono esposti agli stessi stimoli condizionati e non condizionati durante lo stesso numero d prove. In un gruppo lo stimolo incondizionato ha sempre luogo immediatamente dopo lo stimolo condizionato, negli altri gruppi si varia l’intervallo tra stimolo condizionato e quello incondizionato. Più lungo è l’intervallo tra SC e SI, più debole è la risposta condizionata osservata. La contiguità tra S1 e S2 modula l’acquisizione di associazioni. ALCUNI LIMITI DELLA TEORIA DELLA CONTIGUITA’

Contingenza: Rescola ha condotto un esperimento che ha messo in luce come la contiguità tra due eventi non sia l’unico fattore importante in grado di influenzare il processo di apprendimento associativo. Egli ha usato diversi gruppi di animali che ha esposto a numerose associazioni di SC-SI (suono-scossa); ha inserito prove nelle quali lo SI era presentato in assenza dello SC. Per alcuni animali, era previsto un certo numero di prove in cui lo SI era presentato da solo, x altri invece erano previste tante prove con lo SI da solo, quante con lo SI preceduto dallo SC.

Oscuramento: apparentemente lo stimolo più forte compete con quello più debole;

Blocco in avanti

Apprendimento inibitorio

Effetti di pre-esposizione allo SC a allo SI Secondo il modello di Rescorla e Wagner, quando uno SC ed uno SI avvengono in contiguità temporale durante una prova di apprendimento, l’associazione tra loro sarà rinforzata solo se lo SI è inaspettato.

L’APPRENDIMENTO RISPOSTA –ESITO L’apprendimento delle associazioni risposte- esito (R-E) avviene in modo molto simile all’apprendimento delle associazioni S-S. Consideriamo che il ratto preme la leva e ottiene il cibo, la presenza di cibo è contingente alla risposta di pressione della leva piuttosto che alla presenza di uno SC. Il ratto saliverà in modo simile a quanto faceva il cane di Pavlov. Possiamo anche osservare come il comportamento del ratto in relazione alla pressione della leva cambi man mano che apprende come ottiene il rinforzo (cibo). Una volta che il ratto ha appreso la relazione tra cibo e pressione della leva, premerà la leva ogni volta che ha fame Questo processo è chiamato condizionamento (o apprendimento) strumentale. La risposta strumentale è prodotta con lo scopo di ottenere o evitare qualcosa. <le risposte acquisite o mantenute in questa maniera sono definite risposte strumentali xkè fungono da mezzi x ottenere determinati scopi. Skinner le chiamò risposte operanti per indicare che si tratta di comportamenti che operano sul mondo producendo un determinato effetto, e ridefinì il condizionamento strumentale in condizionamento operante. Thorndike fu il primo scienziato a studiare questo tipo di apprendimento in laboratorio, utilizzava i gatti ed alcune ingegnose gabbie-problema. I suoi esperimenti consistevano nel porre un gatto nella gabbia ed il rinforzo, costituito dal cibo, vicino alla gabbia ma al di fuori di essa. Se il gatto voleva uscire dalla gabbia doveva aprire la porta premendo una leva posizionata all’interno della gabbia. Allo stesso modo Thorndike volle valutare quanto tempo il gatto impiegava ad uscire dalla gabbia durante le successive prove di apprendimento. Inizialmente il gatto impiegava molto tempo ad uscire, dopo una serie di tentativi a vuoto, preme x caso la leva, la porta si apre ed egli può uscire e mangiare il cibo. Gradualmente il gatto apprende come uscire dalla gabbia. Una volta appreso la relazione tra la leva e la via d’uscita dalla gabbia, il gatto impiega pochi secondi x uscire. In questo modo Thorndike elaborò la legge sull’effetto, quando una data risposta è seguita da una conseguenza piacevole, questa risposta sarà sempre + connessa alla situazione ambientale in cui è avvenuta. Al contrario, quando una risposta è seguita da una conseguenza spiacevole, la connessione tra gli stimoli ambientali e la risposta si indebolisce.

Il lavoro di Thorndike è stato continuato da Skinner. Quest’ultimo preferiva lavorare con ratti e piccioni e costruì un nuovo apparato sperimentale che chiamò camera operante ormai denominato gabbia di Skinner. La parete frontale è dotata di una leva sporgente che il ratto deve abbassare x ottenere il cibo e di una scodella dove sono immesse delle palline di cibo (rinforzo) quando viene premuta la leva. Se l’oggetto dell’esperimento è lo studio delle conseguenze della stimolazione eversiva sul comportamento del ratto, viene emessa una scossa elettrica attraverso il pavimento della gabbia, costituito da sbarre metalliche. ASPETTI NELL’APPRENDIMENTO R-E SIMILI A QUELLI OSSERVATI NELL’APPRENDIMENTO S-S L’estinzione, la generalizzazione,la discriminazione,il blocco, la contiguità e la contingenza, funzionano in maniera simile anche nell’apprendimento risposta-esito. Nell’apprendimento S-S l’estinzione ha luogo quando lo stimo lo ! (S1) non predice + lo stimolo 2 (S2). Nell’apprendimento strumentale il processo è simile +, ma è la risposta strumentale (pressione sulla leva) che si estingue xkè non seguita dall’esito. Ad esempio: il ratto smetterebbe di premere la leva se questo comportamento non comportasse + il cibo. Anche la generalizzazione può essere osservata nell’apprendimento operante. Se insegniamo ad un ratto che il cibo sarà disponibile solo quando una luce è accesa, il ratto apprenderà a premere la leva con maggiore frequenza quando la luca è accesa. Tuttavia, se presentiamo una luce differente, il ratto generalizzerà la risposta e premerà la leva anche in presenza della seconda luce. Se vogliamo che il ratto prema la leva soltanto in presenza di una specifica luce, dobbiamo attuare un addestramento alla discriminazione, con una procedura simile a quella mostrata nell’apprendimento S-S. Dobbiamo insegnare al ratto di premere la leva in presenza di una luce (S+) significa ricevere il cibo, mentre premere la leva in presenza dell’altra luce (S-) non significa ricevere del cibo. EFFETTI DI RINFORZO E DI PUNIZIONE SULLE RISPOSTE STRUMENTALI (O OPERANTI) Il processo attraverso il quale si incrementa la probabilità di una risposta strumentale associandola con un esito positivo è chiamato rinforzo ed il processo attraverso il quale si riduce la possibilità di una risposta strumentale associandola con un esito negativo è chiamato punizione. Abbiamo 2 tipi di rinforzo: - PUNIZIONE POSITIVA: a seguito di un comportamento indesiderato da parte dell’animale, viene presentato uno stimolo negativo (es scarica elettrica) - PUNIZIONE NEGATIVA: quando si elimina uno stimolo x lui positivo Un comportamento è rinforzato positivamente se la sua emissione è seguita dalla comparsa di uno stimolo positivo (come nel caso el topolino ke preme la leva e immediatamente compare il cibo). Un comportamento è rinforzato negativamente quando la sua emissione produce la comparsa di uno stimolo aversivo cioè negativo x l'organismo Il rinforzo negativo possiamo suddividerlo in comportamento di fuga, quando il comportamento mette fine alla stimolazione eversiva ma non impedisce che avvenga e, in comportamento di evitamento, quando il comportamento evita o impedisce che la stimolazione eversiva abbia luogo. SCHEMI DI RINFORZO AD INTERVALLO Immaginiamo due ratti che premono la leva nella gabbia di Skinner al fine di ottenere il cibo. Ad uno dei due viene concessa una pallina di cibo secondo uno schema ad intervallo fisso, x esempio ogni minuto. L’altro ratto è esposto invece ad uno schema ad intervallo variabile, la pallina di cibo x questo ratto sarà disponibile in media ogni minuto. Però il ratto non potrà mai sapere con esattezza quando arriverà il cibo xkè questo viene dato secondo uno schema variabile, cioè a volte ogni 30 secondi, altre volte ogni 2 minuti.

Molti esperimenti di laboratorio hanno mostrato che i ratti imparano a premere la leva + spesso quando viene dato loro il cibo secondo schemi a intervallo variabile. SCHEMI DI RINFORZO A RAPPORTO Consideriamo un’azienda che non paga i dipendenti sulla base di intervalli di tempo, ma sulla base del numero di risposte che essi producono, ad esempio il numero di automobili che vendono o il numero di lettere spedite durante una campagna di sponsorizzazione. Se il rinforzo è concesso sulla base di uno schema a rapporto fisso, le persone che lavoreranno sodo x ottenere la paga e faranno un intervallo prima di ricominciare a inviare lettere. Se il rinforzo è concesso sulla base di uno schema a rapporto variabile, le persone non potranno mai essere certe del momento in cui avverrà il rinforzo e quindi tenderanno ad essere + regolare nel proprio comportamento. Molti esperimenti di laboratorio sugli animali hanno mostrato che un tasso molto + regolare di risposte si ottiene se i soggetti sono rinforzati secondo uno schema a rapporto variabile. COMPORTAMENTO SUPERSTIZIOSO E ILLUSIONE DI CONTROLLO Il primo esperimento di laboratorio sul comportamento superstizioso fu condotto da Skinner. Egli concedeva cibo incondizionatamente ai piccioni ogni 15 secondi. I piccioni non dovevano premere con il becco nessun tasto né dovevano svolgere alcun compito per ottenere il cibo. Egli osservò che ogni piccione sviluppava uno specifico modello di risposta, come se pensassero che effettivamente un loro comportamento avessero prodotto l’esito. IMPOTENZA APPRESA Molti esperimenti hanno mostrato che i cani possono essere addestrati ad evitare le scosse elettriche saltando al di là di una barriera x mettersi al sicuro in un altro comparto. Tuttavia, se ai cani sono state precedentemente somministrate delle scosse imprevedibili ed incontrollabili, non saranno + in grado di evitare la scossa quando gli viene data la possibilità di farlo. I cani sviluppano molti altri deficit di tipo emotivo (simili allo stato di tristezza e depressione che prova una persona), motivazionale (contentano nemmeno di evitare la scossa, quando gli viene data la possibilità di farlo), cognitivo (non sono in grado di comprendere che le scosse sono controllabili durante l’ultima fase dello studio). Una potenziale spiegazione è la cosiddetta teoria dell’impotenza appresa, seconda la quale, la ragione x cui i cani mostrano questi deficit è riconducibile al fatto che essi hanno appreso ad essere impotenti durante la fase 1 dello studio. Secondo il modello dell’impotenza appresa della depressione, una persona che è esposta ad esiti incontrollabili apprenderà che nessuna risposta può controllare tali esiti e perciò può sviluppare l’aspettativa che gli esiti desiderati resteranno incontrollabili anche in futuro. Se questo accade la persona diventerà depressa. Come nell’impotenza appresa osservata negli esperimenti con gli animali, la depressione umana include un deficit emotivo, motivazionale e cognitivo. ASSOCIAZIONI S-R VERSUS ASSOCIAZIONI R-E Un esperimento di Tolman e Gleitman ha dimostrato che il comportamento di un ratto non era così semplice. Hanno usato un labirinto con una scatola distinta con alla fine dei bracci contenenti del cibo. Durante la fase1 dello studio, il cibo era disponibile in ciascuna scatola. Perciò, secondo la prospettiva S-R, entrambe le risposte sarebbero dovute essere ugualmente rinforzate. Durante la fase2, i ratti venivano messi in diverse prove in ciascuna delle scatole dello sperimentatore. In una scatola (bianca) ricevevano una scossa, in quella nera trovavano il cibo. Nella fase 3 ai ratti fu concesso di nuovo di girare liberamente nel labirinto. Secondo la teoria S-R poiché entrambe le risposte, destra e sinistra, erano state ugualmente rinforzate il ratto avrebbe dovuto continuare a scegliere casualmente la direzione. Un altro studio è stato riportato da Adam e Dickinson. Essi addestravano ratti affamati e premere la leva per ottenere palline di cibo in una camera operante. In un secondo momento condizionarono in maniera eversiva le palline di cibo, iniettando ai ratti una droga che li faceva

stare male dopo aver mangiato quel cibo. Una volta acquisita l’ avversione alle palline di cibo, ai ratti veniva data di nuovo l’ opportunità di premere la leva nella camera operante. Secondo la teoria S-R l’acquisizione dell’avversione al cibo non avrebbe dovuto influenzare il comportamento di pressione della leva. TIPI SPECIALI DI APPRE NDIMENTO Seligman ha studiato la condizione in cui i cani non possono evitare la punizione. Ha usato due gruppi di cani. In entrambi i gruppi, i cani erano legati dentro una gabbia e ricevevano uno stesso numero di scosse elettrike. Un gruppo, xò, aveva la possibilità di interromxe la scossa, premendo una leva con il muso (gruppo con via di scampo ). Dopo l’addestramento, i cani venivano posti in una gabbia simile a quella di Solomon e sottoposti alla stessa procedura. I cani del gruppo con via di scampo, imparavano rapidamente ad evitare le scosse saltando dall’altra parte. Mentre gli altri, si accucciavano senza fare alcun tentativo di fuga. Seligman ha chiamato questo fenomeno impotenza appresa. MODELLO IMPOTENZA APPRESA: una xsona ke è esposta ad esiti incontrollabili apprenderà ke nessuna risposta può controllare tali esiti e xciò può sviluppare l’aspettativa ke gli esiti desiderati resteranno incontrollabili anke in futuro. Se questo accade la xsona diventerà depressa. Come nell’impotenza appresa osservata negli esximenti con gli animali, la depressione umana include un deficit emotivo, motivazionale e cognitivo L’apprendimento di categorie: già dall’infanzia impariamo a categorizzare delle cose o degli eventi. Apprendimento associativo L’apprendimento imitativo ha luogo quando osserviamo qualcuno fare qualcosa x la quale riceve un rinforzo e allora cerchiamo di imitare quel comportamento. L’apprendimento spaziale: durante l’apprendimento vi è una costruzione di mappe cognitive dei luoghi e degli spazi ke vengono poi utilizzate quando ne hanno bisogno (Toleman). Ma ci sono dei limiti in ciò. Esso è un apprendimento associativo Rodrigo in un esperimento ha usato una piscina circolare per studiare l’apprendimento spaziale nei ratti. La piscina era piena d’acqua, ma sott’acqua in certo punto si trovava una piattaforma. I ratti dovevano nuotare nella piscina ed il loro obiettivo era di raggiungere la piattaforma dove potevano riposare. I ricercatori avevano aggiunto dei segnali che avrebbero aiutato gli animali a trovare il luogo dov’era la piattaforma. I ratti non ebbero difficoltà a trovare la piattaforma una volta appresa l’associazione tra i segnali. Tuttavia, quando i ricercatori aggiungevano un ulteriore segnale durante la fase 2 dello studio, i ratti non apprendevano ad utilizzarlo, perciò l’apprendimento del segnale aggiunto veniva bloccato. L’apprendimento di categorie: già dall’infanzia impariamo a categorizzare delle cose o degli eventi. Consideriamo come i piccioni possono apprendere a distinguere il concetto di pesce da quello di non pesce beccando solo sui disegni che mostrano dei pesci. L’ apprendimento di categorie è stato frequentemente classificato come una forma di apprendimento “non associativo”. 7CAPITOLO: IL LINGUAGGIO INTRODUZIONE Il linguaggio ha un significato vitale x la comunicazione. Ci sono numerose abilità linguistiche ed è, utile dividere queste abilità in: - linguaggio ricettivo: implica la comprensione e concerne la percezione del discorso e la lettura; - linguaggio produttivo: riguarda la comunicazione e coincide con la produzione del discorso e la scrittura.

L’approccio della neuropsicologia cognitiva è un approccio ke si basa sull’ analisi dei casi patologici ovvero quei casi di soggetti affetti da qualke forma di disfunzione a carico del linguaggio ke vengono studiati sia in situazioni individuali (ambito clinico) sia in situazioni di gruppi sximentali. Le assunzioni principali sono: *modularità: il linguaggio funziona attraverso l’azione di una struttura a moduli, quini esso è riconducibile a + strutture di funzionamento tra di loro interconnesse, xkè altrimenti non ci sarebbe l’unicità di funzionamento. *aspettativa, ovvero quando noi ascoltiamo qualcuno parlare la prima informazione acustica ke noi sentiamo fa scattare in noi una sorta di filtro xcettivo. Si palesano quindi tutte le parole ke iniziano con quei suoni.. man mano ke l’interlocutore parla lo spettro dei suoni diminuisce. *doppia dissociazione: un paziente ha una xformance normale al compito A associata con una xformance deteriorata al compito B, mentre un altro paziente mostra il pattern opposto. La dissociazione doppia si ritrova quando due compiti coinvolgono due differenti moduli, uno dei quali può essere affetto da un danno cerebrale mentre l’altro è rimasto intatto. Un’altra importante assunzione è che la ricerca dovrebbe focalizzarsi su studi di casi singoli e non su gruppi di pazienti cerebrolesi. In quest’ ultimo approccio si mira a identificare gruppi di pazienti colpiti dalla stessa sindrome. Il problema chiave di questo approccio è che esagera le somiglianze tra pazienti che si suppone soffrano della stessa sindrome. Nelle realtà, essi raramente hanno lo stesso danno cerebrale o lo stesso modello di performance deficitaria, per cui si compie una inevitabile semplificazione assegnando loro la stessa sindrome. A partire dagli anni ’80 emerge un altro approccio allo studio del linguaggio, il connessionismo il quale consiste in un approccio metodologico basato su ipotesi computerizzate, infatti si serve di modelli computazionali. Qual è la premessa di fondo di questo approccio? Ke possiamo capire meglio come funzionano alcune funzioni psichike suxiori tra cui anke il linguaggio se ne facciamo una descrizione attraverso la costruzione di un modello computazionale (attraverso un software informatico di quella funzione stessa). La verifica non si fa andando a vedere cosa succede nella testa delle xsone ma se i modelli restano coerenti. In quel caso possiamo conservare quel modello ,o lo integriamo o lo cestiniamo sostituendolo con un modello nuovo. PROCESSI DI BASE IMPLICATI NELLA LETTURA La lettura implica una serie di processi. Per comprendere un testo è necessario identificare ed attribuire un significato alle singole parole. METODI DI STUDIO Numerosi metodi di studio sono stati utilizzati nel tentativo di comprendere i processi basilari implicati nelle lettura. Ci focalizzeremo su 3 modelli principali:

1. le tecniche di identificazione delle parole:vengono usate quando vogliamo sapere quanto tempo impiega il lettore x identificare una singola parola. E’ il caso del compito di decisione lessicale, che consiste nella presentazione di una stringa di lettere con la richiesta ai partecipanti di decidere il + rapidamente possibile se la stringa forma una parola. Un’ altra tecnica di identificazione delle parole è il compito di denominazione delle parole, che consiste nel pronunciare il + rapidamente possibile una parola;

2. la presentazione del testo controllata dal soggetto: i lettori possono vedere solo una parola o un piccolo numero di parole x un certo periodo di tempo e devono premere un tasto x continuare a leggere il successivo frammento di testo;

3. a registrazione dei movimenti oculari: durante la lettura è un metodo generalmente adeguato x studiare i processi coinvolti nella lettura. Ha il vantaggio rispetto agli altri metodi di consentire al lettore di leggere un testo così come avrebbe fatto se non fossero stati registrati i movimenti degli occhi ed inoltre fornisce informazioni dettagliate sulla direzione dell’attenzione durante l’intero processo di lettura.

I MOVIMENTI OCULARI Man mano che leggiamo, ci sembra che i nostri si muovano leggermente in avanti seguendo il testo; ciò che realmente accade è molto diverso sotto 2 aspetti. Primo, gli occhi si muovono in rapidi scatti, detti saccadi, della durata di circa 15 millisecondi, ognuno dei quali è seguito da una fissazione dell’occhio che dura da 50 a 200 millesimi di secondo. Circa il 10% delle saccadi

sono regressioni, ovvero movimenti che l’occhio compie indietro nel testo. Le fissazioni tendono a concentrarsi intorno al centro delle parole + lunghe, che di solito forniscono più informazioni di quelle brevi. La parte centrale della retina è la foeva che è associata con la visione accurata. Poiché la foeva è piccola, la quantità di testo da cui si può ottenere un’informazione utile ad ogni fissazione sia limitata. Le prove disponibili indicano che l’ampiezza (span) percettiva, ovvero il campo visivo totale, si estende per circa 3 o 4 lettere a sinistra e circa 15 lettere a destra dal punto di fissazione e non include la riga sotto quella fissata. IDENTIFICAZIONE DI PAROLE Esistono prove che l’identificazione completa delle lettere non necessariamente debba precedere l’identificazione della parola. Questo è stato dimostrato dall’effetto di superiorità. Tale effetto è stato individuato in uno studio nel quale veniva presentata una stringa di lettere in maniera rapida e successivamente i soggetti dovevano decidere, fra 2 lettere, quale di esse era stata presentata ed in quale posizione era all’interno della stringa. I partecipanti svolgevano al meglio il loro compito quando la stringa di lettere formava una parola piuttosto che quando le lettere erano disposte a caso. McClelland e Rumelhart hanno elaborato un modello di attivazione interattiva x rendere conto di tale effetto. Esso ha 3 livelli:

1. il livello delle caratteristiche, in cui sono identificate le caratteristiche delle lettere (es: linea diagonale, linea curva);

2. il livello delle lettere, in cui vengono identificate le singole lettere di una parola; 3. il livello delle parole, in cui viene identificata la parola stessa.

Un assunzione importante della teoria è la presenza di processi che operano attraverso il sistema. L’attivazione di una data parola conduce, attraverso i processi eccitatori, all’attivazione di tutte le sue unità di lettere, mentre i processi inibitori si rivolgono a tutte le altre unità di lettere che non fanno parte di quella parola. LA PRONUNCIA DELLE PAROLE Ci sono numerose regole di corrispondenza ortografica-suono, definite regole di corrispondenza grafema-fonema, che indicano come dei gruppi di lettere sono normalmente pronunciati nelle diverse lingue. IL MODELLO DEL DOPPIO PERCORSO Secondo questo modello, uno dei percorsi (conosciuto come percorso diretto o lessicale) riguarda il lessico, ovvero il dizionario mentale che contiene differenti tipi di informazioni circa le parole che conosciamo (ad es: il loro suono e l’ortografia) e consente di accedere al loro significato. L’altro percorso (percorso non lessicale) coinvolge regole di corrispondenza grafema-fonema ed è usato x leggere parole sconosciute o non-parole. NEUROPSICOLOGIA COGNITIVA Evidenze empiriche a favore del modello del triplo percorso provengono da pazienti che soffrono da varie forme di dislessia acquisita, che comporta deficit nell’abilità di lettura degli adulti a seguito di un danno cerebrale. Una persona che una solo il percorso 1 avrebbe difficoltà a pronunciare accuratamente parole irregolari, questi pazienti soffrono di dislessia superficiale. Le persone che usano solo il percorso 2, mostrano la loro incapacità ad usare le regole di conversazione grafema-fonema, dovrebbero avere difficoltà con le parole non familiari e con le nomn.parole, sono pazienti che soffrono di dislessia fonologica. Ogni linguaggio consta di 3 piani distinti: *Sintassi (studio delle forme linguistike)

*Semantica (studio dei significati) *Pragmatica (studio della relazione tra il linguaggio detto anke testo e il contesto extra linguistico reale e concreto nel quale i messaggi vengono spesi) METALINGUAGGIO quando abbiamo bisogno di entrare in un linguaggio x capire come funziona, a livello teorico. L’espressione e il contenuto messi insieme diventano il contenuto di un altro linguaggio MITO quando dobbiamo confrontarci con i grossi motivi culturali e ideologici dei nostri tempi. L’espressione e il contenuto messi insieme diventano un’espressione di II livello cui corrisponde un contenuto di II livello. Ogni cosa, ogni linguaggio può diventare un mito mettendosi a disposizione di un qualsiasi uso (anke politico). Una cosa ke nasce in un ambito ideologico può essere a distanza di 30 anni riciclata come mito in un ambito diametralmente opposto. La significatività o meno di un elemento linguistico dipende quindi dal contesto Fonema Le unità minime di suono, quelle con le quali si costruiscono i mattoni del linguaggio, prima le parole, poi le frasi e poi i discorsi Xcezione categoriale: interpretazione del linguaggio parlato un fonema non è un’unica manifestazione sonora ma un insieme di manifestazioni sonore ke si alleano attorno ad una categoria fonica e questa categoria ha dei confini e fin quando non li suxiamo nella nostra testa il fonema rimane uno. un fonema è una categoria, una classe di suoni con dei confini abbastanza labili ma esistono. Quando pronunciamo un fonema può capitare ke noi suxiamo questi confini e quindi cambia la xcezione del fonema e il fonema stesso. Infatti se noi diciamo sciascio va bene, ma se diciamo strastro l’interlocutore non ci capisce +. Suxato un certo limite quindi xdiamo il fonema LA PERCEZIONE DEL LINGUAGGIO PARLATO I suoni basilari di una lingua sono i fonemi, il cui numero e natura varia da una lingua all’altra. In italiano sono circa 30 i fonemi che generano tutte le parole della lingua italiana. La pronuncia delle varie consonanti differisce in relazione a 3 fattori:

modo di articolazione : si può verificare un blocco parziale o totale del flusso d’aria;

luogo di articolazione: si tratta del luogo nel tratto vocale dove si blocca il flusso d’aria:

articolazione vocale: le corde vocali possono vibrare contemporaneamente al blocco del flusso d’aria.

Diversi sono i fattori che entrano in gioco nella pronuncia delle vocali, perché queste non implicano nessuna interruzione del flusso d’aria. La pronuncia delle diverse vocali varia a seconda della localizzazione all’interno della bocca e della posizione della lingua, che può essere alta, di media altezza o bassa. LA COMPLESSITA’ DELLA PERCEZIONE DEL LINGUAGGIO PARLATO La percezione del linguaggio parlato è un processo complesso. Si può avere un’idea della sua complessità considerando i risultati ottenuti con lo spettrogramma, tramite il quale il suono entra in un microfono, viene tramutato in segnale elettrico ed alimenta un insieme di filtri. Ciò che emerge da queste analisi è uno spettrogramma, ovvero una registrazione visibile della frequenza dei suoni sul tempo. Una delle difficoltà incontrate nello studio della percezione del linguaggio parlato è il problema della segmentazione. Questo nasce dal fatto che il discorso consiste in un flusso di suoni continuo e dobbiamo decidere come dividere questo flusso in una serie di parole. Un’altra difficoltà è il problema della non invarianza, soprattutto x le consonanti che x le vocali, perché il suono delle consonanti è spesso influenzato dalle caratteristiche della vocale seguente. Il linguaggio parlato è costituito da circa 10 fonemi al secondo, di conseguenza è necessario articolare più di un suono allo stesso tempo. Questa è la cosiddetta co-articolazione, responsabile della variabilità nella produzione di fonemi.

L’ IDENTIFICAZIONE DELLE PAROLE Utilizziamo il contesto della frase come ausilio x identificare le parole pronunciate. Uno degli studi + noti sull’effetto del contesto è riportato da Warren e Warren. Essi presentarono delle frasi in cui una piccola parte era stata cancellata e sostituita con un suono insignificante. Gli autori chiamarono questo fenomeno effetto di ripristino fenomenico. Nessuno dai partecipanti si accorse che c’era qualcosa di strano in quello che ascoltavano, il che indicava che si era prodotto un potente effetto del contesto, reso ancora + sorprendente dal fatto che il contesto chiave (l’ultima parola in ogni frase) venisse presentato un po’ di tempo dopo il suono ambiguo. TEORIE DELLA PERCEZIONE DEL LINGUAGGIO PARLATO Una delle + importanti teorie del linguaggio parlato è quello elaborata da Lieberman, denominata teoria motoria. Secondo l’autore, gli ascoltatori tendono ad imitare i movimenti articolatori dei parlanti e, così facendo, producono un segnale motorio che però può verificarsi in maniera implicita e non necessita di movimenti articolatori reali. La ratio è la nozione che il segnale motorio prodotto dall’ascoltatore sia + affidabile e stabile del segnale linguistico fornito dal parlante. Di conseguenza la percezione del discorso è + accurata quando gli ascoltatori si affidano al proprio segnale che piuttosto che quando fanno uso solo del segnale linguistico in sé. Il segnale motorio sembra essere altrettanto variabile ed irregolare del segnale linguistico, cosicché è improbabile che la percezione del linguaggio verbale sia basata sulle informazioni contenute nel segnale motorio. TEORIA DELLA COORTE Un’altra teoria della percezione del linguaggio è la teoria della coorte elaborata da Marsen-Wilson e Tyler: Secondo questa teoria, la percezione delle parole implica un’interazione tra i processi dall’alto verso il basso e quelli dal basso verso l’alto. Quando si ascolta la prima parte di una parola, tutte le parole che l’ascoltatore conosce e che iniziano con quella sequenza di suoni si attivano nella memoria a lungo termine. Questo insieme di parole è chiamato “coorte dell’inizio parola”. In seguito, le parole di questa coorte vengono gradualmente eliminate x diverse ragioni: o perché la parte finale della sequenza sonora non combacia con la prima (processi di elaborazione dal basso verso l’alto), o perché non sono appropriate al contesto semantico (processi di elaborazione dall’alto verso il basso). Ad un certo punto rimane solo una parola dell’insieme originario e questa è la parola che l’ascoltatore ode. IL MODELLO TRACE Questo modello è stato elaborato da McClelland ed Elman. Il modello Trace comporta unità o nodi che elaborano le informazioni a 3 livelli: caratteristiche fisiche (luogo dell’articolazione vocale), fonemi e parole. La presentazione di una parola genera un’attivazione nel sistema che raggiunge il suo massimo livello x le parole riconosciute. Il livello di attivazione è determinato dall’attivazione dal basso verso l’alto, che parte dal livello delle caratteristiche fisiche x arrivare a quello delle parole, e dall’attivazione dall’alto verso il basso, che fa il percorso inverso. CATEGORIE SEMANTICHE Ci occupiamo della semantica, ossia dello studio del significato. Una delle questioni chiavi è comprendere come sono rappresentati i significati delle parole. Gli aspetti precisi del significato di una parola ai quali si ha accesso dipendono dal contesto della frase in cui essa compare. Molti teorici si sono focalizzati sul modo in cui le parole sono organizzate nella memoria semantica. PROTOTIPI Secondo Rosch , ogni categoria è organizzata attorno un prototipo, il quale può essere considerato come un insieme di caratteristiche distintive che meglio rappresentano una data

categoria. Una delle cose che deriva dalla teoria del prototipo è che alcuni membri di una categoria siano migliori degli altri; vale a dire che i membri migliori di una categoria sono quelli che condividono il maggior numero di caratteristiche con il prototipo, mentre i peggiori sono quelli che condividono poche caratteristiche con il prototipo. Secondo questa teoria, i confini tra una categoria e l’altra tendono a essere imprecisi. Di conseguenza è difficile dire se un oggetto che possiede una sola frazione delle caratteristiche distintive di una categoria possa essere considerato un membro di quella categoria. CATEGORIE DI BASE Molti degli oggetti che incontriamo quotidianamente possono essere categorizzati secondo 3 livelli: - categoria di base: si trovano i membri di una categoria che hanno molti elementi in

comune fra di loro, rispetto ad altri membri che non appartengono a quella categoria (es: cane)

- categoria sovraordinate: (animali quadrupedi) - categoria subordinate: (es:Labrador).

Rosch sostiene che le categorie di base sono + utili perché offrono la migliore combinazione di informattività ed economia. Le categorie sovraordinate mancano di informatività, laddove le categorie subordinate mancano di economia. NEUROPSICOLOGIA COGNITIVA Una delle questioni principali nell’ambito della semantica è quella di stabilire se il sistema semantico sia unico oppure No. Paivio ha proposto la teoria del doppio sistema di codifica, secondo la quale esistono 2 sistemi semantici separati ma interconnessi. C’è un sistema verbale che elabora le informazioni linguistiche ed un sistema non verbale che presiede alla elaborazione percettiva e immaginativa. Questa teoria può essere testata in neuropsicologia cognitiva analizzando i casi di pazienti con deficit ad uno dei 2 sistemi. Evidenze empiriche controversie derivano dalla afasia ottica, è una condizione in cui i pazienti non riescono a nominare gli oggetti presentati visivamente ma sono in grado di nominarli se messi in condizioni di manipolarli. Tuttavia, i pazienti sanno cosa sono gli oggetti che gli vengono mostrati nel senso che sanno come utilizzarli. Sono state formulate altre proposte di divisione del sistema semantico. Vari teorici hanno sostenuto che esistono categorie separate di oggetti animati ed inanimati all’interno del sistema semantico x distinguere tra le creature viventi e gli oggetti inanimati. Ad esempio, un paziente mostrava una performance molto migliore nei compiti di comprensione di oggetti inanimati che di oggetti animati. EFFETTI DI CONTESTO I l significato preciso attribuito ad una parola dipende dal contesto nel quale essa si presenta. Halff ha fornito una dimostrazione di questi effetti di contesto. Ha costruito diverse frasi che contenevano la parola “rosso”. Esse erano presentate 2 alla volta ai partecipanti che dovevano decidere se l’oggetto rosso in una frase fosse più rosso dell’oggetto nell’altra frase. Il risultato principale fu che il grado di rosso associato alla parola “rosso” variava da una frase all’altra. Inoltre la parola “rosso” era intesa come una parola con una più ampia gamma di sfumature in alcune frasi (es: il ragazzo con i capelli rossi era visibile in mezzo la folla) piuttosto che in altre (es: quando il sole tramonta il cielo diventa rosso). ANALISI GRAMMATICALE E SINTASSI La nostra discussione sull’elaborazione del linguaggio si è focalizzata sinora sulle singole parole; è importante considerare i processi necessari x comprendere le frasi. Alcuni di questi processi implicano l’analisi della struttura sintattica grammaticale della frase. Questa analisi comporta prendere in considerazione l’ordine di una parola e delle altre informazioni necessarie x definire qual è l’oggetto e quale il soggetto di ogni frase, così come l’azione relativa al soggetto ed all’oggetto. I processi implicati nell’analisi grammatica e sintattica sono simili sia

con frasi lette sia pronunciate. Tuttavia i parlanti, talvolta forniscono segnali utili a comprendere la struttura sintattica, detti segnali prosodici, che si basano su variazioni del tono, dell’accento e della durata dell’eloquio. Una delle questioni centrali riguarda la relazione tra elaborazione sintattica e semantica, la quale è stata teorizzata in modi diversi. Una prospettiva ritiene che l’elaborazione sintattica accada prima di quella semantica, un’altra sostiene che l’elaborazione semantica preceda quella sintattica; una terza è quella dell’indipendenza di 2 processi di elaborazione. AMBIGUITA’ SINTATTICA Gran parte delle ricerche sull’analisi grammaticale e sintattica hanno utilizzato frasi ambigue o ingannevoli, che tendono ad essere fraintese inizialmente ma vengono re-interpretate successivamente. Frazier e Rayner, hanno sostenuto che la struttura sintattica iniziale che i lettori o gli ascoltatori costruiscono di una frase non è influenzata dal significato della frase stessa. Essi propongono il modello delle frasi ingannevoli, basato2 principi basilari:

1. principio del minimo attaccamento: comporta la preferenza per la struttura sintattica più semplice;

2. principio della chiusura tardiva:implica la possibilità di aggiungere parole nuove . Secondo questo modello i lettori continueranno a mantenere una singola struttura grammaticale sino a che non incontrano prove della sua scorrettezza. Taraban e McClelland hanno proposto la teoria dell’elaborazione guidata dal contenuto secondo la quale il significato aiuta a determinare la costruzione della struttura grammaticale . PRODUZIONE DI INFERENZE Il processo di produzione di inferenze nel linguaggio verbale e scritto è una delle questioni + importanti nella comprensione del linguaggio. Secondo Harley esistono 3 tipi di inferenze principali:

1. inferenze logiche: dipendono solo dal significato delle parole, ad esempio la frase “il chirurgo è nubile” indica che il chirurgo sia una donna;

2. inferenze-ponte: usate x mettere in relazione nuove informazioni con le precedenti, ad esempio possiamo attribuire un senso alle 2 frasi: “era il compleanno di Giulia. Un libro fu il suo regalo + bello”;

3. inferenze elaborative: implicano aggiunte al testo tratte dalla nostra conoscenza del mondo.

Molte evidenze empiriche indicano che non solo si traggono inferenze ma che spesso le persone credono erroneamente di aver percepito ciò che hanno solo inferito. COSTRUZIONE DI INFERENZE DURANTE LA CONVERSAZIONE La costruzione delle inferenze è molto importante mentre leggiamo un testo, ma può ancora + importante quando ascoltiamo qualcuno che conversa con noi Teoria costruzionista: per ottenere la piena comprensione di un testo o di una conversazione si favoriscono il maggior numero possibile di inferenze Teoria minimalista: per raggiungere gli obiettivi dell’ascoltatore si minimizza quel numero Teoria della ricerca del significato: è una mediazione tra i 2 approcci precedenti. La costruzione di specifiche inferenze rispondono ai seguenti requisiti: - si collegano gli obiettivi del lettore, -costruiscono un senso coerente del testo e consentono al lettore di spiegare azionied eventi contenuti nel testo. ELABORAZIONE DEL DISCORSO E’ importante considerare comunicazioni linguistiche più ampie. Il termine “discorso” è spesso utilizzare x fare riferimento a testi completi o a comunicazioni orali. Studi fatti sulla memoria hanno rilevato che le informazioni importanti vengono ricordate, mentre quelle meno importanti sono dimenticate. Questo è stato dimostrato in uno studio di Gomulicki.

Un gruppo di partecipanti rievocava una storia a memoria, mentre un altro gruppo scriveva un riassunto della stessa storia, mentre aveva il testo davanti. Ad un terzo gruppo, a cui furono presentati sia i riassunti che le rievocazioni della storia, fu chiesto di distinguere gli uni dalle altre. I risultati indicano che il ricordo di una storia assomiglia molto ad un riassunto, perché entrambi sono focalizzati su alcuni elementi chiave della storia. Alcuni teorici hanno messo in evidenza che ogni storia possiede una struttura gerarchica definita grammatica delle storie. Thorndyke ha messo nel suo studio dei partecipanti che ascoltavano delle storie nella loro forma normale, in cui era semplice l’identificazione della struttura gerarchica. La rievocazione delle storie le cui componenti erano state mescolate era peggiore di quella delle storie presentate nella versione originale. Egli ha sostenuto che le storie erano ricordate in male xkè la loro struttura era stata distrutta. La confusione delle sequenze narrative di una storia ha un altro effetto dannoso perché rende difficile comprendere a chi si riferiscono frasi che contengono pronomi come ‘egli’,‘ella’, ‘essi’. Questo fenomeno è conosciuto come perdita di continuità referenziale. IL MODELLO COSTRUZIONE-INTEGRAZIONE DI KINTSCH Kintsch ha elaborato il modello costruzione-integrazione per spiegare l’elaborazione dei discorsi. Questo modello è progettato x spiegare come l’informazione contenuta in un testo o in altre forme di discorso è combinata con la conoscenza conservata in memoria in modo da formare una rappresentazione globale del suo significato. Le informazioni nel testo vengono trasformate in rappresentazioni linguistiche in forma di proposizioni, che sono le più piccole unità di significato a cui può essere attribuito un valore di verità. Un certo numero di proposizioni del testo vengono collocate in una rete proporzionale che è un magazzino a breve termine. L’elaborazione è avvenuta dal basso verso l’alto, cioè è stata guidata in maniera diretta dal testo stesso. Ora entrano in azione i processi dall’alto verso il basso. Le proposizioni che si riferiscono al testo, sono aggiunte sulla base delle informazioni conservate nella memoria a lungo termine. Le varie proposizioni prodotte dai processi dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto entrano tutte nella rete preposizionale elaborata. Questa è la fase di costruzione. Successivamente si avvia un processo di integrazione che ha lo scopo di assicurare che la maggior parte della proposizioni importanti siano incorporate nella rappresentazione del testo. Una delle caratteristiche + importanti di questo modello è il modo in cui si formano differenti livelli di rappresentazione durante l’elaborazione del discorso. Essi sono:

1. rappresentazione di superficie: il testo reale 2. rappresentazione preposizionale: le proposizioni formate nel testo 3. rappresentazione situazionale: situazione descritta nel testo.

LA PRODUZIONE DEL DISCORSO Quando parliamo, lo facciamo quasi sempre xkè avvertiamo il bisogno di comunicare con gli altri. Al fine di comunicare in maniera efficace è necessario che ciò che diciamo sia conforme a certe regole o conversazioni di base. Secondo Grice è importante per il parlante e per l’ascoltatore seguire il principio di cooperazione. Questo afferma che il parlante e l’ascoltatore dovrebbero fare del loro meglio x essere cooperativi cioè rispettare le 4 massime in cui si articola il principio stesso:

massima di quantità: secondo la quale il parlante dovrebbe fornire una quantità di informazioni necessaria alla comprensione, ma non di più;

massima di qualità: prescrive di fornire un contributo vero, evitando di dare informazioni false;

massima di relazione: afferma che il parlante dovrebbe fornire informazioni pertinenti con la comunicazione in corso;

massima di modo: invita il parlante ad esprimersi nel modo + comprensivo possibile, evitando espressioni confuse, ambigue.

APPROCCI TEORICI Sono state proposte numerose teorie sulla produzione del linguaggio parlato, che condividono diverse caratteristiche. Una prima caratteristica in comune è che i parlanti pianificano ciò che intendono dire prima di dirlo. I parlanti tendono a produrre circa 6 parole tra una pausa e l’altra e ciò consente di inferire che la pianificazione di ciò che verrà detto copra approssimativamente 6 parole. Una seconda caratteristica comune è la nozione secondo cui i processi di produzione del linguaggio parlato procedano dal generale (il significato che il parlante intende veicolare)al particolare (suoni precisi prodotti dal parlante). Una terza caratteristica comune è che esista un accordo sul numero e sulla natura dei processi implicati nella produzione del linguaggio verbale. Quasi tutte le teorie assumono che esistono 4 fasi di elaborazione, la prima delle quali riguarda il significato che il parlante intende esprimere e la seconda la struttura grammaticale. Una quarta caratteristica comune è che la maggior parte delle evidenze empiriche a sostegno della varie teorie proviene dagli errori nel linguaggio parlato. LA TEORIA di DELL Dell e Dell hanno elaborato una teoria della produzione del linguaggio verbale definita teoria della diffusione dell’attivazione. Essa postula l’esistenza di 4 fasi di elaborazione implicati nella pianificazione del discorso. L’elaborazione può avere luogo a tutti e 4 i livelli alla stessa velocità, ma in genere procede + rapidamente al livello semantico e + lentamente a quello fonologico.

1. livello semantico: il parlante identifica il significato che vuole esprimere; 2. livello sintattico: viene organizzata la struttura grammaticale della frase che si intende

dire; 3. livello morfologico: i morfemi (unità basilari di significato) sono aggiunti alla struttura

gerarchica; 4. livello fonologico: i fonemi (unità basilari di suono) sono aggiunti alla frase che si intende

dire. Ci sono altre 2 caratteristiche chiave della teoria di Dell; la prima è che essa assume che ci sono regole categoriali ad ogni livello di elaborazione. Queste regole indicano quali categorie di elementi sono accettabili o meno ad ogni punto della frase che si intende esprimere. La seconda caratteristica è che la teoria contempla regole di inserimento che operano a differenti livelli del sistema di produzione del linguaggio verbale. Queste regole selezionano tra gli elementi rilevanti quelli + altamente attivati x includerli nella rappresentazione. EVIDENZE EMPIRICHE PROVENIENTI DAGLI ERRORI NEL DISCORSO Secondo la teoria della diffusione dell’attivazione, gli errori nel discorso hanno luogo quando un elemento non corretto è + attivo di uno corretto. Gli errori di anticipazione spesso diventano errori di scambio di parole, consistenti nell’inversione di 2 parole in una frase. Secondo questa teoria, l’elaborazione delle struttura grammaticale e dei morfemi, ha luogo a differenti livelli. Un supporto a questa visione è stato fornito dagli errori di scambio di morfemi. Questi errori consistono nel fatto che sono scambiati i morfemi di 2 parole differenti anche se i suffissi associati o l’inflessione rimangono al loro posto. Un esempio di scambio di morfemi è la frase “ella rose le ame”, invece di “ama le rose”. NEUROPSICOLOGIA COGNITIVA: AFASIA Il termine generale afasia, è utilizzato per designare i disturbi nella produzione del linguaggio parlato causati da un danno cerebrale. Alcuni pazienti cerebrolesi soffrono di agrammatismo. Questi pazienti mostrano difficoltà a costruire le frasi poiché tendono a dire le parole in un ordine sbagliato. Inoltre, tendono a lasciare fuori della frase articoli, avverbi, preposizioni, elementi importanti per la struttura grammaticale della frase. Secondo le teoria di Dell, dovrebbero esistere altre tipologie di pazienti afasici. Ad esempio, alcuni pazienti potrebbero non avere problemi a livello sintattico ma avere difficoltà a scegliere le parole adeguate a causa di un disturbo a livello morfologico o fonologico. Questo tipo di disturbo è stato riscontrato in pazienti che soffrono di afasia gergale, caratterizzata dall’uso di

parole sbagliate e dalla creazione di parole inesistenti. Nonostante questi errori, il discorso degli afasici gergali è sufficientemente corretto dal punto di vista grammaticale. STRUTTURA DEL SISTEMA DEL LINGUAGGIO E’ importante considerare le relazioni tra lettura, percezione e produzione del linguaggio verbale, e scrittura. Bisogna capire fino a che punto le diverse funzioni del linguaggio facciano uso delle stesse strutture e processi. Harley si è domandato se lo stesso lessico o dizionario mentale sia utilizzato per tutte le funzioni del linguaggio. La conclusione è quella secondo cui esiste un solo lessico per i 4 compiti di lettura, scrittura, eloquio e ascolto. Ci sono comunque 2 possibili posizioni che sostengono l’esistenza di 2 lessici separati: la prima postula l’esistenza di un lessico per il linguaggio parlato (verbale) e uno per il linguaggio scritto (visivo), ognuno dei quali assolve sia compiti in input che in output; la seconda posizione sostiene l’esistenza di un lessico per l’input e di uno per l’output, ciascuno dei quali si riferisce sai al linguaggio scritto che a quello orale. CAP 8 PENSIERO E RAGIONAMENTO I processi mentali suxiori vengono usati nei compiti cognitivi complessi implicati nel pensiero e nel ragionamento. È stata rilevata la stretta relazione tra pensiero e soluzione dei problemi definizione “oxativa” di pensiero è: ciò ke succede all’esxienza quando un organismo, umano o animale, riconosce e risolve un problema

Gli esseri umani trascorrono gran parte del loro tempo utilizzando processi mentali superiori, tali processi vengono utilizzati nei compiti cognitivi complessi implicati nel pensiero e nel ragionamento. I processi implicati nel ragionamento sn simili a quelli implicati nella soluzione di problemi. Drever ha definito il ragionamento come un “processo di pensiero che coinvolge delle inferenze o un processo di problem solving”. PROBLEM SOLVING Secondo Mayer il problem solving è” un elaborazione cognitiva volta a trasformare una situazione data in una meta da raggiungere quando nessun metodo scontato di soluzione è disponibile a chi si trova di risolvere il problema”. Problem solving : è un'attività del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data. Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche. I problemi possono essere suddivisi in :

Mal definiti : problemi in cui lo stato iniziale, quello finale e gli operatori disponibili non sono

chiaramente definiti;

Ben definiti : problemi in cui lo stato iniziale, lo stato finale e gli operatori vengono

esplicitamente specificati;

APPROCCIO GESTALISTA

Alcune delle prime ricerche sul problem solving furono condotte da Thorndike (1989),egli poneva

cibo di fronte a gatti affamati chiusi in gabbia. Per uscire dalla gabbia e raggiungere il cibo i gatti

dovevano fornire una certa risposta( spingere una leva, tirare una corda), ma Thorndike nn

rimase soddisfatto di tale problem solving , descrisse tale comportamento casuale come

apprendimento per prove ed errori.

Diversi anni dopo diversi psicologi della gestalt affermarono che esistono altri soluzioni in grado di

risolvere il problema. Essi distinsero:

Pensiero produttivo : in cui il problema viene ristrutturato per dare spazio ad un’altra

soluzione;

Pensiero riproduttivo : in cui viene utilizzata l’esperienza passata per applicare un

meccanismo utilizzato in precedenza ad un nuovo problema.

Secondo Kohler le scimmie sono in grado di adottare il pensiero produttivo. Kohler dimostra che anche gli animali risolvono i problemi non per prove ed errori come sosteneva Thorndike, ma per insight ( improvvisa ristrutturazione di un problema la quale solitamente conduce alla soluzione corretta ). Per raggiungere una banana posta fuori dalla gabbia, la scimmia deve estendere artificialmente le sue braccia: prende un bastone per tirare la banana verso di sé. Birch (1945) studio’ scimmie allevate in progionia e trovo’ in esse poca evidenza sperimentale di problem solving mediante insight. Maier (1931) ha realizzato uno studio sulla ristrutturazione nell’ uomo. Ai soggetti veniva assegnato il problema del pendolo che consiste nel cercare di legare tra loro due corde pendenti dal soffitto. Il problema era che tali corde erano poste ad una distanza tale da nn poter essere afferrate contemporaneamente. La soluzione consisteva nel legare 2 pinze all estremità di una corda facendola oscillare fino a qnd nn si riusciva ad afferrarla, tenendo l altra corda con l altra mano. Senza suggerimenti tanti partecipanti riuscirono a risolvere il problema. Altri psicologi della Gestalt si sono interessati al pensiero riproduttivo. Se noi sosteniamo ke le esperienze passate abbiano effetti positivi sul problem solving, i gestaltisti sostenevano che l ‘esperienza passata spesso ha una funzione negativa. Duncher (1945) ha studiato il principio della fissita’ funzionale ovvero l’incapacità di vedere un oggetto con una funzione diversa da quella normalmente svolta. In un esperimento il compito consisteva nel posizionare una candela su una parete verticale, tra gli oggetti disponibili c erano una scatola di puntine da disegno e dei fiammiferi. La soluzione corretta consisteva nell’utilizzare la scatola di puntine come porta candela e attaccarla al muro. Pochi partecipanti furono in grado di trovare la soluzione. Inizialmente i soggetti non riuscivano a risolvere il problema perché erano “fissati” sulla funzione normale della scatola (contenere le puntine) e ciò gli ompediva loro di riconcettualizzare in modo diverso. C’è un limite nello studio di Duncher , egli non conosceva le esperienze passate dei suoi partecipanti per quanto riguarda l’uso di scatole. I gestaltisti hanno dimostrato che l esperienza passata può avere sia effetti positivi sia negativi sulla risoluzione di un problema, che la soluzione a un problema viene trovata + facilmente se si opera una ristrutturazione all interno della quale assume importanza il concetto di insight. Ohlsson (1922) ha introdotto 3 modalità in cui può verificarsi una ristrutturazione :

Elaborando o aggiungendo informazioni relative al problema;

Adottando una visione + ampia sul quale potrebbero essere una meta o una soluzione

accettabile;

Ricategorizzando ( esempio percependo la scatola come base di appoggio nel problema

della candela);

L’APPROCCIO COMPUTAZIONALE Newell e Simon ( 1972) hanno proposto un approccio computazionale alla questione del problem solving proponendo il General Problem Solver, venivano sistematicamente incluse simulazioni al computer di determinati problem solving. Secondo Newell e Simon il sistema cognitivo degli esseri umani possiede una limitata capacità di memoria a breve termine, elabora le informazioni in modo seriale. Esempio Torre di Hanoi, c’è una tavoletta in cui sono infissi 3 pioli. Nel primo piolo sono infilati in ordine decrescente di diametro, un numero variabile di dischi forati al centro cosi il disco + grande sta sotto tt gli altri e il più piccolo sta in cima. L’obiettivo consiste nel trasportare tutti i dischi dal primo al terzo piolo nello stesso ordine, la regola è ke è possibile muovere un solo disco alla volta.

Secondo Newell e Simon coloro ke tentano di risolvere il problema della Torre utilizzano il METODI EURISTICI regole e strategie empirike ke consistono in una serie di regole o sequenze di azioni, calcoli ke guidano ma non portano necessariamente ad una soluzione corretta utilizzate e vengono utilizzate nel problem solving. Le euristike sono flessibili e portano

ad una soluzione attraverso un processo sequenziale: ogni passo precedente influenza l’influenza l’euristica successiva. Uno dei metodi euristici utilizzati è l’analisi mezzi- fini calcola la differenza fra lo stato attuale e l’obiettivo finale, producendo un sotto-obiettivo in grado di ridurre tale differenza. Si può definire come una procedura “PASSO DOPO PASSO” ke esamina lo stato iniziale del problema e lo confronta con l’obiettivo finale Essi si contrappongono ai METODI ALGORITMICI procedure esatte ed accurate ma + lente ke consistono in una serie di regole o sequenze di azioni, calcoli ke portano sempre ad una soluzione corretta.

Probabilmente l’obiettivo principale di Newell e Simon era quello di dimostrare che i processi cognitivi umani possono essere simulati al computer. L’approccio computazionale si adatta meglio a problemi “ben definiti” come quello della Torre di Hanoi rispetto ai problemi “mal definiti”. PROBLEM SOLVING DI TIPO ANALOGICO Una delle strategie utilizzate per risolvere un problema consiste nel mettere in evidenza le analogie ( trovando le somiglianze rilevanti) tra il problema corrente e altri problemi ad esso connessi. L’importanza del pensiero analogico fu dimostrata soprattutto da Spearman il quale utilizzò problemi del tipo “A sta a B come C sta a D ( mano sta a piede come dito sta a ? ). Egli presentava inizialmente solo una parte del problema e solo in un secondo momento presentava il resto. Secondo Sternberg nelle soluzioni a problemi di tipo analogico entrano in gioco 6 componenti :

La codifica dei termini A e B ( nell’esempio mano e piede);

L’inferenza : la scoperta della regola che unisce A e B;

Il collegamento : la scoperta della regola che unisce A e C ( mano e dito);

L’applicazione : decidere quale è il 4° termine e confrontarlo con quello indicato ( alluce);

La giustificazione: testare l’accuratezza delle precedenti operazioni;

La preparazione della soluzione: preparare e produrre la risposta;

Questi sei componenti sono applicabili solo ai soggetti con le elevate capacità. Gick e Holyoak

(1980) hanno studiato il fenomeno del trasferimento analogico nelle situazioni di problem solving. I

soggetti dovevano risolvere il problema della radiazione (Duncker, 1945) :

Un medico deve distruggere un tumore maligno non operabile. Ci sono dei particolari

raggi che sono in gradi di distruggere il tumore, se riescono a raggiungere il tumore in un

colpo solo ad una certa intensità. Purtroppo però, i raggi ad alta intensità

distruggerebbero anche il tessuto circostante. Se il dottore usasse i raggi a bassa

intensità i tessuti sani non sarebbero danneggiati, ma il tumore non sarebbe eliminato.

Per risolvere il problema occorre una soluzione di convergenza: Il dottore invia raggi di

bassa intensità da molte direzioni diverse così da farli convergere sul tumore; in questo

modo i raggi si sommano fino ad una intensità abbastanza alta per distruggere il tumore.

L’EXPERTISE E’ la conoscenza specifica relativa ad un dato dominio (come, per esempio, quello della fisica o degli scacchi). Apprendisti sono coloro che si accingono per la prima volta ad affrontare dei compiti relativi ad un dato dominio.

• Il gioco degli scacchi è stato uno dei primi domini in cui sono state studiate le differenze

tra giocatori esperti e novizi.

• Lo stato iniziale di una partita a scacchi è dato dalla disposizione dei pezzi sulla

scacchiera: gli 8 pedoni di fronte ai 2 cavalli, al re, alla regina, alle 2 torri e ai 2 alfieri.

• Lo stato finale è quello in cui viene fatto “Scacco Matto” all’avversario.

A partire dallo stato iniziale le mosse legali sono chiare:

si può spostare uno degli 8 pedoni oppure

si può spostare uno dei due cavalli

Ben presto il numero di mosse che deve essere valutato supera la possibilità di tenerne conto, si ha infatti un esplosione combinatoria delle possibilità ed il numero di percorsi cresce. De Groot ha ipotizzato che le migliori prestazioni degli esperti rispetto ai non esperti, fossero dovute alle conoscenze delle diverse posizioni dei pezzi sulla scacchiera (basate sull’esperienza). Furono presentate sia ai maestri di scacchi che ai meno esperti delle configurazioni di scacchi tratte da partite. Dopo pochi secondi, venivano portate via e veniva chiesto loro di ricostruire la posizione dei pezzi sulla scacchiera.I primi riuscivano a ricostruirle in modo molto accurato, gli altri commettevano molti errori. Quando i pezzi venivano posti a caso sulla scacchiera, sia i maestri che i novizi fornivano delle prestazioni scadenti. Infatti, entrambi, non avevano la conoscenza specifica per codificare tali configurazioni. ANDERSON E IL MODELLO ACT Anderson (1982) ha proposto un modello sull’acquisizione della conoscenza che tiene conto in modo globale del sistema cognitivo. La sua teoria è nota come ACT - Adaptive Character of Thought ( controllo adattivo del pensiero). Il modello prevede l’interconnessione reciproca di tre componenti :

memoria dichiarativa : contiene una rete di concetti interconnessi;

memoria procedurale : contiene regole tipo SE … ALLORA ..

memoria di lavoro : contiene le informazioni attive al momento o che sono in corso di

elaborazione;

Esistono due processi chiave che portano alla costruzione cumulativa della conoscenza:

Proceduralizzazione: passaggio dalla memoria dichiarativa a quella procedurale;

Composizione: le regole non necessarie vengono eliminate.

IL RAGIONAMENTO Distinguiamo tra

Ragionamento deduttivo : forma di ragionamento logico in cui determinate conclusioni

rappresentano la conseguenza logica di affermazioni iniziali ;

Ragionamento induttivo : forma non logica di ragionamento in cui determinate conclusioni

seguono elementi disponibili;

RAGIONAMENTO CONDIZIONALE

Molti psicologici si sono chiesti se il ragionamento dell’essere umano è principalmente logico oppure

illogico. Una delle modalità per rispondere a tale quesito consiste nell’utilizzare il “ calcolo

proposizionale” che si basa sugli operatori logici ( non, e, se .. allora, se e solo se ). All interno del

sistema relativo al calcolo proposizionale, le proposizioni possono essere vere o false sulla base del

ragionamento logico.

IL COMPITO DI SELEZIONE DI WASON

Una delle modalità + funzionali per studiare il ragionamento condizionale consiste nell’utilizzare il “

compito di selezione” che prende il nome dal suo ideatore Wason Peter.

Consiste nel mostrare ai soggetti 4 carte sulle quali da un lato vi è una lettera e sull’altro un numero

e viceversa.

Il compito è: “indicare le carte che devono essere girate per controllare la regola: se da un lato c’è

una vocale, allora dall’altro lato c’è un numero pari”.

In seguito alla presentazione del compito di selezione di Wason si era osservato che solo 5 dei 128

soggetti avevano dato la risposta corretta.

Wason e Johnson-Laird erano concordi nell’ ipotizzare che il comportamento dei soggetti fosse un

tentativo di verificare la regola piuttosto che falsificarla.

Argomenti validi: corretti sintatticamente e semanticamente - Modus ponens: Se a allora b a > b - Modus tollens: se a allora b Non-b > non-a Argomenti fallaci: scorretti sintatticamente e semanticamente - Affermazione del conseguente

Se è mercoledi, allora è una giornata soleggiata

- Negazione dell’antecedente

Se è mercoledi,allora è una giornata soleggiata

Gli argomenti ipotetici e i diagrammi di Venn

-b allora non-a) I numerosi errori com+ti dai soggetti sottoposti a prove di ragionamento ipotetico dimostrerebbero ke molte xsone non pensano seguendo il ragionamento logico. Le ragioni di questo potrebbero essere le seguenti: 1) L’errata comprensione delle proposizioni 2) L’inadeguatezza euristica, ovvero il mancato coordinamento delle regole 3) Errori di elaborazione dovuti a cattivo immagazzinamento delle informazioni

IL RAGIONAMENTO SILLOGISTICO

Il ragionamento sillogistico è un argomento deduttivo che implicano l’inferenza di conclusioni a

partire da due premesse. Le premesse sono affermazioni relative ad un dato argomento e il compito

del soggetto consiste nel decidere se tale conclusione sia valida o meno.

Includono una premessa maggiore, una premessa minore e una conclusione, le premesse affermano

qualcosa circa l’appartenenza categoriale dei termini. Ciascun termine rappresenta tutti, nessuno o

qualcuno dei membri di una classe o di una categoria particolare. Per determinare la conclusione il

soggetto deve determinare l’appartenenza categoriale dei termini, per es.:

– Tutti gli uomini sono animali

– Tutti gli animali sono esseri viventi

– Quindi tutti gli uomini sono esseri viventi

Quindi il sillogismo consiste in: date certe premesse, tendiamo a trarre delle conclusioni dopo aver dato per VERE le premesse. Si è riscontrato che quando vi è materiale CONCRETO e FAMILIARE i soggetti seguono più facilmente i sillogismi. Quando vi è materiale NON FAMILAIRE (scientifico), ASTRATTO e SIMBOLICO, i soggetti hanno delle difficoltà a seguire il sillogismo

La logica aristotelica prevede 4 forme di sillogismi categoriali consistenti in: soggetto, copula e

predicato. Nei sillogismi categoriali ogni premessa può assumere una delle 4 forme:

Affermative universali (tutti gli A sono B) Affermative particolari (alcuni A sono B)

Negative universali (nessun A è B) Negative particolari (alcuni A non sono B)

Quando dobbiamo giudicare la validità di un sillogismo, la verità o la falsità di una particolare

premessa è del tutto irrilevante. La validità di un sillogismo dipende solo dal fatto che la conclusione

derivi necessariamente dalle premesse.

Ford realizzò uno studio sul ragionamento sillogistico utilizzando una grande quantità di sillogismi.

L’autrice chiedeva ai partecipanti di pensare ad alta voce mentre cercavano di risolvere ciascun

sillogismo, e poi di utilizzare penna e carta per spiegare come erano arrivati alla loro conclusione. La

Ford trovò che vengono utilizzate 2 strategie nel ragionamento sillogistico, il 40 % dei partecipanti

utilizzava il rag spaziale, mentre il 35 % quello verbale.

*Uno dei risultati + rilevanti nello studio del ragionamento sillogistico si riferisce a ciò ke comunemente viene detto “errore sistematico di credenza”, vale a dire la tendenza ad accettare come valide le conclusioni credibili e a rifiutare quelle non credibili, senza verificare la validità effettiva. *Questo errore è maggiore nel caso dei sillogismi non validi. Secondo gli AA. I soggetti iniziano con l’esaminare la conclusione. Se questa è credibile, o verosimile, essi l’accettano. Se, al contrario, è poco verosimile allora analizzano le premesse e cercano di ragionare in modo logico. *Successive ricerke hanno mostrato ke la teoria dell’”errore sistematico” non è corretta. Essi hanno evidenziato ke le conclusioni non valide possono essere false in modo decisivo (certamente errate) in modo indeterminato (o errate o giuste). Gli AA. rilevano ke, introducendo tale differenziazione, si ha relazione fra verosimiglianza e validità solo quando le conclusioni risultano essere false in modo indeterminato.

MODELLI MENTALI

Secondo Johnson–Laird gli individui costruiscono dei modelli mentali della situazione a cui si riferiscono le premesse e poi traggono delle conclusioni a partire da questo modello mentale. Un insieme di premesse rende possibile la costruzione di vari modelli mentali. Una conclusione viene accettata se è coerente con tutti i modelli mentali che sono stati costruiti.

L’individuo si forma un modello mentale a partire dalle premesse del sillogismo

Dalle premesse è possibile costruire uno o più modelli mentali: uno se questo porta ad una

conclusione verosimile, più di uno se la conclusione è non verosimile (Newstead et al., 1992)

Differenze individuali nell’uso di modelli mentali spaziali vs.

Per comprendere in che cosa consiste la costruzione di un modello mentale si consideri l’esempio di

Johnson – laird .

Vi sono 4 premesse :

1. La lampada è a destra del cuscino

2. Il libro si trova alla sinistra del cuscino

3. L’orologio è di fronte al libro

4. Il vaso è di fronte alla lampada

Il compito consiste nel decidere se la seguente conclusione deriva dalle 4 premesse : “L’orologio è

alla sinistra del vaso?”

Dalle informazioni raccolte le persone formano dei modelli mentali che vengono integrati in un unico

modello le cui conclusioni vengono confrontate con le informazioni disponibili per stabilirne

l’accuratezza. In caso contrario si procede con la costruzione di modelli mentali alternativi.

Errori possibili :

– Limiti della memoria di lavoro

– Informazioni incomplete (Legrenzi et al., 1994)

– Più modelli possibili

RAGIONAMENTO INDUTTIVO

È una forma non logica di ragionamento in cui determinate conclusioni seguono probabilmente ma

nn certamente degli elementi disponibili. Non si basa su assunti “certi” come il ragionamento

deduttivo, ma consente di effettuare delle ipotesi a partire da alcune osservazioni e di arrivare a

conclusioni generali. Anche nel ragionamento induttivo si ricorre all’uso di regole che, se utilizzate in

modo eccessivo o inadeguato, possono portare ad errori di ragionamento e a conclusioni errate.

Normalmente, la soluzione di problemi che implicano il ricorso al ragionamento induttivo è basata su

euristiche.

Le euristiche sono regole pratiche che, in alcune situazioni, possono aiutare nella soluzione di

problemi, mentre, in altre situazioni, possono essere fuorvianti

Esperimento di Wason (1960) : Obiettivo: scoprire la regola usata dallo sperimentatore per costruire

una serie di tre numeri.

Nella prima fase, lo sperimentatore chiedeva al soggetto di pensare alla regola che stava

alla base della serie 6, 8, 10.

Nella seconda fase, il soggetto doveva proporre delle serie di tre numeri al ricercatore

che avrebbe risposto:

SI, se la sequenza avesse rispettato la regola,

NO se la sequenza non avesse rispettato la regola.

La maggior parte delle persone avevano ipotizzato che la regola fosse: Una serie di numeri pari

crescenti per due. Ma, avendo seguito strategie di conferma e non di falsificazione, non scoprirono

mai che la regola era: “Qualunque serie crescente di numeri”.

RAGIONAMENTO PROBABILISTICO

I giudizi emessi nell’incertezza sono spesso imprecisi perchè utilizziamo una serie di euristiche,

come quelle della rappresentatività e disponibilità.

L’area di studi relativi al giudizio o al ragionamento probabilistico fu inaugurata da Kahnemann e

Tversky (1973). Secondo loro i nostri giudizi sono inesatti perché non teniamo conto di tutte le

informazioni rilevanti, ovvero sono inesatti perché non teniamo conto di cio’ ke viene definito “

informazione sulla probabilità di base” che corrisponde alla frequenza con cui un evento accade.

Tversky e kahnemann i partecipanti dei vari esperimenti utilizzano :

Euristica della rappresentatività : secondo la quale la stima della probabilità che si verifichi un

evento si basa su quanto quell’ evento appare rappresentativo della struttura di cui fa parte;

Euristica della disponibilità : consiste nel formulare giudizi in base alla facilità con la quale le

informazioni rilevanti possono essere richiamare alla mente;

E’ stato dimostrato che l euristica della disponibilità viene applicata nella vita di tutti i giorni.

RAZIONALITA’ UMANA

Spesso, le prestazioni degli esseri umani in diversi problemi di ragionamento sono scadenti. Un

modo per interpretare tali risultati consiste nell’assumere che il pensiero umano è irrazionale. E’

possibile distinguere la:

razionalità relativa al ragionamento utilizzato per il raggiungimento degli obiettivi ;

razionalità relativa al ragionamento logico;

In altri termini , gli umani hanno prestazioni migliori in compiti che richiedono l’attivazione della razionalità.

Cap 9

L’INTELLIGENZA L’intelligenza implica l’adattamento finalizzato al proprio ambiente e l’abilità di modificare l’ambiente stesso. Alcuni psicologi sostengono che le differenze individuali nell’intelligenza dipendano quasi interamente da afttori genetici. Definizioni di intelligenza :

Sternberg : attività mentale diretta all’adattamento intenzionale ai contesti del mondo reale

rilevanti per la propria vita ;

Torndike : qualità della mente ;

MISURAZIONE DELL’INTELLIGENZA

La migliore misura dell’intelligenza è ottenuta attraverso la somministrazione di test standardizzati

che hanno una buona attendibilità e validità. Il Q.I ( quoziente intellettivo) è una misura generale

dell’intelligenza ottenuta dai test di intelligenza.

Il primo test di intelligenza è stato messo a punto da Francis Galton ( 1822-1911), la maggior parte

delle prove da lui costruite erano semplici misure di abilità sensorie o di tempi di reazioni. Egli non

riusci mai a misurare abilità cognitive di livello superiore come ad esempio il ragionamento o

soluzione di problemi.

Alfred Binet (1875-1911) assieme ad altri colleghi , produsse nel 1905 un test di intelligenza ch

includeva misure di memoria, comprensione ad altri processi cognitivi.

La maggior parte dei test di intelligenza sono finalizzati a misurare differenti aspetti dell’intelligenza

stessa.

Ogni buon test di intelligenza deve possedere diversi requisiti- caratteristiche :

Attendibilità : fornisce misurazioni stabili e replicabili.

Il metodo + comune per misurare l’attendibilità è il

“metodo del test retest”: consiste nella somministrazione del test in due diverse

occasioni solitamente a distanza di alcune settimane o mesi. I punteggi ottenuti nelle

diverse occasioni vengono poi correlati tra di loro. Se il test è attendibile gli individui

dovrebbero ottenere punteggi simili nelle differenti somministrazioni ed il coefficiente do

correlazione dovrebbe essere alto;

“metodo delle forme equivalenti” : implica la somministrazione di 2 forme equivalenti o

comparabili di un test ad un ampio campione di soggetti;

“metodo split-half” : implica la divisione del test in 2 metà. Le prestazioni ottenute in

queste 2 metà vengono poi correlate tra di loro;

Validità : grado in cui un test misura cio’ ke ritiene di misurare.

Ci sono 3 modi di misurare la validità di un test di intelligenza :

Validità di contenuto : Riguarda i contenuti espressi dagli indicatori, i quali devono

essere coerenti con quanto si intende rilevare e rappresentativi degli obiettivi

dell’indagine. Si ha se l’insieme di indicatori prescelto per un concetto ne copre

effettivamente l’intero dominio di significato del concetto in questione. A sua volta si

suddivide in :

I. Validità di facciata -> è la forma + semplice di validità che fa riferimento alla

percezione dello strumento di rilevazione da parte dei soggetti coinvolti

nella rilevazione dei dati.

II. Validità fattoriale -> basata sull’analisi fattoriale ovvero complessa procedura il

cui fine è identificare i vari fattori contenuti nel test.

Validità statistica : ha lo scopo di verificare se la relazione trovata tra le variabili

sperimentali è o meno di tipo casuale, ovvero se l’effetto è significativamente da quello

che si sarebbe ottenuto per caso. La validità statistica si occupa di controllare la

variabilità dovuta al caso, tramite il calcolo delle probabilità e dell’inferenza statistica. A

sua volta si suddivide in :

I. Validità concorrente -> qnd le informazioni circa il criterio sono disponibili nel

momento in cui il test viene somministrato;

II. Validità predittiva -> qnd la misura del criterio esterno è ottenuta a distanza di

tempo dalla somministrazione del test;

Validità di costrutto : cerca di verificare se un punteggio al test misura il costrutto

d’interesse. È un giudizio sull’appropriatezza di deduzioni effettuate a partire dai

punteggi di un test che misura una determinata variabile chiamata costrutto.

Test standardizzato : ovvero che deve essere stato somministrato ad un campione ampio e

rappresentativo cosi ke il significato del punteggio individuale possa essere valutato

confrontandolo con il punteggio di altri. La misura calcolata in questo caso è il “quoziente di

intelligenza” o “ QI” ( misura globale delle abilità intellettive basata sulle prestazioni

dell’individuo in tutti i vari sub test compresi quelli di intelligenza.

EREDITARIETA’ E AMBIENTE

Vi sono opinioni molto converse sull’importanza dell’ereditarietà e dell’ambiente nel determinare

l’intelligenza ed il QI. Possiamo indagare se el differenze individuali nell’intelligenza siano causate

dalle variazioni nella dotazione genetica o da variazioni nei fattori ambientali.

Distinguiamo tra :

Genotipo : potenziale genetico individuale;

Fenotipo : rappresenta le sue caratteristiche osservabili;

Quando somministriamo un test di intelligenza individuale ad un individuo contiamo di valutare il fenotipo individuale poiché il genotipo in sé non è misurabile. DIFFERENZE INDIVIDUALI

Gli individui che sono simili tra di loro per cio’ ke riguarda i fattori ereditari tenderanno ad essere simili anche per cio’ che concerne i fattori dell’ambiente cui sono esposti. I tentativi di determinare se le differenze individuali nell’intelligenza fossero dovute maggiormente a fattori ereditari o ambientali hanno spesso preso in considerazione gli studi sui gemelli o sui bambini adottati. Ereditarietà -> grado con cui una differenza tra due individui dipende da differenze genetiche.

Esistono due tipologie di studi che consentono di fare luce sul ruolo giocato da due variabili sulla intelligenza :

1. Studi sui gemelli : comparano gemelli che differiscono nel livello di somiglianza

genetica. Numerosi studi hanno messo a confronto gemelli monozigoti o identici e

gemelli eterozigoti o fraterni.

Gemelli monozigoti -> provengono dallo stesso ovulo fecondato e di conseguenza

possiedono genotipi identici;

Gemelli eterozigoti -> provengono da due differenti ovuli fecondati quindi i loro genotipi sono

+ simili tra di loro rispetto ai fratelli ordinari;

I gemelli monozigoti ( siano essi cresciuti insieme o separati) tendono ad essere + simili in

relazione al QI rispetto ai gemelli eterozigoti . Questo risultato indica che l’eredità gioca un

ruolo importante . tuttavia, l’eredità ed i fattori ambientali emergono come determinanti

ugualmente importanti dell’intelligenza negli studi sulle adozioni.

2. Studi sui bambini adottati : le differenze delle misure dell’intelligenza di bambini

bianchi e neri dipendono in larga misura dalla maggior deprivazione ambientale vissuta

dai neri. Al fine di identificare le basi biologiche dell’intelligenza sono stati condotti

studi che hanno utilizzato i potenziali evocati medi ed altre misure psico-fisiologiche.

DIFFERENZE DI GRUPPO

Un ‘area di grande controversia ha riguardato le differenze di gruppo nell’intelligenza e

l’interpretazione di tali differenze. È possibile che la deprivazione spieghi tutte le differenze . sono

stati compiuti numerosi tentativi per trovare i meccanismi biologici sottostanti all’intelligenza , ma

sono in gran parte falliti.

TEORIE FATTORIALI DELL’ INTELLIGENZA

Numerosi teorici hanno usato l’analisi fattoriale nel tentativo di identificare la struttura dell’intelligenza.

L’analisi fattoriale permette di rappresentare un set di variabili tramite un insieme più compatto di

nuove variate fra loro indipendenti. Ogni fattore sarà composto da gruppi di variabili fra loro

correlate, e idealmente indipendenti dagli

altri set di variabili rappresentate negli altri fattori.

TEORIA DEI DUE FATTORI DI SPEARMAN

Spearman (1904) è stato l inventore dell analisi fattoriale. Nel suo libro del 1923 “ La natura

dell’intelligenza ed i principi della cognizione” egli ha esposto la prima teoria fattoriale dell’intelligenza

conosciuta come la “teoria dei due fattori” . secondo qsta teoria vi è un fattore generale

dell’intelligenza ( ke egli definì fattor “g”) che è coinvolto in tutti i test inclusi nelle batterie di

intelligenza. Di particolare importanza è il fatto che virtualmente tutti i test compresi in una batteria

volta a misurare l’intelligenza siano correlati positivamente gli uni agli altri.

LE ABILITA’ MENTALI PRIAMRIE DI THURSTONE

Thurstone ha sostenuto che l’analisi fattoriale deve essere usata per selezionare una soluzione

fattoriale basata su di una struttura semplice. La struttura semplice si ottiene quando ogni fattore è

fortemente correlato con alcuni dei test ma non correla con tutti gli altri test. L uso della struttura

semplice ha portato Thurstone ad identificare 7 fattori che egli ha definito “abilità mentali primarie”, e

sono : 1)capacità numerica – 2) fluidità verbale – 3) ragionamento induttivo- 4) comprensione

verbale – 5) velocità percettiva – 6) memoria – 7) visualizzazione spaziale.

Le 7 attività mentali primarie correlano tra di loro.

IL MODELLO DELLA STRUTTURA DI INTELLETTO DI GUILFORD

Guilford (1967) ha proposto una teoria fattoriale dell’intelligenza molto complessa. Egli ha sostenuto

che ogni fattore dell’intelligenza può essere definito sulla base della sua collocazione su 3

dimensioni :

I. Le operazioni o processi mentali coinvolti ;

II. I contenuti o tipologie di informazioni elaborate

III. I prodotti o tipi di risposta richiesti

Guilford ha assunto che ci sono 5 operazioni basilari :

I. Pensiero ;

II. Ricordo;

III. produzione divergente ( basata sul pensiero originale);

IV. produzione convergente ( basata sul pensiero logico);

V. valutazione;

Inoltre ci sono 5 tipi di contenuti :

I. simbolico ad esempio i numeri

II. semantico ad esempio le parole

III. comportamentale ad esempio le azioni di altrui

IV. uditivo

V. visivo

Infine ci sono 6 tipi di prodotti :

I. unità : singole parole

II. classi : gerarchie

III. relazioni

IV. sistemi

V. trasformazioni

VI. implicazioni

Poiché Guilford ha sostenuto che ogni fattore dell’intelligenza implica una particolare operazione ci

possono essere 5 (operazioni) x 5 (contenuti) x 6 ( prodotti) = 150 fattori di intelligenza. La

combinazione delle operazioni, dei contenuti e dei prodotti dà luogo a centoventi fattori. L'insieme di

tali fattori costituisce la descrizione analitica dei distinti elementi di cui si compone il pensiero.

LA TEORIA DELL’INTELLIGENZA CRISTALLIZZATA E FLUIDA DI CATTEL

Cattel ha sostenuto che vi sono 2 forme concettualmente distinte ma correlate di intelligenza :

intelligenza cristallizzata : è implicata qnd l’esecuzione di un compito dipende dall’uso di

conoscenze ed abilità apprese precedentemente. I test di vocabolario o quelli volti ad indagare

la comprensione della lettura sono buone misure dell’intelligenza cristallizzata;

intelligenza fluida : è implicata qnd l’esecuzione di un compito richiede processi e modi di

pensare nuovi. I test che riguardano le analogie ( mano sta a braccio come piede sta a ?) o di

completamento di una serie numerica ( 1 – 4 – 9 – 16 - ? ) sono buone misure d’intelligenza.

L’intelligenza cristallizzata e fluida presentano differente modello di evoluzione nel ciclo di vita :

intelligenza cristallizzata : raggiunge il massimo livello + tardi rispetto all’intelligenza fluida e

declina anche + tardi ;

intelligenza fluida : secondo Cattel inizia a decadere prima dei 40 anni d’età

APPROCCIO GERARCHICO

L’intelligenza possiede una struttura gerarchica , i teorici affermano che la gerarchia consista di 3

livelli :

A. al livello + generale c’è l’intelligenza generale o il fattore g identificato da Spearman:

B. al secondo livello ci sono vari gruppi di fattori o abilità mentali primarie ( qlle identificate da

Thurstone);

C. al terzo livello ci sono fattori abbastanza specifici associati con un piccolo numerodi test.

TEORIE SISTEMICHE DELL’INTELLIGENZA

I più importanti teorici dell’approccio sistemico sono stati Gardner ( ha proposto una teoria delle

intelligenze multiple) e Bob Sternberg ( ha sviluppato una teoria triadica dell’intelligenza).

GARDNER egli sostiene che l’intelligenza è complessa e multidimensionale. Egli definisce

l’intelligenza come “ abilità o insieme di abilità che consente ad un individuo di risolvere problemi o

generare prodotti che siano rilevanti in un particolare scenario culturale” .

Garden ha proposto 7 tipi di intelligenza :

I. intelligenza spaziale : utilizzata per muoversi nel contesto spaziale ( navigazione, pittura);

II. intelligenza musicale : importante per suonare uno strumento , cantare, ascoltare musica;

III. intelligenza linguistica : usata in tutte le abilità incluse la comprensione e produzione del

linguaggio scritto e parlato;

IV. intelligenza logico-matematica: importante nella soluzione di problemi astratti ;

V. intelligenza interpersonale: utilizzata per interagire in modo sensibile ed empatico con le

persone;

VI. intelligenza intrapersonale: implica un alto livello di sensibilità verso i propri stati interiori;

VII. intelligenza fisica e cinestetica : comprende il controllo completo dei propri movimenti corporei

( danza,sport).

Nel momento in cui ha deciso quanti differenti tipi di intelligenza identificare ha preso in

considerazione una serie di fattori, ad esempio ha proposto che ogni tipo di intelligenza dovrebbe

avere un proprio sistema di simboli ( numeri, simboli) e dovrebbero esserci prove empiriche derivanti

da pazienti cerebrolesi del fatto che se un tipo di intelligenza ha subito un danno questo non influisce

sulle altre.

Recentemente Gardner ha utilizzato la teoria delle intelligenze multiple per studiare la creatività, egli

partì dall’analisi di 7 personaggi noti che avevano mostrato abilità in una delle 7 intelligenze.

Gardner si sorprese nello scoprire tante somiglianze tra questi personaggi.

Aspetti positivi della teoria di Gardner : 1) offre una concettualizzazione dell’intelligenza molto + ricca

rispetto alle altre teorie fattoriali. 2) vi sono numerose prove empiriche a conferma dell’esistenza di

tutte e 7 i tipi di intelligenza.

Aspetti negativi : 1) non è chiaro se i 7 tipi di intelligenza siano effettivamente di uguale importanza.

2) i 7 tipi di intelligenza tendono ad essere positivamente correlati gli uni con gli altri mentre Gardner

dice che essi siano indipendenti tra di loro.

STERNBERG si è focalizzato sui modi in cui le differenti componenti dell’intelligenza si combinano

tra di loro producendo la “teoria triadica dell’intelligenza”. Secondo egli una buona teoria deve

includere la considerazione della relazione che l’intelligenza intrattiene con il mondo interiore, esterno

e con l’esperienza. La sua teoria triadica è composta da 3 sotto – teorie :

a) sotto teoria componenziale : riguarda il mondo interiore dell’individuo ed indica i processi

cognitivi e le strutture usate usate nel comportamento inteligente;

b) sotto teoria contestuale : riguarda il mondo esterno vissuto dall’individuo;

c) sotto teoria esperienziale : riguarda gli effetti dell’esperienza sull’intelligenza e sulle relazioni

tra il mondo interiore e quello esterno;

E’ importante distinguere :

originalità : tendenza a produrre numerose soluzioni inusuali ad un problema;

creatività : si riferisce alle soluzioni inusuali e illuminanti che sono veramente utili, la creatività

è + importante dell’originalità ma + difficile da misurare;

La creatività spesso coinvolge un improvviso insight o immediata comprensione dell’evento.

Davidson e Sternberg hanno proposto 3 modi diversi in cui avviene l’insight :

I. codifica selettiva : dalle informazioni disponibili sono estratte le informazioni + importanti;

II. combinazione selettiva : viene percepita la miglior maniera di combinare le informazioni

rilevanti;

III. confronto selettivo : le info relative al problema in analisi sono collegate per analogia a

problemi già risolti;

Aspetti negativi della teoria triadica è che fornisce un quadro di riferimento piuttosto che una spiegazione dei processi e struttura dell’intelligenza.

LA MOTIVAZIONE cap 11

La motivazione riveste un ruolo importante in psicologia, esso riguarda la questione del perché la gente fa quel che fa. L’analisi della motivazione comincia da quella della fame e della sete. Per comprendere come sia controllata l’assunzione di cibo, dobbiamo considerare le funzioni di differenti fattori periferici ( fattori non originati dal cervello), come ad es il gusto , l odore, gonfiore, e i segnali di controllo come ad es la quantità di glucosio nel sangue. Le funzioni di alcuni differenti fattori periferici nel controllo dell’alimentazione possono essere rivelate attraverso l’alimentazione fittizia ( l’animale può sentire l odore e il gusto del cibo e può mangiare normalmente). Un aspetto importante dell’alimentazione fittizia è che la sazietà (riduzione dell’appetito) non ha luogo, essa è prodotta dall’accumulo di cibo nello stomaco e dal suo ingresso nell’intestino . Bisogna tener presente diversi punti fondamentali :

la sazietà e la ricompensa ( qlcsa per il cui possesso un animale si attiva) sono processi

differenti.

La ricompensa è prodotta da fattori orofaringei come ad es il gusto e l odore del cibo.

La sazietà è prodotta da segnali gastrici, intestinali.

I segnali della fame e della sazietà modulano il valore di ricompensa del cibo.

Vi sono differenti segnali, ciascuno dei quali gioca un ruolo importante nel determinare il livello di

fame o di sazietà :

Sazietà sensoriale – specifica -> prodotta dalla vista, dal gusto, dall’odore e dalla

consistenza del cibo

Gonfiore gastrico -> è uno dei segnali associati alla sazietà, esso ha luogo solo se lo

sfintere pilorico si chiude. Lo sfintere pilorico controlla lo svuotamento dello stomaco nella

parte successiva del tratto gastro intestinale, il duodeno. Lo sfintere si chiude solo quando il

cibo raggiunge il duodeno, stimolando i chemiosensori e gli osmosensori per regolare

l’azione dello sfintere attraverso circuiti neuronali locali.

Ipotesi glucostatica -> 1) la concentrazione di glucosio che circola nel plasma è un segnale

che controlla l’appetito. 2)Se la concentrazione arteriosa è bassa ed indica che il corpo non

attinge molto glucosio dal flusso di sangue allora si avverte fame e si mangia. Se l’uso di

glucosio è misurato in qst modo ed è alto allora si avverte sazietà. Le iniziazioni di insulina che

riducono la concentrazione di glucosio nel plasma provoca l’assunzione di cibo. 3) Il 2-

deossiglucosio stimola l’alimentazione. 4) le iniziazioni di glucosio e di insulina possono ridurre

l’alimentazione.

È utile ricordare ke nei soggetti diabetici le cellule possono diventare resistenti all’insulina.

Appetito condizionato e sazietà -> se mangiamo cibi molto energetici per qualche giorno

tenderemo a mangiarne sempre di meno. Se mangiamo cibi scarsamente energetici nel corso

del tempo tenderemo ad assumerne sempre di più.

CONTROLLO CEREBRALE DELL’ALIMENTAZIONE

Prove empiriche dimostrano che un danno alla base del cervello può influenzare l’assunzione di

cibo ed il peso corporeo. L’ipotalamo laterale contiene i neuroni necessari al normale controllo

dell’assunzione di cibo. Tali neuroni rispondono alla vista e all’odore del cibo, ma solo in presenza

della fame, riflettendo cosi il valore di ricompensa del cibo e lì integrazione tra input sensoriale che

controllano l’alimentazione e i segnali di sazietà.

L’ipotalamo laterale costituisce una strada per gli output di strutture come la corteccia orbito

frontale che comprende la corteccia gustativa secondaria e la corteccia olfattiva secondaria. I suoi

neuroni si attivano si attivano in presenza del cibo ma solo in presenza della fame. Tale corteccia

orbito frontale, che proietta all’ipotalamo laterale,corrisponde al primo stadio di elaborazione in cui

viene rappresentato l’aspetto edonistico del cibo ed è il luogo in cui vengono integrati gli input

sensoriali attivati dal cibo.

La corteccia orbito frontale e l’amigdala (parte del sistema limbico a forma di mandorla, considerata

connessa alle emozioni) sono coinvolte nell’apprendimento degli stimoli ambientali legati al cibo, ad

esempio, nell’individuare quali stimoli visivi corrispondono al cibo.

Lo striato contiene sistemi neuronali importanti che controllano diverse tipologie di risposte

comportamentali e motorie, compresa l’alimentazione. Lo striato riceve input dalla corteccia orbito

frontale e dall’amigdala, cosi come da strutture motorie del cervello.

La motivazione al cibo è quindi controllata da una serie di segnali fisiologici quali la concentrazione di

glucosio , la tensione gastrica e l’obesità. Molti fattori differenti possono contribuire all’obesità, il

problema + comune tende ad essere il continuare ad assumere la stessa quantità di cibo.

Solitamente i disturbi ormonali , ad esempio l’iperinsulinemia, possono produrre un’eccessiva

assunzione di cibo e quindi obesità. Un altro fattore che contribuisce all’obesità potrebbe essere il

fatto che i tempi del pasto degli esseri umani tendono ad essere fissi. Una caratteristica del modello

di alimentazione delle persone obese è ke tendono a fare pasti ad alto contenuto energetico

LA SETE

La sete è una sensazione che normalmente viene attivata dall’assenza di acqua ed è associata al

desiderio di bere. L’acqua presente nel nostro corpo è distribuita all’interno di due compartimenti :

o L’acqua intracellulare : rappresenta il 40 % del peso corporeo

o L’acqua extracellulare : il 20 %, divisa tra il plasma sanguigno e il fluido interstiziale.

La privazione di acqua provoca una diminuzione sia dei fluidi cellulari che di quelli extracellulari

È stato scoperto che in presenza di disponibilità di acqua, negli esseri umani, la soglia osmotica e

quella extracellulare necessarie per l’attivazione della sete non vengono raggiunte prima ke essi

abbiano effettivamente acqua a disposizione. Gli umani inizierebbero a bere in presenza di qualsiasi

stimolo associato alla sete, segnalata dalla riduzione di liquidi corporei cellulari ed extracellulari.

Potremmo essere portati a bere in presenza di determinati stimoli, come ad esempio, pasti

abbondanti, cibi salati, temperature calde o secche. Un altro che potrebbe provocare i segnali di

riduzione dei liquidi nel corpo umano è il fatto che esista una grande disponibilità di bibite cha

attraggono la nostra attenzione come le bibite analcoliche, il tè e caffè.

Una volta terminata l’acqua i successivi cambiamenti avvengono in sequenza e ci spingono a

smettere di bere : la stimolazione orofaringea, tensione gastrica, stimolazione intestinale causata

dall’acqua e infine la diluizione sistemica.

La riduzione dei liquidi a livello extracellulare viene indicato dall’attivazione del sistema

dell’angiotensina renale e dai segnali provenienti dai recettori del volume presenti nella circolazione

a bassa pressione nella parte venosa del cuore. L’angiotensina ( proteina che stimola

la vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa) è rilevata dai neuroni presenti nell’organo

subfornicale che è connesso ad una regione del cervello vicina all’area preottica.

IL COMPORTAMENTO SESSUALE

Il comportamento sessuale degli esseri umani è determinato solo in parte da processi biologici.

Secondo la prospettiva sociobiologica, l’uomo cerca di salvaguardare la propria compagna da altri

uomini ed è attratto da donne giovani in grado di produrre. Le donne invece scelgono un compagno

potente in grado di fornire una stabilità e un aiuto a crescere i loro figli.

I primati monogami che vivono in unità familiare sparse, come ad esempio i babbuini, tendono ad

avere testicoli di piccoli dimensioni.

I primati poligami che vivono in gruppi allargati, come gli scimpanzé e scimmie, hanno testicoli di

maggiori dimensioni e si accoppiano frequentemente.

Questo fenomeno potrebbe essere il risultato di cio’ ke i biologi chiamano “guerra dello sperma”.

Secondo quest’idea un maschio che vive in una società poligama cerca di assicurare la continuità

dei suoi geni fino alla generazione successiva e ha bisogno di aumentare la possibilità di fecondare

una femmina, deve accoppiarsi con il maggior numero possibile di femmine ed eiaculare grandi

quantità di sperma , ma per produrre la quantità di sperma necessaria il maschio ha bisogno di

testicoli di grandi dimensioni.

In gruppo monogami, dove non esiste la competizione di spermi, il maschio deve solo scegliere una

compagna di buona salute, produrre abbastanza sperma per fecondare l’ovulo e poi restare con la

femmina fino a qnd avrà dato alla luce abbastanza discendenti e fin qnd saranno cresciuti.

REGIONI CEREBRALI IMPLICATE NEL CONTROLLOO DEL COMPORTAMENTO SESSUALE

Negli uomini, l’area preottica ( situata di fronte all’ipotalamo) è coinvolta nel controllo del

comportamento sessuale. Lesioni in questa regione del cervello bloccano il comportamento

sessuale maschile. Nelle donne l’area preottica mediale è implicata nel controllo del ciclo

riproduttivo.

Quindi le aree cerebrali implicate nel controllo del comportamento sessuale comprendono

l’ipotalamo, l area preottica e l’amigdala.

MOTIVI PSICOSOCIALI

La fame, la sete e il sesso sono tutti motivi biologici basilari che attivano processi fisiologici, ma gli

esseri umani possiedono altre motivazioni come il bisogno di autostima, di autorealizzazione, ecc ..

TEORIA DI MASLOW

Maslow era uno psicologo umanistico che propose una gerarchia di bisogni partendo da quelli

biologici primitivi fino a quelli più evoluti come l’autorizzazione. Il suo approccio fu molto kiaro ma,

tuttavia, mancava di rigore scientifico e molti dei concetti da lui utilizzati non furono ben definiti. Il suo

rapporto con la fenomenologia ha reso difficile l’applicazione di metodi scientifici per dimostrare le

sue idee.

Maslow propose una gerarchia a 5 livelli di bisogno :

1. Primo livello troviamo i bisogni basilari alla sopravvivenza fisiologica, compresi la fame, la sete

e il sesso.

2. Secondo livello si trovano i bisogni di sicurezza (bisogno di ambiente prevedibile)

3. Terzo livello c’è il bisogno d’amore e di appartenenza

4. Quarto livello bisogno di stima ( ottenere il rispetto degli altri)

5. Quinto c’è il bisogno di auto - realizzazione ( consapevolezza e appagamento delle proprie

potenzialità)

Vi sono :

o Bisogni di carenza : riducono le mancanze e le inadeguatezze. Essi sono alla base della

gerarchia ;

o Bisogni di crescita : favoriscono la crescita personale. Essi si trovano all’apice della gerarchia;

Sugarman individuò 12 aspetti che caratterizzano la persona realizzata : 1)percezione accurata

degli altri; 2)spontaneità; 3)capacità di porre l’attenzione sui problemi esterni al sé; 4) autonomia e

capacità di non essere soggetti al conformismo; 5) capacità di apprezzare cio’ ke è bello e buono; 6)

capacità di vivere esperienze con emotività; 7) relazioni strette con poke persone; 8)rispetto per gli

altri; 9)valori morali; 10) creatività; 11) imparzialità; 12) accettazione di se e degli altri.

Aronoff portò argomenti a sostegno della teoria di Maslow, egli sostiene che gli individui di cui siano

soddisfatti i bisogni di basso livello siano maggiormente disponibili a ricercare quelli di più alto livello.

Critiche alla teoria di Maslow :

o Fenomenologia, difficoltà nel test scientifico

o La nozione di autorealizzazione necessita di essere specificata ed è difficile da valutare

o Sottostima dei fattori sociali e contestuali (per Maslow l’autorealizzazione dipende solo da

processi interni)

o I test empirici non confermano pienamente la teoria

MOTIVI SOCIALI

La maggior parte dei membri umani sono creature sociali che integrano molto tempo con altre

persone. Gli psicologi affermano che ci sono diversi motivi sociali distinti che ci spingono ad avere

rapporti con gli altri :

o Bisogno d’affiliazione la maggior parte delle persone desidera instaurare numerosi

rapporti sociali positivi,ma ci sono importanti differenze individuali , come ad esempio i tratti di

personalità.

Alla domanda perché le persone hanno bisogno di avere rapporti sociali con gli altri Hill

elenca 4 motivi:

1. Per ridurre l’insicurezza confrontandosi con gli altri;

2. Per ricevere sostegno emozionale;

3. Per ricevere lì attenzione e/o elogi dagli altri;

4. Per essere stimolati dall’interazione sociale;

Schachter (1959) esegui uno studio classico sul bisogno di affiliazione. Ad alcune studentesse fu

detto che avrebbero ricevuto delle scosse elettriche, lievi oppure dolorose. Successivamente fu data

la possibilità di scegliere se attendere le scosse da sole oppure con altre partecipanti

all’esperimento.

Studio 1: 65% di studentesse che avrebbero ricevuto scosse dolorose sceglievano di farlo in

compagnia di altri verso 33% di studentesse che avrebbero ricevuto scosse lievi;

Studio 2: altri studentesse accettavano di attendere le scosse dolorose in compagnia di altre

persone solo se queste ultime pure fossero state sottoposte a scosse dolorose;

Vi furono altri 2 studi sul rapporto sociale e su gli effetti benefici di tale supporto :

– Su insonnia e mal di testa indotto da stress (Cohen e Hoberman, 1983) valutarono gli effetti dello

stress su sintomi fisici come l’insonnia e la frequenza del mal di testa .

– Sulla durata e qualità della vita (Atkins et al., 1991; Bekman e Syme, 1979)

o Bisogno di intimità coloro che hanno un forte bisogno di intimità cercano di instaurare

relazioni personali molto strette. Tutti abbiamo bisogno di intimità ma l’intensità di questo

bisogno può cambiare a seconda dell’individuo.

McAdams (1988) studiò il bisogno di intimità considerandolo una dimensione della personalità. Egli

notò come le persone ke hanno bisogno di intimità siano + fiduciose e calorose , e gli individui con un

alto bisogno di intimità hanno pochi amici ma affiatati.

Knapp e Vangelisti (1992) studiarono il modello sullo sviluppo e deterioramento dell’intimità : qst

modello consiste in 10 fasi interattive,i primi 5 delle quali corrispondono alla costruzione dell’intimità e

5 al suo deterioramento:

1. Inizio

2. Sperimentazione ( trovare dei punti in comune)

3. Intensificazione (cresce il livello di impegno da entrambe le parti)

4. Integrazione (quando 2 persone condividono intimità private e pubbliche,si identificano come una

coppia)

5. Legame ( fase durante la quale c’è una dikiarazione pubblica, ad esempio fidanzamento o

matrimonio)

6. Differenziazione

7. Limitazione

8. Stagnazione

9. Evitamento

10. conclusione

Il bisogno di intimità è più forte nelle culture collettivistiche mentre il bisogno di affiliazione è più forte

nelle culture individualistiche.

MOTIVAZIONE E PRESTAZIONE

Alcune persone sono fortemente motivate e fanno sempre del loro meglio, altre preferiscono uno stile

di lavoro più rilassato e quindi sembrano meno motivate.

Ci sono molti fattori che determinano la motivazione nel lavoro, comprese le caratteristiche personali

e la natura del lavoro.

BISOGNO DI ACHIEVEMENT : Henry Murray (1938) riconobbe nel bisogno di achievement

(realizzazione) un aspetto della personalità che egli definì come il desiderio di “portare a termine

un’impresa difficile;

dominare; dirigere oppure organizzare … per superare ostacoli e raggiungere un livello alto; per

superare se stessi”. Murray studiò il bisogno di achievement utilizzando il Test di Appercezione

Tematica, in cui ogni partecipante doveva raccontare una storia su ciascuna di una serie di immagini

che veniva loro presentata. Le persone che sembrano includere maggiore immaginazione

relativamente al successo sembrano avere maggior bisogno di achievement.

Ulteriori risultati che dimostrano l’importanza del bisogno di achievement furono discussi da

Koestner e McClelland :

– Individui a alto achievement scelta di compiti di difficoltà moderata

– Individui a basso achievement scelta di compiti estremamente facili o estremamente difficili

(volontà di non

esporsi ad una sfida reale)

Il bisogno di achievement è un costrutto complesso, Cassidy e Lynn (1989) sostengono che sia

possibile distinguere 6 componenti di questo bisogno :

1. L’etica del lavoro (l’idea che il lavoro è una cosa buona in sé);

2. Il bisogno di eccellenza;

3. L’aspirazione al potere (desiderio di dominare gli altri);

4. Competitività;

5. L’avidità (desiderio di denaro);

6. Padronanza (competitività contro standard predefiniti piuttosto che verso altre persone);

RELAZIONE TRA MOTIVAZIONE E PRESTAZIONE

La prestazione spesso migliora in funzione della motivazione ma può anche restare stabile oppure

peggiorare se la motivazione si rafforza :

La legge di Yerkes dodson (1908) hanno realizzato studi utilizzando i ratti. Gli autori

manipolavano il livello di motivazione variando l’intensità di scosse elettriche mentre i ratti

eseguivano una serie di compiti a vari lvelli di difficoltà. Essi affermano che esiste una relazione ad U

– rovesciata tra il livello di motivazione o di attivazione e la prestazione. In pratica la prestazione è

migliore in presenza di un moderato livello di motivazione.

L’ipotesi di Easterbrook ( 1959) Alti livelli di motivazione (ansia o attivazione ) riducono

l’attenzione e aumentano la selettività attentiva. Quando tutte le informazioni irrilevanti sono state

escluse, l’eccessiva focalizzazione attentiva va a scapito delle informazioni rilevanti. L’ipotesi di

Easterbrook fornisce anche una spiegazione della relazione tra motivazione e difficoltà del compito,

essa è stata dimostrata misurando le prestazioni in un compito primario o principale e un secondo

compito svolto contemporaneamente. Secondo quest’ipotesi alti livelli di motivazione o attivazione

dovrebbero avere un effetto negativo + sulla prestazione del compito secondario che su quello

primario.

Teoria dell’efficienza elaborativa Eysenck e Calvo (1922) hanno proposto la teoria

dell’efficienza elaborativa, secondo la quale gli effetti dell’ansia sulla prestazione sono in parte

motivazionali e in parte motivazionali.

Effetti dell’ansia sulla prestazione:

– Motivazionali (effetti positivi): sforzo supplementare per incrementare la prestazione e gestire

l’ansia

– Emozionali (effetti negativi): carico sulla memoria di lavoro

Sulla base di tali affermazioni Eysench e Calvo hanno distinto tra efficacia della prestazione ed

efficienza dell’elaborazione :

– Efficacia della prestazione: qualità della prestazione in un compito

– Efficienza dell’elaborazione: Efficacia rispetto allo sforzo

Nessun effetto dell’ansia (di tratto) sulla prestazione quando il carico della memoria di lavoro

(WM) è basso: l’efficienza è garantita da uno sforzo supplementare

Effetto significativo dell’ansia quando il carico di WM è alto (MacLeod e Donnellan, 1993)

Teoria dell’accomodamento dello scopo ( GOAL SETTING) una delle differenze tra i processi

motivazionali negli esseri umani e quelli relativi alle altre specie è che l’obiettivo perseguito dalle altre

specie tende ad essere a breve termine ( ad esempio trovare qlcs da mangiare) mentre gli obiettivi

degli esseri umani sono spesso a lungo termine ( per esempio laurearsi, crearsi una carriera).

Chiariamo il significato del termine “goal”, secondo Locke “uno scopo è ciò che l’individuo sta

cercando di realizzare “.

La predizione principale della teoria del goal setting è che obiettivi difficili da raggiungere conducono

a livelli di prestazione più alti, specialmente se l’individuo affida a sé il risultato di un obiettivo.

Successivamente la teoria del goal setting fu applicata al contesto lavorativo per incrementare la

produttività.

Locke ha identificato 5 condizioni che favoriscono la performance per obiettivi difficili :

1. – Impegno nell’obiettivo (goal committment)

2. – Feedback sui progressi ottenuti

3. – Ricompensa per il raggiungimento dell’obiettivo

4. – Abilità (skills) possedute

5. – Sostegno

Elementi critici della goal setting :

– Quantità piuttosto che qualità

– Applicazione solo per spinte motivazionali di cui l’individuo è cosciente