1 Aspetti etici nella comunicazione tra curanti, pazienti e famiglia. Dott.ssa Anna Dalle Ore...
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Aspetti etici nella comunicazione tra
curanti, pazienti e famiglia.
Aspetti etici nella comunicazione tra
curanti, pazienti e famiglia.
Dott.ssa Anna Dalle OreDott.ssa Anna Dalle Ore
Formia, 11 maggio 2007
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La prospettiva della comunicazione in chiave etica
Dimensione psicologica
Dimensione giuridica e medico-legale
Dimensione organizzativa
Dimensione etica: la comunicazione all’interno di una interpretazione (quella valoriale) della relazione intersoggettiva
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Gli ambiti di interesse della comunicazione in chiave etica
La relazione tra operatori sanitari e paziente (famiglia)
La relazione all’interno dell’équipe sanitaria
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Gli ambiti di interesse della comunicazione in chiave etica
La relazione tra operatori sanitari e paziente (famiglia)
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Fondamenti del rapporto operatore sanitario-paziente
E’ SUFFICIENTE IL MODELLO DEL CONTRATTO ?
SEMBRA PIÙ IDONEO IL MODELLO DELL’ALLEANZA, DELL’IMPEGNO NELLA CURA, DELLE VIRTÙ:
un incontro tra una fiducia e una coscienza
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Presupposti e obiettivi della pratica medica
Pratica medica basata su una relazione tra operatori sanitari/istituzione e paziente/famiglia
Anche ai più alti livelli, la medicina è un incontro fra esseri umani, inserito sempre in un contesto morale
Relazione in cui sono presupposti alcuni valori degli operatori sanitari: onestà, integrità, rispetto per i pazienti, perseguimento del loro benessere, impegno a garantire la competenza ...
Gli obiettivi che ne derivano sono perciò: promuovere la salute e prevenire la malattia alleviare i sintomi, il dolore e la sofferenza curare le malattie e prevenire una morte prematura migliorare funzioni e mantenere quelle compromesse istruire e consigliare i pazienti su condizione e prognosi evitare danni iatrogeni (prevenzione del rischio)
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Il sorgere dei conflitti fra operatori sanitari e pazienti
Raramente possono sorgere conflitti significativi fra operatori sanitari e pazienti/famiglie quando vi è la disponibilità da parte di entrambi a tener conto di valori morali quali:
• il rispetto reciproco• l’onestà• la credibilità e la fiducia• l’atteggiamento compassionevole• l’impegno a perseguire gli stessi obiettivi
(il buon medico, il buon infermiere ... il buon paziente, il buon familiare... la buona medicina!)
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E.D. Pellegrino & D. Thomasma, 1988
Modelli di relazione operatore sanitario-paziente
IL MODELLO DELLA BENEFICITA’ NELLA FIDUCIA
Fare il bene significa chiedere al pazienteche cosa è bene per lui
Togliere prima gli ostacoli all'autonomia, offuscata dalla condizione di malattia
Il malato chiede che si agisca per il suo benee di essere informato solo quando vi sonointerventi di rilievo e rischiosi
Consenso = Fiducia del paziente nellarealizzazione da parte dell'operatore sanitario del progetto negoziato per la sua salute
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LA RELAZIONE CON IL PAZIENTE NELLE DIVERSE FASI DELL’ASSISTENZA SANITARIA
LA COMUNICAZIONE INFORMATIVA la verità al paziente la verità del paziente
LA COMUNICAZIONE A FINI DECISIONALI consenso informato
LA COMUNICAZIONE CHE GUARISCE logoterapia
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La nuova prospettiva di comunicazione attraverso direttive anticipate del
paziente
Testamenti di vita (living wills) (Natural Death Acts)
Direttive anticipate (Advanced care directives) (Patient Self-Determination Act)
The Durable Power of Attorney (Surrogate decision maker)
Carta dell’autodeterminazione (Consulta di Bioetica)
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Gli ambiti di interesse della comunicazione in chiave etica
La relazione all’interno
dell’équipe sanitaria
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Le componenti dei possibili conflitti tra medico ed infermiere
1. Un atteggiamento talora “dominante” e scortese del medico verso l’infermiere
2. Le possibili e rispettive insufficienti competenze, che ostacolano la stima, la fiducia e la comunicazione reciproche
3. La sensazione del medico di avere nell’infermiere uno scomodo testimone di episodi di “malpractice”
4. La disuguaglianza dello “status” professionale e del “potere” (ad es., per un medico è molto più facile denunciare uno sbaglio dell’infermiere che non il contrario)
5. Il concetto di autorità del medico
(modificata da: C. Iandolo, 1990)
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Le componenti dei possibili conflitti tra medico ed infermiere: il concetto di
autorità - 1
Autorità: potestà legittimata dalla legge o dalla morale implicante il diritto di dare direttive ed esigerne il rispetto
Autoritarismo: modo irritante ed errato di esercitare l’autorità, anche senza oltrepassare i limiti consentiti dalla legge o dalla civiltà
Autorevolezza: qualità intellettuale e morale che suscita negli altri rispetto, stima, prestigio
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Le componenti dei possibili conflitti tra medico ed infermiere: il concetto di
autorità - 2
Autorità razionale(AR): concetto che si riferisce ad un’autorità che comporta un obbligo (di esecuzione), poiché ci sono delle ragioni per compiere una determinata azione (ad es. un’azione diagnostico-terapeutica). Ha due caratteri:
Si obbedisce all’autorità per un determinato scopo
L’infermiere agisce a motivo del fatto che l’autorità l’ha stabilito (e riposa sulle stesse credenziali del medico)
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Le componenti dei possibili conflitti tra medico ed infermiere: il concetto di
autorità - 3
Limiti dell’AR:
Il suo fondamento: la direttiva medica può essere considerata obbligatoria per l’infermiere solo se relativa alla diagnosi e/o alla terapia della malattia del paziente e solo a quella
La ragione per cui si obbedisce: ovvero il contenuto della direttiva medica
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Le componenti dei possibili conflitti tra medico ed infermiere: il concetto di
autorità - 4
Criteri di “accettabilità etica” per motivare l’eventuale rifiuto di una direttiva medica da parte dell’infermiere:
L’assenza di contenuto medico della direttiva
La non coerenza della direttiva con il sapere medico relativamente alla competenza del medico o alle sue condizioni psico-fisiche
La non qualificazione da parte dell’infermiere (nel senso che particolari procedure diagnostiche e terapeutiche possono richiedere competenze non possedute attualmente dal soggetto)
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I fattori favorenti una efficace relazione interprofessionale tra medico ed infermiere
1. La convinzione che al centro dell’attività assistenziale stia in primo luogo il bene del paziente
2. La competenza professionale che favorisce stima e fiducia
3. Alcune abilità-chiave personali: conoscenza di sé stessi, creatività, sensibilità, capacità di analisi, di giudizio e di decisione, versatilità, atteggiamento costruttivo, pazienza, capacità comunicativa, sapiente gestione del tempo
4. La consapevolezza della reciproca indispensabilità
5. La convinzione che le conflittualità si ripercuotono sul malato
6. La chiara suddivisione dei compiti
7. Il lavoro di équipe
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I fattori favorenti una efficace relazione… il lavoro di équipe “integrato”
Per lavoro di équipe “integrato” si intende una dinamica relazionale interprofessionale tra i vari componenti dell’équipe assistenziale basata su alcuni elementi:
Il riconoscimento delle rispettive qualificazioni professionali
La stima bi-direzionale che ne deve scaturire
Il riconoscimento delle rispettive aree di autonomia, pur in una struttura collaborativa di fondo in vista del miglior bene del malato e con il medico responsabile ultimo
Comunicazione efficace
Programma di lavoro condiviso
Il fattore etico
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I fattori favorenti una efficace relazione… il fattore etico
Il fattore etico, ovvero la consapevolezza che la consuetudine a svolgere bene il proprio lavoro:
rappresenta una realtà morale positiva di per sé (G. Herranz: L’etica del lavoro ben fatto)
incide positivamente:
sul paziente (oggetto della prassi medica)
nel soggetto (operatore) che agisce bene
può influire nello stesso senso anche nelle persone più vicine, in una dinamica che tende al virtuoso
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I fattori favorenti una efficace relazione… il fattore etico
Il lavoro ben fatto struttura qualità ben definite negli operatori (la disposizione stabile ad agire bene, cioè le virtù):
Competenza professionale
Coscienza morale certa, retta e vera
Coerenza con i valori morali assunti
Collaborazione interprofessionale
Comunicazione efficace
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(M. Angell, 1993)
MANTENERE L’ETICA CENTRATA SUL PAZIENTE
«[...] dovremmo essere contrari adabbandonare o modificare l'etica centrata sul paziente, e dovremmo diffidare delle giustificazioni etiche addotte.
Purtroppo, la storia ci mostra che nellapratica l'etica spesso è molto malleabile, utilizzata per giustificare le decisioni “politiche” piuttosto che per informarle».