1. 2 3 situazione 0.enorme disuguaglianza nel sud rispetto al nord, nell’Est rispetto all’Ovest...
-
Upload
nicostrato-bernardi -
Category
Documents
-
view
212 -
download
0
Transcript of 1. 2 3 situazione 0.enorme disuguaglianza nel sud rispetto al nord, nell’Est rispetto all’Ovest...
1
2
3
situazione
• 0.enorme disuguaglianza nel sud rispetto al nord, nell’Est rispetto all’Ovest del mondo
• 1.Più diseguali in UE che in USA• 2.Più disuguali in Sud Europ a (eGB) che in
Nord Eurpa e Centro Europa• 3 aumento della disuguaglianza negli
ultimi 20 anni in quasi tutti i paesi Ocse • 4.Basso livello dei salari in Italia
4
Crescita disuguaglianze 1980-2010, stabili divari UE/USA
5
1990-2010
6
cause
Quali cause?• 1.Modello sociale europeo e capitalismo renano nipponico v.modello
liberale americano e capitalismo anglosassone dpirgs l maggiroe di usa rispetto all’europa
• 2.Variante familistica del sud Europa, con più trasferimenti reddito (pensioni) che servizi che occuperebbero donne, più contributi salariali a parità di tasse spiega la maggiroe disuguaglaizna del sud europa
• 3. Postfordismo ed economia della conoscenza: flessibilità e dualismo tra lavoratori della conoscenza e innovazione meglio retribuiti e lavoratori dei servizi alla persona poveri, globalizzazione spiegano la cresicta della disuguaglianza ovunque
• 4. In Italia Bassa produttività, prevalenza piccole dimensioni produttive, trasferimento verso i lav autonomi e imprenditori, delocalizzazioni
7
effetti
• Depressione consumi (salvo droga del credito facile al consumo in Usa): quindi domanda interna insufficiente a far sviluppare l’offerta
• Crisi del ceto medio : Usa shrinking e Italia smottamento (lavoro salariato qualificato e impiegatizio, giovani professionisti)
• mutamento dei modelli: Reazione di avvicinamento Usa Ue- con la riforma Obama dell’assicurazione sanitaria; in UE decolletivizzazione diritti del lavoro, congiunzione obiettivi di competitività/coesione sociale, tenuta dei servizi base nel cn ue
8
Crisi e disuguaglianza
• Impoverimento da debiti e crediti finanziari inesigibili Disoccupazione • i servizi sociali e le pensioni sono spesa facilmente
manovrabile. Italia peggio di Ue causa anziani e passato vizioso; i redditi disponibili a chi sta peggio diminuiscono ulteriormente, polarizzazione in alto
• Risalire la china dello sviluppo è impresa strutturale di più lunga lena, necessario sostegno UE per l’Italia
9
povertà
• Compare la vulnerabilità d aincidenti biografici
• Povertà relativa: famiglia di 2 con meno di 970 euro mensili di redditi (12% italiani, più al s che al n adi izio 2000)
10
Modello sociale europeo: un mix virtuoso?
• Stato sociale
• Garanzie contrattuali e sindacali di stabilità del lavoro
• Triangolazione sindacato, imprese, governi nelle politiche economiche e sciali
11
Le istituzioni:Stato sociale ,Servizi di base e Redditi demercificatiner chi non può lavorar
Istituzionale redistributivo (SV, N, Fl, Dk) - universalistico
Renumerativo (F,D) categoriale
Residuale (USA, resto del mondo)
copertura Universale: cittadini
Particolaristica: per categorie occupazionali
Politiche sociali targetizzate su bisognosi / spesa privati
requisiti Diritto sociale di cittadinanza
Pagamento contributi
Prova dei mezzi e dei bisogni / capacità di mercato
finanziamento fiscale Fondi e assicurazioni garantite stato
Fisco, assicurazioni e fondi privati
Vant/Svant Tasse elevate Maggiore eguaglianza
Rigidità ed esclusioni mercato lavoro, doppie tasseMeriti contr.
Maggiore disuguaglianza e povertà
Tasse inferiori
12
Modello Usa Modello Ue
• Più disuguaglianza di risultati (dal 1970 il rapporto tra il 20% più basso e il più alto US 9,4)
• meno spesa pubblica distributiva e più povertà
• Meno pressione fiscale, meno risparmio e in declino
• Tasso di attività maggiore e disoccupazione ciclica
• Classi sociali più terziarizzate e meno coscienti, mobilità più elevata ma tendente ad allinearsi a Ue, dis.etniche
• Eccezionalismo storico americano in declino.
• Meno disuguaglianza di risultati ( dal 1970) (stesso rapporto 5,5
• Più spesa pubblica distributiva e meno povertà
• Più pressione fiscale, più risparmio ma in declino
• Tasso di attività minore e disoccupazione a-ciclica
• Classi sociali meno terziarizzate e più coscienti di sé, minor mobilità ma tendente ad allinearsi agli Usa , comparsa dis. etniche
• Ruolo crescente dell’integrazione UE (Delors: svil,amb,coesione)
13
Due modelli UE-USA
• Il modello sociale europeo (stato sociale universalistico e contributivo, neocorporativismo,capitalismo renano)
• La sua crisi e le prospettive di trasformazione (Giddens, Fond.Ebert)
• Il modello americano (stato sociale residuale, pluralismo liberista, capitalismo anglosassone)
• La sua crisi e la riforma Obama del sistema sanitario (
14
Variante mediterranea del ws europeo
• Famiglia con breadwinner garantito, altri membri inattivi o precari, funge da ammortizzatore sociale e erogatore di servizi alle eprsone
• Meno servizi collettivi
• Più trasferimenti di reddito• Tasse sul lavoro impresa > consumi e patrimoni
15
• •
Transizione di modello economico-sociale
• FORDISMO• Produzione e
Consumo di massa, crescita
• Lavoro salariato, taylorismo e lavoro rigido
• Grande impresa e pianificazione
• POSTFORDISMO• Produzione snella e• Consumo segmentato• stagnazione• Lavoro semiautonomo• Organizzazione JIT
Lavoro flessibile• PMI e reti nella
competizione globale
16
Economia della conoscenza
• Incorporazione conoscenze tecnico scientifiche e simboli nel valore dei beni e dei servizi che li rende competitivi e utili
• Impresa rete e innovazione (ICT,biotecnolgoie...)
• Via alta allo sviluppo, ‘obbligata per il Nord’
‘Strategia di Lisbona’ della UE varata nel 2000 e aggiornata nel 2004 e 2008 che proseguirà col programma Europe 2020 vedi : http://ec.europa.eu/eu2020/
17
3 modelli di ecinomia della conoscenza (Castells, Himanen )
• Modello anglosassone: Sylicon Valey (conoscenza e mercato, stato soc residuale: Apple)
• Modello autoritario: Singapore (Samsung conglomerata ICT)
• Modello sociale europeo: Finlandia (conoscenza e innovazione indotta e diffusa da governi nazionali e locali, welfare universalistico informatizzato, grandi imprese: Nokia + Linux)
18
globalizzazione
• Delocalizzazione imprese a basso salario• Importazione prodotti a basso valore
aggiunto e perdita posti di lavoro a basso salario, provocano
Depressione strati medio bassi di reddito
• Arricchimenti élite da investimenti finanziari su estero
19
ANOMALIE ITALIANE
• Maggiore disuguaglianza variamente strutturata, ma le classi pesano di più sulla differenza di opportunità
• Mobilità strutturale più che da progetto individuale, mobilità intgen bassa, poca carriera
• Poca carriera possibile• Deprivazione delle generazioni più giovani • Dopo gli anni 90 la disuguaglianza ,peggioratà,
permane (Franzini et al) e non si riduce
20
DIS SALARIALI ITALIANE
• Salari differenziati, ma per lo più bassi, crescente divario tra il decile più alto e quello più basso
• produzioni tradizionali, diffusa flessibilità di orario (solo 1/3 dipendenti a orario fisso, orari lunghi lavoratori autonomi), piccola impresa
• prevalenza contratti a tempo indeterminato,, occupazione elevata e lunga dei maschi adulti/ bassa altri (giovani concentrano lavori atipici)
21
E gli operai sono deprivati
• Dopo punto unico di scala mobile 1975 e perequazione salariale, non emerge una netta tendenza
• ma c’è un notevole trasferimento di reddito famigliare da operai e impiegati a lavoratori autonomi e pensionati. con aumento dei tassi di povertà di impiegati e operai ,
• il rischio è massimo tra gli atipici… senza\sussidi proponibili
22
Da salari a rendite
• Megale et al Salari il decennio perduto; Ediesse
• Negli ultimi trent’anni le rendite sono cresciute del 87%
• Gli investimenti del 38%• I salari sono inferiori all’estero almeno
del 30% e gli occupati diminuiscono• Quindi poca crescita e disuguaglianza
23
I giovani oggi vrs ieri (Schizzerotto et al, Generazioni disuguali, 2011)
Meglio di ieri: istruzione, occupazione(specie F), meno nero, più mobilità di classe, sanità per tutti, famiglie compensatrici reddito
Peggio di ieri: pensione, contratti atipici, meno posizioni accessibili nel ceto medio, meno salario e stabilità, ritardo transizione vita adulta
Cause: assenza di crescita econ., politiche di bilancio e del lavoro sfavorevoli
24
Cumularsi dei determinismi categoriali delle disug
• Tab. 6.6 – Tassi di occupazione in Italia secondo alcune modalità contrapposte della domanda – Nord/sud – e della offerta - sesso,età,istruzione. (2006)
•
• tassi modalità tassi
• 47,3 licenziati media laureati 72,4
• 34,8 femmine maschi 57,7
• 37,4 Mezzogiorno Nord 51,4
• 22,4 giovani 15-24 licenza media adulti 35-54 laureati 91,3
• 25,5 giovani 15-24 adulti 35-54 74,5
• 24,2 femmine Mezzogiorno maschi Nord 61,8
• 20,1 femmine giovani 15-24 maschi adulti 35-54 90,1
• 12,7 femmine giovani Mezzogiorno maschi adulti Nord 94,2
• 8,2 femm giov.Mezz.lic.media mas ad Nord laureati 97,1
• 45,8 italiani 45,8
• Fonte: Istat, Rilevazione delle forze di lavoro, medie annuali 2006, nostra elaborazione.
25
I ceti medi s’impoveriscono
• Franzini: declassamento ceto medio dopo il 1998 : polarizzazione sugli strati estremi , dopo un periodo perequativo, aumenta la probabilità di scendere e diminuisce quella di salire per il ceto medio
• polarizzazione nel lavoro autonomo (pur favorito nei trasferimenti) e tra i più ricchi
26
crisi ceto medio
• Non solo in Italia• Percezione di declassamento ma esigenza di
mantenere status• Polarizzazione dei redditi con aumento e poi
stabilizzarsi della disuguaglianza• Riduzione spesa famiglie dei ceti medi• Perdita di sicurezza adulti anziani e precarietà figli
del ceto medio• Basso rendimento della istruzione (reddito)• Welfare familistico ma indebolimento famiglia
27
Crisi, ceto medio e welfare
• Il contratto sociale del ceto medio: partecipazione sociale e consenso politico in cambio di garanzie di welfare e posti di lavoro qualificati, tutela dalla concorrenza di posizioni di lavoro autonomo
• Vengono meno garanzie e di apre la competizione proprio mentre di riduce il reddito relativo e la disuguaglianza cresce
28
29
30
Crisi ceto medio Usa
• Grafico shrinking e Obama
31
Criticità modello americano e sue possibili riforme
• Tasse basse, più spesa privata vrs tasse alte per più servizio pubblico
• Elevato rischio di povertà di chi non può pagare assicurazioni se resta senza lavoro o se ha lavoro a bassa retribuzione (in crescita:Macjobs)
• Bassa integrazione sociale,alto crimine, rischio carriere di assistiti
• Dualità sistema scolastico (pubblico povero per poveri, privato ricco per ricchi)
32
Ridefinizione modello americano
Modello esistente
• Assicurazione sanitaria facoltativa
• Concorrenza moderata tra le assicurazioni
• Spesa sanitaria pubblica bassa e tasse basse
• Sistema scolastico duale
Riforma Obama• Assicurazione sanitaria
obbligatoria• Opzione tra una assicurazione
pubblica e le private• Limiti a pratiche
discirminatorie assni priv• Concorrenza e risparmi di
spesa attesi a evitare maggiori tasse
• Insegnanti pubbl. meglio retribuiti e più borse di studio al college
33
Rinnovo stato sociale euorpeo secondo la terza via fine anni 90
• Riparazione• Coesione del conflitto
di classe• Estensione diritti
(Marshall)• Paternalismo statale• Prevedibilità vita• Istruzione di base da
estendere
• Prevenzione• Solidarietà nella
diversità• Diritti e doveri,
responsabilità• Scelta dell’utente • Transizioni
imprevedibili• FP e Università
34
Trend MSE dal 2000 nelle politiche UE
• Meno sindacato, più diritti individuali difendibili in giudizio, meno leggi e più sentenze delle corti europee
• Pieno impiego degli adulti come via maestra di welfare, da cui far derivare l’inclusione di minoranze deprivate (es. donne: conciliazione privilegiata sulla pari opportunità)
• Minore attenzione alle perequazioni dirette