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. 0k del Cdm al provvedimento Docenti universitari, la nuova abilitazione parte entro l'estate Marzio Bartoloni La nuova abilitazione a sportello partirà «entro l'esta- te». Chi aspira a conquistare una cattedra universitaria po- trà fare domandaper ottenere la "patente" di professore duran- tetuttol'anno eavràunarisposta (positiva o negativa) dalle com- missioni giudicatrici composte da cinque docenti ordinari con una qualificazione scientifica "doc" al massimo entro cinque mesi. Le nuove regole per il con- ferimento dell'abilitazione scientifica nazionale sono state licenziate ieri dal Consiglio dei ministri. Il Dpr appena varato dovrebbe finalmente porre fine alle selezioni a singhiozzo del passato, al massimo unavoltaal- l'anno (in realtà dal 2012 ci sono state solo 2 tornate per 29mila abilitati in tutto). «Le modifiche alle regole dell'Abilitazione scientifica na- zionale - ha spiegato ieri il mini- stro dell'Istruzione, Università e Ricerca, StefaniaGiannini-van- no nell'ottica della semplifica- zione e della qualità». «Le abili- tazioni fino a oggi sono andate avanticonunmeccanismo asin- ghiozzo, rimanendo bloccate per un lungo periodo. Questo non dovrà più accadere» avver- te ancorailministro. Che sottoli- nea anche un'altra novità: «Un criterio importante introdotto - ha aggiunto - è la qualità del pro- filo scientifico dei commissari, cioè di chi valuta: dovrà essere sicuramente superiore a quello dei valutati». Ivalori soglia degli indicatori di qualificazione scientifica per chi vuol far parte delle commissioni giudicatrici dei futuri prof saranno infatti di normapiù selettivi di quelli pre- visti per i candidati e, in ogni ca- so, almeno pari a quelli previsti per i candidati all'abilitazione scientifica alla prima fascia (quella dei docenti ordinari). Sono state poi riviste le moda- lità di sorteggio delle commis- sioniper garan tire unamaggiore rappresentatività dei settori di- sciplinari. Le commissioni - che saranno cambiate con un ritmo biennale - attribuiranno l'abili- tazione in base a titoli e pubbli- cazioni presentati dagli aspiran- ti docenti decidendo inbase alla maggioranza assoluta dei suoi cinque membri (i 3/5 dunque e noni4/5 comeinpassato). Cambia pure la durata del- l'abilitazione per i professori universitari di prima e seconda L'EFFETTO Il Dpr appena varato dal Governo dovrebbe porre fine alle selezioni a singhiozzo del passato .......................................................................... fascia che passa da4 a6. Per colo- ro che non sono riusciti a conse- guirla in una tornata è inoltre previsto un blocco di un anno per poterla ritentare. Nelle prossime settimane sa- ranno emanati i due decreti at- tuativi che comporranno il puz- zle della nuova abilitazione: il primo, in dirittura d'arrivo, sta- bilisce criteri e parametri per le valutazioni. Il secondo, da ema- nare entro 45 giorni, fissai «valo- ri soglia» (al posto delle vecchie mediane) degli indicatori che devono essere raggiunti dai can- diper conquistare l'abilitazione. «Nell'arco dei prossimi mesi, entro l'estate - ha assicurato il ministro -vogliamo far ripartire la procedura di selezione con il nuovo meccanismo». C) RI PRO DD ZIO NE RISERVATA

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Docenti universitari,la nuova abilitazioneparte entro l'estateMarzio Bartoloni

La nuova abilitazione asportello partirà «entro l'esta-te». Chi aspira a conquistareuna cattedra universitaria po-trà fare domandaper ottenere la"patente" di professore duran-tetuttol'anno eavràunarisposta(positiva o negativa) dalle com-missioni giudicatrici composteda cinque docenti ordinari conuna qualificazione scientifica"doc" al massimo entro cinquemesi. Le nuove regole per il con-ferimento dell'abilitazionescientifica nazionale sono statelicenziate ieri dal Consiglio deiministri. Il Dpr appena varatodovrebbe finalmente porre finealle selezioni a singhiozzo delpassato, al massimo unavoltaal-l'anno (in realtà dal 2012 ci sonostate solo 2 tornate per 29milaabilitati in tutto).

«Le modifiche alle regoledell'Abilitazione scientifica na-zionale - ha spiegato ieri il mini-stro dell'Istruzione, Università eRicerca, StefaniaGiannini-van-no nell'ottica della semplifica-zione e della qualità». «Le abili-tazioni fino a oggi sono andateavanticonunmeccanismo asin-ghiozzo, rimanendo bloccateper un lungo periodo. Questonon dovrà più accadere» avver-te ancorailministro. Che sottoli-nea anche un'altra novità: «Uncriterio importante introdotto -ha aggiunto - è la qualità del pro-filo scientifico dei commissari,cioè di chi valuta: dovrà esseresicuramente superiore a quellodei valutati». Ivalori soglia degliindicatori di qualificazionescientifica per chi vuol far partedelle commissioni giudicatricidei futuri prof saranno infatti dinormapiù selettivi di quelli pre-visti per i candidati e, in ogni ca-so, almeno pari a quelli previstiper i candidati all'abilitazione

scientifica alla prima fascia(quella dei docenti ordinari).

Sono state poi riviste le moda-lità di sorteggio delle commis-sioniper garan tire unamaggiorerappresentatività dei settori di-sciplinari. Le commissioni - chesaranno cambiate con un ritmobiennale - attribuiranno l'abili-tazione in base a titoli e pubbli-cazioni presentati dagli aspiran-ti docenti decidendo inbase allamaggioranza assoluta dei suoicinque membri (i 3/5 dunque enoni4/5 comeinpassato).

Cambia pure la durata del-l'abilitazione per i professoriuniversitari di prima e seconda

L'EFFETTOIl Dpr appena varatodal Governodovrebbe porre finealle selezionia singhiozzo del passato..........................................................................

fascia che passa da4 a6. Per colo-ro che non sono riusciti a conse-guirla in una tornata è inoltreprevisto un blocco di un annoper poterla ritentare.

Nelle prossime settimane sa-ranno emanati i due decreti at-tuativi che comporranno il puz-zle della nuova abilitazione: ilprimo, in dirittura d'arrivo, sta-bilisce criteri e parametri per levalutazioni. Il secondo, da ema-nare entro 45 giorni, fissai «valo-ri soglia» (al posto delle vecchiemediane) degli indicatori chedevono essere raggiunti dai can-diper conquistare l'abilitazione.«Nell'arco dei prossimi mesi,entro l'estate - ha assicurato ilministro -vogliamo far ripartirela procedura di selezione con ilnuovo meccanismo».

C) RI PRO DD ZIO NE RISERVATA

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_ Alt alle selezioni a singhiozzoVarate nuove regole per l'abilitazioneII Consiglio dei ministri ha approvato ieri, in via definitiva, il decretocon le nuove regole per l'Abilitazione Scientifica Nazionale, il titolonecessario per poter insegnare all'Università. Viene introdotta la co-siddetta procedura a «sportello»: gli aspiranti professori potrannocioè presentare la loro candidatura in qualsiasi momento dell'annoe non più solo entro periodi limitati fissati dal Miur; sono state rivistele modalità di sorteggio delle commissioni per garantire una mag-giore rappresentatività dei settori disciplinari. Cambia pure la duratadell'abilitazione per i professori universitari di prima e seconda fascia(da 4 a 6 anni). Per coloro che non sono riusciti a conseguirla in una

tornata è inoltre previsto un blocco di un anno per poterla ritentare.«Le modifiche - ha spiegato il ministro Stefania Giannini - vanno nel-l'ottica della semplificazione e della qualità. Un criterio importante in-trodotto è la qualità del profilo scientifico dei commissari, cioè di chivaluta: dovrà essere sicuramente superiore a quello dei valutati. Siva, anche con questo provvedimento, nella direzione di un sistemauniversitario con Atenei più competitivi, più qualitativi e più compa-rabili con i benchmark internazionali». Nelle prossime settimane sa-ranno emanati due decreti ministeriali che stabiliranno i criteri e gliindicatori per valutare i candidati: «Ci sarà un cambio delle commis-sioni con ritmo biennale. L'asticella si alza per i candidati ma ancordi più per i commissari ed è garanzia di trasparenza e qualità. Nel-l'arco dei prossimi mesi, entro l'estate vogliamo far ripartire la pro-cedura di selezione con il nuovo meccanismo».

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Università, nuove regole per i docenVia libera del Consiglio dei ministri al decreto che semplifica >L'abilitazione avrà la durata di sei anni, tutte le domande

le procedure per diventare professori ordinari e associati saranno esaminate dal Miur durante l'arco dei 12 mesi

LIl _ROMA Si scrive "procedura a spor-tello", si legge semplificazione.Parte da qui la rivoluzione per leuniversità italiane che, d'ora inpoi, per reclutare nuovi docenti la-voreranno durante tutto l'anno. Enon più, come accadeva prima, so-lo saltuariamente, quando decide-va il Miur.

LA SEMPLIFICAZIONEIeri il consiglio dei ministri ha ap-provato in via definitiva il decretodel Presidente della Repubblicaper l'abilitazione scientifica nazio-nale. L'obiettivo del nuovo regola-mento è di semplificare la vita aquanti, dopo anni di esperienze,pubblicazioni e meriti, chiedonodi ottenere l'abilitazione scientifi-ca nazionale per accedere alla pri-ma fascia, quella dei professori or-dinari, e alla seconda fascia delladocenza universitaria, quella de-gli associati.

Prima era possibile usufruire diuna sola sessione l'anno, ora lecandidature vengono raccolte du-rante l'arco dei dodici mesi trami-te appunto la "procedura a sportel-lo" e le domande vengono poi sud-divise in slot quadrimestrali per lavalutazione, effettuata nei 4 mesi

k,

docenti ordinari(I fascia)

successivi. Non si potrà andaremai oltre i 5 mesi. In quei 4 mesi incui le commissioni lavorano allavalutazione, vanno comunqueavanti le candidature del quadri-mestre successivo. A ritmo conti-nuo, quindi. Le candidature, unavolta presentate, potranno essereritirate entro i 10 giorni successivialla pubblicazione dei valori deiparametri del singolo candidato(che vengono resi noti entro 20giorni dalla scadenza degli slotquadrimestrali).

IL PAREREPer ottenere l'abilitazione è neces-sario avere il parere favorevole dei3/5 della commissione mentre pri-ma servivano i 4/5. Qualora il can-didato non riesca ad abilitarsi de-ve aspettare almeno un anno pri-ma di ripresentare la domanda. Fi-no ad oggi, invece, al candidatoerano precluse le tornate per l'abi-litazione promosse nel bienniosuccessivo alla "bocciatura".

L'ABILITAZIONEUna volta ottenuta, l'abilitazionescientifica nazionale ha durata di6 anni mentre prima, nel prece-dente dpr, la durata prevista era di4 anni poi prorogata a 6. «I criteriche abbiamo seguito - ha spiegatoil ministro dell'Istruzione, Stefa-nia Giannini - sono qualità, conti-nuità e certezza del processo di va-lutazione, che sino ad oggi è anda-to avanti a singhiozzo rimanendobloccate per un lungo periodo equesto non deve più accadere. Daora l'abilitazione scientifica andràavanti con continuità. Una parteriguarda anche la qualità del profi-lo dei commissari, di chi valuta,che dovrà essere sicuramente su-

docenti associati(Il fascia)

periore rispetto ai valutati. Una co-sa che sembra ovvia ma non lo erafino ad oggi». Sono state infatti ri-viste anche le modalità di sorteg-gio delle commissioni, per garanti-re una maggiore rappresentativitàdei settori disciplinari. «Introdu-ciamo - ha sottolineato Giannini -anche parametri per innalzare laqualità del profilo scientifico deicommissari». E i tempi per attuarela riforma dell'abilitazione scienti-fica nazionale potrebbero esserebrevi: nelle prossime settimaneverrà emanato il decreto con i cri-teri di valutazione dei candidatiper far sì che, entro l'estate, possapartire il primo quadrimestre diraccolta delle candidature con ilvia alle selezioni.

Lorena Loiacono

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Al viper diventare profStop alle selezioni asinghiozzo e qualità nellecommissioni. Il governo havarato le nuove regole perl'Abilitazione scientifica perinsegnare all'Università.Gli aspiranti prof potrannocandidarsi in qualsiasimomento dell'anno

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"Le aziende sono più innovativema è il Paese che non funziona"

Salvatore Vitale, fisico, cervello in fuga al Mit di Boston

Intervista lFLAVIA AMARILEREGGIO CALABRIA

anniSalvatoreVitale è il

padre di unodei due algo-ritmi grazie al

quale sonostate registra-

te per laprima volta leonde gravita-

zionali

e imprese italiane sonoL sempre più innovative

ma è il Paese che nonfunziona, che è ancora trop-po indietro nelle politicheper la ricerca. Lo dice conamarezza Salvatore Vitale,il padre di uno dei due algo-ritmi in grado di cogliere leonde gravitazionali ed il pri-mo a calcolare la massa e glialtri parametri delle onde.Un bel risultato per questotrentenne ora al Mit di Bo-ston, in fuga dall'Italia dadieci anni, dopo essersi di-plomato al liceo Da Vinci diReggio Calabria e essersi

laureato in Fisica all'universi-tà di Bologna.

Vanno via i giovani italiani, sa-pendo di non avere scelta: checosa avrebbe fatto se fosse ri-masto in Italia?

«Se mi baso sulle storie di amiciche sono rimasti probabilmen-te avrei avuto una strada piùdifficile da percorrere. In Italianon sempre il talento è incorag-giato e premiato».

Non è facile nemmeno la stradadell'espatrio. C'è un prezzo dapagare?

«Spesso chi va via è visto comequello che è fuggito verso unavita più facile. Non è così. Chi

parte lascia anche dietro amicie famiglia e la maggior partedelle volte si va incontro ad unasignificativa quantità di igno-to».

C'è qualcosa che si sarebbeaspettato dall'Italia in questi an-ni di lontananza in termini di aiu-to alla ricerca italiana?

«In Italia troppo spesso la ri-cerca e la carriera universita-ria non è vista come ricchezzaper il paese. Se avessi avuto uneuro per ogni 'quando trovi unvero lavoro?', sarei ricco. In al-tri paesi non è così, per niente.Ogni tanto il governo di turnoha l'idea geniale di riportare i

eSalvatore Vitale lavora al Mit di Boston

Laureato in fisica a Bologna

cervelli a casa, investendoqualche soldo per portarequalche centinaia di personeindietro per due-tre anni. E do-po? Quanti di quelli rimangonodopo i due anni? Avere due an-ni di stipendio non serve a mol-to se non si può lavorare nelmodo opportuno, e magari condelle prospettive di rimanerepiù a lungo. Non mi aspetto chel'Italia faccia niente per i ricer-catori all'estero. Chiaramentela ricerca non e' una priorità,se non quando viene fatta unascoperta di questa portata, percui si può scrivere un comuni-cato stampa (adesso usa Twit-ter...) cercando di prenderemeriti spesso non propri. Per 5minuti, belle parole, poi tornatutto come prima. Tutto moltoitaliano. Ho tantissimi amici ecolleghi che lavorano in Italia espesso ho la sensazione che rie-scano nel loro lavoro nonostan-te la classe dirigente, non gra-zie ad essa».

BV NCNDALCUNI ERITTI RISERVATI

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Il Salone dello Studente,in 5 míla a onta

Si è chiusa ieri la due giorni di lavori di Campus Orienta!- Il Salone dello Studente , la manifestazione organizzatada Class Editori (che partecipa al capitale di questo gior-nale) presso l'Autodromo Nazionale di Monza che ormaida dieci anni rappresenta un punto di riferimento perl'orientamento post-diploma per la provincia di Monzae Brianza . Tanti i ragazzi (complessivamente per le duegiornate erano attesi 5 mila studenti) che hanno affollatogli stand e le aule dedicate ai workshop , alla ricerca unarisposta ai dubbi in merito al proprio futuro , accademicoe professionale , illustrando le diverse alternative chesempre di più abbracciano l'area digitale e le esperienzeinternazionali.Ad aprire la prima giornata dei lavori nella Sala RegioneLombardia dell'Autodromo è stata la Conferenza daltitolo «Nel cantiere del futuro : il valore di una giustascelta» a cui hanno partecipato : Roberto Scanagat-ti, sindaco di Monza e presidente di Anci Lombardia,Pietro Luigi Ponti, presidente della Provincia Monzae Brianza , Rosario Montalbano , assessore all'istruzio-ne, personale e servizi al cittadino , e Francesco Ferri,direttore dell'Autodromo di Monza e vicepresidentedi Confindustria Giovani e Domenico Ioppolo, coo diCampus Editori.Al Salone dello Studente di Monza erano presenti 45offerte formative da parte delle principali università ita-liane e straniere , accademie , istituti di istruzione supe-riore e post-laurea, scuole di lingue e aziende , oltre alleaccademie del design e del fashion . Uno spazio esclusivoera dedicato anche agli insegnanti . Si tratta del Tea .cher'sCorner, dove docenti , dirigenti e operatori scolastici han-no potuto incontrarsi , confrontarsi e partecipare a wor-kshop e seminari sui principali temi dell'istruzione.La manifestazione è stata promossa dall'Assessoratoall'istruzione del Comune di Monza, dall'Ufficio Scola-stico Regionale per la Lombardia , Ufficio XI , Ambito Ter-ritoriale Monza e Brianza e con la partecipazione dellaProvincia di Monza e Brianza. L'evento ha visto inoltrela collaborazione con Fondazione Consulenti del lavoro,Ordine degli psicologi della Lombardia , Actl SportelloStage , Esn Erasmus student network e Dotstay. Partnerdell'iniziativa è stata Poste Italiane ,media partner RadioItalia,mentre hanno collaborato l'Università TelematicaPegaso e l'Autodromo Nazionale di Monza.

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UNA DELEGAZIONE HA RITIRATO IL `SELLO DE EXCELENCIA ' NEL CORSO DI UNA VISITA ALLA CITTÀ SPAGNOLA

Il riconoscimento dell'Università di Cadice all'ateneo di FerraraIL `SELLO de Excelencia CEI Mar', presti-gioso riconoscimento dell'Università di Cadi-ce (Uca), è stato consegnato all'Università diFerrara lo scorso 23 febbraio nel corso della vi-sita di una delegazione Unife nella città spa-gnola e sottolinea l'eccellenza della collabora-zione tra i due atenei nell'ambito marino e del-le scienze della terra. Unife da anni gestiscecon l'ateneo spagnolo una laurea a doppio tito-lo in `Geologia applicata e gestione integratadei sistemi litorali' e dallo scorso anno un dot-torato congiunto in Scienze della Terra e delMare (Emas), riconosciuto in Italia e in Spa-gna. Il `Sello', sino ad ora concesso alla solaUniversità Autonoma del Messico (Uam) è sta-to consegnato dal Rettore di Cadice EduardoGonzález Mazo alla delegazione Unife compo-

sta da Franco Mantovani , a cui si deve il suc-cesso grazie alla collaborazione avviata nel2002, Andrea Conti, presidente del consigliodella Ricerca e Massimo Coltorti, direttore del-lo IUSS-Ferrara 1391. Presenti anche il coor-dinatore Unife del doppio titolo magistralePaolo Ciavola e altri docenti e rappresentantidell'Uca.

«QUESTO premio è il riconoscimento di an-ni di ricerca e di scambio didattico e scientifi-co - affermano i membri della delegazione -Unife riveste un ruolo strategico nell'interna-zionalizzazione dell'università di Cadice cheapre con noi verso l'Europa e disegna impor-tanti prospettive di sviluppo per il nostro ate-neo e verso l'america centro -meridionale con

l'Uam. L'Uca è interessata a costruire con noinuovi ponti nei campi della medicina, dell'eco-nomia, del diritto, dell'archeologia, dell'agro-ambientale, dell'ingegneria portuale, della sen-soristica». Nei giorni successivi la delegazioneha visitato i campus di Jerez della Fronteta edi Algeciras al fine di individuare opportunitàdi programmi congiunti a livello europeo.«Le due Università hanno molti punti in co-mune - concludono i docenti - sia per il nume-ro di studenti sia perché incidono o si trovanosu aree costiere, condividendo problematichecomuni come la salinizzazione dei suoli e del-le falde, la gestione turistica, i rischi da erosio-ne ed inondazione. Analogie che fanno di Ca-dice un partner ideale per uno scambio di stu-denti e ricercatori ed una solida collaborazio-ne».

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Ingegneria e liceo Roiti si incontranoEgli studenti creano 15 mini robotE~ è pwmtozm la capacità di usci k ~dog7e elewrotriche e irfmmcuiche

QUINDICI mini robot program-mati da 25 studenti del liceo scien-tifico Roiti. È questo il risultatodel laboratorio di robotica mobiledel progetto Tech Lab, promossodal Dipartimento di Ingegneriadell'Università di Ferrara in part-nership con enti e scuole del terri-torio. Spiega Marcello Bonfe, ri-cercatore dell'Ateneo e coordina-tore dell'iniziativa: «Il progettoha recentemente vinto un bandoministeriale per la diffusione del-la cultura tecnico-scientifica e hapermesso ai giovani liceali di se-guire un corso di introduzione al-la robotica, che ha previsto comeattività pratica finale la program-mazione di elettronica e controllodi mini robot, chiamati Rat(room auto-tracker), per gestiresensori e motori in reazione adun ostacolo nell'ambiente».«L' obiettivo -prosegue Bonfè - èpromuovere tra gli studenti dellesuperiori la capacità di utilizzo ditecnologie elettroniche e informa-tiche a supporto delle innumere-voli applicazioni della robotica,dal contesto domestico fino aquelli industriale e medico. I ro-bot, intesi come sistemi meccani-ci programmabili per svolgere inmodo autonomo compiti di ausi-lio per le attività umane, sono in-fatti entrati pienamente nella vitaquotidiana».Secondo Francesca Rossi, inse-gnante di informatica del Roiti,«il ponte tra il nostro liceo e l'ate-neo ferrarese in ambito tecnico-scientifico ha una duplice valen-za: arricchire conoscenze e com-petenze degli studenti e far avvici-

L'insegnante Francesca Rossi:«È un anche un modo peravvicinare i futuri diplomati»

nare l'università ai futuri diplo-mati. I ragazzi delle quarte e quin-te di Scienze Applicate, seleziona-ti sulla base di attitudini e interes-se per gli studi scientifici, in parti-colare informatici, hanno manife-stato, assieme a noi docenti, entu-siasmo e creatività al laboratorio,con altissimo gradimento per l'or-ganizzazione e le attività svolte».Aggiunge Michele Pinelli, docen-te nonché referente dell'Orienta-mento in ingresso di Ingegneria:«Da tempo siamo impegnati in

iniziative destinate a chi, a pochipassi dalla maturità, dovrà sceglie-re un percorso universitario ade-guato alle proprie inclinazioni ein linea con il mercato del lavoro.Nei prossimi anni si prevedonomolti posti qualificati nel settoretecnico-scientifico. Le opportuni-tà, non più delimitate su ambitogeografico, saranno colte a livelloglobale dai più preparati. È impor-tante favorire operazioni di orien-tamento alla cultura tecnico-scientifica, per rendere maggior-mente consapevoli i giovani su co-sa significhi intraprendere un per-corso di studi e professionale inquesto ambito. Stiamo già lavo-rando per ripetere l'esperienza dirobotica con altri studenti, conl'obiettivo di allungare le ore di la-boratorio per offrire maggiori pos-sibilità di pratica».

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I ragazzi del liceo Roitiprotagonisti dei progettoideato dall'Università diFerrara. Hannoimparato a programmareun mini robot

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L'EuropapromuoveOD ODíl progetto dì CreoCertificati gli impianti realizzare Capannori e Piombino1 LUCCA

L'Europa dice "sì" agli impian-ti presentati dall'imprenditoreLuca Gelli. La tecnologia di de-carbonizzazione idrotermale èstata infatti valutata positiva-mente da un gruppo interna-zionale di esperti indipendenticome progetto altamente inno-vativo. E nel processo di valuta-zione il progetto ha superatocon successo i tre criteri su cuisi basa il programma-quadroeuropeo Horizon 2020: eccel-lenza, impatto, qualità ed effi-cienza.

A certificarlo, nero su bian-co, sono i commissari europeiCorina Cretu, per la politica re-gionale, e Carlos Moedas, perla ricerca, la scienza e l'innova-zione. Sono loro, infatti, nell'ambito del programma-qua-dro Horizon 2020, ad aver rila-sciato il certificato di eccellen-za della Commissione europeaalla tecnologia utilizzata negliimpianti di decarbonizzazioneidrotermale: certificato che,dunque, riconosce la validità ela sostenibilità del processo direcupero e valorizzazione dell'umido e del verde da raccoltadifferenziata anche per l'im-pianto che la Creo srl, l'azien-da guidata dall'imprenditorelucchese Luca Gelli, ha inten-zione di costruire a Salanetti,nel comune di Capannori, e aPiombino.

La tecnologia, brevettata inSpagna e sviluppata in Italiaproprio da Creo insieme a In-gelia Italia, è nata con l'obietti-

vo di chiudere in loco il ciclodei rifiuti organici, attraversola loro trasformazione in unprodotto che ha le caratteristi-che di materia prima rinnova-bile: la lignite.

Entro il2017, la Creo srl con-ta di avviare due stabilimentiin Toscana, uno a Piombino,che avrà una capacità annua di60mila tonnellate di rifiuti, conampliamento e raddoppio ne-gli anni successivi all'avvio, el'altro a Capannori, in provin-cia di Lucca (60mila tonnella-te), entrambi in corso di auto-rizzazione da parte della Regio-ne Toscana. Un investimentocomplessivo di 35 milioni dieuro, di cui 8 provenienti dacontributi regionali.

«Seguendo il nostro crono-programma - spiegano LucaGelli e Massimo Manobianco -partirà per primo lo stabili-mento della provincia di Livor-no e, successivamente, avviere-mo la costruzione di quello luc-chese. Si ipotizza che quest'ul-timo possa entrare in esercizionel 2017».

Lo scorso 30 ottobre, la Creosrl ha presentato alla RegioneToscana, attraverso il"Protocollo d'Insediamento",un progetto finalizzato all'otte-nimento dell'autorizzazione ealla richiesta di finanziamenti,stanziati appositamente dallaGiunta regionale per stimolaregli investimenti privati. La pra-tica è ora in mano agli uffici re-gionali, per la valutazione dell'impatto ambientale e il rilasciodella successiva approvazione:a breve, infatti, la Regione con-vocherà un primo tavolo congli enti locali interessati nellaprocedura di autorizzazione(Capannori e Piombino) e, indata immediatamente sucessi-va, si avvieranno i lavori che ve-dranno la partecipazione diret-ta dei proponenti.

«Nel frattempo - continuaGelli - è arrivato dalla Commis-sione europea il certificatod'eccellenza per la tecnologiache andremo ad attuare negliimpianti: la soddisfazione è al-le stelle. Tanto più che questoriconoscimento si inserisce inun percorso di studio e di ricer-ca portato avanti da Creo e In-gelia Italia insieme al Diparti-mento di Ingegneria civile e in-dustriale dell'Università di Pi-sa, area della chimica indu-striale, in collaborazione conl'Università Politecnica di Va-lencia. È di stamani la notiziache anche la Scuola SuperioreSant'Anna di Pisa è interessataalla tecnologia dell'impianto:ci siamo infatti incontrati conun gruppo di docenti del Sant'Anna nei nostri uffici del PoloTecnologico. Ulteriore collabo-razione attivata è quella che ri-guarda l'utilizzo agronomicodella lignite e del compound dielementi fertilizzanti prodotti

dal processo di decarbonizza-zione: il Consiglio per la Ricer-ca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, il principa-le Ente di ricerca italiano dedi-cato all'agroalimentare, svolge-rà delle prove per valutare l'im-piego nel settore agricolo e vi-vaistico, soprattutto sulla col-tura della vite e dell'olivo».

Grazie alla tecnologia brevet-tata in Spagna, le biomasse(esclusivamente umido da rac-colta differenziata, potature esfalci), verranno trasformate,in solo otto ore, in un principa-le prodotto finito: la lignite ap-punto, utilizzabile in sostitu-zione del pellet da legna, comemateriale per l'industria in so-stituzione della materia primafossile per molteplici applica-zioni (per esempio nella produ-zione di filtri a carbone attivo,di elettrodi per batterie, di ma-teriali nanostrutturati e biopo-limeri) e come ammendanteper i terreni, risolvendo così inparte il problema dello smalti-mento dei rifiuti organici.

.. il Progetto di CreoL'Europa proumove

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Oltre a quelli toscani, Creosrl e Ingelia Italia hanno in can-tiere la costruzione di impiantianche in altre zone d'Italia. Co-sì quello a Montespertoli, incorso di definizione, in Basili-cata (Potenza), anche questoin corso di autorizzazione, equelli della Puglia, del Veneto edell'Umbria, realizzati utiliz-zando il procedimento brevet-tato in Spagna e acquisito dallaIngelia Italia: il primo obiettivoè costruire in Italia 15 impiantidi decarbonizzazione idroter-male, che tratteranno 475milatonnellate all'anno di rifiuti or-ganici e produrranno 150milatonnellate di lignite e 19milatonnellate di concentrato ferti-lizzante ricavato dall'acqua im-

piegata nel processo. In Italia,infatti, stando ai dati Ispra Rap-porto rifiuti 2015, la quantitàtotale di rifiuti organici da rac-colta differenziata è pari a circa5,7 milioni di tonnellate nel2014. Secondo le previsioni, ilnumero è destinato a crescerea circa 6,5 milioni di tonnellateentro il 2020 e raggiungere quo-ta 10,7 milioni di tonnellate en-tro il 2030. «Attualmente - spie-ga Massimo Manobianco - afronte di questi numeri non cisono impianti sufficienti a re-cuperare tutto l'organico rac-colto. Ecco che la tecnologia didecarbonizzazione idroterma-le può andare a integrare i pro-cedimenti già esistenti».

Sopra,la sededellaCommissioneEuropeaa BruxellA fianco,da sinistra,LucaGellie massimoManobiancodi Creo

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Lab universitario

Mercatorum lancia startSi scrive Hub, si legge Lab.Hub come punto d'incontro,Lab come laboratorio disperimentazione. E' il progettolanciato dall'UniversitàMercatorum nell'ambito delconvegno «Pmi, competività econtratto direte», svoltosi ieriall'Interporto di Nola. Si trattadi un acceleratore edincubatore di imprese, rivoltoprincipalmente ai giovanicreativi che voglianotrasformare le proprie idee instart up. Il Lab Universitario,che avrà sede all'internodell'Interporto, avrà l'obiettivo

principale di promuovere losviluppo della culturad'impresa, dell'innovazione edell'occupazione attraverso latrasmissione delle competenzeed esperienze pratiche deiprofessionisti del settore,necessarie per avviare esviluppare l'idea d'impresa.«Dal più importante centroproduttivo del Mezzogiorno - haspiegato il direttore scientificoFrancesco Fimmanò - vengononuove idee di impresa 4.0.I giovani sono invitati tutti adavere coraggio nel perseguirele proprie ambizioni».

glio del mercato immobiliare,evidenziata anche dai dati del-l'Osservatorio sul mercato immo-biliare dell'Agenzia delle Entratepresentati ieri e relativi all'intero2015. Le compravendite, in cre-scita per secondo anno consecu-tivo, sono state in tutto 963.903,con un aumento del 4,7 per centorispetto al 2014.

L'incremento è a doppia cifraa Milano, mentre nella Capitalesi ferma a un +0,8 per cento. Lecompravendite effettuate da per-sone fisiche che si sono avvalse diun mutuo sono cresciute del 19,5per cento, mentre il valore dei fi-nanziamenti erogati è passato acirca 23 miliardi di curo, con unaumento del 20 per cento sull'an-no precedente.

Luca Cifoni@ RIPRODUZIONE RISERVATA

Economia

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ergio Ricossa era un liberale umanistico che io3 ho cominciato a conoscere a Torino nel 1961 co-me econometrico ed esperto di matrici delle inter-dipendenze strutturali. Quando lo incontrai, la pri-

DI FRANCESCO FORTE

ma volta, era da poco professore di Politica economi-ca nella facoltà di Economia dell'Università di To-rino, la sua alma mater in cui si era laureato e ave-va fatto ricerca. Io invece arrivavo dall'Universitàdella Virginia, dove avevo insegnato. Ero stato chia-mato a Scienza delle finanze nelle facoltà di Giuri-sprudenza e Scienze politiche di Torino, su designa-zione di Luigi Einaudi, professore a vita, che avevascelto un successore quell'estate, fra i vincitori delconcorso appena concluso. Io avevo fatto la mia car-riera italiana a Pavia e Milano. Succedere a Einau-di era il massimo onore che potessi desiderare. Ilmio incontro con Ricossa era stato combinato da unamico comune che pensava che "dovevamo cono-scerci". Si sapeva che Ricossa era un liberale puro.Allora, ma anche in seguito e sino alla caduta dellaprima Repubblica, i liberali non erano di moda inItalia. In parlamento erano una minuscola pattuglia,nelle università appartenevano, di solito, alle passa-te generazioni. L'economia di moda era keynesiana.Io ero un liberal socialista e la scelta di Einaudi ave-va suscitato scalpore. Ma venivo dal Department ofeconomics dell'Università della Virginia, roccaforteliberale nel senso europeo. Sostenevo una teoriadella finanza pubblica - allora poco considerata - se-condo cui le imposte sono il prezzo dei servizi pub-blici e solo secondariamente strumenti di fiscal po-licy. Ricossa mi scrutava un po' come si osserva unostrano animale, di specie incognita. Da parte mia fuisorpreso che l'economista delle matrici fosse un li-berale quasi filosofico, con una ideologia laica, masimile a quella di mio zio Carlo Gray, filosofo del di-ritto liberale rosminiano. In seguito, ho sempre ri-cevuto da Ricossa i libri che lui scriveva, in alcunidei quali mi menzionava criticamente, ma con garbo.Oramai era diventato un sacerdote dell'economia edella filosofia liberale, fondata su valori profondi,spesso controcorrente, nello stesso pensiero libera-le laico come quello del diritto dell'embrione alla vi-ta. Criticava anche i grandi imprenditori che domi-navano l'intreccio politica-economia-editoria, ma so-prattutto coloro che, in un modo o nell'altro, li rifor-

nivano di argomentazioni economiche. Li aveva de-nominati "I fuochisti della vaporiera. Gli economi-sti del consenso" (Editoria Nuova, 1978), prendendospunto dal titolo del libro di Ernesto Rossi, "I padro-ni del vapore", che criticava i grandi gruppi dotati dipotere politico-economico. Col tempo, Ricossa - chescriveva in modo nitido, chiaro, spesso amaramenteironico - era diventato un pessimista scettico. Pro-vava amarezza non per sé, ma per il destino dell'I-talia, che amava, e che era, insieme all'idea libera-le, la ragione per cui scriveva di economia. Ecco co-sì che arriva a spiegare "Come si manda in rovina unpaese", libro edito nel 2011 nel "Manuale di soprav-vivenza ad uso degli italiani onesti" (Rubbettino). Ilsuo scetticismo coinvolgeva anche gli economisti el'utilità della scienza economica. Lo si vede da "Lafine dell'economia" (SugarCo, 1986) a da "Maledettieconomisti. Le idiozie di una scienza inesistente"(Rizzoli, 1996). Ma intanto scriveva "Impariamo l'eco-nomia. Idee, princìpi, teorie", (Rizzoli, 1988) e "Cen-to trame di classici dell'economia" (Rizzoli, 1991). IlVangelo liberale laico, valoriale, di Sergio Ricossaè compendiato in "Vivere è scegliere". Scritti di li-bertà, edito dalla Fondazione Achille e Giulia Boro-li, nel 2005 a Milano. Si tratta di una raccolta di scrit-ti tratti dalle sue opere, a cura di Paolo Del Debbio.Giulia Boroli era Giulia Gray, figlia di un cugino dimia mamma. Paolo Del Debbio è un filosofo e socio-logo liberale cattolico, che ha lavorato nel campoeconomico con me e ha preso parecchi libri di Car-lo Gray dalla mia biblioteca. Io e Ricossa siamo piùvicini di quel che io pensassi.

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r.. , v . Il gap tutto italiano tra conoscenza e mercato

La ricerca «intrappolata» in aulaMassimiliano Magrini

econdo il Global Innova-tion Index 2015, gli investi-menti nel campo dell'edu-

cazione scientifica ed ingegneri-stica in Italia sono inferiori ri-spetto a Francia, Germania e Uk.Se inltalia si spende i14,3% delPilin educazione contro il 5% dellaGermania, il5,7% della Francia eil 6% in Uk, il gap aumenta se siguardano agli investimenti ineducazione scientifica: inltaliasiregistralo 0,31%, negli altri 3 pae-siunamediadello o,6%.Anche laspesa in R&D, se guardiamo aidati italiani, ci posiziona sotto lamedia: 1,3% del Pil in Italia, 3%,2,3% e 1,7% rispettivamente inGermania, Francia e Uk. Non ècosì però se si guarda all'outputdel lavoro accademico e di ricer-ca: ritroviamo l'Italia sopra lamedia per quanto riguarda laproduzione di articoli tecnici escientifici per ricercatore, con0,51 articoli contro 0,29 e 0,27 diFrancia e Germania e 0,46 di Uk.Nonostante si investa meno ineducazione, l'output della ricer-ca scientifica italiana è più effi-ciente rispetto ai concorrenti.

Guardando le fasi che seguo-no la pubblicazione di scopertee ricerche scientifiche emergeche, in Italia, i brevetti registra-ti-primo passo verso la valo-rizzazione - sono 8.377,16.5o6 inFrancia, 17.965 in Uk. L'Italiainoltre occupa il57° posto a li-vello mondiale per numero dicollaborazioni tra mondo busi-ness e Uni

versità in tema di Ricerca eSviluppo. L'innovazione-e"l'efficienza" della produzionescientifica-priva di spinta im-prenditoriale, rischia di rimane-

re confinata all'interno delle Ac-cademie e delle Università.

Come si fa ad attivare il "cortocircuito" tra ricerca e innovazio-ne? In US le università possonovantare spinoff di successo: nesono un esempio Accion Sy-stems (Mit), Synlogic (BostonUniversityeMit),Emulate (Har-vard University), Alkahest(Stanford), Lycos (CarnegieMellon University). Perchè lespinoff possano svolgere da rolemodel è necessario codificaremodalità di collaborazione chia-re e trasparenti tra università,centri di ricerca e ricercatori chefavoriscano anche l'emergere diun sistema meritocratico.

Iniziative "top-down "che in-centivino lo sviluppo di spinoff ela definizione di ecosistemi a cul-tura imprenditoriale diffusa so-no fondamentali per riuscire acollezionare casi di successo.

Inoltre, nel caso degli spin-ou-ts, una maggiore incidenza degliinvestimenti in imprese innova-tive nelle loro prime fasi di attivi-tà è correlata alla capacità di sca-lare. La natura innovativa, ambi-ziosa e "rischiosa" di questi nuo-vi business necessita che siacontemplata la possibilità di fal-lire. Per questo i fondi di venturecapital svolgono unruolo crucia-le nel finanziare l'innovazione enon sono omologabili a nessu-n'altra forma di finanziamento.

Gli investimenti in imprese in-novative sono connessi ad un in-cremento della crescita econo-mica, dell'occupazione e deiprincipali indicatori di innova-zione di un paese. Ad esempio,negli Stati Uniti le venture bac-ked companies producono unaricchezzapari al21%delPile dan-

Dall'università all'impresa

Carnegie Mellon universityLa Carnegie Mellon University haregolamentato la produzionescientifica ed il conseguentesfruttamento in termini businessdei brevetti nati in ateneo secon-do due modalità, licencing espin-outs, sancendo per ciascunale linee guida perla suddivisionedi royalties, equity, futuretransactions, la struttura finan-ziaria della startup, i costi di setup, la partecipazione al consigliodi amministrazione e regolamen-tando ogni eccezione.

Centro europeo FraunhoferIl centro europeo Fraunhofersvolge attività di ricerca applicataper l'industria e le università (nellafoto la sede presso il polo scientificodella Technische Universität, inGermania). Rappresenta una bestpractice capace di gettare unponte tra conoscenza e business.Nel 2015 ha avviato collaborazioniper 1,3 miliardi di euro.

no lavoro all'11% degli occupatinel settore privato (fonte: Natio-nal Venture Capital Associa-tion). Le aziende sostenute dalventure capital sono maggior-mente performative ed ottengo-no risultati superiori alle altreim-prese sia in termini di redditoprodotto sia in termini di nuoviposti di lavoro generati.

Confrontiamo i dati della digi-tal economy e degli investimentiin Venture Capital, si nota unacorrelazione: più sono alti gli in-vestimenti dei Venture Capital,più ibusiness tech pesano sul Pil.Questo è vero per Francia, Ger-mania, Uk e anche Italia, dove ilrapporto sembra essere sfavore-vole conio 0,002%diinvestimen-tiVcsulPil(controunamediaEu-ropea di o,o24%).

In Italia, nonostante si spendameno in Educazione Scientificae in R&D, si produce più "cono-scenza", che non si traduce peròin business. Quello che mancasembra la capacità di valorizzarele efficienze italiane aiutandolead entrare nel mercato, valoriz-zando l'imprenditorialità, sti-molando la competitività delleimprese, incentivando la ricercaapplicata e investendo capitaledi rischio ingrado di scommette-re sull'innovazione. Ogni attoredi questo ecosistemadeve essereinterconnesso: startup, investi-tori, università e centri di ricercanecessitano l'uno dell'altro percreare un effetto network. Oltrea piani quinquennali top-downdi sviluppo o riforme strutturali,l'Italia ha bisogno prima di tuttodi casi di successo che siano ingrado di innestare circoli virtuo-si fuori e dentro le università.

* Managing partner di United Ventures

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Produzione scientifica ed economia digitale : paesi europei a confronto

Produzione ITALIA Germania Francia Regno Unito

di articoli tecnici 0,51 001 0,27 0,72 0,29 0,60 0,46 0,58e scientifici,per ricercatore

Spesa pereducazionescientificain % del Pil

Investimentiin Venture capitai(% del Pil)

Economia digitale(% del Pil)

Media

0.35 0,55

0,002 0.22 0,37 0,36 0,24

Fonte: Global innovation index 2015

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il Nel 2015 le richieste all'Epo sono cresciute del 9%, il doppio della media europea e il massimo negli ultimi dieci anni

L'Italia ritorna a brevettareIndesit, Fiat e St le imprese in testa alla classifica, la Lombardia la regione più attiva

Laura CavestriBRUXELLES. Dal nostroinviato

Unbalzo inatteso. Corre qua-sia due cifre l'Italia deibrevettiinEuropa. Nel 2015 le richieste dibrevetti giunte dall'Italia allo Eu-ropean Patent Office (Epo) sonocresciute del 9%, ovvero ad untasso doppio rispetto alla mediaEpo (+4,8%).PerilnostroPaeseildato rappresenta il maggior in-cremento percentuale degli ulti-mi io anni. Stessa cosa per le ri-chieste andate a buon fine, chehanno superato cioè l'esame Epoe sono diventati brevetti regi-strati: da 2274 a 2476, nel 2015 so-no cresciute dell'8,9 per cento.

Presentato ieri mattina a Bru-xelles da Epo (lo European Pa-tent Office, l'organismo che ge-stisce le domande di brevetto inEuropa), il report sulle domandedi deposito arrivate nel 2015.

Lo scorso anno, società e in-

I DATIMilano, con 806 richieste,è la città in testaalla classifica italianaCrescono le domandedall'Estremo Oriente

ventori italiani hanno inoltrato3.979 richieste di brevetto a Epocontro le 3.649 del 2014, impre-mendo un'accelerata al timido+o,5% dello scorso anno sul 2014.Con una quota del 2%, l'Italia ècosì risalitadall'il'allo'posto trai Paesi che hanno maggiormenterichiesto la protezione brevet-tuale, rientrando nella top io.

Indesit (107 richieste), Fiat(84) e ST Microelectronics (58)sono le prime tre società italianeper numero di brevetti richiesti.Trailo settori tecnologicamentepiù importanti presso Epo, le do-mande italiane hanno fatto regi-strare "picchi" nell'informatica(+76%), comunicazione digitale(+59%), farmaceutica (+54%) enei sistemi di misurazione(+47%). In particolare, la mag-gior parte delle richieste "Madein Italy" include tecnologie neisettori della movimentazione(imballaggi, palette, sistemi ditrasporto, containers), dell'inge-gneria civile e dei trasporti (am-bito nel quale prevalgono le ri-chieste dall'automotive).

LaLombardiaguidalaclassifi-ca delle regioni italiane a mag-giore richiesta di brevetti conuna quota del 33% di tutte le do-mande nel 2015, seguono l'EmiliaRomagna (15%) e il Veneto (13%).L'incremento più clamoroso si è

registrato in Molise (+200%) eSicilia (+ioo%). Ma va detto chequi i numeri sono ancora moltopiccoli. Solo Milano può vantare8o6 richieste.

Il numero complessivo delledomande indirizzate a Epo hacomunque raggiunto quotai6omila (+4.8% rispetto alle153mila del 2014). Tuttavia a rita-gliarsi un ruolo da protagonistesono sempre più le società extraUe. Una crescita alimentata so-prattutto da Usa (+16,4%) e Cina(+22,2%). «Per questo - ha spie-gato il presidente di Epo, BenoitBattistelli - abbiamo incremen-tato i servizi di traduzione dal ci-nese, giapponese e coreano e inostri desk per questi Paesi, dacui riceviamo 2omila richieste diinformazione al giorno. DopoPhilips, Samsung e LG, è Huaweila società che ci ha inoltrato ilmaggior numero di richieste».Top lo in cui figurano 4 societàeuropee, 3 statunitensi, 2 corea-ne e una cinese. Del resto le do-mande dai Paesi extra Ue rap-presentano ormai quasi la metà(47%) delle richieste giunte aMonaco di Baviera, dove Epo hala sede. Stati Uniti, Germania,Giappone, Francia e Olandarap-presentano, invece, i primi 5 Pae-si per numero di richieste.

L'eccezionale incremento dirichieste che s'inseriscono nelprocesso di concessione deibrevetti dimostra «che l'Europasi conferma un hub per l'innova-zione globale», ha detto ancoraBattistelli. Anche se sorprendeil calo del3% delle domande dal-la Germania. «Diverse societàtedesche - ha aggiunto Batti-stelli - che operano soprattuttocon la Cina registrano il brevet-to in Germania e poi diretta-mente in Cina senza passare peruna tutela europea.Un trendche il brevetto unitario euro-peo, che dovrebbe entrare invi-gore dal 2017, dovrebbe ridurresignificativamente».

Il brevetto entrerà in vigorequando 13 Paesi Ue (compresiFrancia, Regno Unito e Germa-nia) lo avranno ratificato in Par-lamento. «Sonofelice che l'Italia,l'anno scorso, abbia deciso diaderire - ha concluso Battistelli-. Abbiamo già 9 ratifiche, tra cuiquellagià conclusa della Francia.La Germania sta procedendomentre il Regno Unito attende ilreferendum sulla Brexit. Ci sonoi margini per arrivare a 13 entro il2016 e partire nel 2017. Spetta aiPaesi europei decidere sevoglio-no giocare nelle serie minori o inChampion's league».

C RI PRO D D ZIO NE RISERVATA

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La mappa dell'eccellenza

110 MIGLIORI PAESINumero di brevetti nel 2015 e variazioni percentuali rispetto al 2014

Stati Uniti Regno Unito Germania9 242.692 224.8205.0371(,.4°o 5.7

Corea del Sud6.411

4.0"¡,

LE 10 MIGLIORI REGIONIITALIANENumero di brevetti nel 2015e var.% sul 2014

0 500 1.000 1.500

Lombardia1.20

+3.3% 2.611.

509

Paesi Bassi ) n Svizzera(D!71 T 7.055

Cina 2 Emilia-Romagna

3 meto

10.781 \- kW 3.9791.6% 9.0° ,

Francia j ITALIA

110 MIGLIORI MARCHI ITALIANINumero di brevetti nel 2015

' Indesit

n Fiat......................

tmiri r,lectronics...............................................

Finiw?ccanica................................................................

(5 Pirelli n Cons. Naz. delle Ricerche (Cnr)107

(6 t hi ?si Farmaceutici ' .R.F. Soc. Consortile Per Azioni84 ................................................................... 35

58n Danieli &C.Off. Meccaniche

............................................................................... 26(10 F ysmian

................................................................................. 20

. 39(8Eni

.

(4 Piemonte390

n Toscana246

(6 Lazio243

(7) Marche199

Friuli-Venezia Giula....... ............... 129

U Trentino -Alto Adige111 ........................................................... 93

Liguria72

Fonte: European Patent Office

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Paesi che più innovano sono anche quelli che piùtutelano la proprietà, sia essa fisica o intellettuale.La conoscenza, che è alla base dell'innovazione, è

la materia prima della società dell'informazione.CONTINUA A PAGINA 25

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BREVETTIAMO DI PIUMA LA CREATI \I'T

DA SOLA NON BASTAPIETRO PAGANINISEGUE DALLA PRIMA PAGINA

uesta conoscenza va promossa, diffusa, condivisa,ma va soprattutto tutelata quando assume un va-lore strategico per gli individui, le imprese e le

regioni che la producono, cioè quando diventa una ri-sorsa per la competitività. Anche i Paesi che noi consi-deriamo erroneamente in via di sviluppo lo hanno capi-to e stanno investendo molte risorse, elaborando deipiani industriali e di sviluppo fondati sulla capacità digenerare conoscenze originali, proteggerle e soprat-tutto selezionarle per trasformarle in innovazione.

La curiosità, la creatività e l'intraprendenza sono levariabili più importanti alla base del processo di inno-vazione. E noi italiani ci definiamo un popolo di creati-vi, non sempre a ragione. Tuttavia, la creatività da solanon basta se non è accompagnata da altri strumenti,come per esempio precise politiche industriali. Succe-de così che non siamo sempre in grado di sfruttare pie-namente il nostro potenziale creativo. Brevettiamomolto meno di quanto dovremmo. Le cause sono molte-plici. La prima è certamente culturale: siamo media-mente allergici al metodo scientifico e ignoriamo il va-lore economico della proprietà, a differenza dei nostripari anglosassoni. La seconda è imputabile al tessutoindustriale. Le nostre Pini sono troppo piccole e nonhanno un management sufficientemente educato perriconoscere il valore delle conoscenze prodotte. Infine,il tessuto creativo e quello imprenditoriale non sonomai stati favoriti da un insieme di regole cucite intornoalla libera iniziativa, e quindi alla tutela della proprietàche ne è alla base, così come sono stati poco tutelati dalsistema sanzionatorio.

L'edizione 2015 dell'Indice Internazionale per la Tu-

tela della Proprietà ci posiziona al 51° posto, proprioperché a fronte di una propensione alla creatività sia-mo penalizzati dall'incertezza del sistema giudiziario(la contraffazione ci costa circa 21 miliardi di giro d'af-fari con un danno erariale di 11 miliardi, secondo Confe-sercenti).

I dati elaborati dall'Epo dimostrano che il Paese sista muovendo nella giusta direzione. Gli italiani si stan-no adattando alle logiche della globalizzazione: stiamofinalmente maturando la consapevolezza che per vin-cere la competizione dobbiamo innovare, immettendosul mercato prodotti unici che nessun altro è in gradodi imitare o copiare. Il ruolo della politica è così fonda-mentale sia per coltivare la cultura dell'innovazione siaper alimentare un'ecosistema favorevole all'economiadella conoscenza. Per meglio aiutare inventori e inno-vatori a tutelare la proprietà del loro lavoro intellettua-le, i nostri governi più recenti si sono impegnati sufronti molteplici, sull'online per esempio, con regolepiù adeguate e con azioni per limitare la pirateria e lacontraffazione; per attirare gli investimenti invece, in-troducendo di recente il Patent Box. Sono azioni im-portanti ma ancora timide e casuali che denotano unapresa di consapevolezza ma al contempo anche l'assen-za totale di una strategia organica. L'obiettivo dovreb-be essere quello di alimentare la curiosità e la creativi-tà dei cittadini del futuro, a partire dai nostri figli che,come stiamo sperimentando, si trovano ad affrontareun contesto globale molto complesso ma anche ricco disfide e nuove opportunità.

@pietropaganini8 RYNC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

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MOLISETurismolaureatoTERMOLI Dal prossimo annoaccademico l'Università del Mo-lise attiverà il primo corso dilaurea italiano in Enogastrono-mia e turismo. Il progetto, natocon la sottoscrizione di un pro-tocollo d'intesa tra il rettore e isindaci di Termoli e di altri setteComuni costieri, ha grandi am-bizioni: rispondere alle esigenzedei giovani del territorio e con-tribuire allo sviluppo economicodella Regione. (G. Pagl.)

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Parlare di st - in Italia è ancora difficile, figurarsi fondarne una e farlacrescere senza scappare all'estero. Breve viaggio tra chi prova a cambiare le cose

di Stefania Nicolich

Come fa una start-up a diventare di suc-cesso? Questa domanda è ormai

un'ossessione . La letteratura di generedescrive gli startupper come eroi più checome imprenditori . Loro sì che si mettonoin gioco , assumono i rischi e seguono ipropri sogni . Si parla di pensiero non con-venzionale , di volontà di distruggere ilpassato per conquistare il futuro con tec-nologie dirompenti . A volte sembra cheper essere di successo basti indossareogni giorno un'anonima t-shirt grigia co-me Mark Zuckerberg , il ceo di Facebook,o un maglioncino abbinato a jeans e a unpaio di sneakers , come faceva Steve Jobs,fondatore di Apple , o meglio ancora ini-ziare la propria attività in un garage, co-me ha fatto Amazon.

La realtà delle start-up è in crescita ed

Bisogna andare oltre il luogocomune degli startupper ingarage. Meglio Milano o Roma?L'esperimento di Trieste

è sempre più grande, si creano program-mi di accelerazione , si discute sui fattoriche una start -up deve avere per arrivareal successo e ogni volta le istruzioni sem-brano più semplici. Ma il segreto? Se c'è,sembra che nessuno voglia rivelarlo.

Portare una nuova impresa al successoè un mestiere duro , in America in mediale start -up muoiono dopo 20 mesi di vitae dopo aver raccolto 1,3 milioni di dolla-ri.

Ma negli Stati Uniti già si sente dire chel'epoca d 'oro degli ultimi dieci anni ègiunta al termine . Alcuni sostengono cheil mercato stia per diventare saturo e le fi-nestre di opportunità per le start -up deb-bano ricercarsi in mercati più tradiziona-li in cui i competitori siano meno aggres-sivi. Sta per arrivare un vento di cambia-mento caratterizzato da minori capitali,inferiori valutazioni e grandi giganti tec-nologici che domineranno il mercato. Rac-cogliere ingenti capitali per lanciare il 90per cento delle start-up di software non

sarà più un prerequisito fondamentale.In attesa di vedere come si evolverà il

mercato internazionale è il caso di do-mandarsi : l'Italia a che punto si trova?

Una Silicon Valley italiana?Molti si chiedono se ci sia un corri-

spoettivo della Silicon Valley in Italia. C'èchi dice sia a Milano , chi a Roma e chiprova a dire Trieste. Il sogno di vedereuna Silicon Valley italiana a Trieste èquello di TILT (Teorema Incubation LabTrieste), un'iniziativa tecnico-scientificaper lo sviluppo di imprese innovative nelmercato dell 'Information Technology, ilcui progetto è stato presentato al pubbli-co martedì 1° marzo.

Ideatore del progetto è Teorema Engi-neering , un'azienda italiana di IT focaliz-zata nel supportare le aziende nei loroprocessi di Digital Transformation. Ilpartner di riferimento è AREA SciencePark, primo parco scientifico e tecnologi-co nazionale che opera sotto il controllodel Miur, il ministero dell'Istruzione, del-l'Università e della Ricerca . All'iniziativacollaborano anche l 'Università degli Stu-di di Trieste , il Comune di Trieste e Mi-crosoft.

TILT vuole offrire tutti i servizi neces-sari alla formazione e all'avvio dell'im-presa: laboratori e ricerca , supporto perla realizzazione del business plan, sede espazi di lavoro all'interno di AREA Scien-

L'ad di Microsoft Italia: "0noi creiamo un contesto disviluppo qui oppure Ia start-up sene andrà a San Francisco"

ce Park, tecnologia Microsoft , il supportodi marketing per la promozione e la retecommerciale per l'ingresso nel mercato einfine , l'accesso a un network di finanzia-tori. Inoltre , per chi non ha ancora la pos-sibilità di dedicarsi allo sviluppo , Teore-ma Engineering mette anche a disposizio-ne tutto l 'hardware e i software necessa-ri oltre a condividere prototipi di pro-grammi e progetti.

L'obiettivo di TILT è fondare un distret-to altamente tecnologico che agisca da po-lo attrattore per l'insediamento di impre-se innovative e il loro sviluppo nel merca-to dell'Information Technology.

La selezione delle start -up avviene inbase al livello d'innovazione proposto dalprogetto e alla coerenza e strategicità ri-spetto alle attività di Teorema e dei part-ner nel mercato dell'Information Techno-

logy, in particolare nello sviluppo di pro-getti di Iot (Internet of things, l'Internetdelle cose), digital marketing , e-commer-ce, tecnologia di stampa 3D , realtà virtua-le, applicazioni mobile e sviluppo di nuo-ve tecnologie che favoriscano la digitaltrasformation . Finora TILT ha ricevuto 60progetti , ne ha approfonditi 12 e ha scel-to 2 start-up per l'avvio.

Presentando il progetto , il direttore Ge-nerale di AREA Science Park , Stefano Ca-saleggi, ha spiegato che "l'obiettivo chevogliamo portare a casa sono dieci risul-tati di successo nel primo anno . La missio-ne è di ottenere risultati subito perchéquesto è mondo che si muove veloce. Vo-gliamo diventare un modello"

Verrà lanciato nei prossimi mesi ancheSchool of Startup (Sos) come percorso for-mativo , un'esperienza di 6 mesi per neo-laureati e laureandi che vogliono speri-mentare la vita in una start -up, dal busi-ness plan alla realizzazione del progetto,senza impegnare capitali o rischiare inve-stimenti. I progetti realizzati da Sos sonoorientati al mondo del no profit e al ser-vizio della comunità. Inoltre, dal 2 Maggioverrà aperto un nuovo bando per start-upche vogliono entrare in TILT.

Michele Balbi , Presidente di Teorema,ha spiegato : "Il progetto di TILT prevedeun investimento pari a centomila europer ogni start-up, in cambio del 15 percento dell 'equity in media , percentualeassolutamente non fissa che varierà a se-conda dei casi specifici. All'inizio il mo-dello d 'assistenza alle start -up sarà costi-tuito da un modello ingegnerizzato. I pri-mi diciotto mesi sono molto simili per tut-te le start-up, poi l 'evoluzione segue unprocesso sartoriale: viene personalizzatoil modello in base alle esigenze della sin-gola impresa per farla crescere . Con le tresedi di Teorema a Trieste , Milano e Pado-va possiamo aiutare a fare networking,coaching tecnologico fino alla creazionedel prodotto , aiutare a portarlo sul merca-to e inserirlo nel marketplace per render-lo mondiale".

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Sui problemi che l'Italia affronta, CarloPurassanta , amministratore delegato diMicrosoft Italia sottolinea quello dei fon-di: "In Italia i Venture Capital hanno inve-stito 104 milioni di euro in aziende inno-vative , in Francia un miliardo e otto, inInghilterra quattro miliardi e tre, mentrea New York 7 miliardi e a San Francisco27 miliardi . Non serve per forza un gran-de ammontare di denaro per creare cosefantastiche . Ognuno di noi può fare qual-cosa , ci sono gli ingredienti e c'è la vo-lontà. Ma a un certo punto dell'attivitàservirà un milione di euro , e sarà neces-sario andare all'estero. 0 noi creiamo uncontesto di sviluppo oppure la start-up sene va a San Francisco e in dieci giorni tro-va un milione di euro di finanziamento.Bisogna creare le condizioni per offrire ilsostegno adeguato . Inoltre , bisogna trova-re start -up che sviluppino progetti per cuil'Italia può e deve eccellere nel mondo" .

Andarsene all'estero ma non troppoDecisyon è un esempio di impresa che

quando ha deciso di espandersi e orien-tarsi a un contesto internazionale, è vola-ta a San Francisco per raccogliere i fon-di necessari per fare il salto di qualità.Fondata nel 2005 da Franco Petrucci conAntonio Vivalda, sviluppa soluzioni di in-ternet of everything che analizzano i big da-ta raccolti dalle linee di produzione e of-frono una piattaforma collaborativa in cuile persone possono ragionare sui dati eprendere decisioni. Le soluzioni di Deci-syon connettono i sensori delle linee diproduzione con i processi, ad esempio ilrifornimento magazzino con l'andamentodella linea di produzione, e con le perso-

ne, gli operai di linea e i responsabili del-le linee di produzione condividono leanalisi in chat. Cosimo Palmisano, Vice-presidente di Decisyon, spiegava martedìscorso a Trieste: "L'internet of things non èfatto dai sensori e dalle raccolte di big da-ta, ma da milioni di persone: professioni-sti, fornitori, clienti, team che devono po-ter prendere decisioni sui processi di pro-duzione collaborando attorno ai dati for-niti dalle macchine."

Il sistema di Decisyon è strutturato co-me una sottospecie di social networkaziendale in cui sono presenti dei sistemidi messaggistica dove le macchine dialo-gano tra loro con parole e non con codici.Ad esempio, le macchine della linea diproduzione dei pacchetti della Ciobar Ca-meo segnalano cosa manca e il sistema dilogistica del magazzino risponde se le

scorte per il confezionamento sono pre-senti o meno. In aggiunta esiste un luogosimile alla bacheca di Facebook in cui,partendo dai big data raccolti e analizza-ti dalle macchine, i responsabili possonoritrovarsi e vedere tutti i contenuti pub-blicati su quel tema come ad esempio da-ti, file excel ed email. In questo modo sipossono prendere decisioni sul cambia-mento di alcuni aspetti della produzionein tempo reale . L'ultimo passaggio delprocesso sarà quello di trasformare insensori anche automobili ed elettrodome-stici, raccogliendo i feedback dei consu-matori che andranno così ad incidere di-rettamente sulla produzione.

Dopo aver operato in ambito nazionaleper quattro anni , nel 2009 Petrucci ha vo-luto competere nel mercato globale. Poi-ché i capitali in Italia erano inadeguati, è

volato in Silicon Valley, dove ha trovatoun altro socio, Cosimo Palmisano, e insie-me sono riusciti a ottenere un finanzia-mento dal fondo d'investimento AxelJohnson per 15 milioni di dollari. Grazie aquesto finanziamento Decisyon è riescaad aprire in America , a ottenere 200 clien-ti e ad avere una presenza in undici pae-si nel mondo . In seguito , si è accaparratoun altro importante e ingente finanzia-mento da 22 milioni di dollari da un grup-po di investitori guidati dalla società digrowth equity Catalystlnvestors. E' il piùgrande investimento arrivato da oltreo-ceano a un 'azienda italiana negli ultimiquindici anni. La sede di Decisyon, nono-stante questi investimenti esteri , è rima-sta a Latina, dove dà lavoro a cento ragaz-zi, molte dei quali provenienti dalla fa-coltà di ingegneria informatica della loca-le sede de La Sapienza.

Cosimo Palmisano , vicepresidente, dàal Foglio la sua opinione sulla situazioneitaliana: "Negli ultimi cinque anni ci sonostati molti cambiamenti a livello cultura-le nel mondo delle start -up. Adesso l'Ita-lia ha capito cosa significa fare questo ti-po di impresa, si sta concentrando su co-me sviluppare le start-up e il prossimopasso sarà rivolto a capire come farle fon-dere con le grandi aziende . C'è un ricam-bio culturale anche da parte delle azien-de italiane che stanno imparando a chie-dere alle start-up idee e soluzioni innova-tive. Hanno capito che le start -up sono piùdisponibili , economiche e flessibili"

Più attenzione per le impreseQuesta inversione di tendenza si può

notare ad esempio nal programma ad hocdi Enel, Enel Startup, che ha come obiet-tivo di affiancare le nuove imprese che vo-gliono portare innovazione nel mondo del-l'energia. Enel si offre come partner stra-tegico e industriale, fornendo il know-how,le strutture e una rete internazionale persostenere queste nuove realtà attraversopartnership con fondi di venture capital,università, centri di ricerca e incubatori.Per ora hanno valutato 1.200 start-up ehanno venti collaborazioni attive.

In Italia restano ancora diversi proble-mi per chi vuole aprire e sviluppare start-up. Continua Palmisano: "Senza dubbio i

fondi d'investimento sono deboli e pochi.Un'azienda che punta ad avere un respi-ro internazionale non riesce a farlo con ifondi presenti sul territorio. Quello cheserve è attrarre fondi d'investimento stra-nieri. Portare investimenti in Italia è mol-to difficile, ecco perché è assolutamentenecessario creare il contesto adatto. Unaltro punto debole dell'Italia è la scarsafocalizzazione sui clienti: le start-up devo-no andare velocemente sul mercato e bi-sogna essere aggressivi."

Serve davvero una Silicon Valley?L'Italia , senza dubbio , non è un paese

facile dove costruire un'impresa , soprat-tutto perché l'ecosistema imprenditorialeè fortemente influenzato dall'economiadel paese. Ciò è ancor più complicato seci poniamo come obiettivo quello di imi-tare un modello che è molto lontano dal-la nostra realtà e dalla nostra cultura. Ci

Quello che manca è Ia crescita,le start-up italiane non cresconovelocemente anche perché spessomancano i clienti

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serve davvero una Silicon Valley italiana?0 ci servono più start-up che sfruttino set-tori per cui c'è già un'eccellenza italiana?E riuscire a essere il leader mondiale inquesti campi? Il made in Italy continua aconquistare tutto il mondo ed è certamen-te un'opportunità da sfruttare.

Il problema che affrontano le start-upin Italia, oltre al problema del reperimen-to di fondi, è quello alla base della defi-nizione proprio del termine di start-upfornita da Paul Graham, fondatore dell'in-cubatore per eccellenza, Y Combinator."Una start-up è una società che cresce infretta. Tutto ruota intorno alla crescita. Lacrescita è il motivo per cui i Venture Ca-pital vogliono investire nelle start-up: nonperché i ritorni sono alti, ma perché gene-rare ritorni da capital gain è più sempli-ce che generarli dai dividendi."

Quello che manca è la crescita, le start-up italiane non crescono velocemente.Chi permette la crescita della start-upnon sono solo i fondi ma sono anche iclienti.

Il fatto di ricevere fondi dovrebbe met-tere la start-up nella posizione di vendereil proprio prodotto. Se la start-up non ven-de abbastanza rischia di rimanere a cor-to di contanti e continua ad avere bisognodi ulteriori investimenti. Ovviamentequalcosa non funziona. Se non si cresce, sirischia, inoltre, di perdere quote di mer-cato a favore dei competitori e quindi per-dere clienti.

Al contrario il mercato americano è an-che troppo focalizzato sulla crescita, lestart-up ricevono milioni come investi-menti e li bruciano come niente per anda-re avanti, per riuscire a ottenere le perfo-mance prefissate in modo tale da vendere

la impresa al miglior offerente. Questomodello, poi, rischia di cancellare la vi-sione dell'imprenditore di lungo periodoe ridurre la creazione di start-up a meroprofitto. Potrebbe venir a mancare la cre-scita in termini di impatto sulle comunitàlocali, di quell'ideale che l'imprenditoreseguiva quando ha deciso di iniziare l'at-tività.

Inoltre, lo spazio d'azione della nuovaimpresa rischia di ridursi all'ammontaredegli investimenti che si riesce a portarea casa. Amazon per nove anni non ha vistoun profitto ed era comunque leader delsettore dell'e-commerce. E Uber potreb-be essere un altro esempio. SecondoBloomberg, Uber ha raccolto più di 10 mi-

Il mercato americano e anchetroppo focalizzato sulla crescita,le start-up ricevono milioni comeinvestimenti e li bruciano subito

liardi di dollari di fondi, aggiudicandosiuna valutazione di 51 miliardi di dollari,però sembra che il business non generiabbastanza profitto. Ha un profitto in 80città americane, mentre secondo un'inter-vista del ceo, Uber perde un miliardo didollari all'anno nel mercato cinese.

Nonostante i numerosi luoghi comuniche circolano a riguardo, fondare e farcrescere una start-up è un mestiere duro.Il perché lo spiega ancora una volta PaulGraham: "Quando si crea una start-up cisi prefigge di risolvere un problema piùarduo di quanto le normali imprese sipropongono di risolvere"

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Dopo quattro anni aumentanoi brevetti delle imprese italianeLe richieste sono state 3979 e riguardano chimica, meccanica, elettronica

ROBERTO GIOVANNINIROMA

Le imprese italiane sono più in-novative di quanto si immagini,anche se restiamo lontani daimigliori «competitor», comeGermania o Corea del Sud. Se-condo il rapporto dell'Epo, l'Uf-ficio europeo dei brevetti, nel2015 le richieste di brevetto ita-liane sottoposte allo EuropeanPatent Office sono aumentatedel 9%, più del doppio rispettoalla media globale (+4,8%). Sitratta del maggior incrementodegli ultimi 10 anni. Indesit,Fiat-Fca e STMicroelectronicsle società che hanno inoltratopiù domande.

Dunque, società e inventori

italiani hanno inoltrato 3979 ri-chieste di brevetto contro le3649 del 2014. Un aumento chepermette di invertire la tenden-za dell'ultimo periodo, che ave-va registrato un calo nel nume-ro di domande per quattro anniconsecutivi. Ed è un dato che farisalire il nostro Paese dal-l'llma alla 10ma posizione nellaclassifica delle richieste, anchese siamo indietro: la Germaniasupera quota 24 mila e la Corea,che gioca fuori casa, è a 6411.Considerando la proporzionetra domande di brevetto e po-polazione, con 64 domande perogni milione di abitanti l'Italia èsolo al18° posto nel mondo.

«Il risultato - ha commenta-

to il presidente dell'Epo, BenoitBattistini - è dovuto al fatto chele imprese italiane hanno capi-to che per uscire dalla crisi èimportante investire in ricercaed innovazione, aumentando lecapacità piuttosto che taglian-do i costi». L'incremento deibrevetti italiani riguarda prin-cipalmente il settore dell'infor-matica, a +76%. Segue la comu-nicazione digitale (+59%), lafarmaceutica (+54%) e i sistemidi misurazione (+47%). La mag-gior parte delle richieste in ter-mini assoluti, invece, riguardala movimentazione (come gliimballaggi, i sistemi di traspor-to, i container), l'ingegneria ci-vile e i trasporti (in cui rientra

l'«automotive»).Con 107 richieste, Indesit è la

società italiana che è stata piùattiva, seguita da Fiat-Fca con84. Più distanti sono STMicro-electronics (58), Finmeccanica(39), Pirelli (39) e Chiesi Farma-ceutici (35). Dal punto vista ter-ritoriale, invece, dopo la Lom-bardia (1.295, ben il 33% del to-tale delle domande di brevet-to), le Regioni a maggior tassodi innovazione sono Emilia Ro-magna (15%) e Veneto (13%).Nella classifica per città Milanoè in testa con 806 richieste, di-stanziando Torino, secondacon 273, poi terza Roma (226) equarta Bologna (209).

«L'output migliora, però il

trend non ci permette di fare ilsalto decisivo per competeredavvero con il resto d'Europa»,sottolinea Daniele Archibugi,esperto di politiche dell'innova-zione del Cnr. Il contenuto hightech dei brevetti, in altre paro-le, resta basso. Imprese e Statonon investono abbastanza in ri-cerca e sviluppo: solo l'l% delpil contro il 4%, per esempio,della Svezia.

Intanto, a livello globale,l'Epo ha registrato un nuovo re-cord di richieste di brevetti,con +4,8% per 160mila richie-ste. Merito dell'exploit di Usa(+16,4%) e Cina (22,2%). Usa,Germania, Giappone, Francia eOlanda sono i primi Paesi pernumero di richieste, ma nell'Ueci sono tendenze non omoge-nee: la Spagna, come l'Italia, hainvertito il trend negativo, cre-scendo del 3,8%, mentre il Bel-gio ha fatto un balzo del 5,9%, laGran Bretagna del 5,7% el'Olanda del 3,3%.

A livello di società dopo laPhilips, che superato Samsung,seguono LG, Huawei e Sie-mens. Tra le prime 10 aziendeci sono quindi 4 società euro-pee (Philips, Siemens, Bosch,Basf), 3 americane (United Te-chnologies, Qualcomm, Gene-ral Electric), 2 coreane (Sam-sung, LG) e una cinese(Huawei).

9 BV NC NDALNNI DIRITTI RISERVATI

i t,a-11 i d,91, impre- ilaüane

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"Giocherete a Cali of Dutyper le strade del quartiere"Proxy42, la start up che piace agli americani

TORINO

«In Italia non è la burocra-zia. E nemmeno le tasse,quelle ci sono dappertutto.Quello che blocca l'innova-zione in Italia è la mancanzadi uno sbocco delle start up.Negli altri Paesi il sistema siautoalimenta: venture capi-tal, top manager, grandigruppi. In Italia il mercato ètroppo piccolo perché nascaun circolo virtuoso».

Francesco Ferrazzino, 39anni, di Lucca, è uno dei co-fondatori di Proxy24, la so-cietà che sta per lanciare unvideogame che promette dirivoluzionare il modo di gio-care con uno smartphone:Father.io. Proxy42 è in antici-po sui tempi, per questo l'in-teresse sul suo prodotto ètanto alto e ci sono 340.000gamer pronti a giocarlo. Fa-ther.io è un videogame in re-altà aumentata. State pas-seggiando per la strada e in-crociate un altro giocatore? Ivostri telefonini vi avvertono.E a quel punto comincia la sfi-da. Realtà vera e gioco si fon-dono sullo schermo dellosmartphone. Potete vedere lepersone, l'ambiente che vi

Non è tantola burocraziae nemmeno le tasse,che ci sono ovunque.E il mercato troppopiccolo e la mancanzadi sbocchi che bloccal'innovazione in italia

Francesco FerrazzinoCofondatoredi Proxy 42

circonda, ma questi sono «ve-stiti» da videogioco. Un video-gioco ambientato nel 2040.

Brevetti? «Uno solo - diceFerrazzino - In realtà un patentamericano. Avevamo pensatodi proteggere la nostra idea an-che con un brevetto europeo,ma quando abbiamo capito chechiunque avrebbe potuto mo-dificare anche solo la storia perriprodurre un prodotto similesenza incorrere in alcuna vio-lazione, abbiamo rinunciato».

Proteggere la proprietà in-tellettuale non è facile. Ma nonsolo. Pesa anche il target. «Ne-

gli Stati Uniti hanno investito4,5 miliardi di dollari nella re-altà aumentata. E il nostroprodotto ha un investitoreamericano».

Studiare il patent giusto, co-munque, non è cosa semplice.E la Proxy42 si è rivolta a unostudio specializzato di Parigiper ottenerlo. Perché ormai,per essere inventori, non bastaessere geniali, non basta averel'idea giusta, bisogna anche sa-pere come muoversi nell'intri-cato mondo dei brevetti e delleautorizzazioni.

«Fare innovazione è difficileovunque - dice Ferrazzino - Edè costoso. Il nostro patent è co-stato 12.000 e va rinnovatoogni anno». Per creare Fa-ther.io il team di Ferrazzino esoci ha lavorato duro e in silen-zio per quattro anni. Prima sul-l'app, lavoro da sviluppatoriclassico. Ma poi anche sul devi-ce: il videogame è giocabilegrazie a uno strumento ottico,"Inceptor", che trasforma ilcellulare in un'arma alla Call ofDuty. Dal primo prototipo aquello definitivo: oggi "Incep-tor" funziona a 50 metri. Vistalunga, come quella di Proxy42.

[RA. ZAN.]

RY N C N DALQINI DIRITTI RISERVATI

ro;La società'con

base a SanFrancisco,

team, ricercae sviluppo a

Trento, staper lanciare il

suo primovideogioco:

un Cali ofDuty in realtà

aumentatache promette

di rivoluzio-nare il settore

del gaming

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GGGrazie all'energia solareportiamo l'acqua dove non c'è"Solwa, il depuratore che aiuta l'Africa

TORINO

Sembra incredibile quel chesi può fare con un solo bre-vetto. Paolo Franceschetti èpartito dalla sua tesi di lau-rea e da quella ha inventatoSolwa, il primo modulo di de-purazione e desalinizzazionedell'acqua che funziona aenergia solare. Da quel pri-mo progetto, è nata un'interafabbrica di idee: essiccatoridi fanghi, essiccatori di cibo,serre agricole da deserto...un intero mondo che piacemolto all'Onu, tanto da averricevuto svariati premi (23solo nel 2015).

Oggi Solwa viene usato daalcune Ong in alcuni villaggiafricani che vivono grazie allasua acqua depurata. O in Pa-lestina. Ma arrivare a questopunto non è stato facile.

«Il problema principale èche in Italia esistono moltipremi, riconoscimenti, ma iocon le targhe non ci faccionulla. Mancano gli investito-ri reali, quelli che hanno ilcoraggio di investire» rac-conta Davide Franceschetti,fratello di Paolo e responsa-bile per l'area del centro eSud America.

Fare innovazionein Italia è difficile. Avetepresente il cartello:"Cercasi laureatocon esperienza"?Per gli innovatori è:"Cercasi start up conprototipo funzionante"

Davide FranceschettiResponsabile Centro e SudAmerica della Solwa

Solwa oggi fa parte dellaSantex Rimar Group. Ma cisono voluti cinque anni e deci-ne di dimostrazioni in tutte leuniversità del mondo prima ditrovare un gruppo deciso adacquistare la start up nata inVeneto.

«Fare innovazione, in Italia,è un po' come trovare lavoro -racconta ancora Davide Fran-ceschetti - Avete presente ilcartello "cercasi laureato conesperienza"? Ecco, per le startup è "cercasi start up con pro-totipo funzionante e garantito10 anni"». Ma un conto è forni-

re un'app, con costi relativa-mente contenuti, e mostrarlaal possibile acquirente. Un con-to è innovare inventando mac-chinari che costano 200.000euro. Qualcuno, quei soldi, pri-ma o poi li deve mettere se vuolvedere se l'idea funziona.

Quella di Solwa funzionava.E oggi la società italiana sta te-stando nuove funzionalità delsuo prodotto: ricavare acquapotabile dai fanghi. Scorie in-dustriali, che oggi dovrebberoessere smaltiti in discarica eche domani potrebbero trova-re un nuovo utilizzo.

Attualmente Solwa ha unbrevetto depositato ed è in cor-sa per depositarne altri due.Potrà avere un futuro? «Secambia la mentalità, certo. InItalia gli innovatori sono tan-tissimi e molti sono costretti adandare all'estero per trovare ifinanziamenti. Abbiamo colle-ghi che erano con noi al VegaPark di Mestre che sono andatiin Cile. Quello potrebbe essereun buon sistema: ogni anno in-vitano 40 start up da tutto ilmondo e le finanziamento persei mesi. Un buon modo per in-vestire».

[RA. ZAN.]

i aLa start upnata da un

brevettosemplice, undepuratore e

desalinizzato-re che va

a energiasolare, oggiporta acqua

potabile invillaggi del-l'Africa e hacreato una

serie di pro-getti paralleli

8 BY NC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

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Richiestebrevettiitaliani

2014

2015

+9%Con 107

richieste, Indesitè la societàitaliana che èstata più attiva,seguita da Fiat-Fca con 84. Piùdistanti sonoStMicroelectro-nics (58),Finmeccanica(39), Pirelli (39) eChiesi Farma-ceutici (35). Dalpunto di vistaterritoriale laLombardia è laprima

DOMANDE BREVETTI 64 domandeper milionedi abitantiItalia 18'nel monda

Informatica Comunicazione Farmaceutica Sistemidigitale di misurazione

LE SOCIETÀ PIÙ INNOVATIVE

107domande

84

1n FUELff

58

39 39 35

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RICERCAUna sola grande opera:

lo Human Technopole a MilanoAlberto Ziparo

ualche giorno fa MatteoRenzi è andato a Milano aprospettare entusiastica-

men il «nuovo orizzonte» dellaricerca italiana : l'annunciodell'avvio del progetto HumanTechnopole , un centro di ricercae innovazione affidato al IIT, Isti-tuto italiano di tecnologia di Ge-nova, ente di diritto privato chedisporrà - senza valutazione e se-lezione alcuna - di un finanzia-mento di 1 ,5 miliardi di euro indieci anni , 150 milioni l'anno dicui 80 milioni già stanziati dal bi-lancio 2015 (oltre ai 100 milioniannui di contributi «normali»all'Istituto). Il progetto si avvarràdel riutilizzo delle strutturedell'Expo milanese. Come stabili-to con un rapidodecreto di Presi-denza del Consi-glio e del Tesoro,atto da cui strana-mente manca pro-prio il ministerodell'Università edella Ricerca. 11mondo della ricer-ca e della scienzasta urlando di rab-bia e indignazio-ne. E paradossaleinfatti che mentredi tagliano fondi per università ericerca scientifica si trovi non untesoretto , ma «un tesorone» per fi-nanziare un'istituzione privata.Che - bontà sua - ha già indivi-duato i prossimi partner perl'operazione; non escludendo pe-raltro - almeno questo! - le uni-versità pubbliche milanesi.

A fronte di questo, il bilanciodell'università e della ricerca ita-liana langue: l'ultimo program-ma relativo ai Progetti di Ricercadi Interesse Nazionale , Prin, di-sporrà di appena 92 milioni di eu-ro, stanziati dopo oltre tre anni diattesa, a fronte delle oltre le 4400proposte presentate. Cosìnell'ambito di tale programma iprogetti prescelti non potrannooccupare più di 1 giovane ricerca-

tore. Sembra che si voglia incenti-vare, non bloccare, la «fuga deicervelli» in atto, le migliaia di gio-vani laureati che ogni anno lascia-no l'Italia. Come dimostrato daivincitori italiani di molti bandiper progetti comunitari, che peròoperano in servizio presso -e a be-neficio di - università ed istituzio-ni scientifiche estere. L'universitàe la ricerca italiana sembrano co-sì costituire, fin dai governi Berlu-sconi con un trend che prosegue.fino a Renzi, dei veri e propri acci-denti («altro che eccellenze») cuil'esecutivo deve ovviare, ridimen-sionando progressivamente quel-lo che evidentemente assume co-me problema. Altri dati illustranomeglio il quadro: fin dal ministe-ro Gelmini si sono ridotti il Ffo(Fondo di Finanziamento Ordina-rio) ed il First (Fondo Investimen-ti Ricerca Scientifica e Tecnologi-ca): a quest'ultimo sono andatimeno di 60 milioni di euro, com-preso il fondo per la ricerca di ba-se. Si parla di cifre in media pari a

circa undecimo di quanto investi-to negli altri grandi paesi europei.E il fondo è preannunciato in ri-duzione per il prossimo triennio.Ancora, perfino un settore tradi-zionalmente «ricco» della nostraricerca, quale quello dell'innova-zione nel primario, ha visto la re-lativa disponibilità contrarsi finoa 21 milioni di euro (il piccoloLussemburgo vi investe circa 10volte tanto). I fondi perla diffusio-ne della cultura scientifica sonostati quasi azzerati presso il Miur,erano rimasti 10 milioni di euro(20 volte meno che la media euro-pea) che si ridurranno del 40%nel prossimo triennio. Tutto ciòsi riflette ovviamente anchesull'organizzazione didattica: si

chiudono corsi ecorsi di laurea,mentre il recluta-mento con Abilita-zione è pratica-mente fermo: adue anni dalla con-clusione della pri-ma selezione (in-tanto è terminataanche la seconda),più dell'60% degliabilitati ad associa-to e del 70% diquelli di prima fa-

scia non hanno avuto modo di ac-cedere al nuovo ruolo.

In questi giorni più di 20 miladocenti universitari da tutta Italiastanno rifiutando di inviare i pro-pri prodotti scientifici per la VqR(Valutazione della Qualità dellaRicerca). I docenti contestano imetodi di valutazione adoperati,assai discutibili; ma soprattuttoadesso protestano per il bloccodegli scatti stipendiali, nonché iltrattamento carrieristico, pensio-nistico e di fine rapporto. Saran-no contentissimi a sapere chestanno finanziando la GrandeOpera per la ricerca pressol'Expo!

In tutto questo il governo asse-gna 1,5 miliardi di euro ad un en-te privato che però riutilizzerà «lestrutture dell'Expo». Forse il pro-blema è proprio questo, l'Expo:al di là della polemica attuale sui

20 milioni eventualmente persiper i costi dell'attività Expo rispet-to ai ricavi - su cui abilmente lagrancassa renziana, di cui Sala èuno dei portavoce milanesi, haoggi orientato il dibattito -, c'è,ben più grosso anche se rimastosullo sfondo, il problema della co-pertura dei costi dei terreni: undebito di miliardi di euro, che gra-va sulla Società Arexpo, cioè oggisu.Règione Lombardia e Comu-ne di Milano. La «bolla» è attual-mente in mano alle banche che,per evitarne lo scoppio fragoroso,hanno bisogno di risorse per ilriutilizzo di aree e strutture, checoprano il finanziamento deinuovi programmi di ridestinazio-ne, ma soprattutto il buco enor-me creatosi con l'acquisizionedelle aree. Come in casi analoghi,forse il vero obiettivo della «Gran-de Opera per la ricerca» non è laricerca.

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Per l'universo femminile sono differentii modi di vivere una fase importantedell'esistenza: comune l'esigenza di contrastarei sintomi fastidiosi e prevenire alcune malattie

ANNA DELLA [email protected]

i sono donne che accettano e vivono la menopausacon serenità e, afronte di sintomi che non disturba-no troppo, attendono che si risolvano da soli. Cenesono altre che si rassegnano ad un evento che influi-sce sulla percezione di sè e sulla qualità della vitaed accetta passivamente anche sintomi e disturbi

molto fastidiosi. C'è chi vive nalla nostalgia dell'adolescenza echi, infine, combatte contro un fastidio che interferisce con la pro-pria vita e cerca, dunque, soluzioni per continuare a stare bene.

Argomenti di cui si è parlato al Congresso mondiale della Socie-tà internazionale di Ginecologia endocrinologica che si chiudeoggi a Firenze. E di cui abbiamo parlato con il professor AndreaRiccardo Genazzani, ordinario di Ginecologia ed Ostericia all'Uni-versità di Pisa e presidente della Società internazionale di Gineco-logia endocrinologica.

La sintomatologia caratteristica della menopausa è varia esoggettiva , ma uno dei sintomi più frequenti e più conosciutisono le cosiddette vampate di calore. Di cosa si tratta? Che im-patto hanno sulla vita quotidiana delle donne colpite?

Le vampate di calore sono sicuramente uno dei sintomi più fre-quenti tra la popolazione femminile in menopausa. Il disturbo,che rientra tra quelli che colpiscono il sistema neuro-endocrino,si manifesta nella maggior parte delle donne (50%-90%) come tipi-co effetto acuto periferico. La frequenza e l'intensità del fenome-no sono assai variabili da donna a donna. Si tratta di una unasensazione transitoria e molto soggettiva di calore intenso e im-provviso, dovuta alla vasodilatazione cutanea, di durata e intensi-

tà variabile, percepita a livello del viso, del collo, del capo e deltorace. Di solito è seguita da sudorazione e sensazione di freddo.La causa delle vampate è la carenza di estrogeni, che modifica laproduzione di noradrenalina e serotonina e interferisce con i cen-tri deputati al controllo della temperatura corporea. t un sintomoche può alterare negativamente e in modo significativo la vita direlazione e la qualità di vita delle donne anche perché disturbaalcune delle funzioni vitali come il riposo notturno, provocandorisvegli improvvisi e insonnia.

Quali sono le patologie per le quali la menopausa comportaun aumento dei fattori di rischio ? E vero che alcuni sintomi dellamenopausa possono essere spia di alcune patologie?

La pre-menopausa e la post-menopausa sono caratterizzate dauna continua oscillazione ormonale che porta alla progressiva ri-duzione della componente estrogenica. Questo stravolgimentodell'attività endocrina comporta modificazioni importanti a cari-co degli organi riproduttivi, ma coinvolge anche tutti gli organinei quali sono presenti i recettori per gli estrogeni (cuore, vasisanguigni, cervello, ossa, apparato digerente) con conseguenteaumento del rischio per tutte le principali patologie degenerative:malattie cardiovascolari in senso lato, osteoporosi e fratture, de-pressione, demenze. Le vampate di calore e gli altri sintomi legatialla menopausa sono la spia di una maggiore fragilità della donnae di una sua particolare vulnerabilità in questa fase della vita.

Che cosa si intende per terapia ormonale sostitutiva?La terapia ormonale sostitutiva (Tos) sostituisce ciò che è anda-

to perduto, vale a dire gli estrogeni. Quando, come e per quanto

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tempo ricorrere ad essa, è una valuta-zione che viene eseguita dal ginecolo- A l Congressogo, insieme alla donna, in base ai di- mondialesturbie alla loro intensità, al rischioin - dl Ginecologiadividuale di incorrere in determinate endocrlnologlca, ilpatologie e all'approccio che la donna

professor enazzanlhanei confronti dellamenopausa. Soli-tamente, quando la donna ha conser - parla della Tosvato l'utero, laTos consiste nell'utiliz- e del rischio tumorezo continuativo o ciclico di estrogeni eprogesterone o progestinici per via orale, transdermica o transva-ginale. La terapia ripristina l'equilibrio ormonale antecedente al-la menopausa, migliora l'umore e apporta vantaggi significativiall'intero organismo e alla qualità della vita.

Rispetto alle tradizionali terapie ormonali sostitutive, è orapossibile ricorrere alla combinazione di estrogeni coniugati conun modulatore selettivo dei recettori degli estrogeni. In che ter-mini la nuova terapia rappresenta un passo avanti nelle Tos?

È un'importante innovazione terapeutica efficace nel contra-stare i sintomi correlati alla carenza di estrogeni, indicata per ledonne con utero per le quali la terapia progestinica non è appro-priata. Si tratta di una combinazione di estrogeni coniugati e baze-doxifene. Quindi una terapia ormonale senza progestinico. Gliestrogeni coniugati rimpiazzano la mancata produzione estroge-nica nelle donne in menopausa ed alleviano i sintomi menopau-sali. Poiché gli estrogeni promuovono la crescita dell'endome-trio, i loro effetti, se non contrastati, aumentano il rischio di iper-plasia e cancro dell' endometrio. Da qui la necessità dell' aggiuntadi bazedoxifene, che agisce come antagonista del recettore degliestrogeni nell'utero, riducendo notevolmente il rischio indottodagli estrogeni di iperplasia endometriale in donne non isterecto-mizzate. Infatti, il bazedoxifene è un modulatore selettivo del re-cettore degli estrogeni che, a seconda dei tessuti nei quali tali re-cettori sono espressi, può o agire da antagonista dei recettori (ef-fetti inibenti), come nel tessuto mammario ed endometriale, oagire da agonista su altri tessuti, con un effetto stimolante sui re-cettori. II

FemminTtà. Malgrado l'aumento dell'aspettativa di vita, l'età in cui le donne giungono alla menopausa naturale non è cambiata di molto negli ultimi secoli

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LA SCUO LA SAN T'AN NA t UNO I PROMOTORI

i oscola la cioccolatata»che .%_

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TOSCANA, terra di buon Chianti,bistecca alla Fiorentina e olio preli-bato. Da oggi non più, o meglio,non solo. Perché il Made in Tusca-ny ha sfornato un altro gioiello, daoggi tutto suo: la cioccolata, che daqueste parti si rinnova anche nelnome, diventando `Toscolata. Nonè solo una delizia del palato, maqualcosa di più; e questo perchèsomma alla valorizzazione di pro-dotti del territorio, l'esaltazione diproprietà nutraceutiche. Questidunque gli ingredienti che stannoalla base della ricetta, frutto a suavolta di un progetto coordinatodall'Istituto per la valorizzazionedel legno e delle specie arboree delCnr con l'università di Siena e diPisa, l'istituto di Scienze della vita

della scuola superiore Sant'Anna,grazie al finanziamento della Regio-ne. Obiettivo del progetto è quellodi valorizzare in chiave nutraceuti-ca i nostri prodotti tipici, trasfor-mandoli in alimenti innovativi abase di cacao.

TA T'E che per realizzare la Tosco-lata - prodotta da Vestri nel pro-prio stabilimento di Arezzo - al ca-cao si sono uniti frutti essiccati divarietà toscane, olio di oliva e fari-na di castagne. L' azienda partnerdel progetto, ha ospitato ieri nelsuo negozio fiorentino di Borgo de-gli Albizi la presentazione e l'assag-gio in anteprima dei nuovi prodot-ti della linea, alla presenza di tutti iricercatori. La cosa che rende infat-

ti la Toscolata davvero speciale, so-no gli effetti benefici che potrebbeavere sul sistema cardiovascolare.E per questo motivo che, in paralle-lo all'arrivo sul mercato, proseguela fase di sperimentazione clinicacondotta dai medici dell'aziendaospedaliera universitaria di Pisa,su 30 volontari portatori di almenotre fattori di rischio cardiovascola-re quali il fumo, il colesterolo alto,la familiarità per malattie cardiova-scolari , il sovrappeso e l'ipertensio-ne. Che di fatto ne stanno assumen-do 40 grammi al giorno, seguendoil protocollo sperimentale che alter-na la Toscolata con olio extravergi-ne di oliva con quella a base di me-la Panaia rossa, tipica del casenti-no.

Maurizio Costanzo

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K della Lav«Stop ai* testsugli animaliper studiaregli effettidï alcol e droghe»

L'espertoMucelli, università La Sapienza:«I meccanismi indotti nelle caviesono diversi dai modelli umani»

Gli animali non fumano, non bevono alcolicie non si drogano. Eppure continuano a essereutilizzati nei test sull'abuso di sostanze checreano dipendenza, comportamento tipica-mente umano e non facilmente riproducibilein esseri che sono sì senzienti e dunqueprovano dolore, paura, ansia , ma i cui mec-canismi mentali, anche per la mancanza deicondizionamenti psicologici e culturali tipicidella società umana, sono differenti. Un «para-dosso etico e scientifico» secondo la Lav, laLega anti vivisezione, che chiede il divieto im-mediato della sperimentazione animale inquesto campo. Si tratta di una prescrizione giàcontenuta in un decreto legislativo (il 26/2014)che ha recepito la normativa europea, ma la cuiattuazione è stata rimandata al primo gennaio2017. Una dilazione che, secondo l'associazio-ne, nasconde la scarsa volontà di dare realeattuazione alle nuove norme, che prevedonopure il bando degli xenotrapianti, ovvero loscambio di organi tra specie diverse. «Esperi-menti di questo genere sono atroci e anacroni-stici e da decenni non portano a nulla se non afinanziare chili esegue sostengono alla Lav

. Uno sperpero di risorse pubbliche che po-trebbero invece essere usate per prevenzione econtrasto alle dipendenze». Si parte dal pre-supposto che sono già note le conseguenzedannose di fumo, alcol e droghe. E il fatto chesiano in molti a farne uso e di conseguenzain molti ad ammalarsi e a essere curati dal si-stema sanitario fa si che a disposizione del-la ricerca ci sia oggi una casistica ampia, alpunto che, dicono i promotori dell'iniziativa, itest sugli animali rischiano solo di allungare itempi dell'individuazione di cure efficaci. «Imeccanismi di tossicodipendenza indotti neglianimali sono diversi e non estensibili ai mo-delli di tossicodipendenza umana spiegaRoberto Mucelli, docente di Modelli clinicidell e dipendenze alla Sapienza di Roma-Cambiano il funzionamento mentale, le moti-vazioni, il contesto di assunzione. Nella nostraspecie il fattore psicologico è determinante epreminente. La tossicodipendenza è un feno-meno tipicamente umano e solo in questocontesto può essere studiata». La legislazioneitaliana sugli animali da laboratorio, anchegrazie alle campagne delle associazioni am-bientaliste e a movimenti di opinione comequello formatosi attorno al caso Green Ilill, ètra le più avanzale in Europa ma questa caren-za ancora deve essere colmata. Di qui la cam-pagna che per due weekend (domani e dome-nica e il 12-13 marzo) porterà banchetti in deci-ne di piazze in Italia per una petizione al mini-stro della Salute per lo stop a questo genere ditest e sostenere la ricerca cruelty fregi.

Alessandro Sala© RIPRODUZIONE RISERVA [A

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V.'ia,, ggioDal 14 al 20 niarzo via alla Settimana del CervelloSCUOLA Imt alti studi Lucca eFondazione Mario Tobino insie-me per «La settimana del cervello»,un vero e proprio viaggio alla ricer-ca della mente. E' questo il filo con-duttore del ricco programma di in-contri scientifici divulgativi rivoltial grande pubblico che la ScuolaImt di Lucca e Fondazione Tobinohanno messo in campo, che si terràdal 14 al 20 marzo prossimi per laprima volta anche a Lucca, incontemporanea con migliaiadi eventi in tutto il mondo. Ilprogramma della manifestazio-ne, che gode del patrocinio del-la Società italiana di neuroeti-ca, è stato presentato ieri a Luc-ca, dal direttore di Imt AltiStudi Pietro Pietrini e dal di-rettore della Fondazione Mar-co Natalizi.

APERTURA in grande stilenel pomeriggio di lunedì 14marzo alle 15, nell'auditoriumCappella Guinigi, complessodi San Francesco, con un eventoche vede riunite ben tre delle cin-que Scuole di eccellenza italiane (ol-tre a Imt, la Scuola superioreSant'Anna di Pisa e lo luss di Pa-via. Senza parole: come comunicanopiante, animali e esseri umani è il tito-lo della conferenza a cui interver-

ranno Pierdomenico Perata (profes-sore di fisiologia vegetale e rettoredella Scuola Sant'Anna di Pisa),Giorgio Vallortigara (professore dineuroscienze Università di Tren-to), Michele Di Francesco (profes-sore di logica e filosofia della scien-za e rettore dell'Iuss di Pavia) e Pie-tro Pietrini (professore di biochimi-ca clinica e biologia molecolare cli-nica e direttore della Scuola Imt).

Seguirà nella sera stessa di lunedì(alle 21.15, nel complesso di SanMicheletto) la proiezione di «Taxidriver». A 40 anni dalla sua uscita,il tema del disagio mentale del vete-rano della guerra del Vietnam, im-personato da un giovane RobertDe Niro, propone una riflessionedi grande attualità sulla sofferenza

psichica. Lo psichiatra Enrico Mar-chi e Pietro Petrini, approfondiran-no il tema insieme al pubblico.

ALTRI eventi in programma mer-coledì 16 marzo alle 11, nel SanFrancesco appuntamento dedicatoallo sport SportivaMente: cosa rendespeciale il cervello degli atleti. Inter-verrà Emiliano Ricciardi, ricercato-re di biochimica clinica e biologia

molecolare clinica, Universitàdi Pisa. Giovedì 17 alle 20.30 aVilla Argentina a Viareggio, laproiezione del film Per le anti-che scale, tratto dall'omonimoromanzo di Mario Tobino. In-terverranno Marco Natalizi,Pietro Pietrini e lo psichiatraVittorio Volterra . Venerdì 18 al-le 14.30, la visita guidata all'exmanicomio di Maggiano (info:0583/327243). Alle 18, CappellaGuinigi, la conferenza La poten-za dell'immagine tra cervello e so-cietà, con Pietrini ed i professo-ri Maria Luisa Catoni e Nicola

Bassi. Sabato 19 alle 17, alla libreriaLucca Libri, incontro moderato daStefano Gattei Un mercato da brivi-do. Economia tra emozione e ragione,con Pietrini, Nicola Lattanzi pro-fessore economia aziendale all'Uni-versità di Pisa e Massimo Riccabo-ni di Imt.