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Il cibo nell’arte

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Il cibo nell’arte

L’abitudine di usare in pittura oggetti inanimati ha origini lontane

Preistoria: Bisonte di Altamira

La pittura è propiziatoria e la caccia risponde al bisogno primario di procurarsi il cibo

Preistoria: Bisonte di Altamira

Arte egizia: Scene agricole, anche di caccia hanno un ruolo importante e il cibo accompagna il defunto nell’aldilà, più erano decorate e ricche le tombe più permettevano al defunto una vita ultratterrena ricca di agi

L’arte romana poteva essere in questi casi o ornamentale (decorava le pareti delle abitazioni con festoni, fiori, foglie e frutti) oppure adoperata per gli arredi funebri, doni agli dei, insegne di negozi, doni che il padrone offriva ai suoi ospiti, su legno, riproducevano vari generi di cibo.

Arte romana: affresco dalla casa di Livia. Frutta, alberi e fiori arricchivano la rappresentazione di un paradiso terrestre

Arte paleocristiana: Il cibo è sorgente di vita spirituale e legato a un forte simbolismo (es. pesce=Gesù figlio di Dio, uva=sangue di Cristo

Arte bizantina: Mosaici di Ravenna.L’imperatore Giustiniano ed il suo seguito. Dono eucaristico, offerta del calice e della patena d’oro, che i due coniugi imperiali offrirono alla chiesa di San Vitale al momento della consacrazione.

Il ‘400: Umanesimo.Andrea Mantegna, pala di S.Zeno (particolare)L’abbondanza e la ricchezza sono sottolineate da cornucopie e festoni decorati con frutta, sono motivi che alludono all’immortalità e alla Resurrezione. Sulle aperture dello sfondo si può notare un rigoglioso roseto. L’uovo sopra al paralume è un uovo di struzzo, simbolo della fecondità di Maria e allo stesso tempo della sua verginità.

L’ultima cenaLeonardo da Vinci, 1494. E’ rappresentato l’istante successivo l’annuncio di Gesù. Ogni particolare è curato con estrema precisione, ogni apostolo ha il suo piatto, il suo bicchiere e il suo coltello. Nei piatti pesci e fette di arancia. Tovaglia di lino di Fiandra stirata a pressa. Giuda rovescia la saliera col sale: Gesù chiama i suoi discepoli “sale della Terra”, Giuda non è sarà un messaggero di Dio

La natura morta è un genere pittorico che rappresenta oggetti inanimati, si svilluppa maggiormente a fine ‘500 e soprattutto nel ‘600 in Europa, come genere autonomo.

Il ’500: RinascimentoGiuseppe Arcimboldo, Ritratto di Vertumno, Rodolfo II°

Bizzarra trasformazione della natura, creando ritratti burleschi che accontentano la passione della nobiltà per il “capriccio” e l’immagine ambigua.Elevatissima cura del particolare (derivazione nordica)

‘600: Differenti temi: angolo di cucina, cesti con frutta o verdura, tavole imbandite.Gli oggetti potevano essere rappresentati in modo ordinato o sparsi, le descrizioni dei diversi alimenti sono minuziose e sulle tavole si possono conoscere i cibi maggiormente consumati.

Annibale CarracciIl mangiafagioliRappresenta scene di vita quotidiana.Il pasto consumato è un cibo umile, accompagnato da un piccolo orcio di vino.

Il ‘600: Annibale Carracci, La bottega del macellaio. 185X266 cm, misura atipica per le pitture di genere. Sono state descritte con chiarezza le attività che si svolgono in macelleria. Una guardia controlla che venga rispettato l’ordine di non consumare carne in quaresima, ma gli anziani, sì, ecco perché rappresentata una vecchina sullo sfondo. A differenza delle altre pitture di genere, le figure erano rappresentate intere e non a mezzo busto.

Il ‘600: Pittore olandese: Golose nature morte. Particolari minuziosi ed eleganti, è evidente una ricerca con massima fedeltà al vero.I pittori spesso riproducono oggetti/alimenti che simboleggiano la fugacità delle cose terrene e l’ inarrestabile trascorrere del tempo, immagini che ricordano la fragilità della vita e dei piaceri terreni, per indurlo a riflettere sul vero significato dell’esistenza umana. (es. avanzi di cibo, frutta bacata, foglie accartocciate, ecc.)

La tavola ricca e

la tavola povera

Caravaggio è il primo artista che realizza una pittura morta autonoma. I fiamminghi analizzano gli oggetti separatamente, come fossero esposti, Caravaggio grazie alla luce crea l’impressione dello spazio. Anche nella sua pittura chiari elementi simbolici.

Il ‘600: Caravaggio, Cena in Emmaus (National Gallery, Londra) Prima tra le due Cene, colori più vivaci, Cristo imberbe. Pollo=Cristo vittima sacrificale, Canestra=Sacre scritture, Frutti=nutrimenti dello spirito tratti dall’Antico e Nuovo Testamento, vino=sangue di Cristo, acqua in brocca trasparente=anima immacolata di Cristo, pane=Corpo di Cristo

Il ‘600: Caravaggio, Cena in Emmaus (Milano, pinacoteca di Brera)

Toni più cupi, Cristo ha la barba mostra la sofferta ResurrezioneCorpi in penombra

Il ’700: Esteban MurilloBambini che mangiano uva e melone

Da ora, la natura mortaperde la caratteristicadi essere l’unico genereA cui un artista si dedica

L’800: Gustave Courbet, le vagliatrici di grano. Pittura fedele alla realtà quotidiana, ritrae chi con magri guadagni lavora la terra.

Eduard Manet, Les dejeuner sur l’herbe, Musée d’Orsay, Parigi, 1862 – 1863

Pierre-Auguste Renoir, La colazione dei canottieri, 1880 -1882, Phillips Collection Washington

L’’800: Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate. Un unico piatto di patate per tutti, da mangiare con le mani; una donna versa il caffè. L’artista si sente uno di loro, mettendo sotto luce il cibo dei poveri.

Fine ‘800

Paul Cezanne

Tante rappresentazioni come questa, tavole imbandite con vari oggetti realizzati a rapide pennellate di colore che evidenziano l’intera scena senza dare alcuna importanza ai particolari. Tutti gli elementi sono racchiusi in figure solide

Paul Cezanne, Natura morta con cesta, 1890/1894

Fine ‘800

Henry Matisse,La stanza rossa

Fauves. Tavolo e parete si confondono, bidimensionalità

Forte emotività

Cameriera porta frutta, pane e bevande

E’ un istante di vita quotidiana

La sala

da pranzo

Pablo Picasso:Merenda cubista: Gufo e ricci di mare

Nelle sue nature morte cubiste scompone e ricompone gli elementi per poterli osservare contemporaneamente da ogni punto di vista, superfici trattate in maniera rigida, colori brillanti, profondità nulla.

Arte moderna:Olga Costa, venditrice di frutta1951

Onore al Messico

Arte messicana:Diego Rivera,il mercato di Santiago

Opere di grandi dimensioni, strettamente legate al Messico

Il ‘900:Renato Guttuso,Il mercato di Vucciria1974

Realismo crudo, fortemente espressa l’anima della città siciliana, colori, luci e movimenti sembrano far udire il vociare tipico, quasi arabo e i profumi degli ingredienti tipici della cucina palermitana

Il ‘900: la Pop-Art

Roy Lichteinstein, Banane e pompelmo; Coppa di cristallo Stile pubblicitario che promette un mondo consumistico

Andy Warhol, rappresentante dell’arte pop, trasforma in opere d’arte i prodotti di consumo di massa usando anche immagini ripetute in serie: simboli dell’America moderna

“La bellezza di questo Paese consiste nel fatto che l’America ha creato una tradizione per cui i consumatori ricchi comprano in sostanza le stesse cose dei poveri” A. Warhol

POP ART

Il ‘900: la Pop-Art

Claes Oldenburg trasforma il cibo in monumento.Si iniziano a sperimentare nuovi materiali.

Pop Art:

Claes Oldenburg

Mangiare

alla Grande!

…quando il cibodiventa

monumento

Il ‘900: Un’arte da mangiarePiero Manzoni, uso degli alimenti in arte. Un uovo bollito con l’impronta del proprio dito da distribuire all’inagurazione della sua mostra. Un semplice uovo sodo consacrato a opera d’arte. Il pane simbolo di Milano: la michetta fissata nel caolino

Il ‘900: l’Arte PoveraDaniel Spoerri. Vere nature morte con oggetti di uso quotidiano, che prendono vita solo quando vengono utilizzate e quindi ad animarle sono i nostri gesti. Un momento della nostra giornata documentata dall’artista.

NON sparecchiare la tavola!!!

Il ‘900: l’Arte ConcettualeFelix Gonzalez Torres. Opere interattive, le caramelle si possono portare a casa, il fatto che finiscono poi, è una metafora della morte, la vita che si esaurisce.

Vuoi una caramella?

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Fernando BoteroDilatazione insolita dei

soggetti

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