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COLTIVARE UNA COMUNITA’ Aldo Cibic Tommaso Corà CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447

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1° presentazione:Aldo Cibic Tommaso Corà CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447 Nasce a Torino Rizomi progetto spontaneo di supporto, ricerca e avviamento all’agricoltura urbana ed alla rico- struzione di percorsi relazionali e conviviali attraverso l’autoproduzione alimentare. http://progettorizomi.wordpress.com/ http://www.terranauta.it/a1507/vita_in_campagna/rizomi_il_nuovo_ progetto_per_un_agricoltura_urbana.html

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COLTIVARE UNA COMUNITA’

Aldo CibicTommaso Corà

CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447

RizomiIl nuovo progetto per un’agricoltura urbana

Nasce a Torino Rizomi progetto spontaneo di supporto, ricerca e avviamento all’agricoltura urbana ed alla rico-struzione di percorsi relazionali e conviviali attraverso l’autoproduzione alimentare.

Le persone interessate a partecipare al progetto e a rea-lizzare nella propria casa, balcone o giardino un orto urba-no, contattando “Rizomi” si impegneranno a sottoscrivere uno “scambio” attraverso l’iscrizione alla Banca del Tempo, a condividere con altre persone i “frutti” del loro orto e a presentare un altro futuro “coltivatore urbano” in modo da estendere, ampliare e contaminare il progetto stesso.

http://progettorizomi.wordpress.com/http://www.terranauta.it/a1507/vita_in_campagna/rizomi_il_nuovo_progetto_per_un_agricoltura_urbana.html

ortetto“Brooklyn Grange”

E’ nata dall’ idea del coltivatore Ben Flanner che, dal 2009, promuove Eagle Street Rooftop Farm, la prima azien-da agricola realizzata sui tetti di NYC.

L’interesse e la passione di Flanner per gli alimenti “dalla fattoria alla tavola”, il suo entusiasmo, hanno portato un gruppo di aziende agricole, con legami nel campo della ristorazione, ad investire su questo progetto.

I prodotti organici della Brooklyn Grange sono coltivati in basi profonde 7.5 pollici con il terreno Rooflite, dell’a-zienda “Skyland” della Pensilvania. Rooflite è un terreno leggero composto di materia organica e piccole pietre porose che sono utilizza-te per per aggiungere i minerali necessari affinchè i prodotti si sviluppino in una condizione sana e ma-tura. L’uso di suolo organico significa che tutti i prodotti dalla Brooklyn Grange sono sostenibili al 100%.

http://barbarafalcone.wordpress.com/tag/agricoltura-urbana/

Agro HousingArchitettura sostenibile

Knafo Klimor Architects ha sviluppato Agro Housing per af-frontare le preoccupanti previsioni di crescita della Cina e dei suoi abitanti delle città, una tendenza che si riflette in numerosi paesi in via di sviluppo. Il concetto di Agro Housing presenta una visione urbana e sociale in gra-do di risolvere alcune problematiche di quell’urbanizzazione caotica, creando una nuova città.

Una miscela di vita urbana e rurale, uno spazio verticale in cui si unisce una serra a degli appartamenti, il concet-to nasce dalla possibilità per gli abitanti di produrre parte dei propri alimenti, riducendo il pendolarismo e fornendo uno spazio verde all’interno dell’edificio.

http://www.genitronsviluppo.com/2008/03/01/architettura-sostenibile-agro-housing-labitare-sostenibile-in-cina-frutta-e-verdura-dal-progetto-di-knafo-klimor-architects-vincitori-del-2°-international-architecture-competion-for-sustaina/

Monteveglio (Bo) Città di Transizione

Monteveglio è la prima città in Italia in cui nasce un’ini-ziativa di Transizione sul modello delle tante già avviate in Inghilterra e in altri paesi del mondo.

Siamo ora nella primissima fase di un processo che cercherà di immaginare e creare una comunità in grado di superare felicemente la sfida e i rischi connessi ai fenomeni combinati del Riscaldamento Globale e del Picco del Petrolio.

Il movimento di Transizione crede che solo con il coin-volgimento diretto di ogni comunità in tutte le sue componenti, cittadini, attività commerciali e produt-tive, amministrazione locale, associazioni, scuole si possano fare emergere le soluzioni più innovative ed efficaci per rispondere alle difficili sfide dei prossimi anni.

Ma soprattutto crediamo che riorganizzando il nostro modo di vivere in forme più sostenibili, solidali, re-sponsabili e in armonia con la natura produrremo prospettive di ricchezza e benessere davvero deside-rabili da tutti.

http://montevegliotransizione.wordpress.com/benvenuto/

SymbioCityLa città ecosostenibile

Innalzata sopra una antica zona portuale, SymbioCity è una piccola città autosufficiente con 11000 apparta-menti. I progettisti definiscono il quartiere, situato nella periferia sud della città di Stoccolma, il primo esempio di “città holística”, cioè città che è unitariamente autosufficiente, che è in grado di realizzare ogni necesita ed ogni bi-sogno di chi ci vive.

Verde, energia elettrica, acqua, aria pulita senza inquina-mento, trasporti pubblici, costruzione ecosostenibile, riscal-damento a costo zero, insomma una città ad impatto ambientale nullo in cui vivere spensieratamente. Ogni risorsa è utilizzata per alimentare la seguente risorsa, come in un circolo virtuoso. Ad esempio, la pioggia diventa acqua di scarico e la spazzatura viene bruciata per garantire energia elettrica e calore alle case. SymbioCity sembra essere un esperimento riuscito per dimostrare che lo sviluppo so-stenibile non è solo una possibilità concreta, ma anche eco-nomicamente conveniente.

http://www.symbiocity.org/en/Concept/

Arcipelago Sagarote

Arcipelago Sagarote, associazione di volontariato senza fini di lucro e movimento umano in cui arte e pensieri possono essere liberamente espressi.

Vive in un contesto rurale al fine di ristabilire un equilibrio armonico tra l’uomo e l’ambiente.

ARCIPELAGO E’ ... natura, animali, incontro, teatro, orti, video, artigianato artistico, musica, laboratori, asini, acco-glienza, marionette, attività ludiche...

Mira a promuovere un nuovo modello di vita sosteni-bile e di autosostentamento per migliorare la qualità della vita e consolidare valori umani di solidarietà e uguaglianza.

E’, inoltre, un luogo in cui il mondo degli ugual-abili è in contatto con quello dei divers-abili in modo naturale e lieve.

http://arcipelagosagarote.blogspot.com/p/perche-arcipelago-sagarote.html

Famiglie ‘affittano’ un contadinoNasce la prima comunità agricola

Riccardo Bandecchi ha 50 anni e nel ‘98, dopo aver svolto numerosi lavori, ha iniziato a dedicarsi alla coltiva-zione della terra aprendo una sua azienda agricola a Coli-gnola. Dopo qualche anno è però stato costretto a venderla a causa dell’inquinamento legato all’ex discarica. “E’ stato un anno duro, di preoccupazioni e riflessioni. Poi è nata quest’idea”.

Il progetto, unico in Italia e forse anche nel mondo, è quello di una ‘comunità agricola di produzione’, da cui l’acronimo Cap. Bandecchi, insieme ad altre due perso-ne, ha raccolto attorno a sè 74 famiglie insieme alle quali ha preso in affitto un terreno a Riglione. Lui farà quello che è il suo lavoro, ovvero coltivarlo, men-tre le famiglie pagheranno una quota mensile di 50 euro (o mezza quota a seconda dei nuclei familiari e della disponibilità) all’interno della quale è compreso il lavoro di Bandecchi, l’affitto del terreno, l’acquisto delle attrezzatture e tutte le altre spese necessarie. In cambio tutto quello che produrrà la terra sarà diviso per ogni quota.

http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2011/01/07/438807-nasce_pri-ma_comunita_agricola_famiglie_affittano.shtml

SOCIOPOLISFra Eco-citta’, Agricoltura e Societa’ Urbana

Sociopolis è nato come progetto pensato per un sito ai margini della città di Valencia, nella Huerta, al fine di affrontare una situazione comune nel processo di crescita urbana, dove ci si trova faccia a faccia con l’ambiente natu-rale e la periferia della città. Il progetto Sociopolis nasce per esplorare la possibilità di creare un “habitat condiviso” in grado di favorire una maggiore interazione sociale tra i suoi abitanti, proponendo nuove tipologie abitative in linea con le mutate con-dizioni familiari del nostro tempo, in un contesto di alta qualità ambientale.

L’urbano e il rurale non devono necessariamente es-sere due concetti opposti.

http://www.genitronsviluppo.com/2010/11/30/sociopolis/

www.ok-ambiente.com/2010/09/28/la-stupefacente-casa-uovo-piu-vo-lume-e-meno-superficie-per-abbattere-i-consumi-di-energia/

KasaUovo“Più volume e meno superficie”

Il progetto KasaUovo è nato da un’idea di Roberto Casati sviluppata brillantemente assieme ad un team di giovani professionisti pratesi: Marco Puggelli, Matteo Puggelli e Da-vid Santangelo.L’idea di fondo non è solo la modularità degli impianti che rendono più semplice l’edificazione: un altro importante obiettivo è l’eco-compatibilità ambientale e l’auto-sufficienza da un punto di vista energetico.Le caratteristiche principali della KasaUovo sono:- prefabbricazione e modularità: questo consente di avere bassi costi di realizzazione e messa in opera, ed al contem-po una personalizzazione nella disposizione delle aperture e degli ambienti interni.- risparmio energetico (casa passiva): ottenuto grazie ad un involucro esterno termoisolante e fonoisolante, ad infis-si termoriflettenti, ad una produzione di energia eolica ed energia solare, ad una caldaia a condensazione, al recupero delle acque reflue e meteoriche, ad una parete ventilata per il benessere termoigrometrico.- antisismicità: la struttura è in regola con le norme antisi-smiche. Si tratta di una costruzione di nuovissima con-cezione che, in determinate condizioni climatiche, puo consumare anche il 70% in meno di una casa normale. Kasauovo è bioclimatica, biocompatibile, a basso consumo energetico, priva degli impianti di riscaldamento e di condizionamento tradizionali.

www.welovenature.com/AndresNyquist

Anders Nyquist

Il mondo dell’architettura è stato coinvolto in que-sta politica e le maggiori compagnie legate all’edili-zia hanno sviluppato una propria politica ambienta-le certificata in accordo con la norma ISO 14001. La Svezia rappresenta, però, un caso, tutto sommato, isolato e l’e-sportazione della tecnologia e della metodologia sviluppata da Nyquist risulta, per il momento, abbastanza difficile. Il passato è fonte di sapere oltre che essere un grande contenitore di esperienze. L’umanità per migliaia di anni ha saputo costruire abitazioni in luoghi e climi diversi. Dob-biamo prendere spunto da ciò che è riuscito a resi-stere fino ai nostri tempi integrando questo sapere con quello che la tecnologia è in grado di offrirci. Pensiero Lineare. La nostra società è costruita tutta intorno ad un pensiero lineare. Una sorta di pensiero che si trova ovunque senza distinzione di lingua, anche in molte industrie e forse nella nostra vita privata di tutti i giorni. Il pensiero lineare ha la sua origine nella società industrializzata e dispo-ne di un sistema a larga scala. E’ la comunità che si prende cura degli scarti di produzione. La città può essere paragonata ad un sistema ecologico come un formicaio, che però non funziona. Il formicaio infatti sfrutta solo l’energia fornitagli dal sole, dalla fotosintesi e dalla vita biologica; inoltre non ci sono rifiuti mentre gli scarti prodotti dalle for-miche sono parte per l’inizio di una nuova vita.Pensiero Circolare. Si basa sull’energia solare, fotosin-tesi e vita biologica. E’ un sistema a piccola scala. Gli abitanti si prendono cura degli scarti prodotti.

Anders Nyquist, architetto di nazionalità svedese che da diver-si anni ha intrapreso la strada dell’architettura sostenibile, svi-luppando concetti riassumibili con termini quali “Green Building” and “Green Planning”. La visione sistemica lo porta a pensare ad eco-abitazioni costituenti piccoli villaggi a livello loca-le e a città sostenibili, integrate con il territorio, in una prospettiva globale. Adesso per fortuna il Governo attuale ha deciso di intraprendere una politica “verde” anche in campo edi-lizio. La sensibilizzazione su questo tema ha fatto sì che nel 1996 sia stata istituita, dal Governo svedese, una delegazione respon-sabile di far rispettare alla nazione gli accordi stipulati durante il Summit mondiale di Rio del 1992.

www. ok-ambiente.com/arcosanti/casa ecologica

Arcosanti“Laboratorio urbano - città esperimento”

Ossia ”un modello di città che coniuga architettura ed ecologia attraverso un processo ciclico di minia-turizzazione, complessità, durata” spiega Marco Feli-ci, ingegnere che si occupa di sviluppo urbano sostenibile e progettazione integrale che è stato allievo di Soleri. In Arcosanti ”si cerca un modello di habitat tridimensionale, complesso e frugale, che concentri le funzioni dell’abitare, evitando la proliferazione di periferie e lasciando al verde la maggiore estensione del territorio. E questo lo si fa at-traverso continui cicli di autocostruzione, con una ricerca non predeterminata da piani urbanistici sta-tici”. Ogni anno centinaia di volontari di ogni età provenien-ti da ogni parte del mondo partecipano al progetto per dare il proprio contributo nella concreta costruzione della città e per sperimentare di persona cosa significhi vivere in una città arcologica. Gli edifici, oggi come agli inizi degli anni settanta, sono costruiti principalmente da studenti senza una grossa esperienza alle spalle e i materiali usati sono spesso quelli trovati nel terreno circostante ad Arcosanti. Per Felici, ”Soleri si inserisce in un filone di pensiero che non limita la propria azione a matematiche con-siderazioni di ecocompatibilità, bensì vede l’opera-to dell’uomo come parte integrante dell’evoluzione della natura, e pertanto ne cerca una congruenza in tempi cosmogenici. Operando all’interno della con-gruenza dell’evoluzione naturale, il problema sostenibilità risulterebbe risolto all’origine, nel senso che non si sarebbe generata la catastrofe in corso per la quale abbiamo, a po-steriori, dovuto inventare il termine ecologia”.

Arcosanti è un laboratorio urbano che sta realizzando un pro-totipo di arcologia: il progetto di questa città pro-ambiente non ha ancora visto uno sviluppo pieno e radicale, ma l’i-dea di base coniuga sviluppo e responsabilità ecologica. Finora il progetto è autofinanziato quasi esclusivamente attraverso la produzione e la vendita dei Soleri Wind Bells, cam-pane di ceramica e di bronzo dotate di una sottile vela di metallo che permette loro di suonare con la sola forza del vento. ”Fare di più con meno”: meno risorse energetiche, meno inquinamento, meno spreco di spazio e di materiali. E’ questo l’imperativo base di Arcosanti: la ‘città esperimento’, fondata nel 1970 nel deserto dell’Arizona, lungo l’autostrada che collega Phoenix al Grand Can-yon, dall’architetto italiano Paolo Soleri.

www.mappecovillaggi.it

EcovillaggioComunità intenzionale sostenibile

Si condividono la terra o l’abitazione. Alcuni membri lavorano all’interno (agricoltura, ospitalità, organiz-zazione di corsi e seminari, artigianato, ecc.) mentre altri svolgono professioni convenzionali fuori dalla comunità. In generale gli ecovillaggi: “si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed eco-nomica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un grup-po umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni future”. In una società profondamente individualistica, l’idea di vivere insieme condividendo professionalità, esperienze, affetti, ri-sorse economiche e intellettuali un pò meraviglia. Abituati a vivere le nostre vite in anonimi condomini, stupisce che sia possibile condividere fuori della cerchia ristretta dei legami parentali l’educazione dei propri figli, la preparazione dei pasti, le pulizie, il lavoro. Eppure si tratta di scelte che oltre a migliorare la qua-lità della vita, perché liberano il tempo e aumenta-no la socialità, portano a una riduzione sensibile dei costi economici e ambientali. Provate a immaginare dei bambini che hanno la possibilità di crescere in compagnia di loro coetanei e con il sostegno anche di altri genitori adulti che a turno fanno da animatori fuori degli orari di scuola, e soprattutto che possono giocare nella natura con anatre, conigli, capre.

Il termine ecovillaggio è un neologismo mutuato dall’anglosas-sone “eco-village”, coniato per la prima volta da Robert e Diane Gilman che utilizzarono tale termine nel volume Eco-villages and Susteinable Communities nel 1991. Un ecovillaggio è “comu-nità intenzionale ecosostenibile” formata da un gruppo di persone che hanno scelto di lavorare insieme con un ideale o una visione comune. Vi sono ecovillaggi nati con l’o-biettivo di ridare vita ad un vecchio borgo abbandonato ed altri sorti intorno all’idea di sperimentare un modello sociale alternati-vo basato sui principi della solidarietà e della nonviolenza. Alcuni sono legati ad una scelta di vita spirituale; altri ancora si sono formati per sperimentare un modello di società a basso impatto ambientale basato sulla riduzione dei consumi e l’autosufficienza.

www.passileggerisullaterra.it/Bioedilizia_ruspante.html

Bioedilizia ruspanteAutocostruzione e Avviamenti di cantiere

culturali, tecnologiche, materiali del passato di una data ci-viltà non siano inferiori a quelle moderne, anzi a volte, proporzionate al bisogno sono migliori. “la tradizione non va ripetuta ma continuata”. V. Inter-disciplinarità: le competenze del gruppo sono varie ed eterogenee. Avere diversi punti di vista aiuti a valutare meglio un problema e proporre soluzioni originali ed appro-priate. Durante un progetto, l’emergere delle diversi-tà da la possibilità di trarre ispirazione dalle diverse prospettive e di completarsi.VI. Fare esperienza diretta: convolgersi con le mani, la mente, il corpo, tutti i sensi in esperienze emozio-nalmente pregnanti aiuta ad imparare, ricordare e aver voglia di approfondire.VII. Bioregionalismo e intercultura: oggi si affacciano vecchi e nuovi problemi quali la salvaguardia dell’identità locale: le lingue, le usanze dall’altra la costruzione di un’identità in grado di confrontarsi in un contesto globale. Non si mira all’autarchia, la chiusura, l’autosufficienza; al contrario, spesso, conoscere le proprie radici aiuta il confronto con persone e culture diverse trovando più punti in comune e sapendo attribuire un senso alle differen-ze. VIII. Scoprire il territorio: esplorare il territorio per conte-stualizzarlo, scoprire le particolarità e le risorse di quello “che abbiamo sempre avuto sotto il naso e non ab-biamo mai visto” andando a piedi, in bicicletta o con altri mezzi a basso impatto ambientale, ricchi di emozioni e che non creino t raffico…IX. Coinvolgere il contesto: il discorso si può allargare a macchia d’olio ai nonni, i genitori, gli amici perché venga-no a raccontarci quello che sanno o per realizzare un cantiere partecipato.

II. L’ecologia… o le ecologie; fra i vari studi o teorie rimane una sensibilità rispetto agli equilibri fra uomo e pianetà e la volontà di maturare sempre una più ampia consapevolezza delle con-seguenze delle nostre azioni per lasciare ai posteri un mondo migliore di quello che abbiamo trovato alla nascita.III. Le tecnologie appropriate: sono modalità, strategie e stru-menti che possono far fronte ad ogni bisogno ed esigenza uma-na. Una forchetta è una tecnologia, un impianto solare termico, una stufa, un libro… A monte c’è una riflessione costante per arrivare a capire quali sono i bisogni veri e quelli in-dotti. Quando una tecnologia è appropriata? Quando risolve un problema senza crearne un altro più grande…”IV. Interazione fra passato e futuro: pensiamo che i saperi tradi-zionali siano un bene da non sottovalutare, che le tradizioni

I. I materiali naturali: soddisfare i propri bi-sogni attingendo da ciò che la natura ci offre. I loro pregi sono quel-li di essere rinno-vabili di estrazione non dannosa e di ri-entrare nel ciclo vi-tale senza produrre scarti o rifiuti inqui-nanti recuperando i saperi che possono renderle godibili ed utili.

http://www.treehugger.com/files/2008/07/vertical-garden.php produc-tion situations

High Density Vertical Growth GardenLittle vegetable gardening

In Victorian times, houses were very narrow, multi-storied,and had a small “footprint” on the land. This left more land for private gardening, and commons, among other things. Then came the 1960s, and “ranch style” homes, with half-acre grass covered lots. By the 1970’s anyone with a vege-table garden in a suburban or city back yard were “hippies,” “weird,” or “old fashioned.”The 1990’s saw the boom of Mega-Mansions on postagestamp sized lots, weekly lawn-care crew visits, and still littlevegetable gardening on a respectable scale, regardless ofwhether one lives in the city or the suburbs. Now we have an oil crisis overlain with a salmonella crisis: both of which the US Federal government seems incapable of dealing with. Vertical gardening might help change that....the system is designed to grow vegetables and other fo-ods much more efficiently and with greater food value than in agricultural field conditions. The HDVG system demon-strates the following characteristics:* Produces approximately 20 times the normal produc-tion volume for field crops* Requires 5% of the normal water requirements for field crops* Can be built on non arable lands and close to major city markets* Can work in a variety of environments: urban, su-burban, countryside, desert etc.* Does not use herbicides or pesticides* Will have very significant operating and capital cost savin-gs over field agriculture* Will drastically reduce transportation costs to mar-ket resulting in further savings, higher quality and fresher foods on delivery, and less transportation pollution* Will be easily scalable from small to very large food

http://www.treehugger.com/files/2009/05/romses-architects-vertical-farm.php

Harvest GreenVertical Farm by Romses Architects

The concept of ‘harvest’ is explored in the project through the vertical farming of vegetables, herbs, fruits, fish, egg laying chickens, and a boutique goat and sheep dairy facili-ty. In addition, renewable energy will be harvested via gre-en building design elements harnessing geothermal, wind and solar power. The buildings have photovoltaic glazing and incorporate small and large-scale wind turbines to turn the structure into solar and wind-farm infrastructure. In ad-dition, vertical farming potentially adds energy back to the grid via methane generation from composting non-edible parts of plants and animals. Furthermore, a large rainwa-ter cistern terminates the top of the ‘harvest tower’ provi-ding on-site irrigation for the numerous indoor and outdoor crops and roof gardens.In addition to food and energy harvesting, the proposal purposefully incorporates program uses for residential, transit, a large farmers market and supermarket, office and agricultural research and educational facilities, and food re-lated retail/hospitality. The result will be a highly dynamic synergy of uses that compliment and support each other.

http://www.treehugger.com/files/2008/04/vertical-diagonal-farm-in-new-york.php

Vertical Farm from Work AC in NYC

We love vertical farms and while they may not be as practi-cal as green roofs, the idea of food being grown right in the city doesn’t get any more local than this. New York magazi-ne asked four architects to dream up proposals for a lot on Canal Street and Work AC came up with this.“We thought we’d bring the farm back to the city and stretch it vertically,” says Work AC co-principal Dan Wood. “We are interested in urban farming and the notion of trying to make our cities more sustainable by cutting the miles [food travels],” adds his co-principal (and wife) Amale Andraos. Underneath is what appears to be a farmers market, sel-ling what grows above. Artists would be commissioned to design the columns that hold it up and define the space under: “We show a Brancusi, but it could be anyone,” says Wood. :New York Magazine Keep reading for more vertical farms covered in Treehugger.

It is a “Center for Urban Agriculture,” a building, located on a .72-acre site, that includes fields for growing vegetables and grains, greenhouses, rooftop gardens and even a chi-cken farm.” Mithun Architects’ Vertical Farm for Seattle.

http://www.treehugger.com/files/2008/06/public-farm-1-now-open-for-picking-at-ps1.php

Public Farm 1 at PS1

Public Farm 1—or “PF 1”— was the Young Architect Pro-gram (PS 1’s YAP) winning project this year. PF1 looks something like a “floating carpet” made up of slanted rows of large cardboard planter tubes sweeping high above the gravel courtyard. The planting tubes are constructed in circular daisy patterns, with a “picking hole” inside each grouping. At the points where the rows of planting tubes are only a few feet out of reach, visitors can use a lad-der to rise up out of the picking holes and pick the plants growing in the tubes around them. For the outer points at which the tubes are much further from the ground, there is a genie to lift the pickers up.In the center of the farm there lies a refreshing wading pool.The tubes are labeled from below so you can see what’s growing up there, e.g., Collard greens are at picking-with-a-ladder height, while herbs and strawberries are located lower down in the center. The plants are watered by a drip rainwater irrigation system, and the cistern is located in the chicken coop.The chickens lay ½ a dozen eggs a day.Some of the eggs are collected for eating, and some of them have hatched some adorable two week old chicks! There are no roosters per NY legislation. The entire instal-lation is powered by 16 solar panels –so it is entirely off grid. The solar panels will also power a juicing station, by Amale Andraos and Dan Wood.

RELAZIONI AGRI_URBANEGenerare rapporti sostenibili.

Nella ricerca si portano avanti diversi punti di vista, in modo tale da non tralasciare nessun aspetto del tema così mul-tidisciplinare. Abbiamo provato ad approfondire alcune pa-role che secondo noi sono un po’ il fulcro del tema, come:- Agricoltura, attività perno del luogo, nel significato più tradizionale del termine, sia per i luoghi che per la creazione di relazioni che è in grado di sviluppare.- Architettura, in grado di instaurare relazioni fin dal mo-mento in cui si pensa al “lavoro”. Relazionarsi dal momento in cui si pensa all’idea, al momento in cui si realizza la strut-tura e relazionarsi nel momenti in cui si vive la struttura.- Uomo_Ambiente_Comunità, quando l’uomo crea attra-verso l’attività un ambiente o una determinata situazione. Quando l’ambiente c’è se c’è l’attività e l’attività c’è se c’è l’ambiente. Creando così una trama di relazioni, entità e luoghi. Relazionarsi, creare socialità, ... attraverso un ob-biettivo comune, mantenendo una determinata qualità di vita nel rispetto dell’ambiente in cui siamo. Una scelta mi-rata per chi è in grado di capire ed offrire la conoscenza propria ed altrui.I progetti analizzati sono molto ambiziosi che, forse, ancora troppo lontani dalla realtà che si vive, ma con obiettivi vol-ti alla creazione di situazioni più armoniose ed equilibrate. Piccole realtà che vanno avanti da sole, in grado di diffon-dere tramite una fitta trama, grazie anche alle tecnologie web, le idee ed i meccanismi di un sistema tale. Si diffondono a macchia d’olio comunità isolate che sono state in grado di riqualificare una periferia ormai degradata, ponendosi come obiettivo il vivere sano, nel modo meno “invasivo” possibile facendo parte di un sistema o di un ci-clo, senza interrompere o modificare niente.

CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447

Ricerca

RELAZIONI AGRI_URBANEGenerare rapporti sostenibili.

Dalla ricerca effettuata si nota l’esigenza di ri-relazionarsi con l’altro, proprio come succedeva ai tempi dei nostri non-ni. Quindi nascono comunità spontanee con l’obbiettivo di una vita più sana, sia per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse alimentari che del fabbisogno energetico, ma, ma soprattutto , di instaurare vere e proprio relazioni uma-ne tra individui che , nella società di oggi, non esistono più.

Quindi l’idea di progetto prevede la sistemazione e organiz-zazione dell’Agri-Villaggio da tutti i punti di vista ( architet-tura, agricoltura, energia, ...) in modo tale da favorire le re-lazioni e i rapporti tra gli individui attraverso spazi comuni, condivisione dei prodotti agricoli e di allevamento, riutilizzo di materiale di scarto e rifiuti per creare energia. Le parole chiavi che andiamo a perseguire saranno, quindi, attività, percorsi e paesaggio.

Ideare un insediamento umano senza cercare di modificare o distruggere un ambiente già esistente dai cicli funzionali alla sopravvivenza dell’uomo, con qualità della vità.

CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447

Idea di Progetto