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L'onda. Sulla pratica del totalitarismo Scritto da Claudio Lugi 09 Mar, 2009 at 06:04 PM La teoria diventa una forza materiale appena conquista la massa.” Karl Marx La Storia, come ben sanno le migliaia di insegnanti italiani, è la disciplina che più d’ogni altra ha subito “tagli” nell’orario e nei programmi, superando, a fatica, i pericolosi tentativi di revisione e “riscrittura” dei manuali scolastici. Tuttavia, l’attacco decisivo le è stato sferrato proprio da coloro i quali, per tradizione e vocazione, dovrebbero eleggerla a “maestra di vita”, cioè i discenti. Non a caso il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer sosteneva che “la massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.” Tale affermazione può essere senz’altro adottata come corollario della vicenda narrata ne L’Onda, intenso dramma “a tesi” diretto da Dennis Gansel, e tratto dal racconto omonimo di William Ron Jones e dal film-tv The Wave di Johnny Dawkins e Ron Birnbach. Nella fattispecie la tesi si prefigge di dimostrare che la Storia tende a ripetersi, magari in forme differenti, che il rischio del totalitarismo è più forte di quanto si pensi, e che il nazismo può tornare a manifestarsi prepotentemente, come fenomeno di massa, anche nella Germania odierna. In un liceo tedesco il professor Rainer Wenger (Jürgen Vogel), nell’ambito dei corsi tematici di durata settimanale, che di tanto in tanto interrompono la didattica tradizionale, tiene un seminario sull’autocrazia che riscuote numerose adesioni in virtù del carisma del docente - è un tipo giovanile, sportivo e rockettaro - più dell’attrazione per l’argomento. Del resto gli studenti sono perlopiù gli stessi di qualsiasi altra parte del mondo occidentale: scettici o nichilisti, storditi dalla musica e dallo “sballo”, coniugano opportunamente moda e trasgressione, ambientalismo e consumismo. Wenger è consapevole dell’inutilità di un ciclo di lezioni frontali sul tema della dittatura, e così, propone un approccio decisamente più pragmatico: richiede il massimo rispetto nei confronti dell’insegnante inteso come “capo” e guida ideologica, recupera la disciplina (fisica e mentale), lo spirito di gruppo, la 1 di 5

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L'onda. Sulla pratica del totalitarismo

Scritto da Claudio Lugi

09 Mar, 2009 at 06:04 PM

“La teoria diventa una forza materiale appena conquista la massa.”Karl Marx

La Storia, come ben sanno le migliaia di insegnanti italiani, è la disciplina chepiù d’ogni altra ha subito “tagli” nell’orario e nei programmi, superando, afatica, i pericolosi tentativi di revisione e “riscrittura” dei manuali scolastici.Tuttavia, l’attacco decisivo le è stato sferrato proprio da coloro i quali, pertradizione e vocazione, dovrebbero eleggerla a “maestra di vita”, cioè idiscenti. Non a caso il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer sosteneva che“la massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.”

Tale affermazione può esseresenz’altro adottata comecorollario della vicenda narratane L’Onda, intenso dramma “atesi” diretto da Dennis Gansel, etratto dal racconto omonimo diWilliam Ron Jones e dal film-tvThe Wave di Johnny Dawkins eRon Birnbach. Nella fattispecie latesi si prefigge di dimostrare chela Storia tende a ripetersi, magariin forme differenti, che il rischiodel totalitarismo è più forte diquanto si pensi, e che il nazismo

può tornare a manifestarsi prepotentemente, come fenomeno di massa,anche nella Germania odierna.

In un liceo tedesco il professor Rainer Wenger (Jürgen Vogel), nell’ambitodei corsi tematici di durata settimanale, che di tanto in tanto interrompono ladidattica tradizionale, tiene un seminario sull’autocrazia che riscuotenumerose adesioni in virtù del carisma del docente - è un tipo giovanile,sportivo e rockettaro - più dell’attrazione per l’argomento. Del resto glistudenti sono perlopiù gli stessi di qualsiasi altra parte del mondooccidentale: scettici o nichilisti, storditi dalla musica e dallo “sballo”,coniugano opportunamente moda e trasgressione, ambientalismo econsumismo.

Wenger è consapevole dell’inutilità di un ciclo di lezioni frontali sul tema delladittatura, e così, propone un approccio decisamente più pragmatico: richiedeil massimo rispetto nei confronti dell’insegnante inteso come “capo” e guidaideologica, recupera la disciplina (fisica e mentale), lo spirito di gruppo, la

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competitività, l’annullamento delle differenze tra gli individui. Dopo qualchetitubanza, la classe inizia a far proprie le istanze proposte fondando unasorta di movimento, battezzato L’Onda, con tanto di logo, saluto e divisad’ordinanza: una camicia bianca e un paio di blue-jeans.

Nei pochi giorni diquest’esperienza i giovaniriscoprono l’orgoglio e l’ordine,l’esoterismo e il militarismo,senza per questo abbandonare“i feticci della contemporaneità”:il culto del corpo e il rock, le festein spiaggia e le bevute, gliincontri sportivi e il web. Ma ilteppismo e la violenza nontardano a manifestarsi, primacome un’affermazione di identitàindividuali, poi come praticaesteticamente e moralmente

condivisa, al fine di promuovere il successo del movimento, in azionidimostrative, di propaganda e di intimidazione, ai limiti del codice penale.

A questo punto l’esperimento sembra giunto a buon fine, e il professorWenger potrà trarne le debite conclusioni, per indurre alla riflessione,sciogliendo, altresì, il gruppo. Questo, almeno, è quanto gli richiedono gliallievi più maturi e sensibili - dissidenti - Karo (Ulrich), o come la moglie,nonché collega, Anke (Paul). Ma non è più tanto semplice fermare l’Onda,che possiede ormai una sua vita autonoma. Gli studenti in camicia bianca,infatti, hanno iniziato a minacciare gli altri giovani “non allineati”, creandocosì un clima di tensione e intimidazione.

Marco (Riemelt), il fidanzato di Karo, la picchia per futili motivi. Tim (Lau), inrotta con la propria famiglia che gli preferisce il fratello, si è procuratoun’arma, con la quale minaccia un gruppo di anarchici che l’aveva aggredito,apostrofando come “fascisti esaltati” i suoi compagni. Non solo. notte Timstaziona fuori dall’abitazione sul lago di Rainer Wenger a protezionedell’incolumità del suo mentore. Infine, una partita di pallanuoto contro unaltro liceo della città degenera in un’inaudita esplosione di violenza.

L’Onda è sfuggita del tutto alcontrollo del suo ispiratore, mainterromperne il flusso è divenutoassolutamente necessario. Unassurdo tributo di sangue siappresta ad essere pagato, dairagazzi e dall’insegnante, perritrovare la coscienza smarritanel processo di omologazione.Inculcare idee distorte in soggettideboli e insicuri, fornire loro alibi

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e miti è un crimine a tutti gli effetti. Ce lo rammenta l’esperienza storica piùrecente, le dichiarazioni di responsabilità di Adriano Sofri nell’omicidio delcommissario Luigi Calabresi, più volte additato negli anni Settanta, anche amezzo stampa, come il “boia” dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Ce lo indicano itanti “cattivi maestri” del cinema, a cominciare da Germania anno zero(1948) di Rossellini, in cui Edmund, il piccolo protagonista, involontariamenteplagiato dal maestro, uccide il padre infermo.

Ne L’attimo fuggente (1989), di Peter Weir, invece, anche un docente“illuminato”, adottato come “maestro di vita”, può provocare negli allievistimoli e sogni che possono portare a conseguenze tragiche. Se, però,mutando prospettiva, scegliamo l’apprendistato al totalitarismo come chiavedi lettura del film di Gansel, Train de vie (1998), di Radu Mihaileanu, divieneun riferimento obbligato in quanto il gioco di ruolo tra persecutori eperseguitati, carnefici e vittime, è l’artificio, speculare e farsesco, checonsente la salvezza di un convoglio di ebrei sfuggiti in treno alladeportazione nazista.

L’Onda è un’opera di grande impatto emotivo che non lascerà indifferenti irecettori giovanili, e dunque, gli studenti delle scuole superiori a cui lapellicola è diretta. Tuttavia, l’approccio al film offrirà agli insegnanti un’ottimaoccasione di confronto sulle comuni radici storiche e sociologiche delledittature, e sul ruolo della filosofia e della psicologia delle masse nella nascitae nello sviluppo dei totalitarismi. Inoltre, il film potrà fornire agli educatori unulteriore spunto di autoanalisi perché porta a interrogarsi sull’eticapedagogica in rapporto alla soddisfazione del proprio ego, sull’efficaciadell’insegnamento “teatrale”, e sul coinvolgimento personale in merito aibisogni e alle richieste, inconsce o manifeste, dei discenti.

Scheda tecnicaL’Onda, regia di Dennis Gansel. Con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, JenniferUlrich, Christiane Paul, Jacob Matschenz, Cristina do Rego, Elyas M'Barek, MaximilianVollmar, Max Mauff. Distribuzione: BIM

Sulla teoria del totalitarismo“L’io collettivo è guidato ad autodeterminarsi e ad esprimer sé molto più da gli istinti o libidini vitali, (che sono le fasi

acquisite e le arcaiche e di già compendiate del divenire), cioè in definitiva da Eros, che non da ragione o da

ragionata conoscenza (che d’è la fase in atto, o futura che tu te ne fabbrichi).”

Carlo Emilio Gadda, Eros e Priapo

Presentato al ventiseiesimo Festival del Film di Torino, L’Onda haconquistato il pubblico grazie alla potenza delle immagini e al coinvolgimentoemotivo che suscita la vicenda, derivata dagli eventi accaduti nel lontano

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1967 alla Cubberley High School di Palo Alto, California, dove il prof. RonJones, in risposta a uno studente che l’interrogava su come sia statopossibile che milioni di cittadini tedeschi si fossero dichiarati ignari delledeportazioni e dello sterminio degli ebrei, decise di applicare nella propriaclasse uno stretto regime disciplinare che limitasse significativamente lalibertà degli allievi e li organizzasse in un’unità detta “La terza onda”.

Tale sperimentazione provocò il comprensibile stupore dell’insegnante e lereazioni entusiastiche da parte dei ragazzi, i quali, nei giorni successiviestesero a tutta la scuola il nuovo ordine per mezzo di minacce, coercizioni,e violenze di vario genere. Dopo cinque giorni Ron Jones sospese ilpericoloso esperimento, che nel 1981 è stato raccontato dallo scrittoreamericano Todd Strasser nel libro The Wave, da cui Dennis Gansel e PeterThorwarth hanno ricavato la sceneggiatura per Die Welle - L’Onda.Naturalmente questi ultimi hanno adattato la storia originale al contestotedesco attuale, modificando diversi particolari, e soprattutto il finale, che nelfilm culmina nella tragedia.

Sebbene i comportamenti descritti ne L’Onda possano indurre a meraviglia esconcerto, diversi studi in materia di psicologia, sociologia e filosofia hanno,in un passato anche piuttosto recente, risposto in maniera efficace agliinterrogativi sollevati dall’opera filmica in esame. Sigmund Freud, inPsicologia delle masse e analisi dell’io (1921) affrontando il rapporto trapsicologia individuale e sociologia, afferma che la psicologia sociale e icomportamenti di massa non siano altro che l’espressione delle vicissitudinipsicologiche dei singoli individui, che si realizzano nell’interazione con ilgruppo familiare.

“Per l’individuo appartenente alla massa svanisce il concetto dell’impossibile”,sostiene il padre della psicanalisi. Ovvero, negli ampi sodalizi collettivi leinibizioni individuali tendono a scomparire, e tornano a manifestarsi tutti gliistinti negativi primordiali che anelano ad essere soddisfatti. L’influenza dellamassa modifica l’attività psichica dell’individuo al punto da esaltarnel’affettività e, al tempo stesso, inibendone la capacità intellettuale fino a unariduzione delle proprie specificità portando il medesimo individuo allivellamento e all’omologazione con il resto della comunità.

Tuttavia, in molti casi, l’etica di massa può consentire realizzazioni elevatecome il sacrificio e la completa dedizione nei confronti di uno scopo, oppureun’ideale. Insomma, in un movimento allargato - come quello rappresentatoda L’Onda - assistiamo all’annullamento della persona in un individuocollettivo incapace di moderazione e propenso a scaricare i propri sentimentiin azione, un singolo dominato da atteggiamenti di superiorità fisica ementale, da pregiudizi sociali e razziali, e dalla fervida adesione ai regimidittatoriali.

Un’altra interessante riflessione riguarda la cosiddetta “personalitàautoritaria”, ossia quella che Theodor W. Adorno e i sociologi della Scuola diFrancoforte (1950) emigrati negli USA attribuiscono a un soggetto che,avendo subito un’educazione repressiva, e magari avendo ottenuto vari

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insuccessi e frustrazioni nella vita, è portato ad assumere un’identificazioneaggressiva a carico di persone più deboli, e dunque a nutrire sentimentidiscriminatori e razzisti. Può essere il caso del professor Rainer Wenger e diTim, i due personaggi - speculari - più importanti del film, i quali, hanno incomune un basso livello di autostima, e risultano particolarmente attratti,seppur in modi differenti, da quella che Freud chiamava la “contagiantesuggestione del prestigio” operata dalla società.

Secondo Adorno la personalità autoritaria è caratterizzata da rigidità moralee conformismo. Le relazioni interpersonali vengono concepite in termini dipotere e di status sociale, senza alcun riguardo per l’originalità dei singoli.Tale tendenza idealizza la forza e la durezza disprezzando, nel contempo, ilsentimentalismo e la mollezza; ed è inoltre caratterizzata da servilismo versoi superiori e l’autorità costituita, mentre i deboli e i subordinati vengonodenigrati.In un cambio di prospettiva, L’Onda si propone anche come un’analisi deibisogni di un’intera generazione di individui insofferenti delle rispettivefamiglie e dell’istituzione scolastica, alla ricerca di giustizia e certezze, dipunti di riferimento e modelli positivi in cui identificarsi. Certo, a monte diquesto disagio si legge un’ormai cronica carenza di autorità maschilenell’odierna società, carenza dovuta alla disgregazione della strutturatradizionale dell’istituzione familiare, e dalla profonda crisi dellacomunicazione e dei rapporti interpersonali.

In tale desolante contesto, poco incisiva, se non addirittura disarmata, risultal’azione degli educatori (insegnanti, assistenti sociali, volontari delleassociazioni laiche e religiose…) contro la facile ossessione della musica,contro il sesso facile e disimpegnato, contro il maniacale culto del corpo e dellook, contro l’impenetrabile muro di gomma della solitudine voluta e cercata,contro il ricorso all’alcool o alle sostanze che promettono viaggi versoimprobabili paradisi, contro la realtà virtuale e cibernetica dei videogame edella rete, contro i modelli dei reality show, contenitori fatui e artificialiinneggianti al culto del nulla…

Estratto da PRIMISSIMA SCUOLA n.1 febbraio 2009

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