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MEDICINA NATURALE Dalla floriterapia alla chimica degli oli essenziali. Continua il viaggio alla (ri)scoperta del ‘sano’ PREVENZIONE Iniziative ed obiettivi della LILT passano per il ruolo, fondamentale, del farmacista ALIMENTAZIONE Una campagna del Bambino Gesù promuove le buone abitudini sulla tavola dei più piccoli 06 mag/giu 2017 Bimestrale - Anno II - Edisef s.r.l. ROC n° 17883 Pubbl. registrata presso il Tribunale di Roma n. 29 del 09.03.2016 Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% C/RM/39/2016 patrocinata da

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MEDICINA NATURALEDalla floriterapia alla chimica degli oli essenziali. Continua il viaggio alla (ri)scoperta del ‘sano’

PREVENZIONEIniziative ed obiettivi della LILT passano per il ruolo, fondamentale, del farmacista

ALIMENTAZIONEUna campagna del Bambino Gesù promuove le buone abitudini sulla tavola dei più piccoli06m

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017

Bimestrale - Anno II - Edisef s.r.l. ROC n° 17883 Pubbl. registrata presso il Tribunale di Roma n. 29 del 09.03.2016

Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% C/RM/39/2016

patrocinata da

indice 1

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’editoriale 5 Ora, o mai più Maria Giulia Mazzoni

in primo piano 6 In cerca di una regola (chiara) Davide Gullotta

in primo piano 8 Non tutti i “batteri” vengono per nuocere Stefania Motta, Elio Mignini

in primo piano 12 Liberalizzate la Fascia C! Liberalizziamoci

la parafarmacia del mese 16 Farmacista per passione Adriana Berti

medicina naturale 21 La chimica degli oli essenziali Elisabetta Miraldi

medicina naturale 26 Siamo sicuri che tutto il “naturale” sia anche sano? Fabio Firenzuoli

medicina naturale 30 Floriterapia, se ne parla a Milano Giusy Messina

parafarmUP 34 ParafarmUP, buona la prima Massimiliano Genna

il medico 38 Non sottovalutiamo la salute dei piedi Nicola Del Bianco

il medico 40 Lo stile di vita come prima arma di prevenzione Francesco Schittulli

indice 3

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

business solution 42 La pratica galenica in parafarmacia: normativa ed opportunità commerciali

l’alimentazione 44 Ragazzi, datemi il 5 Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - IRCCS

business solution 50 Corman: da 70 anni una famiglia per la salute delle famiglie

l’alimentazione 52 Iodoprofilassi, il contributo dei farmacisti e dei Sian Giuseppe Ugolini

la nutraceutica 57 Appetito e senso di sazietà Matteo Micucci

nutrizione e sport 62 Le proteine… quante e quali? Emanuele Veronese

salute e benessere 66 Integratori, benessere in pillole Filippo Boschetti

l’omeopatia 68 Lo “stato di salute” del mercato omeopatico Giovanni Gorga

la vetrina 70

l’editoriale 5

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile

Ora, o mai più

Si sa, è proprio quando siamo ad un passo dal-

la meta che il terreno rischia di franarci sotto i

piedi ed è quel che rischiamo accada alla realtà

delle Parafarmacie che dopo anni di lotte, ri-

vendicazioni, piccoli e grandi successi si affaccia oggi ad

un bivio (forse) risolutivo: legittimarsi o sparire. La rifles-

sione prende lo spunto da una recente sentenza della

Corte Costituzionale che, tra mille polemiche, stabilisce

che l’erogazione di servizi di autoanalisi vada limitata

alle farmacie convenzionate e non esteso, come ha in-

vece fatto il Piemonte con una legge regionale, anche

alle parafarmacie. Ora, al di là delle (più che condivisibili)

rimostranze dell’FNPI che per bocca del suo presidente,

Davide Gullotta, ribadisce quanto sia “assurdo impedire

che l’autoanalisi si faccia anche in parafarmacia dal mo-

mento che ogni giorno milioni di pazienti si misurano la

glicemia o altri parametri ematici con strumenti di auto-

analisi da soli a casa propria o in qualsiasi altro luogo”,

vale forse la pena soffermarsi a riflettere sugli aspetti

più sostanziali della questione. Da anni, infatti, ci inter-

roghiamo sull’opportunità di liberalizzare la vendita dei

farmaci di Fascia C e ci chiediamo perché un farmacista

sia considerato più o meno ‘competente’ in materia a

seconda che eserciti la sua professione dietro il bancone

di una parafarmacia o tra le (a quanto pare più rassicu-

ranti) mura di una farmacia, ma a ben guardare per tutti

questi ragionamenti (legittimo e doveroso affrontare

una ad una tutte le questioni sul tavolo) esiste un mini-

mo comune multiplo. Una domanda cruciale che credo

sia arrivato il momento di porci con una certa attenzio-

ne: perché ogni volta che in Italia ci troviamo di fronte

ad un possibile cambio di passo siamo tendenzialmente

inclini a mantenere lo status quo esistente? Siamo dav-

vero un Paese così miope di fronte alle possibilità (spesso

ghiotte) offerteci dalle politiche del cambiamento?

La querelle delle parafarmacie è, diciamocelo, un chiaro

esempio di questa tendenza. Una ‘rivoluzione’, che na-

sce con l’intento di ampliare la possibilità di scelta dei

cittadini italiani, sta assumendo via via le connotazioni di

una feroce battaglia ideologica. Farmacisti, di farmacia,

contro farmacisti di parafarmacia. Una contrapposizione

talmente forzata che ricalca i tratti del paradosso. Tutto,

ma davvero tutto, sembra cristallizzarsi in una dicoto-

mia irrisolvibile che arriva anche a generare un perico-

loso cortocircuito di competenze. Basti semplicemente

pensare a come da un lato l’Antitrust e i TAR regionali

abbiano più volte ribadito che la parafarmacia è un eser-

cizio di ‘carattere sanitario’, mentre dall’altro la Corte

Costituzionale ribadisce come la legge della farmacia

dei servizi parli solo di ‘farmacie’. Così, nell’attesa di una

legge ad hoc che stabilisca la rotta da seguire, il nostro

Paese resta immobile (ed inerme), intrappolato ed inca-

pace di rispondere alle esigenze di una società, quella sì,

in costante divenire. È questa la battaglia che dovremmo

combattere e questa la domanda che dovremmo porci:

perché cambiare fa così tanta paura? I tanti farmacisti di

parafarmacia che hanno scelto di incarnare lo spirito di

un cambiamento, scommettendo in prima persona sul

proprio futuro, attendono risposta. E noi, assieme a loro.

Buona lettura. u

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

6 in primo piano

In cerca di una regola (chiara)Il presidente della FNPI, Davide Gullotta, coglie l’occasione, da una recente sentenza della Corte di Cassazione, per fare il punto sulla situazione di incertezza (reale ed istituzionale) in cui ristagna il mondo delle parafarmacie. “In attesa di risposte da parte del Legislatore, il plauso – conclude Gullotta – va ai professionisti che si spendono con passione ogni giorno”.

Davide Gullotta Presidente FNPI

in primo piano 7

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

Aprire una parafar-

macia è sempre una

scommessa, e questo

vale ancor di più oggi

che anni addietro.

L’incertezza legislativa ed un percorso

normativo che si è interrotto di fatto

rendono la parafarmacia un’attività

incompleta.

La nascita delle parafarmacie ha rap-

presentato per tantissimi farmacisti

un’importante possibilità, sia dal

punto di vista lavorativo, infatti le pa-

rafarmacie offrono e hanno offerto

lavoro a migliaia di farmacisti, sia dal

punto di vista professionale, laddo-

ve tanti farmacisti hanno cercato di

esplorare e sviluppare la professione

all’interno del proprio esercizio di vi-

cinato.

La legislazione che ha permesso la

nascita delle parafarmacie è però

rimasta incompleta, il percorso nor-

mativo che doveva piano piano dare

la vera libertà professionale ai farma-

cisti si è interrotto, lasciando di fatto

i farmacisti delle parafarmacie, sotto

tanti aspetti, in un limbo normativo.

Proprio questo limbo normativo è ciò

che più di tutti ha penalizzato la pro-

fessione dei farmacisti in parafarma-

cia, in molti casi anche più del limita-

to numero di farmaci che si possono

dispensare.

La mancanza di una legislazione

completa e chiara ha reso infatti la

vita molto difficile ai tanti farmacisti

che nella propria parafarmacia han-

no investito sia economicamente che

professionalmente.

Essere lasciati alle interpretazioni del-

le normative alle singole ASL o ASP

provinciali su tanti temi ha creato dif-

formità tra province e regioni e non

ha di sicuro aiutato i farmacisti che

in parafarmacia cercano di fare il pro-

prio lavoro.

Da ultimo l’esempio della sentenza

della Corte Costituzionale sull’autoa-

nalisi in parafarmacia lascia di stucco

(sentenza scaturita da una legge re-

gionale di cui non si sentiva il bisogno

e che non era necessaria, impugnata

dall’Avvocatura dello Stato).

Impedire l’autoanalisi in parafarma-

cia, quando milioni di persone la ef-

fettuano in qualsiasi luogo o a casa

propria, è grave e preoccupante.

Proprio la mancanza di una norma-

tiva lineare ed esauriente e l’accu-

mularsi di pareri e norme discordanti

determinano assurdità come questa

sentenza.

La parafarmacia doveva essere, forse

nella mente del legislatore nel 2006,

quel grimaldello che avrebbe scardi-

nato un sistema centenario che re-

lega l’accesso alla professione per i

farmacisti ad un sistema di carattere

medievale basato sul censo o l’eredi-

tarietà di un titolo vinto per concorso.

Con il senno di poi possiamo

dire che l’errore più grave è

stato proprio non portare al termine

il processo di liberalizzazione nel più

breve tempo possibile.

Nel frattempo le toppe che si sono

cercate di mettere in campo, come il

concorsone del 2012, mostrano tutti

i limiti e forse hanno complicato an-

cora di più la situazione.

La cosa veramente bella ed importan-

te è che, nonostante questo limbo

normativo in cui il “farmacista di vi-

cinato” deve orientarsi e le tante dif-

ficoltà che incontra quotidianamente

nel proprio lavoro, ad oggi grazie alle

parafarmacie tantissimi colleghi han-

no trovato lavoro e soprattutto stan-

no spingendo il mondo dei farmacisti

ad interrogarsi sulla professione e a

cercare di migliorarla.

Proprio dai farmacisti delle parafar-

macie sta arrivando una spinta inno-

vatrice, che mette in discussione la

professione di farmacista e che cerca

di riscoprire i valori e le caratteristiche

dimenticate nel corso di decenni du-

rante i quali esisteva solo la farmacia

ereditata o acquistata.

Grandissimo merito va ai farmacisti

che lavorano nelle parafarma-

cie che, nonostante i tanti

impedimenti e “bastoni

fra le ruote”, dopo solo

10 anni hanno reso la

parafarmacia un’istitu-

zione riconosciuta ed

apprezzata dal cittadino

italiano.

Aspettiamo che la politica si

renda conto che ormai i cittadini

italiani riconoscono nel farmacista

in parafarmacia un presidio sanitario

importante sul territorio. u

Con il senno di poi possiamo dire che l’errore più grave è stato proprio non portare al termine il processo di liberalizzazione nel più breve tempo possibile

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

8 in primo piano

Non tutti i batteri presenti sulla nostra pelle sono davvero nocivi, anzi, in alcuni casi svolgono una funzione protettiva molto importante. In questa analisi dei professionisti della SICC (Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche) impariamo a distinguere i “buoni” dai “cattivi”, gettando nuova luce sul concetto di igiene.

Stefania Motta Presidente SICC

Non tutti i “batteri” vengono per nuocere

Elio Mignini Direttore Generale SICC

in primo piano 9

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

La flora batterica della

pelle è stata ultima-

mente ben determina-

ta attraverso l’uso delle

tecniche genomiche e

oggi conosciamo molto di più che in

passato sulla tipologia dei batteri che

rappresentano la flora residente della

pelle.

I microrganismi della flora residente,

o microbiota cutaneo, svolgono im-

portanti azioni a difesa della nostra

salute.

La colonizzazione batterica avvenuta

nell’evoluzione dell’uomo certamen-

te ci protegge dalla possibile colo-

nizzazione da parte di ceppi estranei

potenzialmente pericolosi.

Un’altra azione molto importante

svolta dalla flora residente è quella di

stimolare e mantenere attivo il nostro

sistema immunocompetente.

Già solo per questi due motivi è lo-

gico pensare che in qualche modo i

batteri cutanei non debbano essere

disturbati affinché possano svolgere

le loro azioni positive.

Tuttavia gli stessi batteri possono di-

ventare, in determinate condizioni,

dei patogeni.

La condizione più temuta è che l’e-

sposizione ad antisettici, antibiotici

o alcune sostanze chimiche possa

modificare l’ecosistema batterico e

soprattutto indurre resistenze. In al-

tre parole oggi sono temute le gene-

razioni di superbatteri, o superbugs,

resistenti ad ogni antibiotico, capaci

potenzialmente di uccidere per setti-

cemia l’ospite.

In diversi studi si è voluto valutare

quanto la cosmesi quotidiana possa

perturbare il microbiota della pelle.

Gran parte dei prodotti d’uso cuta-

neo, sia nella detergenza sia nello

skin care, contengono componen-

ti antisettici o conservanti. Questi,

nell’applicazione quotidiana e so-

prattutto per i prodotti leave-on, po-

trebbero generare alterazioni dell’e-

cosistema favorendo colonizzazioni a

potere patogeno.

Da qui il concetto popolare che la

pelle sporca si difende meglio della

pelle pulita o che fare la doccia senza

sapone sia più salutare.

Al di là dei detti popolari, esiste il

problema per tutto il mondo cosme-

tico di confrontarsi con l’aspetto mi-

crobiologico della pelle.

Andranno fatte delle scelte sia sul

tipo di preservante sia sulla percen-

tuale d’uso, selezionati secondo la

tipologia di prodotto.

Queste considerazioni con-

trastano ampiamente con

la messa in commercio

di prodotti topici ad

azione antisettica, ad

esempio saponi, den-

tifrici, collutori, gel per

le mani.

I prodotti a base di anti-

settici e disinfettanti

Questi prodotti giocano la loro car-

ta commerciale sulla paura delle in-

fezioni e dei contagi diffusa in gran

parte della popolazione.

Biologi e microbiologi ritengono che

La colonizzazione batterica avvenuta nell’evoluzione dell’uomo certamente ci protegge da eventuali ceppi estranei che potrebbero diventare potenzialmente pericolosi

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

10 in primo piano

tali prodotti abbiano motivo di esiste-

re solo in particolari ambienti, come

quello sanitario o della preparazione

dei cibi, ma che non debbano essere

di uso quotidiano.

Oggi infatti si abusa di antisettici in

ambiente domiciliare, nel quale pe-

raltro i disinfettanti hanno scarso

motivo d’impiego. Si disinfettano

i sanitari, i pavimenti e le piastrelle

e si arriva a disinfettare la bianche-

ria che va in lavatrice. È una vera e

propria ossessione contro i batteri

che non ha senso. Basta la normale

igiene. Si finisce con il selezionare

prodotti con antisettici anche per

l’igiene personale e in questo caso,

come detto, si ottengono più dan-

ni che benefici. Per questo anche la

nostra associazione è favorevole ad

una regolamentazione dell’impiego

di antisettici in ambiente domestico

o nei prodotti d’igiene personale.

Gli antisettici che possono causare

problemi cutanei dovrebbero essere

eliminati e per gli altri si dovrebbe

limitare la concentrazione.

Di questa disputa abbiamo avu-

to riscontro recente quando l’FDA

americana ha bandito il Triclosan da

dentifrici e da prodotti oral care. Il Tri-

closan è derivato triclorurato del fe-

nolo utilizzato principalmente come

antibatterico in saponi, dentifrici e

detergenti intimi. È certamente un

prodotto che possiede una tossicità

per l’uomo, in certe situazioni d’uso,

e per l’ambiente. Mentre l’FDA lo ha

escluso dai prodotti “skin care” poi-

ché è sostituibile da altri antisettici

più amici dell’uomo e dell’ambiente,

in Europa si è scelto di limitare la

concentrazione di Triclosan nei

prodotti allo 0.3%. Per molti,

e anche per noi, è una scel-

ta criticabile perché la concentrazio-

ne permessa può essere considerata

ancora a rischio.

Cosa fare

Occorre quindi rimeditare l’uso dei

prodotti contenenti antisettici e di-

sinfettanti quando:

• la pelle ha una tendenza acnei-

ca, poiché si infiamma ulterior-

mente;

• l’utilizzo del gel ad azione anti-

batterica per disinfettare le mani

diviene di utilizzo comune. Que-

sto infatti deve essere limitato a

situazioni particolari di possibili

contaminazioni e ad esso deve

essere preferito l’uso dei guanti

protettivi;

• la pelle è di tipo sensibile poiché,

squilibrando la flora batterica, si

irrita, diventa secca e pruriginosa;

• durante l’esposizione solare,

poiché il sole esercita già un’a-

zione antibatterica attraverso i

raggi UV.

In conclusione nella nostra società

occidentale, dove l’ossessione per

la pulizia e l’igiene personale por-

ta a comportamenti antiecologici, è

necessario diffondere la consapevo-

lezza che la flora batterica cutanea

è un importante risorsa per il nostro

benessere va quindi conservata e di-

fesa, non combattuta per pura bat-

teriofobia.

Sono quindi da premiare i prodotti

cosmetici che dichiarano di aver cura

della flora microbica residente e che

possano testimoniare, attraverso test

scientificamente attendibili, di favo-

rire l’ecosistema cutaneo positivo a

scapito dell’eventuale insorgenza di

patogeni. u

Definizione di microbiomagenoma dei microrganismi che normalmente risiedono nel corpo umano.Definizione di microbiotainsieme di microrganismi che vivo-no nel corpo umano.

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

12 in primo piano

Conad, FNPI e Altroconsumo stanno conducendo una dura battaglia a favore della liberalizzazione dei farmaci di Fascia C chiedendo a gran voce un intervento da parte della politica. Il risultato di questo cambiamento, spiegano, sarebbe un vantaggioso allargamento della rete vendita dei medicinali che andrebbe a favore dei cittadini. Vediamo perché.

Liberalizzate la Fascia C!

Liberalizziamoci

in primo piano 13

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

Maggiore dignità

ai farmacisti che

lavorano nelle pa-

rafarmacie, prezzi

più accessibili sui

medicinali con obbligo di prescri-

zione, possibilità di scelta tra diversi

canali distributivi. Sono queste le ri-

chieste che 170.000 cittadini hanno

rivolto alle più importanti cariche

dello Stato firmando la petizione pro-

mossa da Liberalizziamoci, piattafor-

ma creata da Conad che ha coinvolto

la Federazione Nazionale Parafarma-

cie Italiane e Altroconsumo.

Una petizione che chiede una rifor-

ma a costo zero per le casse dello

Stato, ma capace di dare respiro alle

famiglie e di scardinare un monopo-

lio che vizia il mercato dei medicinali

non mutuabili con ricetta. Parliamo

di una categoria di prodotti per cui

ogni anno gli italiani spendono circa

3 miliardi di euro: una voce di spesa

irrinunciabile, ma che incide sui bilan-

ci familiari in maniera sensibile.

Partecipando alla petizione i cittadini

invocano la possibilità di acquistare i

farmaci di Fascia C anche nelle para-

farmacie, alla presenza di un farmaci-

sta. Domandano, in altre parole, che

la liberalizzazione che ha già riguar-

dato le specialità di automedicazione

come l’Aspirina o il paracetamolo

venga estesa agli altri medicinali a

carico del cittadino: analgesici, an-

siolitici, pomate al cortisone, farmaci

antipsicotici, colliri e prodotti oftal-

mici, pillole anticoncezionali, così da

alleggerire anche questo capitolo di

spesa.

L’effetto della liberalizzazione dei

medicinali da banco è sotto gli occhi

di tutti: in dieci anni il prezzo è ca-

lato sensibilmente, e oggi i cittadini

possono comprare i farmaci di auto-

cura nelle parafarmacie private o nei

corner parafarmacia della GDO spen-

dendo fino al 40% in meno rispetto al

prezzo consigliato. Anche le rilevazio-

ni dell’Associazione Nazionale farma-

ci di automedicazione, che ogni anno

monitora i prezzi medi per confezio-

ne praticati su SOP e OTC mostrano i

benefici della concorrenza. Nel 2015

il costo medio dei medicinali SOP si è

attestato in farmacia sugli 8,3 euro.

Nelle parafarmacie della Gdo, pur

con un volume di vendite estrema-

mente più basso, questa cifra scende

a 6,1 euro, quasi il 27% in meno. E

anche nelle parafarmacie private, che

non hanno bacini di utenza parago-

nabili a quelli di un corner di un gran-

de ipermercato, sono stati praticati in

media prezzi inferiori di quasi il 10%

rispetto alle farmacie, arrivando a

una media di 7,6 euro a confezione.

A questo vantaggio si è aggiunto l’ef-

fetto “calmiere” che ha condizionato

in positivo l’intera dinamica dei prezzi

del settore: tra il 2005 (anno prece-

dente al Decreto legge 223/2006 che

ha aperto il mercato alle parafarma-

cie) e il 2013 i listini di questi medici-

nali hanno registrato un aumento del

12%, di tre volte inferiore a quello

avvenuto negli otto anni precedenti

la riforma (1997-2005), quando sul

mercato operava un solo attore – le

farmacie – in regime di completo mo-

nopolio.

Dal punto di vista economico e oc-

cupazionale, infine, gli effetti della

prima spinta liberalizzatrice si sono

tradotti in 5.000 nuovi posti di lavo-

ro, 700 milioni di investimenti, più

di 4.000 nuove attività commerciali.

Conad calcola che, a condizioni

di mercato immutate, il risparmio

complessivo garantito alle fami-

glie dalla liberalizzazione completa

della Fascia C nel solo fuori canale

sarebbe di circa 36 milioni di euro

all’anno. A questo vantaggio si ag-

giungerebbe l’effetto generato dalla

concorrenza tra più canali distribu-

tivi, che porterebbe tutti gli attori

del mercato a contenere maggior-

mente i listini, farmacie incluse.

Ulteriori passi avanti in senso

pro-concorrenza consentirebbero

inoltre ai nuovi operatori di conso-

lidare la propria posizione di mer-

cato e rafforzare la propria por-

tata competitiva, a vantaggio di

L’effetto della liberalizzazione dei medicinali da banco è sotto gli occhi di tutti: in dieci anni il prezzo è calato sensibilmente, e oggi i cittadini possono comprare i farmaci di autocura nelle parafarmacie private o nei corner parafarmacia della GDO spendendo fino al 40% in meno rispetto al prezzo consigliato

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

14 in primo piano

chi è dall’altra parte del bancone.

Forte di queste ragioni da più di un

anno Conad, Federazione Nazionale

Parafarmacie Italiane e Altroconsumo

stanno conducendo una dura batta-

glia per sollecitare la politica a inter-

venire su questo settore, nella con-

1. I farmaci di Fascia C con ri-cetta sono più costosi di quelli SOP e OTC

I medicinali con obbligo di prescri-zione (C-Op) non rimborsabili costa-no in media 12,1 euro a confezione, il 45,7% in più (3,8 euro) di SOP e OTC venduti nel canale farmacia, dove hanno un prezzo medio di 8,3 euro [1]. Molti dei più comuni farmaci C-Op hanno un prezzo che supera i 10 euro. Una tra le più conosciute pil-lole anticoncezionali, per esempio, costa 16,15 euro per confezione: l’as-sunzione di questo medicinale per 12 mesi ha un costo finale 193,80 euro. Un tubo di crema al cortisone 14,80 euro, 2 compresse di farmaco contro la disfunzione erettile 21,50 euro.

2. Una completa liberalizzazio-ne della Fascia C avrebbe un effetto calmierante generale

L’ingresso delle parafarmacie nel mercato farmaceutico ha avuto l’ef-fetto di contenere i prezzi dei medi-cinali di automedicazione anche nel canale farmacia, che detiene l’88,2% del mercato. L’associazione dei con-sumatori Altroconsumo, che ha mo-nitorato i prezzi di una settantina tra i più diffusi farmaci SOP e OTC tra il 2005 e il 2013 nel canale farmacia, ha rilevato che in questo arco di tempo i prezzi sono saliti del 12%, un incre-

1 Assosalute, Numeri e indici dell’automedica-zione 2016

mento di tre volte inferiore a quello registrato negli otto anni precedenti la riforma Bersani, quando era stato del 35%. Se le dinamiche di concor-renza si allargassero a tutta la Fascia C, potremmo godere dell’effetto cal-miere su un mercato da 5,5 miliardi.

3. Oggi le farmacie fanno sconti solo se “obbligate”

Il Decreto legge Salva Italia (DL 201 del 6 dicembre 2011, convertito nella Legge 214 del 22 dicembre 2011) ha concesso alle farmacie la possibilità di praticare sconti anche su medici-nali di Fascia C con obbligo di pre-scrizione, ma pochissimi mettono in pratica questa opzione. Una recente indagine di Altroconsumo ha mostra-to che su 100 farmacie campione di 10 capoluoghi italiani solo una ha applicato uno sconto (l’8%) sull’ac-quisto di due farmaci C-Op.

4. La liberalizzazione di SOP e OTC in dieci anni ha creato vantaggi evidenti per i citta-dini

L’ingresso sul mercato di nuovi attori ha permesso ai cittadini di risparmia-re in media fino al 15% sui prodotti più venduti. Assosalute calcola che oggi il prezzo medio dei medicina-li già “liberalizzati” è di 8,3 euro in farmacia, ma scende a 7,6 euro in parafarmacia, e a 6,1 euro nelle para-farmacie della GDO.

Quattro ragioni per firmare la petizione

in primo piano 15

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

vinzione che allargare la vendita dei

medicinali a carico del cittadino alle

parafarmacie sia un dovere per un

Paese che vuole definirsi moderno.

Se infatti è vero che in nessuno Stato

europeo la vendita dei medicinali con

obbligo di prescrizione è concessa

fuori dalle farmacie, è tuttora vero

che l’Italia è l’unico Paese dove a di-

spensare medicinali in parafarmacia

sono farmacisti abilitati alla profes-

sione, che garantiscono un controllo

su ciò che viene venduto.

Va poi rilevato, fattore non seconda-

rio, che il mercato italiano dei medi-

cinali è condizionato pesantemente

dalla presenza di un monopolio sulla

distribuzione. Basti pensare che già

dal 2012 le farmacie hanno la pos-

sibilità di praticare sconti, oltre che

su SOP e OTC, anche sui farmaci di

Fascia C-Op, ma solo pochissime tra

queste – circa una su cento, secondo

una recente indagine di Altroconsu-

mo – pratica questa opzione. È quindi

come se sui prezzi di questi prodotti

pesasse una sorta di “tacito cartello”.

Un fenomeno non trascurabile, dato

il periodo che sta attraversando il

nostro Paese, come denota l’ammi-

nistratore delegato Conad Francesco

Pugliese. “11 milioni di persone rinun-

ciano alle cure perché non possono

permettersele: si deve partire da tale

dato e dal fatto che le farmacie – che

pure si definiscono ‘presidi sanitari’

– non fanno nulla per non scarica-

re il peso delle loro inefficienze sulle

spalle dei cittadini, se si vuole andare

concretamente incontro alle esigenze

di quanti stanno subendo in modo

drammatico gli effetti della crisi eco-

nomica”, commenta il numero uno di

Conad. Che puntualizza: “La nostra è

una battaglia di principio, non certo

per interessi o fatturato. Ricordo che

parliamo di una cifra che si aggira su-

gli 80 milioni di euro all’anno a fronte

di un fatturato che lo scorso anno ha

raggiunto i 12,5 miliardi di euro. Chi

pensa che sia nostra intenzione fare

cassa anche con i farmaci di Fascia C

non sa di cosa parla. Né può sostene-

re che i farmacisti che lavorano nelle

nostre parafarmacie siano professio-

nalmente differenti da quelli che lavo-

rano nella farmacia tradizionale”.

Nel corso degli ultimi 11 anni tutti i

tentativi di allargare il mercato del-

la distribuzione farmaceutica sono

naufragati per via dell’ostruzionismo

delle lobby interessate a mantenere

il monopolio delle farmacie. Anche

il testo originario del Ddl concorren-

za, che dopo due anni di travagliato

iter parlamentare si avvia verso l’ap-

provazione, prevedeva nel capitolo

“farmaci” di allargare il mercato della

Fascia C. Purtroppo, come è già ac-

caduto in passato ad altri provvedi-

menti legislativi, il testo è stato subito

“emendato” in questa parte.

Di qui l’idea di promuovere una pe-

tizione tra i cittadini. Il 23 marzo il

plico con le 170mila firme ha rag-

giunto il Senato, e una missiva a

firma di Francesco Pugliese è stata

recapitata ai presidenti di Camera e

Senato, al premier Paolo Gentiloni, al

ministro allo Sviluppo Carlo Calenda

e al Commissario europeo alla Con-

correnza Margrethe Vestager.

Ma la battaglia continua. Liberaliz-

ziamoci manterrà aperta la raccolta

delle firme sul sito www.liberalizzia-

moci.it fino a quando queste istanze

non diverranno oggetto di un serio

dibattito politico. u

la parafarmacia del mese

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

16

Farmacista per passione

Lei è il titolare di una para-

farmacia. Comincerei con

il raccontare un po’ la sua

esperienza. Da dove è nata l’idea

di aprire una parafarmacia?

Dalla voglia di mettermi in gioco e

di investire su me stessa, come pro-

fessionista prima di tutto, ma anche

come donna e come imprenditrice.

Una sfida non da poco. Ma ammet-

to anche che è stata una scelta quasi

obbligata. Io non vengo dal mondo

dei “farmacisti”, nessuno in famiglia

ha una farmacia, e come dipendente

mi sono resa conto che nessuno era

disposto ad “investire” sulla mia pro-

fessionalità. Ho scelto di farlo io, ed

insieme a me la mia famiglia, i miei

genitori e mio marito.

Chiariamo la questione una volta

per tutte. Dietro al bancone di una

parafarmacia c’è un farmacista?

Ovviamente sì. Un farmacista laure-

ato ed abilitato, iscritto all’Ordine

dei Farmacisti con le stesse identiche

competenze di un farmacista che la-

vora in farmacia.

Di fronte ad un suo omologo che

lavora però in una farmacia che

cosa cambia?

Mi verrebbe da risponderle “nulla”.

In realtà, però, non è così. Il concetto

dovrebbe essere chiaro: stessa lau-

rea, stessa abilitazione, stesse identi-

che competenze, ma sta di fatto che,

ad oggi, l’assetto normativo vigente

ci dice che in parafarmacia il farma-

cista non può gestire tutti i farmaci,

non può gestire i farmaci con l’obbli-

go di prescrizione, in convenzione o

meno con il SSN. Questo, a volte, è

frustrante. Il senso di frustrazione va

però superato. Il mio modo di farlo

Adriana Berti Referente Lazio FNPI

la parafarmacia del mese 17

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

La dottoressa Adriana Berti, titolare di Pharmabenessere, ci racconta di sé parlandoci della passione che negli anni l’ha spinta a studiare farmacia e ad aprire una parafarmacia. Un percorso impegnativo, il suo, sostenuto da una grande voglia di investire sul reale valore di una professione e da cui nascono quotidianamente grandi soddisfazioni.

è stato quello di aumentare le mie

competenze nell’ambito delle terapie

complementari, fitoterapia e nutra-

ceutica in particolare.

Come vede il futuro della sua pro-

fessione?

A mio parere il farmacista territoriale,

sia in farmacia che in parafarmacia,

deve promuovere prima di tutto la

salute e la prevenzione, deve farsi

promotore dell’”uso consapevole del

farmaco” presso la popolazione. E

per farmaco intendo qualsiasi princi-

pio attivo sia esso di origine chimica

o di origine naturale.

Vede, il farmacista ha le competen-

ze tecniche, intellettuali e scientifi-

che per capire non solo quando un

farmaco va preso, ma anche, e so-

prattutto, quando un farmaco non

va preso; conosce profondamente

non solo gli effetti farmacologici di

un principio attivo, ma anche quelli

collaterali, le interazioni possibili con

altre terapie in atto, e gli eventuali ef-

fetti tossicologici.

Su queste competenze, su queste

conoscenze deve svilupparsi, a mio

avviso, la professione.

Se fosse consentita a lei la facoltà

di decidere come ‘disegnerebbe’ il

suo settore?

Sicuramente quello che vorrei è che si

portasse l’attenzione sul professioni-

sta: vorrei sentir parlare più spesso di

farmacista, piuttosto che di farmacia

o parafarmacia. Quindi, per ri-

PharmabenessereVia Santi Martiri della Selva Candida, 3600166 Roma

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

18 la parafarmacia del mese

spondere alla sua domanda, il settore

lo disegnerei a misura di farmacista,

appunto: libera imprenditoria e libe-

ra professione nel rispetto dell’etica

professionale, più valore alle compe-

tenze del singolo, valorizzando anche

il ruolo dei farmacisti collaboratori.

Penso alla figura del “farmacista pre-

scrittore”, che esiste in Inghilterra, ad

esempio, o al farmacista consulente

in nutrizione. Siamo la sola catego-

ria di professionisti le cui consulenze

non vengono retribuite. Le sembra

giusto questo? A me no.

Si sottolinea spesso quanto nel

mestiere del farmacista sia impor-

tante il rapporto di fidelizzazione

con il cliente. In una parafarmacia

questo è ancora più facile, giusto?

Soffermiamoci prima di tutto sul di-

scorso “fidelizzazione del cliente”

e spieghiamolo bene: il farmacista

deve ottenere la fidelizzazione innan-

zitutto con la propria professionalità,

mettendo a disposizione del pazien-

te-cliente le sue conoscenze, quelle

di cui abbiamo parlato fino ad ora.

Il resto, lo sconto, la promozione,

l’offerta del giorno, deve essere di

Penso alla figura del “farmacista prescrittore”, che esiste in Inghilterra,

ad esempio, o al farmacista consulente in nutrizione. Siamo la sola categoria

di professionisti le cui consulenze non vengono retribuite

la parafarmacia del mese 19

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

contorno. Mi spiego meglio: anche

l’attenzione verso il risparmio che si

offre al cliente finale è importante,

ma non può e non deve essere il cen-

tro del rapporto di fidelizzazione. A

questo tengo in maniera particolare.

Passiamo ora alla seconda parte della

sua affermazione: “In parafarmacia

questo è più facile”. Sì, è più facile,

a causa dei ritmi più dilatati rispetto

alla farmacia, ma non solo. Direi che

ci sta bene il detto “necessità fa vir-

tù”: parlare con il cliente, coccolarlo,

assecondarlo, ascoltarlo e consigliar-

lo è il modo per trasmettere la nostra

professionalità e chiarire il dubbio su

“Cosa vendete in parafarmacia?”.

L’immaginario collettivo si soffer-

ma sempre sui ‘punti deboli’ del-

le parafarmacie rispetto ai vostri

‘cugini’ delle farmacie, ma ci sono

altri vantaggi del lavoro in una

parafarmacia. Quali?

Posso risponderle solo a titolo pura-

mente personale: lavorare nella mia

parafarmacia mi ha permesso di “ri-

scoprire” il mestiere di farmacista, ba-

sato su un rapporto più umano, più

colloquiale. Diciamo che in un mondo

globalizzato le persone cercano an-

cora, per quanto riguarda la propria

salute, il proprio benessere, un con-

tatto diretto, meno frettoloso e più

attento. C’è poi ovviamente il lato

imprenditoriale che, per quanto fati-

coso, dà le sue soddisfazioni: è bello

veder crescere la propria attività ed è

gratificante sapere che le persone ti

scelgono per la tua idea di servizio. u

Lavorare nella mia parafarmacia mi ha permesso di “riscoprire”

il mestiere di farmacista, basato su un rapporto più umano, più colloquiale

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

20 medicina naturale

medicinanaturale

medicina naturale 21

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

In questo numero la dottoressa Elisabetta Miraldi, della S.I.Fit., torna ad approfondire la tematica degli oli essenziali e lo fa focalizzandosi sulla loro composizione

chimica che, ci spiega la professoressa, è costituita da miscele complesse di varie sostanze organiche.

La chimica degli oli essenziali

Da un punto di vista chimico

gli oli essenziali sono mi-

scele complesse di svariate

sostanze organiche, che possono

essere presenti in quantità assai dif-

ferenti.

Di solito le essenze sono caratterizza-

te da due o tre componenti maggio-

ritari, presenti in alta concentrazione

(dal 20 al 70%), e generalmente re-

sponsabili dell’azione biologica, e da

un variabile numero di altri costituen-

ti, spesso presenti solo in tracce, ma

comunque importanti per il bouquet

e per l’attività.

I costituenti chimici degli oli essenziali

possono essere inclusi in tre

gruppi di diversa origine

biosintetica:

1. il gruppo principale è com-

posto da terpeni e terpenoidi

(principalmente monoterpeni e

sesquiterpeni);

2. il secondo da costituenti aro-

matici e alifatici derivati del fe-

nilpropano (C6-C3), che sono in

realtà poco frequenti, ad esem-

pio alcune aldeidi di una certa

importanza farmaceutica, come

anetolo, apiolo, eugenolo;

3. il terzo gruppo è costituito da

altri composti, generati dalla de-

Elisabetta Miraldi Docente di Botanica FarmaceuticaUniversità degli Studi di Siena

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

22 medicina naturale

gradazione di

composti non

volatili (ad

esempio da

acidi grassi), mediante perossi-

dazione, idrossilazione, ecc.

Un’altra classificazione divide i com-

ponenti dell’olio essenziale in base

agli elementi che contengono e quin-

di riconosce:

• il Gruppo dei composti conte-

nenti C e H, cui appartengono

idrocarburi monoterpenici alifa-

tici ed aromatici, idrocarburi di-

terpenici, idrocarburi sesquiter-

penici e azuleni;

• il Gruppo dei composti conte-

nenti C, H e O, cui appartengo-

no alcoli, aldeidi, chetoni, fenoli,

esteri, eteri e acidi organici;

• il Gruppo dei composti conte-

nenti C, H, O, N e S, cui appar-

tengono vari derivati solfociani-

ci, solforati e composti azotati.

I composti di natura terpenica sono

molto diffusi in natura; essi derivano

da un legame ripetitivo di una unità a

5 atomi di carbonio, l’isoprene.

Vengono considerati terpeni propria-

mente detti gli idrocarburi di base;

essi si distinguono dai terpenoidi, che

possono includere eteroatomi quali

l’ossigeno. I terpenoidi, noti anche

come isoprenoidi, sono il più grande

gruppo di composti organici trova-

ti finora, di cui fanno parte almeno

20.000 molecole distinte. Oggi è co-

mune includere anche i terpenoidi

nel termine “terpeni”, come si può

rilevare in molti testi scientifici.

A seconda del numero di unità iso-

preniche si possono avere i monoter-

peni, C10H16, formati dalla condensa-

zione di due unità; i sesquiterpeni,

C15H24, formati da 3 unità; i diterpeni,

C20H32, formati da 4 unità; i triterpe-

ni, C30H48, da 6 unità; i tetraterpeni

(caroteni), C40H64, da 8 unità, e così

via e in ognuna di queste classi si pos-

sono distinguere strutture acicliche e

cicliche.

Composti non formati da multipli in-

teri di unità isopreniche, ma connes-

si biologicamente a questa classe di

composti, sono gli steroidi.

La via biosintetica che porta alla for-

mazione dei terpeni passa attraverso

la fosforilazione dell’isoprene, che

implica un’attivazione energetica

della molecola (il legame fosforico è

come noto un legame ad alta ener-

gia). L’isoprene fosforilato, a seconda

della conformazione ottica acquisita,

può essere isopentenil-pirofosfato

oppure dimetilallil-pirofosfato; la mo-

lecola è la stessa, ma con conforma-

zioni ottiche differenti. Comunque la

molecola mantiene una struttura a 5

atomi di carbonio, che rappresenta

il mattone che permette di costruire

tutte le molecole di tipo terpenico.

Dalla biosintesi dei terpeni possono

risultare composti terpenici a basso o

ad alto peso molecolare; questo di-

stingue gli oli essenziali contenuti nei

peli ghiandolari di una pianta dalle

resine di natura semisolida. Le resine

delle conifere sono caratterizzate da

consistenza semisolida e da odore

fortemente aromatico; se le resine

rimangono esposte all’aria per un

certo periodo di tempo, la loro consi-

stenza si modifica e diviene solida, a

causa di diversi fattori, primo tra tutti

l’evaporazione delle molecole a più

basso peso molecolare, quindi volatili

(i monoterpeni, ad esempio); le mole-

cole ad alto peso molecolare, invece,

rimangono e sono rappresentate da

triterpeni o tetraterpeni.

Dunque un olio essenziale è liquido

perché non contiene terpeni ad alto

peso molecolare; una resina è solida

perché, oltre a contenere mono e se-

squiterpeni, contiene anche terpeni a

più alto peso molecolare.

Qui di seguito sono elencate le classi

più comuni di terpeni riscontrabili ne-

gli oli essenziali.

Monoterpeni

I monoterpeni si trovano nella gran

parte degli oli essenziali e sono costi-

tuiti da una struttura di 10 atomi di

carbonio ed almeno un doppio lega-

me; possono essere ciclici o aciclici.

La presenza di 10 atomi di carbonio è

dovuta all’unione di due unità isopre-

niche, ed infatti i monoterpeni hanno

formula bruta C10H16.

I monoterpeni sono sostanze volatili

molto profumate; conferiscono alle

piante ed ai fiori gran parte della loro

fragranza ed alcune di esse vengono

utilizzate commercialmente nella pre-

Classificazione Unità isopreniche Atomi di carbonioEmiterpeni 1 5

Monoterpeni 2 10

Sesquiterpeni 3 15

Diterpeni 4 20

Sesquiterpeni 5 25

Triterpeni 6 30

Tetraterpeni 8 40

medicina naturale 23

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

parazione di profumi ed essenze.

Le piante aromatiche possono sinte-

tizzare: monoterpeni profumati come

attraenti per gli impollinatori (linalo-

lo, cineolo); monoterpeni dal cattivo

odore come insetticidi (pinene, pire-

trina); monoterpeni dal cattivo sa-

pore come deterrenti per gli animali

(canfora, cineolo).

I monoterpeni reagiscono rapida-

mente in presenza di aria e calore e

pertanto gli oli essenziali caratterizza-

ti da elevato tenore in monoterpeni

non si conservano a lungo a causa

della loro facile ossidazione.

Sesquiterpeni

I sesquiterpeni sono un classe as-

sai numerosa di terpeni formati da

molecole molto diverse tra loro, che

hanno in comune l’essere costitui-

te da tre unità isopreniche (formula

molecolare C15H14). Sono presenti in

vari organismi, sia piante, sia insetti

e, come i monoterpeni, possono es-

sere ciclici o aciclici; a seguito di pro-

cessi ossidativi e di riarrangiamento,

possono formare i relativi sesquiter-

penoidi.

I sesquiterpeni sono prodotti dalle

piante principalmente come deter-

renti alimentari ed infatti sono carat-

terizzati da un gusto particolarmente

acre. Ben noti sono i lattoni sesqui-

terpenici amari delle Asteraceae,

come cicoria, carciofo, indivia, etc.;

questi composti sono spesso utilizzati

per aromatizzare vari tipi di liquori e

in particolare gli amari.

Tra i sesquiterpeni sono da ricordare

anche alcuni composti dotati di atti-

vità antinfiammatoria, come camazu-

lene e α-bisababolo (un alcol naturale

sesquiterpenico), entrambi compo-

nenti dell’olio essenziale di camomil-

la. Un altro esempio di sesquiterpene

ad attività antinfiammatoria è la ele-

nalina, lattone che si ritrova in Arnica

montana e Arnica chamissonis.

Tra i terpeni presenti soprattutto nelle

piante terrestri, ma anche nelle alghe

e nei funghi, citiamo ancora i diter-

peni costituiti da quattro unità iso-

preniche; il più conosciuto diterpene

è sicuramente il retinolo, una delle

forme animali di vitamina A. In gene-

rale, i diterpeni hanno proprietà an-

timicrobiche e antinfiammatorie che

possono essere di utilità alla salute

dell’organismo. I triterpeni, che sono

la classe di composti indubbiamente

più studiata e di maggiore interesse,

sono composti da sei unità di isopre-

ne. Derivano dallo squalene, compo-

sto così chiamato perché fu isolato

la prima volta dall’olio di fegato di

squalo, ma che è presente anche

in altri animali e nei vegetali. Sono

suddivisi in sette classi e sono i prin-

cipali precursori per la produzione di

antibiotici, antiparassitari e composti

antinfiammatori. Tuttavia queste ulti-

me due classi non sono prettamente

caratteristiche degli oli essenziali.

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

24 medicina naturale

Composti ossigenati

Qui di seguito sono elencati i compo-

sti ossigenati più comuni e frequenti

negli oli essenziali.

Le aldeidi, note per le proprietà an-

tinfiammatorie, sedative e antivirali.

Gli oli essenziali ricchi di aldeidi han-

no un caratteristico odore di limone

(melissa, citronella) dovuto alle al-

deidi citrale e citronellale che hanno

anche un’azione repellente per gli

insetti. Le aldeidi sono poco stabili e

si ossidano facilmente.

I chetoni sono sostanze chimiche

che presentano un rischio potenziale

a causa della tossicità neurologica di

alcuni di essi tra i quali il tujone (sal-

via, artemisia), il pulegone (menta) e

il pinocanfone; ma questo non signi-

fica che tutti i chetoni siano tossici:

non lo sono ad esempio jasmone,

presente nel gelsomino e fencone,

tipico del finocchio amaro. Sono ri-

tenuti in generale decongestionanti e

mucolitici. Un uso prolungato di oli

essenziali ricchi di chetoni può avere

effetto neurotossico.

Gli alcoli uniscono buone proprietà

antisettiche e antivirali a qualità im-

munostimolanti e tonificanti e sono

generalmente atossici. Si ricordano

linalolo (lavanda), mentolo (menta) e

terpineolo (pino e ginepro).

Dagli alcoli derivano gli ossidi che

sono potenti espettoranti, sedativi

della tosse e balsamici e, quindi, risul-

tano efficaci nelle patologie delle vie

aeree superiori. Un esempio è quello

dell’1,8-cineolo o eucaliptolo, princi-

pale costituente dell’olio essenziale di

eucalipto.

Un gruppo simile agli alcoli è quel-

lo dei fenoli (eugenolo, timolo) che

sono fortemente battericidi, antivira-

li, fungicidi e antiparassitari; tra essi

si ricordano il timolo presente nell’o-

lio essenziale di timo, il carvacrolo,

un monoterpene fenolico presente

nell’olio essenziale di origano e timo

e l’eugenolo presente nell’olio essen-

ziale di basilico, noce moscata, sas-

sofrasso, mirra e chiodi di garofano,

questi ultimi usati dagli Egizi nelle

pratiche di imbalsamazione per l’ele-

vato potere antimicrobico.

Gli esteri, come l’acetato di linalile

(lavanda, bergamotto) e l’acetato di

geranile (maggiorana), vengono pro-

dotti dalla reazione tra un alcool e

un acido. Si tratta probabilmente del

gruppo chimico più diffuso negli oli

essenziali. Sono tipicamente antimi-

crobici, sedativi, calmanti, spasmoli-

tici, fungicidi, spesso dotati di aroma

fruttato. Sono ottimi antinfiamma-

tori e decongestionanti della pelle.

Tra gli oli essenziali che contengono

un’alta percentuale di esteri ricordia-

mo: camomilla romana, lavanda, sal-

via sclarea, petit-grain, elicriso.

Gli eteri fenolici sono assai diffu-

si negli oli essenziali come ad

Gli esteri, come l’acetato di linalile (lavanda, bergamotto) e l’acetato di geranile (maggiorana), vengono prodotti dalla reazione tra un alcool e un acido. Si tratta probabilmente del gruppo chimico più diffuso negli oli essenziali

medicina naturale 25

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

esempio l’anetolo, che contribuisce al

sapore caratteristico dell’aneto (pian-

ta da cui prende il nome), dell’anice

e del finocchio. L’anetolo ha nume-

rosi impieghi commerciali nei settori

industriali farmaceutici e profumieri.

Variazioni nella composizione chi-

mica: i chemotipi

La quantità e la composizione dell’es-

senza possono essere fortemente

condizionate dalle condizioni am-

bientali in cui nasce e cresce la pianta

aromatica (natura del terreno, modi-

ficazioni annuali o stagionali di tem-

peratura e umidità, fattori ecologici,

ecc.).

Così accade che piante della stessa

specie botanica, ma cresciute in luo-

ghi differenti per altitudine, latitudine

e caratteristiche del suolo, sintetizzi-

no oli essenziali diversi da un pun-

to di vista chimico: per tale ragione

si parla di “chemotipo”, ovvero di

piante assolutamente identiche dal

punto di vista morfologico, ma diver-

se dal punto di vista fitochimico. Ad

esempio, esistono sul mercato diversi

chemotipi di Timo (Thymus vulgaris),

che hanno caratteristiche chimiche e

di conseguenza attività farmacologi-

che diverse:

• l’olio essenziale di timo, che-

motipo a timolo-carvacrolo,

che presenta elevate quantità

di timolo e carvacrolo (da 50 a

60%) e abbondanti monoter-

peni (p-cimene e γ-terpinene).

Ha una forte azione antisettica

e antimicrobica per cui è utile

come antisettico intestinale, e

nelle bronchiti e sinusiti. tra i vari

chemotipi è quello più aggres-

sivo, e irritante per la cute e le

mucose. Un impiego improprio

può comportare danni al fegato

e ai reni. Si distilla da piante di

timo raccolte in Francia a basse

altitudini, in garighe. Da non

confondere con l’olio ricavato

da Thymus zygis, detto Timo

rosso di Spagna, ricco in timolo,

ma povero in carvacrolo.

• l’olio essenziale di timo, chemo-

tipo a linalolo, contiene una pre-

valenza di alcoli quali il linalolo,

caratterizzato da odore floreale

e dolce (da 60 a 80%) e terpi-

nen-4-olo; i monoterpeni sono

presenti in minor quantità. È un

efficace antimicrobico, ma è an-

che neurotonico e leggermen-

te sedativo; più sicuro e meno

aggressivo, non irrita troppo la

pelle ed è più adatto per i bam-

bini e gli anziani; assai utile nelle

rinofaringiti del bambino e come

terapia post-antibiotico. Si distil-

la da piante di timo che cresco-

no più a nord, sulle colline fino a

1200 m d’altitudine.

• l’olio essenziale di timo, che-

miotipo a borneolo, caratteriz-

zato da sapore pungente, ma

gradevole, contiene in elevate

quantità borneolo (oltre il 33%),

α-terpineolo (circa 8%) e canfe-

ne (circa 10%). Meno aggressivo

del chemotipo a timolo è utile

come immunostimolante, nelle

rinofaringiti nel bambino e nelle

astenie post-infezione.

Il chemotipo è spesso considerato

un olio “selezionato” per le possibili

applicazioni salutistiche, che esaltano

specifiche caratteristiche della specie.

è importante riconoscere il giusto

chemotipo per ottenere la giusta ri-

sposta terapeutica. u

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

26 medicina naturale

Non sempre quel

che è naturale

è anche ‘sano’.

In un libro lei approfondisce il

tema. Da dove è nata questa esi-

genza?

L’esigenza nasce dalla quotidiana

constatazione che il paziente amante

del naturale è generalmente inconsa-

pevole del fatto che erbe e integrato-

ri medicinali ”verdi” possano anche

creare qualche problema se assunti

in modo inappropriato. Si tratta spes-

so di un rapporto fideistico, tanto per

l’efficacia (io ci credo, io non ci cre-

do), quanto per la sicurezza: chi ama

il naturale neppure pensa alle possi-

bili conseguenze dell’aggiungere, ad

esempio, una serie di integratori ad

una eventuale terapia farmacologica

che si stia già assumendo per una

malattia cronica. Neppure si pone

il problema di eventuali possibili in-

terazioni. E questo semplicemente

perché nella maggior parte dei casi

non conosce neppure l’esistenza del

problema.

Quali le sue principali conclusioni?

Fondamentale informare. Da qui l’e-

sigenza di una guida illustrata per un

“verde sicuro”. Informare il cittadino

Fabio Firenzuoli Medico esperto di fitoterapia,

fitovigilanza e interazioni tra erbe, alimenti e farmaci. Direttore del CERFIT, Centro di Riferimento in

Fitoterapia della Regione Toscana, del Centro per la Medicina

Integrativa − Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.

Docente aggregato di Fitoterapia e Fitovigilanza presso la Scuola di Scienze della Salute Umana

dell’Università degli Studi di Firenze

In questa intervista il dott. Fabio Firenzuoli sintetizza i risultati contenuti nel suo libro “Le insidie del naturale”. Nel contesto del fin troppo abusato termine “sano”, come distinguere le sostanze benefiche da quelle potenzialmente nocive? Entriamo nel dettaglio.

Siamo sicuri che tutto il “naturale” sia anche sano?

medicina naturale 27

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

prima di tutti, che spesso si rivolge

al fai da te incontrollato. Informarlo

dell’esistenza di queste “insidie”, che

in realtà sono tali solo finché riman-

gono sconosciute, ma che vanno af-

frontate e per decidere come risolver-

le. Insegnargli poi a seguire le regole

per un buon uso dei rimedi natura-

li. Ecco perché ho voluto inserire le

anche un “decalogo” semplice, ma

chiaro. Il tutto presuppone però la

conoscenza dei possibili rischi, onde

poterli appunto evitare, e dei quali

deve essere ben informato anche l’o-

peratore sanitario.

Lei parla proprio di ‘Rischi del Na-

turale’. Potrebbe entrare più nel

merito?

Quelli intrinseci alle erbe, come nel

caso delle piante tossiche che cresco-

no spontanee e che potrebbero esse-

re raccolte scambiandole per piante

buone e utili: ad esempio il fiore del

Colchico, pericolosissimo, scambiato

per quello dello Zafferano. Queste

piante sono numerose e nel libro vi

sono anche molte foto utili. Vi sono

poi piante potenzialmente tossiche

perché contengono sostanze a con-

centrazioni tali da non poter essere

utilizzate ad esempio negli integrato-

ri, e per queste basta seguire la lista

delle piante ammesse. Più comuni

sono invece i rischi dovuti all’uso

improprio di piante, anche “non

pericolose”, quando sono prescritte

ad esempio a pazienti con specifi-

che controindicazioni: chi soffre ad

esempio di insufficienza renale o di

ipertensione arteriosa, epatite cro-

nica, patologie della tiroide, tumore

sensibile agli estrogeni, ecc. non può

assumere certe sostanze benché na-

turali e benché le possa trovare in in-

tegratori di libera vendita. Il paziente

oncologico, il paziente trapiantato, il

cardiovascolare, o il paziente anzia-

no, così come in caso di eventuali

interventi chirurgici, hanno di per sé

una serie di limitazioni importanti,

descritte nello specifico. Importante

è conoscerle.

Come distinguere i rimedi ‘buoni’

da quelli potenzialmente nocivi?

Usando ovviamente prima di tutto

prodotti di qualità. La qualità e si-

curezza sono garantite nei

prodotti del mercato, ovviamen-

te relativamente agli alimenti, per

quanto riguarda gli integratori. Per i

medicinali vegetali, siano essi

di produzione galenica o

industriale, questi para-

metri di qualità e sicu-

rezza vengono rispetti-

vamente dai farmacisti

e dalle Autorità che ne

stabiliscono l’immissione

in commercio. Fondamen-

tale è far capire che non si

devono cercare nei campi le erbe

ad uso medicinale, ad esempio per

fare pozioni domestiche. E talvolta,

incredibilmente, abbiamo sentito an-

che questi consigli…

Nel suo libro lei parla dei rischi di

Fioritura Castelluccio di Norcia (luglio 2016). La favola, la bellezza, il silenzio, l’infinito, il mistero della Natura

Celiodonia

Cardo mariano in aperta campagna

Per i medicinali vegetali, siano essi di produzione galenica o industriale, questi parametri di qualità e sicurezza vengono rispettivamente dai farmacisti e dalle Autorità che ne stabiliscono l’immissione in commercio

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

28 medicina naturale

alcune erbe tossiche, ma anche

della non corretta assunzione di

rimedi di per sé non dannosi. È im-

portante anche il ‘come’ facciamo

uso di queste sostanze, giusto?

Certo. E qui si vede anche la compe-

tenza del professionista: si può avere

un prodotto di ottima qualità, ma, se

non si è in grado di usarlo in modo

appropriato, sorgono molti rischi.

Quindi importante è imparare bene

quali siano le indicazioni e soprattut-

to le loro specifiche controindicazioni.

Un estratto di riso rosso fermentato,

ad esempio, potrebbe essere utile in

alcuni casi, ma diventerebbe rischio-

so quando venisse consigliato ad un

paziente con polimialgia reumatica,

al posto delle statine di sintesi. Come

del resto è successo. In questi casi ab-

biamo armi fitoterapiche che proven-

gono anche da antiche medicine tra-

dizionali che i giovani professionisti

del settore non conoscono, neppure

per sentito dire, e che, se studiate e

riscoperte, possono davvero riservare

loro delle belle sorprese.

Chiuderei chiedendole qualche

utile consiglio per i farmacisti

che si trovano sempre più spesso

a gestire le richieste dei clienti,

che sembrano essere sempre più

inclini a ricorrere alla medicina

naturale.

Bene, hanno dalla loro la fortuna di

conoscere le materie di base. Ma non

basta, perché questo è un settore

particolarmente vasto e complesso,

molto più di quello che possiamo im-

maginare. Il consiglio quindi è quello

di non fermarsi alle informazioni che

possono ricevere, ad esempio, dalle

aziende che producono integratori

o materie prime, ma quello di stu-

diare, studiare studiare, perché ogni

giorno vi sono scoperte nuove, e so-

prattutto studiare la loro apllicabilità

clinica, anche attraverso l’arte della

galenica. Altrimenti rischiano di ren-

dere quasi sterile una materia di per

sé fantastica. u

Iperico

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

30 medicina naturale

Un congresso, organizzato per i primi di giugno nel capoluogo lombardo, approfondisce le principali tematiche legate all’affascinante mondo della floriterapia. Ce ne parla la dottoressa Giusy Messina, specialista in psiconeuroendocrinoimmunologia, che introduce gli argomenti che saranno affrontati dai relatori.

Floriterapia, se ne parla a Milano

Giusy Messina Psicologa psicoterapeuta specialista

in Psiconeuroendocrinoimmunologia Università degli Studi di Bergamo Dal 1987 Natur

sostiene il benes-

sere dell’uomo

offrendo una serie di prodotti

che mirano al raggiungimento di un

perfetto equilibrio psico-fisico. Il mer-

cato di riferimento di Natur è quello

della medicina naturale, all’interno

del quale si configura come leader

in Italia delle essenze floreali e rimedi

vibrazionali.

Quest’anno, per festeggiare i suoi

30 anni, Natur organizza un even-

to internazionale – l’International

Conference of Flowertherapy – che

richiama 7 tra i più influenti idea-

tori di rimedi vibrazionali – punti di

riferimento a livello mondiale – per 4

giorni interamente dedicati al mon-

do della Floriterapia: Ann Callaghan,

Andreas Korte, Daniel Mapel, Cyn-

thia Athina Kemp Scherer, Julian Bar-

nard, Vasudeva Barnao, Tanmaya.

Un evento unico che si rivela come

straordinaria opportunità di conosce-

re, approfondire e vivere il mondo

delle essenze vibrazionali direttamen-

te con chi, da anni, crea e sviluppa le

linee più conosciute.

Un Congresso a cui parteciperanno i

relatori italiani e internazionali – il 2

medicina naturale 31

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

giugno – sarà seguito da 3 giornate

di workshop e corsi di approfondi-

mento.

Il programma

2 giugno – Congresso Internazionale

Welcome e introduzione alla giorna-

ta (ing. Paolo Marchori).

Andreas Korte: PHI Es-

sences presents the Ho-

listic Light Treatments

HLT new ways of hea-

ling – I trattamenti olistici della luce:

nuovi metodi di guarigione.

Richard Katz e

Patricia Kaminsky

(intervento video): I

fiori californiani e la

loro azione sul mondo delle emozioni.

Vasudeva Barnao:

Healing through the

Psychology of Flowers

– Guarire attraverso la

psicologia dei fiori.

Ann Callaghan: Your

children are triggers for

your own inner child

healing – I vostri bambi-

ni sono la chiave per la guarigione del

vostro bambino interiore.

Tanmaya: An Intro-

duction to the Hima-

layan Flower Enhancers:

Healing tools for an out

of balance world – Un’introduzio-

ne alle essenze Hymalayan Flower

Enhancers: Strumenti di

guarigione per un mon-

do non in equilibrio.

Daniel Mapel: Embra-

cing the Wild: Using the Wild Earth

Animal Essences for emotional hea-

ling and Spiritual Development – Le

essenze animali selvaggi per la gua-

rigione emozionale e lo sviluppo spi-

rituale.

Cynthia Athina Kemp

Scherer: Flower Essen-

ces from the Arizona

Deserts – Le essenze

floreali del deserto dell’Arizona.

Julian Barnard (inver-

vento in videoconfe-

renza).

Ma chi sono i relatori?

Dopo oltre 20 anni, torna in Italia Va-

sudeva Barnao, creatore delle Living

Essences of Australia. La sua linea di

Floriterapia fonde i principi guida del

dott. Edward Bach con le tradizioni

millenarie degli aborigeni australiani.

Il particolare metodo di preparazione

di questi rimedi non prevede diluizio-

ne o scambio di materia tra acqua e

fiore, ma soltanto trasferimento di

vibrazioni energetiche.

Le sue essenze si sono rivelate parti-

colarmente efficaci nella terapia del

dolore: esse agiscono come la morfi-

na, senza però presentarne gli effetti

collaterali, ed è per questo che sono

utilizzate in ben 18 ospedali in Au-

stralia.

Questo sarà proprio il tema del suo

Workshop: “Terapia del dolore con i

fiori australiani: alleviare il dolore e lo

stress in modo efficace e veloce”.

Il suo Corso di Approfondimen-

to, di 8 ore, si concentrerà

invece sulla libertà e fe-

licità che si possono

ottenere attraverso la

psicologia dell’olismo.

Spesso lo stress e la

tensione a livello emoti-

vo sono causati da conflit-

ti che si generano nelle rela-

zioni interpersonali. Le essenze

australiane aiutano a sviluppare

una più profonda comprensione del-

la natura umana, a curare disfunzioni

e favorire benessere nelle relazioni.

Si tratta invece della prima volta, in

3 giugno 4 giugno 5 giugnoWorkshop 9.00 – 13.00 Cynthia Athina Kemp Scherer Tanmaya Julian Barnard

Workshop 14.00 – 18.00 Vasudeva Barnao Ann Callaghan Andreas Korte

Corso di Approfondimento 9.00 – 18.00 Daniel Mapel Vasudeva Barnao Cynthia Athina Kemp Scherer

Un evento unico che si rivela come straordinaria opportunità di conoscere, approfondire e vivere il mondo delle essenze vibrazionali direttamente con chi, da anni, crea e sviluppa le linee più conosciute

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

32 medicina naturale

Italia, per Cynthia Athina Kemp Sche-

rer, da anni ricercatrice con innume-

revoli esperienze, in particolare di

tipo alchemico, e fondatrice nel 1983

della Desert Alchemy negli Stati Uniti.

La Desert Alchemy è un’organizza-

zione dedicata alle essenze florea-

li del deserto Sonoran in Arizona.

Ciò che caratterizza queste essenze

è sicuramente l’ambiente in cui cre-

scono le piante. Le condizioni sono

estreme e la vita vegetale del de-

serto ha dovuto sviluppare energie

sorprendenti per adattarsi. L’idea è

che questa forza vitale possa essere

trasferita nell’organismo umano ed

impiegata come stimolo positivo. Di

questa forza e resistenza parlerà spe-

cificatamente Cynthia nel suo corso

di approfondimento.

Si concentrerà invece più sull’aspetto

della femminilità, le sue diverse sfu-

mature e il modo in cui è possibile ce-

lebrarla con l’aiuto delle essenze, nel

corso del workshop di 4 ore.

Tanmaya è il creatore delle Essen-

ze Himalayan Flower Enhancers,

che derivano da una remota valle

dell’Himalaya, dal monte Gulaga in

Australia e da molti altri territori in-

contaminati del mondo. Il termine

Enhancers – catalizzatori – indica la

proprietà delle Essenze per cui sono

in grado di favorire processi di riequi-

librio energetico e sviluppo spirituale.

In particolare, non si tratta di rimedi a

qualcosa di sbagliato, piuttosto il loro

lavoro è quello di migliorare ciò che

è giusto, scacciando ogni oscurità,

blocco o negatività immagazzinata.

Tra questi, esiste una serie di rimedi

che si concentra in particolare sull’a-

spetto della sessualità, nella coppia e

nel singolo, ed è di questo che par-

lerà Tanmaya nel suo workshop.

Daniel Mapel ha creato le Essenze

Animali Wild Earth nel 1995, nei Blue

Ridge Mountains, in Virginia. Questi

rimedi vibrazionali, al pari delle es-

senze floreali o degli elisir di gemme

e cristalli, aiutano a ritrovare armonia

ed equilibrio interiore in tutte le fasi

della nostra vita.

Venerati come sostegno e guida sin

da tempi antichissimi dai primi popo-

li primitivi, gli animali sono in grado

di offrirci energia pura ed un potere

primordiale che deriva direttamente

dalla loro essenza divina ed istintiva,

essendo loro a stretto contatto con

la Terra ed i suoi equilibri. Essi spes-

so incarnano forze pulsionali che

nella società moderna vengono me-

diate, distorte, mascherate creando

disarmonia, conflitti e tensioni che si

riflettono, in modo negativo, sul no-

stro equilibrio energetico e il nostro

stato emozionale.

Daniel dedicherà una parte del corso

di approfondimento alla sua nuova

linea che consente di entrare in con-

tatto e sintonia con uno degli animali

domestici più amati, i cani.

Un aiuto nel contrastare la dipen-

denza da nicotina, alcol e droghe in

generale può essere fornito anche da

rimedi vibrazionali. È il caso di una

serie di essenze ideate da Andreas

Korte.

Andreas ha sviluppato un suo me-

medicina naturale 33

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

todo di produzione delle essenze

nel 1984. Con un quarzo di cristallo

convoglia direttamente la vibrazione

energetica nell’acqua usata per la tin-

tura, in questo modo non si reca al-

cun danno agli esseri viventi che col-

laborano alla creazione delle essenze.

La sua linea si chiama Phi Essences e

aiuta a sviluppare armonia tra mente,

corpo e spirito, andando a lavorare

sulle radici nascoste dei conflitti in-

teriori.

Inoltre, il workshop si concentrerà

sulla ricerca che viene condotta su

due essenze sperimentali: la T1, che

può essere usata in caso di inquina-

mento da elettromagnetismo, cavi

d’alta tensione, dopo un trattamento

ai raggi X e dopo sovraesposizione

a radiazione nucleare, e Delph, che

rende l’atmosfera pulita ed energeti-

camente migliore, promuovendo l’a-

pertura del chakra del cuore.

Creatrice delle Essenze Indaco, Ann

Callaghan è un’omeopata irlandese

che da anni collabora con i bambini

di tutte le età per capire le loro esi-

genze, i loro bisogni e i loro nuovi

modi di vedere il mondo, affinché

possano vivere una vita adatta alla

loro nuova saggezza e sensibilità,

felici ed amati. Nella sua clinica ha

esercitato come omeopata e spe-

cialista nel trattamento dei bambini.

Ha anche insegnato omeopatia ed è

stata direttrice della Irish School of

Homeopathy.

Le sue essenze si rivelano di grande

aiuto nel trattamento di ogni tipo di

disturbo comportamentale, compresi

l’ADD (Attention Deficit Disorder –

Disturbo da Deficit di Attenzione) e

l’ADHD (Attention Deficit Hyperacti-

ve Disorder – Disturbo da Deficit di

Attenzione e Iperattività). Ha anche

creato combinazioni di essenze per

aiutare i bambini che sono vittime

di prepotenze e bullismo, che non

riescono a dare confidenza, che si

sentono spaventati, tristi, soli o, sem-

plicemente, si chiedono se ci sia qual-

cosa di sbagliato in loro. Di queste

formule composte, pronte all’uso e

rivolte a situazioni particolari parlerà

Ann durante il suo workshop.

Julian Barnard è il maggiore esperto

a livello mondiale della corretta pre-

parazione della tintura madre e dello

stock dei Fiori di Bach basata

sugli scritti del dott. Bach.

Fondatore della Healing

Herbs nel 1988, prepa-

ra personalmente ogni

essenza con acqua pura

di fonte e brandy, se-

guendo i metodi originali.

Ha scritto diversi libri sui Fiori di

Bach e ha istituito il Bach Educa-

tional Programme per far conoscere

e divulgare i suoi rimedi. Sarà colle-

gato in videoconferenza per tenere

un workshop in cui parlerà delle sue

ultime scoperte e presenterà il suo

nuovo libro.

Quando, dove e come iscriversi?

Il 2, 3, 4 e 5 giugno 2017, a Milano,

presso il Marriott Hotel, via Washin-

gton 66, 20146.

È possibile iscriversi a diversi pacchetti:

• Congresso Internazionale: 2 giu-

gno;

• Congresso Internazionale + 1

giornata a scelta;

• Congresso Internazionale + 3

giornate workshop: 2, 3, 4, 5

giugno;

• 3 giornate workshop: 3, 4, 5

giugno.

Per iscrizioni, visitare il sito http://

flowertherapyconference.com/it/

iscriviti, oppure scrivere a conferen-

[email protected], oppure chiamare il nu-

mero 02 6693950, interno 6. u

Julian Barnard sarà collegato in videoconferenza per tenere un workshop in cui presenterà le ultime scoperte contenute nel suo nuovo libro

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

34

Si è conclusa con successo la prima edizione del ParafarmUP, nel corso del quale abbiamo avuto modo di raccogliere le tante esperienze dei titolari di parafarmacia e di metterle a confronto. Quel che è emerso è il quadro di una realtà dinamica, ambiziosa e vivace sostenuta dall’entusiasmo dei farmacisti che vi lavorano.

ParafarmUP, buona la prima

100esperienze da raccontare. 100

farmacisti che hanno investito nella

loro professione scegliendo di met-

tersi in proprio e aprire la propria pa-

rafarmacia. 100 voci che hanno con-

tribuito ad alimentare un dibattito

vivace e costruttivo. Questo è stato

il successo del ParafarmUP, l’evento

che la rivista ‘Parafarmacia’ ha voluto

realizzare a favore di una realtà con-

solidata: i farmacisti titolari di para-

farmacia.

Nell’organizzare quella che è stata

una vera e propria giornata di studio

abbiamo voluto approfondire temi e

criticità relativi a quattro sezioni spe-

cifiche:

• Gestione normativa/economi-

co/finanziaria

In questa sezione sono stati

trattati gli argomenti relativi la

normativa per aprire la propria

parafarmacia con aspetti legati

all’ottimizzazione di costi e flussi

nella gestione economico/finan-

ziaria.

• Scelta di identità

Il tema di maggior rilievo che

rispecchia l’identità del farmaci-

parafarmUP

Massimiliano Genna Redazione

35

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

sta. La scelta dell’immagine che

vuole avere per il suo territorio

e le soluzioni per migliorarne la

comunicazione e l’interazione.

• Marchi e prodotti da trattare

Focus sulla scelta delle soluzio-

ni migliori e più efficaci da pro-

porre al proprio territorio, per

rispondere alle esigenze della

clientela.

• Servizi al territorio

Incrementare il valore aggiunto

della parafarmacia sul proprio

territorio offrendo servizi che

implementano il dialogo e il

rapporto di fidelizzazione

con il pubblico.

I relatori si sono quindi alternati sul

palco e hanno, ci piace sottolinearlo,

intavolato una vera e propria discus-

sione con il pubblico in sala, che ha

avuto così modo di avanzare (e tro-

vare risposta a) tutte le proprie do-

mande. È stato questo il reale valore

dell’evento, che si è così trasformato

in una vera e propria tavola rotonda

in cui sono emerse diversità e con-

vergenze di un mondo che chiede

soprattutto di ottenere attenzione.

Contrariamente al consolidato mon-

do delle farmacie, infatti, quello delle

parafarmacie è da molti anni in atte-

sa di una regolamentazione ad hoc

che ne stabilisca standard qualitati-

vi (e quantitativi) ed è stato proprio

questo l’aspetto più frequentemente

evidenziato dal pubblico in sala: non

chiamateci farmacisti di ‘serie B’ per-

ché noi abbiamo scelto di diventare

farmacisti attraverso lo stesso percor-

so, abbiamo la stessa laurea e quindi

abbiamo lo stesso diritto di esercitare

la nostra professione mettendo a frut-

parafarmUP

L’evento si è trasformato in una vera tavola rotonda in cui sono emerse diversità e convergenze di una realtà che chiede soprattutto di ottenere attenzione. Contrariamente al consolidato mondo delle farmacie, infatti, quello delle parafarmacie è da molti anni in attesa di una regolamentazione ad hoc che ne stabilisca standard qualitativi (e quantitativi) ed è stato proprio questo l’aspetto più frequentemente evidenziato dal pubblico in sala

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

36 parafarmUP

to i nostri investimenti (universitari,

prima, ed economici, poi) anche se

abbiamo scelto di farlo dietro il ban-

cone di una parafarmacia. In una

discussione che ha toccato tanto gli

aspetti pratici quanto quelli ideologici,

è quindi emersa l’anima di un mondo

concreto, vivace, pieno di energia, di

sogni e di aspettative. Un mondo a

cui abbiamo scelto di dare voce an-

che con un libro, ‘Studio parafarma-

cia’, che vuole essere un compendio

della giornata di Roma e una raccolta

di esperienze vere, concrete. Testimo-

nianza tangibile del nostro impegno a

favore di questa entusiasmante realtà.

Arrivederci al prossimo anno. u

09:30-12:00 Gestione normativa/economico/finan-ziaria

In questa sezione vengono trattati gli argo-menti relativi la normativa per aprire la pro-pria parafarmacia con aspetti legati all’otti-mizzazione di costi e flussi nella gestione economico/finanziaria.

• Maurizio Bellante, FarMarketing. Studio di marketing, analisi di mercato, costi, investimenti e rischio di impresa.

• Roberto Santori, commercialista Sedi-va. Adempimenti per aprire una para-farmacia.

• Adriana Berti, referente Lazio FNPI. Adempimenti e normativa.

• Fabio Centurioni. Bandi e finanziamenti.

12:00-13:00 Scelta di identità Il tema di maggior rilievo che rispecchia l’i-

dentità del farmacista. La scelta dell’immagi-ne che vuole avere per il suo territorio e le soluzioni per migliorarne la comunicazione e l’interazione.

• Stefano Migliori, presidente Vifarm.

Studio di marketing, strategie, sistemi di comunicazione e standard di qualità.

13:00-14:00 Pranzo offerto

14:30-16:00 Marchi e prodotti da trattare Focus sulla scelta delle soluzioni migliori e

più efficaci da proporre al proprio territorio, per rispondere alle esigenze della clientela.

• Maurizio Bellante, FarMarketing. Studio di marketing, come scegliere i prodotti più recettivi.

• Silvia Turrini, Diepharmex Sa. Presenta-zione Micro H.

• Rossella Perrotta, Metagenics Italy S.r.l. Presentazione Curcudyn.

16:00-17:00 Servizi al territorio Incrementare il valore aggiunto della pa-

rafarmacia sul proprio territorio offrendo servizi che implementano il dialogo e il rap-porto di fidelizzazione con il pubblico.

• Marco Merigiola. La parafarmacia dei servizi.

La Giornata di Studio

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

38

Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile

Tacchi alti e abitudini sbagliate possono comprometterela salute dei nostri piedi ed inficiare, di conseguenza, lo stato di benessere generale del fisico. In questa intervista il dott. Nicola Del Bianco si concentra su uno dei problemi più comuni: l’alluce valgo. Di cosa si tratta, quanti sono gli italiani che ne soffrono e quali sono i principali rimedi disponibili.

Non sottovalutiamo la salute dei piedi

il medico

Nicola Del Bianco Medico chirurgo specializzato

Alluce valgo: di

cosa stiamo par-

lando?

L’alluce valgo è una delle patolo-

gie più diffuse a carico del piede. È

caratterizzato da una deformità del

primo dito (l’alluce, appunto) che

comporta una deviazione latera-

le della falange, con lussazione dei

sesamoidi, due piccole ossa entro le

quali si trova l’articolazione dell’al-

luce. In genere, questa deformità è

accompagnata da una tumefazione

dolente della parte interna del pie-

de, quella che nel linguaggio comu-

ne viene definita “cipolla”, che altro

non è che una forma di infiammazio-

ne, dolorosa, da sfregamento con la

calzatura.

Molte donne soffrono di questo

disturbo. Quali le principali cause?

Si stima che in Italia circa una perso-

na su cinque soffra di alluce valgo. Le

donne poi risultano particolarmente

colpite, addirittura otto volte più de-

gli uomini, soprattutto in età dai 40

ai 60 anni.

Anzitutto è necessario dire che le

donne sono soggette a questa pato-

logia soprattutto per motivi di fami-

liarità, per un fattore genetico.

39

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

il medico

Si è constatato poi che l’uso di cal-

zature inadeguate (come i tacchi e le

scarpe prettamente di uso femminile)

sia un fattore di rischio nella genesi

di questa deformità. Se l’altezza del

tacco supera i due centimetri, infatti,

si ha un aumento del carico sulle dita

del piede e quindi sull’alluce. Non

solo, le scarpe alte spesso sono stret-

te in punta, con conseguente schiac-

ciamento verso il centro di alluce e

quinto dito.

La gravidanza poi è un altro fatto-

re prognostico negativo, a causa

dell’aumento di peso e delle disfun-

zioni ormonali, così come anche la

menopausa.

Quali i principali errori che faccia-

mo per la salute dei nostri piedi?

Può sembrare scontato da dire ma

camminare con una postura sbaglia-

ta può compromettere seriamente

la salute dei nostri piedi. I soggetti

che fin dalla giovane età mostrano

piattismo, pronazione o supinazione

se non corretti hanno una maggior

possibilità di sviluppare le patologie

dell’avampiede, dall’alluce valgo alle

metatarsalgie al dito a martello.

Come detto, poi, l’uso di calzature

inadeguate, non solo i tacchi, anche

le scarpe antinfortunistiche ad esem-

pio, può portare alla deformità dell’a-

vampiede.

Infine anche camminare scalzi, in una

cultura come la nostra “abituata”

alla scarpa, in terreni non idonei è un

errore che nel corso del tempo può

avere i suoi effetti negativi.

Esiste una qualche forma di pre-

venzione?

Se si escludono i motivi legati alla fa-

miliarità, esiste certamente una for-

ma di prevenzione. Un piattismo o

una pronazione, un piede piatto o un

piede cavo, presi per tempo possono

essere prevenuti, scoraggiando la fu-

tura formazione delle patologie.

Una visita ortopedica entro il 13°/14°

anno di età può per esempio evi-

denziare un piede piatto o una pro-

nazione e permettere di intervenire

chirurgicamente con interventi poco

invasivi, evitando poi al bambino di

dover convivere per tutta la vita con

un plantare.

Quali i possibili rimedi?

Nel caso in cui ci sia invece una pa-

tologia manifesta si ricorrere alla chi-

rurgia. Oggi è possibile ricorre alla

tecnica PBS, (Percutaneous Bianchi

System), grazie alla quale l’alluce

valgo viene risolto con un intervento

percutaneo in anestesia locale, sen-

za l’inserimento di viti o chiodi, che

permette di camminare immediata-

mente e recuperare in breve tempo

la funzionalità del piede. Particolarità

della tecnica è la possibilità di interve-

nire sull’alluce valgo in maniera poco

invasiva, limitando molto il dolore

e il fastidio. Attraverso piccoli fori

vengono inserite frese di dimensioni

ridotte per provocare micro fratture

nei punti giusti così da permettere il

riallineamento delle ossa. Le fratture

provocate vengono lasciate libere in

modo tale che la guarigione avven-

ga secondo il carico reale del pazien-

te, messo da subito in condizione di

camminare. Al termine viene prati-

cato un bendaggio che il paziente

terrà all’incirca 20 giorni. I vantaggi

di questa tecnica sono la rapidità

dell’intervento e la riduzione della

sintomatologia dolorosa, che in molti

casi è addirittura assente. L’assenza

inoltre di evidenti ferite, la possibilità

di successivi interventi per conservare

o accentuare l’allineamento ottenuto

e la totale assenza di mezzi di sintesi

che provocano maggior dolore e che

possono sostenere intolleranze e in-

fezioni.

È possibile evitare l’intervento

chirurgico?

Si può evitare in tutti quei casi in

cui non si percepisce dolore. Anzi, si

sconsiglia di intervenire su valgismi

lievi o moderati prettamente este-

tici. In questi casi è necessario solo

un monitoraggio costante, due volte

l’anno.

Una volta risolto, o contenuto, il

problema è dunque possibile tor-

nare ad indossare l’amato tacco 12?

Una volta che il problema viene ri-

solto, il paziente può tornare ad in-

dossare qualunque tipo di calzatura.

È però assolutamente sconsigliato ri-

tornare ad un abuso dei tacchi alti. Si

potranno indossare nuovamente, ma

con parsimonia e non di abitudine. u

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

40

Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile

Francesco Schittulli Presidente LILT

In occasione della presentazione dei progetti LILT finanziati con i proventi del 5x1000, abbiamo intervistato Francesco Schittulli, il presidente dell’Associazione, che sottolinea l’importanza del ruolo ricoperto dal farmacista nella sensibilizzazione alla prevenzione e fissa un obiettivo ambizioso: mortalità zero per cancro entro il 2025.

Lo stile di vita come prima arma di prevenzione

il medico

Avete recente-

mente presen-

tato i risultati

di un importante progetto di

ricerca scientifica finanziato con

i fondi derivanti dal 5x1000. Co-

minciamo con ‘le presentazioni’:

di cosa si tratta?

Non si tratta di un solo importan-

te progetto, bensì di 13 progetti di

ricerca scientifica, finanziati con i

fondi della LILT derivati dal 5x1000

su tre specifiche tematiche inerenti

alla prevenzione: primaria (rimozio-

ne delle cause che possono indurre

lo sviluppo di un cancro), secondaria

(diagnosi, la più precoce possibile) e

terziaria (il prendersi cura delle pro-

blematiche della persona che abbia

vissuto l’esperienza cancro).

Quali le evidenze riscontrate?

È fuori dubbio la strategica importan-

za della prevenzione primaria legata

ai corretti stili di vita: lotta al tabagi-

smo ed alla cancerogenesi ambien-

tale e professionale. La prevenzione

secondaria si avvale della continua ri-

voluzione dell’”imaging” che, grazie

alla tecnologia diagnostica sempre

più raffinata, ci permette di scoprire

le lesioni tumorali minimali in fase ini-

41

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

il medico

ziale e vincere così il cancro.

La prevenzione terziaria è finalizzata

alla creazione di un rapporto sempre

più umano ed empatico che coinvol-

ga il paziente, la famiglia e gli opera-

tori sanitari.

Una delle risultanze che più mi ha

colpita associa la ‘scelta’ di pre-

venzione a fattori sociali ed am-

bientali. È corretto dire quindi che

la strada maestra per proseguire

con la sensibilizzazione della po-

polazione sia quella di creare una

cultura, il più possibile diffusa,

della prevenzione?

Sappiamo che il cancro è una ma-

lattia ambientale su base genetica.

Di qui la necessità di appropriarsi di

un ambiente sempre più salutare, per

non alterare, modificare, cambiare,

mutare i nostri geni. Perché siamo noi

che costruiamo l’ambiente, e quindi

siamo noi che produciamo il cancro.

Per questo siamo chiamati a diffon-

dere capillarmente la cultura della

prevenzione come metodo di vita.

I farmacisti che lavorano nelle

parafarmacie e che ogni giorno

entrano in contatto con tante

persone che a loro si affidano

per consigli e suggerimenti, qua-

le ruolo possono avere in questo

massivo sforzo di sensibilizzazio-

ne della cittadinanza?

Il ruolo del farmacista ha una rile-

vanza strategica in virtù del rapporto

diretto con il cittadino. La persona si

interfaccia sempre più con il farma-

cista, chiedendogli consigli, suggeri-

menti, pareri sanitari.

La sensibilizzazione della cittadinanza

non può non avvalersi della disponi-

bilità e competenza professionale dei

farmacisti.

È una buona notizia già il fatto

che in Italia si riesca ancora a fare

ricerca. Possiamo lanciare anche

questo messaggio?

Pur non disponendo di ingenti risorse

finanziarie in Italia si riesce ancora a

fare ricerca, soprattutto per la pre-

senza di molti giovani ed intelligen-

ti cervelli. Dobbiamo investire su di

loro, a garanzia della migliore salute

per la comunità.

Il progetto ha coinvolto capillar-

mente le realtà LILT territoriali.

Nelle vostre attività, quanto conta

il rapporto con il territorio?

La LILT è sensibilmente impegnata

a livello territoriale attraverso le sue

oltre 100 Sezioni Provinciali ed i suoi

400 Spazi prevenzione/ambulatoria-

le. Ed è qui che si registra la coesione

tra le varie realtà socio-sanitarie.

Parliamo ora della LILT. Un’inten-

sa attività che da anni vi pone in

prima linea nella lotta ai tumori.

Vi chiederei una fotografia delle

vostre iniziative.

A fronte di una, sia pur lenta ma

continua e progressiva, diminuzione

della mortalità per cancro, si registra

tuttavia un aumento dell’incidenza.

La LILT è impegnata ad ogni livello a

vincere i “big killers” rappresentati

dal tumore alla prostata, al colon-ret-

to, al polmone ed al seno attraverso

opera di sensibilizzazione sia a livello

di prevenzione sia a livello di diagnosi

precoce.

Quali i vostri progetti futuri?

Per il futuro la LILT ha allargato il suo

campo di azione, partendo dall’ade-

sione alla Giornata Mondiale contro

il Cancro (4 febbraio), organizzando

la Settimana Nazionale per la Pre-

venzione Oncologica e sottolineando

l’importanza di una corretta e sana

alimentazione (21 marzo), parteci-

pando alla Giornata Mondiale senza

Tabacco e promuovendo visite spe-

cialistiche senologiche per tutto il

mese di ottobre (Campagna Nastro

Rosa) dedicato alle donne per una

diagnosi precoce del tumore al seno

(big killer n.1). Nel prossimo futuro

altre iniziative saranno la Settimana

dermatologica, per vincere i tumori

cutanei, il Progetto Azzurro, dedi-

cato alla lotta ai tumori maschili, il

Progetto Solidarietà per gli immigrati

ed infine gli Stati generali del Volon-

tariato (dopo aver attivato la Scuola

Nazionale del Volontariato), previsti

per il prossimo 5 dicembre in occa-

sione della Giornata Nazionale del

Volontariato.

Quale il vostro obiettivo a lungo

termine?

Mortalità zero per il cancro! Obietti-

vo da raggiungere entro il 2025. u

Il ruolo del farmacista ha una rilevanza strategica in virtù del rapporto diretto con il cittadino in quanto rappresenta la prima interfaccia con chi entra a chiedere consigli, suggerimenti e pareri sanitari

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

42 business solution

Anche in parafarmacia è possibile allestire galenici. Per saperne di più, abbiamo fatto alcune domande a Flavia la Forgia, R&D Manager di Farmalabor, azienda di spicco nella produzione e commercializzazione di materie prime, packaging e attrezzatura per la galenica.

La pratica galenica in parafarmacia: normativa ed opportunità commerciali

È possibile allestire prepara-

zioni galeniche in parafar-

macia?

Sì, sulla base della Legge n. 27/2012.

Ovviamente, per ottenere farmaci

galenici correttamente realizzati sia

dal punto di vista tecnico che igieni-

co-sanitario, risulta essenziale mette-

re a punto un processo di produzione

capace di tenere sotto controllo

l’intero ciclo produttivo, qualsiasi

sia la complessità, attenendosi come

fonte di legittimazione alle “Norme

di Buona Preparazione” (NBP, DM

18/11/2003), riportate dalla F.U. XII

ed. Quindi, anche in parafarmacia,

una preparazione galenica deve ga-

rantire efficacia (in termini di perfor-

mance biofarmaceutica) e sicurezza.

Quali sono le possibilità formula-

tive per la parafarmacia?

Le possibilità sono numerose e deri-

vano da due diverse fonti di legitti-

mazione:

1. preparati erboristici in farmacia

(nota del Ministero della Sa-

lute 600.12/Ag 45.1/706 del

05/12/2002), erboristeria (nota

600.12/Ag 45.1/4 dell’8 genna-

io 2003) e parafarmacia (nota

19 maggio 2010).

La preparazione sarà estemporanea e

la dispensazione di tali preparazioni av-

verrà senza necessità di ricetta medica.

Si possono allestire preparati a base

di piante presenti nelle liste indicate

di seguito:

• Lista italiana di “Sostanze e pre-

parati vegetali ammessi”;

• Lista BELFRIT.

Tali preparati a base di erbe e loro

derivati preparati in farmacia, pa-

rafarmacia ed erboristeria ai sensi

delle Note del Ministero della Sa-

lute 05/12/2002, 19/05/2010 e

07/01/2003 ricadono nel campo ali-

mentare.

Pertanto se ne deduce che si possono

allestire in forma solida (es. capsule);

nel caso in cui si volesse allestire una

forma liquida viscosa, la parafarma-

cia ha 2 opzioni:

• allestisce una preparazione li-

quida contenente la quantità

voluta di un qualsiasi zucchero

business solution 43

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

ammesso oppure una mucillagine

(grazie ad un agente viscosizzante

ammesso) dolcificata con un edul-

corante ammesso; questa pre-

parazione può contenere anche

i conservanti ammessi, oltre agli

altri additivi permessi per la Cat.

17.2, e dovrà chiamarsi “Prepa-

razione liquida a base di…”

oppure “Concentrato di…” o

analoghe dizioni ma non dovrà ri-

portare mai la dizione “Sciroppo”;

• allestisce una preparazione

sotto forma di sciroppo conte-

nente esclusivamente saccarosio

o glucosio ad elevate concentra-

zioni, tali da garantire l’autopre-

servazione; questa preparazione

non può contenere conservanti,

ma soltanto gli altri additivi per-

messi per la Cat. 17.3, e può

chiamarsi “Sciroppo di…”.

Una delle tante formulazioni allesti-

bili è, ad esempio, il GINKGO COM-

POSTO.

Claim salutistico: favorisce natural-

mente le condizioni di benessere.

Modalità d’uso: una capsula 2-3

volte/die, evitando la somministrazio-

ne serale.

Avvertenze: se si stanno assumendo

farmaci anticoagulanti o antiaggre-

ganti piastrinici, consultare il medico

prima di assumere il prodotto.

2. Oggetto: Legge n. 27/2012, ar-

ticolo 11.

Comma 15. “Gli esercizi commer-

ciali di cui all’articolo 5, comma 1,

del decreto-legge 4 Luglio 2006, n.

223, convertito, con modificazioni,

dalla legge 4 Agosto 2006, n. 248,

in possesso dei requisiti vigenti, sono

autorizzati, sulla base dei requisi-

ti prescritti dal decreto ministeriale

previsto dall’articolo 32, comma 1.

del decreto legge 6 Dicembre 2011,

n. 201, convertito con modificazioni

dalla legge 22 Dicembre 2011, n.

214, ad allestire preparazioni ga-

leniche officinali che non preve-

dono la presentazione di ricetta

medica, anche in multipli, in base

a quanto previsto nella farmaco-

pea ufficiale italiana o nella far-

macopea europea”.

In questo caso, una delle formula-

zioni più richieste dalla clientela è la

LOZIONE acquosa di MINOXIDIL.

Preparazione: solubilizza ALOPLUS®

in acqua preservata; quindi aggiungi

il Minoxidil. È consigliabile l’aggiunta

di conservanti, in particolare Nipagi-

na e Nipasolo.

Bibliografia: B.P. 2015.

Regime di dispensazione: Prepara-

to officinale (S.P. per concentrazioni ≤

2%, R.R. per concentrazioni > 2%).

Cosa consiglia ad una parafarma-

cia che vuole dedicarsi alla galeni-

ca, anche partendo da zero?

Il primo consiglio è cominciare da

poche preparazioni officinali e te-

stare nel breve periodo la risposta

della clientela. Una buona parte del

successo di un prodotto galenico sta

nella scelta delle materie prime cer-

tificate e nella qualità delle attrez-

zature e del packaging utilizzati: in

questo, Farmalabor è leader di set-

tore. Inoltre, l’azienda offre servizi di

consulenza prima, durante e dopo

l’acquisto, proponendosi come rife-

rimento affidabile soprattutto per le

parafarmacie che vogliono puntare

sugli allestimenti di sciroppi, lozioni

e preparazioni topiche senza ricetta

medica. Quindi, si può cominciare

con un supporto prezioso.

Un altro consiglio è sviluppare sempre

nuove competenze. Anche in questo,

Farmalabor è accanto alle parafarma-

cie con il suo Campus, che offre un

calendario ricco di corsi di specializza-

zione nelle sedi di Canosa e Assago:

www.farmalaborcampus.it u

Ginkgo Composto Eleuterococco radice E.S. tit. 5% saponosidi 200 mgGinseng radice E.S. tit. 20% ginsenoside 100 mgGinkgo foglie E.S. tit. 24% ginkgoflavonglucosidi 60 mgEccipiente tipo II q.b. a 1 cps (tipo 0)

Minoxidil Minoxidil 2%Aloplus® 11,2%Acqua altamente depurata q.b. a 100%

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

44

Ragazzi, datemi il 5

l’alimentazione

SIP, FIMP, ADI e Ospedale Bambino Gesù scendono in campo contro l’eccesso di peso, un problema che colpisce più del 30% dei giovanissimi e lanciano la campagna dei pediatri e nutrizionisti ‘Dammi il 5’: una squadra di super-eroi insegna la dieta corretta per i bambini. Previste diverse iniziative, tra cui una serie di cartoni animati, libri, guide per insegnanti, incontri formativi, eventi finali e un concorso.

Una serie di carto-

ni animati in cin-

que puntate, una

guida per gli insegnanti, un libro

di avventure per bambini, incontri

formativi con le maestre nei 16 Co-

muni che hanno aderito al progetto

patrocinandolo, un evento finale nei

teatri, dedicato ai piccoli e ai loro ge-

nitori, e uno speciale concorso tra

scuole. I protagonisti di tutte queste

iniziative educazionali sono cinque

super-eroi. Cric, Memo, Scudo, Alma

e Luce rappresentano i colori della

salute legati alla frutta e alla verdura:

bianco, blu/viola, giallo/arancione,

rosso e verde. Saranno loro ad aiuta-

re i pediatri e i nutrizionisti ad inse-

gnare ai bambini italiani l’importanza

di una corretta alimentazione quoti-

diana. Sono questi gli obiettivi della

campagna Dammi il 5, ideata e rea-

lizzata da Mati Group con il contribu-

to scientifico dell’Ospedale Pediatrico

Bambino Gesù di Roma, la collabora-

zione della Federazione Italiana Me-

dici Pediatri (FIMP), dell’Associazione

Italiana di Dietetica e Nutrizione Cli-

nica (ADI) e il patrocinio della Società

Italiana di Pediatria (SIP). Le varie ini-

ziative del progetto sono state pre-

sentate nel corso di una conferenza

Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

45

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’alimentazione

stampa svoltasi presso l’Auditorium

S. Paolo dell’Ospedale Bambino Gesù

e con la quale sono stati presentati: il

libro illustrato d’avventure Dammi il 5

in Missione Speciale, la guida “Impa-

ra giocando le regole della sana ali-

mentazione”, contenente concetti

scientifici veicolati a misura di bambi-

no, giochi interattivi, ricette in tema,

spunti divertenti e originali e la serie

animata con sigla live/animation,

scritta da Maria Teresa Carpino e

composta da Paolo Vivaldi, nella qua-

le i personaggi saranno rappresentati

dagli Alpha Kids, giovani ballerini di

hip hop, che magicamente si trasfor-

meranno nei fantastici eroi animati.

L’iniziativa nasce da una evidenza:

“Un bimbo italiano su tre è in sovrap-

peso – spiega il dott. Alberto Villani,

presidente nazionale della SIP –. Si

tratta di una dato in leggero calo ri-

spetto agli anni precedenti, ma anco-

ra troppo alto. All’origine dell’ecces-

so ponderale vi sono una dieta

squilibrata e troppo ricca di grassi e

una diffusa sedentarietà che interes-

sa attualmente il 16% dei giovanissi-

mi. Sei su dieci passano troppo tem-

po davanti a TV e videogiochi.

Abbiamo perciò deciso di scendere in

campo e sostenere questo innovativo

progetto di prevenzione”. Nelle pros-

sime settimane partirà il tour di Dam-

mi il 5 con incontri nelle scuole di 16

Comuni in 5 diverse Regioni, con l’in-

teressamento non solo degli studenti

delle scuole primarie, ma anche degli

insegnanti e delle famiglie. Saranno

tenute speciali lezioni sulla salute, di-

stribuito materiale informativo e pro-

iettate le cinque puntate dei cartoni

animati con le avventure dei super-e-

roi della salute. “Più del 50% delle

madri di giovani obesi è convinta che

la quantità di cibo consumata dal fi-

glio sia corretta – sottolinea il dott.

Antonio Caretto, presidente naziona-

le dell’ADI –. Solo il 25% dei bambini

consuma tutti i giorni cinque porzioni

di frutta e verdura, così come racco-

mandato dalle autorità sanitarie

mondiali. Quattro su dieci non fanno

una colazione adeguata prima di an-

dare a scuola. È quindi necessario au-

mentare il livello di informazione e

consapevolezza sulla corretta alimen-

tazione, sia tra la popolazione infan-

tile che tra quella adulta. Per educare

alle giuste abitudini alimentari sono

stati scelti strumenti piacevoli, diver-

tenti, chiari e facilmente comprensi-

bili come libri e cartoni animati”. Il

progetto, realizzato grazie al suppor-

to non condizionante di Menarini,

prevede anche la realizzazione di uno

speciale concorso tra le scuole prima-

rie coinvolte: Oscar di Dammi il 5!

Tutte le classi si sfideranno nell’idea-

zione di nuove storie di avventure dei

cinque super eroi, producendo elabo-

rati che devono avere come protago-

nista un personaggio totalmente

nuovo e inventato dai bambini. In

ogni città sarà organizzato un evento

finale, durante il quale i super eroi

“in persona” consegneranno alla

scuola vincitrice del concorso un pre-

mio, che sarà offerto da General Be-

verage, azienda specializzata nella

distribuzione di acqua microfiltrata e

di bevande sostenibili. “Non è mai

troppo presto per insegnare le regole

della salute e del benessere – aggiun-

ge il dott. Giampietro Chiamenti,

presidente nazionale della FIMP. Un

obeso ha infatti un’aspettativa di vita

inferiore di dieci anni rispetto ad un

normo-peso. I chili di troppo in età

pediatrica favoriscono la probabilità

Alla luce delle evidenze è necessario aumentare il livello di informazione e consapevolezza sulla corretta alimentazione, sia tra la popolazione infantile che tra quella adulta. Per educare alle giuste abitudini alimentari i più piccoli, sono stati quindi scelti strumenti piacevoli, divertenti, chiari e facilmente comprensibili come libri e cartoni animati

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

46 l’alimentazione

di sviluppare una serie di malattie

croniche non trasmissibili come di-

sturbi cardiovascolari, tumori, insuffi-

cienza respiratoria, ipercolesterole-

mia, ipertensione e diabete”. “Il

grave eccesso di peso è un problema

mondiale, con un interessamento di-

verso nelle varie regioni – sostiene il

dott. Giuseppe Morino, responsabile

U.O. Educazione Alimentare dell’O-

spedale Pediatrico Bambino Gesù di

Roma. In Italia le Regioni del Sud

sono maggiormente interessate da

questo fenomeno. In Campania, per

esempio, il tasso di sovrappeso/obesi-

Eccesso di peso in età pediatrica L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’o-besità come: “una condizione caratterizzata da un eccessivo peso corporeo dovuto all’accumulo di tessuto adiposo (gras-so), in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute”. Se il peso supera del 30% quello ideale si è in sovrap-peso, quando va oltre il 40% si parla di obesità.L’indice più utilizzato per misurare l’eccesso ponderale è il Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC), ottenuto dividendo il peso corporeo (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri). L’obesità e il sovrappeso insorgono quando, per lungo tempo, la quantità di calorie introdotte con l’alimentazione supera il consumo di energia. L’ecces-so è trasformato ed immagazzinato sotto forma di grasso. A determinare una condizione di obesità possono contribuire inoltre anche fattori genetici, endocrini e metabolici. La cau-sa principale è comunque un’eccessiva introduzione di cibo per non corrette abitudini alimentari e/o per un disturbo del comportamento alimentare su base psicologico/psichiatrica. Il tutto associato ad uno stile di vita non adeguato, in assenza o scarsità di attività fisica. I chili di troppo sono considerati un importante fattore di rischio per l’insorgenza di gravi pa-tologie. Un obeso ha un’aspettativa di vita mediamente ridot-ta di 10 anni (9 per le donne e 12 per gli uomini). L’eccesso di peso comporta una serie di gravi malattie (diabete melli-to di tipo 2, ipertensione, infarto, insufficienza respiratoria e renale, tumori, ipercolesterolemia, vasculopatie, malattie

articolari, ictus, problemi della sessualità e fertilità)1.Il sovrappeso e l’obesità in bambini e adolescenti è ancora un importante problema di salute pubblica nella Regione Europea dell’OMS. I chili di troppo in età pediatrica sono associati ad un rischio maggiore di morte prematura e disabilità adulta. In più aumentano la probabilità di sviluppare patologie non trasmissi-bili già da giovani e successivamente da adulti. Secondo gli ulti-mi dati disponibili i bambini italiani in sovrappeso sono il 20,9% e gli obesi sono il 9,8%. Tra questi ultimi i bambini gravemente obesi ammontano al 2,2%. Le femmine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 21,2% e il 9,4% mentre i maschi sono il 20,7% e il 10,3%. Le Regioni del Centro e del Sud continuano ad avere prevalenze più elevate rispetto a quelle del Nord.Negli ultimi anni si assiste ad una riduzione del fenomeno dell’eccesso di peso nei bambini. Nel 2008-09 era obeso il 12% degli under 9 italiani e in sovrappeso il 23,2%.È provato scientificamente che alcuni scorretti stili di vita au-mentano la probabilità di eccesso di peso. Tra i giovanissimi residenti nel nostro Paese: • l’8% non fa colazione al mattino e il 31% invece ne con-

suma una non adeguata;• il 52% a metà mattina si nutre con alimenti ad elevata

densità energetica;• il 25% dei bambini non mangia quotidianamente frutta

1 Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=175&area=Malattie_endocrine_e_meta-boliche

47

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’alimentazione

tà interessa un bambino su due

(47.8% dei bambini secondo i dati

OKkio alla Salute 2014) mentre in

Lombardia solo il 23.6% è interessa-

to. Alla base di queste differenze ci

sono motivi culturali e sociali, ma so-

prattutto la sedentarietà e l’abban-

dono da parte dei giovani della dieta

mediterranea e l’orientamento verso

stili alimentari ricchi di grassi e car-

boidrati semplici e scarsi in fibra. L’ac-

centuata selettività per determinate

categorie di alimenti, quali frutta,

verdura, legumi e pesce, contribuisce

negativamente alla diffusione del fe-

nomeno. Nonostante i dati 2014 di

OKkio alla Salute riportino un au-

mento del consumo di frutta e/o ver-

dura del 2% rispetto al 2012, esso

rimane comunque ridotto, come evi-

denziato da una ricerca del nostro

ospedale in una scuola media di

Roma in cui solo il 23,7% consuma

quotidianamente 5 porzioni di frutta

e verdura; mentre il 30,8% non con-

suma alcuna porzione di frutta al

giorno e il 54,4% nessuna di verdura.

L’approccio più efficace rimane quel-

lo di stimolare un percorso multisen-

soriale positivo che porti all’assaggio

sia in famiglia che a scuola. Infatti,

come emerso da un recentissimo stu-

dio americano (Bezbaruah and Brunt,

2017) sulle preferenze di frutta e ver-

dura nei bambini di età compresa tra

9 e 11 anni, l’assaggio di nuove tipo-

logie di frutta e verdura è un fattore

importante di gradimento insieme

con fattori sensoriali come il gusto,

l’aspetto e l’odore. Con Dammi il 5

vogliamo stimolare i ragazzi ad un

approccio positivo proprio verso quei

cibi meno graditi, ma fondamentali

nella prevenzione del sovrappeso”.

Importante quindi è trasmettere un

e verdura;• il 41% beve tutti i giorni bevande zuccherate e/o gassate;• il 12% dorme meno di nove ore a notte.Diversi studi scientifici hanno dimostrato quanto sia deter-minante l’influenza dei genitori sugli stili di vita dei figli e, in particolare, sui loro comportamenti riferiti alla salute (abitu-dini alimentari e attività fisica). Nel nostro Paese:• il 49% delle madri di bambini in sovrappeso e il 13% del-

le madri di bambini obesi considerano il proprio figlio

normopeso;• Il 75% delle madri dei bambini in sovrappeso e il 53% di

quelli obesi pensano che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio sia giusta;

• Il 59% delle madri di bambini sedentari ritiene che il pro-prio figlio svolga una sufficiente quantità di attività fisica2.

2 Istituto Superiore di Sanità (ISS) Il Sistema di sorveglianza OKkio alla Salute: risultati 2014

CampaniaCalabria

MoliseAbruzzo

BasilicataSicilia

PugliaUmbriaMarche

LazioEmilia-Romagna

LiguriaToscana

SardegnaPiemonte

VenetoFriuli-Venezia Giulia

LombardiaProvincia Autonoma di Trento

Valle d’AostaProvincia Autonoma di Bolzano

ITALIA

28,6 19,2 24,6 16,2 24,9 15,8 27,2 11,4 25,0 13,4 23,2 13,9 23,1 13,5 22,8 10,0 23,1 8,1 21,7 9,4 20,9 7,7 20,2 6,9 19,5 7,318,6 7,318,6 6,717,4 7,0 18,2 5,717,1 6,5 17,4 5,514,7 4,413,4 4,0 20,9 9,8

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

SovrappesoObeso

Percentuale

Sovrappeso e obesità (%) nei bambini 8-9 anni per Regione. Italia, 2014

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

48 l’alimentazione

Attività fisica nei bambini L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce attività fisica: “qualunque sforzo esercitato dal sistema mu-scolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”. Rientrano quin-di in questa definizione anche semplici abitudini quotidia-ne come camminare, andare in bicicletta o fare una corsa al parco. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’attività fisica comporta grandi benefici alla salute fisica e psichica della persona: • migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di

ammalarsi di diabete di tipo 2;• previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i

livelli della pressione arteriosa e del colesterolo;• diminuisce il rischio di sviluppo di malattie cardiache

e di diversi tumori;• riduce il rischio di morte prematura, in particolare

quella causata da infarto e altre malattie cardiache;• previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture,

ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena);

• riduce i sintomi di ansia, stress e depressione;• previene, specialmente tra i bambini e i giovani, i

comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol, diete non sane e atteggiamenti violenti e favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’au-tostima, dell’autonomia e facilita la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti;

• produce dispendio energetico e quindi diminuisce il rischio di obesità1.

L’esercizio fisico, però, è utile dal punto di vista terapeu-tico solo se effettuato con metodo e frequenza costante, altrimenti è più difficile trarne beneficio. Secondo gli ultimi dati il 16% dei bambini italiani è da considerare come “non attivo” con lievi differenze di genere (le femmine sono più pigre dei maschi 17% vs 15%). Il 18% pratica attività fisica per non più di un’ora a settimana e solo il 15% vi si de-dica 5-7 giorni nel medesimo arco temporale. I maschi si muovono generalmente più delle femmine e con maggiore frequenza: il 17% dei maschi e il 12% delle femmine pratica attività fisica 5-7 giorni a settimana.Tra gli under 9 residenti nel nostro Paese: • il 28% va a scuola a piedi o in bicicletta mentre la mag-

gioranza (59%) usa l’automobile e il 10% lo scuolabus;• il 65% trascorre fino a un massimo di 2 ore e 30 al

giorno davanti alla TV e/o giocando ai videogiochi. Il 6% dedica 5 o più ore a queste attività;

• chi ha un genitore obeso presenta livelli di sedenta-rietà maggiore (44%) rispetto ai coetanei con genitori sotto-normopeso (29%);

• il 42% ha una TV nella propria stanza2.

1 Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.

jsp?id=51&area=Vivi_sano

2 Istituto Superiore di Sanità (ISS) Il Sistema di sorveglianza OKkio alla

Salute: risultati 2014

Cinque-sette giorni

Quattro giorni

Tre giorni

Due giorni

Un giorno

Zero giorni

12,5 17,3 9,2 11,3

21,3 2 26,7

35,6 29,4 11,6 8,5 9,76,7

0 10 20 30 40

MaschiFemmine

Percentuale

Percentuale di bambini che svolgono almeno un’ora di attività fisica per frequenza settimanale per sesso.

49

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’alimentazione

messaggio e farlo nel modo

più facile da recepire per i

ragazzi: “Educare in manie-

ra divertente e insolita è la

strategia della mia Società,

da sempre impegnata a

produrre progetti per bam-

bini sulla sana alimentazio-

ne – afferma infatti la dott.

ssa Maria Teresa Carpino,

autrice del progetto Dammi

il 5 e amministratore dele-

gato di Mati Group, società

specializzata nella comuni-

cazione sul benessere –. Il

titolo è strategi-

co ed

emblematico. Sono partita da Dam-

mi il 5 come gesto che vuole rappre-

sentare segno di soddisfazione e gra-

titudine. E poi sono giunta a creare 5

super eroi, che rappresentano i 5 co-

lori della salute. Il nostro scopo è

quello di suscitare nei bambini il desi-

derio di immedesimarsi nei nostri

fantastici eroi e quindi cercare di imi-

tarli, mangiando molta frutta e ver-

dura per diventare come loro. Una

volta fatto potranno battersi il 5 e

sentirsi soddisfatti. Tutta la campa-

gna ha il bollino dei vertici istituzio-

nali della pediatria e della nutrizioni-

stica italiana e quindi i contenuti

sono validi da un punto di vista scien-

tifico. Il nostro auspicio è che grazie

ad iniziative di questo tipo sempre

più bambini e adulti percepiscano

l’importanza di una sana alimenta-

zione e di uno stile di vita corretto”.

“La nostra azienda è orgogliosa di

poter sostenere un progetto così im-

portante e originale – conclude il

dott. Carlo Grossi, direttore BU OTC

Italia Menarini –. Abbiamo deciso su-

bito di partecipare a questa campa-

gna, perché è rivolta ai bambini: in-

vestire nella loro educazione significa

investire nel futuro di tutta la società.

In Italia il consumo di frutta e verdura

è molto lontano dagli standard rac-

comandati dalle linee guida nazionali

e internazionali. Consumare quoti-

dianamente 5 porzioni di frutta e ver-

dura di 5 colori diversi garantisce il

giusto apporto di vitamine, minera-

li, antiossidanti e fibre fondamen-

tali per la crescita dei bambini.

Menarini è molto attenta a que-

sta problematica e supporta le

mamme nell’integrazione alimen-

tare quotidiana dei propri figli”. u

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

50 business solution

Corman: da 70 anni una famiglia per la salute delle famiglie

L’Azienda leader nel mon-

do nella produzione di

assorbenti ipoallergenici

100% cotone e nella distribuzione di

medical device racconta al Cosmo-

farma 2017, 7 decenni di innova-

zioni per la salute.

La famiglia Mantovani da due ge-

nerazioni ha la mission di ricercare

le migliori soluzioni per la salute. 70

anni di scelte di valore, 70 anni da ri-

percorrere insieme durante il Cosmo-

farma nello stand-installazione tra

video e immagini, sempre proiettati

al futuro e al mondo.

Per questa occasione Corman ha

deciso di preparare per l’importan-

te appuntamento del Cosmofarma

uno spazio creativo e coinvolgente

con un’installazione artistica, con

l’obiettivo di ripercorrere le tappe

salienti dei 7 decenni dell’azienda, e

sopratutto per coinvolgere i farmaci-

sti per guardare insieme al futuro e

vivere l’esperienza internazionale di

Corman.

In questa occasione Corman lancia il

context per i farmacisti ambassador

da invitare a novembre a New York.

Un educational tour per conoscere

da vicino e raccontare la realtà ame-

ricana della farmacia e la presenza

internazionale di Corman.

Per partecipare alla selezione basta

compilare la cartolina distribuita in

Cosmofarma, o collegarsi entro set-

tembre 2017 al sito www.corman.it o allo stand virtuale di Corman in

www.pharmacyhub.it

La sfida di Corman è iniziata nel

1947 con Corrado Mantovani, che

fondava a Milano la Corman .Dall’a-

cronimo del nome e cognome scatu-

riva un marchio molto conosciuto e

apprezzato, non solo in Italia. Oggi i

figli Guido e Giorgio sono ai vertici di

una società attiva in Italia nella com-

mercializzazione di dispositivi medici

per il canale Farmacia e Parafarmacia

e leader in 26 Paesi del mondo nel

business solution 51

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

settore degli assorbenti 100% coto-

ne ipoallergici.

Da 70 anni, c’è nel DNA di Corman la

visione di sviluppare in Italia collabo-

razioni con partner internazionali per

mettere a disposizione dei pazienti i

più avanzati medical devices: dai mi-

suratori della pressione arteriosa ed

i nebulizzatori per l’aereosol terapia

del leader mondiale Omron, agli aghi

per la somministrazione di insulina di

Becton Dickinson, ai sistemi di moni-

toraggio della glicemia progettati da

Abbott. La qualità dei prodotti e la fi-

losofia di un approccio naturale per la

soluzione delle problematiche intime

femminile, ha sviluppato il supporto

dei ginecologici di ogni continen-

te, che raccomandano gli assorbenti

completamente in cotone che Cor-

man ha sempre prodotto in Italia.

Il made in Italy che conquista i merca-

ti stranieri non è solo moda e vini. La

linea assorbenti in cotone Lady Pre-

steril, infatti, si è imposta nelle oltre

8.000 Farmacie della catena ame-

ricana CVS, servita direttamente

dalla filiale Corman in USA. Il mi-

glior cotone arriva dall’America, ma

viene lavorato alle porte di Milano

e poi esportato. Una materia prima

molto difficile da trattare che la fa-

miglia Mantovani ha saputo domare

con linee produttive high tech, uni-

che nel mondo.

Il 2016 è stato un anno molto impor-

tante per Corman, che ha visto supe-

rare gli 80 milioni di euro di fatturato

e gettare le basi per un 2017 ricco

di importanti novità e nuove sfide da

vincere.

“Siamo orgogliosi di avere il quartier

generale nel cuore del Parco Agricolo

Sud Milano – dice Guido Mantovani,

Ad di Corman –. In 70 anni, la nostra

struttura si è abituata a confrontarsi

con esigenze e realtà di ogni ango-

lo del Pianeta, dal Canada alla Cina

all’Australia. Accettare sempre nuove

sfide ci ha reso un’azienda all’avan-

guardia nel campo della cura della

persona. Da sempre Corman porta

nelle farmacie prodotti certificati dal-

la classe medica. La formazione del

farmacista e il suo coinvolgimento

attivo sono una priorità. A maggio in

collaborazione con Omron e Abbott

lanciamo una importante ricerca a

livello internazionale presso le Farma-

cie e Parafarmacie italiane sulla pre-

venzione dei danni da ipertensione.

Progetto Zero con l’egida della Fon-

dazione della Società Italiana dell’I-

pertensione e della Società Italiana

di Medicina Generale ha l’obiettivo

di abbattere con la corretta misura-

zione della pressione arteriose della

glicemia questo killer silenzioso”.

Corman è da sempre attenta alle

novità del mercato e orientata ad

investire in nuove realtà e tecnologie

che possono rispondere a necessità

insoddisfatte dei pazienti o che pos-

sono migliorare la qualità di vita dei

pazienti affetti da patologie acute o

croniche. Per questo per il secondo

anno Corman è Partner dell’Adopton

Program allo StartUp Village, il pro-

gramma-ponte tra Aziende pharma

e startup con attività di mentoring e

open innovation.

L’attività di sviluppo delle nuove solu-

zioni e dei nuovi prodotti è affidata ad

Andrea Verniani, Marketing Manager

di Corman, che sta seguendo la strada

intrapresa da tempo da Corman con

collaborazioni anche con i principali

poli universitari internazionali per la

ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti.

L’ultimo ed innovativo prodotto è Ci-

stiset Advance, nato dalla partnership

con Biosfered, spin-off dell’Università

degli Studi di Torino. Il team accade-

mico ha sviluppato tecnologie innova-

tive per l’estrazione e la funzionaliz-

zazione di molecole bioattive estratte

dalle piante. In particolare, dal cran-

berry, così prezioso contro i disturbi

della cistite, ha ottenuto il contenuto

più elevato di Proantocianidine A,

molto attive per il trattamento della

cistite. u

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

52

L’integrazione della dieta con un’adeguata quantità di iodio risulta estremamente importante per la prevenzione di patologie anche importanti. Al fine di favorire questa consapevolezza appare fondamentale coinvolgere i farmacisti e i servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL territoriali che costituiscono la prima interfaccia con il pubblico.

l’alimentazione

Iodoprofilassi, il contributo dei farmacisti e dei SIAN

In Italia, come in molti

altri Paesi del mondo,

lo iodio è presente in

quantità così esigue nel suo-

lo, nelle acque e negli alimenti che

il fabbisogno minimo giornaliero

necessario per una normale attività

tiroidea non può essere soddisfat-

to. Ciò fa sì che la carenza iodica

si traduca in quadri morbosi le cui

manifestazioni variano in funzione

del periodo della vita interessato da

questo deficit. Sebbene il gozzo sia

il più frequente effetto di questa ca-

renza nutrizionale, in realtà le conse-

guenze più gravi sono rappresentate

dai disturbi neurologici derivanti da

un’esposizione fetale e neonatale

all’insufficiente apporto di iodio. In-

fatti, a seconda della gravità, della

durata e del periodo di esposizione

alla carenza possono prodursi dan-

ni a carico del sistema nervoso cen-

trale e periferico, per il cui sviluppo

gli ormoni tiroidei sono essenziali.

Inoltre la carenza iodica anche lieve

produce effetti negativi soprattutto

in condizioni come la gravidanza e le

prime fasi dello sviluppo, nelle qua-

li è necessario un superiore apporto

di iodio. Una quantità insufficiente

di iodio in queste fasi si esplica, in-

Giuseppe Ugolini Dirigente medico nutrizionista Sian

ASL Roma 2

53

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’alimentazione

fatti, in una eccessiva prevalenza

del gozzo in età pediatrica, in difetti

dell’accrescimento di vario grado e

nel raggiungimento di un quoziente

intellettivo inferiore a quello otteni-

bile in condizioni di ottimale apporto

di iodio [1-3].

L’integrazione della dieta con una

adeguata quantità di iodio risulta,

pertanto, di estrema importanza per

la prevenzione delle patologie sopra

descritte. Coerentemente con l’invito

dell’OMS a ridurre l’introito giorna-

liero di sale per la prevenzione dell’i-

pertensione e delle malattie cardiova-

scolari [4], la strategia raccomandata

dalla stessa Istituzione a livello mon-

diale per l’eradicazione dei disturbi

da carenza iodica è quella di utiliz-

zare come veicolo il sale alimentare

arricchendolo delle opportune quan-

tità di iodio. Tale scelta è giustifica-

ta dalle seguenti motivazioni: il sale

è un alimento consumato da quasi

tutta la popolazione, il suo con-

sumo è stabile, le modalità

tecnologiche di arricchimento sono

compatibili sotto il profilo economico

e potenzialmente implementabili ne-

gli stabilimenti di lavorazione del sale

alimentare. Inoltre, risulta un prodot-

to sul quale è possibile attuare effica-

cemente programmi di sorveglianza

nei diversi punti critici del sistema di

produzione e distribuzione.

La legge n. 55 ”Disposizioni fina-

lizzate alla prevenzione del gozzo

endemico e di altre patologie da ca-

renza iodica”, emanata nel marzo del

2005, mette a disposizione a livello

nazionale un importante strumen-

to legislativo volto a ridurre la fre-

quenza dei disordini derivanti dalla

carenza di iodio. La normativa preve-

de infatti una serie di misure atte a

promuovere il consumo di sale arric-

chito su tutto il territorio nazionale,

quali la presenza obbligatoria di sale

arricchito con iodio nei punti vendi-

ta, la fornitura del sale comune sol-

tanto su specifica richiesta dei

consumatori, l’uso di sale

arricchito di iodio nella

ristorazione collettiva e

la possibilità di utilizzo

nella preparazione e

nella conservazione dei

prodotti alimentari.

A supporto dello stru-

mento legislativo l’intesa

Stato-Regioni del 26 febbraio

2009 ha istituito l’Osservatorio

Nazionale per il Monitoraggio della

Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), il cui

coordinamento è stato affidato all’I-

stituto Superiore di Sanità (www.iss.

it/osnami/) . L’OSNAMI rappresenta la

struttura epidemiologica mediante la

quale viene effettuata la sorveglianza

su scala nazionale del programma di

iodoprofilassi e che, in collaborazio-

ne con il Ministero della Salute, l’As-

sociazione Italiana Tiroide ed esperti

del settore, ha il compito di coordina-

re attività finalizzate a:

1. verificare l’efficienza della iodo-

profilassi, ovvero la capacità di

quest’ultima di raggiungere la

popolazione e quindi di miglio-

rarne l’apporto iodico, attraver-

so la valutazione di indicatori

che consentano di verificare

l’adeguato apporto nutrizionale

di iodio della popolazione (dati

di vendita di sale iodato, con-

tenuto di iodio nelle confezioni

di sale immesse in commercio,

iodurie in campioni rappresenta-

tivi della popolazione generale);

2. valutare l’efficacia della iodo-

profilassi, ovvero la capacità di

quest’ultima di produrre un ef-

fetto positivo sulla popolazione

in termini di riduzione di alcune

patologie, attraverso l’analisi

dell’andamento nel tempo dei

valori di TSH neonatale, dell’in-

cidenza dell’ipotiroidismo con-

genito a livello nazionale e della

prevalenza di gozzo in campioni

della popolazione in età scolare

reclutati in specifiche “aree sen-

tinella” opportunamente indivi-

duate;

3. effettuare la sorveglianza dei

nuovi casi di ipertiroidismo,

quale transitorio effetto conse-

guente all’uso generalizzato di

sale iodato nella popolazione

generale;

4. sostenere la campagna di infor-

mazione sull’uso di sale iodato

presso la popolazione.

I dati prodotti dall’OSNAMI hanno

documentato un costante progresso

Coerentemente con l’invito dell’OMS a ridurre il consumo di sale, la strategia raccomandata dalla stessa Istituzione per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica è quella di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchendolo delle opportune quantità di iodio

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

54 l’alimentazione

nella vendita del sale iodato che nel

2016 ha raggiunto il 60% del totale

di sale venduto nella grande distribu-

zione. Sebbene incoraggianti, questi

valori sono ancora lontani da quel

90% indicato dal WHO come target

da raggiungere perché il programma

di iodoprofilassi possa avere successo.

È evidente quindi la necessità di

un’efficace campagna di informazio-

ne presso la popolazione, affinché

questa partecipi con consapevolez-

za e competenza al programma di

prevenzione. Tale obiettivo potrà es-

sere raggiunto solo con il contributo

di tutti gli interlocutori coinvolti in

questa importante problematica di

Sanità Pubblica. Particolarmente im-

portante sarà il ruolo svolto dai Ser-

vizi di Igiene degli Alimenti e della

Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di

Prevenzione delle ASL territoriali. Vi

sono attualmente in Italia circa 150

SIAN capillarmente distribuiti sull’in-

tero territorio nazionale a garanzia

di prestazioni uniformi ed erogabili

in ogni località. La “mission” fonda-

mentale di tali servizi è rappresentata

dalla tutela della salute pubblica e dal

sostegno delle attività imprenditoriali

(imprese alimentari). Di fatto, i ripe-

tuti allarmi sulle condizioni nutrizio-

nali della nostra popolazione hanno

rappresentato motivazioni sempre

più forti ad assumere impegni cre-

scenti nell’attuare azioni di supporto

in tema di promozione della salute,

come la lotta ad obesità e sovrappe-

so, a malattie cronico-degenerative

e a carenze nutrizionali prioritarie in

Italia, quali iodio ed acido folico.

Anche (e particolarmente) il contri-

buto dei farmacisti risulterà estre-

mamente rilevante in quanto sta-

keholders culturalmente formati alla

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

56

divulgazione dell’informazione fina-

lizzata alla tutela della salute pubbli-

ca. Inoltre, essendo le farmacie e le

parafarmacie italiane capillarmente

presenti in tutte le aree del Paese e

con ampia disponibilità di orario di

apertura delle proprie strutture, co-

stituiscono un punto di riferimento

fondamentale per i numerosissimi

cittadini che ogni giorno vi si recano

rivolgendosi al farmacista con asso-

luta fiducia e certi di trovare risposta

alla loro necessità di informazione. Il

farmacista, quindi, potrà contribuire

ad un importante processo di educa-

zione sanitaria della popolazione dif-

fondendo il concetto che il sale ioda-

to è un alimento e non un farmaco

e che, pertanto, la iodoprofi-

lassi non rappresenta un intervento

terapeutico, bensì una misura di tipo

nutrizionale attraverso la quale sarà

possibile prevenire le patologie de-

rivanti da un inadeguato apporto di

iodio. È evidente, quindi, che i quali-

ficati interventi di consulenza dei far-

macisti ai cittadini, coadiuvati anche

dall’offerta gratuita di eventuale ma-

teriale divulgativo istituzionale, quali

depliant, brochure ed affissione di

poster, oltre che dalla rispettosa os-

servanza della legislazione in merito

alla vendita del sale iodato, potranno

risultare estremamente utili alla pro-

mozione della iodoprofilassi in Italia,

come pure per altre future campagne

nazionali di prevenzione. A tal fine

la rete dei SIAN (Sianet) si

potrà attivare perché in

ogni Regione italiana

si possa interloquire in

tempo reale per la promozione del-

la iodoprofilassi tra il referente SIAN

dedicato e i farmacisti di tutte le far-

macie e parafarmacie che intendono

aderire alla campagna in gestione in-

tegrata. u

Bibliografia1. Bonofiglio D., Catalano S., Perri A. et

al., Beneficial effects of iodized salt prophylaxis on thyroid volume in an iodine deficient area of southern Italy. Clin Endocrinol 2009, 71: 124-129.

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4. WHO European Action Plan for food and nutrition policy 2007-2012. http://www.euro.who.int/Docu-ment/E91153.pdf.

l’alimentazione

È evidente che i qualificati interventi di consulenza dei farmacisti ai cittadini, coadiuvati anche dall’offerta gratuita di eventuale materiale divulgativo istituzionale, quali depliant, brochure ed affissione di poster, potranno risultare estremamente utili alla promozione della iodoprofilassi in Italia, come pure per altre future campagne nazionali di prevenzione

57

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

I rimedi vegetali sono stati uti-

lizzati per moltissimi anni, nella

medicina tradizionale cinese, per

il trattamento di numerosi disturbi.

Anche nel contesto delle malattie me-

taboliche, è stato possibile individuare

estratti vegetali e miscele di estratti

considerati utili nella regolazione del

metabolismo. In modelli sperimentali

animali, è stato possibile dimostrare

gli effetti antiobesogenici e antidiabe-

tici di piante e funghi medicinali.

Soppressione dell’appettito

Il senso di appetito e di sazietà sono

regolati da interazioni complesse tra

intestino, cervello e tessu-

to adiposo1.

La grelina è un ormone rila-

sciato dal tratto gastrointestinale,

quando lo stomaco è vuoto, ed in-

duce la fame agendo sull’ipotalamo2.

La presenza di cibo nel tratto ga-

strointestinale attiva le vie afferenti

del nervo vago, portando ad inibizio-

ne del centro cerebrale della fame2.

L’assunzione di cibo induce il rilascio

di colecistochinina da parte delle cel-

lule epiteliali intestinali, che inibisce

l’attività del neuropeptide Y, nell’ipo-

talamo3.

La leptina è un ormone che induce

Matteo Micucci Dottore di Ricerca Europeo in Scienze Farmaceutiche – Dip. Farmacia e Biotecnologie, Laboratorio Biofarmaceutico e Nutraceutico Università di Bologna

In questo approfondimento il prof. Matteo Micucci, esperto in nutraceutica, prende in considerazione alcuni

rimedi vegetali utili al controllo dell’appetito e capaci di indurre il senso di sazietà. Quali sono i più comuni,

come agiscono sul nostro metabolismo e perché sono, da moltissimi anni, largamente utilizzati dalla medicina

tradizionale cinese?

la nutraceutica

Appetito e senso di sazietà

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

58 la nutraceutica

sazietà, rilasciato dagli adipociti su

stimolazione insulinica1-3.

La leptina inibisce l’attività del neu-

ropeptide Y, e l’effetto stimolatorio

sulla fame dell’anandamide1-3.

Anche la serotonina, la noradrenali-

na, la dopamina e gli endocannabi-

noidi regolano il senso di appetito e

di sazietà1-3.

Il celastrolo (Fig.

1) è un triterpe-

ne pentaciclico

individuato nel-

le radici di Trip-

terygium wil-

fordii Hook.f4.

Questo triterpene, in topi stabulati

con una dieta ad alto contenuto di

grassi, somministrato alla dose gior-

naliera di 10 mg/Kg, per 3 settima-

ne, ha determinato una riduzione del

peso corporeo del 45%. Tale effetto

è imputabile, principalmente, ad un

aumento della sensibilità alla leptina4.

Inoltre, il celastrolo determina una

riduzione dello stress del reticolo en-

doplasmatico ed attiva il signalling

del recettore della leptina nell’ipo-

talamo, determinando un migliora-

mento della sensibilità alla leptina4.

Nel medesimo lavoro, è stato osser-

vato che il celastrolo aumenta la tol-

leranza al glucosio nei topi stabulati

con dieta ad alto contenuto di grassi4.

Una pianta medicinale che svolge

un’azione inibitoria nei confronti del

senso di fame è il fieno greco (Trigo-

nella foenum-graecum L.). I principali

phytochemicals presenti nei fitocom-

plessi utilizzati in clinica sono costituiti

da trigonellina, alcaloide piridinico, da

saponine quali la protodioscina, la dio-

scina, e la diosgenina (Fig. 2) e fibre5.

È stato dimostrato che la sommini-

strazione di una tisana di fieno greco

a soggetti coreani, di genere femmi-

nile, in sovrappeso, prima dei pasti,

riduce il senso di fame ed il consumo

di cibo6.

Nello studio clinico di Mathern J.R.

e colleghi7 è stato dimostrato che

la somministrazione giornaliera di 8

grammi di fibre di fieno greco a sog-

getti obesi, a colazione, aumenta il

senso di sazietà, e riduce l’assunzio-

ne di cibo.

Le membrane delle piante verdi e i

tilacoidi riducono il senso di fame ed

il desiderio di cibi gustosi, oltre a

determinare perdita di peso

in donne in sovrappeso8,9.

Tali effetti sono correlati con un’al-

terazione della secrezione degli or-

moni che regolano l’appetito quali

la grelina, la colecistochinina, ed il

glucagon-like peptide-1 (GLP-1), nei

roditori, nei maiali e negli esseri uma-

ni10,11.

Stenblom E.L. e colleghi12 hanno di-

mostrato che il trattamento di donne

in sovrappeso, con un estratto di spi-

nacio ricco di tilacoidi, somministra-

to ad una dose corrispondente a 5

grammi giornalieri di tilacoidi, ha ri-

Figura 1

Figura 2 Figura 3

Anche la capsaicina ha mostrato di possedere effetti antiobesogenici ed inibitori nei confronti del senso di fame

59

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

la nutraceutica

dotto il senso di fame, ha aumentato

la sazietà, ha determinato un decre-

mento del desiderio di cibi gustosi.

Vari studi clinici hanno confermato

tali azioni13,14.

Anche le fibre del lino (Linum usitatis-

simum L.) sono ampiamente utilizza-

te nella regolazione del metabolismo

e per inibire il senso di fame.

Ibrügger S. e colleghi15 hanno dimo-

strato che la somministrazione di 2,5

grammi/die di fibre di lino inibisce

significativamente l’appetito e riduce

l’assunzione di cibo. Risultati analo-

ghi sono stati ottenuti nello studio

clinico condotto da Kristensen M. e

colleghi16.

Anche la capsaicina ha mostrato di

possedere effetti antiobesogenici

ed inibitori nei confronti del senso

di fame. Per l’appunto la sommini-

strazione di 900 mg di un estratto

di Capsicum annuum L., titolato allo

0.25% in capsaicina, riduce il sen-

so di fame, l’assunzione di cibo e di

grassi17.

Molteplici estratti vegetali e phyto-

chemicals inibiscono la differenzia-

zione e la proliferazione dei prea-

dipociti, ed inducono l’apoptosi di

adipociti maturi.

L’epigallocatechina gallato (EGCG)

(Fig. 3), estratta dal tè verde, riduce

la vitalità dei preadipociti in modo

dose e concentrazione-dipendente18.

Inoltre, il resveratrolo e l’EGCG sono

in grado di indurre apoptosi negli

adipociti maturi19-21.

Altri phytochemicals in grado di in-

durre apoptosi in adipociti maturi

sono la genisteina22,23 (un isoflavone

prevalentemente presente nella soia),

la glicirrizina24 (un componente della

liquerizia), la capsaicina25 (presente

nel peperoncino), la quercetina20. Il

resveratrolo e la quercetina inibisco-

no, inoltre, l’espressione del PPAR-ϒ,

che è il fattore di trascrizione respon-

sabile dell’attivazione della differen-

ziazione delle cellule staminali me-

senchimali in adipociti26.

Llaneza P. e colleghi27 hanno dimo-

strato che la somministrazione di un

estratto di soia ricco di isoflavoni,

unita ad una dieta specifica e all’eser-

cizio fisico, ha prodotto effetti bene-

fici sui livelli di leptina, adiponectina

e TNF-α in soggetti obesi di genere

femminile.

Anche il ginseng possiede potenziali

effetti antiobesogenici. La sommini-

strazione di radici di ginseng a topi

stabulati con dieta ad alto contenuto

di grassi, alla dose giornaliera di 500

mg/Kg, per 8 settimane, ha ridotto

del 62% la dimensione degli adipo-

citi di tessuto adiposo bianco28. u

Bibliografia 1. Ahima R.S. & Antwi D.A., Brain re-

gulation of appetite and satiety. En-docrinol. Metab. Clin. North Am., 2008, 37, 811–823

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n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

62

In questo nuovo appuntamento il dott. Emanuele Veronese, il nostro esperto di nutrizione e sport, si concentra su un argomento complesso: le proteine. Cosa sono, a cosa servono e qual è il modo più corretto di utilizzarle per sfruttare a pieno (ed in modo sicuro) le loro potenzialità?

nutrizione e sport

Emanuele Veronese Farmacista specializzato in nutrizione

sportiva - Parafarmacia “Mens sana in corpore sano”, Camponogara (VE)

Le proteine… quante e quali?

Oggi vorrei parlare

di un argomento

molto richiesto

specialmente dagli sportivi e da

coloro che vanno in palestra o prati-

cano attività sportiva, ma anche mol-

to complesso e “spinoso” da tratta-

re: le proteine.

Spesso in parafarmacia mi capita di

ricevere la visita di moltissimi adole-

scenti che, su consiglio dei loro amici

o dei personal trainer, chiedono di

acquistare delle proteine.

Cosa sono le proteine?

Le proteine sono dei macronutrienti

molto utili al mantenimento del cor-

retto funzionamento del nostro orga-

nismo.

Le proteine servono alla produzione

di energia, per la contrazione mu-

scolare, per formare molecole base

come anticorpi, ormoni ed enzimi,

per il trasporto di ossigeno e grassi,

per il corretto trofismo muscolare e

per la riparazione dei danni a seguito

di un allenamento o di uno sforzo.

Ma quante proteine occorre assume-

re durante la giornata?

Prima di tutto vorrei sottolineare che,

a livello legislativo, gli unici che pos-

sono consigliare un’integrazione di

proteine sono gli operatori sanitari:

63

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

nutrizione e sport

medici, biologi nutrizionisti e farma-

cisti. Altri operatori non hanno le

competenze per un consiglio corretto

di tale integrazione.

Quando un atleta, o presunto tale, si

reca in parafarmacia per acquistare

proteine e gli domando la ragione

dell’acquisto mi risponde quasi sem-

pre che desidera aumentare la massa

muscolare o avere un fisico più de-

finito.

A questi ragazzi dico sempre di stare

molto attenti perché l’integrazione di

proteine, così come la nutrizione, va

adattata al singolo individuo. Questi

macronutrienti che sono alla base

della nostra alimentazione sono mol-

to utili, ma se eccediamo sopra i limiti

indicati dall’Organizzazione Mondia-

le della Sanità possiamo andare in-

contro a danni importanti, e spesso

permanenti, per il nostro organismo.

Spesso si commette l’errore di appor-

tare un’integrazione di proteine sen-

za tener conto di quelle ingerite con

la dieta.

Capita di frequente di vedere un

fanatico della palestra che, dietro il

consiglio del suo personal trainer,

mangia una quantità spropositata di

uova e di petto di pollo assumendo

anche integratori di proteine: queste

persone si ritrovano in poco tempo

con disturbi importanti e, molto più

sovente, con valori ematici fuori dalla

norma.

Io personalmente, da farmacista ap-

passionato di sport, seguo le indica-

zioni dell’ISSN (International Society

Sport Nutrition).

Questa società scientifica indica che

la persona sana sedentaria ha biso-

gno di un quantitativo totale di pro-

teine giornaliere pari a 0,8-1 grammi

per kg di peso corporeo. I valori cre-

scono al variare dell’attività fisica e in

base al tipo di attività (un giocatore

di rugby sicuramente avrà bisogno

di un dosaggio proteico superiore a

quello di un maratoneta) e al variare

dell’età dell’individuo.

Le recenti linee guida spingono l’an-

ziano a un consumo bilanciato, ma

elevato, di proteine per prevenire la

sarcopenia (perdita di forza che so-

praggiunge con l’avanzare dell’età).

Bisogna però considerare altre pro-

blematiche.

Se mangio 100 grammi di petto di

pollo avrò introdotto 100 grammi di

proteine? La risposta è: no. Dobbia-

mo tenere presente quante proteine

contiene ogni singolo alimento.

Ma non finisce qui: chi consiglia

un’integrazione proteica deve tene-

re sempre conto dello stato di salute

generale dell’individuo e dei farmaci

che utilizza e adattare la sommini-

strazione in base a questi parametri

e a molti altri.

Quindi c’è sempre bisogno di un pro-

fessionista che, oltre a valutare lo sta-

to di salute dell’individuo, consideri

anche la conformazione corporea

dello stesso prima di calcolare l’introi-

to proteico utile.

Una persona con problemi di obe-

sità avrà bisogno sicuramente di un

introito proteico differente rispetto

ad un individuo normopeso o ad una

persona sottopeso.

Quali proteine utilizzare?

Per rispondere correttamente a que-

sta domanda si entra in un mondo

di teorie, dibattiti e ipotesi differenti.

Le proteine possono essere di origine

animale e vegetale e sappiamo ormai

da decenni che le proteine a più alto

valore biologico sono quelle di origi-

ne animale.

Negli ultimi anni, però, moltissime

persone hanno scelto di intraprende-

re una dieta vegetariana o addirittura

vegana.

In questo tipo di alimentazione si in-

troducono delle proteine di origine

vegetale, come i legumi.

Chi consiglia un’integrazione proteica deve tenere sempre conto dello stato di salute generale dell’individuo e dei farmaci che utilizza per adattare la somministrazione in base a questi parametri e a molti altri

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

64 nutrizione e sport

I legumi, in realtà, hanno una grossa

percentuale di carboidrati e una mi-

nore concentrazione proteica rispetto

alle carni.

Dobbiamo poi tenere presente che le

carenze in merito al valore biologico

delle proteine vegetali possono essere

compensate, per esempio, assumen-

dole insieme ai cereali integrali in modo

da assumere gli amminoacidi mancan-

ti; non è comunque come mangiare

della carne, del latte o delle uova.

Dunque, al di là di quante proteine

vegetali introdurre nella dieta, se

volessimo essere precisi sull’efficacia

dell’apporto proteico si dovrebbero

sempre inserire anche delle proteine

animali o di origine animale (latte,

uova…).

Non a caso l’uomo dell’età della pie-

tra era prima un cacciatore poi, evol-

vendosi, è diventato un coltivatore di

ortaggi.

In moltissimi casi non è sufficiente

una corretta analisi della composizio-

ne corporea per consigliare il corretto

dosaggio di proteine, ma occorre col-

laborare con il medico che darà la sua

opinione sulla corretta funzionalità

epatica e renale per valutare il giusto

dosaggio proteico, sia nel soggetto

sano che nel soggetto patologico.

Nel caso il soggetto sano voglia ave-

re una nozione generale su quante e

quali proteine assumere, il farmaci-

sta è il primo professionista al quale

rivolgersi e deve essere in grado di

consigliare il giusto dosaggio da as-

sumere con l’alimentazione e l’even-

tuale integrazione.

Avete quindi compreso come non

sia semplice dare consigli in merito

all’assunzione di proteine e il mio

personale invito è di affidarsi sempre

a professionisti seri e certificati.

Buon allenamento a tutti! u

Riferimenti bibliografici• Essential of sports nutrition and

supplements. Humana press, 2008, 251-266.

• Dietary protein for athletes: From requi-rements to optium adaptation (Stuart M., Philips G., Luc J.C., Yan Loon).

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

66

Sempre più utilizzati nel nostro Paese, gli integratori stanno divenendo una componente fondamentale delle nostre abitudini quotidiane. Ma cosa sono e perché il loro mercato vive una crescita costante? Entriamo nel dettaglio di un utilizzo che spesso va al di là di una semplice risposta alle sbagliate abitudini alimentari.

salute e benessere

Filippo Boschetti Strategy & Innovation, Consumer

Health Italy, QuintilesIMS Italy

Integratori,benessere in pillole

Negli ultimi decen-

ni gli italiani han-

no dimostrato

di essere sempre più attenti alla

salute e alla prevenzione in genera-

le, e più consapevoli di come alcuni

minerali, vitamine e sostanze naturali

facciano bene all’organismo. Questa

tendenza spiega, in parte, il fenome-

no che vede nel nostro Paese, ma an-

che più in generale nei Paesi occiden-

tali, l’introduzione degli integratori

alimentari come parte, “integrante”

appunto, delle proprie scelte di vita.

Dall’alga all’aloe, dal mirtillo alla

caffeina fino ai preparati tipici del-

la medicina tradizionale orientale,

il mercato degli integratori oggi

conta un universo ricco di sostanze

che possono essere impiegate per i

disturbi più eterogenei – dall’inson-

nia alla depressione, dalle emorroidi

ai disturbi della menopausa – e che

coinvolgono tutte le parti del corpo

(occhi, orecchie, bocca, gambe, sto-

maco, capelli, articolazioni).

Questa ricca lista di sostanze è divi-

sibile in classi, in grado di facilitare

eventuali analisi e valutazioni sulle

tendenze del mercato. Come fun-

ziona in Italia? I prodotti distribuiti

in farmacia a scopo terapeutico o

67

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

salute e benessere

di prevenzione sono classificati sulla

base di parametri come la modalità

di registrazione o immissione in com-

mercio o la classificazione NEC (Non

Ethical Classification). I prodotti con

finalità non terapeutiche, come gli

integratori, vengono immessi in com-

mercio previa notifica al Ministero

della Salute e inclusi in un Registro

che il Ministero aggiorna periodica-

mente, sono costantemente moni-

torati e possono essere commercia-

lizzati solo da una lista selezionata di

produttori autorizzati.

Nel nostro Paese quello degli inte-

gratori è un mercato maturo che

cresce in modo costante e più veloce

rispetto alle altre nicchie del compar-

to Consumer Health: parliamo della

spesa pro-capite media più elevata

tra i Paesi europei. Dal 2009 il fat-

turato complessivo è raddoppiato,

raggiungendo i 3 miliardi di euro nel

2016 (senza contare i prodotti distri-

buiti tramite commercio al dettaglio

su larga scala e e-commerce), mentre

in termini di volumi sono 230 i milioni

di confezioni raggiunte.

L’integratore alimentare si posiziona

in una fascia di prezzo medio-alta:

costa in media 15 euro contro i 10

del parafarmaceutico o dei prodotti

di igiene ed i 9 dell’autocura, ma no-

nostante ciò le vendite non hanno su-

bito una battuta d’arresto. A farla da

padroni sono i probiotici e gli integra-

tori minerali e vitaminici, seguiti dai

prodotti per l’apparato circolatorio,

(soprattutto quelli per il colesterolo)

e del segmento urologia/ginecologia.

Fra le prime dieci classi di prodotti

(che coprono il 90% di consumi e

fatturati) nel 2016 hanno registrato

una buona performance anche le so-

luzioni contro le malattie respiratorie,

gli analgesici e i prodotti per favorire

il sonno e combattere l’ansia.

Ad uno sguardo complessivo quello

che influenza maggiormente le pre-

stazioni dei prodotti, e di conseguenza

il mercato, è l’innovazione: non solo

in composizioni e formulazioni, sapori

e packaging ma anche in pubblicità e

passaparola. Tutto contribuisce ad at-

tirare l’interesse dei consumatori e a

favorire la crescita del mercato.

In questo contesto risulta strategico

il ruolo dei professionisti della salu-

te: dai farmacisti che raccomandano

il food supplement per chi è in cerca

di consigli nutrizionali, ai medici che

li consigliano nell’approccio terapeu-

tico per problematiche specifiche.

Per quanto riguarda i medici che

consigliano l’integratore si spazia dai

medici di famiglia (17,4% dei con-

sigli) ai pediatri di base (17,2%) che

prescrivono soprattutto prodotti rela-

tivi all’apparato digerente e preparati

per tosse e raffreddore, agli specialisti

come ginecologi (16.4% del totale),

oculisti (12.2%) e ortopedici (12%).

Quali sono i prodotti più prescritti? Vi-

tamine e minerali (19%), prodotti per

apparato digerente e intestino (14%),

oftalmici (13%), urologici e per il si-

stema riproduttivo (12%), prodotti

per tosse, raffreddore e apparato re-

spiratorio (12%) e analgesici (10%).

Insomma l’integratore viene vissuto,

molto più di altri prodotti healthcare,

come contiguo al farmaco e le mo-

dalità di prescrizione hanno un peso

fondamentale per incoraggiare la

costanza in chi li assume. Fatte rare

eccezioni, infatti, è solo la continuità

nell’assunzione che rende visibile gli

effetti benefici dell’integratore di tur-

no. Per questo motivo risulta deter-

minante l’incisività e le modalità della

prescrizione: la costanza della terapia

alimenta il circolo virtuoso della fe-

deltà e del riacquisto. u

In questo contesto risulta strategico il ruolo dei professionisti della salute: i farmacisti come interlocutori per chi è in cerca di consigli nutrizionali e i medici per l’approccio terapeutico

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

68

Giovanni Gorga Presidente Omeoimprese

l’omeopatia

Il 2016 è stato un anno nero per l’omeopatia. In occasione della giornata mondiale, Omeoimprese diffonde i fatturati del settore italiano (che chiude con un preoccupante segno meno) e coglie l’occasione per lanciare un appello: senza le risposte che da tempo stiamo attendendo da parte del Governo, il comparto rischia il tracollo.

Lo “stato di salute” del mercato omeopatico

In occasione della

Giornata dell’Omeo-

patia Omeoimprese,

l’associazione che rappresenta

le più importanti case produttrici e

distributrici di farmaci omeopatici,

diffonde i fatturati 2016 e lancia un

appello: senza un dialogo con il Go-

verno e il rinvio di alcune stringenti

scadenze burocratiche, il comparto

rischia il tracollo.

“Rispetto all’anno 2015 – spiega il

presidente di Omeoimprese, Giovan-

ni Gorga – il mercato ha avuto un de-

cremento sia in termini di fatturato

(-4,8%) sia in termini di numero di

pezzi venduti (-7,4%). Negli ultimi 12

mesi le aziende hanno bruciato qua-

si 15 milioni di euro, la prima e an-

nunciata conseguenza della scaden-

za burocratica del 30 giugno 2017,

termine ultimo per i produttori di

farmaci per la consegna all’Agenzia

del Farmaco delle domande di rinno-

vo dell’AIC relative ai prodotti già in

commercio da 30 anni e più”.

“Le aziende – continua Gorga – han-

no cominciato a ritirare i prodotti per

i quali non intendono rinnovare le

autorizzazioni, una procedura one-

69

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

l’omeopatia

rosa e complicata. Inoltre per ogni

farmaco omeopatico in commercio,

esattamente come accade per gli

allopatici, dovrà essere versata una

tariffa annuale. Si tratta quindi, al

momento, di un calo fisiologico, le-

gato ad una selezione dei prodotti,

che nasconde però un problema più

serio”.

Da un censimento interno ad Ome-

oimprese risulta che sono circa

13.000 i medicinali attualmente in

commercio. A seguito dei dossier

di registrazione richiesti da AIFA ne

resteranno sul mercato non più di

5.000/6.000. Il motivo di questa dra-

stica riduzione va ricercato, soprat-

tutto per quanto concerne le piccole

e medie aziende, in una motivazione

di tipo economico.

“In questi mesi come Omeoimprese

– prosegue Gorga – ci stiamo batten-

do per ottenere dal Ministero della

Salute una proroga alla scadenza del

prossimo 30 giugno. Non si tratta di

una mancanza di responsabilità da

parte del settore, ma una richiesta

di ossigeno. Senza un rinvio,

tutto quello che non sarà stato con-

segnato nei termini di legge sparirà

dagli scaffali delle farmacie alla fine

del 2018. Una vera ecatombe per il

settore con la perdita di 70 milioni di

euro, la chiusura delle attività italiane

più piccole e 4.000 lavoratori con un

futuro a rischio. Una situazione che

andrebbe a vantaggio solo delle mul-

tinazionali straniere dell’omeopatia

che distribuiscono in Italia e che sono

dotate di altre risorse e mezzi”.

L’omeopatia in numeri

Sono 8 milioni gli italiani che usano

l’omeopatia almeno una volta all’an-

no (dato EMG Acqua aprile 2016).

Il 4,5% della popolazione si affida

alle cure complementari con una

frequenza quotidiana/settimanale

e il 60,4% degli users di medicina-

li omeopatici sono donne per lo più

di un’età compresa tra i 35 e i 54

anni. Oltre la metà degli utilizzatori

(53,7%) ha un’istruzione superio-

re. Chi ricorre all’omeopatia lo fa me-

diamente da 6,5 anni ed ha iniziato

su consiglio del farmacista (22,6%),

di parenti e amici (21,7%), del medi-

co generico (15,3%), dello specialista

(14,1%). Si curano soprattutto riniti,

raffreddori, influenze (63,6%), dolori

articolari o muscolari (30,4%), aller-

gie e problemi all’apparato respirato-

rio (21,8%).

Un altro dato interessante è l’utiliz-

zo degli omeopatici in pediatria: un

medico su tre li prescrive ai bimbi. La

ricerca è stata condotta nel giugno

2016 fra i pediatri della FIMP (specia-

listi del SSN). u

“Bruciati 15 milioni di euro rispetto al 2015, senza un dialogo con il Governo perdite fino a 70 milioni e migliaia di posti di lavoro a rischio”

[Giovanni Gorga, presidente Omeoimprese]

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

70 la vetrina

Quanti sportivi entrano nella tua farmacia?!Sei capace di assistere chi fa sport e di tra-sformarlo in opportunità e guadagno?Non perdere altro tempo!Chiamaci con fiducia e ti assisteremo subito e gratis per permetterti di cogliere tutte le opportunità di crescita.www.farmacie.ethicsport.it

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Microflorana

La depurazione periodica dell’organismo è un’abitudine salutare, non solo nei cambi di stagione. L’accumulo di cibi, farmaci, radicali liberi può ridurre la capacità funzionale del nostro fegato, uno degli organi più impor-tanti. Depurerbe, liquido ed in tavolette, contiene principi vegetali utili per favorire la fisiologica funzionalità epatica e per cor-reggere le funzioni del fegato. Depurerbe unisce le proprietà depurative e drenanti del tarassaco, del cardo mariano e del car-ciofo per eliminare le tossine e i liquidi in eccesso, favorendo la normale funzionalità del fegato per il benessere generale di tutto l’organismo.www.esi.it

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la vetrina 71

PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017

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Echinacea - Gola Spray

Echinacea Gola Spray Orale contiene un estratto standardizzato di Echinacea Pur-purea di pianta intera. Questa eccellente formula offre tutte le proprietà benefiche della pianta di Echinacea in uno spray che favorisce il benessere del cavo orale.www.optimanaturals.net

Armonia Retard

Per agire sul sonno disturbato.Si caratterizza, infatti, per un rilascio control-lato: dopo l’assunzione circa un terzo viene rilasciato in pochi minuti e la restante parte in maniera controllata lungo il corso della notte. Si consiglia Armonia Retard nel caso di risvegli notturni, per facilitare il riaddor-mentamento. www.nathura.com

I prodotti della gamma NutraLYO® sono studiati per soddisfare le esigenze nutrizio-nali delle diverse patologie. Gustosi, ad alto contenuto proteico e ad alta digeribilità, garantiscono in maniera pratica e sicura un apporto concreto al processo di guarigione.www.lyopharm.it

La gamma NutraLYO®

Prolactis® Start è concepito per la prima fase di ricolonizzazione intestinale al fine di ottenere un rapido riequilibrio della disbiosi.Principi attivi:• Probiotici microincapsulati (Bifido-

bacterium breve BR03 e Lactobacillus Rhamnosus LR04)

• Vitamine del gruppo B (Vit. B1, B2, B3, B5, B6, B9, B12)

www.omegapharmasrl.com

Prolactis® Start

n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA

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ABBÉ ROLAND p. 11

ALBO LAND III cop.

CORMAN I cop.

CORMAN p. 50-51

DIEPHARMEX p. 2

FARMALABOR p. 42-43

FARMODERM p. 37

FASTER IV cop.

METAGENICS p. 61

PHYTOGARDA p. 4

SPECCHIASOL II cop.

SPECIALI PARAFARMACIA p. 29

VISISLIM p. 55

ABBONAMENTI p. 65