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    CAPITOLO 4. Il TEOREMA DI TRASPORTO DI REYNOLDS

    4.1 Il Teorema di Trasporto di ReynoldsLe leggi di conservazione della Massa, della Quantit di Moto e dellEnergia

    costituiscono le relazioni di base della Fluidodinamica. Esse si ricavano

    applicando alcuni principi fisici fondamentali ad una parte del fluido in studio

    (il Sistema), sia in termini finiti che infinitesimi. La forma finita o integrale,

    applicata ad una porzione di spazio scelta in maniera opportuna (il Volume di

    Controllo), permette di ottenere le equazioni da utilizzare per la risoluzionedegli esercizi in casi di flussi pi o meno semplici. La forma differenziale porta

    invece alle equazioni alle derivate parziali che reggono i moti fluidi pi

    generali. Al fine di procedere nel discorso necessario premettere le seguenti

    definizioni:

    Definizione di Sistema

    Il Sistema una quantit di fluido avente una ben determinata identit, che pertantodeve considerarsi come composto sempre dalle stesse particelle fluide, e che pu

    muoversi, deformarsi, e interagire con lambiente esterno.

    Il Sistema cos definito utile perch ad esso sono immediatamente applicabili

    tutta una serie di principi fisici. Come esempio, che verr ripreso nel seguito, si

    consideri il fatto che essendo il sistema composto sempre dalle stesse particelle

    fluide, per esso si possa affermare il principio fisico di conservazione della massa:

    Durante levoluzione del Sistema, la sua massa si mantiene costante

    Definizione di Volume di Controllo

    Il Volume di Controllo un volume individuato nello spazio, scelto in maniera

    completamente arbitraria. E unentit geometrica indipendente dalla massa, e con un

    volume che pu essere fisso, mobile, indeformabile o deformabile.

    Attraverso la Superficie di controllo, che avvolge il Volume di controllo, il

    fluido pu fluire (entrare o uscire). Come si deduce dalle definizioni, nel caso

    pi generale il Volume di Controllo (Control Volume, CV) pu contenere masse

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    diverse di fluido in istanti diversi. Per esigenze di semplificazione, in taluni casi

    il CV verr considerato a volume costante e fisso nello spazio, oppure a volume

    costante e in movimento rispetto ad un osservatore assoluto.

    Lintroduzione delle due diverse entit, Sistema e Volume di Controllo,

    associata alla difficolt che si ha nello studio del moto dei Fluidi di identificare e

    monitorare sperimentalmente una ben definita porzione di fluido (Sistema)

    durante il suo movimento. Per esempio, non possibile seguire cos facilmente

    una specifica porzione dacqua che fluisce in un fiume, come invece si pu

    seguire un oggetto solido, ad esempio un ramo, che galleggia sulla sua

    superficie [Munson], poich mentre il fluido scorre quasi impossibile

    identificare le particelle che costituiscono il sistema. Per rimuovere tale

    difficolt pi conveniente, per lo studio del moto fluido, fissare la propria

    attenzione su uno specifico Volume di Controllo, del quale si definisce la forma

    e la posizione, e valutare le grandezze termofluidodinamiche del fluido in esso

    contenuto.

    La relazione tra la variazione nel tempo delle propriet del fluido che

    costituisce il Sistema e la variazione temporale di quelle del fluido contenuto

    nel Volume di Controllo data dal Teorema del Trasporto (di Reynolds), ed in

    qualche modo analoga a quella che esiste tra la descrizione Lagrangiana e

    quella Euleriana di un flusso (si veda il capitolo sulla Cinematica).

    Teorema di Trasporto di Reynolds

    Consideriamo una generica variabile termofluidodinamica B riferita ad una

    determinata massa fluida, cio tale che sia

    ( )B b m b = = dove

    B una variabile globale del fluido (Grandezza Estensiva);

    m la massa della porzione di fluido considerata;

    b il valore del parametro B per unit di massa (Grandezza Intensiva);

    la densit del fluido, supposta costante;

    il volume occupato dal fluido.

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    Esempi rappresentativi di grandezza estensiva di una porzione di fluido sono la

    sua massa totale, la sua quantit di moto totale, la sua energia totale etc., con

    immediata derivazione della grandezza intensiva corrispondente.

    In termini differenziali, ovvero per una particella di massa m

    BB b m b b

    m

    = = =

    Il Sistema si pu pensare composto da particelle di massa m, pertanto

    ( ) 0 0lim lim dSys i i i

    i i sys

    B B b b

    = = =

    Si definisce la derivata rispetto al tempo di una grandezza estensiva di un

    sistema fluido come

    ( )d ddd d

    SyssysbB

    t t

    =

    Lanaloga derivata relativa alle particelle fluide contenute in Volume di

    Controllo (CV)

    ( )dCVCV

    bB

    t t

    =

    Osservazione

    Sebbene le due espressioni precedenti possano sembrare simili,linterpretazione fisica, come si vedr, molto diversa. Se il Volume di

    Controllo e il Sistema in un certo istante coincidono, i due integrali relativi a CV

    e Sys coincidono. Le derivate temporali dei due integrali sono per diverse, in

    quanto fatte da punti di vista diversi (si noti la diversa notazione delle due

    derivate).

    Come gi anticipato, pi semplice ricavare le equazioni della fluidodinamica

    applicando ad un Sistema alcuni principi fisici fondamentali. Per altre esigenze,

    pi comodo riferire tali equazioni al Volume di Controllo. E pertanto

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    necessario mettere in relazione la derivata rispetto al tempo della generica

    propriet B valutata sul Sistema, con la derivata rispetto al tempo della stessa

    grandezza valutata su una definita regione dello spazio (Volume di Controllo).Questa relazione sar fornita dal cosiddetto Teorema di Trasporto di Reynolds.

    4.2 Teorema di Trasporto di Reynolds per un CV fisso ed indeformabileIl caso pi semplice, ma molto frequente in realt, ed relativo a un Volume di

    Controllo fisso e indeformabile, in un flusso quasi mono-dimensionale.

    Questultima definizione si riferisce al fatto che la sezione del condotto varialungo il suo sviluppo, e che tutte le variabili termofluidodinamiche si

    considerano uniformi sulla generica sezione, ma possono variare da una

    sezione allaltra.

    Si consideri la Fig.4.2. In essa riportato il Volume di Controllo, scelto

    opportunamente in modo che allistante coincida con il Sistema (in rosso nellafigura). In nero poi rappresentato il Sistema allistante + d.

    Fig. 4.2.

    Si osservi come il Sistema si muova nellintervallo di tempo prescelto, come

    denotano gli spostamenti delle due sezioni (1) e (2)

    i iV t = i i iA =

    Poich al tempo il Sys ed il CVcoincidono, si ha

    III

    III

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    ( ) ( )sys cvB t B t= (4.1)

    Al tempo t t+ , il Sys si spostato nella nuova configurazione, mentre il CV

    fisso. Osservando la figura 4.2, si pu scrivere la relazione

    ( ) ( ) ( ) ( ) sys cv I II B t t B t t B t t B t t+ = + + + +

    Perci la variazione di del sistema, nellintervallo di tempo data da( ) ( ) ( ) ( ) ( )[ ] ( ) sys sys sys cv I II sysB B t t B t B t t B t t B t t B t= + = + + + +

    Ricordando la (4.1) si ha

    ( ) ( ) ( ) ( ) Sys CV CV I II B B t t B t B t t B t t= + + + +

    Dividendo per lintervallo infinitesimo di tempo e passando al limite per 0t

    , si ottiene

    ( ) ( ) ( ) ( )0 0

    d lim lim

    d

    sys sys CV CV I II

    t t

    B B B t t B t B t t B t t

    t t t t t

    + + + = = +

    (4.2)

    Il primo termine dentro la parentesi quadra la derivata temporale della

    grandezza estensiva B riferita al Volume di Controllo, indicata col simbolo

    , in analogia con la derivata Euleriana. Infatti, la derivata considerata riferita ad un ben determinato Volume di Controllo, fisso nello spazio, e valuta

    le variazioni delle grandezze fluidodinamiche caratteristica dei diversi Sistemi

    che transitano in esso. Lanalogia completa, in quanto in cinematica si visto

    che la derivata Euleriana riferita alle variazioni delle grandezze relative alle

    diverse particelle che transitano in un determinato punto dello spazio.

    Pertanto, la (4.2) si scrive:

    ( ) ( )0 0

    d lim lim

    d

    Sys I IICV

    t t

    B B t t B t tB

    t t t t + +

    = +

    (4.3)

    Ricordando che B b m b= = , si possono definire i diversi termini che

    compaiono a secondo membro della relazione (4.3):

    Il primo la derivata temporale, riferita al CV, della grandezza estensiva B

    ( )dCVCV

    bB

    t t

    =

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    Il secondo rappresenta il flusso, o portata inB

    , della grandezza B in

    ingresso al Volume di Controllo

    ( ) 1 1 1 1 1 1 ( ) I IB t t b b A V t+ = = ( )I

    1 1 1 10

    lim

    in

    t

    B t tB b A V

    t +

    = =

    Il terzo rappresenta il flusso, o portata outB

    , della grandezza Bin uscita dal

    Volume di Controllo

    ( ) 2 2 2 2 2 2 ( ) II II B t t b b A V t+ = = ( )II

    2 2 2 20

    lim

    out

    t

    B t tB b A V

    t +

    = =

    Utilizzando le precedenti e la (4.3) si ottiene la relazione che esprime il Teoremadi Reynolds

    2 2 2 2 1 1 1 1

    d

    d

    Sys CV CV out in

    B B BV A b V A b B B

    t t t

    = + = + +

    Questa espressione del Teorema di Trasporto di Reynolds valida sotto le

    seguenti ipotesi restrittive

    1 volume di controllo fisso;

    2 flusso quasi mono-dimensionale (cio uniformit delle propriet sulle

    sezioni dingresso e duscita del volume di controllo)

    Si pu generalizzare il Teorema considerando un flusso tridimensionale (3D),

    sempre con un Volume di Controllo fisso e indeformabile, come quello

    rappresentato schematicamente in figura 4.3.

    Figura 4.3

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    Lespressione del Teorema di Reynolds trovata precedentemente vale anche in

    questo caso pi generale

    d

    d

    sys CVout in

    B BB B

    t t

    = + +

    (4.2)

    Si tratta di esprimere con la pi ampia generalit i termini di flusso di B in

    ingresso e in uscita dal volume CV. Ci verr effettuato nel prossimo paragrafo.

    Flusso in uscita da una superficie

    Si consideri una generica porzione di superficie orientata (cio sulla quale sipossa definire un versore normale positivo) attraversata da un flusso, come

    rappresentato in figura 4.4. Il flusso si considera uscente se il vettore velocit ha

    componente nella direzione e verso del vettore normale alla superficie. Per una

    superficie chiusa si usa sempre la convenzione che il vettore normale punta

    verso lesterno della superficie considerata.

    Figura 4.4

    Dalla superficie infinitesima A fuoriesce nel tempo t il volume fluido

    tratteggiato in figura 4.4(b)

    = cosPertanto, la portata della grandezza B in uscita attraverso lelemento di area

    infinitesima A data da

    0 0

    ( cos )lim lim cos

    out

    t t

    b bV t AB bV A

    t t

    = = =

    (4.3)

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    Si osservi infatti che

    lim0 rappresenta un flusso di volume, o portata volumica

    lim0 rappresenta un flusso di massa, o portata massica

    lim0 rappresenta un flusso, o portata volumica, della

    grandezza

    La (4.3), integrata sulla superficie duscita del flusso, permette di ottenere la

    portata totale, o flusso totale, della grandezza attraverso la superficie CSoutd cos d ( )d

    out out

    out outCS CS

    B B bV A b V n A= = =

    (4.4)

    Flusso in ingresso attraverso una superficie

    In maniera analoga si procede per determinare il flusso in ingresso attraverso

    una generica porzione di superficie, rappresentata in figura 4.5

    Figura 4.5

    Si ha

    cos d ( ) din

    inCS

    B b V A b V n A= = (4.5)

    Tornando alla espressione 3D del Teorema di Trasporto di Reynolds per un CV

    fisso ed indeformabile, il flusso netto della grandezza B attraverso una

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    superficie chiusa CS dato dalla somma dei suoi contributi in ingresso ed in

    uscita, ottenuti mediante le (4.4) e (4.5)

    ( )d ( )d ( )dout in

    out inCS CS CS

    B B b V n A b V n A b V n A+ = + =

    Inserendo questa espressione nella (4.2) si ha

    ( )d

    d ( )dd

    sys CVout in

    CV CS

    B BB B b b V n A

    t t t

    = + + = +

    (4.6)

    La (4.6) lequazione del Teorema di Trasporto di Reynolds per un flusso

    tridimensionale.

    Osservazione

    Poich il Volume di Controllo fisso, lelemento di volume d non cambia,

    nellequazione (4.6), si pu invertire lordine di derivazione ed integrazione

    d( d ) ( )d

    d

    sys

    CV CS

    Bb b V n A

    t t

    = +

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    4.3 Teorema di Reynolds per un CV indeformabile in movimentoSe il Volume di Controllo ancora a pareti indeformabili, ma si muove con una

    velocit relativa VCV costante rispetto ad un riferimento inerziale (assoluto), un

    osservatore solidale con il Volume di Controllo osserver il fluido attraversare

    la superficie del CV con una velocit relativa Vr, legata alla precedente ed alla

    velocit assoluta dalla nota legge del moto relativo

    = + = + V

    la velocit assoluta dellle particelle fluide, valutata cio rispetto ad un

    sistema di riferimento fisso o assoluto; CVV

    la velocit di trascinamento del CV, cio la velocit del Volume di

    Controllo rispetto al riferimento assoluto;

    rV

    la velocit relativa del flusso, cio la velocit del flusso valutata

    rispetto al sistema di riferimento in moto con il CV.

    Nellipotesi che la velocit CVV

    si mantenga costante nel tempo, poich il flusso

    attraverso una superficie CS in moto determinato dalla velocit relativa con laquale il fluido la attraversa, il Teorema di Reynolds si modifica come nella (4.7):

    dd =

    d +

    d

    (4.7)

    Osservazione:

    Se il CV ha pareti indeformabili, e si muove con una velocit variabile in

    funzione del tempo ( )CV CV

    V V t=

    , lespressione del Teorema di Reynolds

    rimane la precedente con ( ), ( , ) ( )r CVV r t V r t V t=

    . La velocit relativa quindi

    funzione della posizione spaziale (rappresentata dal vettore di posizione r) e

    del tempo.

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    4.4 Teorema di Reynolds per un CV in moto e deformabileLa situazione pi generale quella in cui il Volume di Controllo si muova e si

    deformi in modo arbitrario. Anche in questo caso il flusso determinato dalla

    componente normale della velocit relativa, rV n

    . In ogni istante la velocit

    relativa legata a quella assoluta e a quella di trascinamento dalla relazione

    ( , ) ( , )r CSV V r t V r t=

    Nella espressione precedente compare la velocit della superficie del CV, in

    quanto rispetto ad essa deve essere valutato il flusso. Questo introduce

    unulteriore difficolt, dovuta al fatto che la superficie di controllo subisce una

    deformazione continua e la ( , )CSV r t

    una funzione della posizione spaziale e

    del tempo. Con le osservazioni fatte, lespressione pi generale del Teorema di

    Reynolds ha la forma vista nel precedente paragrafo

    dd =

    d +

    (, ) d

    (4.8)

    4.5 Significato Fisico del Teorema di Trasporto di ReynoldsIl Teorema di Trasporto di Reynolds stabilisce una fondamentale relazione tra il

    punto di vista riferito al Volume di Controllo e quello riferito al Sistema. Nella

    (4.8) o comunque in una qualsiasi delle espressioni viste del Teorema del

    Trasporto, si ha:

    A primo membro la derivata temporale, della grandezza B associata al

    Sistema;

    Il primo termine a secondo membro derivata temporale della

    grandezza estensiva B associata al Volume di Controllo;

    Il secondo termine a secondo membro rappresenta il flusso netto

    (somma di flusso entrante ed uscente, con i rispettivi segni) di B

    attraverso la Superficie di Controllo.

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    Limportanza reale del Teorema di Trasporto, dovuta al fatto che ottenere le

    equazioni fondamentali della Fluidodinamica riferite al Sistema, sar

    relativamente semplice, in quanto baster applicare ad esso dei principi fisicifondamentali. Le equazioni riferite al Sistema sono per di minima utilit nella

    risoluzione di esempi pratici, in quanto poco agevole seguire il Sistema,.

    Mentre risulta pi pratico definire un opportuno Volume di Controllo. Il

    teorema di trasporto di Reynolds permetter di passare dalle equazioni scritte

    per il Sistema a quelle scritte per il Volume di Controllo.

    Nei prossimi capitoli saranno ottenute le equazioni fondamentali di

    Conservazione della Massa, della Quantit di Moto e dellEnergia. Le equazioni

    saranno inizialmente riferite al Sistema ed a un Volume di Controllo di

    dimensioni finite, e saranno in forma integrale. Quelle ottenute per un Volume

    di Controllo infinitesimo (e quindi riferite ad un punto spaziale) sono dette in

    forma differenziale, e sono rappresentate da equazioni alle derivate parziali.

    Osservazione:

    La forma in cui si presentano le equazioni ottenute da un Volume di Controllo

    fisso nello spazio, sia in forma integrale che alle derivate parziali, detta forma

    conservativa. La forma in cui si presentano le equazioni ottenute da un volume

    di controllo che si muove esattamente con le particelle fluide (quindi coincide

    con il Sistema), sia in forma integrale che differenziale, detta forma non

    conservativa.