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02 IL FIATO DEL CANTANTE Iniziamo il nostro studio prendendo in considerazione il fiato di un cantante. Se osserviamo la trachea e la laringe di un individuo, possiamo pensare al tubo della tromba (trachea), con le labbra appoggiate sul bocchino (corde vocali). In effetti, si assomigliano alquanto. Figura bocchino della tromba e labbra Particolare delle corde vocali in fonazione (foto Dott. Franco Fussi) Provate, con le labbra strette, ad emettere una pernacchia, come fareste per suonare una tromba, appoggiando le labbra sul bocchino. Riuscireste ad emettere una pernacchia espirando normalmente, senza spingere il fiato sulle labbra? Senza ombra di dubbio, la risposta è no. Proviamo ad emettere, sempre con le labbra, dei suoni dal suono sempre più acuto. Consideriamo la spinta del nostro fiato. Per emettere una nota grave occorre una certa

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02 IL FIATO DEL CANTANTE

Iniziamo il nostro studio prendendo in considerazione il fiato di un cantante.

Se osserviamo la trachea e la laringe di un individuo, possiamo pensare al tubo della tromba (trachea), con le labbra appoggiate sul bocchino (corde vocali) . In effetti, si assomigliano alquanto.

Figura bocchino della tromba e labbraParticolare delle corde vocali in fonazione (foto Dott. Franco Fussi)

Provate, con le labbra strette, ad emettere una pernacchia, come fareste per suonare una tromba, appoggiando le labbra sul bocchino.

Riuscireste ad emettere una pernacchia espirando normalmente, senza spingere il fiato sulle labbra? Senza ombra di dubbio, la risposta è no.

Proviamo ad emettere, sempre con le labbra, dei suoni dal suono sempre più acuto. Consideriamo la spinta del nostro fiato. Per emettere una nota grave occorre una certa pressione di fiato. Per emettere note sempre più acute la pressione del fiato deve, per forza, aumentare.

In ogni caso, comunque, occorre una certa pressione del fiato per emettere una pernacchia.

Ora osserviamo con attenzione cosa succede a livello dei nostri muscoli addominali quando emettiamo un suono di tal fatta.

Appoggiate con forza una mano sotto la gabbia toracica e provate a fare una pernacchia acuta e con una certa potenza.

Certamente, avrete avvertito che la parte sotto la gabbia toracica è contratta. Inoltre, dovreste sentirvi più a vostro agio se la sensazione che provate è di spinta verso l’alto, (dal basso verso l’alto), cioè verso le corde vocali.

Possiamo esercitarci a tenere questa posizione di fiato con una serie di esercizi appropriati. Tutti questi esercizi andranno fatti in piedi, in posizione eretta.

In tutti questi esercizi consiglio di inspirare sempre con la bocca, non con il naso. Infatti, è assai raro che il cantante possa inspirare, durante il canto, con il naso. Si perderebbe troppo tempo e, mentre si canta, il più delle volte al cantante non è consentito inspirare in più di mezzo secondo.

ESERCIZIO 1: Inspiriamo profondamente, ma senza alzare le spalle, e soffiamo con forza, senza emettere alcun suono, come se dovessimo spegnere le candele della torta del nostro compleanno, o come, per tornare all’esempio soprastante, dovessimo emettere una pernacchia, tenendo una mano sotto la gabbia toracica, per controllare che la spinta dei muscoli addominali sia rivolta verso l’alto. L’espirazione dovrebbe avere una durata di quattro - cinque secondi. Facciamo questo esercizio 5 volte di seguito, senza fretta. Poi facciamo una breve sosta di due minuti, prima di passare al secondo esercizio.

ESERCIZIO 2: Inspiriamo profondamente, atteggiamo i muscoli addominali in posizione contratta, come nel primo esercizio, ma espiriamo molto delicatamente, in sette – otto secondi. Eseguiamo l’esercizio cinque volte di seguito, sempre senza fretta.

ESERCIZIO 3: Inspiriamo profondamente, sempre atteggiando i muscoli in posizione contratta. Facciamo una piccola apnea, di un secondo, poi espiriamo molto velocemente, in uno o due secondi. Anche questo esercizio va eseguito di seguito, cinque volte, con una breve pausa tra una volta e l’altra.

Le prime volte che si eseguono questi esercizi, può capitare che l’alunno provi un giramento di testa, addirittura la visione di strani puntini luminosi. A questo punto conviene fare una sosta prima di riprendere.

Consiglio di eseguire bene questi esercizi, senza cantare. Infatti, il metodo parte da una consapevolezza di come si procede per l’emissione del fiato, prima di passare al suono.

Sarebbe buona cosa che l’alunno procedesse con questi esercizi per almeno una settimana, al fine di “impostare” una respirazione adatta al canto.

I MUSCOLI DORSALI

Per ottenere una respirazione ancor più valida e robusta, è necessario attivare altre fasce muscolari. Per renderci conto di come si deve procedere, faremo prima un esperimento.

Provate, in posizione eretta, ad atteggiarvi come se doveste, realmente, vomitare.

In un atteggiamento di questo tipo, si può osservare un notevole abbassamento della laringe e, in contemporanea, una poderosa contrazione dei muscoli addominali.

Questa posizione complessiva favorisce tre cose:

1) Una spinta del fiato maggiore rispetto a quella prodotta con la contrazione dei soli muscoli addominali;

2) Tenere la laringe bassa, posizione ottimale per il canto (di questa cosa parleremo in seguito);

Ora provate a eseguire nuovamente i tre esercizi proposti, attivando anche i muscoli dorsali. Noterete una spinta maggiore.

1. Esercizio 12. Esercizio 23. Esercizio 3

Approfondiremo questa particolare tecnica nel capitolo 5 (vedi cap. 5)