02 La chemioterapia - Alberto Vannelli...Gianfranco Porcile - Giorgio Cruciani CIPOMO Collegio...

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La chemioterapia

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La chemioterapia

La chemioterapiaquando, perché, quali effetti

La Collana del Girasole

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Revisione critica del testo: CIPOMO (Collegio Italiano PrimariOspedalieri di Oncologia Medica) coordinato da GiorgioCruciani e Gianfranco Porcile

Editing: Claudia Di Loreto (AIMaC)

Questa pubblicazione è stata realizzata grazie alla convenzio-ne con Alleanza Contro il Cancro (ACC) nell’ambito delProgetto “Servizio nazionale di informazione in oncologia” incollaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.

Quinta edizione: aprile 2009

Titolo originale dell’opera: Understanding Chemotherapy

© AIMaC 2009. Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati sono assolutamentevietate senza previo consenso scritto di AIMaC.

Pur garantendo l’esattezza e il rigore scientifico delle informazioni, AIMaC declina ogni responsabilità con riferimento alle indicazioni fornite sui trattamenti, per le quali si raccomanda di consultare il medico curante, l’unico che possa adottare decisioni inmerito.

Indice

5 Prefazione

7 Introduzione

8 Che cos’è il cancro?

9 Che cos’è la chemioterapia?

9 Qual è il meccanismo di azione dei farmaci?

10 Quali sono gli scopi della chemioterapia?

11 Quando si attua la chemioterapia?

12 Come si somministrano i farmaci?

21 Esprimere consenso al trattamento

22 Dove si effettua la chemioterapia?

23 L’elaborazione del piano di trattamento

25 Potenziali effetti collaterali della chemioterapia

25 Stanchezza (fatigue)

26 Ridotta funzionalità del midollo osseo

28 Effetti sull’apparato gastrointestinale

31 La caduta dei capelli

33 Modificazioni della cute

33 Modificazioni a carico delle unghie

34 Effetti sui nervi di mani e piedi

34 Effetti sul sistema nervoso

34 Modificazioni della funzione renale

34 Modificazioni dell’udito

34 Insorgenza di tumori secondari

35 La vita quotidiana

37 La vita sessuale e la fertilità

38 Terapia a bersaglio molecolare

39 La comunicazione in famiglia

40 Come potete aiutare voi stessi

42 Le terapie complementari

43 Gli studi clinici

44 Sussidi economici e tutela del lavoro

AIMaC è grata a Cancerbackup (British Association of Cancer United Patients and their familiesand friends, www.cancerbackup.org.uk) per aver concesso in esclusiva l’utilizzazione di questolibretto e per aver consentito al Comitato Scientifico di adattarlo ai fini di una migliore com-prensione da parte di pazienti, parenti e amici e di adeguarne il contenuto alla realtà del ServizioSanitario Nazionale, alla cultura, alle abitudini e ai rapporti medico-infermiere-paziente delnostro Paese.

LegendaPer praticità di consultazione a lato del testo sono stati inseriti deiriquadri contraddistinti da piccole icone, ognuna delle quali ha ilseguente significato:

richiama l’attenzione su alcuni concetti espressi nel testo a fianco

rimando a pubblicazioni di F.A.V.O. (Federazione italiana delleAssociazioni di Volontariato in Oncologia)

rimando ad altri libretti della Collana del Girasole o ad altre pubblicazioni di AIMaC

definizione di un termine tecnico

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Prefazione

Lo scopo di questo libretto è quello di fornire informazio-ni comprensibili ai malati e loro familiari su tutti gli aspet-ti della chemioterapia. Una maggior conoscenza tecnicadei termini e dei problemi da parte del malato migliora ilrapporto medico-paziente, in quanto la forbice della diver-sità di linguaggio e di cultura tra malato e professionista siriduce, consentendo una migliore comprensione di quan-to espresso dall’oncologo medico ed una migliore com-pliance, ossia una più precisa adesione al piano terapeuti-co concordato, da parte del paziente. Il consenso alla tera-pia, in questo caso la chemioterapia, non può che esserefondato sull’informazione: la lettura di questo librettopotrà permettere agli operatori una comunicazione piùefficace, e, quindi, una migliore comprensione da partedell’utente delle informazioni fornitegli.Sembra importante far notare, comunque, che questolibretto vuole essere un supporto che si deve aggiungere,e mai sostituire, al dialogo ed al rapporto personale, tra-mite linguaggio verbale e non verbale, tra gli operatorisanitari, oncologi medici e infermieri, da una parte, epazienti e familiari, dall’altra. Per qualunque dubbio o que-sito o preoccupazione o problema, il malato dovrà e potràrivolgersi direttamente al suo oncologo medico di riferi-mento. Le modalità di contatto possono essere diverse elegate alle diverse realtà logistiche dei vari ospedali: alcontatto personale diretto, si aggiungono le possibilitàlegate all’uso del telefono, e talvolta, della telemedicina edella posta elettronica.

In quasi tutte le oncologie italiane esistono servizi e centrideputati espressamente all’accoglienza e all’informazionedei pazienti, con particolare riferimento a quei malati chesono sotto trattamento chemioterapico e che possonoavere bisogno di risposte urgenti ed efficaci nello stessotempo. In questo senso il ruolo del medico di medicinagenerale appare fondamentale come supporto ed integra-zione al ruolo dell’équipe di oncologia medica.Nella struttura ospedaliera spesso il volontariato forniscesupporto e servizi di fondamentale utilità ai pazienti, spe-cie dal punto di vista socio-psicologico. Ma, ripetiamo, nulla deve e può sostituirsi al rapporto conl’oncologo medico. Il malato sappia che, in qualunquemomento, può contare sulla presenza, sul conforto e sulleinformazioni mediche e scientifiche che soltanto il suooncologo medico è in grado di fornirgli.Questo è l’impegno assunto da tutti i primari di oncologiamedica italiani, anche a nome di tutti gli altri colleghi ecollaboratori, medici e non medici.

Gianfranco Porcile - Giorgio CrucianiCIPOMO

Collegio Italiano Primari Ospedalieri di Oncologia Medica

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Introduzione

La chemioterapia è una terapia medica per i tumori e leleucemie. L’obiettivo di questo libretto, che ha caratterepuramente informativo, è di aiutare i malati di cancro edanche i loro familiari ed amici a saperne di più sulla che-mioterapia nel tentativo di rispondere, almeno in parte,alle domande più comuni relative a questo tipo di tratta-mento e al modo in cui affrontare gli effetti indesideraticui esso può dare origine. Le informazioni sulla chemioterapia sono state suddiviseper argomento: qual è il meccanismo di azione dei farma-ci, come questi si somministrano e come si possono con-trollare gli effetti collaterali più comuni. Poiché esistonooltre 200 tipi diversi di cancro e più di 50 farmaci chemio-terapici, che possono essere somministrati in diversi modi,è probabile che non tutti gli aspetti relativi alla chemiote-rapia siano trattati in maniera esaustiva nel nostro libretto.Ovviamente, il trattamento cui sarete sottoposti deveessere discusso con l’oncologo medico.

Per ulteriori informazioni è disponibile il servizio offer-

to dall’helpline di AIMaC, un’équipe di professionisti

esperti in grado di rispondere ai bisogni dei malati di

cancro e dei loro familiari, dal lunedì al venerdì dalle

9.00 alle 19.00 - numero verde 840 503579, e-mail

[email protected].

I Profili Farmacologici diAIMaC danno informa-zioni sul singolo prodottoantitumorale (come sisomministra, quali sonogli effetti collaterali più emeno frequenti). Essi sipossono scaricare dal sitowww.aimac.it oppurerichiedere al numeroverde 840 503579.

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Che cos’è la chemioterapia?

La chemioterapia consiste nella somministrazione di parti-colari farmaci, detti citotossici o antiblastici, per distrugge-re le cellule tumorali (anche nel caso di leucemie e linfo-mi). Il trattamento può prevedere la somministrazione diun solo farmaco oppure di più farmaci scelti tra unagamma di circa 50 prodotti disponibili e largamente usatinella maggior parte dei paesi del mondo. La decisione suquale sia il trattamento più indicato dipende da molti fat-tori, in primo luogo dal tipo e dallo stadio del tumore,dalle condizioni biologiche (caratteristiche istologiche deltessuto neoplastico) e cliniche (età, sesso, pretrattamento,condizioni generali) del paziente. È bene sapere che sono moltissime le sostanze con poten-ziale antitumorale testate in laboratorio e/o negli animalie/o sull’uomo, ma soltanto alcune decine, alla fine, sonoapprovate come farmaci antitumorali.

Qual è il meccanismo di azione

dei farmaci?

Il meccanismo di azione dei farmaci chemioterapici consi-ste nell’impedire la divisione e la riproduzione delle celluletumorali. Attraverso il sangue, i farmaci raggiungono lecellule tumorali in qualunque parte del corpo e le inibisco-no progressivamente fino a che muoiono. Tuttavia, essiagiscono anche su una parte di cellule sane, e sebbenequeste siano in grado di riparare il danno causato dai far-maci, ciò può produrre spiacevoli effetti collaterali. Questisono solitamente di carattere temporaneo e la maggiorparte scompare alla conclusione del trattamento. Le cellule sane di alcuni organi sono più sensibili di altrealla chemioterapia; in particolare:

Che cos’è il cancro?

Il cancro non è una malattia unica, non ha un’unica causané un unico tipo di trattamento: esistono oltre 200 tipidiversi di cancro, ognuno con un suo nome e un suo trat-tamento. Da qui emerge il principio della “personalizzazio-ne” della terapia oncologica.Benché le cellule che costituiscono le varie parti dell’orga-nismo abbiano aspetto diverso e funzionino anche inmodo diverso, la maggior parte si riparano e si riproduco-no nello stesso modo. Di norma la divisione delle celluleavviene in maniera ordinata e controllata, ma se, per unqualsiasi motivo, questo processo si altera, le cellule‘impazziscono’ e continuano a dividersi senza controllo,formando una massa che si definisce ‘tumore’.

I tumori possono essere benigni o maligni. I medici sonoin grado di stabilire se un tumore è benigno o malignosulla base di una biopsia. Le cellule dei tumori benigni cre-scono lentamente e non hanno la capacità di diffondersiad altre parti dell’organismo; tuttavia, se continuano a cre-scere nel sito originale, possono diventare un problema, inquanto esercitano pressione contro gli organi adiacenti. Alcontrario, i tumori maligni sono costituiti da cellule che, inassenza di un trattamento opportuno, hanno la capacitàdi invadere e distruggere i tessuti circostanti e di diffonder-si a distanza, ovvero, al di là della sede di insorgenza deltumore primitivo. In altre parole possono staccarsi daltumore primitivo e diffondersi attraverso il sangue o ilsistema linfatico. Quando raggiungono un nuovo sito, lecellule possono continuare a dividersi, dando così originead una metastasi.

Stadio: termine tecnicousato per descrivere ledimensioni del tumore ela sua eventuale diffusio-ne a distanza.

I chemioterapici agisconocontro le cellule tumoraliin modi diversi.

Gli effetti collaterali dellachemioterapia sono soli-tamente di caratteretemporaneo e scompaio-no dopo il trattamento.

Cellule normali Cellule tumorali

La divisione cellulare è unprocesso ordinato e con-trollato, ma se si altera,le cellule ‘impazziscono’e continuano a dividersisenza controllo, forman-do una massa che si defi-nisce ‘tumore’.

Biopsia: prelievo di uncampione di cellule o ditessuto che sarà esamina-to al microscopio peraccertare l’eventuale pre-senza di cellule atipiche.

Sistema linfatico: elemen-to del sistema immunita-rio, il sistema naturale didifesa dell’organismodalle infezioni e dallemalattie. È costituito davari organi quali il midolloosseo, il timo, la milza e ilinfonodi, collegati traloro da una rete di minu-scoli vasi detti vasilinfatici. Nel sistema linfa-tico fluisce la linfa, unliquido giallo contenente ilinfociti, ossia le celluleche devono combattere lemalattie.

Metastasi: cellule tumo-rali staccatesi dal tumoreprimitivo che si diffondo-no attraverso i vasi san-guigni o linfatici, rag-giungendo in tal modoaltri organi. Per talemotivo si parla anche ditumore secondario.

Quando si attua la chemioterapia?

Prima dell’intervento chirurgico: la chemioterapia si attuaprima della chirurgia allo scopo di ridurre una massatumorale troppo voluminosa e facilitarne la rimozione,oppure nel caso in cui il tumore sia attaccato troppo sal-damente al tessuto sano circostante e non possa essereasportato con il solo intervento. In tale situazione, la che-mioterapia si può somministrare anche prima della radio-terapia. Si parla in questi casi di terapia neoadiuvante.

Dopo l’intervento chirurgico: la chemioterapia può essereattuata dopo la chirurgia nel caso in cui tutta la massatumorale visibile sia stata asportata, ma sussista il rischioche alcune cellule tumorali, rimaste in circolo e non altri-menti diagnosticabili, possano nel tempo dare origine aduna recidiva. In tali casi la chemioterapia ha lo scopo didistruggere queste eventuali cellule residue, allontanandocosì il rischio di ripresa della malattia. La chemioterapia può essere attuata anche quando non èstato possibile rimuovere completamente il tumore con lachirurgia o quando la malattia si presenta già in formametastatica e quindi non è operabile. In questo caso, laterapia non servirebbe per ottenere la guarigione, bensìper ridurre il volume tumorale e, di conseguenza, i sinto-mi. Si parla in questi casi di terapia adiuvante.

Durante la radioterapia: talvolta la chemioterapia si attuacontemporaneamente alla radioterapia. In questo caso siparla di chemioradioterapia o chemio-irradiazione.

Chemioterapia ad alte dosi con successivo trapianto dimidollo osseo Per alcuni tipi di tumore la chemioterapia è somministratain dosi molto elevate. Ciò avviene comunemente nei casiin cui, nonostante la chemioterapia di prima istanza abbiaridotto il diametro tumorale, il rischio di recidiva resti ele-

- la mucosa che riveste la bocca;- il midollo osseo;- i follicoli piliferi;- l’apparato digerente.

Lo schema di trattamento chemioterapico è pianificatoattentamente dall’oncologo ed è, di solito, articolato in piùcicli seguiti da un periodo di riposo. Ogni ciclo è costituitoda un numero variabile di sedute di trattamento. Nel perio-do di riposo tra un ciclo e l’altro, le cellule e i tessuti norma-li si riprendono dai danni causati dai farmaci.

Quali sono gli scopi

della chemioterapia?

Guarire la malattia: per alcuni tipi di cancro la chemiotera-pia può distruggere tutte le cellule tumorali, raggiungen-do l’obiettivo della guarigione.

Ridurre le possibilità di recidiva: la chemioterapia puòessere attuata dopo la chirurgia o la radioterapia alloscopo di distruggere eventuali cellule tumorali residue,raggruppate in masse troppo piccole per essere rilevatedagli strumenti diagnostici.

Ridurre il volume tumorale e prolungare la sopravvivenza:anche quando la guarigione non è possibile, come nei casidi malattia in stadio avanzato, la chemioterapia può esse-re attuata per ridurre il volume tumorale, per ritardare laprogressione della malattia e per cercare di prolungare lasopravvivenza assicurando al paziente una buona qualitàdella vita. Questo tipo di trattamento si definisce palliativo.

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Midollo osseo: materialespugnoso che riempie iltessuto osseo e contieneanche le cellule staminali,che danno origine a trediversi tipi di cellule delsangue (globuli rossi, oeritrociti; globuli bianchi,o leucociti; piastrine, otrombociti).

La chemioterapia ha loscopo di:- guarire la malattia; - ridurre le possibilità di recidiva;

- ridurre il volume della massa tumorale e pro-lungare la sopravvi-venza.

Recidiva: ripresa dellamalattia dopo una fase dirisposta completa o par-ziale alle terapie.

Palliativo: rimedio cheattenua il male senzaguarirlo (da F. Palazzi, Ildizionario della linguaitaliana, Hoepli editore).

Terapia neoadiuvante: sidefinisce tale la chemio-terapia attuata primadella chirurgia o dellaradioterapia per ridurre ledimensioni del tumore efacilitarne l’asportazione.

Recidiva: ripresa dellamalattia dopo una fase dirisposta completa o par-ziale alle terapie.

Terapia adiuvante: si defi-nisce tale la chemiotera-pia attuata dopo la chi-rurgia per eliminare even-tuali cellule tumorali nonvisibili e ridurre il rischiodi recidiva.

Somministrazione per iniezione in venaQuattro sono le principali modalità di somministrazione i.v.:

• attraverso un ago-cannula, un tubicino molto sottile cheè inserito in una vena del braccio o del polso;

• attraverso una linea centrale, un tubicino di plastica sot-tile e flessibile, che s’introduce sotto cute nel torace inuna vena molto vicina al muscolo cardiaco;

• attraverso un catetere venoso centrale periferico (CVCP),un tubicino di plastica che s’introduce attraverso la curvadel gomito fino a posizionare l’estremità in una venavicina al cuore;

• attraverso una porta impiantabile (detta port-a-cath), untubicino di plastica sottile e morbido, che è inserito in ungrosso vaso del torace. Il tubicino ha un’apertura (porta)proprio sotto la cute sul torace o sul braccio.

L’ago-cannula. L’introduzione dell’ago-cannula in unavena del braccio o del polso può risultare fastidiosa, oanche leggermente dolorosa. Una volta in sede, la cannu-la è fissata con un cerotto onde evitare che si sfili. Nel casola procedura risulti fastidiosa, si applica sulla cute unacrema anestetica, il cui effetto avrà inizio dopo 20 minuticirca. A questo punto si collega alla cannula il flacone con-

vato. Normalmente, gli alti dosaggi distruggono il midolloosseo che produce le cellule del sangue. Per tale motivo,alla conclusione del trattamento è necessario reintegrare ilmidollo osseo con il trapianto di cellule staminali preleva-te dallo stesso paziente prima del trattamento oppure daun donatore compatibile.

Come si somministrano i farmaci?

A seconda del tipo di cancro e dei farmaci usati, le modalitàdi somministrazione della chemioterapia sono le seguenti:

• per iniezione in vena (i.v.): è la più diffusa;

• per bocca (p.o.) in compresse o capsule: è la meno fre-quente (comunemente definita chemioterapia orale);

• per iniezione in muscolo (i.m.);

• per iniezione sotto cute (s.c.).

In casi particolari, la chemioterapia si può somministrare:

• per iniezione nel fluido fluido spinale (per via intratecale):si parla in tal caso di chemioterapia intratecale;

• per iniezione in una cavità dell'organismo (per esempionella cavità pelvica o in vescica): si parla in tal caso di che-mioterapia intracavitaria;

• in crema per uso topico: si può usare solo per alcuneforme di tumore della pelle.

A volte, l’oncologo può ritenere opportuno attuare due opiù modalità di somministrazione contemporaneamente (adesempio, per endovena e per via orale).Tranne i chemioterapici somministrati per via intratecale,intracavitaria e in crema per uso topico, tutti gli altri sonoassorbiti nel sangue e veicolati nell’organismo, raggiungen-do in questo modo le cellule tumorali in tutto il corpo.

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I chemioterapici si somministrano:- per iniezione in vena;- per bocca;- per iniezione in muscolo;- per iniezione sotto cute.

La chemioterapia ad altedosi con trapianto dimidollo osseo è indicatasolo per alcuni tipi ditumore.

La chemioterapia per inie-zione in vena può esseresomministrata:· attraverso una cannula;· attraverso una linea centrale;

· attraverso un cateterevenoso centrale periferico;

· attraverso una portaimpiantabile (o port-a-cath).

Somministrazione della chemioterapia attraverso l’ago-cannula.

prestando, tuttavia, molta attenzione ad evitare che l’ac-qua penetri nella cute attraverso il punto di inserzione deltubicino. Può essere utile applicare un bendaggio protetti-vo di plastica. Sono pochissime le limitazioni alla vita di tutti i giorni.Prima di essere dimessi dovete essere sicuri di aver acqui-sito la necessaria dimestichezza nella cura igienica dellalinea centrale, onde ridurre il rischio di infezione. Per qua-lunque problema rivolgetevi sempre all’oncologo curante.

Complicazioni. Due possibili complicazioni causate dall’inse-rimento della linea centrale sono le infezioni e l’ostruzione.Se notate la comparsa di un rossore o gonfiore nella regio-ne circostante il sito di puntura o se la temperatura sale oltre38° C, informate l’oncologo, perché potrebbero esseresegni di un’infezione in corso. Se questa è confermata,attraverso la linea centrale si possono somministrare anti-biotici. Circa una volta alla settimana la linea centrale deveessere lavata con eparina (le istruzioni al riguardo sonoimpartite dal personale infermieristico del reparto).

Il catetere venoso centrale periferico (CVCP). Si tratta di untubicino di plastica che viene introdotto in anestesia localeattraverso una vena all’altezza della curva del gomito finoall’altezza del muscolo cardiaco. Una volta introdotto, ilCVCP è fissato con un cerotto per impedire che si sfili dallavena. Può rimanere in sede per diversi mesi e attraverso diesso è possibile non solo iniettare i chemioterapici, maanche effettuare i prelievi di sangue per gli esami periodici.Non avrete alcuna difficoltà a piegare il braccio, e potretefare il bagno o la doccia prestando, tuttavia, attenzione adevitare che l’acqua penetri nella cute attraverso il punto diinserzione del tubicino. Sono pochissime le limitazioni allavita di tutti i giorni. Prima di essere dimessi dovete esseresicuri di aver acquisito la necessaria dimestichezza nellacura igienica del CVCP. Se non ve la sentite di farlo perso-

tenente la soluzione farmacologica. La somministrazioneavviene per infusione lenta, goccia a goccia, per il temponecessario e previsto per ogni tipo di farmaco. Alcuni far-maci sono diluiti in un sacchetto collegato alla cannula. Di solito il tempo di somministrazione varia da 20 minuticirca a diverse ore. In caso di fastidio o comparsa di rosso-re o gonfiore nell’area in cui è inserita la cannula (o lungoil braccio) oppure avvertite in questo punto una diversasensibilità durante la somministrazione, si deve informareimmediatamente il medico o l’infermiere.

La linea centrale. Si tratta di un tubicino di plastica lungoe sottile, inserito in vena nel torace. Molto diffuse sono lalinea di Hickman® e di Groshong®*. A differenza dell’ago-cannula (vedi pag. 13), la linea centrale è applicata in ane-stesia totale o locale. Una volta inserita, è fissata al toraceper mezzo di punti o con un cerotto per evitare che fuo-riesca dalla vena. Può rimanere in vena per diversi mesi.Attraverso la linea centrale è possibile non solo iniettare ichemioterapici, ma anche effettuare i prelievi di sangueper gli esami periodici. È possibile fare il bagno o la doccia

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* Hickman e Groshong sono marchi registrati di proprietà di CR Bard Inc.o di una sua consociata.

Una linea centrale

La linea centrale vieneintrodotta nel torace a

partire da qui

è fatta scorrere sotto la cute

per fuoriuscire da qui

Eparina: farmaco che agi-sce come anticoagulante.

Per qualunque problemao dubbio dopo che avre-te fatto ritorno a casa,non esitate a contattareil personale medico del-l’ospedale.

È importante rispettarerigorosamente la prescri-zione dell’oncologo ediscutere con lui even-tuali dubbi.

nalmente, potete richiedere che sia un infermiere a lavareil CVCP e a cambiare il bendaggio, oppure che un familia-re o un amico ricevano le necessarie istruzioni per farlo alvostro posto. Per qualunque problema rivolgetevi sempreall’oncologo che vi ha in cura.

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Complicazioni. L’inserimento del CVCP può causare le stes-se complicazioni che possono seguire all’inserimento dellalinea centrale, vale a dire infezioni e ostruzione (v. pag. 15).

La porta impiantabile (port-a-cath). Questo tipo di catete-re è un tubicino lungo e sottile che s’impianta completa-mente sotto cute nel torace: è introdotto attraverso unavena e guidato fino ad un’apertura, detta porta, all’altez-za della clavicola destra. A livello della porta è impiantatoun piccolissimo serbatoio, non più grande di un bottone,che è punto dall’esterno per somministrare i farmaci o perprelevare campioni di sangue. Un’estremità del catetere è collocata in una vena impor-tante, appena al di sopra del muscolo cardiaco, mentrel’altra è collegata con la porta applicata sotto la cute, nellaparte superiore del torace. La porta appare come un’escre-scenza sottocutanea, che si sente al tatto, ma dall’esterno èpoco visibile.

Complicazioni. L’inserimento del sistema port-a-cath può cau-sare le stesse complicazioni che seguire all’inserimento dellalinea centrale, vale a dire infezioni e ostruzione (v. pag. 15).

La pompa per infusione. Rappresenta un metodo ormaiabbastanza diffuso, soprattutto per la somministrazione dialcuni tipi di chemioterapia. Si tratta di un dispositivo porta-tile, disponibile in diversi tipi, che serve per iniettare in venauna quantità controllata di farmaco, in un periodo di tempovariabile da qualche giorno a qualche settimana. Ognipompa per infusione è collegata a una linea centrale (v. pag.14) o a un CVCP (v. pag. 15). La pompa è abbastanza com-patta e può essere trasportata in una borsa o in un apposi-to supporto da fissare alla vita con una cintura.I farmaci sono preparati in ospedale. Le istruzioni per lamanutenzione della pompa sono impartite a voi e ad unfamiliare o amico. Poiché nella maggior parte dei casi la

Il catetere è guidato attraverso la vena fino a che la sua estremità èposizionata vicino al cuore.

L’estremità del catetere fuoriesce all’altezza della curva del gomito.

pompa funziona a batteria, bisogna fare attenzione a nonbagnarla durante i lavaggi. Alcune pompe sono monousoe devono essere eliminate dopo l’uso; funzionano graziead un meccanismo a palloncino o a molla.

Somministrazione per bocca (p.o.)In alcuni casi la chemioterapia può essere somministratasotto forma di compresse o capsule da assumere a casa,da sole o in associazione ad altri farmaci, secondo rigoro-se istruzioni in merito a quando e come prenderle (a sto-maco pieno o vuoto). Se, per un motivo qualsiasi, non riu-sciste a seguire la prescrizione, rivolgetevi immediatamen-te al medico curante. La quantità di farmaci che vi è stataconsegnata è sufficiente per un ciclo completo di tratta-mento e deve essere assunta rispettando scrupolosamen-te la prescrizione dell’oncologo.

Somministrazione per iniezione in muscolo (i.m.)Alcuni chemioterapici possono essere iniettati attraversoun muscolo, di solito nella gamba o nel gluteo. L’iniezionepuò provocare un certo fastidio.

Somministrazione per iniezione sotto cute (s.c.)Alcuni chemioterapici possono essere iniettati sotto cute.In genere, si tratta di farmaci miscelati con sostanze oleoseche ne consentono un rilascio graduale nel tempo. Questesomministrazioni si chiamano depot, prevedono l’uso di unago grande e necessitano di un anestetico spray locale. Altrifarmaci, come interferoni e interleuchine, sono iniettati,invece, attraverso un ago molto sottile. Potreste avvertire uncerto fastidio durante la somministrazione.

Somministrazione per iniezione nel fluido spinale (per viaintratecale)In alcuni casi, come in presenza di leucemia o linfoma, lecellule tumorali possono invadere il fluido che circonda il

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cervello e il midollo spinale, che prende il nome di fluidocerebro-spinale. Per prevenire questa conseguenza, o perintervenire nel caso in cui si sia già verificata, la chemiote-rapia può essere somministrata direttamente nel fluidospinale, per via intratecale. In questo caso, doipo avervisistemato sul lettino con le gambe raccolte, il medicoapplica un anestetico locale per sedare la regione spinale;quindi, introduce delicatamente l’ago nello spazio tra duedischi intervertebrali fino al midollo e inietta il farmaco ola combinazione di farmaci. La procedura dura da 15 a 30minuti, dopodiché è necessario rimanere a letto sdraiatiper qualche ora. E bene bere molto per prevenire la com-parsa di un mal di testa che potrebbe persistere per qual-che ora. Qualora accadesse, si possono prescrivere deglianalgesici. La chemioterapia somministrata per via intrate-cale di solito non causa altri effetti collaterali.

Somministrazione per instillazione in una cavità corporea(per via intracavitaria)La chemioterapia può essere somministrata nella cavitàinteressata (ad esempio la vescica) attraverso un catetere. Ilfarmaco o la combinazione di farmaci sono, quindi, lasciatiagire per un dato periodo di tempo prima di essere rimossiper aspirazione attraverso il catetere. Questa modalità disomministrazione può causare irritazione o infiammazionenella cavità interessata, ma non è generalmente accompa-gnata da effetti collaterali in altre parti del corpo proprioperché i farmaci rimangono nella sede in cui sono iniettati,non compromettendo così le cellule di altre parti dell’orga-nismo. Di conseguenza, l’effetto terapeutico è ottenuto neisoli tessuti che entrano in contatto con il farmaco.

Somministrazione tramite ostie posizionate nel cervellomediante intervento chirurgicoQuesta nuova tecnica di somministrazione è impiegata conun certo successo nella terapia di alcuni tumori cerebrali. Si

Leucemia: tumore dellecellule del sangue.

Linfoma: forma di tumoreche origina nel sistemalinfatico.

basa sull’uso di un farmaco chemioterapico già noto, la car-mustina. Le ostie (o cialde) biodegradabili contenenti il far-maco sono posizionate chirurgicamente in una piccola cavi-tà creata artificialmente a livello cerebrale. In questo modoil farmaco è rilasciato direttamente nel tessuto cerebrale cir-costante, raggiungendo concentrazioni anche 1200 voltesuperiori a quelle ottenibili con la classica infusione endove-nosa. Se necessario, si può far seguire un ciclo di radiotera-pia sull’encefalo. Il vantaggio di questa terapia sta nel fattoche, usando dosi di farmaco molto basse, perché posiziona-te direttamente laddove necessita la sua azione, ha effetticollaterali (diminuzione dei globuli bianche e delle piastrine,nausea e vomito) molto ridotti, eliminando del tutto quelliconnessi con la somministrazione endovena (tromboflebiteo dolore lungo la vena iniettata).

Somministrazione in crema Questa modalità si usa solo per il trattamento di alcunitumori della pelle. Consiste nell’applicazione di uno stratosottile di crema sull’area interessata per qualche settima-na. Ciò può causare irritazione o dolorabilità localizzate,ma nessun altro effetto collaterale negli altri siti corporei.Nel periodo di applicazione delle creme chemioterapichepotrebbe essere opportuno bendare la zona interessata.

Esprimere consenso al trattamento

Il consenso informatoPrima di procedere a qualunque trattamento il medico hail dovere di spiegarvi dettagliatamente lo scopo, le moda-lità e le conseguenze che questo potrebbe avere; quindi,vi chiede di firmare un apposito modulo di consenso, conil quale autorizzate il personale sanitario ad attuare tuttele procedure necessarie. Nessun trattamento può essere

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attuato senza il vostro consenso, e prima di firmare l’ap-posito modulo dovete avere ricevuto tutte le informazioninecessarie su:

• tipo e durata del trattamento consigliato;

• vantaggi e svantaggi;

• eventuali alternative terapeutiche disponibili;

• rischi o effetti collaterali significativi.

Se le informazioni che avete ricevuto non sono chiare, nonabbiate timore di chiedere che vi siano ripetute. Alcunitrattamenti oncologici sono complessi, per cui i medicisono abituati a spiegare le modalità di trattamento piùvolte finché i pazienti hanno compreso perfettamente inche cosa consistono e che cosa comportano. È un vostro diritto chiedere chiarimenti perché è importan-te che abbiate la consapevolezza di come il trattamentosarà effettuato e di quali conseguenze avrà. Se pensate dinon essere in grado di decidere subito, potete semprechiedere che vi sia lasciato altro tempo per riflettere.Potete anche decidere di rifiutare il trattamento. In questocaso il medico vi spiegherà quali conseguenze potrebbeavere tale decisione. L’importante è informare il medico ol’infermiere che vi hanno in carico, che ne prenderannonota nella documentazione clinica. Non dovete fornire alcu-na spiegazione per la decisione di rifiutare il trattamento,ma è utile condividere con i medici le vostre preoccupazio-ni in modo che possano offrirvi i consigli più opportuni.Può essere utile predisporre una lista di domande che sidesidera porre ai medici e farsi accompagnare da un fami-liare al colloquio.

Nessun trattamento puòessere attuato senza ilvostro consenso.

Ogni malato deve averepiena consapevolezza dicome il trattamento èeffettuato e di quali con-seguenze ha, e ogni ulte-riore chiarimento deveessere richiesto a medici einfermieri.

Dove si effettua la chemioterapia?

In ospedaleLe unità in cui si può effettuare la chemioterapia sonoaltamente specializzate e non sono disponibili presso tuttigli ospedali, per cui potrebbe essere necessario effettuareil trattamento in una città diversa da quella di residenza. Disolito, i chemioterapici sono preparati in un’area specialedella farmacia ospedaliera. La maggior parte dei chemio-terapici i.v. si somministra nell’ambulatorio oncologicodell’ospedale, e ogni seduta di terapia richiede un tempovariabile normalmente da mezz’ora a qualche ora.Tuttavia, alcuni trattamenti - ad esempio, la chemioterapianella cavità addominale - richiedono una breve degenza(una notte o un paio di giorni). Talune forme di chemiote-rapia - ad esempio, la chemioterapia ad alte dosi - posso-no richiedere una degenza più lunga (anche alcune setti-mane). L’oncologo è sempre disponibile a spiegarvi esat-tamente tutto ciò che il trattamento comporta prima chelo stesso abbia inizio.La chemioterapia somministrata per iniezione in muscoloo sotto cute, per via intratecale o intracavitaria in vescicasi effettua, di solito, in day hospital. Talvolta, si può richie-dere che un infermiere effettui il trattamento i.v. a domici-lio, soprattutto se si hanno difficoltà a spostarvi.

A domicilioI chemioterapici in compresse, capsule e crema si possonoassumere a casa. È importante:

• conservare compresse, capsule o flaconi attenendosiscrupolosamente alle istruzioni del farmacista;

• evitare di toccare i chemioterapici con le mani;

• tenere i farmaci al di fuori della portata dei bambini;

• se la chemioterapia è somministrata tramite pompa per

collana del girasole 23www.aimac.it22

infusione, informare immediatamente il personale del-l’ospedale in caso di fuoriuscita di liquido dalla pompa odal catetere;

• in caso di malessere consultare sempre il personale diriferimento.

L’elaborazione del piano

di trattamento

Nella pianificazione del trattamento, l’oncologo terràconto di diversi fattori, i più importanti dei quali sono:

• il tipo di tumore;

• l’organo interessato;

• l’entità della sua (eventuale) diffusione;

• le condizioni generali.

La frequenza e la durata del trattamento dipendono dadiversi fattori quali:

• il tipo di tumore;

• i farmaci somministrati;

• la risposta aii cicli di trattamento già effettuati;

• gli effetti collaterali.

Prima del trattamento, l’oncologo annota il peso e l’altezzaper stabilire l’esatto dosaggio della chemioterapia.La chemioterapia per iniezione in vena prevede, di solito,diverse sedute di trattamento, a meno che non siate sottopo-sti a trattamento continuo mediante pompa per infusione. A seconda del farmaco o dei farmaci somministrati, ognitrattamento può durare da qualche ora a qualche giorno.Ad ogni seduta segue un periodo di riposo variabile daqualche giorno a qualche settimana per consentire all’or-ganismo di smaltire gli eventuali effetti collaterali del trat-

I fattori più importanti aifini della pianificazionedel trattamento sono:· il tipo di tumore;· l’organo interessato;· l’entità dell’eventualediffusione;

· le condizioni generali.

I fattori importanti ai finidella determinazionedella frequenza e delladurata del trattamentosono:· il tipo di tumore;· i farmaci somministrati;· la risposta ai precedenticicli di trattamento;

· gli effetti collaterali.

collana del girasole 25www.aimac.it24

tamento e alle cellule ematiche di tornare a valori norma-li. Il completamento dei cicli chemioterapici necessari peril trattamento della malattia può richiedere diversi mesi. Sela chemioterapia è somministrata mediante pompa perinfusione, può essere effettuata senza interruzione ancheper diverse settimane, o comunque per più cicli.Alcuni pazienti trattati con chemioterapia orale assumonodosi giornaliere di farmaco più basse per diverse settimane,o mesi, prima di sospendere la terapia per un certo periodo.Di norma, prima dell’inizio della chemioterapia, si ha lapossibilità di parlare approfonditamente con l’oncologoper chiedere ogni informazione. Inoltre, si è sottoposti aduna serie di analisi del sangue, ed eventualmente anche aradiografie o altre indagini strumentali.

Modifiche al piano di trattamentoL’oncologo valuta costantemente gli effetti dei trattamen-ti sulla malattia attraverso una serie di controlli periodici(esami del sangue e talvolta anche delle urine, raggi X,TAC, RMN). Se le dimensioni del tumore risultano ridotte,ciò sta a dimostrare l’efficacia della chemioterapia; in casocontrario, è necessario modificare parzialmente o comple-tamente il piano di trattamento, e valutare anche la som-ministrazione di altri farmaci, che potrebbero dare unarisposta più efficace.Anche la comparsa di effetti collaterali particolari a caricodi alcuni organi (midollo osseo, reni, fegato o nervi dellemani e dei piedi) può richiedere la modifica del piano ditrattamento. Talvolta, potrebbe essere necessario differire iltrattamento perché i chemioterapici inibiscono tempora-neamente la funzionalità del midollo osseo (v. pag. 26), chepuò, invece, normalizzarsi con il rinvio del trattamento.A volte il trattamento può essere rimandato anche perpartecipare ad eventi che stanno particolarmente a cuore;inoltre, la terapia può essere programmata in modo taleda non interferire con eventuali programmi.

Potenziali effetti collaterali della

chemioterapia

La chemioterapia può causare effetti collaterali fastidiosi, lacui entità può variare da soggetto a soggetto e da tratta-mento a trattamento. È importante sottolineare che moltis-simi degli effetti collaterali sono temporanei, diminuisconoe/o scompaiono gradualmente nei giorni successivi allasomministrazione o alla sospensione del trattamento. I principali organi che possono risentire della chemioterapiasono quelli in cui le cellule normali si dividono e cresconorapidamente, vale a dire la mucosa che riveste la bocca,l’apparato digerente, la cute, i capelli e il midollo osseo.Anche se la chemioterapia comporta effetti collateralifastidiosi, questi devono sempre essere comparati con ibenefici che il trattamento produce sia in termini di guari-gione che di controllo della malattia. Gli effetti collateraliche più interferiscono con una buona qualità della vita(diarrea, vomito, dolori, fatigue) sono superabili con lasomministrazione di farmaci specificamente mirati a ridur-re o eliminare questi sintomi.

Stanchezza (fatigue)Spesso i pazienti accusano notevole stanchezza durante lachemioterapia. Tale sensazione può persistere per un certotempo anche dopo la conclusione del trattamento. Per chinormalmente ha molta energia, sentirsi sempre stanco puòessere molto frustrante e difficile da accettare. Ciò è abba-stanza normale e può essere una conseguenza dei farmacie della reazione dell’organismo alla malattia oppure puòdipendere semplicemente dal fatto che il sonno non è risto-ratore. È bene dosare le forze non solo sul lavoro, ma anchenella vita familiare, e riposare molto. Di solito la stanchezzascompare gradualmente alla conclusione del trattamento,ma alcuni pazienti continuano a sentirsi stanchi anche a

Anche se gli effetti colla-terali possono esserefastidiosi, comunquescompariranno alla con-clusione del trattamento.

Midollo osseo: materialespugnoso che riempie iltessuto osseo e contieneanche le cellule staminali,che danno origine a trediversi tipi di cellule delsangue (globuli rossi, glo-buli bianchi, piastrine).

È importante non sotto-valutare la fatigue e par-larne con i curanti.

Maggiori informazionisono disponibili su: Lafatigue (La Collana delGirasole).

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distanza di molti mesi. La stanchezza cronica rappresentaun insieme di sintomi fisici e psichici tra i più debilitanti emeno trattati tra i malati oncologici, perché questi spessonon ne parlano con i medici come, invece, solitamentefanno per altri sintomi (dolore, diarrea, ecc.).

Ridotta funzionalità del midollo osseoLa chemioterapia può ridurre il numero di cellule stami-

nali, contenute nel midollo osseo, le quali danno originea tre diversi tipi di cellule ematiche:

• i globuli bianchi: sono fondamentali per combattere leinfezioni;

• i globuli rossi: contengono l’emoglobina che favorisce iltrasporto dell’ossigeno in tutto l’organismo;

• le piastrine: favoriscono la coagulazione del sangue eprevengono le emorragie.

Tutte le cellule ematiche rimangono nel midollo osseo finoalla loro maturazione e poi confluiscono nella circolazio-ne sanguigna per svolgere le funzioni cui sono preposte.Dato che il trattamento chemioterapico comporta la ridu-zione del numero delle cellule ematiche, si rendono neces-sari periodici prelievi di campioni di sangue per controlla-re i livelli di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.

I globuli bianchi . Quando il livello dei globuli bianchi dimi-nuisce, si è più soggetti alle infezioni perché il ridottonumero di queste cellule ematiche non è in grado di con-trastare l’avanzata dei batteri.Se la temperatura sale oltre 38° C o se accusate unimprovviso malessere, anche con temperatura normale,contattate immediatamente il medico curante o l’ospeda-le. Se i controlli periodici rilevano un basso livello dei glo-buli bianchi, si può intervenire tempestivamente con anti-biotici, che nelle forme più gravi si somministrano perendovena, a volte anche in ospedale.

Cellule staminali: i pre-cursori di tutte le celluleche costituiscono gliorgani del nostro corpo.

Midollo osseo: materialespugnoso che riempie iltessuto osseo e contieneanche le cellule staminali,che danno origine a trediversi tipi di cellule delsangue (globuli rossi, glo-buli bianchi, piastrine).

La produzione di globuli bianchi può essere stimolataattraverso la somministrazione di particolari proteine dettefattori di crescita (G-CSF o GM-CSF). Questi sono prodottinormalmente dall’organismo, ma si è oggi anche in gradodi sintetizzarli in laboratorio. La somministrazione, intempi programmati, dei fattori di crescita durante la che-mioterapia consente non solo di stimolare il midollo osseoa produrre più globuli bianchi, ma anche di ridurre ilrischio di infezioni.

Consigli pratici

• Informare l’oncologo o il medico curante se la tempera-tura sale oltre 38° C: potrebbe essere necessario instau-rare una terapia antibiotica.

• Mantenere un alto livello di igiene personale. Lavarsisempre con cura le mani prima di cucinare o mangiare.

I globuli rossi. Se il livello dei globuli rossi (emoglobina) nelsangue è basso, si avvertono stanchezza e sonnolenza, etalvolta anche dispnea, dovuta alla minore quantità di ossi-geno trasmessa all’organismo. Sono questi i sintomi del-l’anemia, che talvolta può essere accompagnata da gira-menti di testa e senso di vertigini, dolori muscolari e articolari.Se il livello dell’emoglobina è troppo basso, si può interveni-re anche con trasfusioni di sangue, con un immediato recu-pero di energie, scomparsa della stanchezza e della dispnea.Un aumento dei globuli rossi può essere ottenuto ancheattraverso la stimolazione del midollo osseo con la sommi-nistrazione di eritropoietina, un farmaco che s’inietta pervia sottocutanea nella coscia o nell’addome (da tre volte asettimana a una volta ogni tre settimane).

Le piastrine. Quando il livello delle piastrine è basso, posso-no comparire lividi ed emorragie nasali, e talvolta perdite disangue abbondanti anche a seguito di tagli o graffi di lieveentità. In presenza di emorragia o lividi non provocati, è

Emoglobina: sostanza dicolore rosso contenutanel sangue che trasportal’ossigeno a tutte le cellu-le dell’organismo.

Dispnea: difficoltà respi-ratoria associata fre-quentemente a moltepli-ci malattie.

Anemia: carenza di emo-globina nel sangue.

collana del girasole 29www.aimac.it28

bene informare immediatamente il medico curante, perchépotrebbe rendersi necessaria una trasfusione di piastrine perristabilire subito la funzione di coagulazione del sangue.

Consigli pratici

• Fare più attenzione a non ferirsi.

• Lavarsi i denti con uno spazzolino morbido per ridurre ilrischio di sanguinamento dalle gengive.

Effetti sull’apparato gastro-intestinale

Nausea e vomito. Sono associati all’assunzione di alcunifarmaci chemioterapici, ma oggi, grazie alla disponibilità dialcuni farmaci molto efficaci, gli antiemetici, possono esse-re controllati con facilità. A seconda del tipo di farmaci, la nausea può insorgereanche dopo qualche ora dalla somministrazione e, in casisporadici, può protrarsi per diverso tempo. Se è frequen-te, spesso gli antiemetici sono somministrati per endove-na o in compresse contestualmente alla seduta terapeuti-ca. Se la nausea non è frequente, sono forniti antiemeticiin compresse da prendere in caso di necessità. Anche ilcortisone e suoi derivati possono ridurre o prevenire lanausea e il vomito, producendo a volte anche un piacevo-le senso di benessere.

Consigli pratici

• Consumare un pasto leggero alcune ore prima dellaseduta di trattamento, ma non mangiare nulla immedia-tamente prima della sua effettuazione.

• Evitare cibi fritti, grassi o che abbiano un odore forte.

• Consumare piccoli pasti e spuntini più volte al dì e masti-care bene.

• Mangiare dei cibi secchi (es. toast o cracker) prima anco-ra di scendere dal letto.

• Bere molto, lentamente, a piccoli sorsi; prima di mangia-re evitare di ingerire una quantità eccessiva di liquidi.

Sorseggiare una bibita gassata è un rimedio popolarecontro la nausea.

• Non riempirsi lo stomaco di liquidi prima di mangiare.

• Se subito dopo la somministrazione di chemioterapicil’odore di cucina è particolarmente disgustoso, mangia-re cibi freddi o appena tiepidi o eventualmente nonmangiare né cucinare.

• Potrebbe essere utile attuare qualche terapia comple-mentare (v. pag. 43).

Perdita dell’appetito. Alcuni chemioterapici possono ridurrel’appetito. I derivati dell’ormone progesterone, in particolareil megestrolo acetato, aiutano a combattere l’inappetenza.

Diarrea. Alcuni chemioterapici possono avere effetti sullecellule che formano il rivestimento dell’apparato digeren-te, causando diarrea per qualche giorno.

Consigli pratici

• Ridurre il consumo di fibre evitando cereali, verdura efrutta crude.

• Bere molto (fino a 2 l al giorno) per reintegrare i liquidipersi, in particolare succo di agrumi.

• Evitare alcool e caffè, e limitare il consumo di latte e dibevande a base di latte.

• Preferire cibi leggeri (latticini stagionati, pesce, pollo,uova ben cotte, pane bianco, pasta o riso), evitando icibi molto saporiti o grassi.

• Mangiare frutta cotta o in scatola piuttosto che fruttafresca o secca. Le banane e la polpa grattugiata di melahanno proprietà astringenti.

• Assumere fermenti lattici.

• Se la diarrea persiste è opportuno consultare il medico,che potrà prescrivere farmaci appositi, oppure chiedereconsiglio al farmacista.

Informare sempre il medi-co in presenza di emorra-gie o lividi di origineinspiegata: potrebbeessere necessaria una tra-sfusione di piastrine.

Prendere gli antiemeticianche se non si accusanosenso di nausea o vomi-to, perché è più facileprevenire la nausea checontrollarla quando si èmanifestata.

Antiemetici: farmaci chealleviano il senso di nau-sea e il vomito.

Maggiori informazionisui problemi nutrizionalisono disponibili su Lanutrizione nel malatooncologico (La Collanadel Girasole). eNeoplasia e perdita dipeso – Che cosa fare?(La Biblioteca delGirasole).

collana del girasole 31www.aimac.it30

Stitichezza. In casi rari alcuni chemioterapici (o i farmacisomministrati per controllare gli effetti collaterali, come lanausea) possono indurre stitichezza. Se notate modifica-zioni dell’attività intestinale o se siete preoccupati per glieffetti della chemioterapia sull’apparato digerente, parla-tene con l’oncologo, che potrà suggerirvi di consultare unmedico nutrizionista.

Consigli pratici

• Aumentare il consumo di fibre attraverso l’uso di cerea-li, frutta e verdura crude, bevendo anche succhi di pru-gna e bevande calde.

• Preferire i rimedi naturali come sciroppo di fichi, prugnee succo di prugne.

• Bere molti liquidi. Le bevande calde possono aiutare. Peralcuni il caffè ha effetto lassativo.

• Un’attività fisica moderata aiuta a tenere l’intestino inordine.

Se la stitichezza persiste è opportuno consultare il medico.

Infiammazione del cavo orale. Alcuni chemioterapici pro-vocano una sensazione di dolore alla bocca e, a volte, pro-ducono anche delle piccole ulcere che si manifestano cin-que-dieci giorni dopo la terapia e scompaiono nell’arco ditre-quattro settimane.

Consigli pratici

• Mangiare polpa di ananas fresco per tenere la bocca fre-sca e umida.

• Fare regolarmente degli sciacqui e lavarsi i denti delicata-mente mattina e sera e dopo ogni pasto, usando unospazzolino a setole morbide oppure del tipo per bambini.

• Se il sapore del dentifricio disgusta o se lavarsi i denti dàla nausea, eseguire gli sciacqui di bicarbonato di sodio(un cucchiaino sciolto in un bicchiere di acqua tiepida).

• Usare il filo interdentale tutti i giorni.

• Mantenere le labbra umide applicando vaselina o, se losi preferisce, un balsamo.

• Non bere alcolici, non fumare, non usare spezie piccan-ti, aglio, cipolla, aceto e cibi salati, in quanto possonoalterare ancora di più il gusto, oltre a irritare la bocca.

• Mantenere la bocca sempre umida.

• Aggiungere salse e condimenti ai cibi in modo da inge-rirli più facilmente.

• Bere almeno 1,5 l di liquidi (acqua, tè, caffè leggero,succhi di frutta e verdura e bibite non gassate) al giorno.

• Evitare bevande acidogene quali succo d’arancia e dipompelmo; preferire, invece il succo di mela e le tisanefredde che avranno un effetto più lenitivo.

• Informare il medico curante se si rileva la comparsa diulcere, giacché potrebbe essere necessario un tratta-mento farmacologico per favorirne la cicatrizzazione e pre-venire o risolvere un’eventuale infezione del cavo orale.

Modificazioni del gusto. La chemioterapia può modificare ilgusto, per cui i cibi risultano più salati, amari o hanno unsapore metallico. Anche in questo caso l’effetto è tempora-neo e il senso del gusto torna normale alla conclusione deltrattamento.

Consigli pratici

• Mangiare solo ciò che piace.

• Fare uso di spezie e aromi per cucinare.

• Preparare pietanze marinate o accompagnare i piatticon salse molto aromatiche.

• Preferire i cibi dai sapori forti, (es. frutta fresca), che sonorinfrescanti e lasciano in bocca un sapore molto gradevole.

• Preferire i cibi freddi ai cibi caldi.

La caduta dei capelliÈ uno degli effetti collaterali più noti e più temuti dei che-

Maggiori informazionisui problemi nutrizionalisono disponibili su Lanutrizione nel malatooncologico (La Collanadel Girasole). eNeoplasia e perdita dipeso – Che cosa fare?(La Biblioteca delGirasole).

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mioterapici. Alcuni farmaci non hanno effetti sui capelli, altrili indeboliscono al punto che si spezzano a livello del cuoiocapelluto, o molto vicino ad esso, già una-due settimanedopo l’inizio del trattamento; alcuni li fanno cadere comple-tamente, mentre altri provocano una caduta talmentemodesta da passare inosservata. In ogni caso i capelli ricre-scono alla conclusione dei cicli di chemioterapia.Se i capelli cadono, l’entità del fenomeno dipende dal tipodi farmaco o dalla combinazione di farmaci usata, daldosaggio e dalla reazione individuale al trattamento. Icapelli iniziano a cadere di solito nell’arco di alcune settima-ne dall’inizio del trattamento, anche se in casi molto rari cuòpuò accadere anche dopo qualche giorno. Il fenomeno puòinteressare anche i peli delle ascelle, la peluria che ricopre ilcorpo e il pube, ed anche ciglia e sopracciglia.

Consigli pratici

• Se i farmaci chemioterapici possono provocare la cadutadei capelli, tagliarli piuttosto corti prima di cominciare iltrattamento. I capelli lunghi pesano, quindi esercitano unatrazione sul cuoio capelluto, che ne accelera la caduta.

• Usare shampoo delicati.

• Evitare trattamenti che presuppongono l’uso di prodottichimici aggressivi (ad esempio permanente e colore)durante la terapia e per i primi tre mesi successivi. Se siè abituati a tingere i capelli, chiedere al parrucchiere diusare prodotti vegetali.

• Evitare di spazzolarsi o pettinarsi i capelli con troppovigore - una spazzola per bambini a setole morbide puòessere più indicata.

• Non usare phon, arricciacapelli e bigodini, ma asciugarei capelli tamponandoli con un asciugamano.

• Discutere con personale specializzato la possibilità diacquistare una parrucca, in modo che questa sia quan-to più somigliante possibile al colore e alla struttura deicapelli naturali.

• Indossare eventualmente cappelli, foulard o turbanti.

• Il casco di ghiaccio: alcuni pazienti che si sottopongonoalla chemioterapia riescono a prevenire la caduta deicapelli usando questo sistema che riduce temporanea-mente il flusso di sangue e la quantità di farmaco che rag-giungono il cuoio capelluto. Purtroppo, però, il casco dighiaccio non è efficace per tutti, in quanto riesce a bloc-care solo l’azione di alcuni farmaci. È meglio che chiedia-te prima al medico se questo sistema ha possibilità diessere efficace nel vostro caso.

Modificazioni della cuteAlcuni farmaci chemioterapici possono avere effetti sullacute, che cambia leggermente colore e tende a disidratar-si. Tali effetti possono peggiorare con il nuoto, soprattut-to se praticato in piscina con acqua addizionata di cloro.In caso di eruzione cutanea rivolgersi al medico curante.

Consigli pratici

• Esporsi al sole indossando un cappello, abiti comodi ecoprenti, e proteggere le zone esposte con creme adalto fattore protettivo per onde evitare scottature.

• Radersi con il rasoio elettrico evitando l’uso delle lamet-te per ridurre il rischio di tagli o abrasioni.

• Se la cute si disidrata e provoca prurito, massaggiarladelicatamente con una crema idratante per alleviare ilfastidio.

Modificazioni a carico delle unghieAlcuni chemioterapici possono rallentare la crescita delleunghie, che sono percorse da linee bianche; talvolta cambia-no forma o colore, diventando più chiare o più scure; posso-no anche diventare più fragili e tendere a sfaldarsi.L’applicazione di unghie finte o smalto aiuta a nascondere leeventuali modificazioni.

I capelli ricrescerannosempre alla conclusionedella chemioterapia.

Maggiori informazionisono disponibili su: Lacaduta dei capelli (LaCollana del Girasole).

Per informazioni più det-tagliate su questo meto-do potete rivolgervi all’-help-line di AIMaC(numero verde 840503579, [email protected]).

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Effetti sui nervi di mani e piediAlcuni chemioterapici possono influire sui nervi delle manie dei piedi. In conseguenza di ciò si può accusare formico-lio o quella sensazione che è descritta come ‘puntura diaghi’. Questo fenomeno prende il nome di neuropatiaperiferica. Se notate la comparsa di questo disturbo, checomunque tende a scomparire alla conclusione del tratta-mento, informate l’oncologo, che può decidere di cam-biare il trattamento, se il problema si acuisce.

Effetti sul sistema nervosoAlcuni chemioterapici possono indurre ansia e agitazione,vertigini, insonnia o mal di testa. Taluni pazienti lamenta-no difficoltà di concentrazione. Se notate questi sintomiinformate l’oncologo, che potrà prescrivervi i farmaci piùindicati per alleviarli.

Modificazione della funzione renaleAlcuni chemioterapici, come il cisplatino e l’ifosfamide,possono compromettere la funzione renale. Ciò si puòprevenire tramite somministrazione di liquidi per endove-na (infusione goccia a goccia) prima del trattamento. Lafunzione renale è tenuta sotto rigoroso controllo median-te analisi del sangue che si eseguono prima di ogni sedu-ta terapeutica.

Modificazioni dell’uditoAlcuni chemioterapici riducono la capacità dell’orecchio dipercepire i suoni acuti. Potreste anche percepire un rumo-re continuo tinnito, che può risultare molto fastidioso.Alla minima modificazione dell’udito, informate l’oncologo.

Insorgenza di tumori secondariMolto raramente alcuni farmaci chemioterapici possonoaccrescere il rischio di sviluppare particolari tipi di tumoreo di leucemia, anche a distanza di molti anni dal tratta-

mento. L’oncologo soppeserà attentamente il minimoincremento del rischio rispetto ai benefici che la chemio-terapia ha ai fini del trattamento dell’attuale malattia.Inoltre, avrà cura di affrontare e discutere con voi il proble-ma nel caso in cui la chemioterapia proposta possa causa-re un tumore secondario.

La vita quotidiana

Anche se la chemioterapia può causare effetti collateralifastidiosi, alcuni pazienti riescono comunque a condurreuna vita quasi normale nel periodo in cui sono in trattamen-to. Spesso la chemioterapia fa stare meglio, giacché contri-buisce ad alleviare i sintomi della malattia. Il malessere cheappare nel corso del ciclo di terapia può essere recuperatorapidamente nell’intervallo tra un ciclo e l’altro. Di solito, sipossono svolgere le normali attività lavorative e sociali,anche se si avverte un maggior bisogno di riposare durantela giornata o di ridurre l’orario di lavoro. Non si può preten-dere di tenere gli stessi ritmi di prima, ma in genere si puòmantenere una buona qualità della vita, senza perdere lapropria progettualità, senza rinunciare alla vita relazionale eprofessionale, che assumono tanta importanza nel contra-stare gli effetti negativi della malattia.

Vacanze e vaccini. Se si ha intenzione di andare all’estero, èbene ricordare che finché si è in terapia è opportuno evita-re le vaccinazioni con vaccini ‘vivi’ quali, ad esempio, quellicontro poliomielite, morbillo, rosolia, MMR (il nuovo vacci-no trivalente contro morbillo, parotite e rosolia), BCG (tuber-colosi), febbre gialla e febbre tifoide orale; sono, invece, deltutto compatibili con la chemioterapia i vaccini contro difte-rite, tetano, influenza, epatite A, epatite B, rabbia, colera efebbre tifoide.

Tinnito: rumore percepitonell’orecchio in assenzadi una fonte sonoraesterna.

La chemioterapia può farsentire molto stanchi.

È in ogni caso sempreimportante evitare di iso-larsi.

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La vita sessuale e la fertilità

La vita sessuale generalmente non risente della chemiote-rapia; talvolta, invece, può subire un cambiamento che,tuttavia, nella maggior parte dei casi è reversibile, ossiatemporaneo, e scompare alla fine del trattmento. Sintomifisici, come la stanchezza e la nausea, e stati d’animo,come la preoccupazione e l’ansia per il proprio stato disalute, possono interferire con il desiderio sessuale. Dalpunto di vista medico, non sussiste alcun motivo permodificare le abitudini sessuali durante la chemioterapia,giacché non vi è rischio di trasmissione del tumore né deglieffetti negativi dei farmaci al partner.Dal punto di vista psicologico, se lo si desidera, può esse-re utile parlare con professionisti specializzati nel tratta-mento dei malati di cancro per affrontare i sentimenti col-legati alla malattia, alle terapie e alle idee sul proprio futu-ro. Ci si può rivolgere per questo a psicologi-psicoterapeu-ti ospedalieri, volontari nelle associazioni o privati.In alcune donne, la chemioterapia può indurre la meno-pausa precoce. Ciò significa che compaiono i sintomi soli-tamente associati alla menopausa come, per esempio, lasecchezza vaginale e una diminuzione della libido. Se lasecchezza vaginale rende il rapporto sessuale doloroso, ilmedico curante può prescrivere una crema o una pomataper facilitare la penetrazione oppure un gel o altri prepa-rati commerciali per inumidire la vagina.Alcuni farmaci chemioterapici causano la sterilità, che puòessere reversibile o irreversibile. Per prevenire le conseguen-ze di quest’effetto, l’uomo può considerare la possibilità didepositare campioni di sperma presso la ‘banca del seme’per la procedura di crioconservazione del seme. Questaconsiste nel prelevare, congelare e conservare più lo spermaper tentare in futuro l’inseminazione artificiale. La criocon-servazione del seme è effettuata presso i più importanti cen-tri ospedalieri, a carico del SSN dietro richiesta dell'oncolo-

La maggior parte deglieffetti collaterali indottidalla chemioterapia, chepossono ripercuotersisulla vita sessuale, èreversibile e scompariràalla conclusione del trat-tamento.

La chemioterapia puòindurre la menopausaprecoce.

Menopausa: cessazionedelle mestruazioni e,quindi, della funzioneriproduttiva.

Libido: impulso sessuale.

Sterilità: incapacità di con-cepimento.

Maggiori informazionisulla ‘banca del seme’sono disponibili su: Padredopo il cancro (LaBiblioteca del Girasole).

Per maggiori informazionisui centri di crioconserva-zione del seme:www.aimac.it.

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go medico che ha prescritto la chemioterapia. È fondamen-tale che soprattutto i pazienti giovani che non hanno anco-ra avuto figli siano informati di questa possibilità.Durante tutta la durata del trattamento è indispensabileusare un metodo contraccettivo efficace, giacché i farma-ci citotossici agiscono a livello del DNA delle cellule, equindi hanno un effetto sul concepimento e sullo sviluppodell’embrione. Inoltre, il vomito e la nausea indotti dai far-maci possono diminuire l’efficacia della piccola anticonce-zionale. L’uso di contraccettivi è consigliabile anche se lachemioterapia riduce la fertilità della donna, giacché la suacapacità di concepire è immutata. Anche se si ritiene che i farmaci chemioterapici non pos-sano essere escreti con il liquido seminale o con le secre-zioni vaginali, è consigliabile l’uso del profilattico nei gior-ni immediatamente successivi alla seduta terapeutica.

Gravidanza. Se la gravidanza ha avuto inizio prima che lamalattia fosse diagnosticata e si deve affrontare la chemio-terapia, è molto importante discutere con l’oncologo i proe contro del portarla a termine. A volte la chemioterapiapuò essere rinviata a dopo il parto, ma la decisione dipen-dedal tipo e dall’estensione del tumore, come pure dal tipodi chemioterapico necessario. Talvolta, la chemioterapiapuò essere effettuata nell’ultima fase della gravidanza.

Terapia a bersaglio molecolare

La terapia a bersaglio molecolare, o target therapy, non èuna forma di chemioterapia, ma in considerazione dellasua importanza ci sembra opportuno, per completezza,riportarne qui un breve accenno.Il limite maggiore della chemioterapia è l’aspecificità: que-sto vuol dire che, proprio per il suo meccanismo d’azione,colpisce tutte le cellule che si riproducono velocemente sia

neoplastiche (effetto desiderato) sia normali (effetto inde-siderato). La terapia a bersaglio molecolare, invece, èmirata: ciò significa che la sua azione è specifica soltantoper il ‘bersaglio’ contro cui è diretta e che è presente sol-tanto nelle cellule tumorali. Il bersaglio può essere unrecettore presente sulla superficie o all’interno della cellu-la neoplastica: in entrambi i casi si tratta di componentiindispensabili per la crescita della cellula, che sono blocca-ti e non possono più svolgere la loro azione. Di conse-guenza, non essendo in alcun modo colpite le cellule nor-mali, non si hanno gli effetti collaterali negativi ed indeside-rati della chemioterapia, con notevole miglioramento dellaqualità della vita dei pazienti affetti da tumore. Ciò, comunque, non vuol dire che questo tipo di farmaci‘intelligenti’ sia privo di effetti collaterali: possono manife-starsi reazioni di tipo allergico e manifestazioni cutaneema, in linea di massima, il trattamento è ben tollerato.Questo tipo di terapia, quindi, rappresenta un importantepasso avanti nella cura dei tumori e si prevede che avrànotevoli sviluppi in un prossimo futuro.

La comunicazione in famiglia

Generalmente non è facile parlare di cancro, soprattuttoquando la persona malata è un congiunto o un amico.Rispetto a tale difficoltà, le reazioni sono varie e individua-li. Talvolta l’evento cancro è inizialmente negato e ci sicomporta come se niente fosse. Spesso il silenzio rispettoalla malattia e alle sue conseguenze è un modo per pro-teggere sia la persona malata sia il familiare dai forti sen-timenti di angoscia, incertezza, paura e rabbia. Purtroppo,però, la mancanza di comunicazione può rendere ancorpiù difficile affrontare la malattia e può contribuire adaccrescere la sensazione di solitudine della persona mala-ta. Saper ascoltare è un modo per facilitare la comunica-

La chemioterapia puòindurre sterilità reversibileo irreversibile.

La chemioterapia puòavere effetti sul concepi-mento e sull’embrione.

È indispensabile usare unmetodo contraccettivoefficace.

DNA: acido desossiribo-nucleico, che contienetutte le informazionigenetiche necessarie perla crescita e lo sviluppo diogni cellula.

Maggiori informazionisono disponibili su:Sessualità e cancro (LaCollana del Girasole).

Recettore: componentemolecolare dell’organi-smo con cui un farmacointeragisce per esplicarela sua azione.

Cutaneo: a carico dellacute, o pelle, dell’organi-smo.

Maggiori informazioni econsigli sul modo miglio-re per comunicare conuna persona una perso-na malata di cancrosono disponibili su Nonso cosa dire – Come par-lare al malato di cancro(La Collana del Girasole).

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zione con la persona malata, lasciandola libera di esprime-re solo quanto si sente rispetto alla propria situazione, maè fondamentale anche concedersi di manifestare le pro-prie emozioni, senza averne timore.

Parlare ai bambini. Il modo migliore per comunicare con ibambini è un approccio schietto e onesto, perché anche i piùpiccoli percepiscono che qualcosa non va, e le fantasie chesi sviluppano attorno a situazioni che non si capiscono pos-sono essere di gran lunga peggiori della realtà. L’importanteè comunicare la verità nel modo più appropriato alla loroetà. Gli adolescenti vivono una fase evolutiva in cui si prova-no sentimenti contrastanti verso i genitori, manifestando laloro rabbia e desiderio di autonomia anche attraverso paro-le e comportamenti spiacevoli. La malattia del genitore puòaccentuare la rabbia nei suoi confronti, portandoli a distac-carsi, ma al tempo stesso può alimentare le angosce, accen-tuando bisogni di attenzione e di accudimento.

Come potete aiutare voi stessi

Mantenere un atteggiamento mentale positivo può aiuta-re il fisico ad affrontare meglio le terapie. Una reazionecomune di fronte alla diagnosi di tumore è affidarsi com-pletamente ai medici e agli ospedali. In parte ciò è vero,ma ci sono molte cose che voi potete fare. Essere informa-ti sulla malattia e sui trattamenti significa ricoprire un ruoloattivo. Non esitate a porre domande, anche se sono lestesse, e se lo volete chiedete all’oncologo di mettervisempre al corrente della situazione.In alcuni momenti vi sentirete molto stanchi solo per losforzo di pensare a ciò che potrebbe esservi necessario.Sentirsi affaticati e svogliati è normale, come lo è l’alter-nanza di giornate in cui vi sentirete abbastanza bene e

altre, invece, in cui i momenti di sconforto prenderanno ilsopravvento. In tali casi non esitate a richiedere un aiutospecializzato, a cui troppo spesso non si ricorre per pauradi mostrare gli aspetti più vulnerabili di sé.Alcune persone cercano di vivere una vita quanto più nor-male possibile e sentono il desiderio di stabilire nuovepriorità ascoltando maggiormente i propri bisogni: tra-scorrere più tempo con i propri cari, fare le vacanze che sisono sempre sognate o dedicarsi ad interessi che veniva-no tralasciati e rimandati nel tempo. Mantenere la propriavita sociale e professionale può essere d’aiuto, ma nonfatevi problemi se avete bisogno di riposare. Fare un po’ diesercizio fisico, purché non sia troppo impegnativo, solle-va lo spirito e aiuta ad allentare la tensione. È semprebene, tuttavia, consultare l’oncologo prima di iniziare qua-lunque programma di esercizi fisici.Anche se in alcuni momenti forse avrete voglia di stare unpo’ soli con voi stessi, condividere i vostri sentimenti con glialtri può aiutarvi ad affrontare la malattia e i trattamenti. Avolte il periodo più difficile è rappresentato proprio dallafine del trattamento, poiché uscire dall’ospedale e da un iterterapeutico stabilito può provocare un senso di solitudine eincertezza. Molti dichiarano di sentirsi depressi ed emotiva-mente fragili, e non contenti e sollevati come, invece, avreb-bero pensato. Altri ritengono che parlare con un professio-nista esperto nell’assistenza ai pazienti oncologici possa aiu-tarli ad individuare le criticità e le risorse disponibili durantela malattia. Essendo una persona competente ed esterna,rispetto al malato e alla sua rete familiare, può aiutare adistricare pensieri, sentimenti e idee non sempre facili daesternare e spesso difficili da condividere.Può giovare anche partecipare ai gruppi di sostegno psico-logico e di auto-mutuo aiuto, in cui si conoscono altre per-sone che vivono la vostra stessa esperienza. Condividere leemozioni e i pensieri in uno spazio protetto insieme a per-sone che vivono la stessa esperienza può essere un modo

Maggiori informazioni econsigli sono disponibilisu Che cosa dico ai mieifigli? Una guida per ilgenitore malato di can-cro (La Collana delGirasole).

Essere informati sullamalattia e sui trattamentisignifica ricoprire unruolo attivo.

Mantenere una proget-tualità.

Imparare a volersi bene.

Richiedere il sostegnopsicologico.

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per dare espressione a quei sentimenti di cui avete prefe-rito non parlare con parenti e amici, oltre che un mezzoper apprendere qualche ‘dritta’ utilissima per affrontare iproblemi della vita quotidiana.

Le terapie complementari

Le terapie complementari sono utilizzate come integrazioneo, come indica la definizione, complemento ai trattamentioncologici convenzionali. Possono essere utili per migliorarela qualità della vita e il benessere del paziente e, a volte,sono in grado di ridurre gli effetti collaterali della chemiote-rapia. Molti pazienti ritengono che le terapie complementa-ri diano loro più forza per affrontare i trattamenti.Alcune tecniche a mediazione corporea (meditazione ovisualizzazione di immagini) contribuiscono a ridurre l’an-sia e possono essere messe in atto anche da soli. Altre(massaggi dolci) richiedono l’intervento di familiari ocuranti, e possono essere utili per aiutare la persona mala-ta a provare sensazioni benefiche.Presso alcuni ospedali, ASL e associazioni di volontariatooncologico sono disponibili alcune terapie complementari,tra le quali massaggi, agopuntura, aromaterapia, tecniche dirilassamento (allentano la tensione muscolare, riducono lostress, favoriscono il sonno, alleviano la stanchezza, lenisco-no il dolore, fanno recuperare il controllo delle emozioni).

Gli studi clinici

Gli studi clinici sono sperimentazioni condotte sui pazientiper varie finalità:

• testare nuovi trattamenti;

• verificare se i trattamenti disponibili, combinati o sommi-nistrati in maniera diversa, sono più efficaci o causanomeno effetti collaterali;

• confrontare l’efficacia dei farmaci utilizzati per il control-lo dei sintomi;

• studiare il principio di azione dei farmaci antitumorali;

• vedere quali trattamenti hanno il miglior rapporto costo-beneficio.

Gli studi clinici costituiscono l’unico modo affidabile perverificare se il nuovo trattamento (chirurgia, chemiotera-pia, radioterapia, ecc.) è più efficace di quello o quelli almomento disponibili.Partecipare ad uno studio clinico significa avere la possibili-tà di essere sottoposti al trattamento in sperimentazione o,se fate parte del gruppo di controllo, di ricevere il migliortrattamento convenzionale disponibile per la vostra malat-tia. Ovviamente, nessuno può garantire a priori che il nuovotrattamento, seppur efficace, dia risultati migliori di quelloconvenzionale. Se parteciperete ad uno studio clinico sare-te sottoposti ad una serie di controlli molto rigorosi, com-prendenti un numero di esami e visite mediche anche mag-giore di quello previsto normalmente.Se il trattamento oggetto della sperimentazione si dimo-stra efficace o più efficace rispetto al trattamento conven-zionale, sarete i primi a trarne beneficio. Di solito, aglistudi clinici partecipano diversi ospedali.

Partecipare ai gruppi disostegno psicologico e diauto-mutuo aiuto.

Maggiori informazionisulle terapie complemen-tari sono disponibili sullibretto Tumori - I tratta-menti non convenzionali(La Collana del Girasole)

Maggiori informazionisugli studi clinici sonodisponibili sul libretto Glistudi clinici sul cancro:informazioni per il malato(La Collana del Girasole).

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Sussidi economici e tutela del lavoro

La malattia e le terapie possono comportare una condizio-ne di disabilità, temporanea o permanente, più o menograve con conseguenti limitazioni nella vita di tutti i giorni.Per superare queste difficoltà numerose leggi dello Statoprevedono l’accesso a vari benefici: ad esempio, il malatoche presenti un certo grado di invalidità e/o di handicappuò richiedere sussidi economici erogati dall’INPS o daglialtri enti o casse di previdenza.; il malato lavoratore puòusufruire di un periodo di congedo, oppure di permessiorari o giornalieri, senza perdere la retribuzione, sia duran-te che dopo il trattamento, ed ha anche la possibilità dipassare dal rapporto di lavoro a tempo pieno a quello atempo parziale fino a che le condizioni di salute non con-sentono di riprendere il normale orario di lavoro. La leggeprevede permessi e congedi per l’accesso al part-timeanche per il familiare lavoratore che assiste il malato. Per saperne di più vi consigliamo la lettura del nostrolibretto I diritti del malato di cancro, che spiega comeorientarsi ed avviare le pratiche necessarie per il riconosci-mento dei propri diritti.

Maggiori informazioni suidiritti dei malati di cancrosono disponibili su I dirittidel malato di cancro (LaCollana del Girasole), chepuò essere richiesto allasegreteria di AIMaC(numero verde 840503579) oppure scaricatodal sito www.aimac.it.

AIMaC è una Onlus iscritta nel Registro delle Associazioni di Volontariato della Regione Lazio. Offriamo gratuitamente i nostri servizi di informazione e counseling ai malati di cancro e ai loro cari.

Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto e della tua partecipazione. Se questo libretto ti ha fornito informazioni utili, puoi aiutarci a produrne altri

• iscrivendoti ad AIMaC (quota associativa 20 € per i soci ordinari, 125 € per i soci sostenitori)

• donando un contributo libero mediante

- assegno non trasferibile intestato a AIMaC- c/c postale n° 20301016 intestato a “AIMaC – via Barberini, 11 – 00187 Roma”.IBAN: IT 33 B 07601 03200 000020301016- bonifico bancario intestato a AIMaC, c/o Cassa di Risparmio di RavennaIBAN: IT 78 Y 06270 03200 CC0730081718- carta di credito attraverso il sito www.aimac.it

Per ulteriori informazioni

è disponibile il servizio

offerto dall’helpline di

AIMaC, un’équipe

di professionisti esperti in

grado di rispondere ai

bisogni dei malati di can-

cro e dei loro familiari, dal

lunedì al venerdì

dalle 9.00 alle 19.00 -

numero verde 840 503579,

e-mail [email protected].

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La Collana del Girasole

1 Non so cosa dire

2 La chemioterapia*

3 La radioterapia*

4 Il cancro del colon retto

5 Il cancro della mammella

6 Il cancro della cervice

7 Il cancro del polmone

8 Il cancro della prostata

9 Il melanoma

10 Sessualità e cancro

11 I diritti del malato di cancro

12 Il linfedema

13 La nutrizione nel malato oncologico

14 Tumori - I trattamenti non convenzionali

15 La caduta dei capelli

16 Il cancro avanzato

17 Il linfoma di Hodgkin

18 I linfomi non Hodgkin

19 Il cancro dell’ovaio

20 Il cancro dello stomaco

21 Che cosa dico ai miei figli?

22 I tumori cerebrali

23 Il cancro del fegato

24 La resezione epatica

25 La terapia e il controllo del dolore

26 Il cancro del rene

27 La fatigue

28 Il cancro della tiroide

29 Gli studi clinici sul cancro: informazioni

per il malato

* sono disponibili anche in DVD

AIMaC pubblica anche:

Profili Farmacologici

96 schede che forniscono informazioni di carattere

generale sui singoli farmaci e prodotti antitumorali, illu-

strandone le modalità di somministrazione e gli effetti

collaterali.

Profili DST

50 schede che forniscono informazioni di carattere

generale sulla diagnosi, stadiazione e terapia di singo-

le patologie tumorali.

La Biblioteca del Girasole

- Domande e risposte sulla radioterapia

- Domande e risposte sul tumore della laringe

- Il test del PSA

- Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare?**

- Padre dopo il cancro

- Trattamenti non convenzionali per i malati di

cancro (atti del convegno)

** pubblicato da F.A.V.O. Federazione italiana delle Associa-

zioni di Volontariato in Oncologia (www.favo.it), di cui

AIMaC è socio

La HelplineLa helpline di AIMaC: un’équipe di professionisti esperti in grado di rispondere aibisogni dei malati di cancro e dei loro familiari, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle19.00 numero verde 840 503579, e-mail [email protected]

I punti informativiSono a disposizione, presso i principali istituti per lo studio e la cura dei tumori, per consultare e ritirare il mate-riale informativo o per parlare con personale qualificato e ricevere chiarimenti.

Sono attualmente attivi i seguenti punti informativi:

Aviano (PN) Centro di Riferimento Oncologico - Day Hospital del Dipartimento di Oncologia Medica c/o Biblioteca Pazienti, URP, Psiconcologia

Bari Ospedale Oncologico Giovanni Paolo II - Dipartimento di Oncologia Medica

Iglesias (CA) Consulta Disabili della Provincia Sulcis-Iglesente - Servizio di Accoglienza e Tutela del Paziente

Milano Istituto Nazionale Neurologico C. Besta - Dipartimento di Neuroncologia

Istituto Nazionale Tumori – SIRIO, c/o Biblioteca

Istituto S. Raffaele – Sportello Psico-Oncologico e del Volontariato, c/o Radioterapia

Napoli Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale – Servizio di Psico-Oncologia

Policlinico dell’Università Federico II – Dipartimento di Endocrinologia e Oncologia Molecolare Clinica

Seconda Università degli Studi di Napoli – Servizio di Oncologia Medica,

Dipartimento Medico-Chirurgico di Internistica Clinica e Sperimentale

Pavia Fondazione Maugeri – Divisione di Chirurgia Generale e Senologia

Fondazione Maugeri – Servizio di Psicologia

Roma Azienda Ospedaliera Sant’Andrea – Locale di accoglienza del Day Hospital Onco-Ematologico

Istituto Regina Elena - Sala Multimediale della Biblioteca dei Pazienti R. Maceratini

Ospedale Fatebenefratelli – Divisione di Oncologia, Unità Operativa di Oncologia

S. Giovanni Rotondo (FG) Casa Sollievo della Sofferenza - Oncologia Medica

Torino Azienda Sanitaria S. Giovanni Battista – Centro Assistenza Servizio (CAS)

Trieste Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti – Oncologia Medica

È in via di attivazione il seguente punto informativo:

Roma - Sapienza, Università di Roma, Umberto I Policlinico di Roma – Dipartimento di Medicina Clinica

Finito di stampare nel mese di aprile 2009Progetto grafico e stampa: Mediateca S.r.l. I www.mediateca.ccImpaginazione: Artwork di Mariateresa Allocco - [email protected]

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