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1 La Carta di Credito Lavorativo Una strategia per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili di Pietro Ercolessi Volendo riassumere in sintesi estrema quanto esposto successivamente, come se fosse un teorema matematico: "Se nel terzo millennio esiste una gestione puntuale telematica per il monitoraggio dei debiti contratti dal singolo consumatore (Credito Bancario), allora è possibile ed auspicabile la realizzazione di una gestione puntuale telematica per la verifica della retribuzione e della regolarità contributiva del singolo lavoratore (Credito Lavorativo), utilizzando analoghi strumenti tecnologici e informatici: la Smart Card del Lavoratore, il POS (Point of Sale) sul Luogo di Lavoro, ecc… Tutto ciò allo scopo di contrastare efficacemente l'evasione fiscale, l'economia sommersa, il lavoro nero e lo sfruttamento della persona nei comparti produttivi vulnerabili, pur lasciando inalterate le dinamiche dell'economia di mercato". Ma facciamo un passo indietro per dimostrare la tesi. Come contrastare efficacemente il lavoro nero nei cantieri edili in Italia? Una domanda che necessita un’analisi attenta del “modus operandi” di questo fenomeno e del sistema produttivo ove s’innesta, di com’è cambiato il mondo del lavoro dalla fine degli anni ’90 e dello sviluppo della tecnologia all’inizio del terzo millennio, con particolare attenzione all’informatica e alla telematica. Partiamo dalla definizione di “cantiere”. “Complesso di impianti, strumenti e similari , atti a eseguire lavori di costruzione e riparazione” e nello specifico “cantiere edile” è allestito “nel luogo stesso in cui la costruzione di un’opera sarà eseguita, in cui si preparano e lavorano i materiali per la costruzione di un’opera (edifici, strade, ponti, ecc…)”. Aggiungiamo che alla realizzazione dell’opera concorrono più imprese (appaltatrici, subappaltatrici, ecc...), tuttavia il cantiere non è sede legale di nessuna di esse. Nella sede legale di un’azienda i lavoratori timbrano il cartellino orario, vi è la presenza di un datore di lavoro e di tutti i registri ufficiali contabili. Ma per le sue peculiarità il cantiere non presenta queste caratteristiche. La complessità dell’opera genera un incremento delle diverse lavorazioni da realizzare, spesso con modalità discontinue, e quindi un aumento delle imprese che concorrono alla realizzazione. Ciò a causa della specializzazione tecnica che il mercato, le moderne tecnologie e la formazione professionale impongono.

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La Carta di Credito Lavorativo

Una strategia per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili

di Pietro Ercolessi

Volendo riassumere in sintesi estrema quanto esposto successivamente, come se

fosse un teorema matematico: "Se nel terzo millennio esiste una gestione puntuale

telematica per il monitoraggio dei debiti contratti dal singolo consumatore (Credito

Bancario), allora è possibile ed auspicabile la realizzazione di una gestione puntuale

telematica per la verifica della retribuzione e della regolarità contributiva del singolo

lavoratore (Credito Lavorativo), utilizzando analoghi strumenti tecnologici e informatici: la

Smart Card del Lavoratore, il POS (Point of Sale) sul Luogo di Lavoro, ecc… Tutto ciò allo

scopo di contrastare efficacemente l'evasione fiscale, l'economia sommersa, il lavoro nero

e lo sfruttamento della persona nei comparti produttivi vulnerabili, pur lasciando inalterate

le dinamiche dell'economia di mercato".

Ma facciamo un passo indietro per dimostrare la tesi.

Come contrastare efficacemente il lavoro nero nei cantieri edili

in Italia? Una domanda che necessita un’analisi attenta del “modus

operandi” di questo fenomeno e del sistema produttivo ove s’innesta,

di com’è cambiato il mondo del lavoro dalla fine degli anni ’90 e dello

sviluppo della tecnologia all’inizio del terzo millennio, con particolare

attenzione all’informatica e alla telematica. Partiamo dalla definizione

di “cantiere”. “Complesso di impianti, strumenti e similari, atti a

eseguire lavori di costruzione e riparazione” e nello specifico

“cantiere edile” è allestito “nel luogo stesso in cui la costruzione di

un’opera sarà eseguita, in cui si preparano e lavorano i materiali per

la costruzione di un’opera (edifici, strade, ponti, ecc…)”.

Aggiungiamo che alla realizzazione dell’opera concorrono più

imprese (appaltatrici, subappaltatrici, ecc...), tuttavia il cantiere non è

sede legale di nessuna di esse. Nella sede legale di un’azienda i

lavoratori timbrano il cartellino orario, vi è la presenza di un datore di

lavoro e di tutti i registri ufficiali contabili. Ma per le sue peculiarità il cantiere non presenta

queste caratteristiche. La complessità dell’opera genera un incremento delle diverse

lavorazioni da realizzare, spesso con modalità discontinue, e quindi un aumento delle

imprese che concorrono alla realizzazione. Ciò a causa della specializzazione tecnica che

il mercato, le moderne tecnologie e la formazione professionale impongono.

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Possiamo quindi affermare che la presenza del singolo lavoratore è una pura

casualità, in relazione alla variabile complessa della presenza in cantiere delle imprese

che concorrono alla realizzazione dell’opera.

Tradotto, in parole semplici, affermiamo che, nell’attuale contesto, il cantiere è un

“porto di mare” ove non è possibile identificare quotidianamente tutti gli operai, in relazione

alla gestione dei contratti di subappalto e di sub-affidamento.

Infatti, questo problema tramuta la semplice verifica in una maxi indagine per

l’identificazione delle maestranze presenti in cantiere, che deve essere eseguita dai

preposti al controllo (tecnici e capocantieri) richiedendo i documenti d’identità a tutti gli

operai, per verificare se la posizione di ogni singolo è regolare, operando nel rispetto del

diritto della privacy, pur non essendo pubblici ufficiali. Indagine che deve essere ripetuta

quotidianamente e che presenta uno scenario in continuo movimento. L’impossibilità di

svolgere una seria verifica delle presenze in cantiere è aggravata anche da altri parametri.

Probabilmente non sarebbe sufficiente un corso di laurea per far assimilare ai preposti ai

controlli tutto l’assetto normativo che governa e regola un cantiere, con riferimento a:

Diritto del lavoro, Norme sull’immigrazione, Norme in materia di sicurezza, ecc… Un

assetto normativo in constante evoluzione. I preposti ai controlli sono dotati di un livello di

scolarizzazione giuridicamente insufficiente (si pensi alla formazione scolastica e

professionale dei capocantieri, geometri, periti industriali, ecc…), per verificare l’ampia

documentazione ufficiale richiesta a norma di legge (emessa dai Pubblici Uffici spesso su

supporto cartaceo e quindi di facile contraffazione) e per operare i molteplici controlli

incrociati per accertare l’identità e le credenziali di ogni singolo lavoratore presente in

cantiere.

Possiamo sostenere che nell’attuale contesto l’identificazione delle maestranze

presenti in un cantiere edile è un problema non ancora risolto. Con l’evidente risultato che

l’impotenza dei tecnici, privati della dovuta autorevolezza, semplifica l’azione razionale e

dissimulante dell’illegalità nonché il dilagare incontrastato dello sfruttamento della persona;

e tutto ciò si svolge alla luce del sole.

Occorre quindi una serie di semplici procedure a sintesi dell’assetto normativo che

possano essere applicate da un personale dotato di livello di scolarizzazione

giuridicamente insufficiente non solo per la verifica quotidiana dell’identità di ogni singolo

lavoratore presente in cantiere, ma anche per il controllo della remunerazione e dei

versamenti relativi presso gli enti previdenziali.

Infatti, il dettato legislativo impone che l’impresa appaltatrice controlli e verifichi la

regolarità contributiva delle ditte subappaltatrici presenti in cantiere affinché, in caso

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d’insolvenza del titolare dell’impresa subappaltatrice nei confronti dei suoi operai per le

opere realizzate, l’appaltatore risponda in solido (economicamente e non solo), liquidando

il dovuto ai lavoratori stessi.

Tradotto: il geometra Bianchi deve essere in grado di risolvere due problemi con una

procedura di verifica semplice e istantanea: primo, l’accertamento quotidiano dell’identità e

delle credenziali di Farouk Allam muratore; secondo, accertare se Farouk Allam è stato

remunerato per il lavoro svolto presso il cantiere e se gli sono stati versati i relativi

contributi previdenziali.

In sintesi è questo il duplice problema da risolvere per contrastare efficacemente

l’evasione fiscale e il fenomeno del lavoro nero.

Un problema impossibile per un uomo solo... ma banale per un sistema informatico

integrato a una rete telematica… una tecnologia disponibile già da molti anni.

Perché se è vero che l’informatica è il sistema nervoso di un’azienda nel terzo

millennio, il sistema informatico integrato a una rete telematica di supporto dovrebbe

essere il sistema nervoso di un comparto produttivo (come il settore edile, per esempio).

Si pensi all’uso della carta di credito bancario. Uno strumento per acquistare o consumare

un bene presso un venditore senza scambio di valuta. A fine mese il consumatore riceverà

un addebito bancario e un estratto conto delle spese sostenute in Italia o all’estero. La tesi

della Carta di Credito Lavorativo (in inglese Work Credit Card) ipotizza di utilizzare la

stessa tecnologia, con una differenza sostanziale. Perché se il circuito

bancario telematico offre un monitoraggio e una gestione puntuale delle

spese di ogni singolo consumatore, allora il circuito lavorativo telematico

può offrire un monitoraggio e una gestione puntuale della remunerazione

e della regolarità contributiva di ogni singolo lavoratore. L’attribuzione di

una Carta di Credito Lavorativo a ogni lavoratore dei cantieri edili apre

nuovi scenari per arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero. Una Carta

di Credito Lavorativo intesa come Smart Card, con un microchip che contenga tutti i dati

del lavoratore esplicitati nel documento d’identità, nel libretto di lavoro che è stato

abrogato, nell’ex-libro matricola dell’impresa di appartenenza (recentemente modificato),

nel contratto di lavoro, nel permesso di soggiorno (per verificarne la validità).

Ipotizziamo la presenza di un personal computer collegato a internet per ogni

cantiere. Il capocantiere esige che l’operaio passi la sua Carta di Credito Lavorativo sul

POS (Point of Sale, vedi immagine) all’entrata e all’uscita del cantiere, determinando così

la durata lavorativa e la relativa valorizzazione del lavoro svolto in relazione al contratto di

assunzione. L’accertamento dell’identità del lavoratore avviene istantaneamente grazie

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alla connessione e al consenso delle Autorità competenti. In questo modo anche un

capocantiere a bassa scolarizzazione può assolvere una procedura così semplificata. Ma

la funzione Badge non è assolutamente condizione sufficiente per risolvere il duplice

problema che ci siamo posti inizialmente. Per questo occorre un circuito lavorativo

telematico in grado di fornire tutti i referti necessari alle verifiche previste per legge

(agevolando così le indagini delle Autorità Competenti), incluso il referto più importante: un

estratto contabile parziale (ma sostanziale) della busta paga mensile del lavoratore, per le

attività svolte in luoghi di lavoro diversi dalla sede legale dell’impresa di relativa

dipendenza.

Una strategia economica che può essere applicata anche in altri comparti produttivi…

e non solo nel settore edile.

Una strategia per contrastare il fenomeno del lavoro nero inteso come un ceppo di

virus metodici, che aggrediscono un comparto produttivo affetto da gravi

immunodeficienze normative e procedurali.

Un fenomeno che ha un’enorme rilevanza economica, pari a una percentuale non

trascurabile del PIL. Tuttavia esso può essere paragonato a una diffusa emorragia

capillare sul corpo economico del comparto produttivo. Innumerevoli rivoli (tanti quanti

sono gli operai sfruttati) che generano il mare dell’economia sommersa. Un fenomeno

basato sullo sfruttamento della singola persona per opera di un singolo caporale.

Per questi motivi occorre una singola procedura con una linea d’intervento chiara,

concisa, efficace, trasparente, senza dubbi e senza alibi.

La Carta di Credito Lavorativo esprime un sistema che restituisce la dignità al

lavoratore… che restituisce l’autorevolezza e la giusta responsabilità ai preposti ai controlli

(tecnici e capocantieri) nelle operazioni di verifica sulle maestranze presenti nel cantiere

edile. Lo Stato riceve un sistema di monitoraggio, studiato principalmente per garantire la

legalità sul posto di lavoro e per aumentare in modo rilevante le entrate fiscali. Inoltre, il

circuito lavorativo telematico sviluppa ulteriori metodi innovativi di verifica su altri campi

connessi al settore edile, con particolare attenzione alla sicurezza del lavoro. Si stima che

per l’istituzione della Carta di Credito Lavorativo sia necessario un budget veramente

basso in rapporto ai capitali che possono essere recuperati fiscalmente.

Il sistema Carta di Credito Lavorativo apre nuovi orizzonti nella gestione dei cantieri

edili, e quindi degli appalti, intervenendo a livello “singolare” (o “molecolare”, se vogliamo)

alla base della piramide del comparto produttivo e aspira a disaggregare il collante fra

caporali e operai sfruttati. Tuttavia il settore edile necessita di importanti “politiche di

supporto” alla procedura proposta, mirate a:

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Sintetizzare le norme legislative in semplici procedure, agevolando il mandato sia dei

preposti ai controlli sia delle Autorità competenti.

Combattere efficacemente l’illegalità e l’azione della criminalità organizzata,

emancipando il comparto produttivo dal fenomeno del lavoro nero.

Rilanciare l’iniziativa imprenditoriale e l’economia di mercato del settore affinché possa

partecipare alla crescita economica del paese.

Superare i limiti e le controindicazioni dei precedenti dispositivi di legge.

Concludiamo con un breve cenno alla connessione fra il fenomeno del lavoro nero e i

problemi di sicurezza sul lavoro. Nel convegno “Dalla Mecnavi alla Thyssen. Sicurezza sul

lavoro: politiche legislative e aspetti processuali” svoltosi a Ravenna il 13/14 marzo 2009

(promosso dalle organizzazioni sindacali e dall’Associazione Giuristi Democratici di

Ravenna), fu espresso un concetto importante:

“Non c'è sicurezza senza legalità… in relazione anche all’evasione fiscale e al lavoro nero”

Arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri è condizione necessaria nonché

primaria per concepire procedure efficaci in materia di sicurezza del lavoro.

La deduzione è di natura puramente tecnica.

Perché se i tecnici non hanno la certezza dell’identificazione del personale in cantiere

(problema di legalità), come possono conoscere le capacità professionali del personale

stesso (problema di sicurezza sul lavoro)?

Questa la sintesi della tesi sulla “La Carta di Credito Lavorativo - Una strategia per

contrastare l'evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili” pubblicata il 19 marzo 2009

sul sito web ufficiale del Partito Democratico della Provincia di Ravenna, relazionata al

Consiglio Comunale di Ravenna ad aprile dello stesso anno e registrata agli atti.

Pietro Ercolessi