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Caritas diocesana di Pescia Caritas diocesana di Pistoia Delegazione regionale Caritas della Toscana Progetto Mirod Dossier 2008 sulle povertà rilevate dalle Caritas diocesane di Pescia e di Pistoia

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Capitolo 2 I dati dei Centri dAscolto della Caritas di Pescia - anni 2005/2007 cda zonale poggio a caiano cda monsummano t. pozzo giacobbe quarrata cda parr. oste d i s o c c u p a t o / a o c c u p a t o / a p e n s i o n a t o / a in italia dal 2002 in italia dal 2003 in italia dal 2004 in italia dal 2005 in italia dal 2006 in italia dal 2007

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Caritas diocesana di Pescia

Caritas diocesana di Pistoia

Delegazione regionale Caritas della ToscanaProgetto Mirod

Dossier 2008 sulle povertà

rilevate dalleCaritas diocesane

di Pescia e di Pistoia

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Indice

PresentazioneS.E. Mons. Giovanni De VivoS.E. Mons. Mansueto Bianchi

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Introduzione 7

Capitolo 1La situazione delle persone ascoltate nei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e di Pistoia - anno 2007

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Capitolo 2I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005/2007

45

Capitolo 3Persone ascoltate in 4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005/2008

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Capitolo 4“Buone prassi”: dall elemosina alla solidarietà

97

Capitolo 5Un appello e cinque proposte

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Presentazione

Mons. Mansueto Bianchivescovo di Pistoia

Mons. Giovanni De Vivovescovo di Pescia

Presentiamo il DOSSIER 2008 SULLE POVERTÀ , frutto

della collaborazione fra le Caritas di Pistoia e di Pescia.

L iniziativa, nata in ambito nazionale, si è diffusa velocemente a livello regionale e ormai varie Diocesi propongono alla

comune riflessione analisi, iniziative e prospettive dell impegno caritativo dei cristiani.

Tutte le iniziative hanno i loro limiti, anche le più belle.

Questa in particolare può prestare il fianco ad una critica. “Quando invece tu fai l elemosina, non sappia la tua sinistra

ciò che fa la tua destra” (Matteo 6,3), dice Gesù nel vangelo. La pubblicizzazione del concreto impegno caritativo potrebbe

essere intesa da qualcuno come un autocelebrazione:

“guardate come siamo stati bravi!”. Se questo fosse l intento, saremmo veramente fuori strada. Lo scopo del DOSSIER è

ben altro. Prima di tutto abituarsi ad aprire la finestra sul

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mondo e in particolare sul territorio. Può infatti capitare ai

cristiani di crogiolarsi nel proprio guscio, nella propria famiglia,

nel proprio gruppo... senza tentare di andare oltre. L apostolo Giacomo scrive: “Se un fratello o una sorella sono senza

vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date

loro il necessario per il corpo, che giova?” (2,15-16). E

l apostolo Giovanni nella sua Prima Lettera: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in

necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l amore di Dio?” (3,17). C è una condizione per l aiuto al fratello:

“vedere”, non solamente con gli occhi, ma comprendere la

situazione di povertà e di emarginazione, capirne le cause... Dopo il vedere c è l intervento per rispondere ai bisogni.

Intendiamoci: oggi non abbiamo inventato nulla. Lo facevano gli apostoli, lo hanno perfezionato le singole Chiese nei primi

secoli di storia cristiana. Oggi la lettura dei bisogni e i relativi

interventi li facciamo a modo nostro, secondo i mezzi e le possibilità proprie del nostro tempo.

C è un altro equivoco da chiarire. La Caritas, che è un Ufficio pastorale della Diocesi presieduto dal Vescovo, non ha

il... monopolio della carità. La carità è dimensione insostituibile

della Chiesa e di ogni singolo cristiano. La pubblicazione di questo DOSSIER deve stimolare e spingere i singoli cristiani

ad impegnarsi sempre di più per essere fedeli a questa dimensione. Nello stesso tempo la Chiesa è una comunità e la

sua azione assume le modalità della comunione e della

collaborazione, con i vantaggi e le difficoltà che sono propri di una comunità che si muove. Importante in questa azione della

comunità ecclesiale il contributo dei volontari per dare

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continuità a realizzazioni impegnative (Centri di Ascolto,

Mense di solidarietà, accoglienza agli immigrati, distribuzione

di generi alimentari e di vestiario...) sia nelle Caritas Diocesane che nelle Parrocchie. Un punto qualificante della

Caritas Diocesana e di quelle parrocchiali è il collegamento che aiuta ad intervenire in modo mirato sul territorio: è

cresciuto negli anni e lascia ben sperare per il futuro.

Un capitolo a sé riguarda la collaborazione con le Istituzioni, ma avremo modo di riparlarne più ampiamente al

momento della presentazione del DOSSIER. Infine un grazie a tutti, in particolare alle Caritas

Diocesane, per la realizzazione di questo DOSSIER. È un

punto di arrivo di un tessuto di relazioni e collaborazioni e una buona premessa per il futuro. Grazie alle Caritas parrocchiali

per il lavoro quotidiano a servizio degli ultimi, cioè di Cristo.

Domenica 23 novembre 2008, Solennità di Cristo Re

Mansueto, vescovo

Giovanni, vescovo

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Introduzione

L esperienza dei Dossier sulle povertà costituisce un tratto consolidato dell impegno della Caritas, e quindi della Chiesa, sull analisi dei fenomeni sociali in atto nei nostri territori. Il Dossier regionale toscano è pubblicato ininterrottamente dal 2003 e, in questi ultimi anni, sono cresciuti il numero e, certamente, la qualità e la profondità di approfondimento dei Dossier realizzati in un buon numero delle Caritas diocesane (tra cui Pistoia, che lo pubblica dal 2004).

Il lavoro di osservazione, che è alla base della redazione di un rapporto sulle povertà, è strutturato e permanente in gran parte delle Caritas della regione (e dell Italia) e non esaurisce certo il suo intento con la realizzazione periodica di un Dossier, ma è sempre più un attività costante di analisi, comprensione, monitoraggio e denuncia dei fenomeni in atto, rivolto sia verso la comunità ecclesiale sia in direzione della cittadinanza, delle istituzioni, del territorio.

L Osservatorio delle povertà e delle risorse, a livello regionale, si avvale di una rete di rilevazione dati estesa a oltre 100 Centri d Ascolto. Le informazioni sulle persone ascoltate nei Centri costituiscono il punto di partenza del Dossier regionale, ed è attingendo alla stessa rete fra i Centri che ogni singola Diocesi può elaborare le analisi sui fenomeni particolari che avvengono a livello locale.

Giungiamo adesso ad introdurre il presente Dossier, realizzato da due Caritas diocesane, quella di Pistoia e quella di Pescia. L intento che ha animato le nostre Caritas a scrivere un rapporto unico è duplice.

In primo luogo, abbiamo inteso cogliere in questo modo e tradurre in pratica il senso dell essere in rete, ossia dell unire la forze per dare maggior voce, in sostanza, alle persone, ai volti che incontriamo quotidianamente nei Centri d Ascolto e nelle altre strutture animate dalla Caritas e dalle Chiese locali.

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D altra parte abbiamo voluto offrire alla cittadinanza il risultato dell osservazione dei fenomeni di disagio, povertà ed esclusione visti dallo specifico punto di osservazione Caritas, ma in relazione ad un territorio che è quasi combaciante con la realtà istituzionale della provincia di Pistoia.

Il nostro non è un Dossier provinciale in senso stretto, visto che la geografia delle due Diocesi non coincide esattamente con quella amministrativa, ed inoltre ci sono delle aree, soprattutto nella fascia montana, che non fanno ancora parte della rete Caritas, tuttavia è un rapporto sulle povertà che tocca buona parte dei territori della provincia, e che ci permette di intersecare la lettura che qui diamo dei fenomeni sociali in atto sul territorio con quella, a spettro più ampio ma non esaustiva, che arriva dalle osservazioni ufficiali a disposizione delle amministrazioni locali e degli istituti di statistica.

Gli anni che viviamo sono di grandi trasformazioni, che avvengono spesso a velocità impensabili un tempo, e che ci trovano molte volte impreparati nella modulazione e nell adattamento delle risposte. Con questa consapevolezza non abbiamo inteso pubblicare un rapporto che parlasse solamente di una sorta di fotografia dei fenomeni in riferimento all anno precedente, bensì abbiamo cercato di fare un passo in avanti, proponendo, oltre ad una lettura delle situazioni rilevate nel 2007 congiuntamente nelle due diocesi (capitolo 1), anche due sezioni sulle specifiche realtà di Pescia e di Pistoia (capitoli 2 e 3), analizzate nel divenire dei percorsi d incontro e d aiuto alle persone avvenuti a partire dal 2005, anno questo in cui la rete di rilevazione ha iniziato a consolidarsi e a fornire informazioni coerenti e comparabili.

Il rapporto che pubblichiamo è il frutto del lavoro di un Osservatorio, denominato “delle povertà e delle risorse”. Con l intento di porre enfasi sulla parola “risorsa”, che alle volte passa purtroppo in secondo piano nell operatività quotidiana della Caritas, abbiamo dedicato un breve spazio ad alcuni esempi reali di risorsa, presente nei nostri territori, capace di fornire delle risposte effettive ai fenomeni di disagio ed

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esclusione. Non abbiamo svolto un lavoro esaustivo, quello che presentiamo nel capitolo 4 non è un catalogo di risorse e di risposte, ma è un breve spaccato ragionato di alcune “buone prassi” esistenti in ambito ecclesiale (e non solo).

Il Dossier si chiude con un appello e cinque proposte (capitolo 5): un appello che vuole essere provocazione e richiamo alle responsabilità, in primo luogo per le istituzioni, e che ci porta ad elaborare, nell ottica della necessità imprescindibile di essere “in rete” e di lavorare insieme, cinque proposte operative che ci auguriamo non siano solo ennesimi capitoli di un libro dei sogni ma spunti concreti per rimettersi in cammino in questo mondo dai cambiamenti vorticosi.

Caritas diocesana di PesciaCaritas diocesana di Pistoia

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Capitolo 1

La situazione delle persone ascoltatenei Centri d Ascolto

delle Caritas di Pescia e di Pistoiaanno di rilevazione 2007

La rilevazione dei dati delle persone accolte nei Centri d Ascolto è attiva a livello regionale dal 2003 e nel territorio pistoiese-pesciatino il collegamento stabile in rete si è realizzato nel corso del 2004.

I Centri delle Caritas di Pescia e Pistoia che hanno partecipato alla raccolta dei dati nel corso del 2007 sono i seguenti.

Per Pistoia: San Martino de Porres, Centro d Ascolto diocesano, Centro diocesano d Accoglienza, Centro d Ascolto di Agliana, Spaccio della Solidarietà della Misericordia, Centro d Ascolto del Montalbano meridionale, Pozzo di Giacobbe di Quarrata, Centro d Ascolto di Oste, Centro d Ascolto S. Maria Assunta di Quarrata.

Per Pescia: Centro d Ascolto diocesano, Centro d Ascolto di Montecatini, Centro d Ascolto di Monsummano.

Vediamo il dettaglio del numero di persone ascoltate nel 2007 per ciascuno dei Centri in rete (grafico 1).

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san m

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pescia

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7134555728990

150

218221

340

424

Grafico 1 - numero di persone ascoltate

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Complessivamente, nel corso del 2007 i suddetti Centri d Ascolto in rete delle Caritas di Pistoia e di Pescia hanno accolto 1724 persone, il 30,7% italiani, il 69,3% stranieri. Il 31,3% delle persone è di sesso maschile, pertanto il 68,7% è di sesso femminile.

69,3%

30,7%

Grafico 2 - persone ascoltate per provenienza

italiani

stranieri

68,7%

31,3%

Grafico 3 - persone ascoltate per sesso

maschi

femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Il 59,2% delle persone ascoltate ha effettuato una sola visita al Centro durante il 2007, il 17,2% ha visitato il Centro in due occasioni, l 8,3% in tre occasioni. C è un 7,9% di persone che si è presentato 6 volte o più in uno (o più) Centri della rete di rilevazione. Il numero di visite al Centro è mediamente maggiore fra gli italiani, come mostra ad esempio il fatto che il 52,9% degli italiani ha fatto una sola visita contro il 61,7% degli stranieri, ed ancora l 11,8% degli italiani ha frequentato il Centro (o i Centri) più di 6 volte nel 2007, a fronte del 6,3% fra i non italiani.

1 2 3 4 5 6 o più

59,2

17,2

8,34,3 3,1

7,9

Grafico 4 - numero di visite al Centro (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

14

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1 2 3 4 5 6 o più

61,7

16,9

8,14,3 2,7

6,3

52,9

17,9

8,84,3 4,3

11,8

Grafico 5 - numero di visite per provenienza (%)

italiani stranieri

Il 68% delle persone ascoltate è arrivata per la prima volta al Centro nell anno di rilevazione, ossia nel corso del 2007. Il 9% frequenta il Centro dal 2006, il 15,4% dal 2005. Il 3,2% delle persone che hanno frequentato uno dei Centri nel corso del 2007 è stata registrato negli archivi Caritas almeno da 5 anni.

La percentuale di “nuovi arrivi” balza al 75,9% per gli stranieri: ossia 3 stranieri su 4 sono arrivati per la prima volta al Centro d Ascolto nel 2007, contro il 50,2% degli italiani (grafico 7). Fra le persone che da più di 5 anni frequentano i Centri, il 4,7% sono italiani e solo lo 0,7% stranieri. Spicca il fatto che il 28,1% degli italiani è stato registrato nel 2005, contro il 9,7% degli stranieri.

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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prima

del 2

002

2002

2003

2004

2005

2006

2007

1,9 1,3 1,6 2,8

15,49,0

68,0Grafico 6 - anno di arrivo al Centro (%)

prima

del 2

002

2002

2003

2004

2005

2006

2007

0,7 1,2 1,3 2,5

9,7 8,8

75,9

4,71,5 2,5 3,4

28,1

9,6

50,2

Grafico 7 - anno di arrivo al Centro per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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In relazione all età, oltre il 54% delle persone ascoltate ha fra i 25 e i 44 anni ma emerge anche un 5,1% di persone “over 65”. La popolazione straniera ascoltata è sensibilmente più giovane della componente italiana: in particolare il 32,2% degli stranieri ha un età fra i 25 e i 34 anni contro un 11,7% di italiani. Il 14,7% degli italiani ha oltre 65 anni, contro lo 0,8% dei non italiani. In relazione al sesso, la componente femminile è mediamente più giovane di quella maschile: nella fascia 25-34 anni le donne sono il 28% del totale, gli uomini il 21,5%. Il 35% circa di donne ha un età superiore ai 45 anni, percentuale che sale a oltre il 42% fra gli uomini.

fino a 18

19-24

25-34

35-44

45-54

55-64

65 e oltre 5,1

11,3

21,1

28,2

25,9

7,4

1,1

Grafico 8 - classe d’età (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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fino a 18 19-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e oltre

0,8

8,0

20,7

27,6

32,2

9,4

1,3

14,7

18,7

21,9

29,4

11,7

2,80,8

Grafico 9 - classe d’età per provenienza (%)

italiani stranieri

fino a 18 19-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e oltre

4,9

10,1

20,3

27,628,0

8,4

0,8

5,6

13,7

22,8

29,4

21,5

5,2

1,9

Grafico 10 - classe d’età per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Oltre la metà (il 55,5% per la precisione) delle persone accolte è coniugata, il 22,1% è celibe/nubile, il 16,1% vive una situazione di divorzio o separazione. Infine, il 6,3% è vedovo/a. Analizzando lo stato civile per provenienza (grafico 12), la componente dei coniugati è maggiore fra gli stranieri (62,5%) rispetto agli italiani (38,7%). Il 25,1% degli italiani vive una situazione di rottura del legame familiare (divorzio/separazione) a fronte di un 12,3% di stranieri.

Indagando lo stato civile in relazione al sesso (grafico 13), spicca il fatto che il 34% dei maschi sia celibe (il 17% delle donne) e che quasi una donna su 5 (il 18,9%) vive una condizione di divorzio o separazione, rispetto al 9,6% di maschi. Si ribadisce la forte prevalenza di donne vedove (8,4%) rispetto agli uomini (1,5%).

celib

e/nu

bile

coniu

gato

/a

divor

zio/se

para

zione

vedo

vo/a

6,3

16,1

55,5

22,1

Grafico 11 - stato civile (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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celibe/nubile

coniugato/a

divorzio/separazione

vedovo/a4,1

12,3

62,5

21,0

11,6

25,1

38,7

24,6

Grafico 12 - stato civile per provenienza (%)

italiani stranieri

celibe/nubile

coniugato/a

divorzio/separazione

vedovo/a8,4

18,9

55,7

17,0

1,5

9,6

55,0

34,0

Grafico 13 - stato civile per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Il 68,8% delle persone vive in nucleo familiare, il 16% in nucleo non familiare (ossia con amici o parenti non stretti), il 15% da solo/a. Il tipo di convivenza, analizzato insieme alla provenienza (grafico 15), mostra come oltre uno straniero su 5 (il 21,4%) viva in nucleo non familiare, a fronte del 4,2% di italiani. Tipicamente italiana la situazione di “solitudine”: il 29,3% degli italiani vive da solo/a a fronte di un 8,8% di stranieri.

In relazione al sesso, abbiamo una forte componente di maschi che vivono da soli (il 26,6%, rispetto al 10,1% di femmine) mentre la convivenza in nucleo familiare prevale fra le donne (73,5% contro il 58,5%).

Fra le persone che hanno dichiarato di avere almeno un figlio, oltre 3 su 4 sono donne (il 77,9%, si veda il grafico 17).

nucleo familiare nucleo non familiare solo/a

15,116,1

68,8Grafico 14 - tipo di convivenza (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

21

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nucleo familiare

nucleo non familiare

solo/a8,8

21,4

69,8

29,3

4,2

66,5

Grafico 15 - tipo di convivenza per provenienza (%)

italiani stranieri

nucleo familiare

nucleo non familiare

solo/a10,1

16,4

73,5

26,6

15,3

58,1

Grafico 16 - tipo di convivenza per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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almeno un figlio

nessun figlio 65,2

77,9

34,8

22,1

Grafico 17 - presenza di figli per sesso (%)

maschi femmine

La maggioranza delle persone ascoltate vive in affitto (il 55,2%) e importante è la quota di chi vive presso amici e/o familiari, spesso dovendo comunque una pigione (il 18,7%). La casa è di proprietà nel 5,6% dei casi, in abitazione di edilizia popolare vive il 4,4% delle persone.

Riferendosi al grafico 19, osserviamo che la tipologia abitativa presso amici/familiari è fortemente prevalente fra gli stranieri (23,4% contro il 7,5% di italiani). Prevale fra gli italiani l abitazione di proprietà (11,9% contro 3%) e l alloggio di edilizia popolare (9,1% contro 2,4%). Oltre un italiano su 10 (11,2%) ha dichiarato di vivere in un alloggio di fortuna, rispetto al 3,3% di stranieri.

Importante la quota di stranieri che vive presso il datore di lavoro (essenzialmente le cosiddette “badanti”, 8,3%, che più correttamente dovremmo chiamare persone impegnate in servizi di assistenza e di cura). Va notato come l abitazione in affitto riguarda percentuali quasi identiche di italiani (53,7%) e stranieri (55,8%).

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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affit

to

amici/f

amiliar

i

senz

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allo

ggio

fortu

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popol

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di pro

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5,6

1,24,45,95,6

3,5

18,7

55,2

Grafico 18 - tipo di abitazione (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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affitto

amici/familiari

senza alloggio

alloggio fortuna

c/o datore lavoro

edilizia popolare

casa accoglienza

di proprietà 3,01,1

2,4

8,3

3,32,9

23,4

55,8

11,9

1,4

9,1

0,2

11,2

4,97,5

53,7

Grafico

19 - tipo

di ab

itazione p

er pro

venienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Il titolo di studio più diffuso è la licenza media superiore (nel 36,7% dei casi), seguita dalla licenza media inferiore (35,5%). Fra gli italiani prevalgono la licenza media inferiore (43,8%) e la licenza elementare (addirittura il 37% dei casi italiani). Poco meno della metà degli stranieri ha un diploma (o equivalente, 45,1%, contro un solo 13,3% per gli italiani) e va segnalato anche un 7,3% di stranieri laureati, a fronte di un 2,2% di italiani.

Analizzando il titolo di studio in relazione al sesso (grafico 22), emerge una prevalenza di titoli di studio elevati fra le donne (39,7% di diplomate contro il 29,3% di diplomati, 6,4% di laureate contro il 4,8% di laureati). Gli analfabeti sono il 4%, prevalentemente di sesso maschile e di origine straniera.

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16,0

4,0

Grafico 20 - titolo di studio (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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analfa

beta

lic. e

lem

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re

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ferio

re

lic. m

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re

laur

ea

ness

uno

1,8

7,3

45,1

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8,44,9

2,22,2

13,3

43,8

37,0

1,5

Grafico 21 - titolo di studio per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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analfa

beta

lic. e

lem

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re

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ferio

re

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edia sup

erio

re

laur

ea

ness

uno

1,8

6,4

39,7

34,2

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3,42,0

4,8

29,3

38,6

19,9

5,4

Grafico 22 - titolo di studio per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

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Il 72,2% delle persone ascoltate è disoccupato/a, il 14,9% occupato/a, il 5,1% pensionato/a. La disoccupazione tocca il 76,6% fra gli stranieri (è al 62,1% per gli italiani) ma fra gli stranieri è più alta anche la percentuale di occupati (16,5% contro 11,1%). Infatti, vanno considerate l alta quota di italiani pensionati (15,9% contro lo 0,5%) e la prevalenza di inabili-non autorizzati al lavoro fra gli italiani rispetto agli stranieri.

La disoccupazione è più alta fra le femmine (74,7% contro 66,7%, grafico 25) e di conseguenza il tasso di occupazione è più basso (13,1% contro il 19,1% per i maschi).

disoc

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(ina

bilità

, ecc

.)

7,85,114,9

72,2

Grafico 23 - condizione professionale (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

29

Page 30: 0 introduzione

disoc

cupat

o/a

occu

pato/

a

pension

ato/

a

altro

(ina

bilità

, ecc

.)

6,40,5

16,5

76,6

10,915,9

11,1

62,1

Grafico 24 - condizione professionale per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

30

Page 31: 0 introduzione

disoc

cupat

o/a

occu

pato/

a

pension

ato/

a

altro

(ina

bilità

, ecc

.)

7,54,8

13,1

74,7

8,45,8

19,1

66,7

Grafico 25 - condizione professionale per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

31

Page 32: 0 introduzione

Se indaghiamo la condizione degli stranieri, scopriamo che quasi 1 su 3 proviene dalla Romania: per l esattezza il 32,1%. Seguono le presenze dal Marocco (23,4%) e dall Albania (17,3%). Gli altri principali paesi nella graduatoria delle presenze sono Filippine, Moldavia, Polonia, Nigeria, Tunisia, Ucraina, con percentuali comprese fra il 2,7% e l 1,9%.

Il 35,7% degli stranieri proviene da un paese dell Unione Europea (grafico 27).

La presenza di immigrati rumeni è prevalentemente femminile (37,6% di donne rumene contro il 18,1% di uomini) così come quella marocchina è in maggioranza maschile (36,8% rispetto al 18,1%). Quasi equilibrata la presenza rispetto al sesso di immigrati albanesi: 14,2% di maschi, 18,6% di femmine (si veda il grafico 28).

romania

marocco

albania

filippine

moldavia

polonia

nigeria

tunisia

ucraina

peru

eritrea

rep. dominicana

altro 11,3

0,8

0,8

1,1

1,9

1,9

2,0

2,3

2,3

2,7

17,3

23,4

32,1

Grafico 26 - provenienza stranieri (%)

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

32

Page 33: 0 introduzione

64,3%

35,7%

Grafico 27 - comunitari/non comunitari (%)

comunitari non comunitari

romania

marocco

albania

filippine

moldavia

polonia

nigeria

tunisia

ucraina

peru

eritrea

rep. dominicana

altro 9,5

1,2

0,8

0,7

2,3

0,7

2,3

2,9

2,8

2,6

18,6

18,1

37,6

16,0

0,9

2,1

0,9

5,0

1,2

0,6

1,2

3,0

14,2

36,8

18,1

Grafico 28 - provenienza stranieri per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

33

Page 34: 0 introduzione

Il 41,9% degli stranieri è in possesso di permesso di soggiorno valido, il 30,9% è privo di permesso di soggiorno ma occorre per correttezza sottolineare come nel 27,2% dei casi questa informazione non sia presente, per difficoltà di rilevazione o per assenza di trascrizione nella scheda da parte dell operatore del Centro.

Oltre la metà dei permessi di soggiorno è stata rilasciata per motivi di lavoro (51,9%) e il 39,8% per ragioni familiari (soprattutto per ricongiungimenti).

27,2%

30,9%

41,9%

Grafico 29 - possesso del permesso di soggiorno

no

non specificato

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

34

Page 35: 0 introduzione

2,5%

0,9%

2,5%

2,5%

39,8%

51,9%

Grafico 30 - motivo di rilascio permesso soggiorno

lavoro

famiglia

carta soggiorno

asilo politico/umanitario

salute/cure mediche

altro

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

35

Page 36: 0 introduzione

Riguardo all anno di arrivo in Italia degli stranieri, il 14,6% lo ha fatto nel corso del 2007, il 9,4% nel 2006 e cifre somiglianti a quest ultima si hanno per tutto il periodo 2002-2005. Un 4% circa di arrivi è comune ad ogni anno compreso fra il 1997 e il 2001. Va notato come il 18,4% degli stranieri è arrivato nel nostro paese da oltre 10 anni, ossia da prima del 1997.

prim

a d

el 1997

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

18,4

3,5 3,14,6 4,8 4,9

10,28,7 9,2 8,6 9,4

14,6

Grafico 31 - anno di arrivo in italia

Sempre in relazione agli stranieri, se incrociamo il dato dell anno di arrivo in Italia con quello di registrazione al Centro, osserviamo come, del totale degli stranieri registrati al Centro che sono in Italia da prima del 2002, il 53,1% è arrivato al Centro per la prima volta nel corso del 2007.

Per gli arrivi in Italia compresi fra il 2002 e il 2005, una percentuale compresa fra il 64% e il 70% è di stranieri che sono arrivati “soltanto” nel 2007 al Centro. Fra gli stranieri arrivati in Italia nel 2006, l 87,5% si è presentato al Centro nel 2007 e il restante 12,5% già nel corso del 2006.

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

36

Page 37: 0 introduzione

in ita

lia d

a p

rima d

el 2

002

in ita

lia d

al 2

002

in ita

lia d

al 2

003

in ita

lia d

al 2

004

in ita

lia d

al 2

005

in ita

lia d

al 2

006

in ita

lia d

al 2

007

100

88

69

70 67 64

53

12

18

9

17

13

16

14

20

12

18

15

2 4 5

52

53 G

rafico 32 - anno

di arrivo

in italia e anno d

i arrivo al centro

(%)

al cda da prima del 2002 al cda dal 2002

al cda dal 2003 al cda dal 2004

al cda dal 2005 al cda dal 2006

al cda dal 2007

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

37

Page 38: 0 introduzione

Veniamo adesso, con il supporto dei grafici che seguono (nn. 33, 34, 35), alle problematiche manifestate dalle persone ascoltate. Il 38% ha dichiarato che il problema prevalente è legato alla povertà/difficoltà economiche. Il 31,4% ha evidenziato il problema del lavoro, il 9,1% questioni legate all abitazione, il 5,7% problemi familiari, il 3,9% problemi di istruzione/scarsa conoscenza della lingua italiana, il 3,5% problemi di salute, il 3% problemi legati ai fenomeni migratori. Il problema delle povertà è evidenziato da oltre la metà degli italiani (50,9%), rispetto al 30,9% degli stranieri.

I problemi del lavoro (disoccupazione, sottoccupazione e così via) sono manifestati in forte prevalenza dagli stranieri (39,9% contro il 17,3%). Bisogni legati alla salute e alla famiglia sono portati al Centro principalmente da italiani, mentre i problemi legati all abitazione coinvolgono in modo simile entrambe le componenti (8,2% di italiani, 9,6% di stranieri).

I maschi manifestano più problemi di povertà (45,8% contro 34,5%) e meno di lavoro (24% contro 34,6%) rispetto alla componente femminile. I problemi di famiglia, salute e istruzione sono dichiarati prevalentemente dalle donne, e ancora una volta le questioni abitative sono portate in percentuali non così dissimili da uomini (11,3%) e donne (8,3%).

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

38

Page 39: 0 introduzione

3,8%3,0%

0,3%

0,5%

9,1%

3,9%

3,5%0,8%

5,7%

31,4%

38,0%

Grafico 33 - problematiche

povertà lavoro famiglia

dipendenze salute istruzione

abitazione detenzione-giustizia disabilità

immigrazione altro

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

39

Page 40: 0 introduzione

povertà

lavoro

famiglia

dipendenze

salute

istruzione

abitazione

detenzione-giustizia

disabilità

immigrazione

altro 2,2

4,9

0,2

0,4

9,6

6,3

2,2

0,2

4,1

39,9

30,1

6,5

0,6

0,7

8,2

0,1

5,5

1,7

8,4

17,3

50,9

Grafico 34 - problematiche per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

40

Page 41: 0 introduzione

povertà

lavoro

famiglia

dipendenze

salute

istruzione

abitazione

detenzione-giustizia

disabilità

immigrazione

altro 4,0

2,8

0,3

0,1

8,1

4,7

3,8

0,3

6,8

34,6

34,5

3,6

3,6

0,4

1,4

11,3

2,3

2,7

1,8

3,2

24,0

45,8

Grafico 35 - problematiche per sesso (%)

maschi femmine

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

41

Page 42: 0 introduzione

Le richieste fatte agli operatori dei Centri riguardano in buona parte beni e servizi materiali (47% del totale delle richieste). Al secondo posto abbiamo le richieste di lavoro (21,3%) e quelle di sussidi economici per pagamento di bollette, tasse e altro (10,9%).

Una quota importante è relativa alle richieste di interventi di segretariato sociale e consulenza professionale, e di azioni di rete con altri soggetti ecclesiali e/o civili (nel complesso siamo a oltre il 9% del totale delle richieste).

Fra le richieste di beni e servizi materiali (grafico 37) è fortemente prevalente quella di viveri (43,2%), seguita da una quota corposa di domanda di vestiario (31,8%). Seguono poi, con percentuali fra il 3% e il 7%, le richieste di biglietti per viaggi, prodotti e alimenti per neonati, materiali per casa/sanitari, buoni pasto e mensa.

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

42

Page 43: 0 introduzione

6,4%

21,3%

1,8%

5,7%

2,0%0,7%

10,9%

2,0%1,5%

0,7%

47,0%

Grafico 36 - richieste

beni/servizi materiali ascolto con progetto

alloggio sanità

sussidi economici orientamento/segr. sociale

consulenza prof. interventi di rete

istruzione lavoro

altro

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

43

Page 44: 0 introduzione

6,5%

2,1%

7,3%

3,8%

43,2%

5,3%

31,8%

Grafico 37 - richieste di beni e servizi materiali

vestiario prodotti per neonati

viveri materiali per casa/sanitari

biglietti per viaggi buoni pasto/mensa

altro

I dati dei Centri d Ascolto delle Caritas di Pescia e Pistoia - anno 2007

44

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Capitolo 2

I dati dei Centri d Ascoltodella Caritas di Pescia

anni di rilevazione 2005, 2006 e 2007

Per questa edizione del dossier diocesano sulle povertà abbiamo raggruppato i dati del triennio 2005 – 2007. Prima di analizzare i dati ci pare utile descrivere “dove” vengono assemblati, cioè il Centro di Ascolto (nel seguito anche CdA).

Il CdA è una risposta della comunità cristiana ai bisogni dei poveri. È un luogo dove persone in difficoltà trovano ascolto e considerazione, ricevendo aiuto e/o orientamento.

Il principio base che anima il CdA è liberare le persone dal bisogno, indicando luoghi e servizi in cui ricevere aiuti concreti.

Si pone attenzione prima alla persona, poi al bisogno. Di conseguenza la priorità non sarà mai o soltanto erogare contributi quanto progettare percorsi e strategie per superare la vera causa del disagio. In questa scoperta del “vero disagio” l operatore del CdA è la figura fondamentale.

Solitamente un CdA è costituito da una équipe e guidata dal coordinatore. Ha una propria sede dove vi è posto per l attesa e l ascolto. Il tutto in ambiente dignitoso e riconoscibile. Solitamente è anche attrezzato con appropriati strumenti di documentazione e registrazione.

Le fasi del “lavoro” sono l accoglienza, l ascolto, il discernimento, l orientamento l accompagnamento e la verifica della situazione della persona.

Page 46: 0 introduzione

Modalità di lavoro del presente dossier

L analisi che presentiamo concerne le persone ascoltate nel triennio 2005-2006-2007 presso i tre CdA di Monsummano Terme, Montecatini Terme e Pescia.

Le informazioni sono raccolte sia su schede cartacee sia su database elettronico. Successivamente si possono fare elaborazioni statistiche.

L operatore del CdA, a fine colloquio, compila la scheda individuale: in essa, oltre a dati anagrafici, vi sono indicazioni generali sulla condizione socio-economica della persona (abitazione, problematica rilevata, intervento avviato, ecc.).

Le schede vengono aggiornate quando la persona torna per un nuovo colloquio o per continuare un percorso avviato.

Gli operatori che raccolgono le informazioni principalmente lo fanno a servizio della persona e non tanto a scopi statistici. Il database quindi talvolta può risultare carente di informazioni. Le ragioni dell ascolto talvolta mal si conciliano con la necessità di sapere: in tal caso si privilegia il buon andamento del colloquio.

Nel tempo gli operatori hanno maturato una migliore coscienza dell importanza dell osservazione.

I dati evidentemente mai possono dirci tutto. È nei programmi dell Osservatorio una relazione sempre più stretta con i CdA, ovvero là dove si verifica la diretta esperienza.

Nel triennio considerato 729 persone sono state registrate a Montecatini, 644 al CdA di Pescia, 177 a Monsummano.

Alcune domande e risposte sui dati

1) Quante persone, di che sesso, italiani e stranieri?Nel triennio in esame sono state ascoltate 1550 persone

erano stranieri nel 63% dei casi. Le donne in genere sono state il 58%. Fra gli stranieri prevale la presenza rumena, anche se nel triennio la sola crescita costante si rivela essere quella marocchina, ormai maggiore della comunità albanese.

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

46

Page 47: 0 introduzione

2) Età media prevalente? Sono sposati o cosa altro?La classe di età centrale, dai 35 ai 44 anni, è quella

prevalente. In maggioranza sono persone coniugate (44%), le donne il doppio rispetto agli uomini, anche se le separazioni pesano per il 16%. Persone in stato libero risultano essere il 23%. La forte percentuale di coniugati ci lascia intendere dei sottostanti disagi familiari.

3) Dove vivono?Il 40 per cento delle persone vive in affitto.

4) Che problemi si riscontrano maggiormente?Le problematiche della occupazione e della mancanza di

reddito sono quelle prevalenti. Difficile soluzione anche per mancanza o inadeguatezza di una casa. Il tutto genera una sensazione di maggior povertà specie fra gli italiani, dove non tanto il lavoro, quanto la problematica povertà è drasticamente prevalente.

5) Che età hanno?Gli stranieri hanno una età media assai inferiore a quella

degli italiani. Mentre nelle fasce centrali 35-54 anni il peso percentuale è simile, nelle fasce avanzate aumentano drasticamente gli italiani. Fenomeno inverso per le fasce giovanili. Per gli stranieri prevale la ricerca di un lavoro, per gli italiani sicuramente anche altre motivazioni.

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

47

Page 48: 0 introduzione

Tabella 1 - Una sintesi

italiani stranieri

Numero utenti 570 980

Sesso 68% donne

Età media Circa 50 anni 37,5 anni

Provenienza Romania in prevalenza. Crescita degli arrivi dal Marocco. Altre provenienze in calo.

Tipo soggiorno Regolari sono il 47%

Condizione abitativa 44% in famiglia. Da solo 22%.

45% in famiglia. Nucleo non familiare 17% da solo 10%.

Problematiche Nell ordine: povertà, lavoro, altro.

Lavoro, altro, povertà.

Condizione occupazionale

Disoccupazione prevalente

Disoccupazione prevalente

Stato civile Prevalgono coniugati e celibi, Questi ultimi in calo. In lieve aumento i divorziati.

Prevalgono coniugati e celibi, Questi ultimi in calo. In lieve aumento i divorziati.

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

48

Page 49: 0 introduzione

Analisi dettagliata dei dati del triennio 2005-2007

La presenza straniera, pur essendo nettamente prevalente (63 persone ascoltate su 100 nel triennio sono straniere), registra nel 2007 un netto calo. Sono 54 persone ascoltate in meno e una diminuzione del 3,5% rispetto all anno precedente. Il dato sugli italiani appare in lento ma costante aumento.

63,2%

36,8%

Grafico 1 - italiani e stranieri

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

49

Page 50: 0 introduzione

Le persone ascoltate nel triennio sono state circa nel 58 per cento dei casi donne, nel 42 per cento uomini. Nel triennio il dato appare stabile.

Se analizziamo il dato delle sole persone italiane accolte in base al sesso, abbiamo il grafico seguente.

42,3%

57,7%

Grafico 2 - persone ascoltate per sesso

donne uomini

49,6% 50,4%

Grafico 3 - italiani ascoltati per sesso

donne uomini

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

50

Page 51: 0 introduzione

Vediamo adesso il numero di persone accolte per ciascuno dei tre Centri considerati e facenti parte della rete di rilevazione.

cda montecatini cda diocesano pescia cda monsummano

177

644

729

Grafico 4 - numero di persone per centro

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

51

Page 52: 0 introduzione

Le persone ascoltate dai nostri Centri rientrano in prevalenza nella fascia di età dai 35 ai 44 anni. Per gli italiani pesano mediamente le fasce medio-alte di età, per gli stranieri il fenomeno è meno accentuato.

fino a 18 19-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e oltre0,4

9,5

20,8

31,130,2

7,9

0,1

9,5

20,923,2

31,4

11,1

2,81,2

Grafico 5 - classi d età e provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

52

Page 53: 0 introduzione

Nel triennio, le persone che si sono rivolte ai nostri Centri erano nel 45% dei casi persone coniugate, nel 23% celibi o nubili, nel 16% persone divorziate o separate. Si nota una significativa flessione per i celibi e un lieve aumento fra i divorziati e separati. Rilevante risulta la quota dei non specificati: 11% nel periodo.

Nel triennio esaminato le persone ascoltate nei Centri di ascolto sono risultate nel 44% dei casi essere in famiglia, mentre da sole risultavano il 15%. La percentuale di chi vive da solo/a risulta essere più alta fra gli italiani rispetto agli

coniu

gato

/a

conv

ivent

e

vedo

vo/a

celib

e/nu

bile

divor

zio/se

para

zione

non

spec

ificat

o

11,4

16,0

22,8

5,0

0,1

44,7

Grafico 6 - stato civile (%)

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

53

Page 54: 0 introduzione

stranieri. Le persone che vivono in nuclei non familiari sono nella quasi totalità straniere.

nucleo familiare

nucleo non familiare

solo/a

altro

non specif./vuote9

8

6

11

28

6

5

8

1

16

Grafico 7 - tipo di convivenza per sesso (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

54

Page 55: 0 introduzione

Lo stato civile prevalente di chi si è rivolto ai Centri d ascolto è quello di coniuge. Sono il 44% del totale triennale, il 30% donne. Un altro 23% risultano celibi/nubili, con percentuale simile tra uomini e donne. Per quanto concerne le persone divorziate/separate (che sono il 16% del totale) ben l 11% sono donne.

coniugato/a

convivente

vedovo/a

celibe/nubile

divorzio/separazione

non specif.5

5

12

1

1

15

6

11

11

4

1

30

Grafico 8 - tipo di convivenza e sesso

donne uomini

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

55

Page 56: 0 introduzione

La condizione abitativa prevalente delle persone ascoltate nel triennio è l affitto (41%). Non si conosce la condizione abitativa del 24% delle persone. Un 13% trova sistemazione presso amici e familiari.

Per il 25% le persone hanno un titolo di licenza media inferiore. Un titolo di media superiore appartiene a circa il 20%.

affit

to

altr

o/no

n sp

ecif.

amic

i/fam

iliar

i

senz

a al

logg

io

di p

ropr

ietà

allo

ggio

fort

una

c/o

dato

re la

voro

edili

zia

popo

lare

casa

acc

oglie

nza

0,81,63,23,7

6,37,1

12,7

23,5

41,2

Grafico 9 - tipo di abitazione

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

56

Page 57: 0 introduzione

Poco influenti le fasce “estreme”: titoli molto elevati o molto bassi.

Se escludessimo i “non specificato”, che sono circa il 50 per cento, i due titoli di licenza media rappresenterebbero quasi il 90% delle persone.

Nel triennio le persone ascoltate straniere rivoltesi ai nostri Centri appaiono mediamente più scolarizzate degli italiani.

med

ia inf

erior

e

med

ia su

perio

re

laure

a

analf

abet

a

non

spec

if.

49,5

2,03,7

19,7

25,0

Grafico 10 - titoli di studio (%)

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

57

Page 58: 0 introduzione

media inferiore

media superiore

laurea

analfabeta

non specif.28,9

1,5

3,3

17,3

12,3

20,6

0,5

0,4

2,5

12,8

Grafico 11 - titolo di studio per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

58

Page 59: 0 introduzione

Romania, Marocco e Albania si confermano i tre paesi a maggior presenza sul territorio pesciatino.

Fra gli stranieri prevalgono le femmine ascoltate. Solo nel caso del Marocco prevale la componente maschile.

rom

ania

mar

occo

alban

ia

niger

ia

tunis

ia

ucra

ina

sri la

nka

serb

iaalt

ro

19,5

0,50,81,92,33,7

12,716,3

42,2

Grafico 12 - provenienza stranieri (%)

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

59

Page 60: 0 introduzione

In riferimento al Centro d Ascolto diocesano di Pescia, analizzando i flussi dettagliati nel triennio si nota come il 2006 sia stato un anno di picco, con 351 persone ascoltate. I romeni si confermano al primo posto, anche se in costante diminuzione. L immigrazione dal Marocco è in crescita costante, e nel 2007 sorpassa nettamente la presenza albanese che nel triennio appare assai stabile.

Altre provenienze confermano la generale tendenza alla diminuzione di arrivi per il 2007.

rom

ania

altro

mar

occo

alban

ia

niger

ia

tunis

ia

ucra

ina

sri la

nka

serb

ia

0,70,22,1

0,92,4

10,0

6,0

9,1

0,50,11,7

0,2

2,8

10,2

6,3

13,5

33,2

Grafico 13 - provenienza per sesso (%)

donne uomini

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

60

Page 61: 0 introduzione

1

2

4

7

14

27

53

103

200

2005 2006 2007

Grafico 14 - provenienze nel triennio (logaritmico)

romania altro marocco albanianigeria tunisia ucraina sri lankaserbia

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

61

Page 62: 0 introduzione

Analizzando il dato del possesso del permesso di soggiorno per i non comunitari, risulta che, se consideriamo anche il dato “non specificato”, appare in maggioranza l immigrazione non regolare. Va anche detto che la percentuale di regolari pari al 47% è comunque da ritenersi una percentuale significativa.

12,3%

47,2%

40,4%

Grafico 15 - possesso permesso di soggiorno

no sì non specif.

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

62

Page 63: 0 introduzione

Riguardo al motivo di rilascio del permesso di soggiorno, i dati risultano lacunosi. Si può tuttavia dedurre che i motivi di lavoro e di ricongiungimento familiare siano le motivazioni prevalenti.

altro

lavor

o

fam

iglia

asilo

poli

tico/

uman

itario

salut

e/cu

re m

edich

e

carta

sogg

iorno

0,10,30,5

7,0

16,4

75,6

Grafico 16 - motivo rilascio permesso di soggiorno (%)

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

63

Page 64: 0 introduzione

Dopo il focus sugli stranieri analizziamo adesso la situazione occupazionale di tutte le persone ascoltate.

La stragrande maggioranza delle persone ascoltate appare in condizione di disoccupazione/inoccupazione.

Il fenomeno di disoccupazione, pur grave per entrambi i

sessi, tuttavia sembra colpire di più le donne.

disoc

cupa

to/a

occu

pato

/a

pens

ionat

o/a

altro

(ina

bile,

ecc

.)

non

spec

if.

12,5

1,70,8

4,7

18,516,9

1,71,03,7

38,5Grafico 17 - condizione professionale per sesso (%)

donne uomini

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

64

Page 65: 0 introduzione

La mancanza di adeguata occupazione è la condizione professionale prevalente di chi si rivolge al CdA, sia per uomini sia per donne italiane. Il fenomeno è maggiore negli uomini italiani che non per le donne: il contrario accade fra gli stranieri.

disoc

cupa

to/a

occu

pato

/a

pens

ionat

o/a

altro

(ina

bile,

ecc

.)

non

spec

if.

16,8

3,32,33,9

23,321,1

3,22,54,4

19,3

Grafico 19 - condizione professionale italiani per sesso (%)

donne uomini

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

65

Page 66: 0 introduzione

Veniamo adesso all indagine sulle problematiche presentate dalle persone ascoltate nei colloqui presso i CdA.

La problematica prevalente, come risulta dai grafici che seguono, è quella lavorativa/occupazionale. In crescita è la percezione della povertà.

lavo

ro

altr

o

pove

rtà

abita

zion

e

fam

iglia

salu

te

dipe

nden

ze-g

iust

izia

istr

uzio

ne

disa

bilit

à0,20,21,21,91,9

7,7

23,0

27,8

36,1

Grafico 20 - problematiche (%)

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

66

Page 67: 0 introduzione

Confrontando italiani e stranieri, osserviamo che fra questi ultimi la problematica prevalente è il lavoro, fra gli italiani è più diffusa la percezione della povertà.

Per concludere questa esposizione statistica, vediamo adesso le richieste fatte dalle persone ascoltate, prima in generale e poi nel dettaglio per provenienza (italiana, straniera).

lavo

ro

altr

o

pove

rtà

abita

zion

e

fam

iglia

salu

te

dipe

nden

ze-g

iust

izia

istr

uzio

ne

disa

bilit

à

0,20,30,51,01,1

7,7

18,1

29,9

41,2

0,32,83,93,6

7,7

33,7

23,025,0

Grafico 21 - problematiche per provenienza (%)

italiani stranieri

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

67

Page 68: 0 introduzione

1%1%2%3%

3%

22%24%

44%

Grafico 22 - richieste

beni/servizi materiali lavorosussidi economici sanitàaltro alloggioascolto con progetto orientamento/segr. sociale

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

68

Page 69: 0 introduzione

1%2%2%1%

4%

34%

11%

46%

Grafico 23 - richieste italiani

beni/servizi materiali lavorosussidi economici sanitàaltro alloggioascolto con progetto orientamento/segr. sociale

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

69

Page 70: 0 introduzione

1%1%3%

4%

3%

15% 32%

42%

Grafico 24 - richieste stranieri

beni/servizi materiali lavorosussidi economici sanitàaltro alloggioascolto con progetto orientamento/segr. sociale

I dati dei Centri d Ascolto della Caritas di Pescia - anni 2005, 2006, 2007

70

Page 71: 0 introduzione

Capitolo 3

Persone ascoltate in 4 Centri d Ascoltodella Caritas di Pistoia

nei primi semestri degli anni 2005, 2006, 2007 e 2008

In questa relazione presentiamo alcune osservazioni di base dedotte dal confronto dei dati provenienti da 4 Centri della Caritas di Pistoia, analizzati in 4 anni successivi e per periodi confrontabili: i primi semestri degli anni 2005, 2006, 2007 e 2008. La scelta dei 4 Centri campione (nel seguito denominati anche CdA) è stata fatta avendo come criteri il radicamento territoriale dei Centri stessi e la stabilità operativa nei periodi suddetti, giungendo per questo a scegliere i seguenti: Centro d Ascolto diocesano “Insieme”, San Martino de Porres, Spaccio della Solidarietà della Misericordia, Centro d Ascolto “Don Tonino Bello” di Agliana.

Premettiamo che, nonostante i criteri operativi di cui sopra, abbiamo osservato delle oscillazioni sensibili nella variazione temporale di alcuni dei dati, oscillazioni che sembrano dovute sia a modifiche talvolta sostanziali della tipologia delle persone accolte sia al necessario assestamento operativo dei Centri (che hanno iniziato a lavorare in rete solo a partire dagli ultimi mesi del 2004).

Un esempio in questo senso è fornito dal numero di persone ascoltate, che risulta essere pari a 543 per il 2005, per scendere a 318 nel 2006 e risalire poi a cifre simili per il 2007 e il 2008 (rispettivamente 762 e 745 persone).

Osservando in particolare gli estremi dei periodi considerati, ossia il 2005 e il 2008, notiamo una forte crescita della

Page 72: 0 introduzione

componente di stranieri presenti ai Centri, che passano dal 63,7% al 73,7%, con un incremento esattamente del 10%.

Incremento meno marcato, ma comunque significativo, quello delle presenze femminili, che passano dal 64,6% al 70,7%.

In questi anni abbiamo assistito ad una crescita di presenze di persone giovani (sotto i 35 anni), che passano dal 23,8% al 32,3% (grafico 2). Parallelamente abbiamo una contrazione di presenze nelle fasce intermedie di età ed anche nelle età più avanzate (sopra i 65 anni), con percentuali in quest ultimo caso che scendono dall 8,5% al 5,6%, dato questo da correlare certamente con la diminuzione delle presenze di italiani, notoriamente di età media più avanzata rispetto agli stranieri.

2005 2008

63,7

73,7

Grafico 1

% stranieri

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

72

Page 73: 0 introduzione

Se invece guardiamo alla sola componente degli italiani, la suddivisione per fasce d età rimane pressoché immutata nei 4 anni considerati: gli under 35 sono intorno al 14%, gli over 65 intorno al 18-20%. Fra gli stranieri, nelle fasce estreme d età non osserviamo variazioni significative nel quadriennio, ma notiamo una crescita fra i giovani dai 25 ai 34 anni (dal 22,8% al 31,1%) e una corrispondente diminuzione fra i quarantenni (nella fascia 35-44 si scende dal 38,7% al 29,3% del totale). Per completezza di analisi, si veda nel grafico 2 la sostanziale stabilità nel quadriennio delle persone nella fascia compresa fra i 25 e i 44 anni, con la costante prevalenza della presenza di stranieri.

2005 2006 2007 2008

8,5 8,1 7,0 5,6

23,828,2 29,9

32,3

Grafico 2

% persone fino a 35 anni% persone di 65 anni e oltre

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

73

Page 74: 0 introduzione

Analizzando lo stato civile, osserviamo nel quadriennio una crescita di presenze fra i coniugati (dal 49,9% al 56%) e una diminuzione di presenze fra i celibi e i nubili, nonché fra le persone vedove. Mentre le percentuali di italiani celibi o nubili crescono lentamente ma costantemente nei 4 anni considerati (dal 23% al 26,5%), si ha una forte diminuzione di presenze di stranieri nella stessa condizione (dal 22,8% al 16,6%). Possiamo dire che la presenza di persone che vivono un legame familiare è in ascesa fra gli stranieri (dal 58% a quasi il 63%, e si noti comunque un 11,7% di stranieri divorziati o separati nel 2008, contro il 7,5% nel 2005): la presenza ai Centri è sempre più di stranieri che vivono in famiglia. Si veda il grafico sottostante.

2005 2006 2007 2008

61,557,0 57,0

60,4

39,6

45,0

37,041,8

Grafico 3

% italiani 25-44 anni% stranieri 25-44 anni

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

74

Page 75: 0 introduzione

Gli italiani divorziati o separati sono, nel periodo considerato, sempre intorno al 24% del totale.

Incrociando il dato dello stato civile con il sesso, vediamo come sia cresciuto il numero dei maschi coniugati (dal 49% nel 2005 al 60,1% nel 2008, nel frattempo i celibi sono scesi dal 31,3% al 26,1%): tuttavia nel 2007 questa percentuale era scesa al 48,3% e questo -come altri dati- ci avvisa sul fatto che dovremo considerare intervalli di tempo più lunghi prima di poter trarre delle conclusioni certe su alcuni dei fenomeni in atto. Non abbiamo osservato variazioni degne di nota nello stato civile delle donne accolte: una percentuale sempre compresa fra il 50,4% e il 54,3% è di femmine coniugate, ed oscilla intorno al 18% sia il numero delle donne nubili sia quello delle divorziate/separate.

2005 2006 2007 2008

22,8 20,0 20,316,6

58,7 58,061,3 62,8

Grafico 4

% stranieri coniugati% stranieri celibi/nubili

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

75

Page 76: 0 introduzione

Riguardo al tipo di convivenza, notiamo apparentemente una costante crescita di persone residenti in nucleo familiare, che passano dal 50,8% del 2005 al 71% del 2008. In realtà i dati del 2005 (e parzialmente quelli del 2006 e del 2007) sono viziati da una forte componente di “assenza di dato” o di informazione non specificata correttamente: questo fatto, e l osservazione che i dati sulle persone sole e su chi vive in nucleo non familiare non hanno subito nel tempo variazioni significative, ci induce a ritenere corretta la rilevazione dei dati del 2008, che ci dice che circa 7 persone su 10 vivono in nucleo familiare, circa 1 su 10 da solo/a e altrettante in nucleo non familiare. Delle restanti persone non si hanno informazioni sufficienti. La convivenza in nucleo familiare riguarda all incirca il 58% degli italiani e il 75% degli stranieri. Gli italiani che vivono soli sono intorno al 21-25% nei 4 anni considerati, a fronte di un 6-10% di stranieri. Si veda per completezza il grafico 5, relativo alla situazione rilevata nel primo semestre del 2008.

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

76

Page 77: 0 introduzione

Il numero di persone di sesso maschile che ha dichiarato al

Centro di avere almeno un figlio (v. grafico 6) è cresciuto in questi anni, passando dal 18,8% del 2005 al 42,2% del 2008. Un incremento appena meno marcato ma altrettanto significativo riguarda anche il sesso femminile: il 52,2% delle donne ha detto di avere uno o più figli nel 2008, rispetto al 30% nel 2005.

Le responsabilità personali e familiari derivanti dalla presenza di figli configurano un elemento di disagio che, dai dati appena esposti, presenta una crescita indubbiamente allarmante nei quattro anni considerati.

nucleo familiare nucleo non familiare solo/a

6,0

16,0

75,4

21,9

1,0

58,7

Grafico 5

% tipo di convivenza italiani I sem. 2008% tipo di convivenza stranieri I sem. 2008

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

77

Page 78: 0 introduzione

Riguardo al tipo di abitazione, fra i molti dati ci pare importante sottolineare il costante incremento di presenze di persone che vivono in abitazione di proprietà (che passano dal 2,8% del 2005 al 5,5% del 2008) e parallelamente di coloro che vivono in condizioni abitative precarie (dal 2% al 5,2%). Da una parte cresce il disagio della famiglia in condizioni abitativamente in apparenza “normali”, dall altra cresce l incidenza di chi vive una forte componente di precarietà abitativa come componente essenziale del complesso delle problematiche da affrontare.

2005 2006 2007 2008

29,6

36,4

43,6

52,2

18,8

27,6 26,5

42,2

Grafico 6

% maschi con figli conviventi% femmine con figli conviventi

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

78

Page 79: 0 introduzione

Una percentuale che oscilla negli anni considerati fra il 45% e il 49% riguarda chi vive in affitto, e ha una tendenza di crescita anche la condizione di coabitazione con amici e/o familiari (dall 11,8% al 15,6%). Una cifra oscillante fra il 2% e il 3% è relativa a persone che vivono con il datore di lavoro, come nel caso del lavoro di assistenza domestica (le cosiddette badanti, quasi soltanto di nazionalità straniera).

Declinando in base alla provenienza il dato sull abitazione, osserviamo come in questi 4 anni sia praticamente raddoppiato il numero di italiani che vive in casa di proprietà (dal 5,1% al 9,7%) e chi dichiara di vivere in un abitazione precaria è salito dal 3,6% ad addirittura il 12,8% (grafico 8). In leggera diminuzione la percentuale degli italiani in affitto, passati dal 51,3% al 46,4%. Fra gli stranieri osserviamo il

2005 2006 2007 2008

2,8

5,0

4,0

5,8

2,0

2,8 3,0

5,2

Grafico 7

% persone in abitazione precaria% persone in abitazione di proprietà

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

79

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triplicarsi di chi vive in casa di proprietà (dall 1,4% al 4,2%), e la crescita di chi vive in affitto (dal 41,6% al 49,9%) o presso amici e/o familiari (dal 15,9% al 19,1%).

Il dato di confronto negli anni sul titolo di studio è viziato dal fatto che, nei primi anni di attività della rete dei Centri, questa informazione veniva raccolta solo raramente nei Centri, così che possiamo dare una valutazione solo per quanto osservato nel corso del 2008, rilevando che ad esempio il diploma di scuola media superiore è posseduto dal 37,5% degli stranieri, a fronte del solo 8,2% degli italiani. Il 6,9% degli stranieri è laureato, così come il 2% degli italiani. I titoli di studio più diffusi fra gli italiani sono la licenza media inferiore (35,7%) e quella elementare (29,6%).

Dai dati pistoiesi, oltre alla conferma del maggior livello di istruzione degli stranieri (grafico 9), si ha anche quella del più alto grado di scolarità delle donne rispetto agli uomini: il 6,8% di laureate contro il 2,8%, il 32,3% di diplomate contro il

2005 2006 2007 2008

3,65,4 5,3

12,8

Grafico 8

% italiani in abitazione precaria

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

80

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23,9%, il 26,2% di femmine con licenza media inferiore rispetto al 30,7% fra i maschi (grafico 10).

44,4

10,2

Grafico 9

% italiani con lic. media sup. o laurea I sem. 2008% stranieri con lic. media sup. o laurea I sem. 2008

26,9

39,6Grafico 10

% femmine con lic. media sup. o laurea I sem. 2008% maschi con lic. media sup. o laurea I sem. 2008

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

81

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I dati sulla condizione professionale mostrano un costante incremento di persone disoccupate (51,2% nel 2005, 54,4% nel 2006, 62,3% nel 2007, 64,3% nel 2008) e una lievissima crescita di chi dichiara di essere occupato (grafico 11). Sono in diminuzione le quote di pensionati e di persone inabili o non autorizzate al lavoro.

La percentuale di italiani disoccupati è sostanzialmente stabile in questi 4 anni (50,3% nel 2005, 49,5% nel 2008) e lo stesso accade per i pensionati, sempre intorno al 17%. Per quanto detto sopra un crescente numero di persone disoccupate si riscontra fra gli stranieri (dal 51,7% nel primo semestre 2005 al 69,6% nel primo semestre di quest anno, v. grafico 12). Se consideriamo la situazione occupazionale in relazione al sesso, quello che balza agli occhi è il forte aumento della presenza di donne disoccupate (erano il 47,6% nel 2005, ora sono il 67%, v. grafico 13).

2005 2006 2007 2008

51,254,4

62,364,3

Grafico 11

% disoccupati/e

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

82

Page 83: 0 introduzione

2005 2006 2007 2008

51,753,8

66,2

69,6Grafico 12

% stranieri disoccupati

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

83

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Venendo alle problematiche, questi 4 anni hanno visto una diminuzione della percentuale di persone che dichiara la povertà/problema economico come primo motivo di difficoltà: si scende dal 53,2% nel 2005 all attuale 43,4%. Aumenta nel contempo la diversificazione dei problemi: crescono quello della casa (dal 4% all 8%), quelli familiari (dal 2,9% al 6,6%), quelli legati all istruzione (dall 1,4% al 4,7%) e alla salute (dal 2,5% al 3,3%). I problemi legati al lavoro risultano tutti gli anni al secondo posto in ordine di importanza e stabilmente intorno al 27%. Come riepilogo di queste informazioni si veda il grafico 14.

2005 2006 2007 2008

47,6

61,0

65,767,0

Grafico 13

% femmine disoccupate

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

84

Page 85: 0 introduzione

Se disaggreghiamo i dati per cittadinanza, osserviamo un netta diminuzione del bisogno povertà portato dagli italiani (78,4% nel 2005, 51,2% nel 2008, v. grafico 15) a cui corrisponde un aumento notevole dei bisogni legati all occupazione (che balzano dall 8,6% al 20,3%). All incirca raddoppia inoltre l incidenza di italiani che dichiarano di avere bisogni nell area dell abitazione (7,8% nel 2008) e della famiglia (11,0% nel 2008).

2005 2006 2007 2008

1,4

3,54,1

4,7

2,9

6,27,0 6,6

4,0

8,7 8,1 8,0

26,6 29,5 27,6 27,0

53,242,0 37,7

43,4

Grafico 14

% prob. povertà % prob. lavoro% prob. casa % prob. familiari% prob. istruzione

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

85

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Per gli stranieri (si veda il grafico 16) i bisogni legati a fenomeni di povertà appaiono stabili (intorno al 35-38%), quelli di occupazione sono in calo (dal 39,5% al 31,4%) e crescono anche qui le problematiche relative alla casa (dal 4,3% all 8,1%), alla famiglia (dal 1,2% al 3,6%) e all istruzione (soprattutto per la scarsa conoscenza dell italiano). Stiamo nel complesso verificando che i bisogni delle famiglie straniere “somigliano” in un certo senso sempre di più, di anno in anno, a quelli degli italiani.

2005 2008

5,2

11,0

3,4

7,8

8,6

20,3

78,4

51,2

Grafico 15

% prob. povertà italiani% prob. lavoro italiani% prob. casa italiani% prob. familiari italiani

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

86

Page 87: 0 introduzione

In relazione al sesso, i bisogni presentano poche variazioni negli anni per la componente maschile, se non per un incremento, come già visto comune a tutte le categorie, dei problemi legati all abitazione (dal 5,6% nel 2005 al 7,6% nel 2008) e alla famiglia, e per una corrispondente diminuzione dei problemi legati ai fenomeni migratori (dal 13,5% al 7,1%). Lo spettro dei bisogni portati dalla componente femminile è invece sensibilmente mutato negli anni (si veda anche il grafico 17): la povertà è dichiarata dal 42% delle donne nel primo semestre di quest anno, rispetto al 57,2% di 4 anni fa. Sono pertanto cresciuti nel frattempo altri fattori di disagio, quali problemi dell abitazione (dal 2,6% all 8,1%), della famiglia

2005 2008

2,5

7,4

1,2

3,64,3

8,1

39,531,4

35,2 38,1

Grafico 16

% prob. povertà stranieri % prob. lavoro stranieri% prob. casa stranieri % prob. familiari stranieri% prob. istruzione stranieri

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

87

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(dal 3,3% al 7,4%), di immigrazione (dal 2,6% al 4,8%), di istruzione (dall 1,3% al 5,4%).

Possiamo affermare che, di fronte alla diminuzione del puro dato quantitativo di “dichiarazione” di una povertà essenzialmente economica, in realtà la diversificazione delle problematiche ci mostra oggi, rispetto a quattro anni fa, una maggiore consistenza delle altre facce di quella che è definibile come “povertà multiforme”, maggiormente sfaccettata e pluri-dimensionale rispetto ai primi tempi della rilevazione. In questa osservazione hanno probabilmente influenza anche il consolidamento e il perfezionamento della

2005 2008

3,3

7,4

2,6

8,1

31,6 28,0

57,242,0

Grafico 17

% prob. povertà femmine% prob. lavoro femmine% prob. casa femmine% prob. familiari femmine

4 Centri d Ascolto della Caritas di Pistoia - I semestre 2005, 2006, 2007, 2008

88

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rete dei Centri e una crescente esperienza umana e professionale degli operatori, che si traducono fra l altro anche in progressivi miglioramenti nella registrazione delle schede.

In questi 4 anni le richieste di beni e servizi materiali sono diminuite sensibilmente (v. grafico 18), scendendo dal 66,9% del 2005 al 32,4% del 2008. Le richieste che hanno subito un incremento significativo sono essenzialmente tre: la richiesta di lavoro, circa quadruplicata in quanto è passata dal 6,9% al 27,6%, quella di ascolto con progetto di intervento/accompagnamento personalizzato e con coinvolgimento di altre realtà, che sale dal 3,2% al 13,3% e quella di alloggio (dall 1,6% nel 2005 al 4,3% nel 2008). Sono nel complesso stabili le richieste legate a problemi di salute (intorno al 2,5%), di sussidi economici (circa il 12-13%), di segretariato sociale (2,5% circa), di consulenza professionale (intorno al 2%).

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Tra le richieste di beni e servizi materiali, quella di vestiario, stabilmente intorno al 40% fino al 2007, ha subito un forte calo nel primo semestre del 2008 (19,9%) soprattutto in conseguenza della chiusura del Centro d Accoglienza e del fatto che il servizio che lo ha sostituito, il Centro Mimmo, ha iniziato ad operare solo a giugno 2008. Forte è la crescita in questi anni delle richieste di prodotti ed alimenti per neonati (dall 1,3% all 11,3%) e di materiali per la casa e sanitari (1%

2005 2006 2007 2008

1,6 1,9 2,04,33,2

9,4 11,113,3

6,911,0

24,727,6

66,962,7

49,0

32,4

Grafico 18

% richieste beni/serv. materiali% richieste lavoro% richieste ascolto con progetto% richieste alloggio

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nel 2005, 7% adesso). In crescita le richieste di viveri (37,5% nel 2005, 53,9% nel 2008). Ribadiamo ancora che questi ultimi dati sono certamente “viziati” dalla particolare situazione dei servizi promossi dalla Caritas verificatasi nei primi mesi del 2008.

Vediamo adesso un breve focus sulle variazioni di alcuni indicatori specifici della condizione degli stranieri.

La presenza di immigrati dalla Romania si attesta da anni intorno al 26-28% del totale degli stranieri (si veda il grafico 19), con l unica anomalia di un picco di presenze nel 2006 (34,4%) certamente da attribuire al fatto di essere allora alla vigilia dell ingresso di quel paese nell UE. La presenza di albanesi sta subendo negli anni un leggero calo (23,7% nel 2005, 19,7% nel 2008), ed è in crescita quella di marocchini (18,2% nel 2005, 24,2% nel 2008). La presenza filippina, fino al 2006 intorno all 8%, adesso si attesta al 4%. Seguono le presenze dalla Polonia (sempre intorno al 4%), dalla Moldavia e Nigeria (entrambe in incremento dal 2007, attualmente al 2,7%), dall Ucraina, dalla Somalia, dalla Tunisia, da El Salvador e dallo Sri Lanka.

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Le persone in possesso di permesso di soggiorno hanno toccato un minimo nel 2006 (39,1%). Questo dato è probabilmente in buona parte da attribuire ai romeni in attesa di vedere regolarizzata la loro posizione con l ingresso del loro paese nell UE (avvenuto il 1° gennaio 2007). Adesso è in possesso di permesso di soggiorno valido il 73,2% dei non comunitari (grafico 20).

2005 2006 2007 2008

1,41,1

1,4

2,7

1,4 1,5

2,1

2,7

3,5

5,3

3,13,8

7,88,8

4,74,0

23,7

14,1

20,1 19,718,2 19,8

25,4 24,2

26,3

34,428,5

26,0

Grafico 19

romania marocco albania filippine poloniamoldavia nigeria

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Per quanto concerne i motivi di rilascio del permesso di soggiorno, è stabilmente intorno al 52% del totale la motivazione del lavoro, seguita da quella familiare (che cresce dal 30% al 37% in questi 4 anni).

Un ulteriore osservazione riguarda l incrocio fra i dati dell anno di arrivo in Italia con quello di arrivo al Centro. A questo proposito notiamo come il 44,4% di chi è in Italia da prima del 2004 è arrivato per la prima volta al Centro nel corso del primo semestre 2008. Questo dato, avendo sempre come riferimento il 2008 per l anno di registrazione al Centro d Ascolto, scende al 39,3% di chi è in Italia dal 2004, si attesta al 35,7% degli arrivi in Italia del 2005 per poi crescere al 60,0% e al 65,3% rispettivamente per gli arrivi in Italia nel 2006 e nel 2007.

2005 2006 2007 2008

70,9

39,1

91,1

73,2

Grafico 20

% non comunitari in possesso di permesso di soggiorno

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Infine, se facciamo pari a 100 il totale degli arrivi ai Centri avvenuti nel corso di ciascuno dei due primi semestri del 2007 e del 2008, la ripartizione percentuale in base all anno di arrivo in Italia di dette persone si ha come nei grafici 21 e 22, dai quali ricaviamo facilmente come l arrivo ai Centri avviene prevalentemente da parte di stranieri già da lungo tempo presenti nel nostro paese. Confrontando i due grafici, osserviamo un rafforzamento, nel primo scorcio del 2008, delle presenze ai Centri di stranieri da lungo tempo soggiornanti in Italia, a fronte di una consistente riduzione di nuovi arrivi ai Centri di persone immigrate nel corso dell anno.

in ita

lia d

al 20

03 o

prim

a

in ita

lia d

al 20

04

in ita

lia d

al 20

05

in ita

lia d

al 20

06

in ita

lia d

al 20

07

17,5

11,68,09,0

53,9

Grafico 21

% arrivi al cda nel I sem. 2007

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in ita

lia d

al 20

04 o

prim

a

in ita

lia d

al 20

05

in ita

lia d

al 20

06

in ita

lia d

al 20

07

in ita

lia d

al 20

08

9,5

17,9

10,15,6

57,0Grafico 22

% arrivi al cda nel I sem. 2008

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Capitolo 4

“Buone prassi”: dall elemosina alla solidarietà

“Forse la differenza tra solidarietà ed elemosina sta tutta qui. La prima mette insieme la gente in un avventura che ha come obiettivo comune l uscita dal tunnel. La seconda concede benignamente qualcosa ai più poveri, chiedendo loro di essere riconoscenti. In questo modo, aumentando all infinito la loro dipendenza”.

Fonte: «Solidarietà internazionale» n. 06-07 del 2008

Non è certo facile il passaggio dall elemosina alla solidarietà, ma in questo ultimo anno abbiamo avuto delle esperienze che lasciano ben sperare.

Il collegamento sempre più stretto e collaborativo con i Servizi Sociali permette un lavoro più organico e organizzato.

Le buone prassi sotto elencate sicuramente non vogliono essere escludenti di altre, che magari non conosciamo o che, semplicemente per ragioni di spazio, non sono qui nominate.

Lo scopo non è certo quello di dire “bravo” a qualcuno, la speranza, invece, è quella che sempre di più si moltiplichino esperienze di qualità, che riescano a dare risposte concrete ai bisogni delle persone.

Lavoro

La Caritas Diocesana di Pistoia, da molti anni, cerca di mettere in comunicazione la domanda e l offerta di lavoro attraverso l opera dei suoi Centri d Ascolto. Questa attività,

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però, è limitata ad alcuni ambiti specifici, come l assistenza agli anziani, la cura della casa, il baby sitting.

Un contributo importante sul territorio pistoiese lo dà la Cooperativa “In Cammino”, che da anni si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, ma che ,soprattutto in questo ultimo anno, ha registrato una crescita della sua attività, in concomitanza di un finanziamento “8 per mille” di Caritas Italiana.

La cooperativa sociale in questione, di tipo B, ha attivato le seguenti possibilità, per cercare di dare risposta al bisogno lavoro:- Colloqui di orientamento, su segnalazione dei servizi sociali

territoriali- Inserimento lavorativo all interno della cooperativa- Attività di laboratorio più stage aziendale (per gli

apprendimenti di base, l orientamento e il reinserimento nel mercato del lavoro)

- Tirocini aziendali per l inserimento lavorativo di persone svantaggiateTutte queste attività prevedono un vero e proprio percorso

di accompagnamento effettuato da un tutor. Per informazioni: www.incamminocooperativa.org

La Caritas Diocesana di Pescia, così come la Caritas Diocesana di Pistoia, riceve un contributo importante nell opera svolta dalla Cooperativa Sociale di tipo B “La Spiga di Grano”, il cui operato si svolge prevalentemente in ambiti di servizi vari, quali pulizie ed altro.

Inoltre, abbiamo sviluppato una collaborazione con l agenzia interinale “G.I. Group”, soprattutto per le persone che hanno particolari titoli di studio, preparazioni o patenti.

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Abitazione

La Diocesi di Pistoia ha percorso varie strade per poter facilitare l accesso all abitazione. Il “problema casa” potrebbe essere contrastato dal Progetto “Casa in Affitto”, che prevede l inserimento in case, con affitto calmierato (massimo 550 mensili), di nuclei familiari svantaggiati e/o con figli. Il progetto, realizzato in collaborazione con altri partner, conta 17 appartamenti da assegnare secondo graduatoria.

Il progetto è in fase di realizzazione (siamo nella fase di restauro degli ambienti).

Altra opportunità importante, proposta dalla Cooperativa In Cammino, è il “Sostegno abitativo” per chi sta tentando il reinserimento nel mondo del lavoro.

Per informazioni : www.incamminocooperativa.org

Nella Diocesi di Pescia possiamo sottolineare l importante ruolo assunto dalla Caritas di sensibilizzazione e animazione del territorio. Infatti, alcune pensioni o alberghi (zona Montecatini) hanno deciso di offrirci camere per l ospitalità a prezzi modici e, grazie ai contatti con alcuni proprietari, è stato possibile ottenere affitti di immobili a prezzi calmierati rispetto al prezzo di mercato.

Famiglia

La Caritas di Pistoia e la Caritas di Pescia sono partner, insieme alla Banca di Pistoia (a breve, grazie ad un progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, aderiranno tutte le BCC e le Casse di Risparmio della Provincia) e alla Fondazione Un Raggio di Luce, del progetto Microcredito/Antiusura, di cui è capofila la Misericordia di Pistoia. Il servizio offerto si rivolge a singole persone, famiglie e piccole imprese che si trovano in difficoltà finanziarie e che,

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a causa di protesti, pignoramenti o sovraindebitamento, non sono più in grado di ottenere credito bancario nei circuiti normali.

L interessato, messo in contatto con gli operatori, farà un colloquio finalizzato alla comprensione dell'effettiva situazione debitoria, della reale capacità di reddito e dell'eventuale rete familiare o amicale di sostegno. Ogni singolo caso viene preso in esame da una commissione che valuta le possibilità di recupero.

Per informazioni: www.misericordia.pistoia.itwww.bancadipistoia.itwww.unraggiodiluce.org

Migranti

L Associazione San Martino de Porres svolge da anni un attività di sostegno linguistico e di prima alfabetizzazione a persone immigrate, elemento fondamentale per ogni processo d integrazione e di crescita personale. In questi ultimi anni l attività si è notevolmente intensificata e, in collaborazione con la Provincia di Pistoia e l Università di Siena, è stato possibile dare certificazione di tali percorsi.

La stessa opportunità è stata data a cittadini immigrati, frequentanti altri Centri Operativi del territorio diocesano, nelle medesime modalità: Associazione Portaperta, Associazione Pozzo di Giacobbe.

In particolare, l'Associazione Portaperta è nata come strumento operativo del Centro d'ascolto zonale preesistente, al fine di dare risposte concrete, in particolar modo a minori e stranieri, poiché il territorio non dava risposte o queste erano parziali. Uno dei principi fondamentali dell'associazione è definito la “pratica della libertà”: ciascun progetto non è vincolato a convenzioni, questo significa precludersi un sostegno economico ma guadagnare in libertà di azione e pensiero. La parrocchia, nel cui ambito Portaperta è nata, non sostiene solamente dei servizi, ma un agire che abbia un

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ritorno sulla società a vari livelli. Mettere al centro le persone significa talvolta dover andare contro corrente, essere scomodi e provocatori, ma è l'unica via veramente incisiva, poiché accade che, molto spesso, i progetti in ambito sociale diventano complici della società che produce i problemi su cui agiscono, o deresponsabilizzano le istituzioni.

Per informazioni: Associazione San Martino de Porres057331102 [email protected] Portaperta0574675250 [email protected] Diocesana0573976133 [email protected]

Nell ambito delle esigenze dei migranti, la Caritas Diocesana di Pescia, credendo fortemente nel dialogo come strada di prevenzione e costruzione di percorsi di cittadinanza, collabora con varie Mediatrici Culturali, soprattutto per le traduzioni dei colloqui o di documenti; inoltre, la Caritas Parrocchiale di Monsummano ha avviato un corso di alfabetizzazione e lingua italiana per adulti stranieri.

Marginalità sociale/Tratta

La mensa “don Siro Butelli” svolge da anni un attività di sostegno alle persone in situazioni di grave marginalità sociale.

In questi ultimi anni abbiamo cercato, attraverso l attività di questa opera segno, di affiancare la soddisfazione del bisogno alimentare alla creazione di una rete di sostegno e accompagnamento più ad ampio raggio.

Ecco che la mensa non è più solo il luogo dove andare a mangiare, ma diventa anche spazio delle relazioni, del confronto e dell ascolto.

Abbiamo creato opportunità ricreative, come le cene, le uscite insieme, finalizzate a rendere alle persone una

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dimensione familiare. Abbiamo iniziato quest anno progetti di scrittura e di racconti, finalizzati ad esprimere e comunicare le emozioni, troppo spesso racchiuse, imprigionate.

Per informazioni: Mensa “don Siro Butelli”0573 976526

La Caritas di Pescia trova un segno tangibile sul territorio nell opera svolta dalla “Mensa di solidarietà”.

Viste le esigenze delle persone che vi si rivolgono, ed il loro costante aumento, la Caritas di Pescia ha deciso l apertura serale dal giugno 2008.

Inoltre, sono stati organizzati ed avviati un Centro di Ascolto Cittadino e il Centro di Distribuzione Cittadino Indumenti usati, gestiti dai volontari delle Caritas parrocchiali e dall Ordine Francescano Secolare di Pescia.

Per quanto riguarda la tratta, la Diocesi di Pistoia sta portando avanti dal 2001- presso la Casa Famiglia “La Conchiglia” - un progetto di accoglienza per giovani donne in programma di protezione sociale, in seguito al loro sfruttamento nella prostituzione, in stretto collegamento con l Ente Pubblico e le Forze dell Ordine.

Tale progetto, partito dopo il Giubileo 2000, si è posto come segno visibile sul territorio, sia nella comunità ecclesiale che all interno del tessuto sociale, ponendo attenzione e cura per quelle persone che portano sulla loro pelle i segni della violenza, del disprezzo e dell esclusione.

L attività della Casa Famiglia “La Conchiglia” può contare sulla costante presenza di personale specializzato e preparato, con il valore aggiunto dell appartenenza a Congregazioni Religiose, professionisti (per quanto riguarda i problemi legali e sanitari) e volontari, che prestano la loro opera gratuitamente e con costanza.

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Capitolo 5

Un appello e cinque proposte

Il Dossier dell Osservatorio Caritas, come ogni anno, ci pone di fronte quel pezzo di realtà che altrimenti ognuno di noi potrebbe far finta di non vedere. Lo pone con forza davanti agli occhi di noi che viviamo, con più o meno difficoltà, la nostra vita ma che vediamo tutto questo dall interno caldo delle nostre case e, seppur stanchi, pronti alla mattina a riprendere le nostre faccende quotidiane. Lo pone drammaticamente, eppure nessun numero e nessuna parola riusciranno a rendere il senso di vuoto e di paura che rincorre chi non ha un tetto né un lavoro degno di tale nome.

Ma i destinatari di questo appello, costruito dalla realtà duramente simbolica dei numeri, non sono solo le nostre coscienze; perché la nostra comunità locale ha bisogno del contributo di tutti, ma ha soprattutto bisogno di strutture e meccanismi sociali che non permettano il perpetuarsi di queste miserie.

E allora i destinatari dell appello sono soprattutto le istituzioni pubbliche, le cosiddette élite e le classi dirigenti delle nostre città: a loro è demandato il compito di costruire risposte strutturali efficienti in grado di non lasciare la vita delle persone che abitano i nostri luoghi in balìa della buona volontà, del sentimento, del senso civico, sebbene organizzato e professionale.

La qualità sociale di una comunità la si vede da quanto è in grado di rispondere in termini di diritti indipendenti dai destini dei singoli ma garantiti universalmente perché, appunto, diritti di cittadinanza. Su questo versante, dobbiamo dirlo con forza, anzi dobbiamo ri-dirlo con forza, le istituzioni locali, in questi ultimi anni, hanno tradito il loro compito.

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Le istituzioni pubbliche locali hanno mancato al loro mandato di impegnare le risorse a loro disposizione, poche o molte che fossero, nell innovazione, nell integrazione, nella costruzione di reti di protezione moderne e capaci di intercettare i nuovi bisogni che, con la velocità delle trasformazioni globali, investivano le nostre città.

Nonostante che, ormai, i problemi siano chiari a tutti coloro che, a vario titolo, lavorano e si impegnano sul versante sociale; nonostante che le risposte siano a disposizione dopo decenni di esperienze efficaci e intelligenti sparse in varie parti nel nostro paese e nel mondo; nonostante che fiumi di inchiostro siano stati versati su libri e riviste e fiumi di parole si siano riversate sui partecipanti a incontri, convegni, dibattiti, infinite riunioni e seminari; nonostante tutto questo, abbiamo un livello di servizi e di risposte sociali non solo insufficiente ma anche antiquato nella sua impostazione, con interventi che hanno la loro origine in anni in cui l immigrazione, l abitazione, il disagio giovanile o non esistevano o erano tutt altra cosa rispetto a quello che abbiamo oggi sotto gli occhi e sotto casa.

E non è un problema di professionalità e di operatori: negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita della qualità professionale del terzo settore, a una voglia delle persone di lavorare in ambito sociale, di diventare assistente sociale, educatore professionale, di intraprendere carriere dedicate alla soluzione delle difficoltà del vivere quotidiano, grazie anche alla presa di consapevolezza dell importanza per tutti dell innalzamento del livello di dignità delle nostre società.

Il problema è nelle élite, nella classe dirigente, nella politica, in tutti coloro che in questi anni hanno avuto la possibilità di fare e non hanno fatto, spesso per incapacità, talvolta per miopia. Il risultato è che, anche in una comunità come la nostra, la carenza di servizi e la loro inadeguatezza, la carenza di fantasia e di voglia di innovare hanno fatto sì che chi arriva da noi in cerca di un opportunità non trovi meccanismi adeguati di sostegno, chi si trova senza casa non abbia un posto dove andare, chi vive un periodo della propria vita in malattia o in solitudine non sappia cosa fare.

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Si dice che abbiamo tanto volontariato, tanta società civile, e che le istituzioni pubbliche collaborano con queste realtà. È vero, ma la verità sembra un altra.

Le organizzazioni di volontariato, la cooperazione sociale, le diverse istituzioni, indipendentemente dalla buona fede, dalla buona volontà e dalla profonda dedizione di ognuno, e con le sempre dovute e presenti eccezioni, sono andate a finire dove molti avevano paventato. L abbraccio con l istituzione pubblica è stato “mortale”, perché queste realtà sono ormai utilizzate come braccia, sotto il ricatto dei finanziamenti, degli organismi pubblici che hanno trovato il modo di perpetuare il vecchio modo di lavorare e gli stessi servizi di sempre, a minor costo, e mantenendo il potere di decidere ciò che serve e ciò che non serve.

E così, le istituzioni pubbliche sono riuscite a non cambiare, nonostante tutto, e le organizzazioni del terzo settore hanno perso quella capacità di essere coscienza critica e di anticipare la lettura dei bisogni, accettando spesso logiche burocratiche, se non vere e proprie connivenze con l inefficienza pubblica.

Questa è la triste realtà che rende ancor più drammatica quella numerica presentata nel Dossier.

Consapevoli, però, che questa è la vera sfida da vincere per uscire dalla perenne emergenza e ridare una speranza ai volti e alle storie che stanno dietro questi numeri, vogliamo nuovamente ricordare ciò che, per la nostra esperienza, conviene fare.

Primo, più operatori sul campo, più assistenti sociali, sostenute, motivate, coordinate e aggiornate (ve ne sono di bravissime e competenti ma spesso sembrano lasciate a se stesse).

Secondo, più integrazione tra pubblico e privato nella fase di analisi dei bisogni e di programmazione ma, soprattutto, più integrazione tra i settori dell amministrazione, tra comuni e azienda sanitaria, tra comuni e provincia: parlatevi, incontratevi, confrontatevi e parlate con una voce sola e intervenite con servizi unici, coordinati e potenziati.

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Terzo, se non ci sono risorse in più tagliate le inefficienze e spostate i soldi dove sono le priorità: sappiamo che da decenni i soldi vengono spesi sempre per le stesse cose e che, per le nuove priorità, si impostano sperimentazioni che terminano senza trasformarsi in interventi strutturali.

Quarto, meno burocrazia e più trasparenza sugli interventi ai quali i cittadini hanno diritto, evitando che i diritti siano trasformati nella lotteria dei canali informali e delle risorse personali, e facilitando i canali di accesso.

Quinto, più innovazione: girate l Italia e, se potete, il mondo e andate a vedere dove le cose funzionano, dove si riescono a coniugare sostenibilità e dignità; ma guardatevi anche intorno e provate a valorizzare, al di fuori degli uffici e dei palazzi, le tante competenze che in questi anni hanno potuto prendere forma nelle nostre città, le tante anche giovani professionalità che in questi anni, in silenzio e spesso senza possibilità di mostrarsi, vi sono cresciute attorno.

Se così sarà, potremo un giorno raccontare un altra storia.

Caritas diocesana di PistoiaCaritas diocesana di Pescia

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