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1 Corso IFTS – UFC 19 - Sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani assimilabili La normativa nazionale sulla gestione dei rifiuti ing. Fabrizio Patania GESENU S.p.A. - Direttore Tecnico Unità Territoriali ATO Catania 3

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1 Corso IFTS – UFC 19 - Sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani assimilabili

La normativa nazionale sulla gestione dei rifiuti

ing. Fabrizio Patania

GESENU S.p.A. - Direttore Tecnico Unità Territoriali ATO Catania 3

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Legge 308 del 15 dicembre 2004 cd. delega ambientale

Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione

Materie oggetto di delega: Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati Tutela delle acque e gestione delle risorse idriche Difesa del suolo e lotta alla desertificazione Gestione delle aree protette Tutela risarcitoria del danno ambientale Valutazione impatto ambientale(VIA), valutazione ambientale

strategica (VAS) e Autorizzazione integrata ambientale (IPPC) Tutela dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

Art.1Ambito di applicazione

Il presente decreto legislativo disciplina, in attuazione della L.15.12.2004, n.308, le materie seguenti:

a) nella parte seconda, le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC);

b) nella parte terza, la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse;

c) nella parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati;

d) nella parte quinta, la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera;

e) nella parte sesta, la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

Parte Quarta (artt. 177 – 266)

Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica di siti contaminati

Titolo I Gestione dei rifiutiCapo I Disposizioni generaliCapo II CompetenzeCapo III Servizio di gestione integrata dei rifiutiCapo IV Autorizzazioni e IscrizioniCapo V Procedure semplificateTitolo II Gestione degli ImballaggiTitolo III Gestione di particolari categorie di rifiutiTitolo IV Tariffa per la gestione dei rifiuti urbaniTitolo V Bonifica di siti contaminatiTitolo VI Sistema sanzionatorio e Disposizioni Transitorie e FinaliCapo I SanzioniCapo II Disposizioni transitorie e finali

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

CORTE COSTITUZIONALE Ordinanza n.245 del 22 giugno 2006

MASSIMALa Corte Costituzionale dichiara non luogo a procedere sull’istanza di sospensione degli artt.63, 64, 101, comma 7, 154, 155, 181, comma da 7 ad 11, 183, comma 1, 186, 189, comma 3, 214, commi 3 e 5 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 proposta dalla Regione Emilia Romagna, atteso che il ricorrente, nel sollecitare l’esercizio del potere di sospensione delle norme impugnate, ha tuttavia prospettato in maniera sostanzialmente assertiva la sussistenza dei relativi presupposti, omettendo di svolgere argomenti in grado di indurre questa Corte ad eventualmente adottare, d’ufficio, i provvedimenti di cui agli artt.35 e 40 della legge n.87 del 1953.

Tali norme prevedono che la Corte Costituzione possa sospendere con ordinanza l’esecuzione di atti che danno luogo a conflitti di attribuzioni quando comportino il rischio di un irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o all’ordinamento giuridico della Repubblica, ovvero il rischio di un pregiudizio grave ed irreparabile per i diritti dei cittadini

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

Decreti attuativi …(?)

GU n. 146 del 26.6.2006COMUNICATO MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL

TERRITORIOAvviso relativo alla segnalazione di inefficacia di 17 decreti ministeriali

ed interministeriali, attuativi del D.Lgs.152/06, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale in data 10,11,16,17,18 e 24 maggio 2006.

I 17 decreti ministeriali ed interministeriali attuativi del DLgs.152/2006, non essendo stati a suo tempo inviati per essere sottoposti al preventivo e necessario controllo della Corte dei Conti ai sensi dell’art.3, primo comma, della legge 14.1.1994, n.20, non sono stati registrati dal predetto organo e, pertanto, non possono considerarsi giuridicamente produttivi di effetti.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

Temi di rilievo relativamente alla gestione dei rifiuti urbani

Principi generali e priorità nella gestione dei rifiuti

Ambito di applicazione: definizione di rifiuto, sottoprodotti, MPS,…

Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti

Ridistribuzione delle competenze

Organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani

Nuova tariffa RU

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 177

Campo di applicazione

La parte quarta del presente decreto disciplina la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati anche in attuazione delle direttive comunitarie sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi, sugli oli usati, sulle batterie esauste, sui rifiuti di imballaggio, sui PCB, sulle discariche, sugli inceneritori, sui rifiuti elettrici ed elettronici, sui rifiuti portuali, sui veicoli fuori uso, sui rifiuti sanitari e sui rifiuti contenenti amianto. Sono fatte salve disposizioni specifiche, particolari o complementari, conformi ai principi di cui alla parte IV.., adottate in attuazione di direttive comunitarie che disciplinano la gestione di determinate categorie di rifiuti.

Le regioni e le province autonome adeguano i rispettivi ordinamenti alle disposizioni di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema contenute nella parte IV …. entro un anno dalla data di entrata in vigore dello stesso.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 179

Criteri prioritari nella gestione dei rifiuti

Le PA perseguono iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, mediante:

a) sviluppo di tecnologie puliteb) messa a punto tecnica e immissione sul mercato di prodotti

ecocompatibilic) sviluppo di tecnologie per eliminare sostanze pericolose contenute

nei rifiuti

Le PA adottano misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie, nonchè all’uso dei rifiuti come fonte di energia.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 180

Prevenzione della produzione dei rifiuti

Al fine di promuovere in via prioritaria la riduzione, le iniziative riguardano:

a) Promozione di strumenti economici, ecobilanci, sistemi di certificazione ambientale, LCA, azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori, uso del marchio ecologico,…

b) Previsione di clausole di gara di appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione

c) Promozione di accordi di programma o protocolli di intesa anche sperimentali finalizzati con effetti migliorativi alla prevenzione

d) Attuazione del DLgs.59/2005 in materia di prevenzione e riduzione integrale dell’inquinamento

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 181

Recupero dei rifiuti 1/3

Le PA favoriscono la riduzione dello smaltimento finale attraverso:

a) il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggiob) le altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria

dai rifiutic) l’adozione di misure economiche e la previsione di condizioni di

appalto che prescrivano l’impiego di materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato di tali materiali

d) l’utilizzazione dei rifiuti come mezzo per produrre energia

Non esiste più un criterio preferenziale a favore del recupero di materia rispetto al recupero di energia pur previsto dal D. Lgs.22/97, all’art.4 co.2:

Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ARTT. 181 e 183

Recupero dei rifiuti 2/3

Definizione di recuperoLe operazioni che utilizzano rifiuti per generare materie prime

secondarie, combustibili o prodotti, attraverso trattamenti meccanici, termici, chimici o biologici, incluse la cernita e la selezione, e in particolare, le operazioni di cui all’Allegato C.

I metodi di recupero devono garantire l’ottenimento di materiali con caratteristiche fissate con DM o conformi alle autorizzazioni.

I soggetti economici interessati o le associazioni di categoria rappresentative dei settori interessati possono stipulare con il Ministro ATT appositi accordi di programma per definire i metodi di recupero dei rifiuti destinati all’ottenimento di materie prime secondarie, di combustibili o di prodotti

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 181

Recupero dei rifiuti 3/3

La disciplina sui rifiuti si applica fino al completamento delle operazioni di recupero, che si realizza quando non sono necessari ulteriori trattamenti perché le sostanze, i materiali e gli oggetti ottenuti possono essere usati in un processo industriale o commercializzati come materia prima secondaria, combustibile o come prodotto da collocare, a condizione che il detentore sene disfi o non abbia deciso, o non abbia l’obbligo, di disfarsene.

La disciplina sui rifiuti non si applica ai materiali, alle sostanze o agli oggetti che, senza necessità di operazioni di trasformazione, già presentino le caratteristiche delle materie prime secondarie, dei combustibili o dei prodotti individuati ai sensi…, a meno che il detentore se ne disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsene

I soggetti che trasportano o utilizzano materie prime secondarie,

combustibili o prodotti, nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo, non sono sottoposti alla normativa sui rifiuti, a meno che se ne disfino o abbiano deciso, o abbiano l’obbligo, di disfarsene.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ARTT. 181 e 183

Raccolta differenziataLa raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia,

trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati a recupero

Obiettivi minimi RD su base ATO:a) Almeno 35% entro 31.12.2006b) Almeno 45% entro 31.12.2008c) Almeno 65% entro 31.12.2012

La frazione organica umida separata fisicamente dopo la raccolta e finalizzata al recupero complessivo tra materia e energia, secondo criteri di economicità, efficacia, efficienza e trasparenza del sistema, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi.

Prevista addizionale 20% al tributo di conferimento in discarica in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi a carico dell’ATO che la ripartisce tra i comuni inadempienti sulla base delle quote di RD

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ARTT. 181 e 182

Recupero energetico

Nel rispetto delle prescrizioni contenute nel DLgs. 133/2005, la realizzazione e la gestione di nuovi impianti possono essere autorizzate solo se il relativo processo di combustione è accompagnato da recupero energetico con una quota minima di trasformazione del potere calorifico dei rifiuti in energia utile, calcolata su base annuale, stabilita, con apposite norme tecniche approvata con DM ambiente e tutela territorio e di concerto con Ministero delle attività produttive, tenendo conto di eventuali norme tecniche di settore esistenti, anche a livello comunitario.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ARTT. 182 e 183

Smaltimento dei rifiuti 1/2

Definizione di smaltimento Ogni operazione finalizzata a sottrarre definitivamente una sostanza, un

materiale o un oggetto dal circuito economico e/o di raccolta e, in particolare, le operazioni previste dall’allegato B

Lo smaltimento dei rifiuti è effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce fase residuale della gestione, previa verifica da parte della competente autorità dell’impossibilità tecnica ed economica di esperire le operazioni di recupero.

A tal fine, la predetta verifica concerne la disponibilità di tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide nell’ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purché vi si possa accedere a condizioni ragionevoli.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 182

Smaltimento dei rifiuti 2/2

Lo smaltimento deve essere attuato mediante il ricorso ad una rete integrata ed adeguata di impianti, al fine di:

a) realizzare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ATO

b) permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati

c) utilizzare i metodi e le tecnologie più idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica.

E’ vietato smaltire rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle ove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali…. Sono esclusi dal divieto le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinate al recupero per le quali è sempre permessa la libera circolazione sul territorio nazionale al fine di favorire quanto più possibile il loro recupero, privilegiando il concetto di prossimità degli impianti.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 184

Classificazione dei rifiuti 1/3

I rifiuti sono classificati:

secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali

secondo le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 184

Classificazione dei rifiuti 2/3

Sono rifiuti urbani:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione

b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell’articolo 198, comma 2, lett. g)

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o

sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti

da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ARTT. 181 e 183

Classificazione dei rifiuti 3/3

Sono rifiuti speciali:

a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti

pericolosi che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall’art.186

c) i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 185, comma 1, lettera i)

d) i rifiuti da lavorazioni artigianali e) i rifiuti da attività commercialif) i rifiuti da attività di servizio g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti

dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi

h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro partim) il combustibile derivato da rifiutin) i rifiuti derivanti dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi

urbani

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 195

Assimilazione

Art. 195 competenze dello Stato

co.2…., spettano allo Stato:

e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, derivanti da enti e imprese esercitate su aree con superficie non superiore ai 150 metri quadri nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, o superficie non superiore a 250 metri quadri nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000.Non possono essere di norma assimilati ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico.

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 ART. 198

Competenze dei Comuni

1. I comuni concorrono nell’ambito delle attività svolte a livello degli ambiti territoriali ottimali di cui all’art.200 e con le modalità ivi previste, alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati *. Sino all’inizio delle attività del soggetto aggiudicatario della gara ad evidenza pubblica indetta dall’autorità d’ambito ai sensi dell’art.202, i comuni continuano la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa nelle forme di cui all’art.113, co.5, del D. Lgs.267/2000.

2. I Comuni concorrono a disciplinare** la gestione dei rifiuti urbani con appositi regolamenti che, nel rispetto dei principi di trasparenza, efficienza ed economicità e in coerenza con i piani di ambito adottati ai sensi dell’art.201, comma3, stabiliscono in particolare:

………………….. g) l’assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti

urbani, secondo i criteri di cui all’art.195, co.2 lett.e) ferme restando le definizioni di cui all’art.184, co.2 lett.c) e d).

* i comuni effettuano la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa …. (D.Lgs.22/97)

** disciplinano…. (D.Lgs.22/97)

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

CAPO IIIServizio di gestione integrata dei rifiuti

art.199 piani regionali

art.200 organizzazione territoriale del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani

art.201 disciplina del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani

art.202 affidamento del servizio

art.203 schema tipo di contratto di servizio

art.204 gestioni esistenti

art.205 misure per incrementare la raccolta differenziata

art.206 accordi, contratti di programma, incentivi

Art.207 Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti

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D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006

CHI COSA QUANDOnon previsto

definisce modalità e termini per le gare non previstodelimitano nel Piano gli ATO, sentiti EE.LL., cui comunicano delimitazione

entro 6 mesi dall’entrata in vigore

disciplinano forme e modi di cooperazione tra EE.LL. per costituire Autorità di ambito

entro 6 mesi dall’entrata in vigore

adottano schema di contratto di servizio, sulla base dei criteri e indirizzi dello Stato

non previsto

PROVINCE --- ---COMUNI possono fare osservazioni e richieste

modifiche alle delimitazionientro 30 giorni dalla comunicazione

AUTORITA’ di AMBITO adottano piano di ambito non previstoaggiudicano il servizio di gestione integrata tramite gara, disponendo i nuovi affidamenti

entro 9 mesi dall’entrata in vigore

PRESIDENTE GIUNTA REGIONALE

interviene esercitando poteri sostitutivi (nomina di Commissario ad acta) nei confronti dell’Autorità di ambito per espletare le procedure di affidamento

entro 45 giorni oltre termini per le procedure di affidamento (9 mesi)

MINISTERO interviene qualora il commissario regionale non provveda

oltre 45 giorni oltre termini per le procedure di affidamento (9 mesi)

poteri sostitutivi

Decreto legislativo 152/ 2006 - servizio di gestione rifiuti urbani

STATO elabora linee guida per delimitare ATO

REGIONI

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D.Lgs. 22 del 5 febbraio 1997 (già abrogato)

CHI COSA QUANDOSTATO --- ---

delimitano, in deroga all’ambito provinciale, gli ambiti territoriali per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati

non previsto

definiscono le forme ed i modi della cooperazione tra EE. LL. ricadenti nello stesso ATO

non previsto

assicurano una gestione unitaria dei rifiuti urbani

Non previsto

predispongono piani di gestione dei rifiuti, sentiti i Comuni

(di solito previsto nelle LR)

coordinano forme e modi della cooperazione tra EE. LL. dello stesso ATO

entro 12 mesi dall’entrata in vigore

COMUNI

ATO --- ---

REGIONI provvedono in sostituzione degli enti inadempienti

oltre i termini previsti poteri sostitutivi

Decreto legislativo 22/ 97 - servizio gestione rifiuti urbani

REGIONI

PROVINCE

organizzano la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza,

entro 6 mesi dalla delimitazione dell’ATO

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