· Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e...

43
L’Accademia Italiana di Economia Aziendale e i docenti romani a confronto: un percorso comune per la formazione di Lucia Biondi, Lidia D’Alessio, Umberto Francese e Carmela Gulluscio 1. Introduzione 1.1. L’obiettivo della ricerca, la metodologia e i risultati attesi Il presente contributo illustra i risultati di una ricerca storica avente ad oggetto due istituzioni di particolare rilevanza per gli studiosi di discipline aziendalistiche: l’Accademia Italiana di Economia Aziendale (di seguito AIDEA o semplicemente Accademia) e la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Sapienza di Roma. L’obiettivo del lavoro è verificare se, come accade al giorno d’oggi, già dalle loro origini queste due realtà presentavano dei punti di contatto e in che misura e, in particolare, se i docenti romani del XIX e XX secolo fossero membri di quella che sarebbe diventata l’AIDEA. Tale assunto è stato posto come ipotesi di partenza del presente lavoro. Il motivo principale per cui è stato deciso di procedere ad uno studio comparato tra l’AIDEA (che era originariamente un'entità operante a Bologna e dintorni) e la Facoltà di Economia di Roma, ossia tra due istituzioni piuttosto lontane tra di loro da un punto di vista geografico, è ascrivibile al tentativo di individuare l'influenza che la prima ha esercitato, nel corso del tempo, su contesti professionali e accademici di tipo non solo locale e, in sostanza, verificare quando l'Accademia è passata da istituzione a carattere prettamente territoriale ad associazione di rilevanza nazionale. L’ idea dell’indagine in oggetto nasce dal fatto che proprio quest’anno, nel 2013, ricorre il bicentenario della fondazione dell’Accademia e, pertanto, in quest’occasione si è ritenuto opportuno portare alla luce alcuni importanti aspetti legati alla vita di questa secolare istituzione. Con riferimento alla metodologia seguita, la ricerca è stata condotta in prima battuta attraverso il ricorso a fonti di primo livello, ossia mediante un’analisi storica dei documenti contenuti nei principali archivi relativi alle suddette istituzioni. Inizialmente, sono stati individuati e consultati gli annuari esistenti, a partire dalle origini fino alla fine del Novecento, L’idea del paper e le ricerche bibliografiche sono frutto del lavoro comune degli autori. I paragrafi sono specificamente attribuibili ai seguenti autori: 1.1, 2.2 e 3.2 a Lucia Biondi; 4 a Lidia D’Alessio; 3.1 e 3.3 a Umberto Francese; 1.2, 2.1 e 2.3 a Carmela Gulluscio.

Transcript of  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e...

Page 1:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

L’Accademia Italiana di Economia Aziendale e i docenti romani a confronto: un percorso comune per la formazione

di Lucia Biondi, Lidia D’Alessio, Umberto Francese e Carmela Gulluscio

1. Introduzione

1.1. L’obiettivo della ricerca, la metodologia e i risultati attesi

Il presente contributo illustra i risultati di una ricerca storica avente ad oggetto due istituzioni di particolare rilevanza per gli studiosi di discipline aziendalistiche: l’Accademia Italiana di Economia Aziendale (di seguito AIDEA o semplicemente Accademia) e la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Sapienza di Roma.

L’obiettivo del lavoro è verificare se, come accade al giorno d’oggi, già dalle loro origini queste due realtà presentavano dei punti di contatto e in che misura e, in particolare, se i docenti romani del XIX e XX secolo fossero membri di quella che sarebbe diventata l’AIDEA. Tale assunto è stato posto come ipotesi di partenza del presente lavoro. Il motivo principale per cui è stato deciso di procedere ad uno studio comparato tra l’AIDEA (che era originariamente un'entità operante a Bologna e dintorni) e la Facoltà di Economia di Roma, ossia tra due istituzioni piuttosto lontane tra di loro da un punto di vista geografico, è ascrivibile al tentativo di individuare l'influenza che la prima ha esercitato, nel corso del tempo, su contesti professionali e accademici di tipo non solo locale e, in sostanza, verificare quando l'Accademia è passata da istituzione a carattere prettamente territoriale ad associazione di rilevanza nazionale.

L’idea dell’indagine in oggetto nasce dal fatto che proprio quest’anno, nel 2013, ricorre il bicentenario della fondazione dell’Accademia e, pertanto, in quest’occasione si è ritenuto opportuno portare alla luce alcuni importanti aspetti legati alla vita di questa secolare istituzione.

Con riferimento alla metodologia seguita, la ricerca è stata condotta in prima battuta attraverso il ricorso a fonti di primo livello, ossia mediante un’analisi storica dei documenti contenuti nei principali archivi relativi alle suddette istituzioni.

Inizialmente, sono stati individuati e consultati gli annuari esistenti, a partire dalle origini fino alla fine del Novecento, di quella che sarebbe diventata l’attuale Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Sapienza di Roma al fine di identificare quali insegnamenti e, conseguentemente, quali docenti potessero essere ricondotti nell’ambito delle discipline economico-aziendali. Successivamente, è stata consultata la documentazione presente nell’archivio dell’attuale sede AIDEA a Bologna, al fine di riscontrare la presenza, negli elenchi dei soci o in altra documentazione ufficiale o ufficiosa, dei docenti precedentemente individuati.

I risultati di questa prima fase di indagine sembrano confutare l’ipotesi di partenza. Originariamente le due istituzioni, per i motivi che verranno di seguito illustrati, non presentavano punti di contatto se non sporadici. Solo in epoca successiva si è assistito ad un avvicinamento delle due realtà per giungere infine, ai giorni nostri, ad uno stretto rapporto di scambio scientifico e didattico tra le stesse.

Pertanto, sulla base dei risultati emersi nella prima fase, l’indagine è proseguita con uno studio dei documenti d’archivio e della bibliografia di secondo livello relativi alle due suddette realtà, al fine di analizzare la loro evoluzione nel tempo e di spiegare le ragioni per le quali esse sono state contraddistinte da un così limitato collegamento reciproco. A tal fine è stato utilizzato lo schema per l’inquadramento sistemico delle ricerche di storia della ragioneria proposto da Antonio Amaduzzi1, il quale prevede che ogni indagine storica nel nostro ambito scientifico-disciplinare analizzi una serie di aspetti che verranno descritti nel successivo paragrafo. L’idea del paper e le ricerche bibliografiche sono frutto del lavoro comune degli autori. I paragrafi sono specificamente attribuibili ai seguenti autori: 1.1, 2.2 e 3.2 a Lucia Biondi; 4 a Lidia D’Alessio; 3.1 e 3.3 a Umberto Francese; 1.2, 2.1 e 2.3 a Carmela Gulluscio.1 A. Amaduzzi, Percorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni , Giuffrè, Milano, 2004.

Page 2:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

In tal modo, nel presente scritto si cerca di individuare il momento in cui l’Accademia ha iniziato a diventare un effettivo punto d'incontro e di riferimento degli studiosi di discipline aziendalistiche dell'intera penisola.

1.2. Il contesto di riferimento

Come è stato in precedenza accennato, il presente contributo impiega lo schema per l’inquadramento sistemico delle ricerche di storia della ragioneria proposto da Antonio Amaduzzi. Questo schema metodologico prevede di analizzare i seguenti aspetti:

1) il periodo storico analizzato, che viene a sua volta diviso in alcuni sotto-periodi significativi;2) l’ambiente socio-economico dell’epoca oggetto di analisi;3) le tipologie di azienda che operavano nel periodo;4) la presenza (o l’assenza) di una teoria formale relativa all’azienda;5) lo stato della tecnica e della teoria contabile e i loro mutamenti nel periodo oggetto di

indagine;6) le modalità con cui i futuri professionisti contabili si preparavano all’esercizio delle loro

mansioni professionali;7) l’evoluzione della professione contabile nel corso del tempo.

L’analisi di contesto si concentra pertanto su alcuni aspetti disciplinari capaci di descrivere il ruolo svolto, nel corso del tempo, dalla formazione (e quindi dagli insegnamenti universitari di area ragioneristica ed economico-aziendale). In tal modo si tenta di indagare le occasioni di incontri tra l’Accademia e l’Università in una chiave di lettura prettamente (ma non esclusivamente) didattica e finalizzata alla formazione del professionista-aziendalista.

In base alla periodizzazione proposta da Antonio Amaduzzi2, la presente indagine abbraccia il periodo che va dalla redazione delle prime opere sistematiche di ragioneria all’epoca attuale. Più nello specifico, il periodo storico oggetto di analisi in questo contributo va dall’istituzione dell’Accademia dei Logismofili (nel 1813) fino ai nostri giorni (il 2013, anno del bicentenario). In tal modo è possibile analizzare la vita non solo della suddetta Accademia, ma anche dell’istituzione universitaria romana.

Prendendo poi a riferimento principale dell’indagine l’Accademia, il periodo storico analizzato viene a sua volta suddiviso in alcuni sotto-periodi, rappresentativi delle principali fasi evolutive che questa istituzione ha vissuto, specialmente in riferimento ai suoi rapporti con l’Università. A tal proposito si rimanda a quanto riportato nel paragrafo dedicato alla storia dell’Accademia.

Anche la vita dell’istituzione universitaria romana può essere articolata in sottoperiodi. Si rimanda, pertanto, al paragrafo che ne delinea la storia.

2 Antonio Amaduzzi ha proposto la seguente periodizzazione degli studi storici:1) periodo delle opere frammentarie e isolate in materia contabile, che va dai contributi di Cotrugli e Pacioli (nel

XV secolo) all’inizio del XIX secolo, quando vennero proposte le prime spiegazioni logiche dei conti (1450-1800);

2) periodo delle prime opere sistematiche, che ha inizio proprio con l’istituzione dell’Accademia dei Ragionieri di Bologna, oggetto di indagine in questo studio, e che si conclude con l’Unità d’Italia, quando Francesco Villa propose per la prima volta una dottrina sull’amministrazione collegata al concetto di contabilità (1800-1870);

3) periodo della formulazione delle teorie generali di Ragioneria, che includono la teoria personalistica di Cerboni e la teoria del valore di Besta (1870-1920);

4) periodo di formalizzazione della “nuova” disciplina, nota con il nome di Economia Aziendale. La persona-chiave di questo periodo è Zappa. Tra le sue più importanti teorizzazioni va ricordato il concetto di impresa, considerato come una tipologia di azienda (1920-1950);

5) periodo di specializzazione e moltiplicazione delle nostre discipline, con una perdita di importanza degli aspetti contabili a vantaggio di un maggiore focus sulla teoria aziendale (1950-1980);

6) periodo attuale, «alla ricerca dell’identità smarrita dall’economista aziendale, dal dottore commercialista e dal ragioniere».

Cfr. A. Amaduzzi, Percorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004, pp. 308-309.

Page 3:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Nel periodo analizzato si verifica un cambiamento di grande importanza nell’assetto economico del nostro Paese e, conseguentemente, nelle tipologie di azienda utilizzate per il soddisfacimento dei bisogni umani. Infatti, accanto alla classica economia di consumo, si sviluppa la grande economia di produzione, la quale necessita di ingenti quantità di fattori produttivi a medio-lungo ciclo di utilizzo e, conseguentemente, dell’investimento di notevoli capitali fissi. È in questo contesto di cambiamento dell’economia che si sviluppa il concetto di azienda, teorizzato pioneristicamente da Francesco Villa e successivamente ripreso e perfezionato da altri studiosi delle discipline aziendalistiche, tra i quali un ruolo prioritario è stato rivestito da Giuseppe Cerboni e Fabio Besta3. Dopo la nascita delle prime aziende (intese in senso moderno) si è assistito a una differenziazione delle dimensioni aziendali e all’accresciuta importanza di una particolare tipologia di azienda: l’impresa.

In riferimento allo stato della tecnica e della teoria contabile nel periodo analizzato, l’orizzonte temporale che va da inizio ’800 ai giorni nostri è stato particolarmente ricco di eventi e mutamenti. Tra la seconda metà del XIX secolo e l’inizio del XX le nostre discipline hanno subito una profonda evoluzione i cui passaggi fondamentali hanno comportato il loro progressivo arricchimento, trasformando la Ragioneria da procedura a tecnica, da tecnica a dottrina, da dottrina a branca specialistica e, infine, da branca specialistica a vera e propria disciplina scientifica4.

In riferimento alle modalità con cui i futuri professionisti contabili si preparavano all’esercizio delle proprie mansioni professionali, è necessario fare riferimento alla loro formazione tecnico-scientifica. L’inserimento delle discipline inquadrabili nel contesto della Ragioneria e dell’Economia Aziendale nella complessa offerta formativa delle università italiane è un fenomeno piuttosto recente. Infatti, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’insegnamento della Ragioneria ha iniziato a trovare evidenza nei corsi universitari con alterne vicende che ne hanno influenzato i contenuti nel corso del tempo. Alcuni insegnamenti di tipo ragioneristico erano già presenti nella prima metà del XIX secolo presso le facoltà di Giurisprudenza avendo per oggetto, essenzialmente, tematiche di Contabilità di Stato. Questi insegnamenti, invero, non erano ancora molto diffusi presso gli atenei della penisola italiana e ancora non avevano trovato piena identità culturale e scientifica.

Le prime cattedre “italiane” di Contabilità di Stato vennero attivate nel Regno Lombardo-Veneto, sotto la dominazione asburgica, attraverso un concorso indetto nel 1838. Esse furono istituite presso le Facoltà di Giurisprudenza delle Università di Pavia e Padova. Tuttavia, non molto tempo dopo, vennero soppresse: la cattedra di Pavia venne trasferita presso la Regia Accademia Scientifico-Letteraria di Milano nel 1859 e poi disattivata nel 1862 (sebbene l’insegnamento abbia continuato a essere impartito, ancora per pochi anni, presso un istituto tecnico di Milano); quella di Padova venne disattivata nel 1866 e successivamente riattivata nel 1877, per poi essere soppressa nel 1894 a seguito della morte del suo titolare.

La pressoché totale assenza delle nostre discipline nel contesto accademico italiano dell’epoca può apparire strana, oggigiorno, soprattutto considerando che la nostra penisola è considerata la patria delle rilevazioni contabili in partita doppia. Nonostante questo primato, l’introduzione delle prime cattedre di contabilità (si trattava, in particolare, di insegnamenti relativi alla contabilità di Stato) sul territorio italiano fu determinata da “forze esterne”, ossia dall’influenza esercitata dai dominatori austriaci, che già da tempo avevano sviluppato una profonda sensibilità in quest’ambito5.

3 A. Amaduzzi, Percorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni , Giuffrè, Milano, 2004, pp. 312-313.4 A. Canziani, La Ragioneria italiana. 1841 - 1922 da tecnica a scienza, Paper n. 63 del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Brescia, 2007, p. 24.5 La situazione della Ragioneria “privata” era all’epoca piuttosto diversa da quella della Ragioneria “pubblica”. «Per quanto riguarda quest’ultima, gli sviluppi teorico-pratici del <metodo italiano> di scrittura doppia risultarono accentuati in Gran Bretagna (1584), Francia (Sully, 1596, e poi Colbert, 1661), Olanda (1607-1609), mentre l’Italia ―dice la letteratura― ne proseguiva (ab antiquo?) l’applicazione empirica, in Sicilia con i Tesorieri Generali (dai secoli XIV-XV), a Firenze con Pier Soderini (1510), a Venezia con i Razonati (sistematicamente dopo il 1540)». A. Canziani, La

Page 4:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

In Europa, i primi esempi di insegnamenti universitari riconducibili alle nostre discipline possono essere individuati nei Paesi di lingua tedesca in cui, verso la fine del XVIII secolo, si diffusero le “scienze camerali” (Kameralwissenschaften). Si trattava di insegnamenti concernenti tematiche di carattere economico, politico e amministrativo principalmente volti a formare i funzionari delle amministrazioni pubbliche6. Queste discipline miravano a soddisfare le esigenze degli Stati assoluti nei quali, accanto alle tipiche funzioni di difesa dell’ordine pubblico, venivano svolte anche attività produttive (manifatturiere, agricole, ecc.).

Le dottrine camerali si incentravano sullo Stato e sul suo benessere, per garantire il quale assumeva rilevante importanza il reperimento e la corretta gestione delle fonti di entrata da destinare al soddisfacimento dei bisogni pubblici. Tali materie erano tipicamente oggetto di insegnamento presso le Facoltà Giuridiche7.

Con la Rivoluzione Francese e la formazione degli Stati liberali, le discipline camerali persero progressivamente la loro importanza8.

Tra il XIX e il XX secolo, nei Paesi di lingua tedesca si avvertiva in maniera ancor più forte l’esigenza di formare in modo adeguato gli operatori aziendali. Già agli inizi del XIX secolo vennero fondate le prime Realschulen, scuole pubbliche presso le quali venivano insegnate alcune discipline di area “commerciale”. Sempre nel corso del XIX secolo furono create alcune scuole superiori di commercio (Handelshochschulen), in cui trovarono posto discipline di stampo “aziendale”. Si ricorda, a tal proposito, che nel 1831 venne fondato l’Istituto Pubblico di Commercio di Lipsia, sostenuto dalle corporazioni mercantili. Successivamente, la formazione tecnico-professionale venne impartita attraverso le scuole superiori di commercio. Nel 1898 furono istituite le prime scuole di questo tipo a Vienna, Lipsia, St. Gallen e Aquisgrana seguite, nel 1901, da quelle di Colonia e Francoforte sul Meno, dalla scuola di Berlino nel 1906, da quelle di Mannheim e Monaco di Baviera nel 1910, di Königsberg e Norimberga nel 19199.

L’istituzione delle scuole superiori di commercio in varie nazioni europee testimonia la diffusa necessità di creare percorsi professionalizzanti volti a creare adeguate competenze per operare con successo non solo negli scambi commerciali nazionali, ma anche in quelli internazionali, che in quegli anni si stavano fortemente espandendo. Tali scuole, inoltre, fornivano utili insegnamenti ai futuri funzionari pubblici.

Ragioneria italiana. 1841 - 1922 da tecnica a scienza, Paper n. 63 del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Brescia, 2007, p. 7.6 P.E. Cassandro, Disegno storico delle dottrine economico-aziendali tedesche, Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, n. 4, 1937; E. Gutenberg, Einführung in die Betriebswirtschaftslehre, Betriebswirtschaftlicher Verlag Dr. Th. Gabler, Wiesbaden, 1958.7 Nel 1727, un editto del re di Prussia, Federico Guglielmo I, istituì le prime due cattedre universitarie di scienze camerali, rispettivamente a Halle e Francoforte sull’Oder, sotto il nome di “Ökonomie-, Polizei- und Kameralwissenschaft”. H. Waldeyer, Zur Entstehung der Realschulen in Preußen im 18. Jahrhundert bis zu den dreißiger Jahren des 19. Jahrhunderts, in: K. L. Hartmann, F. Nyssen and H. Waldeyer, Schule und Staat im 18. und 19. Jahrhundert, Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1974.La denominazione di questo insegnamento lascia intendere i tre elementi chiave su cui si fondava:

a) l’economia, volta a garantire il benessere dei sudditi;b) la polizia, chiamata a intervenire per garantire l’ordine interno alla collettività di riferimento, in modo da

consentire il raggiungimento del benessere;c) la scienza camerale, incentrata sui problemi connessi al reperimento delle fonti per la spesa pubblica

(attraverso l’imposizione fiscale) e la scienza delle finanze.8 Le cause del declino delle discipline camerali sono state oggetto di vari studi. A tal proposito è stato scritto: «Secondo il Weber le cause di questa decadenza [...] sono di natura diversa e dipendono: dal comportamento negativo di attesa degli studiosi di problemi economici; dalle trasformazioni organizzative e didattiche avvenute nelle istituzioni scolastiche commerciali; infine, dall’evoluzione delle scienze camerali nell’unica direzione dell’economia politica». R . Ferraris Franceschi, L'indagine metodologica in economia aziendale, Giuffrè, Milano, 1978, p. 13.9 G. Wöhe, Einführung in die Allgemeine Betriebswirtschaftslehre, Vahlen, München, 2002.Ancor prima, si ricorda nel 1820 la fondazione della Scuola di Commercio di Parigi e, nel 1852, della Scuola Superiore di Commercio di Anversa.

Page 5:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Anche l’Italia, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, fu coinvolta da questo fenomeno: nel 1869 venne fondata la Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia, nel 1870 la Regia Scuola Superiore Navale di Genova, seguita dalla scuola di Bari, diventata Scuola Superiore di Commercio nel 1886. Si ricorda, inoltre, la fondazione della Scuola Diplomatica Coloniale di Roma, oggetto di analisi in questo contributo, il cui primo nucleo autonomo risale al 1901. Non bisogna dimenticare, inoltre, la fondazione dell’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano nel 1902, che rappresentò una vera e propria innovazione nel campo degli studi economici, essendo strutturata come un politecnico commerciale10.

L’ultimo aspetto da analizzare riguarda l’evoluzione della professione contabile nel corso del tempo. A tal proposito il ruolo dell’Università e, soprattutto, dell’Accademia è stato prioritario.

L’istituzione di un sistema di formazione superiore volto a creare figure professionali abilitate a operare in ambito economico-contabile (nello specifico si fa riferimento ai ragionieri e ai dottori in scienze economiche e commerciali) è stato oggetto di ampi dibattiti. Parimenti è stato dibattuto il tema della loro tutela professionale. Tra i soggetti più attivi in questo dibattito è di certo da ricordare l’Accademia dei Ragionieri oggetto di analisi in questo contributo, originariamente denominata Accademia dei Logismofili. Essa, infatti, ha promosso vari studi in materia e ha esercitato rilevanti pressioni per ottenere una regolamentazione normativa finalizzata non solo alla creazione di istituzioni volte a garantire un’adeguata formazione, ma anche a promuovere la qualità della professione contabile. A tal proposito si rimanda a quanto è stato scritto nel paragrafo dedicato a tale Accademia.

2. La Facoltà di Economia dell’Università di Roma

2.1. Breve storia della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Sapienza di Roma

Concentrando l’attenzione, nello specifico, sulla situazione romana, si ritiene opportuno delineare la storia dell’istituzione che, nel tempo, ha accolto studi di tipo “commerciale”11 e che, a seguito di numerose riforme e trasformazioni, ha dato origine all’attuale Facoltà di Economia dell’Università Sapienza12.

Un primo nucleo formativo di contenuti ragioneristici risale al 1878, anno in cui venne fondata la Scuola Economico-Amministrativa che operava all’interno della Facoltà Giuridica. Dopo essere stata trasformata in un Corso complementare di scienze economiche, il Regio Decreto 5 dicembre 1901 modificò nuovamente la forma di questa istituzione, dando origine alla Scuola Diplomatica Coloniale di Roma. Essa aveva il principale scopo di preparare i funzionari pubblici, con particolare attenzione a quelli che avrebbero intrapreso una carriera alle dipendenze del Ministero degli Affari

10 R. Cagiano De Avezedo (a cura di), La Facoltà di Economia. Cento anni di storia. 1906-2006, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006.11 Cfr. R. Cagiano De Avezedo (a cura di), La Facoltà di Economia. Cento anni di storia. 1906-2006, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006.12 In realtà, all’epoca, si era soliti chiamare questa istituzione semplicemente “Università di Roma”. Infatti, diversamente da oggi, non c’erano altri atenei romani, per cui non era necessario fare delle distinzioni. Tuttavia, bisogna ricordare che l’appellativo di “Sapienza” era usato già da diversi secoli per contraddistinguere l’Ateneo romano. Infatti, già tra il XII e il XVI secolo molte istituzioni di formazione europee venivano contraddistinte dal titolo “Sapientia” o “Casa della Sapientia”. Nel 1303 papa Bonifacio VIII istituì l’Ateneo romano attribuendogli il nome di Studium Urbis. Ma già nella seconda metà del 1400 questa istituzione veniva spesso indicata con il nome “Sapientia”.Nel 1632 le venne ufficialmente attribuita la denominazione di “Studium Urbis Sapientae”.Successivamente, per un lungo periodo, il termine “Sapientae” non venne adottato nella prassi. Esso fu ufficialmente reintrodotto nel 1982, quando l’Ateneo capitolino assunse il nome di “Università degli Studi di Roma La Sapienza”.Nel 2006 venne recepita la consuetudine di denominare l’istituzione semplicemente “Sapienza”. In quell’anno, infatti, il logo dell’Università venne modificato ed entrò in uso il nuovo nome di “Sapienza - Università di Roma”. Questa nuova denominazione è stata accolta dallo Statuto del 2010, nel quale si precisa che il nome esteso dell’istituzione è “Sapienza Università di Roma”, mentre il nome abbreviato è semplicemente “Sapienza”. Cfr. http://www.uniroma1.it/ateneo/chi-siamo/il-nome-sapienza

Page 6:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Esteri; infatti questa scuola era particolarmente orientata al commercio estero e coloniale, senza trascurare le altre figure professionali legate alle attività caratteristiche del commercio.

Tale scuola venne soppressa nel 1905, a seguito della sua annessione alla Facoltà Giuridica della Regia Università di Roma. Poco più tardi gli studi commerciali trovarono una nuova sede in Roma. Infatti il Regio Decreto 5 novembre 1906 n. 591 diede vita all’Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali ed Attuariali, formato dalle seguenti sezioni:

una sezione media (costituita dalla pregressa Scuola Media di Studi Applicati di Commercio);

una sezione superiore articolata nelle seguenti tre scuole: la Scuola Superiore di Matematica Finanziaria e Attuariale; la Scuola Superiore Coloniale; la Scuola Superiore di Commercio e Merceologia.

Il presente contributo si concentra su quest’ultima, la quale aveva l’obiettivo di preparare gli allievi allo svolgimento di attività di gestione, amministrazione e direzione presso aziende industriali, commerciali e pubbliche amministrazioni. Al termine del ciclo di studi, di durata quadriennale, veniva assegnato il titolo di “Dottore in scienze applicate al commercio”.

Nel 1908 l’Istituto venne riformato e sottoposto al controllo del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio. Il suo nome venne modificato in Regio Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali e Attuariali e le tre scuole che lo componevano vennero trasformate in facoltà:

a) la Facoltà di Matematica Finanziaria e Attuariale;b) la Facoltà di Scienze Politiche e Coloniali;c) la Facoltà di Commercio13.

Nel 1911 l’Istituto venne di nuovo trasformato, acquisendo la denominazione di Regio Istituto Superiore di Studi Commerciali ed Amministrativi.

Nel 1919 una nuova modifica gli attribuì il nome di Regio Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali.

Nel 1935 esso acquisì la denominazione di Facoltà di Economia e Commercio, per poi divenire, nel 1996, l’attuale Facoltà di Economia.

La storia di questa istituzione presenta importanti punti di contatto con quella dell’Accademia. Si ricorda, a tal proposito, che nel 1906, anno di fondazione dell’Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali ed Attuariali di Roma, fu promulgata una legge volta a disciplinare l’esercizio della professione di ragioniere. Questa legge si prefissava l’obiettivo di colmare alcune lacune della legislazione post-unitaria, la quale attribuiva al diploma della sezione di ragioneria e commercio degli istituti tecnici la funzione di abilitare all’esercizio della professione di ragioniere trascurando, però, di regolamentare la posizione di coloro i quali avevano conseguito l’abilitazione in epoca pre-unitaria. Questi ultimi, anziché dagli istituti tecnici, avevano ricevuto il loro titolo professionale abilitante dalle accademie e dai collegi dei ragionieri.

Come è stato in precedenza accennato, a seguito dell’Unità d’Italia le accademie dei ragionieri e le istituzioni scolastiche e universitarie risultarono coinvolti da vicende comuni. Si pensi, per esempio, al problema del riconoscimento del ruolo professionale del ragioniere e a quello dell’accoglimento delle discipline ragioneristiche ed economico-aziendali nel mondo scolastico e accademico, ampiamente dibattuti in varie sedi, anche dalle accademie locali e nei congressi nazionali dei ragionieri.

In sintesi, la vita dell’istituzione universitaria romana può essere articolata nelle seguenti fasi:- un primo periodo “informale”, nel quale i corsi venivano impartiti all’interno della

Facoltà giuridica (orientativamente tra il 1878 e il 1901);- un secondo periodo, in cui i corsi erano organizzati all’interno di una scuola superiore

(tra il 1901 e il 1935);

13 In riferimento a quest’ultima facoltà, oggetto di analisi nel presente studio, la durata del corso era pari a tre anni.

Page 7:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

- un terzo periodo, nel quale i corsi di natura ragioneristica ed economico-aziendale sono stati erogati all’interno di una vera e propria facoltà universitaria (dal 1935 in poi).

2.2 La documentazione analizzata

L’analisi ha avuto inizio con l’individuazione della documentazione esistente negli archivi romani a partire dall’anno a cui risale il primo nucleo formativo dell’Istituzione, il 1878. A tal fine, è stato condotto un primo esame attraverso i principali motori di ricerca di fonti bibliografiche, e in particolare attraverso il catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (OPAC SBN14) gestito dall’Istituto Centrate per il Catalogo Unico (ICCU) e poi, più nello specifico, attraverso Sebina OPAC15, il catalogo collettivo dell’Università Sapienza. Da un’accurata ricerca, utilizzando le diverse denominazioni che l’Istituto ha assunto nel corso del tempo, è emerso che, sebbene le origini dell’Istituzione siano ben più datate, i primi annuari esistenti sono quelli del Regio Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali ed Attuariali e risalgono al 1907.

Fino ad oggi non è stata trovata traccia di documentazione antecedente a questa data. Probabilmente ciò deriva dal fatto che, all’epoca, la Scuola Economico-Amministrativa, prima, e la Scuola Diplomatica Coloniale di Roma, poi, operavano all’interno della Facoltà Giuridica, e verosimilmente talune informazioni potrebbero essere contenute in forma aggregata negli annuari della Regia Università di Roma, che allo stato attuale non sono stati ancora interamente consultati.

La ricerca, pertanto, in questa fase preliminare, è stata limitata al XX secolo. La maggior parte degli annuari esistenti è presente presso la Biblioteca Generale Enrico Barone della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Roma Sapienza (le copie di alcuni anni sono disponibili anche in altre biblioteche romane, quali la Biblioteca Interdipartimentale di Scienze Giuridiche, istituto di Filosofia del Diritto “Giorgio Del Vecchio” nonché la Biblioteca Centrale Nazionale di Roma). Alcune annate risultano presenti in biblioteche non romane (ad esempio l’annuario relativo all’anno accademico 1921-1922 è stato reperito alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), ma nel complesso dall’indagine effettuata risultano mancanti alcuni anni (dal 1911 al 1913, dal 1926 al 1929, dal 1933 al 1936, dal 1941 al 1943, dal 1944 al 1948, dal 1951 al 1953).

L’assenza di tali documenti può essere imputata a diverse cause: alla necessità di una più approfondita indagine da dover ancora effettuare, ad uno smarrimento nel tempo di questi stessi documenti, oppure, più verosimilmente e per gli anni relativi alle guerre mondiali, è ragionevole ipotizzare che questi annuari non siano stati affatto stampati. L’indagine sconta pertanto delle lacune dovute alla carenza di alcune informazioni.

Tuttavia l’abbondante documentazione consultata ha consentito di fornire un quadro abbastanza esaustivo sia delle discipline economico-aziendali che hanno caratterizzato i corsi universitari nel periodo di indagine sia dei docenti che nello stesso tempo si sono succeduti. Le informazioni rintracciate hanno riguardato:

- gli statuti e i regolamenti dell’Istituzione universitaria;- l’ordinamento didattico/il piano di studi;- gli insegnamenti attivi;- i docenti titolari dei corsi di insegnamento;- i programmi dei corsi;- le altre informazioni risultate disponibili sui corsi (ad es. obbligatorietà/facoltatività

dell’insegnamento, tipologia di esami, statistiche sugli studenti, ecc.).

Con riferimento agli insegnamenti, sicuramente riconducibile al settore scientifico-disciplinare economico-aziendale è la cattedra di Ragioneria e Computisteria che ha assunto un ruolo importante negli studi universitari. Negli anni successivi tale disciplina accademica ha assunto la denominazione di Ragioneria Generale ed Applicata.

14 www.sbn.it15 http://w3.uniroma1.it/biblioteche/

Page 8:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Tra i docenti titolari di questo insegnamento, nel tempo figurano diversi nomi, alcuni dei quali illustri. Tra essi si ricordano nell’ordine:

- Vittorio Alfieri;- Vincenzo Vianello;- Francesco Della Penna;- Pietro Giovannini;- Pietro Onida;- Teodoro D'Ippolito;- Aldo Amaduzzi;- Paolo Emilio Cassandro.

All’ambito delle discipline economico-aziendali sono riconducibili anche alcuni insegnamenti che successivamente sono risultati afferenti al settore bancario. In particolare, presso l’Università di Roma ha assunto grande rilevanza l’insegnamento di Banco Modello che in seguito è stato denominato Tecnica commerciale, industriale, bancaria e professionale. Tra i titolari di tale cattedra si ricordano:

- Silvio Serafini;- Tito Molinari;- Pasquale D’Angelo;- Nicola Garrone.

Su alcuni di questi docenti verranno formulate alcune considerazioni nel sottoparagrafo successivo.

Tra gli altri insegnamenti attivati presso l’Ateneo romano e riconducibili all’area economico-aziendale sono da considerare i diversi corsi di Contabilità di Stato la cui denominazione e collocazione curriculare hanno subito nel tempo e secondo i percorsi formativi accademici numerose variazioni (ad es. Contabilità di Stato e Diritto finanziario, Contabilità Generale dello Stato ed altre denominazioni similari). Tra i titolari di queste cattedre comunque appartenenti all'area economico-aziendale si ricordano, in particolare:

- Carlo Ghidiglia;- Ugo Monetti;- Angelo Riera.

L’analisi effettuata ha, quindi, permesso di individuare i nominativi dei docenti afferenti all'Ateneo romano e di cercare successivamente tracce della loro eventuale attività presso l'Accademia. Per taluni di questi, sono stati reperiti materiali didattici a supporto dei corsi, tra cui varie pubblicazioni contenenti appunti delle lezioni. Si è provveduto ad una prima analisi dei “libretti delle lezioni” che, come ancora oggi accade, sono dei registri compilati e firmati dai professori in cui, per ogni corso, sono riportate le date delle singole lezioni e gli argomenti affrontati. Tale materiale è stato consultato presso l’Archivio Storico del Rettorato dell’Università Sapienza.

L’analisi del materiale didattico delle discipline in esame intende arricchire le conoscenze e i contributi degli studiosi "romani", il cui ruolo viene analizzato non solo dal punto di vista scientifico (ossia con riferimento alle pubblicazioni e alla partecipazione ai dibattiti scientifici dell'epoca), ma anche da quello didattico. Questo aspetto dell’indagine sarà oggetto di futuro approfondimento. Tuttavia, l’analisi non potrà ragionevolmente estendersi oltre gli anni '60-'70 del XX secolo, in quanto i fascicoli più recenti non sono accessibili al pubblico per la consultazione.

La figura n. 1 sintetizza la cronistoria dei principali insegnamenti di discipline riconducibili all'ambito ragioneristico ed economico-aziendale attivati a Roma e contemplati nel presente contributo.

Page 9:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Figura 1 - Cronistoria dei principali insegnamenti attivati a RomaFonte: Elaborazione propria degli autori

2.3. I docenti romani e l’organizzazione dei loro corsi di insegnamentoIn base alla ricerca condotta, gli autori sono giunti alla convinzione che il principale punto di

collegamento tra l’Accademia e l’istituzione universitaria romana sia rappresentato dal comune percorso che ha contraddistinto prima la formazione professionale del ragioniere e poi del dottore commercialista.

Per l’università tale percorso identifica la parte sostanziale del proprio core business, indirizzato a rilasciare un titolo di alta qualificazione professionale. Nello stesso tempo, anche per l’Accademia tale cammino ha rappresentato il tratto caratteristico del suo divenire nel tempo.

Sin dalle loro origini, entrambe le istituzioni si sono prefissate di supportare la formazione di professionisti operanti in ambito aziendale e dei giovani che si presentano nel mercato del lavoro.

Come è stato precisato in altre parti di questo contributo, l’Accademia dei Ragionieri di Bologna aveva identificato quale suo originario obiettivo la ricerca di cognizioni teoriche e pratiche connesse alla professione del ragioniere. In quello stesso periodo, le Scuole Superiori di Commercio erano state istituite con la finalità di assicurare una valida preparazione ai giovani che, al completamento degli studi, avrebbero prestato la loro attività lavorativa presso aziende private (prevalentemente operanti nel settore commerciale, bancario, assicurativo e previdenziale) o amministrazioni pubbliche.

Sebbene le due istituzioni fossero caratterizzate da un percorso evolutivo similare, esse hanno operato in modi diversi e sono state contraddistinte da una differente evoluzione nel tempo. Le specificità di ognuna sono da ricercare nel fatto che l’Accademia si è principalmente orientata a svolgere attività con forte focus sugli aspetti pratici della professione contabile, mentre l’istituzione universitaria si è concentrata prevalentemente su aspetti teorici delle discipline insegnate. Tuttavia, l’esigenza di assicurare una valida formazione professionale ai suoi iscritti ha portato quest’ultima a non trascurare la trasmissione di un “sapere pratico”, che è condizione imprescindibile per la preparazione dei futuri professionisti d’azienda.

La ricerca delle mutue interrelazioni tra le suddette istituzioni può essere effettuata analizzando i percorsi formativi universitari, nonché gli aggiornamenti e la qualificazione che il ruolo del ragioniere ha avuto nel tempo. A tal fine, nel presente paragrafo verrà presentata una rapida ricognizione storica dei principali corsi impartiti presso l’Ateneo romano e dei rispettivi titolari. Non si intende, in tal modo, fornire una ricostruzione dettagliata di tutti questi insegnamenti né effettuare una disamina del pensiero dei rispettivi docenti. L’obiettivo perseguito in questo paragrafo è, piuttosto, quello di tracciare le linee evolutive degli insegnamenti ragioneristici ed economico-aziendali all’interno della Facoltà romana, al fine di evidenziare come i percorsi della formazione professionale si sono evoluti nel tempo.

Inoltre, verranno dedicate poche brevi riflessioni ai docenti titolari di questi corsi (o almeno ad alcuni di essi) al fine di evidenziare come l’evoluzione dei corsi di insegnamento sia stata condizionata dal loro background culturale, scientifico e professionale.

Page 10:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Nei primi anni di vita del Regio Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali ed Attuariali erano previsti i seguenti corsi obbligatori inquadrabili nel novero delle discipline ragioneristiche:

- Ragioneria e Computisteria;- Ragioneria Generale ed Applicata;- Banco Modello.

Si ritiene opportuno dedicare, innanzitutto, qualche riflessione all’ultimo di questi corsi poiché esso è stato, probabilmente, l’insegnamento che maggiormente ha coniugato gli aspetti teorici delle nostre discipline con quelli pratici. Questa cattedra è stata introdotta nell’ordinamento didattico universitario italiano proprio quando sono state istituite le Scuole Superiori di Commercio (a fine ’800). La sua principale finalità era preparare i futuri professionisti d’azienda (sia nel settore pubblico sia in quello privato) allo svolgimento della loro attività lavorativa. Per questo motivo il corso aveva contenuti prevalentemente pratici. Esso si avvaleva di simulazioni aziendali con le quali gli studenti si preparavano a operare in aziende mercantili, bancarie e previdenziali.

Come è stato in precedenza affermato, tra i titolari di tale cattedra si possono annoverare:- Silvio Serafini, professore straordinario tra il 1907 e il 1910. Le sue lezioni riguardavano

la parte di Banco Modello relativa allo studio delle tematiche caratteristiche delle aziende bancarie e mercantili;

- Tito Molinari, anch’egli professore straordinario tra il 1907 e il 1910. Le sue lezioni approfondivano in modo particolare la seconda parte del corso concernente le tematiche caratteristiche delle aziende previdenziali;

- Pasquale Carlo D’Angelo, professore straordinario dal 1914 al 1921;- Nicola Garrone, professore dal 1922 al 1959.

A Pasquale D’Angelo si attribuisce il merito di aver cercato per primo di elevare l’insegnamento di Banco Modello da semplice pratica degli affari a vera e propria disciplina scientifica. Questo tentativo di “elevazione” della disciplina fu poi portato avanti da Nicola Garrone. L’insegnamento, infatti, subì negli anni una profonda evoluzione che diede origine al moderno corso di Tecnica Commerciale16.

In riferimento agli altri insegnamenti, bisogna ricordare che, tra il 1908 e il 1930, il più importante docente titolare di questi corsi fu Vittorio Alfieri17. Lo studioso è considerato come il più importante tra gli allievi di Fabio Besta. Egli rivestì un ruolo rilevante presso l’Ateneo romano non solo in relazione alla didattica, ma anche nell’ambito degli organi accademici. Infatti, fu Rettore del Regio Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali dal 15 maggio al 30 giugno del 192418. In seguito alla sua morte, fu sostituito da un altro allievo di Besta: Vincenzo Vianello.

Quest’ultimo, poco dopo essersi abilitato alla libera docenza in Contabilità di Stato presso l’Università di Padova (abilitazione conseguita nel 1907), tenne un corso di Contabilità di Stato presso la Facoltà giuridica di Roma. La mancanza di alcuni annuari di quel periodo non ha consentito di ricostruire nel dettaglio la sua permanenza nella capitale. Tuttavia, si ha notizia della sua presenza presso l’Ateneo romano già dal 1909. Dopo vari anni di insegnamento presso l’Istituto Superiore di Commercio di Torino, tornò a Roma per rilevare la cattedra che fu di Alfieri.

La consultazione dei registri delle lezioni di Alfieri e Vianello, nonché delle loro pubblicazioni (alcune delle quali utilizzate come supporto alle lezioni universitarie) ha permesso di evidenziare che i due studiosi incentravano i propri corsi sulle tematiche care al loro Maestro (Fabio Besta). Si pensi, per esempio, alla grande attenzione riservata al concetto di azienda, al patrimonio, all’amministrazione economica e alle rilevazioni contabili. Conformemente alle impostazioni di Besta, essi dedicarono larga attenzione agli aspetti contabili della ragioneria, che costituivano un

16 Cfr. L. Biondi, L. D’Alessio, C. Gulluscio, P. Torrecchia, Accounting Professors in Rome and their contribution to Italian Academy of Accountants, in Atti del III International Confernce on Luca Pacioli in Accounting History & III Balkans and Middle East Countries Conference on Accounting and Accounting History, Istanbul, June, 19-22, 2013.17 Egli tenne i corsi di Ragioneria e computisteria; Ragioneria generale ed applicata; Banco modello e Organizzazione delle imprese.18 R. Cagiano De Avezedo (a cura di), La Facoltà di Economia. Cento anni di storia. 1906-2006, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006.

Page 11:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

elemento estremamente rilevante dei loro corsi. Queste rilevazioni erano incentrate sul sistema patrimoniale ideato dallo stesso Besta.

Nel 1936 il corso di Ragioneria Generale ed Applicata fu affidato a Francesco Della Penna, allievo di Alfieri. Anche questo studioso, pertanto, è riconducibile alla scuola di Besta, sebbene egli sia stato un allievo di seconda generazione. L’influenza delle teoriche di Besta su Della Penna è ravvisabile, a titolo di esempio, nel suo grande interesse per gli studi di storia della ragioneria. Infatti, nel 1939-40 Della Penna nominò Federigo Melis suo assistente per la cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata, affidandogli lo svolgimento di un corso relativo a “Letture storiche di ragioneria”. In tal modo egli aprì gli studi accademici anche alla parte storica della disciplina contabile della ragioneria.

Bisogna ricordare che lo studioso svolse anche rilevanti attività professionali: infatti fu revisore dei conti in molte grandi società nazionali.

Della Penna fu apertamente contrario alle nuove tendenze che stavano influenzando, in quegli anni, i nostri studi: infatti rifiutò categoricamente la cosiddetta “rivoluzione zappiana” che postulava il passaggio dalla “vecchia” disciplina (la Ragioneria) alla “nuova” (l’Economia Aziendale). La sua avversione alle teoriche di Gino Zappa si riversò anche nei confronti degli allievi di quest’ultimo e, in particolare, di Pietro Onida, che succedette a Della Penna nella titolarità della cattedra romana di Ragioneria Generale ed Applicata19.

La permanenza di Della Penna presso l’Ateneo romano fu particolarmente lunga: nel 1955 fu collocato fuori ruolo e nel 1960 fu definitivamente collocato a riposo. Solo allora Pietro Onida venne trasferito dall’Università di Torino a quella di Roma.

L’arrivo di Onida a Roma può essere considerato come l’inizio di un rilevante cambiamento negli insegnamenti impartiti presso la Sapienza. Fino ad allora, infatti, i corsi di Ragioneria furono fortemente condizionati dalle impostazioni di Besta. Essi si concentravano prevalentemente su aspetti contabili e, in particolare, sul sistema contabile patrimoniale20.

Onida, invece, portò a Roma le “Tendenze Nuove negli studi di Ragioneria”, ossia l’impostazione del suo Maestro, Gino Zappa, al quale si deve l’individuazione di una nuova disciplina, l’Economia Aziendale21. Dopo il trasferimento a Roma nel 1960, egli fu titolare della prima cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata. Nell’anno accademico 1971-72 fu posto fuori ruolo e nel 1977 fu definitivamente collocato a riposo. Il suo nome figura tra gli annuari della Sapienza in qualità di professore emerito fino al 1982, anno della sua morte.

A partire dal 1° febbraio 1963 la cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata venne sdoppiata. Fu così che, nell’anno accademico 1962-63, la seconda cattedra di tale disciplina venne assegnata a Teodoro D’Ippolito, collocato fuori ruolo nel 1964-65 e nominato emerito nel 1969-70. D’Ippolito

19 Per esigenze di sintesi non ci si sofferma su tutti i docenti che hanno insegnato presso l’Ateneo romano. Si ricorda, tuttavia, che tra il 1940 e il 1957 Federigo Melis svolse varie attività didattiche presso l’Università di Roma, prima in qualità di assistente presso la cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata di Della Penna, poi nella veste di sostituto di Della Penna e infine come libero docente di Ragioneria Generale ed Applicata. Tra il 1945 e il 1948, tra i liberi docenti di Ragioneria Generale ed Applicata dell’Università di Roma, figura il nome di Amedeo Salzano.20 Questo sistema era stato ideato da Besta e si adattava particolarmente bene alle aziende italiane del XIX secolo, ossia ad aziende di piccole o medie dimensioni, tipicamente costituite in forma individuale o nella veste di società con un limitato numero di soci che svolgevano in prevalenza attività agricole e artigianali. Esse operavano in un’economia chiusa. In questo contesto, l’aspetto comune a tali aziende era la ricchezza, ossia il patrimonio.Sulla base di questi presupposti, Besta ha ideato il suo “sistema del patrimonio”, ossia un sistema contabile in cui l’aspetto originario oggetto di osservazione era la variazione degli elementi patrimoniali, mentre l’aspetto derivato era costituito dalle variazioni nel fondo netto che riassume i suddetti elementi del patrimonio. Cfr. S. Coronella, I diversi sistemi contabili, dispensa a uso degli studenti, pp. 1-2.21 Il passaggio dal sistema del patrimonio al sistema del reddito si giustifica con un cambiamento nelle caratteristiche delle aziende italiane e, conseguentemente, con le loro esigenze contabili. A inizio ’900 i portatori di capitale proprio (ossia il singolo proprietario-imprenditore o i soci) sentivano prevalentemente l’esigenza di conoscere il reddito aziendale. Inoltre, le operazioni compiute dalle aziende stavano diventando sempre più complesse, tanto da richiedere un sistema di rilevazioni contabili più semplice rispetto a quello del patrimonio. In questo contesto Zappa ha pensato di mettere al centro del suo sistema contabile le variazioni che intervengono nelle liquidità immediate e nei valori a esse assimilabili. Cfr. S. Coronella, I diversi sistemi contabili, dispensa a uso degli studenti, pp. 2-3.

Page 12:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

fu uno dei primi allievi di Zappa e arrivò a Roma dopo lunghi anni di insegnamento presso vari atenei italiani. Tra le sue pubblicazioni si ricorda un testo concepito come supporto didattico per gli studenti, ma anche come prontuario per i dirigenti aziendali22. La continua attenzione tanto agli aspetti teorici quanto a quelli pratici rappresenta di certo un aspetto caratterizzante di tutta la sua opera scientifica23.

Nel 1965 la seconda cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata (in precedenza affidata a D’Ippolito) fu assegnata ad Aldo Amaduzzi. Come Onida, anche Amaduzzi fu allievo di Zappa. Egli fu collocato fuori ruolo nel 1974 e nominato emerito nel 1980. Morì nel 1991.

Nel 1971 la terza cattedra di Ragioneria Generale ed Applicata fu assegnata a Paolo Emilio Cassandro. Lo studioso fu collocato fuori ruolo nel 1980-81 e a riposo nel 1985. Morì nel 2004. La sua esperienza accademica fu fortemente legata a quella di Aldo Amaduzzi, poiché entrambi insegnarono, nello stesso periodo, prima presso l’Università di Bari e poi presso quella di Roma. Negli studi di storia della ragioneria, alcuni autori collocano Cassandro nella scuola di Amaduzzi, di cui è considerato uno dei principali allievi24.

Dal 1960 in poi, sebbene la denominazione di Ragioneria Generale ed Applicata sia stata conservata ancora per vari anni, questi insegnamenti hanno subito un rilevante cambiamento presso l’Ateneo romano. Il loro focus è passato dalla Ragioneria bestana all’Economia Aziendale zappiana. Conseguentemente, il passaggio disciplinare dalla Ragioneria all’Economia Aziendale ha comportato un notevole arricchimento delle tematiche di studio aventi come oggetto le aziende. In tal modo è stata data maggiore enfasi agli aspetti teorici e pratici del governo aziendale, senza però nulla togliere alla parte della disciplina che approfondisce il sistema delle rilevazioni contabili effettuate con il metodo della partita doppia.

Un discorso a parte va fatto per l’insegnamento di Contabilità di Stato, che ha aperto la strada alle discipline accademiche di tipo ragioneristico25. Tra i titolari di questa cattedra, già in precedenza sono stati citati Carlo Ghidiglia, Ugo Monetti e Angelo Riera.

Carlo Ghidiglia, allievo di Fabio Besta, tenne il corso di Contabilità di Stato a inizio ’900. Gli annuari, per quel periodo, non sono completi, ma è stata ravvisata la sua presenza nel 1911.

Tra il 1938 e il 1942 questa materia fu professata da Ugo Monetti. Negli anni ’40 egli fu direttore della Rivista Italiana di Ragioneria che dagli inizi del secolo ha dato ampia diffusione agli studi di questa disciplina.

Angelo Riera fu libero docente di Contabilità di Stato a Roma a partire dall’anno accademico 1959-60 fino all’inizio degli anni ’70.

22 Si tratta del testo T. D’Ippolito, L’azienda: prime nozioni di economia aziendale e di ragioneria ad uso degli studenti di discipline economiche e dei dirigenti d’azienda, Abbaco, Palermo, 1955.Un simile orientamento (accademico e pratico) può essere rinvenuto anche nel testo T. D’Ippolito, Le discipline amministrative aziendali: ragioneria, tecnica, organizzazione, economia aziendale, Abbaco, Palermo, 1957.23 «La sua opera [...] è stata particolarmente ricca tanto di opere generali, speculative, “altamente” teoriche, quanto di opere applicate, dirette all’immediato utilizzo da parte di quelli che egli chiamava i “pratici”. Questo fu forse uno dei più immediati tratti caratterizzanti percepibili nel suo modo di essere uno studioso. Egli volle andare, infatti, al di là del mero intuizionismo zappiano con qualche attenzione in più al cosiddetto mondo concreto delle aziende (quello che soleva chiamare l’“ufficio pratico” della nostra disciplina); nello stesso tempo, però, sentiva tutta la responsabilità di edificare la nuova scienza dell’economia aziendale attraverso un meticoloso sviluppo programmatico delle discipline professate: dalle “attinenze” con le altre discipline, ai fondamenti epistemologici, agli studi storici, alle grandi trattazioni didattiche e così via». M. Costa, Le concezioni della Ragioneria nella dottrina italiana. Profili storici e storiografici nella sistematica delle discipline aziendali, Giappichelli, Torino, 2001, p. 281.24 Non tutta la dottrina italiana è d’accordo nel considerare Cassandro allievo di Amaduzzi. A tal proposito, infatti, bisogna ricordare che egli era di poco più giovane rispetto ad Amaduzzi e che il suo contributo presenta ampi tratti di autonomia e di originalità nell’ambito delle posizioni post-zappiane. Cfr. M. Costa, Le concezioni della Ragioneria nella dottrina italiana. Profili storici e storiografici nella sistematica delle discipline aziendali , Giappichelli, Torino, 2001, pp. 265-266.25 In realtà, nel corso del tempo gli insegnamenti contraddistinti dalla denominazione “Contabilità di Stato” hanno riguardato non solo tematiche di studio di carattere contabile, ma anche di stampo giuridico ed economico. Tale insegnamento, inoltre, è stato impartito sia presso le Facoltà di Giurisprudenza sia presso quelle di Economia.

Page 13:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 gli studiosi delle nostre discipline riservavano grande attenzione alle problematiche contabili delle aziende pubbliche, probabilmente perché esse erano più complesse rispetto alle piccole imprese private dell’epoca ed erano, pertanto, suscettibili di numerosi studi e approfondimenti. Dopo aver perso rilevanza nel nostro ambito disciplinare, le tematiche connesse alla contabilità pubblica stanno recentemente acquistando di nuovo importanza per la crescita e l’innovazione delle istituzioni, amministrazioni e aziende pubbliche (basti pensare infatti, anche a livello internazionale, all’evoluzione degli studi e delle pratiche applicazioni che hanno caratterizzato prima il periodo del New Public Management e ora quello della Public Governance).

È interessante notare che molti dei docenti “romani” si sono formati presso la Scuola Veneta di Besta e Zappa, che ha condizionato fortemente il loro orientamento culturale, scientifico e didattico. Pertanto, non è possibile identificare una vera e propria “scuola romana” di Ragioneria o di Economia Aziendale; piuttosto, si potrebbe affermare che Roma è stata una “colonia veneta”, che ha risentito fortemente delle teoriche dei due grandi Maestri delle nostre discipline: Besta e Zappa. Alcuni dei docenti romani sono stati fedeli alle impostazioni dei loro Maestri, altri hanno assunto posizioni diverse e hanno nello stesso modo contribuito all’arricchimento teorico e pratico delle nostre discipline nel tempo.

È importante sottolineare un ulteriore aspetto che ha caratterizzato alcuni dei docenti romani: accanto alla funzione di “studiosi” e “accademici”, essi hanno svolto attività professionali che li hanno mantenuti in diretto contatto con la realtà aziendale, stimolando al contempo lo studio teorico e la ricerca di soluzioni pratiche alle problematiche delle aziende. È il caso, per esempio, di Pasquale Carlo D’Angelo, che lavorò a lungo presso alcuni istituti bancari, ma anche di Pietro Onida e di Aldo Amaduzzi, che seppero coniugare l’attività didattica e scientifica con quella professionale. Questa profonda attenzione alla diade teorico-pratico ha caratterizzato gli insegnamenti di questi docenti e l’evoluzione degli studi del mondo accademico nazionale.

Dopo la breve rassegna di alcuni insegnamenti e dei relativi titolari, per le ragioni in precedenza esposte si trascura, in questa sede, l’analisi delle più recenti cattedre romane.

3. L’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA)

3.1 Breve storia dell’Accademia

L’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA), fondata con la denominazione di Accademia privata dei Logismofili l’11 luglio del 1813 a Bologna26, può considerarsi come una delle più antiche e prestigiose società accademiche di tutto il mondo27.

Le origini di tale Accademia risalgono all’iniziativa di cinque giovani ragionieri bolognesi (Luigi Montanari, Pietro Cenacchi, Luigi Dotti, Giuseppe Naldi e Gaetano Monari) che, sin dal 1807, si riunivano periodicamente al fine di porre in essere un interscambio degli studi che, ciascuno, portava avanti nell’esercizio delle proprie attività professionali.

Il primo Presidente dell’Accademia privata dei Logismofili fu il sig. Giuseppe Naldi; fin dall’inizio l’intento dei fondatori, e poi quello caratteristico dell’Accademia, fu di “ricercare le teoriche e le cognizioni pratiche intorno alla professione di Ragioniere”28.

26 I principali riferimenti bibliografici per la ricostruzione della storia dell'Accademia sono i seguenti: Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei Ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna , S.p.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, ottobre 1959; R. Accademia dei Ragionieri - Bologna, Atti pubblicati in occasione del 125° annuale di fondazione (1813-1938), Cooperativa Tipografica Azzoguidi, Bologna, 1939; Dalla "Accademia dei logismofili" del 1813 attraverso la "Accademia Nazionale di Ragioneria" all'odierna "Accademia Italiana di Economia Aziendale (A.I.D.E.A.), Bologna, 1991.27 Call for papers del Convegno Aidea 2013, http://www.accademiaaidea.it/wpaidea/wp-content/uploads/2012/12/AIDEA-2013-Call-for-paper_generale_ITA_v2_1.pdf28 R. Accademia dei Ragionieri – Bologna; Atti Pubblicati in Occasione del 125° Annuale di Fondazione (1813-1938); Bologna; 1939, p. 5.

Page 14:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Nel 1816, l’Accademia fissò le attribuzioni inerenti all’esercizio professionale. Circa un decennio più tardi, e precisamente nel 1824, l’Accademia fu ricostituita con la denominazione di Accademia dei Ragionieri e, di lì a poco, venne riconosciuta dall’Autorità dell’epoca con Decreto del 24 dicembre 182829.

Dopo un periodo di relativa stasi (che si protraeva sin dal 1822), riprese regolarmente i lavori nel 1830 sotto la presidenza del Rag. Cav. Angelo Ferlini ma, col sopraggiungere dei moti del 1831, in un periodo storico del nostro Paese in cui qualsiasi forma associativa era vietata dal Governo del tempo, l’Associazione osservò un lungo periodo di inattività. Tale parentesi ebbe fine nel 1858, anno in cui, per ordine della S. Congregazione degli Studi, l’Istituzione riprese la sua attività culturale.

Nel 1859, riprendendo un tema proposto quasi un trentennio prima dal Rag. Gaetano Monari, gli studi dei partecipanti alla vita dell’Accademia si focalizzarono sulle origini e lo sviluppo della Ragioneria, sulle basi che essa dovesse possedere e sulle qualità richieste a colui che intendesse esercitare la professione del ragioniere. In questo periodo nell’Accademia di Bologna si rileva che le discipline ragioneristiche ed economico-aziendali italiane erano ancora in uno stadio iniziale di sviluppo e forse, proprio per questo, lo scopo prevalente dell’Accademia era individuabile nella formulazione di “studi per stabilire teorie e canoni che potessero innalzare la Ragioneria a dignità di scienza” 30.

Dal 1860, anno in cui l’Associazione ebbe l’approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione con decreto del 15 novembre, al 1880 si registrò un florido periodo di attività concernente la professione del ragioniere anche sotto l’assetto legislativo. Negli anni 1860 e 1863 si segnalano importanti memorie (principalmente del Rag. Angelo Ferlini) sulle perequazioni fondiarie e sul contratto di mezzadria che funsero da base alla regolamentazione di tutta la materia. Nel 1864 poi, con la presidenza il Rag. Cav. Paolo Lazzarini, furono richieste uniformi disposizioni in tutto il regno per ciò che riguardava l’esercizio della professione e l’insegnamento della Ragioneria.

Nell’anno 1866, sotto la presidenza del Prof. Augusto Bordoni il quale rimase in carica fino al 1892, fu presentato uno studio sullo contabilità dello Stato da parte di una commissione speciale presieduta proprio dal Prof. Bordoni.

Nel 1869, l’Accademia dei Ragionieri fu riconosciuta dal Governo italiano ed eretta in Ente Morale su proposta del Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio Minghetti (R.D. 17 ottobre 1869 n. MMCCLX); in seguito, per effetto del R.D. 7 gennaio 1906 n. 8, venne denominata Regia Accademia dei Ragionieri.

Solo molto più tardi, nel 1968, mediante decreto del 10 maggio 1968 n. 810 questa Accademia prese il nome di Accademia Nazionale di Ragioneria per concludere il suo percorso nel 1980, quando con D.P.R. n. 41 del 29 gennaio 1980 prese l’attuale nome di Accademia Italiana di Economia Aziendale31.

29 Statuto Associazione “Accademia Italiana di Economia Aziendale”; Art. 1: “Fondazione e sede”.30 Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei Ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna, S.p.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, ottobre 1959, p. 7.31 Statuto Associazione “Accademia Italiana di Economia Aziendale”; Art. 1: “Fondazione e sede”.

Page 15:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Figura 2 - Atto con cui il Re d’Italia Umberto I concede all’Accademia l’utilizzo dello stemma reale e il titolo di Accademia RealeFonte: Archivio AIDEA a Bologna

Figura 3 - R.D. 7 gennaio 1906 n. 8, per atto del Re d’Italia Vittorio Emanuele l’Accademia viene denominata Regia Accademia dei RagionieriFonte: Archivio AIDEA a Bologna

Page 16:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Innumerevoli furono le attività culturali e divulgative condotte dall’Accademia nel suo primo secolo di vita fra cui, a titolo esemplificativo, i corsi di lezione di Scienza Attuariale (tenuti dal socio onorario Prof. Viti Rodolfo) e la pubblicazione dei “Bollettini della scienza del ragioniere”32.

Nel 1879 l’Accademia partecipò al 1° Congresso nazionale dei ragionieri.Nel 1888 e nel 1905 essa ospitò, rispettivamente, il IV ed il IX Congresso nazionale dei

ragionieri. Nel triennio compreso tra il 1899 ed il 1901 subentrò alla Presidenza il Rag. Luigi Leonesi il

quale elaborò l’impianto di un corso completo di studi in Banco modello, ovvero di una scuola complementare di contabilità e di pratica commerciale e bancaria per la formazione dei giovani ragionieri. Tale progetto non si attuò a causa delle scarse risorse finanziarie, ma diede comunque impulso e quindi origine alla scuola media commerciale.

È pertanto intuibile che le vicende dell'Accademia qui analizzata, pur se caratterizzata a quel tempo da una prioritaria dimensione localizzata (intorno alla città di Bologna) per gli iscritti e partecipanti alle attività associative, e delle istituzioni scolastiche e universitarie che in quel periodo si andavano costituendo, presentino importanti punti di contatto. Si ricorda, infatti, che nel 1906 venne fondato l’Istituto Superiore di Studi Commerciali, Coloniali ed Attuariali di Roma, formato da una sezione media (in cui confluì la pregressa Scuola Media di Studi Applicati di Commercio) e da una sezione superiore.

Nel 1905, come poc’anzi ricordato, Bologna ospitò il IX Congresso nazionale dei ragionieri. In quella sede, per mano del Rag. Ricchieri, venne richiesto il riconoscimento legale della professione; si segnalano inoltre anche gli interventi per la contabilità dei grandi e dei piccoli Comuni (rispettivamente Rag. Leonesi e Rag. Soldati) e per le perizie contabili penali (Rag. Mingarelli).

L’Accademia partecipò poi, nel 1911, all’XI Congresso nazionale dei ragionieri tenutosi a Roma. In quell’occasione, l’Accademia dei Ragionieri di Bologna fu designata come sede del Convegno di tutte le Accademie e libere Associazioni di ragionieri d’Italia al fine di porre le basi per una Unione Nazionale di questi professionisti (Unione che venne di fatto votata e quindi istituita). Per altro, durante tale Congresso, l’Accademia confermò l’aspirazione di elevare lo studio della Ragioneria al livello universitario.

Nel 1913 l’Accademia arrivò a celebrare a Bologna la ricorrenza del suo primo secolo di vita (30 novembre 1913). In questa occasione vennero appunto riunite insieme le “Accademie e le libere Associazioni dei ragionieri” ed al Prof. Vittorio Baldassari venne assegnato il primo premio per un’opera inedita di Ragioneria Generale; il titolo di questa monografia del Baldassari è: “La Ragioneria come scienza moderna”.

È in questa occasione del primo centenario che L’Accademia in oggetto assegnò la pergamena all’illustre Professor Fabio Besta, docente ordinario di Ragioneria alla Scuola Superiore di Commercio di Venezia (1872-1919)33.

Il ventennio successivo a tale anniversario (1914 – 1935) fu riassunto nella pubblicazione “Atti della R. Accademia dei ragionieri di Bologna dal 1914 al 1935; Bologna; Tipografia Azzoguidi; 1936”34 nella quale, fra le altre, venivano indagate le finalità dell’Ente e le effettive attività che ne dimostravano il raggiungimento amministrativo e coerente degli scopi descritti nella sua specifica missione.

Nel 1937, è interessante osservare come nella R. Accademia dei Ragionieri di Bologna fossero sviluppati momenti di approfondimento teorico tra gli iscritti. Appare a tal proposito da menzionare il dibattito intorno ad un articolo del professor Pietro D’Alvise che poneva in evidenza dubbi sulla evoluzione degli studi di Ragioneria; il titolo del lavoro era "Segni d'involuzione nei modernissimi studi di ragioneria?".

32 R. Accademia dei Ragionieri – Bologna; Atti Pubblicati in Occasione del 125° Annuale di Fondazione (1813-1938); Bologna; 1939, p. 6.33 S. Coronella, Biografie di Ragionieri illustri, Dispense.34 R. Accademia dei Ragionieri – Bologna, Atti Pubblicati in Occasione del 125° Annuale di Fondazione (1813-1938); Bologna; 1939, p. 7.

Page 17:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Dopo l’avvento del Governo fascista, l’Accademia iniziò ad occuparsi di una delle questioni più rilevanti in ambito scientifico e, cioè, quella relativa allo sviluppo degli studi e della riforma della Scuola; in particolare il proposito fondamentale era quello di far elevare la materia della Ragioneria al rango di disciplina universitaria.

Questa tematica è stata ampiamente dibattuta da parte dei membri di questa Accademia nel corso degli anni. Gli eventi, i dibattiti e le occasioni create dall’Accademia per riflettere su una ‘Ragioneria scientifica’ hanno prodotto rilevanti spinte verso il suo inserimento tra le discipline universitarie. A tal proposito si ricordano i numerosi dibattiti volti a innalzare le discipline economico-aziendali “a modello costitutivo di una formazione teorico-pratica di rango universitario, favorendo ad un tempo lo sviluppo di esse nonché delle imprese e dei sistemi economici in cui i diplomati andavano successivamente ad operare” 35.

Si ricorda, a questo riguardo, la proposta di creare una Facoltà universitaria di ‘Ragioneria’. Questa proposta trovò effettivo compimento negli anni Trenta, quando gli Istituti superiori di commercio vennero trasformati in facoltà universitarie denominate di Economia e Commercio; la materia di Ragioneria fu effettivamente elevata a grado universitario e furono conferite le prime docenze di Computisteria, Ragioneria generale e Ragioneria Applicata.

Per ciò che concerne il secondo secolo di vita dell’Accademia, un momento di grande rilevanza si è avuto nel 1940, quando l’istituzione ha mutato il suo nome da “Accademia dei Ragionieri” in “Accademia di Ragioneria”. È ragionevole ritenere che il cambiamento di denominazione rispecchi il progressivo ampliamento dell’ambito di competenza dell’Accademia e che esso sia espressivo della formazione di una disciplina scientifica inquadrabile nell’ambito delle Kunstlehren36: la Ragioneria.

Nell'ambito della sua storia più recente, le vicende dell’Accademia sono state fortemente condizionate dal prof. Carlo Masini che ne è stato presidente tra il 1970 e il 1983. Infatti, con il DPR n. 41 del 29 gennaio 1980 l’istituzione cambiò nuovamente nome, assumendo l’attuale denominazione di Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA). Ai sensi dell'art. 2 dell'attuale statuto, l'Accademia si prefigge "lo studio, l'applicazione, il progresso e la diffusione delle discipline economico-aziendali [...]". Si comprende, pertanto, che a partire dagli anni Ottanta del Novecento l'Accademia abbia ufficialmente accolto, anche nella sua denominazione, la "rivoluzione zappiana" relativa alla nascita di una disciplina scientifica avente a oggetto lo studio del fenomeno "azienda" a tutto tondo: l'Economia Aziendale.

L’Accademia, evidentemente, ha continuato a crescere e ha visto sorgere un nuovo spirito d’iniziativa e di pluralismo organizzativo che ha portato alla nascita di organizzazioni di studiosi e docenti che, pur rimanendo soci dell’AIDEA, hanno cominciato a strutturarsi intorno a singole aree tematiche37.

Essa, inoltre, ha continuato a vivere di rapporti e collaborazioni (con una spinta sempre maggiore verso l’internazionalizzazione) ed a perseguire quei valori nobili dell’Università e della cultura che tutt’ora sono rintracciabili nel suo Statuto attraverso: (i) lo studio, il progresso e la diffusione delle discipline economico-aziendali; (ii) le iniziative di sostegno alla formazione, alla ricerca e alla didattica dei giovani studiosi con particolare attenzione alle attività universitarie istituzionali; (iii) ogni tipo di intervento, presso i competenti organi, volto ad esprimere pareri in merito all’ordinamento degli studi aziendali ed a qualsiasi proposta legislativa attinente all’applicazione delle materie di contenuto economico-aziendale38.

3.2 La documentazione analizzata

35 A. Canziani, La Ragioneria italiana. 1841 - 1922 da tecnica a scienza, Paper n. 63 del Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università degli Studi di Brescia, 2007, p. 19.36 A. Canziani, La Ragioneria italiana. 1841 - 1922 da tecnica a scienza, Paper n. 63 del Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università degli Studi di Brescia, 2007, p. 32.37 R. Cafferata, L’Aidea e gli aziendalisti italiani; XXVIII Convegno Annuale dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale, 14 ottobre 2005, Trento.38 Statuto Associazione “Accademia Italiana di Economia Aziendale”, Art. 2: “Oggetto sociale”.

Page 18:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Dopo aver individuato i docenti dell’Ateneo romano, la fase successiva è stata l’analisi della documentazione contenuta nell’archivio dell’attuale sede AIDEA a Bologna. In premessa è opportuno rilevare che non esiste un database o un elenco ufficiale che raccolga i nominativi di tutti i soggetti che, nel corso degli anni, sono stati membri di tale istituzione. Pertanto è stato necessario procedere ad un’analisi documentale del materiale riguardante l’Accademia raccolto in maniera non sistematica all’interno di faldoni relativi agli anni che vanno dal 1830 ad oggi.

Data la limitazione temporale resasi necessaria nella prima fase, anche per la seconda fase si è deciso, per il momento, di limitare l’indagine alla documentazione relativa al XX secolo. Tuttavia gli autori si propongono, nel prosieguo, di estendere il lavoro anche al periodo precedente.

Il materiale esistente è costituito da una miscellanea di documenti, talvolta scritti a penna e di non facile interpretazione: verbali delle sedute, ritagli di articoli di giornale, contributi scritti dai membri, contabilità dell’associazione, le quote dei soci e le spese sostenute, poster illustrativi delle iniziative dell’Accademia, appunti sparsi, talvolta elenchi dei soci, atti dei diversi congressi nazionali e internazionali organizzati (anche per festeggiare gli anniversari della nascita dell’Accademia), bollettini dei collegi dei ragionieri, etc.

Tale documentazione è stata alla base della presente ricerca e la sua consultazione ha reso esplicite le principali attività svolte nel corso del bicentenario in esame.

Figure 4a e 4b - Invito per il Centenario della R. Accademia dei Ragionieri in Bologna. 1813-1913Fonte: Archivio AIDEA a Bologna

Page 19:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Figura 5 - V Congresso Internazionale di Contabilità, Berlino 1938Fonte: Archivio AIDEA a Bologna

Stante l’eterogeneità e non sistematicità della documentazione, l’analisi non è stata agevole, ma ha permesso di scoprire alcune interessanti curiosità sull’Accademia e di delineare, in prima approssimazione, il livello di contatto tra tale istituzione ed i docenti romani. Nel paragrafo seguente si riportano le risultanze della ricerca.

3.3 Le attività dell’Accademia per la professione del ragioniere: un cammino di approfondimenti teorici e pratici

Le finalità dell’Associazione si sono ampiamente diversificate nel corso del tempo ed esse sono rilevabili mediante le principali attività svolte e documentate in questa Istituzione nel XIX e XX secolo.

Nel primo periodo di vita, l’Accademia privata dei Logismofili sentiva il bisogno di conoscere e stabilire principi e teorie concernenti le tematiche della professione al fine di identificarne gli elementi caratteristici ed idonei per innalzare questa disciplina a dignità di scienza. Ciò, per altro, si evince già nello Statuto dell’Accademia dei Ragionieri del 1888 in cui si legge testualmente come il suo scopo fosse quello “di occuparsi del progresso della scienza del ragioniere, di promuovere gli studi sì teorici che pratici e di mantenere ed elevare la dignità della professione del ragioniere, tanto pel decoro e per l’interesse del ceto, quanto, e precipuamente, pel meglio della pubblica e della privata amministrazione”39.

In questa sede, relativamente a tale aspetto, si ritiene opportuno focalizzare l’attenzione sull’evoluzione che il ruolo del ragioniere ha subito nel corso del tempo. Questa evoluzione ha 39 Statuto “L’Accademia dei Ragionieri in Bologna”, Art. 1, 1888.

Page 20:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

inevitabilmente risentito degli influssi e degli indirizzi dell’Accademia la quale, nel corso di questi duecento anni, ha voluto assegnare un ruolo di primo ordine alla professione del ragioniere. Sin dalle sue origini, i membri dell’Associazione cercavano di definire le tariffe professionali per renderle consone al delicato ruolo del ragioniere il quale, nell’ambito delle mansioni svolte, assumeva responsabilità rilevanti su temi contabili non di poco conto. Tali obiettivi, identificabili con la tutela dell’attività professionale, vennero di fatto raggiunti negli anni conclusivi del 1800.

In questo arco temporale, e precisamente nel 1893, si ebbe un punto di svolta nella storia dell’Accademia per mano del Rag. Emilio Forlai che, subentrando in qualità di presidente al dimissionario Prof. Bordoni, diede a essa un nuovo indirizzo. Infatti, sin dalla sue origini (e fino al 1893) l’Accademia conservò dei caratteri quasi esclusivamente culturali e scientifici, trattando argomenti inerenti l’amministrazione, l’economia e la finanza (alcuni dei quali per altro, come ad esempio quello sull’amministrazione del patrimonio e la contabilità generale dello Stato, vennero tradotti in leggi dello Stato). Invece, in seguito all’insediamento del Rag. Forlai, iniziò una nuova attività (identificabile con la seconda fase di vita dell’Accademia)40 focalizzata principalmente alla tutela professionale dei ragionieri con la nomina di un’apposita Commissione di studio. Segno evidente di questi nuovi indirizzi si ebbe nell’anno successivo: nel 1894 infatti, sotto la presidenza del Rag. Faustino Parisini, fu proposto il Regolamento per la compilazione dell’Albo dei Ragionieri, albo che venne poi pubblicato nel 1895.

L’Accademia quindi, mediante questi interventi, innalzò il concetto di ragioniere da quello di semplice tenitore di libri al più nobile di amministratore ed uomo di pubblica fiducia41.

In seguito alla costituzione dei Collegi Legali dei Ragionieri, si aprì un nuovo dibattito sul ruolo dell’Accademia. Infatti, essendo stata attribuita a questi Collegi la tutela dell’esercizio professionale, questo compito non era più di specifica spettanza dell’Accademia. Iniziò così un terzo periodo nella vita di questa istituzione, in cui gli accademici operarono come “centro propulsivo di cultura e di studi della Ragioneria”42. Sebbene in tale periodo la tutela della professione non rientrasse nelle specifiche competenze dell’Associazione di cui si sta discutendo, si ritiene che la stessa abbia continuato, seppure indirettamente, al perseguimento della tutela e della professionalizzazione del ragioniere. È evidente infatti che un miglioramento della professionalità passi inevitabilmente anche, o forse soprattutto, dall'evoluzione della formazione teorica a cui, necessariamente, è legata.

Il continuo allineamento fra l’evoluzione della formazione culturale (relativa agli studi della Ragioneria) e la contestuale evoluzione del ruolo del professionista ragioniere si ravvisa anche nel quarto (e ultimo) periodo di vita dell’Accademia.

Tale fase si può ritenere iniziata nel 1980, ovvero nell’anno in cui, per effetto del DPR n. 41 del 29 gennaio 1980, l’istituzione assunse l’attuale denominazione di Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA). In particolare, da questo momento, si assiste ad un’ulteriore innovazione delle finalità dell’Accademia in coerenza con l'evoluzione delle discipline e degli studi che hanno posto al centro “l’azienda” nelle sue diversificate specificità.

Bisogna, per altro, ricordare che in quegli stessi anni le condizioni ambientali e di mercato sono mutate repentinamente e hanno imposto nuove sfide alle aziende italiane: l'aumento delle condizioni di concorrenzialità ha imposto loro di sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti esterni e di stare al passo con le innovazioni tecnologiche. In questa fase si è assistito al frazionamento delle discipline economico-aziendali in una grande quantità di insegnamenti afferenti a settori scientifico-disciplinari distinti tra di loro ma sempre molto vicini e aventi al centro della ricerca “l’azienda”. In ciò consiste la cd. "specializzazione" degli studi aziendalistici43, che può

40 Cfr. Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei Ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna, S.p.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, 1959, p. 11.41 Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei Ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna, S.p.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, ottobre 1959, p. 12.42 Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei Ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna, S.p.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, ottobre 1959, p. 16.

Page 21:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

essere definita come quarto periodo di vita dell'Accademia nella sua attuale denominazione di AIDEA.

L’evoluzione degli studi economico-aziendali ha inevitabilmente avuto un ruolo propulsivo nel progresso della professionalità del ragioniere. Il ruolo di quest’ultimo infatti, nel corso del bicentenario analizzato, si è evoluto di pari passo alla progressiva crescita e specializzazione degli studi aziendalistici, passando dallo stadio iniziale del “praticone”, al “professionista” vero e proprio, per arrivare al più recente “dottore commercialista” e “consulente d’azienda”.

4. Risultati dell’indagine e conclusioni

La presente ricerca, come precedentemente dichiarato, ha indagato sul ruolo svolto dall'Accademia nell'ambito dell'associazionismo professionale durante il XIX e il XX secolo e sulla evoluzione degli studi della Università di Roma che ha portato alla identificazione delle discipline aziendalistiche nella Facoltà di Economia. La ricerca ha consentito di individuare i contributi specifici di queste due istituzioni per la formazione professionale pur evidenziando in entrambe un percorso comune con differenti elementi caratteristici.

Gli autori, invero, si sono posti un ulteriore ed ambizioso obiettivo in questa ricerca: di rilevare, se possibile, le relazioni e gli incontri che hanno avuto luogo tra queste due istituzioni al fine di identificare in modo puntuale i momenti in cui lo scambio culturale e scientifico tra l’Accademia ed i docenti romani fosse idoneo a qualificare l’evoluzione professionale del Ragioniere e del Dottore Commercialista. Quest’ultimo obiettivo è stato solo in parte raggiunto e per queste ragioni gli autori ritengono di dover ancora indagare sulle fonti storiche disponibili.

La moderna Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA), che nasce come Accademia dei Logismofili, con le sue successive trasformazioni e denominazioni, ha sempre assunto un ruolo importante nei movimenti professionali dei ragionieri.

Ai suoi albori, la mancanza di una disciplina unitaria e nazionale della professione ha sviluppato la nascita di numerosi sodalizi di ragionieri a carattere locale; nelle principali città italiane, infatti, si erano costituite varie istituzioni di questo tipo che con nomi diversi aggregavano questi professionisti tra loro. Oltre all'Accademia di Bologna, che è una delle più antiche sul territorio nazionale, si ricordano altre istituzioni di questo genere come, per esempio, i Collegi dei Ragionieri di Arezzo, Basilicata, Biella, Brescia, Catania e Foggia (istituiti nel primo decennio del '900), l'Associazione Ligure dei Ragionieri, istituita nel 1904, e l'Accademia scientifica di ragioneria fondata (nel 1901) dal Collegio dei Ragionieri di Roma. Queste istituzioni mantennero un carattere spiccatamente locale almeno fino al 1911, anno in cui fu istituita la Federazione Nazionale dei Collegi dei Ragionieri.

Fino ai primi anni del '900, i componenti dell'Accademia di Bologna, come quelli dei Collegi dei Ragionieri di Roma e delle altre associazioni locali e nazionali, erano prevalentemente professionisti e studiosi locali. Pertanto, in quei tempi, non stupisce che non sia stata riscontrata una vera relazione tra gli studiosi romani e l’Accademia bolognese.

L’Accademia, al pari degli altri sodalizi professionali, aveva lo scopo di tutelare gli interessi dei ragionieri che all'epoca iniziavano a reclamare il riconoscimento del proprio status professionale. Tuttavia la sua specificità si evidenziava nelle iniziative di incontri ed eventi per dibattere ed approfondire questioni dottrinarie legate alla innovazione e qualificazione dei compiti del ragioniere. All’inizio del XX secolo, temi fondamentali come la determinazione delle tariffe professionali fondata su parametri opportunamente identificati e la tutela giuridica del ragioniere 43 «In questo panorama fortemente dinamico in cui la vita economica delle unità produttive appare sempre più influenzata dalla capacità dei soggetti di operare le scelte opportune ai fini di una azione di governo o di guida, emerge dominante nella dottrina economico aziendale la tendenza verso la specializzazione, che possiamo intendere sia come impulso a dettagliare ed approfondire le conoscenze sia come spinta decisa verso la formazione di indirizzi di ricerca che, con l'accumulazione degli studi, a poco a poco si allontanano gli uni dagli altri, quindi come tendenza a frammentare le conoscenze dell'economia aziendale.» R. Ferraris Franceschi, La teoria economico aziendale di fronte alla crescente specializzazione degli studi, in AA.VV., Continuità e rinnovamento negli studi economico-aziendali, Atti del Convegno AIDEA di Pisa dell'11-12 ottobre 1990, Clueb, Bologna, 1991, p. 5.

Page 22:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

sono stati ampiamente dominanti nell’Accademia, dove il dibattito e l’approfondimento sono risultati interessanti. Prima in questa associazione erano iscritti solo i ragionieri, ovvero coloro che esercitavano questa professione contabile, mentre in seguito anche i docenti di ragioneria degli istituti tecnici superiori e poi gli studiosi universitari partecipavano attivamente alla vita di quest’Accademia.

È questo cambiamento della compagine associativa dell’Accademia nel XX secolo a dimostrare il percorso comune che nel tempo accompagna la formazione professionale ed accademica nel sistema scolastico nazionale. Gli scambi possibili tra professionisti ed accademici sono vitali per la crescita e lo sviluppo delle discipline aziendalistiche nell’istituzione universitaria e per la qualità del ruolo professionale e contabile in azienda. Nel XX secolo infatti anche in Accademia sono evidenti posizioni personali di commistione del ruolo professionale ed accademico. Infatti, molti ragionieri erano anche docenti e molti docenti svolgevano compiti professionali di competenza dei ragionieri.

Tra gli accademici romani che sono stati indagati in questa ricerca, è risultato che alcuni sono stati soci e quindi membri dell'Accademia ed altri hanno avuto contatti solo sporadici ma comunque significativi sia per lo scambio teorico e pratico che per la crescita scientifica della professione. La presenza degli accademici era frequente in occasione di eventi o convegni in cui erano da approfondire tematiche fondamentali per l’esercizio della professione.

In base alle ricerche compiute finora risulta che siano stati membri dell'Accademia: Ugo Monetti, Pietro Onida, Angelo Riera e Aldo Amaduzzi. Per altri illustri docenti romani come Vittorio Alfieri, Pasquale D’Angelo e Carlo Ghidiglia sono state trovate informazioni concernenti la loro partecipazione ad alcune importanti iniziative promosse dall'Accademia quali, per esempio, il Congresso Internazionale di Ragioneria del 1906 e l’XI Congresso nazionale dei Ragionieri in Roma del 1911. Anche Pietro Giovannini ha avuto contatti con l’Accademia: tra i documenti raccolti nell’archivio di Bologna figura infatti una sua pubblicazione dal titolo “La revisione aziendale” del 1939. Pur non avendo notizie certe sul ruolo di Francesco Della Penna rispetto all’Accademia, si rileva un suo attivo interesse per questa istituzione nella documentazione analizzata; in particolare compare nel 1940 un espresso ringraziamento da parte di questo Autore al Presidente dell’Accademia dei Ragionieri di Bologna per le sue attività e il continuo impegno. Le riflessioni degli studiosi sono sempre risultate interessanti e hanno dato vita alla crescita della disciplina e delle teorie poste a base della cosiddetta pratica della Ragioneria che tanto ha caratterizzato la vita dell'Accademia di Bologna.

Questa associazione con lo scambio degli studiosi infatti ha contribuito a sviluppare un percorso comune per la formazione professionale del ragioniere prima e del dottore commercialista dopo. L’evoluzione delle discipline aziendalistiche probabilmente è stata caratterizzata anche da questi scambi e relazioni tra le istituzioni esaminate; gli approfondimenti teorici e pratici che nascono dal confronto tra coloro che operano in azienda e coloro che conoscono le teorie sono la linfa per la qualificazione dei professionisti. Di ciò gli autori hanno trovato traccia in questa ricerca: l’elemento comune all’Accademia e ai docenti romani è stato identificato nella formazione del ragioniere prima e del dottore commercialista e consulente aziendale poi.

Anche quando l’Accademia dei Ragionieri di Bologna operava a livello prevalentemente locale, la presenza di docenti universitari tra i suoi soci era abbastanza diffusa e non solo delimitata dal territorio di appartenenza. Molti di questi componenti erano illustri studiosi che hanno fatto la storia della Ragioneria e dell’Economia Aziendale (sebbene solo un numero limitato afferisse all'Ateneo romano). Si ricorda, a titolo di esempio, la nomina di Pietro D'Alvise (già presidente dell’Accademia dei Ragionieri in Padova) a socio onorario dell'Accademia di Bologna nel 1937 e le riflessioni nate intorno al suo scritto "Segni d'involuzione nei modernissimi studi di ragioneria?", all'epoca considerato di altissimo livello e fonte di approfondimento e di vivo dibattito con l'Autore negli incontri programmati nell’Accademia di Bologna.

In sintesi è apparso evidente che la mission e le attività di questa Accademia hanno concorso a innalzare le nostre discipline a livello accademico nel Paese e la mission e le attività formative svolte dai docenti universitari di Roma hanno concorso a qualificare il ruolo del professionista

Page 23:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

ragioniere (oggi commercialista e consulente aziendale) con un percorso di alta formazione molto orientato all’innovazione teorica e tecnica.

Dovendo formulare alcune conclusioni, è importante ricordare quanto segue. L'ipotesi che aveva originariamente guidato la presente ricerca è che, sin dalle sue origini, la Facoltà di Economia dell'Università di Roma (nella sua primigenia forma di Scuola Superiore) avesse avuto, come altre emergenti realtà accademiche locali, ampi contatti con l'Accademia dei Ragionieri di Bologna.

Come è stato in precedenza mostrato, quest'ipotesi è stata confutata dalle ricerche effettuate. L’Accademia ha avuto, originariamente, un ruolo a carattere prevalentemente locale, mentre ha iniziato ad assumere maggiore importanza a livello nazionale solo in tempi successivi. Man mano che le attività caratteristiche dell’Accademia si orientavano allo sviluppo degli studi teorici delle discipline aziendalistiche per qualificare la pratica professionale del Ragioniere, i contatti con il mondo accademico e della formazione sono apparsi più frequenti ed interessanti. È stata l’evoluzione naturale degli studi e delle esigenze di alta formazione ad avvicinare gli studiosi universitari alle Accademie dei Ragionieri.

Pertanto, i docenti romani all’inizio del ‘900 non prendevano attivamente parte alle iniziative dell'Accademia (sia di quelle a carattere locale che di quella più nota di Bologna) non perché fossero disinteressati alle loro attività, ma perché l'associazionismo si svolgeva in contesti territoriali ristretti privilegiando tematiche di carattere sindacale a tutela della categoria dei ragionieri. Ciò, nel corso del tempo è cambiato ed i contatti e gli scambi tra le due istituzioni sono sempre di più cresciuti con benefici per le teorie e le pratiche aziendalistiche.

La ricerca presenta, tuttavia, evidenti limiti: allo stato attuale non è stato possibile consultare tutto il materiale d’archivio custodito a Bologna presso la sede dell’Accademia. In futuro è necessario approfondire l’indagine anche attraverso la consultazione di altre fonti documentali che potrebbero fare maggiormente luce sul ruolo dei docenti romani presso la suddetta istituzione.

I propositi futuri di ricerca prevedono di analizzare con ulteriore dettaglio i dati dell’Accademia incrociandoli con le informazioni rinvenute sui docenti romani per descrivere in modo puntuale i punti di contatto che hanno caratterizzato il comune percorso per giungere alla attuale formazione professionale nel campo dei contabili e dei consulenti di azienda. In particolare, si intende concentrare l’attenzione su tre distinti aspetti:

a) i convegni e le altre occasioni di approfondimento teorico promosse dall’Accademia (per esempio i gruppi di studio), che hanno contribuito a sviluppare i contenuti delle pubblicazioni scientifiche realizzate nel periodo considerato;

b) il legame tra gli insegnamenti universitari impartiti e i contributi alla formazione professionale di qualità richiesti dall’Accademia;

c) il ruolo (indiscutibilmente rilevante) svolto dall'Accademia nel mondo della professione a livello nazionale, che ha necessariamente segnato l’evoluzione dell’insegnamento delle discipline aziendalistiche sia a livello universitario che tecnico-professionale (e poi anche dell’aggiornamento continuo dei professionisti).

La ricerca potrebbe inoltre evolvere verso altri possibili approfondimenti tematici. In particolare, potrebbe essere opportuno indagare:

se i rapporti tra l’Accademia di Bologna siano stati, nel corso del tempo, più intensi con i docenti universitari di aree limitrofe all’Accademia stessa rispetto a quanto riscontrato per i docenti romani;

se i docenti universitari romani hanno avuto maggiori rapporti con l’Accademia dei Ragionieri di Roma rispetto a quelli intercorsi con l’Accademia bolognese.

In tal modo si intende verificare se i rapporti tra le istituzioni universitarie e le accademie scientifico-professionali abbiano avuto una tendenza a un'evoluzione più prettamente locale che nazionale.

Page 24:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

Riferimenti bibliograficiABENI G.B., Plebiscito fra i ragionieri d'Italia promosso dall'Accademia dei ragionieri di Bologna allo

scopo di spingere il governo al pronto ordinamento dell'istruzione nelle materie di computisteria: proposta fatta all'Accademia dei Ragionieri di Bologna dal socio onorario Giovan Battista Abeni , Tip. Cenerelli, Bologna, 1868.

ABENI G.B., Programmi per l'insegnamento delle materie di computisteria, ragioneria e contabilità pubblica presso gli istituti tecnici e politecnici nel Regno d'Italia proposti all'Accademia dei Ragionieri di Bologna dal socio onorario Giovan Battista Abeni, Tip. della Sentinella, Brescia, 1868.

ACCADEMIA DEI RAGIONIERI DI BOLOGNA, Statuto, Bologna, Soc. Tip. già Compositori, 1869.ACCADEMIA DEI RAGIONIERI DI BOLOGNA, Statuto, seconda edizione, Bologna, Soc. Tip. già Compositori,

1888.ACCADEMIA DEI RAGIONIERI DI BOLOGNA, Sulla contabilità di Stato: relazione della Commissione composta

dai signori [...] all'Accademia dei ragionieri di Bologna, Tip. Cenerelli, Bologna, 1866.ACCADEMIA ITALIANA DI ECONOMIA AZIENDALE. Fondata nel 1813, Milano, Arnoldo Mondadori Editore,

1991.AMADUZZI A., Percorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni,

Milano, Giuffrè, 2004.Atti concernenti la solennità della commemorazione del 50° anniversario di fondazione dell'Accademia dei

Ragionieri in Bologna, Società tipografica, Bologna, 1881.Atti dell’Accademia dei Ragionieri in Bologna, anni vari.Atti del Primo Congresso Nazionale dei Ragionieri Italiani tenuto in Roma nel Palazzo dei Conservatori in

Campidoglio nel mese di Ottobre 1879, Roma, Tipografia Cenniniana, 1880.Atti del Secondo Congresso dei Ragionieri Italiani tenuto in Firenze nel mese di settembre 1881, Firenze,

Tipografia Cenniniana, 1884.Atti del Quinto Congresso Nazionale dei Ragionieri tenuto in Genova nel mese di ottobre 1892 , Genova,

Stabilimento Tipo-Litografico Forense, 1893.Atti del VII Congresso Nazionale dei Ragionieri tenutosi in Venezia nel mese di luglio 1899 sotto la

presidenza del Rag. Prof. Fabio Besta, pubblicati per cura del Rag. Romeo Cavazzana, segretario generale del congresso, Venezia, Prem. Stab. Tipografico Naratovich-Scarabellini, 1900.

Atti dell’VIII Congresso nazionale dei ragionieri italiani, tenuto in Milano dal 10 al 21 settembre 1902, Milano, Stab. Tip. Lit. G. Abbiati, 1903.

Atti del IX Congresso nazionale dei ragionieri italiani, tenuto in Bologna dal 5 al 9 novembre 1905, Bologna, A. Cacciari, 1906.

Atti del X congresso nazionale dei ragionieri italiani, svoltosi a Genova, dal 9 all’11 maggio 1910, Genova, Soc. tip. E. Oliveri & C., 1910.

Atti dell’XI Congresso dei Ragionieri Italiani tenuto in Roma nel settembre 1911, Roma, Tipografia Italia, 1912.

Atti privati della Accademia dei ragionieri in Bologna, Tip. Cenerelli, Bologna, anni vari.Atti relativi alle feste centenarie della R. Accademia dei Ragionieri di Bologna celebrate il 30 novembre

1913, Coop. Tip. Azzoguidi, Bologna, 1914.BANFI E., L’associazione Nazionale dei Ragionieri, in “Bollettino del Collegio dei Ragionieri in Milano”, n.

7, 1890.BARIOLA P., Storia della ragioneria italiana premiata al Concorso della Società Storica Lombarda, Milano,

Tip. Ambrosiana di Cavalli, Salmini e C., 1897.BIONDI L., D’ALESSIO L., GULLUSCIO C., TORRECCHIA P., Accounting Professors in Rome and their

contribution to Italian Academy of Accountants, in Atti del III International Confernce on Luca Pacioli in Accounting History & III Balkans and Middle East Countries Conference on Accounting and Accounting History, Istanbul, June, 19-22, 2013.

Bollettino degli Atti dell’Accademia dei Ragionieri, anni vari.Bollettino della R. Accademia dei Ragionieri di Bologna, anni vari.BONALUMI F.A., Il risveglio degli studi computistici, in “Rivista di Contabilità”, Volume III, I semestre

1880.BORDONI A., L’Accademia dei ragionieri in Bologna: cenni storici, statuti, memorie, Bologna: Soc. tip.

Azzoguidi, 1888.CAFFERATA R., L’Aidea e gli aziendalisti italiani, XXVIII Convegno Annuale dell’Accademia Italiana di

Economia Aziendale, 14 ottobre 2005, Trento.

Page 25:  · Web viewPercorsi di ricerca tra storia della ragioneria, aziende e contabilità, dottrine e professioni, Giuffrè, Milano, 2004., il quale prevede che ogni indagine storica nel

CAGIANO DE AVEZEDO R. (a cura di), La Facoltà di Economia. Cento anni di storia. 1906-2006, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006.

CANZIANI A., La Ragioneria italiana. 1841 - 1922 da tecnica a scienza, Paper n. 63 del Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università degli Studi di Brescia, 2007.

CASSANDRO P.E., Disegno storico delle dottrine economico-aziendali tedesche, Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, n. 4, 1937.

CASSANDRO P.E., «Betriebswirtschaftslehre» ed economia aziendale, Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, n. 7-8, 1975.

Cenni storici sulla Accademia dei ragionieri in Bologna, Bologna, premiato stabilimento tipografico successori Monti, 1884.

Cenni storici della Accademia dei Logismofili poi R. Accademia dei ragionieri ora Accademia di Ragioneria in Bologna, Bologna, S.P.A. Poligrafici Il Resto del Carlino, 1959.

CORONELLA S., Biografie di Ragionieri illustri, Dispense.CORONELLA S, I diversi sistemi contabili, Dispense.CORONELLA S., La Ragioneria in Italia nella seconda metà del XIX secolo, Giuffrè, Milano, 2007.COSTA M., Le concezioni della Ragioneria nella dottrina italiana. Profili storici e storiografici nella

sistematica delle discipline aziendali, Giappichelli, Torino, 2001.D’IPPOLITO T., L’azienda: prime nozioni di economia aziendale e di ragioneria ad uso degli studenti di

discipline economiche e dei dirigenti d’azienda, Abbaco, Palermo, 1955.D’IPPOLITO T., Le discipline amministrative aziendali: ragioneria, tecnica, organizzazione, economia

aziendale, Abbaco, Palermo, 1957.Elenco dei componenti l’Accademia dei Ragionieri in Bologna e degli uffiziali, anni vari.FERRARI L.A., I collegi e le associazioni istituite nel secolo XIX e la regolamentazione della professione di

ragioniere, in AA.VV., Cultura Aziendale e Professionale tra passato e futuro, “Atti del VII Convegno Nazionale della Società Italiana di Storia della Ragioneria”, Bari, 5-6 dicembre 2003, 1° Tomo, Roma, Rirea, 2005.

FERRARIS FRANCESCHI R., L'indagine metodologica in economia aziendale, Giuffrè, Milano, 1978.GIANNESSI E., I precursori in economia aziendale, Milano, Giuffrè, 1980.GUTENBERG E., Einführung in die Betriebswirtschaftslehre, Betriebswirtschaftlicher Verlag Dr. Th. Gabler,

Wiesbaden, 1958.MARI L.M., BARTOCCI L., La diffusione del metodo camerale in Italia. Il contributo di Francesco Villa e di

Antonio Tonzig, in Atti del VI Convegno Nazionale di Storia della Ragioneria, Caserta, Real Belvedere di San Leucio, 4-5 ottobre 2001, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2003.

MASI V., La ragioneria nell’età moderna e contemporanea, Milano, Giuffrè, 1994.MELIS F., Storia della ragioneria. Contributo alla conoscenza e interpretazione delle fonti più significative

della storia economica, Bologna, Zuffi Editore, 1950.R. ACCADEMIA DEI RAGIONIERI DI BOLOGNA, Cenni Storici (MDCCCXIII-MCMXIII) in ricorrenza delle

feste centenarie dell’Accademia, 1913.Regolamenti per l’Accademia dei Ragionieri in Bologna, Bologna, Dai tipi del Mobili e Comp., 1830.ROSATI C., I Collegi dei ragionieri e l’Associazione Nazionale, in “Bollettino dei Ragionieri dell’Umbria”,

n. 3-4, 1890.ROSSI G., I nuovi principi regolatori del bilancio finanziario italiano: lettura fatta il 29 novembre 1909 alla

R. Accademia dei Ragionieri di Bologna, Tip. Mancini, Macerata, 1910.SANGUINETTI A., La logismografia: le sue nuove forme e le sue applicazioni. Memoria letta all'Accademia

dei Ragionieri di Bologna la sera del 12 maggio 1882, Stabilimento Tipo-Litografico degli Artigianelli, Reggio Emilia, 1882.

SERRA L., Storia della ragioneria italiana, Milano, Giuffrè, 1999.WALDEYER H., Zur Entstehung der Realschulen in Preußen im 18. Jahrhundert bis zu den dreißiger Jahren

des 19. Jahrhunderts, in: HARTMANN K. L., NYSSEN F. AND WALDEYER H., Schule und Staat im 18. und 19. Jahrhundert, Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1974.

WÖHE G., Einführung in die Allgemeine Betriebswirtschaftslehre, Vahlen, München, 2002.