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Appunti sullo Sviluppo: miglioramento della tecnologia, della produzione e del benessere socio-economico; indicatori: PIL ; RNL (contiene le rimesse degli emigranti) Figura (2010); indice di dipendenza; livello di istruzione mortalità infantile; speranza di vita, calorie per abitante, %spesa per il cibo primario secondario e terziario figura (2013) p. 158 Modelli di sviluppo La modernizzazione Rostow (tradizionale decollo, maturità, consumi di massa) Da cosa dipende lo sviluppo Forze che operano su più scale : neocolonialismo, teoria della dipendenza, dollarizzazione Il contesto geografico: Centro, periferia e semiperiferia Barriere allo sviluppo economico : obiettivi del millennio (p.264); il debito estero (il Neoliberismo); la salute Le disparità regionali Indice di Sviluppo Umano (ISU): pubblicato annualmente dal Rapporto sullo Sviluppo Umano (Human Development Report) per conto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), è la media ponderata di alcuni fattori di sviluppo attinenti la durata della vita (speranza di vita), il livello di istruzione (aspettativa di vita scolastica e durata media della scolarizzazione) e la ricchezza disponibile (Prodotto nazionale lordo per abitante). È espresso tramite un valore in millesimi e la posizione di un paese nella graduatoria mondiale (calendario 2013 p. 166)

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Appunti sullo Sviluppo: miglioramento della tecnologia, della produzione e del benessere socio-economico;indicatori: PIL ; RNL (contiene le rimesse degli emigranti) Figura (2010); indice di dipendenza; livello di istruzione mortalità infantile; speranza di vita, calorie per abitante, %spesa per il cibo

primario secondario e terziario figura (2013) p. 158Modelli di sviluppoLa modernizzazione Rostow (tradizionale decollo, maturità, consumi di massa)

Da cosa dipende lo sviluppoForze che operano su più scale : neocolonialismo, teoria della dipendenza, dollarizzazioneIl contesto geografico: Centro, periferia e semiperiferiaBarriere allo sviluppo economico : obiettivi del millennio (p.264); il debito estero (il Neoliberismo); la saluteLe disparità regionali

Indice di Sviluppo Umano (ISU): pubblicato annualmente dal Rapporto sullo Sviluppo Umano (Human Development Report) per conto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), è la media ponderata di alcuni fattori di sviluppo attinenti la durata della vita (speranza di vita), il livello di istruzione (aspettativa di vita scolastica e durata media della scolarizzazione) e la ricchezza disponibile (Prodotto nazionale lordo per abitante). È espresso tramite un valore in millesimi e la posizione di un paese nella graduatoria mondiale (calendario 2013 p. 166)

English: The United Nations Human Development Index (HDI) rankings for 2009. For full details, see List of countries by Human Development Index (en.wikipedia)

   0.950 and over   0.900–0.949   0.850–0.899   0.800–0.849   0.750–0.799

   0.700–0.749   0.650–0.699   0.600–0.649   0.550–0.599   0.500–0.549

   0.450–0.499   0.400–0.449   0.350–0.399   under 0.350   Data unavailable

OBIETTIVO 1

SRADICARE LA POVERTA' ESTREMA E LA FAME

I punti in cui si articola • Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone il cui reddito è inferiore ad 1 $ al giorno• Raggiungere un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti, inclusi donne e giovani• Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffre la fame

Lo stato dell'arte al 2005 Nel 1990 vivevano in povertà estrema più di 1 miliardo e 200 milioni di persone, il 28 per cento della popolazione dei paesi in via di sviluppo. Erano i più poveri dei poveri e combattevano per sopravvivere con meno di 1 dollaro al giorno. L’obiettivo del primo Milennium Development Goal è dimezzare la quantità di persone che soffrono la fame entro il 2015.

Nel 2001 la proporzione si è ridotta dal 28 al 21 per cento nel mondo in via di sviluppo: tra il 1990 e il 2001 quote di povertà estrema erano sparite rapidamente in gran parte dell’Asia – dove era sceso a 250 milioni il numero di individui che dispongono di meno di 1 dollaro al giorno – si erano ridotte lentamente in America Latina, si erano modificate leggermente in nord Africa e Asia occidentale, ed avevano avuto invece un incremento, dai livelli minimi in cui si trovavano, nell’Europa sudorientale e nell’ex Unione Sovietica in conseguenza della transizione politico-economica. Ma nell’Africa subsahariana, che già ospitava le più alte quote di povertà al mondo, milioni di nuovi poveri erano caduti nella miseria più profonda.

La fame è diffusa quasi come la povertà. Nel 2002 si stimavano in 815 milioni le persone che, nel mondo in via di sviluppo, avevano troppo poco da mangiare per soddisfare le minime esigenze di energia quotidiana. La proporzione di affamati era inferiore nel periodo 2000-2002 che tra il 1990 e il 1992 in tutte le regioni, fatta eccezione per l’Asia occidentale. Tuttavia il numero di quanti soffrivano la fame nel periodo 1997-2002 è aumentato.

La mancanza di cibo può essere più pericolosa per i bambini in quanto può ritardare il loro sviluppo fisico e mentale. Più di 150 milioni di bambini sotto i cinque anni nei paesi in via di sviluppo sono sottopeso, dato che ne determina più della metà delle morti e nei sopravvissuti è causa di malattie ricorrenti e crescita anomala. La malnutrizione infantile è determinata non solo dalla privazione, ma anche da malattie infettive e mancanza di cure.

La proporzione di bimbi malnutriti è inferiore ai dieci anni precedenti dappertutto, con i progressi più veloci nell’Asia orientale. Alcuni paesi poverissimi sono riusciti a ridurre il tasso di malnutrizione anche in circostanze molto difficili. Nonostante ciò nell’Asia meridionale almeno la metà dei bambini continua a essere sottopeso. Progressi irrilevanti sono stati fatti nell’Africa subsahariana, dove il numero dei bambini malnutriti è addirittura aumentato in parte in seguito alla mancanza di progresso, in parte per l’aumento generale della popolazione.

Guerre e rovesci economici sempre più spesso determinano crisi alimentari. Fin dal 1992 la proporzione di emergenze alimentari dovute a cause indotte dall’uomo, più che alla siccità, sono raddoppiate. Nel 2004 dei 35 paesi che hanno richiesto aiuti d’emergenza, la maggior parte dei quali in Africa, nella maggioranza dei casi vivevano situazioni belliche o postbelliche.

Vincere la fame è possibile, come hanno dimostrato più di 30 paesi - 14 dei quali nell’Africa subsahariana - che l’hanno ridotta almeno del 25 per cento negli ultimi dieci anni. Sostenere l’agricoltura è una chiave accanto alla riduzione della povertà, che richiederà un’occupazione dignitosa e produttiva per 530 milioni di persone, uomini e donne, che ancora vivono con meno di 1 dollaro al giorno.

Luoghi di origine dell’agricoltura, p. 287Il modello di von ThunenDiversi tipi d’agricolturaL’impronta nel paesaggio

Sistemi di insediamentoMAPPA DELL’AGRICOLTURA MONDIALE SCANSIONE P.303

La G. può essere definita l’aumento degli scambi contatti e relazioni che prescindono dai confini politici. La struttura portante è il commercio internazionale, l’innovazione, le reti telematiche e i social network.Queste ultime in particolare mostrano la tendenza ad una nuova forma di potere orizzontale con scambi d’informazione continui. Le reti veicolate dal web influiscono sui trasporti, sulla distribuzione dei prodotti, sulle telecomunicazioni, sull’ informatica, sulla finanza , sulla pubblicità ecc.L’accesso alle reti ovviamente non è omogeneo e le disparità telematiche creano nuovi centri e nuove periferie (digital devide).I paesi ricchi dispongono di 527 linee telefoniche , 849 utenti di cellulari e 571 abitanti su 1000 che utilizzano internet. I Paesi poveri possono contare su 35 linee telefoniche78 telefoni cellulari e 43 utenti internetLa misurazione dei livelli di collegamento delle città globali Londra e New york tokio sono le città più collegate del pianeta. Queste città sono l’origine delle transazioni finanziarie, di marketing e di pubblicità

Il punto di partenza per un ragionamento sulla Network Society e una sua valutazione è il fondamentale testo di Manuel Castells “La nascita della società in rete”, Egea Bocconi, 2002. La lucida descrizione delle tendenze in atto a partire dalla metà degli anni ‘70, in particolare lo spostamento verso un assetto orizzontale delle organizzazioni umane (politiche, economiche, culturali e sociali), consente di seguire un filo logico sulla riconfigurazione della nostra quotidianità e della nostra società. Gli eventi che sono alla base del cambiamento, tuttora in atto, sono i seguenti: l’introduzione delle nuove tecnologie della Network Society (personal computer, il Web, i Social Network per fare solo alcuni esempi); la riorganizzazione economica seguita alla crisi petrolifera del 1973 che determina o almeno accelera il processo di globalizzazione delle aziende che elaborano strategie di decentramento a rete o a stella; le rivolte degli anni ’60 e ’70 che minano sul piano sociale la base dell’organizzazione verticale della società, il patriarcato. Nonostante la velocità e la vicinanza delle trasformazioni in corso e nonostante il numero limitato dei modelli teorici a nostra disposizione sull’argomento, alcune questioni centrali sono entrate in diversi modi (letteratura, cinema, altri media) anche nella nostra quotidianità, come ad esempio la domanda riguardante la dimensione del potere. Chi comanda oggi? La potenza democratica della rete sta riducendo il potere piramidale degli Stati, dei vecchi media come i giornali, la radio, e la televisione? O stanno emergendo nuovi poteri forti ancor più invasivi che utilizzano la rete per acquisire informazioni sempre più capillari su ognuno di noi? Chi controlla la rete? Tutti o alcuni?La risposta o meglio le risposte non sono univoche. La recente Primavera Araba 2011, l’affermazione di Obama sulla Clinton con la raccolta di fondi più democratica mai fatta negli USA lanciata su internet, e per contro l’esplosione della bolla speculativa finanziaria del 2008 che ha

messo in crisi l’intero sistema economico e che non sarebbe stata possibile senza le tecnologie telematiche, la constatazione che il 90-95% degli utenti internet usi Google, o che su Twitter scriva solo lo 0,05% delle persone che lo utilizzano (pochi scrivono e tutti gli altri leggono), dimostrano la non lineare e agevole possibilità di valutare anche l’aspetto teoricamente più positivo e più caratterizzante della Network Society che è la transizione verso un modello orizzontale della società.Ritengo che a livello individuale e sociale le risposte al quesito iniziale vadano ricercate su due piani: quello della conoscenza e quello dei diritti.Sul piano della conoscenza e dei diritti ci viene in aiuto ancora una volta Castells allorché introduce due concetti: lo spazio dei flussi e lo spazio dei luoghi evidenziando marcati squilibri in termini di inclusione ed esclusione, tra chi rimane fuori dalla rete e dalle opportunità della rete, e lo spazio dei flussi e dell’inclusione costituito specialmente dalle metropoli. Se sei nel “lato oscuro della rete”, sei svantaggiato economicamente, culturalmente e socialmente. Tutto ciò, se è probabilmente alla base di alcuni conseguenze osservate in questi anni di globalizzazione come il ritorno alle identità locali, l’emergere dei fondamentalismi, del terrorismo e il configurarsi di nuove fratture (ad es. il digital divide), pone anche un problema di conoscenza del un modello di organizzazione del territorio basato sulle reti. Arpanet (il primo nome della rete) ha creato una struttura priva di centro? Esiste un problema tecnico (soglie di saturazione, il modello del sesto grado di separazione, ecc.) che crea automaticamente una gerarchia imprevista nel cyberspazio, in Google e negli altri elementi cardine della società dell’informazione?Tutto questo non può che essere affrontato da una parte con la ricerca applicata alle conseguenze della Network Society e dall’altra con una maggiore consapevolezza del cittadino dei nodi problematici della rete al fine di poter individuare un corpus efficace di diritti per difendere specialmente i più deboli.Tutti noi percepiamo le potenzialità positive prevalenti della macchina universale di Turing e delle sue successive applicazioni. Lo dimostriamo ogni giorno servendoci e spesso affidandoci alle nuove tecnologie della nuova società orizzontale per affrontare molte cose. Il nodo da sciogliere è forse quello che la società della consapevolezza e dei diritti non procede ancora alla stessa velocità della tecnologia e della società dell’informazione.Un’ultima notazione tratta dalle recenti vicende politiche italiane: forse non è un caso che l’attuale Presidente del Consiglio italiano Monti sia un ex Commissario Europeo alla concorrenza divenuto famoso per una maxi multa comminata alla Microsoft.

Gli spazi agricoli, industriali e terziari

Spazi agricoli e le miniere, L’industria, l’energia, il commercio, comunicazioni e telecomunicazioni, turismo

Gli elementi del paesaggio rurale

Agricolo, agrario, rurale

L’atlante tematico dell’agricoltura

Tecniche di dissodamento

Rittochino, cavalcapoggio, girapoggio reggipoggio: sistemazione dei pendii meno acclivi

Terrazzi e ciglioni contro l’erosione dei versanti più acclivi

Muretti a secco

Il degrado dei pendii

Tecniche di drenaggio e valorizzazione delle paludi

Idrovore

Invasi artificiali

Bonifiche per colmata

Aree di bonifica

Borghi di servizio

Casali della bonifica

Chiaviche per regolare il drenaggio delle acque

Frangivento

Opere di canalizzazione, strade interpoderali

Tecniche di controllo del ciclo vegetativo

Muretti a secco

Frangivento

Reti antigrandine

Serre, tunnel,

La gestione delle acque irrigue

Chiaviche, abbeveratoi, torri d’acqua, laghetti collinari

Irrigazione a pioggia, per aspersione, a goccia

Bocche dei moderni canali di irrigazione sotterranei

La forma dei campi

Campi aperti (openfield, insediamento accentrato) e campi chiusi (bocage, insediamento sparso)

Geometrici, allungati, irregolari

Diversi tipi di recinzione dei campi (siepi, canali, filari di alberi)

Ordinamenti colturali

Seminativi specializzati, agricoltura promiscua, monocoltura

Le diverse associazioni

Il paesaggio dell’alboricoltura

La vite : ad alberello, a pergolato o tendone, maritata, a filari

L’olivo

L’agrumeto

Corilicoltura (coltivazione del nocciolo)

Gli spazi dell’allevamento

Tabulare, brado, misto

L’alpeggio e la transumanza

I pascoli

Fienili silos stalle

Chiesette della transumanza

I tratturi

Centrali del latte

Lo stazzo (dove vengono raccolti gli animali)

Gli annessi alla casa rurale per la lavorazione del latte

Stalle

Colombaie

L’abitazione rurale

Residenze di campagna

I trulli

I casali

Abitazioni polifamiliari (masserie cascine a corte, casino, dimore temporanee)

Villaggi rurali di pendio, di sprone, di cocuzzolo

I nuclei abitati

Aziende agrituristiche

Schema di riferimento del paesaggio rurale

Altitudine, morfologia, idrografia e vegetazione naturale

Coltivazioni, forma e dimensione dei campi

Recinzioni, serbatoi d’acqua, silos, canalizzazioni, impianti irrigui

Presenza di attività extragricole

Rete di sentieri e strade rurali, insediamenti permanenti e temporanei, ripari per il bestiame

Rapporti tra gli elementi es. morfologia e ordinamenti colturali; tipo di agricoltura e tipo di insediamenti

Legenda della carta topografica

Frutteti e seminativi specializzati nel paesaggio urbano e industriale di Imola Emilia

Il modello di sviluppo basato sull’industrializzazione il polo di sviluppo era costituito da un’areaindustriale, di dimensioni variabili, collocata nei pressi di un centro urbano giàdotato di infrastrutture e di servizi (in particolare un porto, un aeroporto e terminaliferroviari). E poiché le stesse dimensioni delle aziende richiedevano investimentidi capitali e di ricerca di non poco conto, accanto all’iniziativaprivata agiva contemporaneamente una «industria di stato» cheaveva nell’IRI e nell’ENI i punti di riferimento.

Le «grandi industrie», a capitale privato italiano ed estero e/o conL’intervento economico statale (incentivi finanziari e fiscali, capitalepubblico di dotazione, costruzione di infrastrutture e/o costruzioneed installazione degli impianti) erano rappresentate dalla cosiddetta«industria di base» dei grandi complessi a ciclo integrale dellametallurgia e della siderurgia (Genova-Cornegliano, Piombino,Napoli-Bagnoli, Taranto) e della chimica e petrolchimica (PortoMarghera, Gela, Siracusa), nonché da quelli dell’industria manifatturiera(rappresentati dagli impianti automobilistici di Cassino, cosìcome quelli di Melfi).

Mestre, il polo industriale di Porto Marghera

Taranto (quadri 3, 4 e 5). L’espressione di «acciaio tra gliulivi» per il IV centro siderurgico integrale è quanto maiopportuna. È infatti sufficiente la tavoletta 1:25 000 del 1947per evidenziare la destinazione ad uso agricolo dell’area in cui si localizzerà lagrande unità produttiva dell’Italsider.L’impianto, localizzato lungo l’asse viario che collega Bari a Taranto a N dellacittà, fu installato con alcuni primi comparti nel 1964, successivamente ingranditonella seconda metà degli anni .60 e «raddoppiato» nel 1970. Esso, avvalendosianche delle consulenze tecniche e gestionali estere, avrebbe dovuto costituireuna tappa fondamentale nel graduale spostamento del baricentro siderurgiconazionale verso il Mezzogiorno.

Gli stabilimenti industriali dell’Ilva di Taranto

Il terziario

Negli scenari post-fordista e post-moderno, ove si combinano fattori economiciinsieme a motivazioni sociali e culturali, si innescano cambiamentinella struttura dell’offerta e della domanda di beni e servizi, che comunqueripropongono, almeno in parte, il gioco combinato delle economie di agglomerazionee del fattore accessibilità. Nelle aree urbane e periurbane si addensanotuttora le attività commerciali in base al primo principio, mentre la diffusioneterritoriale di varie funzioni, tra cui quelle commerciali, grazie al decisomiglioramento delle infrastrutture per la mobilità e al contributo dellenuove tecnologie, fa crescere l’importanza dei fattori collegati all’accessibilità(anche derivante dall’inserimento in rete), accanto alla riaffermazione dellepolarità urbane e metropolitane.

Nell’ambito dei processi di ri-territorializzazione, tipici del post-fordismo,le forme di insediamenti di attività commerciali appaiono fra le più rilevanti,con impatti territoriali che si fanno sempre più consistenti. La diffusione deipunti di offerta fa sì che l’effetto-città si manifesti in molti contesti territorialiextraurbani, offrendo sostegno agli insediamenti commerciali, specie a quellidi ultima generazione come i centri commerciali e i factory outlet , che siavvalgono anche di politiche di marketing aggressive per attirare i flussi diclientela.

sulla spinta delle nuove tecnologie,come la telematica e l’informatica che, ad esempio, permettono il controllocapillare delle attività di compravendita e di razionalizzare la gestione dellalogistica e del magazzino;

Lucca (Toscana) esempio di città diffusa: le città nel dopoguerra si sono moltiplicateed è cresciuta considerevolmente la quantità dei loro abitanti; ma ancoramaggiore è stata la loro dilatazione spaziale in quanto la logica di localizzazionedelle nuove attività «centrali» e di rilocalizzazione delle attività tradizionalie delle residenze ha comportato, oltre ad un uso intensivo del suolourbano, un’espansione fisica della città sugli spazi finitimi.

Fiumicino, l’aeroporto Leonardo Da Vinci

Fiumicino Il centro commerciale Parco Leonardo

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La rivoluzione industriale : mappa della diffusione i Europa (giacimenti carboniferi in Europa) Ruhr –Reno Rotterdam aree urbane – collegamenti ferroviari

La teoria della localizzazione industriale e l’attrito della distanza; il modello di Weber(costi trasporto materie prime e manufatti e manodopera; agglomerazione : la vicinanza con altre industrie crea situazioni favorevoli di contesto) ;

le principali regioni industriali dell’europa degli usa, russia e cina.

SERVIZI

Quaternario (servizi informatici, finanza amministrazione, assicurazioni, servizi legali) E Quinario (ricerca scientifica, istruzione superiore, direzione)

I corridoi dell’alta tecnologia le tecnopoli : Silicon Valley vicino alla Stanford e Berkeley Univ. ; Route 128 vicino al MIT e a Harward presso Boston.