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http://www.veronasera.it/speciale/interviste/atv-e-tagli-l_idv-zaninelli- pensi-a-ridursi-lo-stipendio.html VeronaSera » Speciale » Interviste Atv e tagli, l'Idv: "Zaninelli pensi a ridursi lo stipendio" Attacco frontale della capogruppo provinciale Milan: "L'azienda paga 2 dirigenti con 330mila euro" di La Redazione - 20 gennaio 2011 "In riferimento alle dichiarazioni del direttore generale di Atv, Stefano Zaninelli, in merito ai tagli, sono davvero incredula che lo stesso riesca a soffermarsi sulla 'la scarsa considerazione per le aziende, come ATV, che non fanno sprechi'. Purtroppo, temo per lui che in Regione si siano decisamente accorti che Atv è una regina degli sprechi, proprio grazie alla sua nomina a direttore generale. La pianta organica di Atv, infatti, prevede un solo direttore generale, la cui poltrona era andata all'ex Amt Luciano Marchiori con uno stipendio annuo di 150mila euro". Non ha peli sulla lingua la capogruppo provinciale dell'Italia dei Valori Sonia Milan, alla luce dei presunti tagli ("circa due milioni" precisa l'Idv) che l'azienda di trasporto pubblico veronese dovrà subire dalla Regione. "Zaninelli è stato assunto successivamente a Marchiori e, per permettergli di occupare una poltrona prestigiosa e di fare, quindi, il direttore generale, l'ex Amt è stato declassato ufficialmente a vicedirettore, mantenendo però lo stipendio pieno di 150mila euro, mentre il dg ha fatto il salto di qualità divenendo primo dirigente e percependo ben 180mila euro l'anno". Continua Milan: "Di fatto due direttori e due super stipendi. Invece di gridare allo scandalo per i tagli regionali sarebbe il caso che Atv divenisse davvero una società virtuosa, tagliando le doppie poltrone e riducendo le indennità sia dei direttori (perché di fatto sono due) sia dei membri del consiglio di amministrazione, che percepiscono 20mila euro l'anno. Poi, forse, potranno andare a lamentarsi alla Regione, questa volta a testa alta". http://www.larena.it/stories/Cronaca/ 239387__zaninelli_attacca_la_regione_sui_fondi_per_gli_autobus/ 30.03.2011 Zaninelli attacca la Regione sui fondi per gli autobus TRASPORTO PUBBLICO. L'assessore Veneto Renato Chisso ha annunciato finanziamenti per oltre 70 milioni. Ora il nodo da sciogliere è sui contributi in arrivo da Roma Il direttore dell'Atv: «I biglietti non aumenteranno ma Venezia non ci aiuta» Le tariffe dei biglietti degli autobus non aumenteranno, ma è necessario che i finanziamenti in arrivo da Roma vengano destinati al trasporto su gomma, e non a quello ferroviario. Stefano Zaninelli, direttore di Atv, rassicura i veronesi sul rischio di rincaro delle corse e attacca l'assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso. «L'accordo Stato- Regioni prevede 37 milioni di euro per il trasporto pubblico veneto», è

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http://www.veronasera.it/speciale/interviste/atv-e-tagli-l_idv-zaninelli-pensi-a-ridursi-lo-stipendio.htmlVeronaSera » Speciale » IntervisteAtv e tagli, l'Idv: "Zaninelli pensi a ridursi lo stipendio"Attacco frontale della capogruppo provinciale Milan: "L'azienda paga 2 dirigenti con 330mila euro"di La Redazione - 20 gennaio 2011

"In riferimento alle dichiarazioni del direttore generale di Atv, Stefano Zaninelli, in merito ai tagli, sono davvero incredula che lo stesso riesca a soffermarsi sulla 'la scarsa considerazione per le aziende, come ATV, che non fanno sprechi'. Purtroppo, temo per lui che in Regione si siano decisamente accorti che Atv è una regina degli sprechi, proprio grazie alla sua nomina a direttore generale. La pianta organica di Atv, infatti, prevede un solo direttore generale, la cui poltrona era andata all'ex Amt Luciano Marchiori con uno stipendio annuo di 150mila euro". Non ha peli sulla lingua la capogruppo provinciale dell'Italia dei Valori Sonia Milan, alla luce dei presunti tagli ("circa due milioni" precisa l'Idv) che l'azienda di trasporto pubblico veronese dovrà subire dalla Regione. "Zaninelli è stato assunto successivamente a Marchiori e, per permettergli di occupare una poltrona prestigiosa e di fare, quindi, il direttore generale, l'ex Amt è stato declassato ufficialmente a vicedirettore, mantenendo però lo stipendio pieno di 150mila euro, mentre il dg ha fatto il salto di qualità divenendo primo dirigente e percependo ben 180mila euro l'anno".Continua Milan: "Di fatto due direttori e due super stipendi. Invece di gridare allo scandalo per i tagli regionali sarebbe il caso che Atv divenisse davvero una società virtuosa, tagliando le doppie poltrone e riducendo le indennità sia dei direttori (perché di fatto sono due) sia dei membri del consiglio di amministrazione, che percepiscono 20mila euro l'anno. Poi, forse, potranno andare a lamentarsi alla Regione, questa volta a testa alta".

http://www.larena.it/stories/Cronaca/239387__zaninelli_attacca_la_regione_sui_fondi_per_gli_autobus/30.03.2011Zaninelli attacca la Regione sui fondi per gli autobusTRASPORTO PUBBLICO. L'assessore Veneto Renato Chisso ha annunciato finanziamenti per oltre 70 milioni. Ora il nodo da sciogliere è sui contributi in arrivo da Roma Il direttore dell'Atv: «I biglietti non aumenteranno ma Venezia non ci aiuta»

Le tariffe dei biglietti degli autobus non aumenteranno, ma è necessario che i finanziamenti in arrivo da Roma vengano destinati al trasporto su gomma, e non a quello ferroviario. Stefano Zaninelli, direttore di Atv, rassicura i veronesi sul rischio di rincaro delle corse e attacca l'assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso. «L'accordo Stato-Regioni prevede 37 milioni di euro per il trasporto pubblico veneto», è il commento di Zaninelli, «l'assessore Chisso ha intenzione di spenderli per potenziare le linee ferroviarie, mentre noi chiediamo che questi fondi vengano utilizzati per rendere più efficiente il trasporto su gomma».La polemica scatta il giorno dell'annuncio, da parte di Chisso, di un acconto per il primo trimestre del 2011 di circa 70 milioni e 843mila euro alle Province e ai Comuni, in qualità di enti affidanti. «Non abbiamo ridotto nulla rispetto all'importo dello scorso anno», ha affermato Chisso, «e abbiamo anche confermato le unità di rete del trasporto pubblico automobilistico e lagunare. La somma assegnata serve a coprire il costo per l'effettuazione dei servizi minimi di trasporto e degli oneri per i rinnovi contrattuali». Finanziamenti, a cui si devono aggiungere altri 10 milioni di euro, che arriveranno in autunno con l'assestamento di bilancio. Ma a lasciare perplesso Zaninelli sono i 37 milioni in arrivo da Roma. «Chisso li vuole riservare al trasporto ferroviario», prosegue il direttore Atv, «invece, devono andare a sostenere le nostre aziende di trasporto su gomma». E che queste aziende siano in difficoltà, lo dimostra anche una lettera scritta da Confservizi Veneto (Associazione di imprese ed enti di gestione dei servizi pubblici locali) alla Regione, in cui si chiede il via libera all'aumento del 10% delle tariffe di corsa semplice. «I ricavi degli attuali biglietti di viaggio coprono il 45% dei costi di gestione», si legge nella lettera. E la situazione è ancora più grave, perché «nel frattempo il prezzo del gasolio è schizzato in su del 23% e le assicurazioni del 40%». Ma per Zaninelli, l'aumento del prezzo del ticket è l'ultima spiaggia. «Alzare le tariffe comporterebbe per noi una perdita di clienti e tagli del servizio che né Comune, né Provincia, vogliono attuare», conclude il direttore Atv, «le soluzioni sono altre, come ridurre gli sprechi laddove ci sono: basti ricordare che Verona ha 6,5 milioni di chilometri urbani finanziati e 11,5 milioni di chilometri extraurbani, a differenza di Venezia che ne ha più del doppio». M.TR.

http://www.larena.it/stories/Home/337664_tagli_ai_bus_settimana_corta_a_scuola/Tagli ai bus, settimana corta a scuola

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TRASPORTI. La proposta dell'assessore provinciale per garantire un servizio adeguato agli studenti facendo i conti con la scarsità di fondi. Mazzi chiede un tavolo formale con i dirigenti degli istituti per tentare di concentrare le lezioni da lunedì a venerdì e razionalizzare le corse

28.02.2012Verona. Istituti superiori di Verona e provincia aperti cinque giorni su sette, già a partire dal prossimo anno. L'ipotesi verrà discussa nei prossimi giorni, durante un incontro voluto dall'assessore ai Trasporti pubblici della Provincia Gualtiero Mazzi, che ha esteso l'invito ad Atv e ai rappresentanti degli istituti scaligeri. La proposta nasce dalla necessità di tagliare i costi del trasporto extraurbano: per questo capitolo di spesa le casse della Provincia sono infatti vuote. Tutto dipende dai finanziamenti per il trasporto pubblico che arriveranno dalla Regione Veneto per il 2012. E dal momento che a Venezia i tempi sono piuttosto lenti, e il bilancio ancora non è stato approvato, l'assessore Mazzi si prepara a ogni ipotesi. «Partiamo dal presupposto che i finanziamenti regionali saranno gli stessi dello scorso anno, quando già erano stati fatti dei notevoli tagli: 1,9 milioni di euro solo per la Provincia di Verona», ricorda Gualtiero Mazzi. Allora l'assessore era stato costretto a razionalizzare il servizio, ad aumentare il costo del biglietto da 1,10 a 1,30 euro, come imposto da Venezia. «Inoltre la Provincia aveva messo di tasca sua circa 300mila euro», sottolinea Mazzi, «ai quali si è aggiunto poi il fondo perequativo messo a disposizione dall'assessore regionale Renato Chisso e che, alla nostra Provincia, aveva portato quasi 1,2 milioni di euro». Questa era stata la ricetta del 2011 per salvare il trasporto pubblico extraurbano. E per il prossimo anno scolastico? «Non ci sarà più il fondo perequativo», anticipa Mazzi, «e la Provincia non avrà la possibilità di sborsare altri soldi, oltre a quelli che già spende per il trasporto disabili, quasi un milione di euro». Ci sono quindi ulteriori tagli all'orizzonte: alcune strategie sono già state studiate e verranno, per l'appunto, presentate nei prossimi giorni ad Atv e ai rappresentanti degli istituti scolastici. «Dovremo accordarci con le scuole affinché tengano aperto cinque giorni su sette», spiega Mazzi, «oppure, se non si arrivasse ad un accordo con gli istituti, manterremo il servizio sei giorni su sette ma con un numero di linee decisamente ridotto. Con le risorse a disposizione, l'azienda non sarà infatti nelle condizioni di svolgere il servizio in modo idoneo, così come viene eseguito ora, e la Provincia non ha certo le risorse per sostituirsi alla Regione». Nelle scorse settimane in realtà si erano già svolti alcuni incontri informali tra i tecnici provinciali e i rappresentanti degli istituti scolastici. Quello che chiede ora Mazzi è un tavolo formale, nel quale ripercorrere la cronistoria, presentare il pacchetto delle proposte, discuterlo e arrivare ad una decisione da verbalizzare. Tuttavia l'assessore mantiene aperto uno spiraglio di speranza: «Continueremo a chiedere alla Regione che la suddivisione dei finanziamenti su base standard e non storica, elaborata dal tavolo tecnico riunitosi la scorsa primavera, venga applicata anche al fondo regionale per il trasporto pubblico. In passato Venezia si era portata a casa sempre la maggior parte dei finanziamenti, ingiustamente. Questa nuova ripartizione, che ha raccolto l'approvazione di sei province su sette, è stata applicata per la prima volta per la suddivisione del fondo perequativo. Se venisse utilizzata anche per la ripartizione del finanziamento regionale per il 2012, non saremmo costretti a fare alcun tipo di taglio».  

Francesca Lorandi

http://www.larena.it/stories/Provincia/338360_settimana_corta_a_scuola_non_ora/Settimana corta a scuola? Non oraTRASPORTO PUBBLICO. Il dirigente scolastico provinciale è scettico sull'idea avanzata dall'assessore provinciale Mazzi per far fronte ai tagli. Pontara: «È difficile realizzarla in tempi brevi Più facile organizzare gli orari di entrata e di uscita degli studenti per ottimizzare il servizio dei bus»

1.03.2012Verona. «Vedo difficile la realizzazione della settimana corta in tutte le scuole e in tempi brevi. E' eventualmente un traguardo raggiungibile a medio termine». Giovanni Pontara, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, stronca così la proposta dell'assessore provinciale al Trasporto Pubblico Gualtiero Mazzi, che per risparmiare sui costi del trasporto extraurbano chiederà all'Atv e ai rappresentanti degli istituti, in un incontro formale in programma nei prossimi giorni, di tenere aperte le scuole cinque giorni su sette. Una richiesta che nasce dalla riduzione dei finanziamenti regionali per il trasporto: a voler essere ottimisti, nel 2012 i fondi resteranno gli stessi dello scorso anno, e così anche il criterio di ripartizione, ma non ci sarà più il fondo perequativo di 13 milioni di euro che aveva salvato il servizio a Verona e alle altre province venete. E, stando così le cose, il costo del trasporto scolastico dovrà essere tagliato, o riducendo i giorni di scuola o diminuendo le linee e distribuendole sei giorni su sette. Ma la prima ipotesi, quella della settimana corta, sembra essere non fattibile, almeno per il prossimo anno scolastico. «Alcuni licei scaligeri già la applicano», spiega Pontara, «ma dato il loro ordinamento, l'organizzazione è più semplice. E' più difficile conciliare le esigenze degli istituti tecnici, dei professionali e poi ci sono anche le scuole paritarie. «E' un puzzle troppo diversificato, ci sono molte variabili, che vanno dai diversi ordinamenti, alle differenti

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offerte formative, agli orari all'utilizzo dei laboratori. Certo, la logica ci porta verso la settimana corta», sottolinea il dirigente scolastico provinciale, «l'obiettivo è già stato raggiunto da gran parte delle primarie e secondarie di primo grado, ma per gli istituti superiori la questione è più complicata». Tuttavia si sta lavorando per trovare una soluzione alternativa. Già lo scorso anno erano stati organizzati incontri per fare degli aggiustamenti in itinere degli orari. «Per il prossimo anno stiamo facendo un lavoro più ampio», continua Pontara, «è in corso infatti una rilevazione mirata per realizzare un quadro articolato degli orari di uscita dalle scuole e degli itinerari seguiti dagli studenti per tornare a casa. In questo modo, davanti ad un quadro ampio e dettagliato, possiamo fare interventi mirati: individuare cioè un'organizzazione degli orari nelle scuole che possa facilitare il lavoro dei trasporti, ottimizzando il servizio». Alcuni istituti della provincia si sono organizzati in questo modo già dallo scorso anno. E' il caso del «Carlo Anti» di Villafranca che, insieme al liceo scientifico «Enrico Medi» e al tecnico commerciale «Ettore Bolisani», forma un istituto comprensivo di quasi 2mila studenti: «Abbiamo raggiunto un accordo con Atv», spiega il dirigente scolastico dell'«Anti», Claudio Pardini, «in base al quale tutti e tre gli istituti hanno gli stessi orari di chiusura, al martedì e al giovedì alle 14 e gli altri giorni alle 13. L'orario di inizio delle lezioni è uguale per tutti, alle 7.55». Impraticabile, anche secondo Pardini, l'ipotesi della settimana corta. «Per due motivi», spiega, «intanto i ragazzi tornerebbero a casa alle 14 e, per due giorni alle 15: alcuni devono farsi anche un'ora e mezza di strada e arriverebbero troppo tardi. Inoltre, problema ancora più grande, non abbiamo la mensa nella nostra scuola». L'ideale sarebbe trovare un accordo tra tutti gli istituti di città e provincia per gli orari di ingresso e di uscita. Qualcosa di simile, insomma, alla soluzione individuata a Vicenza dove, accantonata per gli stessi motivi l'ipotesi della settimana corta, è stato stabilito che gli orari di ingresso per gli studenti delle scuole superiori della città dovranno rispettare le due fasce orarie proposte da Comune e aziende dei trasporti, con campanelle alle 7.40 e alle 8.20. Per le due aziende che gestiscono il trasporto a Vicenza, Aim e Ftv (Ferrovie tranvie vicentine), la suddivisione degli istituti in due fasce orarie si tradurrebbe in risparmi per circa 50mila euro per Ftv, e di quasi 100mila euro per Aim.

Francesca Lorandi

http://www.larena.it/stories/Home/340952_bus_stop_ai_tagli_per_un_altro_anno/

Bus, stop ai tagli per un altro annoTRASPORTO PUBBLICO. Le Province del Veneto convocate ieri da Verona per decidere un'azione unitaria contro la riduzione delle risorse. Documento congiunto a Venezia in cui si chiedono gli stessi soldi del 2011 e la suddivisione sulla base delle spese effettive, escludendo la settimana cortaL’incontro che si è tenuto ieri in Provincia con gli amministratori dei capoluoghi veneti FO9.03.2012Verona. Un anno di proroga ai tagli dei fondi regionali per i trasporti dovuti alle province venete che gestiscono le linee pubbliche e la reintregrazione del fondo di perequazione, di 13 milioni, almeno per tutto l'anno scolastico 2012 - 2013. Questo il succo della richiesta che ieri le province venete hanno inoltrato a Venezia, sotto forma di un documento congiunto, il cui contenuto è il frutto di un incontro che si è tenuto ieri in sala «Giulietta e Romeo» della Provincia e che è stato promosso dal presidente Giovanni Miozzi e dagli assessori ai Trasporti Gualtiero Mazzi e all'Istruzione Marco Luciani.  Verona ha convocato le sette Province, con i loro presidenti o delegati, per trovare una soluzione ed una linea unitaria ad un problema «drammatico», l'ha definito l'assessore Mazzi, ovvero l'annunciato ulteriore taglio delle risorse che permettono di far circolare i bus extraurbani, utilizzati soprattutto dagli studenti degli istituti superiori, che sono l'80 per cento dei viaggiatori. Il tentativo è quello di lasciare integri i 250 milioni previsti per i trasporti e anche i 13 milioni da ripartire, a seconda delle esigenze, tra le province venete. E che tutto ciò avvenga in tempi brevi perché, in caso contrario, già a maggio si vedrebbero i primi effetti, costringendo ad eliminare corse e mettendo in seria difficoltà le aziende di trasporto - esponendole al rischio fallimento - e soprattutto chi ne fa uso. Per questo la commissione ha proposto di spedire immediatamente il documento a Venezia - ai capigruppo, alla Giunta, al presidente - anche perché in questi giorni in consiglio regionale si discute il bilancio. Sono queste, quindi, le ore in cui si deciderà il destino non solo dei trasporti ma delle scuole stesse, la cui operatività dipende direttamente dalla possibilità di avere a disposizione linee adeguate, in orari adeguati alle esigenze degli istituti. Se, infatti, la mannaia della Regione dovesse comunque calare sui trasporti - già lo scorso anno, una parte dei fondi furono dirottati alla sanità - si inciderebbe pesantemente anche sull'istruzione. La prima conseguenza sarebbe - pur di garantire il minimo indispensabile delle corse agli studenti - la riduzione della settimana scolastica da sei a cinque giorni, bloccando gli autobus di sabato per ricavarne un risparmio. La seconda conseguenza, direttamente collegata alla prima, costringerebbe molti istituti, sopratutto quelli tecnici che hanno 32 ore settimanali di lezione contro le 27 dei licei, a dover cambiare orari e utilizzo di laboratori. Terzo effetto, non meno grave, la scomparsa di laboratori in alcuni indirizzi o la necessità di ricavare altri spazi per queste attività, mettendo mano agli edifici: ciò significherebbe che la Provincia, dalla quale dipendono gli istituti superiori, dovrebbe sborsare soldi per

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adeguare strutture o crearne di nuove. Rendendo nulli i risparmi ottenuti dalla riduzione di corse. Chiarificatore l'intervento - condiviso da quasi tutti gli amministratori delle Province venete - dell'assessore all'Istruzione di Padova Domenico Riolfatto, su questo punto: «A parte che non abbiamo risorse sufficienti per interventi edilizi», ha detto, «la realtà è che la maggior parte degli edifici non sono modificabili». Insomma, il problema richiede un immediato pronunciamento della Regione. «E richiede», ha ribadito Mazzi, «anche che i fondi siano ripartiti non sulle spese storiche ma su quelle effettive. Già lo scorso anno abbiamo elargito 300mila euro di contributi all'Atv per garantire il trasporto scolastico, ma più di così non possiamo fare». «Senza contare che cambiare ora gli orari», ha sottolineato l'assessore all'Istruzione Marco Luciani, «non è possibile, perché molti studenti sono stati già iscritti al prossimo anno scolastico con la ripartizione delle lezioni in sei giorni». Leonardo Raito, assessore della Giunta della Provincia di Rovigo, ha evidenziato come il risparmio, anche in caso di compressione degli orari scolastici, sia fittizio: «Non possiamo imporre a tutte le scuole la settimana corta», ha detto, «e questo vorrebbe dire far circolare, in orari insoliti e per pochi studenti, i bus, aumentando le spese». Stesso discorso vale per le mense. A quanto pare l'unico risvolto positivo che porterebbe la settimana corta, sarebbe un risparmio sulle bollette di gas e luce, ma non sarebbe sufficiente a mantenere in equilibrio i bilanci delle aziende dei trasporti.

Daniela Andreis

http://www.larena.it/stories/Cronaca/353114_settimana_corta_o_meno_busscuole_e_atv_non_sono_in_linea/«Settimana corta o meno bus»Scuole e Atv non sono in lineaTRASPORTI IN CATTEDRA. Si prospetta un settembre agitato nonostante gli incontri tra le parti per cercare l'intesaZaninelli: «Solo così potremo tenere le corse invariate fino al venerdì». Il preside Carazzolo: «È contro la prassi didattica»

15.04.2012«In maggio andremo nelle scuole per avvertire gli studenti che per il prossimo anno scolastico dovranno organizzarsi: da settembre i tagli alle linee extraurbane degli autobus ci saranno, non possiamo farne a meno. Saremo costretti a tagliare dal 15 al 20% delle corse».  E' amara e rassegnata l'affermazione di Stefano Zaninelli, direttore generale dell'Atv, dopo che nei giorni scorsi le pessime previsioni sui bilanci aziendali dell'Azienda dei Trasporti di Verona sono diventate realtà a causa della riduzione dei finanziamenti provenienti dalla Regione: un meno 15-18% rispetto all'anno precedente, salvo buone notizie dell'ultima ora relative ai criteri di ripartizione dei fondi regionali.  E pensare che erano al lavoro da mesi, dirigenti degli istituti superiori, assessorato ai Trasporti della Provincia e tecnici Atv, per tentare di addolcire la piccola agli studenti veronesi e alle loro famiglie. Dopo l'ondata di polemiche su corse e orari che aveva accompagnato l'avvio dell'anno scolastico 2011-2012, già da dicembre erano iniziati gli incontri tra le parti per garantire una programmazione più precisa e mirata.  «Per la prima volta tutti gli istituti superiori hanno fornito ad Atv in maniera coordinata una serie di informazioni previsionali per il prossimo anno scolastico», spiega Luciano Carazzolo, dirigente del Galilei e presidente del Collegio dei dirigenti delle scuole superiori di Verona e provincia, «dal numero di iscritti alle zone di provenienza, agli orari di entrata e uscita delle diverse classi. A dimostrazione della nostra volontà di collaborare il più possibile». Due, in particolare, le ipotesi al vaglio del tavolo di lavoro per ridurre al minimo i disagi per ragazzi e genitori. La settimana corta, proposta da Atv, che manterrebbe invariate le corse dal lunedì al venerdì, evitando di far circolare i bus il sabato; oppure una riduzione delle corse di almeno il 15% tutti i giorni, dal lunedì al sabato. In entrambi i casi, con lo stesso risultato: un risparmio di un milione di euro. Senza contare che, nel caso di eventuali rientri pomeridiani, gli studenti sarebbero comunque costretti ad arrangiarsi con i mezzi di linea, visto che verranno soppressi gli speciali. «Abbiamo già fatto presente ad Atv che dal nostro punto di vista la settimana corta è impraticabile», prosegue Carazzolo, «perché non risponde alla prassi didattica. Inoltre, benché ad oggi alcuni istituti come l'Educandato Agli Angeli, il Montanari e, in parte, il Galilei lo pratichino già, la maggior parte non sarebbe preparata. In difficoltà sarebbero soprattutto i tecnici, con 32 ore settimanali da spalmare su cinque giorni anziché su sei, contro le 27 ore dei licei». La controproposta dei presidi, dunque, è piuttosto riorganizzare gli orari di uscita dei ragazzi, rinunciando alle corse nella fascia oraria delle 12 e mantenendo solo quelle delle 13 e delle 14 dal lunedì al venerdì, e solo quella delle 13 il sabato, offrendo agli alunni, se necessario, di rimanere negli spazi della scuola in attesa del bus. «Per quanto ci riguarda, ridurre il disagio delle famiglie a un unico giorno, il sabato, sarebbe meglio», ribatte Zaninelli, «ma se le scuole non sono pronte, a giugno procederemo con la pianificazione delle corse che prevederà i tagli quotidiani».

Elisa Pasetto

18.04.2012

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«Tagli? Meglio licenziare il direttore»TRASPORTI. Botta e risposta tra Valdegamberi (Udc) e Zaninelli (Lega)

Polemica al vetriolo sui costi del trasporto pubblico tra il consigliere regionale Stefano Valdegamberi e il direttore generale di Atv Stefano Zaninelli. «Prima di tagliare il servizio a danno di studenti e pendolari, eliminando corse e, addirittura, chiedendo alle scuole di fare la settimana corta, perché non risparmiare partendo dal licenziamento del direttore Zaninelli, imposto dalla Lega, che ci costa 220mila euro?». A lanciare la provocazione è Stefano Valdegamberi, consigliere regionale Udc, partito schierato con il candidato sindaco Luigi Castelletti. «In pianta organica», afferma, «c'era già un direttore a 150mila euro, ora vice direttore, quindi il risparmio sarebbe evidente. Aggiungiamoci poi l'azzeramento delle doppie segreterie e il taglio delle consulenze esterne come quelle allo studio in cui lavora l'assessore alle partecipate Enrico Toffali di cui si può fare a meno visto che l'azienda ha tre avvocati».«Il mio stipendio», ribatte Zaninelli, «è più basso ed è rapportato alla responsabilità di chi guida un'azienda pubblica con 800 dipendenti, mentre Valdegamberi, con il suo compenso da consigliere regionale, più di andare due volte la settimana a Venezia non fa». E contrattacca: «Quand'era assessore, in un anno ha usufruito di quattro autisti per 4.722 ore percorrendo 206.123 chilometri per partecipare a incontri svoltisi soprattutto in bar di tutta la regione, costando alle casse regionali più di 300mila euro solo di autisti... nello stesso periodo l'assessore all'ecologia Giancarlo Conta ha percorso 69mila chilometri e Sandro Sandri, con delega alla sanità, 110mila. Quanto alle consulenze, ricordo che l'avvocato Toffali collabora da 15 anni, prima con Aptv e poi con Atv, visto che si tratta di uno studio legale specializzato in diritto del lavoro e in un'azienda di quasi mille dipendenti i contenziosi sono all'ordine del giorno».E.S.

http://www.larena.it/stories/95_lettere/375727_atv_replica_a_zaninelli/18.06.2012

Atv, replica a ZaninelliLeggo con grande disappunto e vero stupore le dichiarazioni rese dal Direttore Generale di A.T.V., Stefano Zaninelli, in merito alle affermazioni dell’Assessore alla mobilità del Comune di Verona, Enrico Corsi, comparse sul quotidiano L’Arena di Verona nell’articolo a firma Lorenza Costantino del 16 Giugno scorso.

Leggo con grande disappunto e vero stupore le dichiarazioni rese dal Direttore Generale di A.T.V., Stefano Zaninelli, in merito alle affermazioni dell’Assessore alla mobilità del Comune di Verona, Enrico Corsi, comparse sul quotidiano L’Arena di Verona nell’articolo a firma Lorenza Costantino del 16 Giugno scorso. Secondo il manager del trasporto pubblico veronese, “Dopo la reintroduzione dei 70mila chilometri di percorrenza, l'emergenza è rientrata e il servizio funziona bene”. Ora, considerato che l’Azienda da lui diretta ha tagliato 800mila chilometri di corse tra città e provincia, ci si chiede come il ripristino di poche migliaia di percorso possa aver fatto rientrare l’emergenza e far funzionare bene il servizio (che mai ha funzionato bene, men che meno d’estate con l’adozione di orari ridotti). Invito pubblicamente il dott. Zaninelli ad utilizzare, una delle prossime mattine, insieme a me e ad altri passeggeri-contraenti del contratto di trasporto stipulato con A.T.V., un mezzo pubblico urbano. Venga con noi a farsi calpestare, schiacciare e stritolare sull’autobus n. 90 che intorno alle ore 7.50 del mattino collega (dovrebbe collegare) il quartiere di Borgo Milano – Stadio col centro storico e, di lì, con Borgo Venezia e San Michele. Quest’unico autobus di linea, che misteriosamente continua a mettere in comunicazione la città con il centro commerciale “La Grande Mela” di Lugagnano di Sona (non limitiamoci a stupircene, chiediamoci anche il perché!), sostituisce i numeri 11, 12 e 13 che in orario “normale” transitavano con una frequenze tra i cinque e i quindici minuti da Chievo – San Massimo – Borgo Nuovo – Borgo Milano – Stadio e poi diversificavano il percorso una volta superate le mura cittadine. Ora rimane un’unica corsa, ogni mezz’ora, a servire gran parte dei quartieri prima interessati dal transito delle linee 11, 12 e 13. Risultato? Un caos. Fermate intermedie saltate, con gli aspiranti passeggeri lasciati a terra, condizioni di sicurezza e anche igienico-sanitarie inaffrontabili a bordo, stante la calca che puntualmente ogni mattina viene a crearsi a bordo. E mi limito a citare la mia esperienza personale (davvero, non ho cuore di sperimentare per puro diletto altre corse oltre a quella che mi deve condurre al lavoro ogni mattina!). Condivido le affermazioni dell’Assessore, secondo il quale è necessario che si “passi al setaccio il bilancio di A.T.V. … valutando se vi siano costi aziendali interni che possono essere tagliati, per riversare risorse sulla rete”… Posso già anticipare io la risposta all’Assessore Corsi: ci sono di sicuro questi costi aziendali interni da tagliare, e non mi riferisco certo agli stipendi di quei poveri autisti, sottoposti in questi giorni a condizioni di lavoro a dir poco inumane, su mezzi stipati e maleodoranti, bersaglio delle critiche e degli strali dei passeggeri inferociti. L’estate è appena iniziata ma la situazione è già al collasso: noi cittadini veronesi ci attendiamo un segnale forte, da parte dell’Amministrazione comunale soprattutto: dovete metterci in grado di viaggiare in condizioni dignitose. Ci si ricordi di noi anche quando siamo normali cittadini, non solo quando siamo elettori da imbonire per farci apporre la “X” al posto giusto sulla scheda elettorale!  Distinti saluti. Avv. Andrea Verzé

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http://www.larena.it/stories/dalla_home/376405_bufera_trasporti_miozziallattacco_di_bettarello/Bufera trasporti, Miozziall'attacco di BettarelloIL CASO. Sempre più risvolti politici nella crisi gestionale dei mezzi pubblici. Pdl contro Lega. Il presidente della Provincia ha chiesto a quello di Atv di restituire l'indennità di 15mila euro che s'era attribuito a fine mandato in Aptv

20.06.2012Verona. La guerra tra Lega e Pdl coinvolge anche l'Atv, l'azienda trasporti da giorni nella bufera per gli aumenti dei biglietti e il taglio delle corse. Il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, Pdl, ha chiesto la restituzione di quasi 15mila euro a Massimo Bettarello, in quota Lega, attuale presidente di Atv. Tale cifra, però, riguarda il periodo in cui Bettarello era stato presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore unico di Aptv, l'azienda provinciale trasporti sopravvissuta, con tanto di Cda al pari della "sorella" Amt, all'unificazione del trasporto pubblico in Atv. La vicenda, di cui si è avuto notizia solo adesso, risale all'ottobre 2010. Il 26 di quel mese nella sede di lungadige Galtarossa 5, l'assemblea dei soci di Aptv, presieduta dallo stesso Bettarello, riconosce al dimissionario presidente della società interamente controllata dall'ente provinciale un'indennità di fine mandato «pari al 15 per cento del compenso lordo annuo, per ogni anno, o frazione di anno». A tale riunione partecipa anche il vicepresidente della Provincia, il leghista Fabio Venturi. Bettarello aveva lasciato l'incarico per assumere la guida di Atv dove il presidente Gianluigi Soardi, leghista e amico del sindaco Flavio Tosi, era stato costretto a lasciare travolto dallo scandalo dei rimborsi spesa fasulli. Come presidente di Aptv, dal 23 gennaio 2008 al 30 giugno 2010, Bettarello ha percepito 39mila euro lordi l'anno. Secondo Miozzi, che da alcuni mesi è anche coordinatore provinciale del Pdl, alleato della Lega in Provincia ma avversario in Comune, però, l'indennità di fine mandato «non è supportata né dalla legge, né dallo statuto sociale e quindi illegittimamente riconosciuta». Un tale riconoscimento, scrive via fax il presidente della Provincia il 30 maggio 2011 al nuovo amministratore unico di Aptv Mauro Grezzani, «dovrebbe basarsi su elementi quali la complessità gestionale, il contesto di mercato, l'articolazione aziendale e organizzativa che gli amministratori devono governare in un regime di concorrenza (...) non sono rinvenibili nelle attività di Aptv». Detto fatto. Un mese dopo l'assemblea dei soci decide di eliminare tale indennità con l'obbligo di recupero delle somme già corrisposte. Il 15 settembre 2011, infine, parte la raccomandata, firmata da Grezzani, in cui si chiede all'ex presidente Bettarello la restituzione di 14.738 euro più interessi. Analoga richiesta, per 9.983 euro viene fatta al predecessore di Bettarello, Gianfranco Bertagnin, rimasto ai vertici dell'azienda dal 1° gennaio 2007 al 23 gennaio 2008. Nell'estate del 2009 l'assemblea dei soci, alla presenza dello stesso Miozzi, aveva infatti approvato l'erogazione di tale indennità anche a lui. Ma la questione non finisce qui. Alle missive di Aptv Bettarello risponde a muso duro rivendicando l'«assoluta infondatezza» della richiesta di restituzione dei soldi. E dopo aver rammentato la presenza di Miozzi all'assemblea del 13 luglio 2009, nella sua risposta datata 28 ottobre 2011, sostiene, che l'indennità di fine mandato «era configurata come retribuzione differita ad integrazione dell'indennità corrisposta». Che, spiega, è stata «pari al 57,35% delle indennità spettanti al presidente della Provincia e quindi sotto il tetto massimo del 70 per cento previsto dalla legge». E.S.  

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26.06.2012Tagli di linee: soldi ai bus,ultimatum alla RegioneDopo le proteste dei cittadini, ora sono le istituzioni ad alzare la voce: Verona fanalino di coda nei contributi. Atv: «È un paradosso: siamo virtuosi nella gestione, ma penalizzati nei trasferimenti da Venezia»La fermata dell'autobus a Porta Vescovo: dal 1° luglio il biglietto urbano dell'Atv passa da 1,10 a 1,30 Verona. È ancora bufera per i tagli di linee degli autobus. Uniti all'aumento da 1,10 a 1,30 euro del costo dei biglietti, dall'1 luglio. Dopo le proteste dei cittadini che da un giorno all'altro si sono visti ridurre le corse e non hanno risparmiato i «j'accuse» ad Atv, Comune e Provincia, ora sono le istituzioni ad alzare la voce. E a lanciare l'ultimatum. Diretto in particolare alla Regione rea — secondo gli enti — di destinare molti meno contributi alla provincia scaligera rispetto ad altre, su tutte Venezia. Verona — sostengono — è fanalino di coda nazionale, quanto a contributo medio pro capite per il trasporto pubblico locale, come il Veneto.  Da una tabella diffusa da Atv — sulla base di dati 2010 dell'Asstra, l'Associazione nazionale che raggruppa le aziende di trasporto pubblico — risulta infatti che il contributo medio pro capite del Veneto è di 58,20 euro, a fronte di una media nazionale di 71,93. Il contributo medio destinato a ogni cittadino veronese è invece di 36,43 euro, quindi 21,77 in meno della media veneta e 35,5 euro sotto la media nazionale; in pratica, metà. Così Atv, Comune e Provincia lanciano un appello «affinché ogni rappresentante veronese nelle istituzioni si faccia carico di individuare percorsi e soluzioni che consentano ai veronesi di beneficiare di una rete di

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trasporto pubblico adeguata alle esigenze di una città di livello europeo come Verona». È il messaggio di Atv con il presidente Massimo Bettarello, il direttore generale Stefano Zaninelli e il consigliere di amministrazione Luciano Perdomini, diffuso in municipio alla presenza dell'assessore comunale alla mobilità Enrico Corsi e di quello provinciale Gualtiero Mazzi. Atv, con minori risorse, ha così tagliato 400mila chilometri di percorrenza in città, per l'estate, di cui 70mila subito reintegrati grazie a un contributo del Comune. Atv contesta la disparità di trattamento anche a fronte della sua gestione. A partire dal dato sul rapporto fra costi operativi e ricavi da traffico, un valore fissato per legge al 35 per cento: Atv Verona va oltre al 45 per cento, quindi è virtuosa, rispetto a una media nazionale del 24 per cento. «Il paradosso è che siamo virtuosi nella gestione, ma anche penalizzati nei trasferimenti», dicono Bettarello e Zaninelli. «D'altra parte, non essendo la gestione del trasporto pubblico in regime di libero mercato, il riconoscimento o meno delle percorrenze ammesse a contributo dipende esclusivamente da scelte di carattere politico, spesso slegate da logiche gestionali e dalle effettive esigenze di mobilità, che si giocano fuori dalla nostra città». Corsi: «Se sarà necessario adotteremo forme di protesta contro queste ingiustizie. L'Amministrazione comunale ha già chiesto ad Atv di tagliare le spese accessorie, seppur ormai minime, e di predisporre un nuovo piano per il controllo dell'abusivismo, azioni mirate ma che non risolveranno certo il problema economico». L'assessore provinciale Mazzi sottolinea che «se ci fosse stato un piano serio e concreto per ripartire i fondi a disposizione per il trasporto pubblico, quest'estate, a Verona, non ci sarebbero stati dei tagli così pesanti. Noi abbiamo fatto la nostra parte, convocando una commissione in Provincia con tutti i consiglieri regionali, ma ora sta a chi di dovere appianare le diseguaglianze, non supportate da reali necessità». Messaggio rivolto all'assessore regionale ai trasporti Renato Chisso, veneziano.

Enrico Giardini

http://www.larena.it/stories/dalla_home/402446_mazzi_chiama_tutti_a_radunoper_lautobus_delle_mamme/30.08.2012Mazzi chiama tutti a radunoper l'autobus delle mammeTRASPORTI & SCUOLA. La Provincia vuole vederci chiaro e convoca un tavolo sul servizio fai-da-te per gli studenti. L'assessore: «Per quest'anno erano disponibili 140mila euro per i Comuni che chiedono mezzi aggiuntivi di collegamento»

Sul bus privato vertice in Provincia a sei giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico: «Le perplessità ci sono», dice l'assessore provinciale ai trasporti Gualtiero Mazzi, «e il 6 settembre incontrerò, coi funzionari della Provincia, i sindaci, i rappresentanti dei genitori, quelli di Fiamma futura alla presenza dei vertici dell'Azienda trasporti veronesi». E ci sarà anche l'assessore provinciale all'agricoltura Luigi Frigotto che pure aveva interessato del problema Mazzi e che della Val d'Alpone è originario e residente. Come i sindaci, però, anche Mazzi dell'iniziativa con cui due mamme, Carolina Tregnaghi e Barbara Fiorio, hanno messo su un servizio di bus privato per portare una trentina di studenti di Val d'Alpone e dintorni all'istituto Einaudi di Verona, ne è venuto a conoscenza dal giornale. Subito dopo ne è stato investito da Alberto Speri, presidente del circolo Fiamma futura Val d'Alpone: «Siamo stati ricevuti da Mazzi, abbiamo spiegato quali sono i problemi dei trasporti in Val d'Alpone e abbiamo scritto ai sindaci chiedendo la loro disponibilità ad un incontro con l'assessore». Il quale, ieri mattina, ha fissato la data. «Al di là di tutto», considera Speri, «se dei cittadini decidono di muoversi autonomamente per cercare di risolvere questioni della collettività, non può essere che sintomo evidente della sempre maggiore distanza tra cittadini e istituzioni». Speri tira nel mucchio anche i sindaci, quasi a dire che se i cittadini non si rivolgono al Comune forse è perchè non lo sentono vicino, e dopo il colloquio con Mazzi, accenna ai contributi che la Provincia eroga ogni anno ai Comuni che chiedano motivamente servizi aggiuntivi di trasporto. Su questo punta molto anche Mazzi: «Se non erro quest'anno erano disponibili 140 mila euro». Peccato che nessun sindaco, e questo lo confermano loro stessi pronti ad intervenire ai Palazzi scaligeri il 6 settembre, sia stato minimamente interessato dai genitori del problema. Mazzi, prima di entrare nel merito, fa un inciso: «All'Atv non risulterebbero i ritardi continui alla base dell'iniziativa dei genitori. Sono stati riscontrati, così mi dicono, solo ritardi occasionali di 5 minuti». Che però, stando ai genitori dei ragazzi dell' Einaudi, significa ora persa se si arriva a scuola dopo le 8.10. «A parte questo, la Provincia è l'unica titolare a istituire o compartecipare ai servizi di trasporto pubblico e nel caso specifico le perplessità ci sono. Credo sia stato per questo che gli uffici hanno scritto ai sindaci ricordando che a disciplinare la

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materia è la legge 46/94», dice l'assessore. Già, la norma che dice chiaramente cosa si rischia, nel caso di «servizio atipico», a competere con Atv senza autorizzazione: sanzione amministrativa e pagamento di una somma da 500 a 1.500 euro. Solo che, e qui è il punto da appurare, essendo privati cittadini che autonomamente si mettono in rete per un servizio riservato solo a loro e non utenti di un servizio offerto da terzi a persone non collegate tra loro non si tratterebbe di servizio atipico. Non servirebbe, dunque, alcuna autorizzazione da parte della Provincia ed ecco perchè le famiglie, che col fai da te spenderanno 20 euro in più al mese, il pullman ce l'hanno già pronto. Mazzi torna sul modus operandi: «Se un gruppo di persone lamenta un disservizio il sindaco fa la verifica e mette a disposizione risorse proprie per erogarlo o si rivolge alla Provincia per lo specifico bando. Se rientra in graduatoria la spesa viene sostenuta in parte dalla Provincia, diversamente se ne fa carico il Comune e se quest'ultimo non può, allora può pensare di farlo il privato ma senza bypassare i servizi pubblici che, così facendo, vengono messi in difficoltà e ulteriormente minati». Ovvio, se più persone si organizzano per conto proprio il servizio pubblico traballa: «È proprio il servizio pubblico che il legislatore ha voluto tutelare a monte», conclude Mazzi, «credo che il senso della lettera del funzionario fosse questo, una sorta di richiamo strettamente aderente alla norma».  Paola Dalli Cani

http://www.larena.it/stories/Home/405218_corse_garantite_per_le_scuole_gli_autobus_tornano_a_regime/Corse garantite per le scuole Gli autobus tornano a regime IL PUNTO. Con la prima campanella, dal 12 settembre, via all'orario invernale di Atv: le riduzioni estive sono un ricordo. Zaninelli: «I drastici tagli in estate sono serviti a garantire il servizio completo agli studenti, che ora sono i tre quarti dei nostri utenti»

7.09.2012Verona. Anno nuovo, trasporti di una volta. Sarà infatti analogo a quello prima dell'estate il servizio di autobus urbano ed extraurbano che si troveranno di fronte gli studenti che, da mercoledì 12 settembre, torneranno sui banchi. Perché i tagli tanto annunciati, e che dall'11 giugno, quando sono stati applicati, avevano fatto gridare allo scandalo, non avranno alcuna conseguenza sul trasporto scolastico. Lo assicurano Atv e Provincia, che ricordano: «La decisione che abbiamo preso negli scorsi mesi era proprio quella di concentrare in estate i pesanti tagli delle linee (pari a un buon 15 per cento, ndr), che non abbiamo potuto evitare a causa della sforbiciata ai fondi giunti dalla Regione, allo scopo di ridurre al minimo i disagi: il 75 per cento degli utenti del trasporto pubblico è infatti rappresentato dagli studenti che, nei mesi estivi, non utilizzano il servizio». Servizio che da mercoledì prossimo, dunque, quando entrerà in vigore l'orario invernale, tornerà ai massimi livelli concessi da risorse che, da tempo, hanno subito una drastica riduzione. «Abbiamo raggiunto lo scopo di mantenere il servizio pur con minori risorse», afferma Stefano Zaninelli, direttore generale Atv, «riconfermando l'orario invernale dell'anno scorso, che dopo i necessari aggiustamenti dei primi giorni, alla fine aveva soddisfatto gli utenti». L'effetto indesiderato, però, lo registrano le casse dell'azienda, con un buco di tre milioni e mezzo di euro.  Ma intanto, in attesa della prova del nove di mercoledì prossimo, tirano un sospiro di sollievo studenti e famiglie. Per i ragazzi all'uscita dalle scuole saranno sempre disponibili, dal lunedì al venerdì, le tradizionali corse nelle fasce delle 13 e delle 14 e, in misura ridotta come già nel 2011-2012, anche il servizio nella fascia delle 12. Per il sabato, copertura completa alle 13 e parziale (come già fino a giugno 2012) alle 12. Soddisfatti i dirigenti delle scuole di Verona e provincia, che già da dicembre 2011 avevano dato vita a una serie di incontri con l'assessore priovinciale ai Trasporti, Gualitero Mazzi, e i rappresentanti di Atv, per arrivare a una programmazione il più possibile mirata del servizio di trasporto scolastico. Nel corso delle riunioni, Atv aveva lanciato alle scuole l'ipotesi della settimana corta, per poter garantire un servizio completo su cinque giorni, lasciando fermi i bus il sesto. «L'alternativa», aveva chiarito Zaninelli, «è diminuire del 15 per cento le corse extraurbane dal lunedì al sabato». Questa seconda è, di fatto, l'ipotesi che ha preso corpo: impensabile infatti, per i presidi, «comprimere» l'orario scolastico in soli cinque giorni, in particolare per gli istituti tecnici e professionali, dove le ore settimanali sono ben più che nei licei. «Per l'anno prossimo, però, sarà meglio cominciare a ragionarci su», annuncia Luciano Carazzolo, coordinatore del Collegio dei dirigenti scolastici delle scuole superiori di Verona e provincia, «perché non possiamo nascondercelo: l'orientamento negli ultimi anni resta quello. Sia da noi, basta vedere gli orari di elementari e medie, ma anche già alcuni licei come il Montanari, sia all'estero, dove la settimana corta è ormai una tradizione».

Elisa Pasetto

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http://www.larena.it/stories/Home/411589_il_pd_lancia_lallarme_sui_conti_atvrisorse_solo_fino_ai_primi_di_ottobre/

Il Pd lancia l'allarme sui conti Atv«Risorse solo fino ai primi di ottobre»19.09.2012

Verona. Il Pd parla di allarme rosso sui conti Atv da parte della ragioneria provinciale. In un comunicato, Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia e Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune parlano infatti dell’«ennesimo pasticcio che Lega e Pdl combinano sul trasporto pubblico, ma questa volta potrebbe costare molto caro ai veronesi che rischiano di vedersi tagliate di nuovo le linee o addirittura veder fallire le società pubbliche di trasporto pubblico. In breve: le risorse aggiuntive (52 milioni di euro) che la Regione a guida leghista avrebbe dovuto stanziare per ripristinare, dopo i disastri e disagi di questa estate, l'orario e le linee normali, non sono disponibili perché legati ad una serie di dismissioni immobiliari che la Regione non ha ancora effettuato». «La situazione è drammatica», prosegue la nota, «stante l'impossibilità (già segnalata dal Pd) da parte degli enti locali affidatari (Comune e Provincia) di contribuire con fondi propri all'integrazione dei finanziamenti di Atv che sono di esclusiva competenza regionale. Secondo il parere della ragioneria della Provincia, che ha pesantemente redarguito la delibera con cui lo scorso 4 settembre la Giunta provinciale aveva acriticamente recepito la promessa del ripristino dei finanziamenti, le risorse effettivamente stanziate sarebbero sufficienti a coprire il servizio extraurbano solo fino ai primi di ottobre. Ed è chiaro che lo stesso limite vale anche per il servizio urbano. Morale: o Zaia e Chisso trovano 50 milioni entro dieci giorni oppure le aziende di trasporto cominceranno ad accumulare perdite di gran lunga superiori a quelle già registrate nel 2011, che le porterebbero alla chiusura. È scandaloso constatare la superficialità con la quale Lega e Pdl in Regione programmano il trasporto pubblico e la faciloneria con la quale Comune e Provincia hanno dato l’annuncio del "ritorno alla normalità”. I cittadini meritano Comuni, Province e Regioni che tengano in adeguato conto i loro bisogni».

http://www.larena.it/stories/Cronaca/427208_sindacati_contro_atv_la_verit_tagliate_le_buste_paga/31.10.2012

Sindacati contro Atv «La verità? Tagliate le buste paga»

TRASPORTI. Critiche a Bettarello e Zaninelli«Le dichiarazioni dei vertici aziendali non portano serenità»

Gli enti partecipati non conoscono pace. Non c'è tensione solo all'Agec o all'aeroporto Catullo: anche all'Atv, l'Azienda del trasporto pubblico la situazione continua a essere molto difficile. Dopo la protesta con 3 ore di sciopero e un presidio in piazza Dante, i sindacati criticano ora le dichiarazioni rese in commissione consiliare dal presidente Bettarello e dal direttore generale Zaninelli: «Ancora una volta si mente in modo spudorato», affermano i rappresentanti sindacali di Filt Cgil, Uiltrasporti e Sul Ct. «Presidente e direttore di Atv hanno dichiarato che l'applicazione del nuovo accordo unico aziendale non ha abbassato gli stipendi dei lavoratori», scrivono i sidnacati in una nota, «ma queste dichiarazioni ci lasciano perplessi perché confermano che in alcuni casi si mente in modo spudorato anche davanti all'evidenza...». I sindacati a fronte delle affermazioni dei vertici di Atv vogliono «puntualizzare che la quasi totalità dei lavoratori ha subito l'abbassamento della “retribuzione totale", che significa un abbassamento del valore della paga oraria. Abbassare la paga oraria significa abbassare le competenze che sono legate a questa, oltre che ridurre il valore del lavoro straordinario, diarie, trasferte e di conseguenza anche i contributi. Con queste modifiche i lavoratori avranno la tredicesima e la quattordicesima mensilità più "leggere", e la stessa situazione si verificherà nel mese in cui godranno le meritate ferie. Se a queste situazioni non corrisponde un aumento significativo nei restanti mesi dell'anno significa che i ragionamenti del presidente e dal direttore non corrispondono al vero». Secondo i sindacati inoltre «non corrisponde al vero la dichiarazione di Zaninelli secondo il quale è "stato pagato lo stesso il premio di risultato ai dipendenti", A noi non risulta, come a tutti i lavoratori di Atv, nessun bonifico da parte dell'azienda a favore dei dipendenti per il pagamento del premio di risultato». Alla luce di questi nuovi scontri, i rapporti si fanno sempre più difficili: «Le dichiarazioni dei vertici di Atv non contribuiscono certo a ripristinare un clima sereno in azienda, anzi hanno alimentato rabbia e sdegno tra i lavoratori, i quali pur comprendendo che il momento non è certamente buono pretendono dai dirigenti aziendali più correttezza e rispetto quando si fanno delle affermazioni, specie sulla stampa» concludono Mario Lumastro Filt Cgil, Mauro Formenti di Uiltrasporti, Marco Corazza di Sul Ct.

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http://www.larena.it/stories/398_in_piazza/429222_biglietti_cari_e_troppi_disagi_atv_contestata_da_50_genitori/05.11.2012«Biglietti cari e troppi disagi». Atv contestata da 50 genitoriVERONELLA. Le famiglie degli studenti di San Gregorio, iscritti a Lonigo e Legnago, denunciano problemi nei trasporti. I pendolari criticano il prezzo esorbitante degli abbonamenti e la scarsa qualità del servizio L'azienda valuterà le segnalazioni

Costi elevati, scarsa attenzione nei riguardi degli utenti, disagi. I genitori di 50 studenti di San Gregorio, iscritti negli istituti superiori di Lonigo e Legnago, alzano la voce per chiedere all'Azienda di trasporti veronese (Atv) «più buon senso nell'applicazione delle tariffe e un occhio di riguardo per le esigenze dei ragazzi».La prima rimostranza che i pendolari della frazione rivolgono all'Atv è relativa ai prezzi del biglietto, giudicati esorbitanti se si considera il difficile momento economico che stanno vivendo le famiglie, l'elevato costo dei libri scolastici e il breve tragitto per raggiungere le due cittadine. I genitori dei ragazzi che frequentano le superiori a Lonigo lamentano un aumento del costo dell'abbonamento del 19 per cento in due anni. Infatti, i tesserini sono passati dai 325 euro del 2010 ai 359 del 2011, fino ad arrivare agli attuali 386 euro. Per l'abbonamento mensile, invece, l'incremento scatterà a gennaio. Il ritocco è significativo. Da 42 a 47 euro, con un rialzo del 12 per cento. Un'altra questione che padri e madri mettono sul tavolo dell'Azienda dei trasporti pubblici è quella relativa alla scarsa qualità del servizio. Fanno presente che l'anno scorso, in due occasioni, era mancato l'autista per un problema improvviso e l'Atv non aveva provveduto né ad informare né ad organizzare una corsa sostitutiva, mettendo le famiglie in grossa difficoltà per accompagnare i figli a scuola. Altri reclami riguardano la presunta disattenzione di certi conducenti, che alcune volte saltano l'area di sosta e devono venire richiamati dalle urla dei ragazzi. Anche gli orari di fermata danno dei grattacapi non indifferenti. I genitori lamentano che non ci sia un orario regolare. A volte il pullman passa addirittura qualche minuto prima dell'ora prestabilita, costringendo le famiglie ad inseguire il mezzo in auto. Infine, uno dei problemi che stanno maggiormente a cuore ai pendolari sono i luoghi di fermata, non sempre comodi. Per raggiungere Lonigo, gli studenti devono attendere l'autobus accanto ad un capitello, a poche decine di metri dalla Nuova Padovana, un luogo che dista un chilometro e mezzo dal centro di San Gregorio. Inoltre, la fermata è sprovvista di pensilina di attesa, e ciò provoca disagi in caso di maltempo. Anche per gli alunni che si recano a scuola a Legnago la situazione non è rosea. Al rientro scendono all'incrocio Cavalla, in via San Marcello, a quattro chilometri da San Gregorio. Se volessero arrivare più vicini a casa dovrebbero attendere un'ora in più a Legnago, quindi salire sul bus successivo e giungere nella piazza del loro paese alle 14.43, un orario che mal si concilia con il pranzo. L'Atv, per mezzo del proprio ufficio stampa, informa «che sta prendendo in esame tutte le segnalazioni fatte dalle famiglie di San Gregorio per cercare di migliorare il servizio». Purtroppo, per quanto concerne i prezzi, c'è poco da fare. «È un tasto dolente che non riguarda solo gli utenti del Colognese, ma che tocca l'intero settore del trasporto pubblico», fanno sapere dall'azienda. «Il ritocco delle tariffe è un effetto delle decisioni prese nei mesi scorsi da Comune e Provincia e dettate dall'esigenza di sopperire ai minori trasferimenti da parte della Regione, oltre che dall'aumento del prezzo del gasolio». Riguardo alle corse saltate, l'Atv ammette che possono accadere degli imprevisti. «Tuttavia», puntualizza, «dall'analisi delle segnalazioni fatte al nostro ufficio relazioni con il pubblico non si registrano anomalie rilevanti nella zona di San Gregorio». Sulla regolarità degli orari di fermata, il responsabile di zona ha assicurato che effettuerà un controllo mirato per verificare se vi siano fattori che vanno ad incidere sull'anticipo o sul ritardo dell'arrivo della corriera.Grazie all'interessamento del sindaco Michele Garzon, a breve dovrebbe essere risolta almeno la questione della fermata all'incrocio Cavalla. «I nostri tecnici stanno verificando la possibilità di far transitare il bus in centro a San Gregorio», avvertono dall'Atv. Per l'installazione delle pensiline, infine, i cittadini dovranno presentare la richiesta direttamente in municipio perché costituiscono un elemento dell'arredo urbano curato dall'ente pubblico locale.

Paola Bosaro

L'ARENA DI VERONA - Venerdì, 09 Novembre 2012

Gli autobus si fermano di nuovo. Non sarà garantito il servizio nelle fasce di orario scolastico.

I sindacati: «Siamo colpiti da continui tagli». Spiraglio a Roma

LA PROTESTA. L´astensione dal lavoro prevista per venerdì 16 slitta al 14 dicembre. Aderiscono tutte le sigle sindacali Mancato rinnovo del contratto

È un braccio di ferro, quello tra autoferrotranvieri e governo, in cui entrambe le parti non arretrano di un

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centimetro. Ma ora i lavoratori del trasporto pubblico (autobus, treni, metropolitane) danno un po´ di tempo al confronto appena aperto con il tavolo al ministero del Lavoro. E lo sciopero generale di 24 ore viene spostato da venerdì 16 a venerdì 14 dicembre contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale (Ccnl), scaduto da cinque anni. E per Verona sarà un venerdì nero perché, a differenza dell´altra volta, non verrà garantito nemmeno il servizio di trasporto pubblico negli orari d´entrata e uscita dalle scuole medie e superiori. Ovvero il bacino d´utenza più grosso per gli autobus urbani ed extraurbani. Conseguenza prevedibile: molti studenti sceglieranno di restare a casa.

L´unica copertura, avvertono i sindacati, sarà per i «servizi indispensabili, quali trasporto dei disabili, collegamenti con ospedali e aeroporti, pullmini per le scuole materne ed elementari». Servizi di cui si occuperà «il 30 per cento del personale viaggiante normalmente impiegato».

UNITI. Allo sciopero aderiscono tutti i maggiori sindacati della categoria: Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti, Faisa-Cisal e Ugl-Trasporti. Quindi, almeno in quel giorno, la protesta sul Ccnl ricompatterà le sigle che, a livello veronese, sono invece divise sul contratto unico proposto dall´azienda del trasporto pubblico Atv.

Quest´ultimo, che comporta paghe invariate (almeno formalmente), ma turni più lunghi per i dipendenti Atv, è stato accettato da Ugl, Cisl e Faisa Cisal, ma respinto da Uil, Cgil e Sul. E la lotta continua. Alle rivendicazioni nazionali, insomma, si sommano quelle locali. Due rappresentanti sindacali, il primo contrario al contratto unico Atv, il secondo favorevole, si trovano d´accordo sulla critica al mancato rinnovo di quello nazionale.

Mauro Formenti di Uil Trasporti spiega: «Il Ccnl è scaduto nel 2007, e questo significa nessun aumento di stipendio da allora, neppure minimo. Ciononostante, la categoria degli autoferrotranvieri continua a essere colpita da tagli a tutti i livelli. Così non si può andare avanti. Gli scioperi precedenti, che garantivano comunque la copertura nelle ore di punta, sono serviti come avvertimento nei confronti del governo».

Da parte sua, Stefano Ferrari di Faisa Cisal commenta: «Siamo arrivati a una situazione esasperata. Manca ormai qualsiasi garanzia di stabilità, perché lo Stato concede sempre meno finanziamenti alle Regioni. E queste, a loro volta, costringono le aziende del trasporto pubblico a tirare la cinghia. Vediamo, infatti, cosa succede a Verona. Il 40 per cento dei nostri autobus ha tra i 15 e i 20 anni. Sono mezzi fatiscenti, facili ai guasti, dispendiosi a livello di carburante. L´astensione dal lavoro potrà essere revocata solo se, nel frattempo, otterremo un´apertura al dialogo che finora non si è manifestata».

NON C´È PACE. La manifestazione nazionale resta confermata e i sindacati degli autoferrotranvieri sfileranno fianco a fianco a Roma, anche se sul terreno scaligero non riescono a fare fronte unico.

La diatriba, come accennato, riguarda il contratto unico di Atv. I firmatari hanno recentemente incontrato Flavio Tosi. Ma questo fatto ha «ingelosito» la fazione del no, che ora vuole far sentire al sindaco anche la propria campana.

«Ne abbiamo diritto: rappresentiamo il 50 per cento dei dipendenti di Atv», esclama Formenti della Uil Trasporti. «E fino a quando non otterremo la convocazione a palazzo Barbieri e in Provincia, proseguiremo le azioni di disturbo».

Ferrari di Faisa Cisal controbatte: «Non l´abbiamo fatto per andare contro ai nostri colleghi, ma perché Atv non sta rispettando i patti. Tuttavia, siamo ancora convinti che dai sindacati non possano arrivare solo no».

Lorenza Costantino

CONVOCATE A VERONA LA III E LA V COMMISSIONE URPVApprovato il documento contro i tagli al trasporto pubblico locale: la battaglia ora si sposta in Regione Oggi, in Sala Giulietta e Romeo del Palazzo Capuleti, il presidente Giovanni Miozzi, in qualità di presidente della III Commissione Trasporti URPV (Unione Regionale delle Province Venete), ha partecipato alla riunione congiunta della III e V Commissione per discutere dei tagli al trasporto.

Sono intervenuti l'assessore ai Trasporti Gualtiero Mazzi e l'assessore all'Istruzione Marco

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Luciani.

Erano presenti tutti gli assessori con delega ai Trasporti e all'Istruzione delle sette Province del Veneto, ad eccezione di Belluno che essendo commissariata ha mandato un dirigente.

A seguito dei tagli regionali ai finanziamenti per il trasporto pubblico locale, le Province che sono titolari del servizio su delega della Regione hanno discusso e approvato un documento condiviso da tutti. Alla Regione si chiede di non operare ulteriore tagli ai fondi destinati al trasporto pubblico, di ripartire i fondi in base ai servizi minimi garantiti e non in base alla spesa storica, di prendere posizione sulla questione del calendario scolastico su 5 giorni per razionalizzare meglio le corse dei bus.

Presidente Miozzi: “Il documento approvato è un buon punto di partenza per affrontare una situazione delicata come quella del trasporto pubblico. Ci sono grandi difficoltà in tante province per continuare a garantire il servizio, ed è per questo che condividerò il documento di oggi con il presidente Urpv Muraro per poi inoltrarlo agli assessori regionali Chisso e Donazzan. Il bilancio della Regione è in discussione in questi giorni, faremo di tutto affinché vengano salvaguardate le risorse per il trasporto pubblico locale”.

Assessore Mazzi: “L'annunciata riduzione del fondo regionale per il trasporto pubblico regionale e la cancellazione del fondo di perequazione potrebbero mettere in seria difficoltà il nostro territorio e anche molti altri in Veneto. Oltre a questo, siamo fermamente convinti che la suddivisione dei 250 milioni del fondo regionale, che solitamente avviene in base a criteri storici, debba invece essere fatta sulla base di criteri standard sull'erogazione dei servizi. Se la situazione attuale non dovesse cambiare, la Provincia di Verona, che già lo scorso anno aveva contribuito con circa 300mila euro di tasca propria, e l'ATV potrebbero non riuscire più a garantire i servizi resi fino ad oggi. I più colpiti sarebbero purtroppo gli studenti, che rappresentano quasi l'80% degli utenti. Credo sia giunto il momento di premiare, e non di punire, chi, come la Provincia di Verona e altri Comuni, forniscono autonomamente servizi che, già da diversi anni, sarebbero dovuti essere riconosciuti come minimi”.

Assessore Luciani: “La proposta di ridurre l'orario scolastico da 6 a 5 giorni sembra essere la soluzione più accettabile per venire incontro ad una riorganizzazione delle corse dei bus. Purtroppo però sorgono molte altre problematiche legate alle peculiarità scolastiche: sarebbe più semplice per i licei che hanno 27 ore settimanali, più difficile per gli istituti tecnici e professionali che ne hanno 32. Inoltre, ci sarebbero problemi nell'uso delle palestre e dei laboratori. Infine, bisogna considerare che molte famiglie hanno già iscritto i propri figli per il prossimo anno con l'orario su 6 giorni. L'ideale sarebbe di arrivare progressivamente a una soluzione su 5 giorni, cominciando fin da ora a lavorare con le scuole per raggiungere l'obiettivo nel prossimo anno scolastico”.

http://www.larena.it/stories/Home/435228_bus_addio_e_studenti_in_treno_ma_i_ritardi_non_finiscono_mai/22.11.2012Bus addio e studenti in treno ma i ritardi non finiscono maiVAL D'ALPONE. Monta la rabbia delle famiglie dei ragazzi che frequentano l'istituto Einaudi: nel mirino Atv e Provincia. È saltato il servizio di trasporto privato per Verona: «Abbiamo portato pazienza ma non sono stati rispettati gli impegni presi»

Val d'Alpone. Boicottato il bus privato, disservizio confermato e danno doppio per l'Azienda provinciale dei trasporti: «L'unico risultato dell'attivarsi di Provincia e Atv sul problema del trasporto dalla Val d'Alpone all'istituto Einaudi di Verona è stato il travaso dei clienti dalla società dei bus alle Ferrovie dello Stato». Sono passati due mesi dall'avvio dell'anno scolastico, e ne è passato uno in più di quello che l'assessore provinciale ai trasporti, Gualtiero Mazzi, si era preso per lavorare, con Atv, al miglioramento del servizio». «Abbiamo portato pazienza, siamo stati ragionevoli ma davanti a questa ultima presa in giro abbiamo deciso di dire basta. Atv non è stata nemmeno capace di rispettare impegni e date che lei stessa si era presa». Sono furiosi i genitori dei ragazzi che studiano all'istituto tecnico scaligero, «ragazzi che su cinque giorni di scuola, perchè il sabato è una sorta di paradiso per via di minor afflusso sui bus e minor traffico per strada, collezionano dai tre ai quattro ritardi che,

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a fine anno, incideranno sui voti». Proprio per ovviare a questi inconvenienti, un gruppo di genitori della valle si era attivata a inizio 2012 per predisporre un servizio di bus privato che avrebbe anche garantito ai ragazzi un rientro anticipato. Ad agosto sui circa 50 utenti della valle diretti all'«Einaudi», in 35 avevano detto sì al servizio proposto dalle mamme. L'ha fermato la Provincia che, considerandolo atipico, rivendicava la legittimità ad autorizzarlo. Alla vigilia dell'apertura delle scuole, nel corso di un vertice in Provincia anche alla presenza dei sindaci, Mazzi si impegnò a trovare con Apt una soluzione entro un mese ma anche a dare il via al bus privato qualora le cose fossero rimaste com'erano. «In realtà, dopo un mese non è successo niente, tolto il collegamento tra la stazione di Porta Nuova e la scuola. I problemi di sovraffollamento e ritardi sono rimasti. Ci è stato chiesto di pazientare ancora», dicono i genitori, «e abbiamo acconsentito. Poi la Provincia ha scritto alla scuola comunicando che le cose si sarebbero sistemate grazie all'attivazione di un percorso alternativo, lungo la Porcilana, che avrebbe ridotto i tempi di percorrenza. Cosa è successo? Assolutamente nulla». Le fila dei genitori si sono nel frattempo sfaldate davanti ai problemi: la gran parte delle famiglie, che confidando nel bus privato non avevano sottoscritto l'abbonamento annuale con Atv, ha quantomeno contenuto questa spesa che si sarebbe rivelata inutile. «Sì perchè si sono tutti girati sul treno. Solo i ragazzi dell'alta valle, data la scomodità alla stazione, alla fine sono costretti ad essere legati ad Atv. Diciamo così», dicono le mamme, «a fronte di un lavoro enorme che abbiamo fatto, spese ingenti sostenute per arrivare a risolvere questa cosa, se è vero che non ci è stato reso possibile far decollare il servizio, almeno abbiamo in qualche modo evitato una spesa in più alle famiglie. Il bello è», aggiungono, «che ancora adesso riceviamo continue telefonate da genitori di altre aree della provincia che con l'Atv hanno problemi enormi e chiedono a noi come abbiamo fatto a risolverli. Beh, a provare a risolverli». E se i genitori sventolano gli articoli di giornale che raccontano dei «portoghesi» di massa sui bus, i ragazzi si sono ingegnati: per non perdere minuti preziosi del compito in classe alla prima ora c'è chi corre a perdifiato in classe affidando a un compagno il proprio badge di entrata. Succede sempre più spesso.Paola Dalli Cani

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/14-dicembre-2012/pulizia-bus-appalti-accomodati-quattro-arresti-indagato-zaninelli-2113154848698.shtml

14 dicembre 2012Pulizia sui bus, appalti «accomodati»Quattro arresti, indagato Zaninelli In manette l’imprenditore Nicolini, la sua factotum, Baruchello e Donà. Le accuse contestate dalla procura di Verona sono turbativa d’asta e corruzione. Nel mirino Atv e Ftv di Vicenza

VERONA - Dal «più costoso» degli champagne ai vini «d’eccellenza conservati in cantina», dai viaggi «di piacere» a Londra e Cuba alla colf per i figli, dalla ristrutturazione di abitazioni «di residenza e villeggiatura» (caminetti, serramenti se non, addirittura, opere di restyling completo) fino all’abbigliamento e alle attrezzature da palestra, «ciaspole comprese». Destinatari, di volta in volta, l’(allora) amministratore di Ftv (azienda di trasporti di Vicenza) Valter Baruchello e il (tuttora) dirigente della stessa Ftv, Antonio Donà. Tutto «regolarmente» intestato, e pagato, però, dalla Gestioni Nicolini srl con sede in via Gioia a Verona all’«unico e preciso scopo - secondo la magistratura scaligera - di ottenere l’aggiudicazione dei contratti d’appalto per le pulizie nei mezzi di pubblici di trasporto sia a Vicenza che a Verona». Con le accuse di corruzione e turbativa d’asta, giovedì mattina sono stati rinchiusi in carcere sia Baruchello che Donà; oltre a loro, ma anche per le ulteriori ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e frode nelle pubbliche forniture, si sono ritrovati in cella lo stesso Diego Nicolini, titolare della Gestioni Nicolini srl, e la sua segretaria (definita negli atti d’accusa «una vera factotum») Marisa Bonato, legale rappresentante della Sipp, cooperativa (successivamente fallita, di qui la contestazione di «bancarotta») a cui la Nicolini aveva affidato alcuni subappalti. Dal secondo piano dell’ex Mastino, in realtà, il pubblico ministero Valeria Ardito, oltre ai quattro arresti effettuati ieri mattina, ne aveva richiesti altri tre: a parere della procura, infatti, gli elementi di prova a carico sarebbero stati di tale gravità da rendere necessaria la custodia cautelare in cella anche nei confronti di Stefano Zaninelli, direttore generale in carica dell’Azienda trasporti di Verona, esponente della Lega Nord e «fedelissimo » del sindaco Flavio Tosi, e degli altri due veronesi Alberto Gobbo (classe ’58, residente in

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città) e Lucio Mengali (di Villafranca).

E’ stato il giudice per le indagini preliminari Guido Taramelli, però, ad accogliere solo in parte le sollecitazioni d’arresto della procura, motivando tra le righe della propria ordinanza di custodia cautelare che, mentre le accuse contestate a Baruchello e Donà si sarebbero protratte nel tempo (per la precisione dal 2008-2009 al 2012, quando sarebbe stato indetto - secondo la procura - un nuovo appalto Ftv «ad personam» per la Nicolini, successivamente annullato in extremis dopo l’intervento della magistratura), quelle che vedrebbero coinvolti anche Zaninelli e gli altri due veronesi di cui il pm ha chiesto l’arresto si sarebbero invece limitate all’epoca racchiusa tra 2008 e 2009. Sia Zaninelli che gli altri due, tuttavia, seppure in stato di libertà rimangono indagati per le accuse di corruzione e turbativa d’asta, così come Gianluigi Soardi, che all’epoca rivestiva la carica di presidente (da cui è stato indotto a dimettersi dall’inchiesta sui «rimborsi facili» per cui è appena stato condannato in appello a due anni e 10 mesi). Dall’ordinanza, in particolare, emerge che - in base alla ricostruzione degli inquirenti - l’attuale sindaco (sospeso) di Sommacampagna e Zaninelli avrebbero «entrambi sottoscritto invito alla gara d’appalto a favore di Nicolini srl» ottenendo, in cambio, «lavori di ristrutturazione della casa di Sommacampagna» (il primo) e, invece, altre sospette regalìe il direttore in carica di Atv. Come presunto corrispettivo dell’aggiudicazione dei lavori di pulizia nei mezzi Ftv, invece, il tuttora direttore dell’azienda vicentina Donà si sarebbe visto «fornire e pagare» la colf (tramite la Sipp della Bonati) mentre l’ex numero uno Baruchello, secondo i pm, avrebbe «incassato» di tutto, dai vini «di prima qualità» ai viaggi oltreoceano, dagli attrezzi ginnici ai lavori nelle sue tre case in quel di Isola Vicentina, Folgaria e Lignano. Tutto, rigorosamente, «in conto a Nicolini». Laura Tedesco

http://www.larena.it/stories/dalla_home/443191_appalti_pilotati_quattro_arresti/Appalti «pilotati», quattro arrestiCORRUZIONE E TURBATIVA. Operazione della Procura in città e a Vicenza dopo indagini «condotte in modo encomiabile». Gare accomodate per pulire i bus di Ftv e Atv. In carcere Baruchello, Donà, Nicolini e la segretaria

La14.12.2012Verona. Corruzione, sia di pubblico ufficiale che di incaricato di pubblico servizio, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture e bancarotta fraudolenta: questi i reati contestati. In poche parole appalti «pilotati e accomodati» per far vincere a una ditta di Verona, la Gestioni Nicolini srl, la gara per le pulizie degli autobus. E per garantirsi «l'appoggio» della presidenza di Ferro Tranvie Vicenza, Diego Nicolini pagava i conti di Valter Baruchello dai lavori di ristrutturazione, ai vini e agli champagne, ai viaggi a Cuba.  Ieri mattina all'alba, il Nucleo di polizia giudiziaria della Procura scaligera che, come sottolinea il gip Guido Taramelli nell'ordinanza di custodia cautelare, «ha condotto l'indagine in modo encomiabile», è andato a notificare il provvedimento a Diego Nicolini, 50 anni, e alla sua segretaria Marisa Bonato, 64 anni. Ed entrambi sono stati arrestati mentre si trovavano all'interno degli uffici della Gestioni Nicolini di via Gioia, in Zai. Contemporaneamente, a Vicenza, la Mobile (delegata dalla pg scaligera) ha bloccato Valter Baruchello, 50 anni, ex presidente di Ftv, e Antonio Donà, 46 anni, dirigente del personale e agli affari legali, dal 2010 direttore di esercizio e procuratore del medesimo ente. Solo per quattro persone il gip ha accolto la richiesta di misura formulata dal pm Valeria Ardito, ma indagati per la corruzione e la turbata libertà degli incanti ci sono anche l'ex presidente di Atv, Gianluigi Soardi e l'attuale direttore generale Stefano Zaninelli: fu lui a firmare l'invito alla gara di appalto di Atv che, a Verona, era stata predisposta per la Gestioni Nicolini. Bando che era stato redatto da un legale esterno - voluto da Soardi - che con Donà mise a punto quelle condizioni che potevano valere solo per un concorrente. Per la Procura il direttore non poteva non sapere che quell'invito alla gara presentava profili di dubbia legalità perchè «la maggior parte degli elementi di valutazione dell'offerta presi in considerazione da Atv srl, per individuare l'offerta più vantaggiosa, attengono non alla qualità ma a requisiti relativi alla capacità tecnica del prestatore, in violazione della normativa comunitaria», recita la consulenza tecnica disposta dal pm per verificare la regolarità della gara di Atv. Un provvedimento che «sfiora» le aziende di trasporti scaligere perchè la situazione è cambiata (e il Gip seppur ammettendo il coinvolgimento per la turbativa d'asta non ritiene vi siano gli elementi per un provvedimento cautelare) mentre per quanto riguarda gli appalti per le pulizie e i bandi redatti ad hoc per far sì che a vincere fosse la ditta che ha sede in via Gioia appunto, l'apporto dell'allora vertice di Ftv per il magistrato è chiaro ed evidente: l'incarico che l'azienda vicentina si apprestava ad assegnare (e il bando venne precipitosamente tolto dal sito dopo la perquisizione della pg di Verona negli uffici dell'ente) altro non era che il «gemello» di quello che nel 2008 era stato vinto dalla ditta di Diego Nicolini per Atv, all'epoca presieduta da Gianluigi Soardi. E in quell'intreccio, stando all'ipotesi della procura, Antonio Donà, responsabile dell'ufficio legale di Apt Verona prima che si fondesse con Atv, è il trait d'union tra quegli appalti «ad personam» e Diego Nicolini. «Almeno dall'anno 2000 sino alla fusione con Atv la società facente capo a Nicolini (la Nicolini & Company) aveva avuto l'appalto delle pulizie di autobus e immobili di Apt», recita l'ordinanza, «e responsabile dell'ufficio legale era Donà».

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Fabiana Marcolini

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/15-dicembre-2012/indizi-seri-reati-molto-gravi-l-inchiesta-atv-si-allarghera-2113172061399.shtml15 dicembre 2012

APPALTI E FAVORI«Indizi seri, reati molto gravil’inchiesta su Atv si allargherà»Il procuratore Schinaia: c’erano gli estremi per altri arresti. Lunedì gli interrogatori in carcere. Intanto emergono nuovi dettagli dalle intercettazioni

VERONA — «Se la procura che dirigo ha chiesto al giudice per le indagini preliminari la custodia cautelare in carcere non solo di quattro ma di sette persone, significa che a nostro avviso sussistono sufficienti elementi di prova a giustificare anche quelle ulteriori misure restrittive della libertà personale. In ogni caso, seppure in stato di libertà, si tratta di soggetti che restano comunque indagati per reati di estrema gravità, quali sono corruzione e turbativa d’asta». E’ lo stesso Mario Giulio Schinaia a intervenire dopo la bufera scatenata dall’inchiesta sui presunti appalti «pilotati » per la pulizia nei mezzi pubblici che ha visto finire in cella, nelle prime ore di giovedì, l’imprenditore dell’omonima srl Diego Nicolini, la sua segretaria- «factotum» Marisa Bonato, l’ex presidente dell’azienda di trasporti di Vicenza (Ftv) Valter Baruchello e il tuttora direttore della Ftv Antonio Donà. Disco rosso, invece, dal gip Guido Taramelli agli ulteriori arresti dei veronesi Alberto Gobbo, Lido Mengali e, soprattutto, del direttore in carica dell’azienda trasporti di Verona Atv Stefano Zaninelli. «A nostro avviso andavano effettuati anche questi ulteriori tre arresti, in ogni caso - annuncia il procuratore scaligero - l’inchiesta nei loro confronti continuerà...E non solo».

Significa che «le indagini si allargheranno ancora, visto tutto quello che è già emerso e che secondo noi deve ancora emergere... ». Quanto all’eventuale opportunità da parte di Zaninelli di continuare a rivestire un incarico tanto delicato, Schinaia dichiara che «non tratta di una scelta che risponde alla Giustizia bensì all’Etica». Oltre al tuttora direttore di Atv e agli altri due veronesi di cui il gip (che effettuerà gli interrogatori di garanzia di Nicolini e della Bonato lunedì pomeriggio in carcere, mentre Baruchello e Donà verranno sentiti per rogatoria in cella a Vicenza), tra i nomi «noti» che risultano iscritti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta di cui è titolare il pubblico ministero Valeria Ardito figurano anche quelli di Francesco Gleria, direttore generale delle Ftv fino all'aprile 2010, e dell’ex presidente di Atv Gianluigi Soardi, già travolto dalla famigerata vicenda sui «rimborsi facili» che gli è appena costata la condanna in Appello.

Nessun commento, venerdì, da quest’ultimo (sindaco sospeso di Sommacampagna), indagato insieme a Zaninelli per aver - secondo il pm - «entrambi concorso alla sottoscrizione dell’invito a Nicolini alla gara d’appalto » per le pulizie sui mezzi Atv valido per il periodo tra il primo febbraio 2009 e il 31 gennaio 2011, successivamente prorogato di 18 mesi. Oltre venti, per l’accusa, le società «invitate» alla gara: peccato però che le condizioni richieste da Atv fosse tali - sostiene la procura - da poter essere soddisfatte dal solo imprenditore veronese ora rinchiuso in cella. In cambio dell’aggiudicazione dell’appalto, Soardi avrebbe ottenuto la ristrutturazione della casa a Sommacampagna; così come, a Vicenza, per i lavori sui mezzi Ftv a Donà sarebbe stata garantita la colf, mentre a Baruchello un po’ di tutto, dal restyling alle sue 3 abitazioni a mobili e monili, dagli attrezzi da palestra a vini e champagne, come il 13 ottobre 2011 a Cuneo. «Dove siete esattamente, che devo impostare il satellitare?» chiede Baruchello al telefono alla cantina. Se ne andò con «800 euro di bottiglie»: il conto, però, «lo saldò Nicolini», così come avvenne un paio di settimane dopo a Verona. Dalle intercettazioni carpite dagli investigatori, si sente l’ex presidente Ftv al cellulare col titolare di una rinomata cantina scaligera: «Fino a che ora siete aperti, che sto arrivando...? In quel caso, conto finale da 196 euro ma, ancora una volta, «in conto» a Nicolini. Laura Tedesco

http://www.larena.it/stories/Cronaca/443605_il_pd_allattacco_tosi_chiarisca_i_ruoli_di_zaninelli_e_venturi/15.12. 2012Il Pd all'attacco: «Tosi chiarisca i ruoli di Zaninelli e Venturi»

Come era prevedibile, le vicende giudiziarie di questi ultimi giorni hanno infiammato lo scontro politico. Ieri i consiglieri di opposizione del Pd hanno portato un attacco frontale: «Zaninelli chiarisca la sua posizione, Venturi se ne deve andare». I consiglieri del Pd D'Arienzo (segretario provinciale) e Bertucco, capogruppo in Comune, affermano. «Sugli appalti delle pulizie dei bus e sulle documentate soffiate del presidente della Quinta Circoscrizione, il Pd era intervenuto per tempo chiedendo all'amministrazione di verificare,

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intervenire, correggere. Non siamo stati ascoltati e ancora una volta è dovuta intervenire la magistratura, come già accaduto per l'aeroporto, la presunta parentopoli veronese e i rimborsi gonfiati di Soardi. Per una volta il sindaco Tosi si assuma le sue responsabilità politiche e dica qualcosa sull'operato degli uomini di fiducia che lui ha nominato». I consiglieri comunali chiedono un chiarimento a Zaninelli: «Su Atv è necessario un chiarimento. Presunzione di innocenza per tutti, ma è bene che la politica assuma un ruolo. Il direttore di Atv sia convocato in commissione per dire al socio pubblico e, quindi, ai veronesi, cosa sta succedendo in quell'azienda. È bene capire come mai dal 2007 al 2010 i costi per gli appalti delle pulizie dei bus siano schizzati da 514 mila euro l'anno a 874 mila euro l'anno e poi, improvvisamente, col nuovo appalto dell'agosto 2012 (non più vinto dalla Nicolini, ma aggiudicato ad un'altra azienda) siano poi ritornati a 578 mila euro». E aggiungono: «Lunedì 17 dicembre, nella serata aziendale di Atv, davanti a tutti i dipendenti, è bene che Zaninelli dica qualcosa su quanto riportano le cronache. I lavoratori ne hanno diritto». L'altro fronte è quello del presidente della quinta circoscriziobne: «Per Venturi non ci sono più scuse: indagato per fatti così negletti, inchiodato alle sue responsabilità da intercettazioni così schiaccianti, non può continuare a coprire gli incarichi che attualmente ricopre. Se ne deve andare. Bene il Comune che si è costituito parte civile, ma adesso siano riviste le autorizzazioni concesse al bar Tiffany e “inquinate” dai fatti in questione. Il sindaco ha il dovere di rispondere politicamente della sue scelte e dei suoi nominati».

http://www.larena.it/stories/Home/437840_atv_fa_poche_corse_le_scuolepensano_alla_settimana_corta/Atv fa poche corse? Le scuolepensano alla settimana cortaTRASPORTO E TAGLI. L'azienda è sempre più in difficoltà a garantire la copertura del servizio al sabato e risparmia. Istituti tecnici e licei hanno però esigenze diverse per gli orari e nascono divisioni. Il coordinatore Carazzolo: «Il dialogo è aperto»29.11.2012Verona. Ipotesi settimana corta per le scuole? Dai presidi delle superiori arriva un timido «sì», pur con tutte le riserve del caso. La questione è questa: se gli istituti scolastici, principale bacino d'utenza degli autobus, facessero lezione per cinque giorni al posto di sei, il trasporto pubblico ne uscirebbe alleggerito. Infatti, si potrebbero sforbiciare vistosamente le corse e i bus speciali del sabato, oggi indispensabili agli studenti per il tragitto casa-scuola. E l'azienda Atv, sulla strada di un lento risanamento ma ancora molto debole, recupererebbe in tal modo risorse preziose con cui puntellare il proprio bilancio. Perciò domani (venerdì) si terrà un incontro tra i rappresentanti delle scuole, l'assessore provinciale alla Mobilità, Gualtiero Mazzi, e i vertici dell'Atv per discutere sul tema. Anche se, nicchiano subito i primi, «la decisione non dovrebbe nascere puramente da un'esigenza del trasporto pubblico, ma risultare vantaggiosa per gli istituti stessi». Ecco perché Luciano Carazzolo, coordinatore del Collegio dei presidi delle scuole superiori, anticipa margini d'apertura ma pure dubbi: «I dirigenti scolastici hanno discusso varie volte sull'ipotesi settimana corta», esordisce. «Il fronte del "no" è formato soprattutto dagli istituti professionali e tecnici, ovvero quelli con un orario già molto lungo. Togliere il sabato, per loro, si tradurrebbe in un carico di lezioni troppo gravoso per venire assorbito in soli cinque giorni». Piuttosto, la possibilità è realizzabile nei licei, dove il monte ore è più snello, poiché c'è minor attività di laboratorio e si prevede che i ragazzi studino molto a casa. «Alcuni hanno già adottato la settimana corta», spiega Carazzolo, «per esempio il Montanari e gli Angeli, e metà delle classi del Galilei. Ma anche qui occorre fare dei distinguo», avverte, «perché i licei della provincia, nei quali convergono studenti da località molto distanti, non sono propensi a eliminare il sabato, allungando di conseguenza l'orario degli altri giorni. I ragazzi tornerebbero a casa troppo tardi». Insomma, non è da mettere in preventivo un passaggio in massa degli istituti all'orario lunedì-venerdì. Tuttavia, è possibile che qualche altra scuola si aggiunga ai «pionieri» Angeli, Montanari e Galilei. Carazzolo precisa inoltre: «La questione emerge in ritardo, ed è perciò destinata a slittare. Tra poco inizieranno le preiscrizioni degli studenti di terza media alle superiori, e bisogna presentare loro un quadro chiaro e definito. Si consideri poi il fatto che ogni eventuale cambiamento di orario va sottoposto, oltre che al giudizio dei dirigenti scolastici, anche alla valutazione del collegio docenti e a quella del consiglio d'istituto». «Comunque», conclude il coordinatore dei presidi, «davanti alle difficoltà di Atv, noi non ci giriamo certo dall'altra parte. Siamo disposti a dialogare e a collaborare, purché le esigenze didattiche vengano sempre tenute nella giusta considerazione». SINDACATI. Intanto dalla Cisl arriva una nota del segretario Massimo Castellani secondo il quale «firmare l'accordo in Atv, come era facilmente prevedibile, sta producendo i positivi effetti. Ieri, martedì 28 novembre, 350 persone si sono sottoposte al primo test di verifica per l'assunzione di 25/30 autisti nei prossimi tre mesi. La Fit Cisl». aggiunge, «ha firmato un accordo per la riorganizzazione del personale in Atv senza che vengano ridotti gli stipendi a nessuno e con la prospettiva, tra un po' la certezza, di nuove assunzioni. Il sindacato deve discutere, contrattare, e firmare accordi per portare a casa risultati. dire sempre e solo no è fare il sindacato dei no».L.CO.

http://www.larena.it/stories/380_in_piazza/451369_assunzioni_sospette_indagato_il_direttore_generale_dellatv/

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Assunzioni sospette, indagato il direttore generale dell'AtvLAVORO E GIUSTIZIA. Zaninelli si è presentato in procura tre giorni dopo la perquisizione.Coinvolte altre tre persone. L'ipotesi di reato è abuso d'ufficio Nel mirino del pm, le modalità di conversione di alcuni contratti da progetto a tempo indeterminato8.01.2013Solo il direttore generale dell'Azienda trasporti Verona doveva ancora essere ufficialmente informato della perquisizione, con sequestro di materiale e contestuale notifica di un avviso di garanzia, avvenuta venerdì mattina nella sede dell'azienda di lungadige Galtarossa. Stefano Zaninelli nel fine settimana era fuori città ma era stato invitato a presentarsi e ieri in tarda mattinata è entrato negli uffici della polizia giudiziaria della Procura, al piano terra, per vedersi notificare copia del decreto firmato dal sostituto procuratore Valeria Ardito. E quell'atto altro non è che un'informazione di garanzia.Abuso d'ufficio è l'ipotesi di reato per lui, per la qualità che riveste all'interno dell'Azienda, e per le altre tre persone iscritte da venerdì nel registro degli indagati e riguarderebbe le modalità adottate per la conversione di contratti a progetto in assunzioni a tempo indeterminato avvenuta nell'estate di quest'anno.In teoria l'utilizzo della conversione in sè non presenterebbe profili di illiceità e del resto Atv è l'azienda partecipata del Comune che ha recepito il decreto 112 del 2008 non appena venne emanata la regolamentazione (cosa che si verificò due anni dopo). Quel decreto contiene le «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria» e all'articolo 18 stabilisce una regola ferrea per le aziende a capitale pubblico in materia di assunzioni.Parlando di servizi pubblici (e Atv rientra nella tipologia soggetta alla legge) l'articolo 18 impone «l'adozione di sistemi che garantiscano la massima pubblicità e trasparenza per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi» e sarebbe questo lo scoglio attorno al quale ruota l'indagine del pm Ardito.Così nella perquisizione di venerdì sarebbe stata acquisita la relazione finale stilata per valutare gli esiti di contratti a progetto che scadevano alcuni mesi fa. Questo probabilmente perchè, ma si tratta solo di ipotesi, potrebbe esistere una discrepanza tra le qualità richieste e quelle effettive dei candidati.Le aziende si affidano, per quanto riguarda la prima selezione, a società esterne, i cosiddetti «tagliatori di teste» e anche Atv sottostà a questa regola. Si tratta di una prima scrematura alla quale seguono poi altre valutazioni e, quindi, la pubblicazione del bando di concorso, con modalità che devono garantire «la massima pubblicità e trasparenza». L'indagine è in corso e coperta dal segreto istruttorio tranne che per quest'atto, l'unico al momento portato a conoscenza degli indagati.Fu la violazione dell'articolo 18 a far partire nell'ottobre 2010, a Roma, l'inchiesta denominata «Parentopoli» (riguardava assunzioni sospette all'Atac, l'azienda che gestisce il trasporto). E sempre in tema di «Parentopoli» un fascicolo è stato aperto a Verona - titolare dell'indagine condotta dalla Guardia di Finanza è lo stesso dal procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia - e fu originato da un'interpellanza presentata in Regione nel maggio 2011 da due consiglieri del Pd che chiedevano di effettuare un monitoraggio per verificare la regolarità di procedure e regolamenti per le assunzioni soprattutto in Amia. Per quel che riguarda quel fascicolo la procura ha affidato ad un esperto l'incarico di stabilire se le partecipate del Comune siano o meno «società in house» (caratteristica che le renderebbe impermeabili alla norma). Nè Amia, nè Agsm nè Atv lo sono. Ma questa è un'altra indagine.Fabiana Marcolini

GRANDE ED IMPORTANTE VITTORIA GIUDIZIARIA DELLE AZIENDE DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE ASSOCIATE A CONFSERVIZI VENETO CONTRO LA REGIONE VENETO ED I TAGLI AL FONDO RELATIVO ALL’ANNO 2012Confservizi Veneto informa circa la comunicazione dell’Avv. Malena sull’esito dell’udienza tenutasi in data odierna 17 gennaio 2013 al TAR Veneto sul ricorso presentato dalle aziende associate a Confservizi Veneto contro i tagli al fondo per il trasporto pubblico locale relativi all’anno 2012 – Rg 1299/2012

All’udienza odierna la causa è stata introitata dal collegio per la decisione.

Nel corso della discussione pubblica il Presidente Amoroso ha redarguito fermamente l’Avvocatura regionale per il comportamento assunto durante le trattative ed ha aggiunto che si riserva di denunciare il Presidente della Regione per omissione di atti di ufficio per non avere egli convocato conferenza dei servizi come prescritto dalla sent. 984/2012

http://www.larena.it/stories/Home/456429_venezia_deve_restituire_3_milioni_allatv/Venezia deve restituire 3 milioni all'AtvSENTENZA. Il Tar Veneto condanna la Regione a restituire i fondi per il trasporto pubblico tagliati nel 2011 e nel 2012. In tutta la regione sono 30 milioni. Secondo il giudice  i tagli andavano prima concordati con le aziende

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19.01.2013

La Regione dovrà restituire trenta milioni di euro alle aziende di trasporto pubblico, alle quali erano state tagliate risorse nel 2011 e nel 2012. Per Verona significa il ritorno nelle casse dell'Atv di circa tre milioni. La Confservizi Veneto, che riunisce tutte le aziende, ha infatti vinto il ricorso al Tar contro i tagli al fondo per il trasporto pubblico locale negli ultimi due anni.  È Nicola Mazzonetto, direttore di Confservizi, l'associazione che riunisce l'Atv di Verona, l'Aim e la Stv di Vicenza, l'Aps di Padova, la Fs bus Italia di di Rovigo, la Mobilità di Marca di Treviso, l'Actv di Venezia e l'Atvo di San Donà, a rendere nota la clamorosa sentenza del tribunale amministrativo del Veneto.  «Per la Regione», afferma, «questa durissima condanna è una pagina molto triste, tanto che nel corso della discussione», esclama, «il presidente Amoroso ha perfino redarguito l'Avvocatura regionale per il comportamento assunto durante le trattative, aggiungendo, addirittura, che si riserva di denunciare il presidente della Regione per omissione di atti di ufficio per non avere convocato la conferenza dei servizi con le aziende di trasporto». E adesso? «C'è tempo 30 giorni per il deposito della sentenza, poi la Regione dovrà mettere in bilancio questi soldi e liquidarli. Se ciò non accadesse, il Tar potrebbe nominare un commissario ad acta per reperire le risorse: 14 milioni e 980mila euro per il 2011 e 15mila per il 2012, altrimenti si andrà al pignoramento... Non pensavamo che si arrivasse a tanto, ma non avevamo scelta», aggiunge Mazzonetto, «perché i termini di un contratto di servizio non si possono cambiare unilateralmente». Nelle casse dell'Atv di Verona, arriveranno, grazie alla sentenza del Tar che ha condannato la Regione, almeno tre milioni di euro.  Massimo Bettarello, presidente dell'Atv sta facendo i conti. «Dovremmo ottenere l'11 per cento della somma totale ma da parte nostra non c'è spirito di rivalsa nei confronti della Regione, nostra intelocutrice istituzionale». E sottolinea: «Abbiamo sempre cercato di trovare un accordo con Venezia ma non potevano sottrarci al ricorso in tribunale perché riteniamo di essere nel giusto». Spiega Bettarello: «Non si possono fare tagli ai trasferimenti di risorse senza prima convocare la conferenza dei servizi prevista dalla legge regionale 25, per cui non potevamo far finta di non sapere che quelle risorse non ce le potevano togliere, ad ogni modo», assicura, «la nostra disponibilità al dialogo rimane. Il Tar ormai si è già pronunciato più volte per cui credo che sia arrivato il momento di capire che non si possono più buttare i soldi in avvocati... la posizione del Tar è ormai chiara per cui spero che finalmente si scriva la parola fine a questa vicenda».E.S.

http://www.larena.it/stories/Cronaca/464604_atv_firmato_il_nuovo_contratto_unico/5.02.2013Atv, firmato il nuovo contratto unicoTRASPORTO PUBBLICO. La svolta dopo 18 mesi di trattative serrate e di spaccature tra le organizzazioni dei lavoratoriTrattamento economico e normativo unificato Hanno aderito tutte le sigle sindacali

Tutte le sigle sindacali hanno firmato il nuovo contratto unico di Atv, Azienda trasporti Verona, con il quale si uniforma il trattamento economico e normativo di tutto il personale aziendale. L'accordo — come dice in una nota l'azienda — segna una svolta nelle relazioni industriali di Atv, dopo 18 mesi di serrate trattative che hanno creato anche momenti di tensione e visto la frattura del fronte sindacale tra le organizzazioni che inizialmente avevano sottoscritto il nuovo contratto, cioè Fit Cisl e Faisa Cisal e Ugl Trasporti, e quelle che non avevano aderito e cioè Filt Cgil, Uiltrasporti, Sul Ct. Decisivo, a metà gennaio, il referendum che ha sancito l'approvazione del nuovo contratto unico da parte dei lavoratori e permesso di riaprire il dialogo tra i vertici aziendali e i sindacati dissenzienti. E il dialogo si è concretizzato ora con la firma unitaria dell'accordo e l'ufficializzazione del nuovo contratto, il primo nella storia di Atv. «È un risultato di grande soddisfazione», commenta il presidente di Atv Massimo Bettarello, «in primo luogo perché riporta in azienda il necessario clima di serenità, dopo il confronto aspro che ha caratterizzato gli ultimi tempi. La firma unitaria è inoltre la conferma della qualità della proposta contrattuale che nel suo impianto generale è stata alla fine condivisa da tutti i sindacati». Nei prossimi mesi, aggiunge il presidente, «ci siederemo al tavolo paritetico perfezionando i dettagli dell'accordo e affrontando i temi ancora aperti, con l'impegno che parte delle nuove risorse che si renderanno disponibili in futuro saranno destinate al miglioramento del trattamento dei lavoratori». Tra gli elementi qualificanti dell'accordo sull'applicazione del contratto unico, prosegue la nota, vanno ricordati l'uniformità del trattamento economico e normativo per tutto il personale aziendale, sia urbano che extraurbano, con il riordino delle molteplici indennità previste dalla precedente normativa, e un aumento della flessibilità «a vantaggio della produttività aziendale». Ai dipendenti in servizio viene garantito lo stesso livello retributivo del passato. Sulle future assunzioni è previsto un sensibile risparmio sul costo del lavoro, con una positiva ricaduta sui prossimi bilanci aziendali. «Va dato atto al presidente Bettarello di aver perseguito questo obiettivo con grande determinazione», sottolinea il direttore generale di Atv Stefano Zaninelli, «ottenendo un risultato che ci pone tra le aziende all'avanguardia nel panorama nazionale. Dopo aver messo in sicurezza i conti grazie al raggiungimento del pareggio di bilancio, il nuovo contratto unico ci mette nella prospettiva di migliorare ulteriormente le performance dell'azienda e quindi il servizio per i

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cittadini veronesi».E.G.

http://www.larena.it/stories/dalla_home/467253_tagli_ai_trasporti_scolasticila_palla_passa_alla_provincia/Tagli ai trasporti scolasticiLa palla passa alla ProvinciaLEGNAGO. Di fronte alla prevista riduzione delle corse Atv, il Pd ha presentato una mozione per istituire un tavolo allargato. Si punta a reperire nuove risorse per evitare di rivoluzionare orari e programmazione didattica  Prosegue la battaglia dei presidi

11.02.2013Non si spengono i riflettori sull'annunciata riduzione dei trasporti extraurbani di Atv a partire dal prossimo anno scolastico 2013-'14. La manovra - formalizzata poi dalla Provincia, che ha proposto a tutti gli istituti del territorio una riorganizzazione degli orari su cinque giorni settimanali con mattine da sei ore e due pomeriggi di rientro - non si è limitata infatti all'alzata di scudi dei dirigenti scolastici Silvio Gandini, Paolo Beltrame, Stefano Minozzi ed Antonio Marchiori. I quali, un mese fa, avevano inviato una lettera ai Palazzi Scaligeri per manifestare il loro disappunto e segnalare i pesanti effetti che una decisione del genere comporterebbe sulla programmazione della didattica.  Un'altra efficace reazione al provvedimento - che tra l'altro potrebbe sfociare in un progressivo calo di iscritti al polo scolastico legnaghese frequentato da molti ragazzi provenienti in pullman dai Comuni limitrofi - approderà infatti nei prossimi giorni direttamente sul tavolo della Provincia. Tutto ciò grazie ad una mozione presentata al presidente Giovanni Miozzi e all'assessore ai Trasporti Gualtiero Mazzi dal gruppo consiliare del Partito Democratico a firma della vice presidente del Consiglio provinciale Clara Scapin. Il documento fa leva, per l'appunto, sulla proposta di riorganizzazione del trasporto pubblico scolastico extraurbano e sull'allarme suscitato tra i presidi «per le conseguenze didattico-educative oltre che per le incertezze riguardo alle preiscrizioni».  Quindi rimarca, senza mezzi termini, «che la proposta in questione nasce esclusivamente da una necessità di risparmio dei costi del trasporto e non è stata affatto condivisa né da collegi docenti, né dalle famiglie, né dalle amministrazioni locali». «Tenendo conto dell'importanza degli orari per la formazione dei giovani e del fatto che nel polo scolastico del Basso Veronese sono diversi i luoghi di provenienza degli studenti», evidenzia Scapin, «abbiamo chiesto di promuovere un incontro tra le parti che possa coinvolgere gli amministratori provinciali, tra cui anche l'assessore all'Istruzione Marco Luciani, i dirigenti scolastici, i sindaci ed i responsabili del trasporto extraurbano. Il tutto con l'obiettivo di individuare altre strategie rispetto alla semplice soluzione del taglio dei trasporti». «Con questa mozione», conclude Scapin, «puntiamo ad impegnare la Provincia a garantire nei modi più adeguati il diritto allo studio dei nostri giovani, chiedendo con forza in Regione ulteriori risorse per il trasporto pubblico ed individuando anche un nuovo impegno economico al riguardo tra le pieghe del bilancio provinciale».  Intanto, sul fronte scuole, i dirigenti scolastici proseguono compatti la loro battaglia. A coordinare il gruppo è Silvio Gandini, preside di lungo corso al liceo Cotta. Il quale punta dritto al punto: «Una manovra di questo tipo implica l'adozione della settimana corta in tutte le scuole, cosa non certo facile da organizzare considerati anche i tempi per corsi di recupero e i diversi progetti già avviati negli orari pomeridiani». Un incontro per discutere dei tagli ai trasporti è stato convocato dal sindaco di Cerea Paolo Marconcini per giovedì prossimo, alle 17, nel municipio ceretano.

Elisabetta Papa

TRASPORTO SCOLASTICO. Il presidente replica alle proteste del GalileiZaninelli agli studenti:«È un falso problema»«Da Atv disponibilità a discutere sui temi concreti»

sabato 09 febbraio 2013 CRONACA, pagina 15

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Studenti di Galilei ed Einaudi e autobus Atv in via San Giacomo«Massima disponibilità a discutere sui problemi concreti». Stefano Zaninelli, direttore generale di Atv, replica ai genitori degli studenti del liceo Galilei di Borgo Roma. Gli stessi che, su queste pagine, avevano criticato il «muro di gomma» opposto dall´azienda del trasporto pubblico alle loro lamentele.Le segnalazioni riguardavano i disservizi relativi agli autobus scolastici: pochi, stracolmi, e con coincidenze difficili da prendere.«Su questi temi», replica Zaninelli, «abbiamo un rapporto proficuo e costante con il preside del Galilei. Ricordo che le scelte sul trasporto scolastico vengono prese dal tavolo permanente cui siedono Provincia, presidi e Atv. Ogni esigenza va convogliata a tale organismo, che valuta le richieste in maniera integrata per ottimizzare le risorse».Zaninelli lancia anche una provocazione: «Trovo singolare che la lettera in cui si segnalano i problemi sia stata inviata ai giornali prima che ad Atv. E cinque mesi dopo l´inizio dell´anno scolastico. Si strumentalizzano forse queste tematiche per vivacizzare la campagna elettorale?».Il direttore generale entra poi nel merito delle questioni poste dai genitori: «L´affollamento della linea 147 per Isola della Scala è un falso problema. Gli studenti dispongono di tre autobus alle 13.55, più uno alle 14.20. Se i primi possono risultare pieni, il quarto certamente ha posti a sedere. La ressa sulle corse del mattino, poi, è una condizione generalizzata nelle ore di punta. Stiamo valutando soluzioni che, per la loro complessità, richiedono tempi lunghi».E chiosa: «Certo, se gli istituti diversificassero gli orari d´ingresso e di uscita, come abbiamo proposto, il servizio potrebbe migliorare. La modifica della linea 62 per collegare il Galilei alla sua succursale spetta al Comune. Infine, non ci risulta che saltino le coincidenze tra i servizi speciali e le corse in partenza dalla stazione alle 13.55. Comunque, monitoriamo».Ma il caso, nel frattempo, viene approfondito dal consigliere provinciale Giuseppe Campagnari (Sel - Fds), attraverso la richiesta di convocazione della commissione consiliare trasporti. Lo scopo è un´audizione del Comitato genitori del Galilei, in presenza dello stesso Zaninelli.Infine, Atv rende noto che nei giorni di vacanza scolastica di lunedì, martedì e mercoledì, saranno sospesi i servizi speciali scolastici e le corse di rinforzo (bis). Saranno regolarmente effettuate le corse di linea secondo l´orario feriale del servizio urbano ed extraurbano.L.CO.

http://www.larena.it/stories/dalla_home/469981_tagli_ai_trasporti_scolasticiguerra_aperta_tra_presidi_e_atv15.02.2013Tagli ai trasporti scolasticiGuerra aperta tra presidi e AtvCEREA. Si è concluso con un nulla di fatto il vertice convocato tra Provincia, amministratori comunali e dirigenti degli istituti. L´azienda non dispone dei fondi per garantire sei giorni di corse Le scuole rifiutano però i rientri e chiedono un tavolo regionale

Cerea. L´Atv non innesta la retromarcia sull´annunciato taglio dei trasporti. Ed è braccio di ferro con gli istituti scolastici, costretti così dal prossimo anno a riorganizzare gli orari delle lezioni su cinque giorni la settimana. Con l´effetto di cancellare d´amblé il sabato dalla programmazione didattica.Si è concluso con un nulla di fatto il vertice, convocato ieri pomeriggio in sala consiliare dal sindaco di Cerea Paolo Marconcini, proprio per cercare di trovare una soluzione in grado di mettere d´accordo dirigenti scolastici, amministratori del territorio, Provincia e Azienda trasporti. Solo l´idea di una drastica riduzione delle corse, imposta dalla carenza di risorse, aveva sollevato nelle scorse settimane l´alzata di scudi dei presidi capeggiati da Silvio Gandini, dirigente del liceo Cotta di Legnago. I quali non avevano nascosto una certa preoccupazione di fronte all´eventualità, ormai vicina alla certezza, di dover rivoluzionare gli orari delle lezioni e delle altre attività scolastiche. Timori che ora hanno ceduto il passo al disappunto e alle polemiche. L´assessore provinciale ai Trasporti, Gualtiero Mazzi, non ha infatti dato grosse speranze ai sindaci e ai dirigenti riuniti nella sala di viale della Vittoria: «Già un anno fa avevamo manifestato alle scuole l´intenzione di ridurre le corse attualmente a disposizione degli alunni, da sei a cinque giorni, in assenza dei fondi necessari». «L´attuale stato dell´economia nazionale», ha aggiunto l´assessore, «non ci lascia alternative. E, se si continuasse a svolgere il servizio su sei giorni settimanali, l´Atv, che oggi funziona, rischierebbe il dissesto finanziario».Mazzi, tuttavia, ha messo sul tavolo una proposta per andare incontro alle esigenze operative degli istituti. «Oltre ai cinque giorni», ha annunciato durante la riunione, «siamo in grado di assicurare anche le corse per due rientri pomeridiani. Questa soluzione organizzativa è economicamente più conveniente per Atv e garantisce alla società un sensibile risparmio». A confermare le difficoltà gestionali con cui è alle prese l´Azienda trasporti, costretta a rivedere il servizio, sono i dati evidenziati da Paolo Dominioni, funzionario della Provincia: «Nel 2012 la Regione ci ha concesso 800mila euro in meno rispetto all´anno precedente». «Inoltre», ha evidenziato, «Atv ha chiuso l´ultimo bilancio con un passivo di 3,2 milioni di euro».Malgrado il clima a tinte fosche, l´alternativa prospettata dall´assessore Mazzi non è affatto piaciuta ai presidi. E, se le cose non cambieranno, si assisterà ad un muro contro muro tra i due interlocutori. «È davvero inquietante quanto sta accadendo: la scuola è ancora una volta oggetto di tagli e non si può andare avanti in queste condizioni», ha esordito piccato Gandini in sintonia con i colleghi, il sindaco Marconcini e il primo cittadino di Legnago Andrea Rettondini. «A differenza di quanto accade a Verona dove esistono trasporti alternativi», ha proseguito il preside del Cotta, «nei poli scolastici della Bassa possiamo contare unicamente sul servizio

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erogato da Atv».Inoltre, per ribadire la contrarietà alla «cura dimagrante» in arrivo, i dirigenti hanno fatto leva sui disagi didattici ed organizzativi provocati dall´abolizione del sabato. «Innanzitutto», hanno evidenziato, «tenere in classe i ragazzi sette ore di fila è impensabile. Per quanto riguarda poi i rientri sorgerebbero problemi con il personale e sul fronte della refezione scolastica in quanto non disponiamo di mense».Al termine dell´incontro, i presidi, sostenuti dagli amministratori comunali, hanno messo sul tavolo una richiesta di cui l´assessore Mazzi si farà ora portavoce. Ossia «la convocazione di un tavolo a livello regionale dove affrontare la questione dei trasporti e riuscire ad ottenere i fondi per garantire la continuità del servizio attualmente offerto».Francesco Scuderi

http://www.larena.it/stories/dalla_home/470766_trasporti_scolastici_no_alla_settimana_corta/17.02.2013Trasporti scolastici, no alla settimana cortaSCUOLA E DISAGI. Il presidente del Collegio dei dirigenti delle superiori respinge la richiesta della Provincia che voleva compensare i tagli regionali alle linee dei busImpossibile per la maggior parte degli istituti comprimere l'orario in cinque giorni con rientri nei pomeriggi. Ora tavolo regionale«La settimana corta non s'ha da fare». È il messaggio, in sintesi, che i dirigenti degli istituti superiori veronesi hanno inviato alla Provincia in risposta alla richiesta, da parte dell'assessorato ai Trasporti, di prendere seriamente in considerazione questa possibilità, per compensare i tagli dei finanziamenti regionali al trasporto pubblico, con la prospettiva di pesanti conseguenze sui principali utenti del trasporto pubblico: proprio gli studenti. «Nell'ottica della collaborazione che da mesi contraddistingue il rapporto con la Provincia e Atv, le istituzioni scolastiche hanno valutato le proposte e, dopo un dibattito interno e alcune simulazioni, hanno preso atto che per la maggior parte degli istituti non esistono le condizioni», si legge nella lettera inviata qualche giorno fa al presidente della Provincia, agli assessori competenti, Gualtiero Mazzi per i Trasporti e Marco Luciani per l'Istruzione, e al dirigente dell'Ufficio scolastico Giovanni Pontara, da parte del presidente del Collegio dei dirigenti delle scuole superiori di Verona e provincia, Luciano Carazzolo. E le motivazioni, prima di tutto didattiche, sono presto dette. Prendiamo la migliore delle ipotesi: i licei, che dopo la riforma Gelmini presentano il monte-ore più basso, da 27 a 30 a settimana. Qui quasi tutti i giorni avrebbero sei ore di lezione. Facile immaginare le conseguenze negli istituti tecnici o professionali (con 32 ore a settimana), o peggio nei licei artistici (con 34), dove sarebbe necessario organizzare molti rientri pomeridiani. «Oltre al carico di lavoro troppo gravoso per gli studenti, quasi tutte le scuole mi hanno comunicato che avrebbero difficoltà logistiche», aggiunge Carazzolo, che ha in mano i risultati di uno studio di fattibilità che ha coinvolto per settimane tutti i 32 istituti superiori della provincia. «Servirebbero spazi attrezzati con personale di sorveglianza appositamente dedicato per accogliere i ragazzi durante la pausa pranzo fuori dalle aule, ma non ci sono. E in alcuni centri della provincia, come Legnago e San Bonifacio, la frequenza dei mezzi pubblici dopo le 14 non permetterebbe un rientro a casa in tempi ragionevoli». Nessuna presa di posizione ideologica contro la settimana corta, ribadisce quindi Carazzolo, ma un risultato scaturito da un'attenta valutazione. Che, purtroppo, ha bocciato l'ipotesi avanzata da Provincia e Atv, peraltro già adottata autonomamente da alcuni istituti come i licei Montanari e Agli Angeli, alcune sezioni del Galilei e gli istituti di Garda e Bardolino Marie Curie e Carnacina. «Se poi ci fosse imposto di procedere comunque, cercheremo di attrezzarci. Anche se, sia noi presidi che le famiglie, riteniamo che siano i trasporti a dover essere funzionali alla didattica e non viceversa». E in attesa di una risposta dalla Provincia, i dirigenti hanno intanto allargato il tavolo di discussione a un livello regionale, coinvolgendo l'Ufficio scolastico di Venezia. «Vogliamo capire se questa condizione riguarda solo Verona e come, eventualmente, si possa conciliare un'eventuale settimana corta con le disposizioni di legge, che ci obbligano a svolgere un determinato numero di ore per garantire il diritto allo studio», conclude il presidente del Collegio dei presidi. «Chiederemo la convocazione di una conferenza dei servizi con la presenza di tutti gli attori coinvolti, Provincia, scuole e Ufficio scolastico regionale. Perché se è vero che la settimana corta è il futuro, pensiamo che il cambiamento debba essere graduale e comprendere un ripensamento completo anche dell'organizzazione della didattica».E.PAS.

L'ArenaLEGNAGO. Richiesta di Consiglio straordinario I tagli ai trasportiprevisti da Atvarrivano in aula Ordine del giorno del gruppo. Uniti per mantenere le corse scolastichedomenica 17 febbraio 2013 PROVINCIA, pagina 42Tommaso CasariI tagli ai trasporti scolastici dell´Atv, previsti dalla Provincia a partire da settembre, finiranno sul tavolo dei consiglieri comunali. Dopo i presidi degli istituti scolastici della Bassa e gli amministratori degli enti locali, tra cui il sindaco Roberto Rettondini, anche l´assemblea civica ha deciso di mobilitarsi contro la riorganizzazione annunciata dai Palazzi scaligeri. Il gruppo di minoranza «Uniti per Legnago», infatti, ha

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protocollato in municipio la richiesta di convocazione, entro 20 giorni, di un Consiglio straordinario incentrato sui futuri scenari del trasporto extraurbano per le scuole della pianura. Nell´ordine del giorno, i firmatari chiedono al sindaco «di attivarsi per coinvolgere altre amministrazioni locali in una forte azione di confronto con la Provincia, in modo da garantire il mantenimento e, possibilmente, il miglioramento dell´attuale servizio di trasporto degli studenti». I consiglieri auspicano che «le corse dei bus rimangano quelle esistenti, distribuite su sei giorni la settimana e non dal lunedì al venerdì». «Il Consiglio comunale», puntualizza Tommaso Casari, capogruppo di Uniti, «deve dare risposta alle numerose tensioni che si sono innescate tra i genitori». Per il consigliere Damiano Ambrosini: «Le conseguenze della riduzione delle corse avranno ripercussioni negative soprattutto sulle iscrizioni: così il polo scolastico legnaghese perderà la sua capacità attrattiva». Quindi Ambrosini lancia una delle sue frecciate al curaro: «La proposta di razionalizzare le corse è stata avanzata da un assessore provinciale leghista: Gualtiero Mazzi. Dunque invito l´assessore Maurizio De Lorenzi a dimettersi. Quest´ultimo, ha dimostrato di non interessarsi al suo territorio, pur essendo anche consigliere provinciale e si è concentrato solo sulla sua campagna elettorale per il Senato». «È una richiesta assurda e strumentale», replica il sindaco, «perchè credo che De Lorenzi non centri nulla con il problema. Ambrosini farebbe bene a fare meno spirito e ad impegnarsi per risolvere i problemi della città». F.T.

http://www.larena.it/stories/Home/471573_non_tagliate_le_corse_atvil_liceo_cotta_alza_le_barricate/19.02.2013«Non tagliate le corse Atv»Il liceo Cotta alza le barricateLEGNAGO. Il consiglio d'istituto della scuola frequentata da oltre mille alunni ha inviato un documento alla Provincia. L'organo collegiale contrario alla riorganizzazione dei trasporti che impone la settimana corta con ripercussioni sulle attività

Legnago. Non si ferma la battaglia contro i tagli dei trasporti scolastici Atv, che a partire dal 2013-'14 costringeranno tutti gli istituti del Legnaghese - almeno questa è la proposta formalizzata dalla Provincia - ad un orario spalmato su cinque giorni, dando di fatto il via alla cosiddetta settimana corta. La prospettiva, che nelle scorse settimane aveva provocato l'alzata di scudi dei dirigenti scolastici del territorio, sta coinvolgendo ora in maniera diretta anche tutto il resto del personale della scuola, insieme ai rappresentanti degli allievi e dei genitori.  A fare la voce grossa, manifestando chiaramente il proprio disappunto e la propria preoccupazione per le conseguenze negative che un simile provvedimento potrebbe avere sulla qualità del lavoro scolastico, della vita degli studenti e delle loro famiglie, è stato in questi giorni il consiglio d'istituto del liceo Cotta: scuola che, con i suoi 1.080 allievi, parecchi dei quali provenienti dai Comuni limitrofi, rappresenta ormai l'istituto più frequentato del Basso veronese. L'organo collegiale, dove oltre ad insegnanti e personale Ata siedono appunto anche delegati di genitori e studenti, ha sottoscritto all'unanimità un documento inviato poi alle altre scuole superiori del Legnaghese e a tutti i sindaci del circondario.  «Con l'obiettivo», spiega il presidente Luca Grandi, «di dichiarare la nostra netta opposizione nei confronti di questa proposta della Provincia che comporterebbe, tra l'altro, un orario scolastico giornaliero di sei o anche sette ore. Qualcosa cioè che renderebbe particolarmente gravoso lo svolgimento delle lezioni e che implicherebbe ritardi per il rientro a casa, con poco tempo da dedicare allo studio, ostacolando molte attività extrascolastiche come i corsi di recupero». «Per questo nel documento, oltre a dimostrare la nostra contrarietà ed il pieno supporto all'azione intrapresa dai presidi», prosegue Grandi, «chiediamo alla Provincia di recedere dal suo proposito, auspicando che tutti gli organismi scolastici e gli enti locali interessati si attivino per garantire agli studenti l'attuale servizio di trasporto scolastico distribuito su sei giorni».  Soddisfatto della scelta presa in totale autonomia dal proprio consiglio d'istituto è naturalmente il dirigente del liceo Cotta, Silvio Gandini. «Penso che sia stato non solo opportuno ma anche doveroso da parte dei componenti dell'organismo essersi espressi in merito», sottolinea il preside nonchè ex sindaco per 10 anni della città. Quindi alza il tiro: «Non si può accettare che un ente esterno imponga una riorganizzazione che, non dipendendo da cause scolastiche, comporta però gravi ripercussioni su tutta la didattica ed una serie di problemi a catena che rischiano di trasformare le nostre scuole, dove tra l'altro negli ultimi anni la Provincia ha investito milioni di euro, in istituti di serie B».  Un documento simile a quello stilato al liceo Cotta potrebbe presto essere votato anche al Medici, come assicura il dirigente Stefano Minozzi, mentre al Minghetti, dove esiste una specifica delibera con la quale il consiglio d'istituto si esprime a favore del mantenimento degli attuali sei giorni, il preside Paolo Beltrame, prima di arrivare ad

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un documento vero e proprio, intende sentire la voce di tutti i genitori. Al Silva- Ricci il dirigente Antonio Marchiori va invece dritto al punto. «Anche da noi giovedì prossimo si riunisce il consiglio e vedremo come andrà. Certo ci si chiede perché, per la mala gestione di un ente arrivato ad un deficit di tre milioni di euro», tuona Marchiori, «i nostri ragazzi debbano patire disagi che non si verificano nelle altre province venete».  «Per non parlare poi del fatto», aggiunge il dirigente, «che non solo non ci hanno ancora comunicato le linee e le fasce orarie che taglieranno, ma ci hanno suggerito di organizzarci con autobus privati aggiuntivi a carico di scuole e genitori. Cosa che, anche volessimo, sarebbe impossibile da attuare visto che non sappiamo ancora quante e quali direzioni saranno interessate dai tagli». Elisabetta Papa

L'Arena19.02.2013LEGNAGO. Il consiglio d´istituto della scuola frequentata da oltre mille alunni ha inviato un documento alla Provincia «Non tagliate le corse Atv»Il liceo Cotta alza le barricateElisabetta PapaL´organo collegiale contrario alla riorganizzazione dei trasporti che impone la settimana corta con ripercussioni sulle attivitàmartedì 19 febbraio 2013 PROVINCIA, pagina 30L´uscita degli alunni al liceo Cotta: il consiglio d´istituto ha votato un documento ...Non si ferma la battaglia contro i tagli dei trasporti scolastici Atv, che a partire dal 2013-´14 costringeranno tutti gli istituti del Legnaghese - almeno questa è la proposta formalizzata dalla Provincia - ad un orario spalmato su cinque giorni, dando di fatto il via alla cosiddetta settimana corta. La prospettiva, che nelle scorse settimane aveva provocato l´alzata di scudi dei dirigenti scolastici del territorio, sta coinvolgendo ora in maniera diretta anche tutto il resto del personale della scuola, insieme ai rappresentanti degli allievi e dei genitori. A fare la voce grossa, manifestando chiaramente il proprio disappunto e la propria preoccupazione per le conseguenze negative che un simile provvedimento potrebbe avere sulla qualità del lavoro scolastico, della vita degli studenti e delle loro famiglie, è stato in questi giorni il consiglio d´istituto del liceo Cotta: scuola che, con i suoi 1.080 allievi, parecchi dei quali provenienti dai Comuni limitrofi, rappresenta ormai l´istituto più frequentato del Basso veronese. L´organo collegiale, dove oltre ad insegnanti e personale Ata siedono appunto anche delegati di genitori e studenti, ha sottoscritto all´unanimità un documento inviato poi alle altre scuole superiori del Legnaghese e a tutti i sindaci del circondario. «Con l´obiettivo», spiega il presidente Luca Grandi, «di dichiarare la nostra netta opposizione nei confronti di questa proposta della Provincia che comporterebbe, tra l´altro, un orario scolastico giornaliero di sei o anche sette ore. Qualcosa cioè che renderebbe particolarmente gravoso lo svolgimento delle lezioni e che implicherebbe ritardi per il rientro a casa, con poco tempo da dedicare allo studio, ostacolando molte attività extrascolastiche come i corsi di recupero». «Per questo nel documento, oltre a dimostrare la nostra contrarietà ed il pieno supporto all´azione intrapresa dai presidi», prosegue Grandi, «chiediamo alla Provincia di recedere dal suo proposito, auspicando che tutti gli organismi scolastici e gli enti locali interessati si attivino per garantire agli studenti l´attuale servizio di trasporto scolastico distribuito su sei giorni». Soddisfatto della scelta presa in totale autonomia dal proprio consiglio d´istituto è naturalmente il dirigente del liceo Cotta, Silvio Gandini. «Penso che sia stato non solo opportuno ma anche doveroso da parte dei componenti dell´organismo essersi espressi in merito», sottolinea il preside nonchè ex sindaco per 10 anni della città. Quindi alza il tiro: «Non si può accettare che un ente esterno imponga una riorganizzazione che, non dipendendo da cause scolastiche, comporta però gravi ripercussioni su tutta la didattica ed una serie di problemi a catena che rischiano di trasformare le nostre scuole, dove tra l´altro negli ultimi anni la Provincia ha investito milioni di euro, in istituti di serie B». Un documento simile a quello stilato al liceo Cotta potrebbe presto essere votato anche al Medici, come assicura il dirigente Stefano Minozzi, mentre al Minghetti, dove esiste una specifica delibera con la quale il consiglio d´istituto si esprime a favore del mantenimento degli attuali sei giorni, il preside Paolo Beltrame, prima di arrivare ad un documento vero e proprio, intende sentire la voce di tutti i genitori. Al Silva- Ricci il dirigente Antonio Marchiori va invece dritto al punto. «Anche da noi giovedì prossimo si riunisce il consiglio e vedremo come andrà. Certo ci si chiede perché, per la mala gestione di un ente arrivato ad un deficit di tre milioni di euro», tuona Marchiori, «i nostri ragazzi debbano patire disagi che non si verificano nelle altre province venete». «Per non parlare poi del fatto», aggiunge il dirigente, «che non solo non ci hanno ancora comunicato le linee e le fasce orarie che taglieranno, ma ci hanno suggerito di

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organizzarci con autobus privati aggiuntivi a carico di scuole e genitori. Cosa che, anche volessimo, sarebbe impossibile da attuare visto che non sappiamo ancora quante e quali direzioni saranno interessate dai tagli».

http://www.larena.it/stories/dalla_home/472093_tagli_atv_niente_scuola_il_sabato__subito_bufera_in_commissione/20.02.2013Tagli Atv, niente scuola il sabato? È subito bufera in commissioneTRASPORTI. L'azienda chiede la settimana corta, i presidi dicono di no e l'opposizione a palazzo Barbieri li appoggiaLa minoranza: «La didattica la decidono gli istituti non l'azienda» Zaninelli: «Necessario ridurre del 10 per cento e coordinarsi»

Si programma la didattica scolastica e poi si adeguano le corse degli autobus per riportare a casa gli studenti o va fatto il contrario, cioè si adattano gli orari delle lezioni alle disponibilità del servizio di trasporto pubblico? È questa la domanda cui si è cercato di dare una risposta, nell'ambito della commissione Politiche per la mobilità, presieduta da Francesco Spangaro, su richiesta della minoranza. Orietta Salemi (Pd) ha infatti chiesto delucidazioni sulla circolare arrivata nei giorni scorsi negli istituti superiori con cui si annuncia che dal prossimo settembre le scuole dovranno organizzare le lezioni su cinque giorni e non più su sei per le esigenze di Atv, l'azienda di trasporto locale. Una circolare cui i presidi hanno già dato un secco parere negativo, spiegando l'impossibiltà di adeguarsi alla richiesta di Atv. «Non sono previsti tagli alle corse urbane», dice l'assessore alla Mobilità Enrico Corsi, «anzi stiamo pensando di fornire servizi aggiuntivi alle tratte notturne. Per quanto riguarda le corse degli studenti è una questione che riguarda la Provincia che ha aperto un tavolo con l'Ufficio scolastico, i presidi e Atv». «Atv è un esecutore di servizi programmati da altri», aggiunge il direttore generale di Atv, Stefano Zaninelli, «in questo caso la Provincia. Ma non va sottovalutata la complessità che si sta da tempo acuendo, dovuta al mancato coordinamento dei diversi istituti che, autonomamente, propongono un ventaglio di orari cui non risulta più possibile dare risposta anche con le risorse a pieno regime impiegate in questi anni». Zaninelli spiega che è quindi necessario un taglio del 10-12 per cento che «si può spalmare lungo tutta la settimana oppure concentrare nella giornata di sabato. Di certo», sottolinea, «come ho scritto in una lettera che invierò a tutti i soggetti interessati, è imprescindibile e improrogabile un coordinamento operativo in cui emergano soluzioni concrete e condivise che ci mettano nelle condizioni di effettuare al meglio il servizio». «Non si tratta di capricci quelli che le scuole sollevano», replica però Salemi, «occorre avviare uno studio per mettere gli istituti in grado di garantire una qualità della vita degli studenti e delle famiglie. Il piano di offerta formativa e la didattica non si possono decidere sulla base delle esigenze di Atv, occorre che il tavolo aperto in Provincia si occupi di approfondire la questione, valutando soluzioni alternative, piani di efficientamento del servizio». Rincarano la dose Vincenzo D'Arienzo e Michele Bertucco (Pd) che denunciano come «a pagare le scelte sbagliate di Regione e Provincia sia proprio la categoria di utenti che - di fatto - sostiene, con gli abbonamenti, il servizio, mentre persistono sovrapposizioni di corse e non si affronta un piano complessivo della mobilità». Inteviene anche Gianni Benciolini (M5s) che sottolinea come molti istituti scolastici non siano attrezzati con spazi mensa e che una modifica così radicale «non va presa con superficialità». Zaninelli cerca di rassicurare mostrando la disponibilità dell'azienda a organizzare le corse insieme agli istituti, ma Salemi annuncia che il Pd presenterà una mozione con la quale si chiederà al sindaco di intervenire in Regione». Giorgia Cozzolino

http://www.larena.it/stories/Cronaca/472595_con_cinque_giorni_ritmi_di_studio_gravosi/21.02.2013«Con cinque giorni ritmi di studio gravosi»GENITORI IN RIVOLTA. «Le esigenze delle famiglie sono diverse»«È inconcepibile che le difficoltà finanziarie di Atv possano condizionare l'articolazione didattica»

«Siamo sicuri che i genitori non apprezzerebbero un week-end libero per i loro figli?». Se lo chiede l'assessore provinciale ai Trasporti Gualtiero Mazzi, che nel dibattito intorno all'introduzione della settimana corta nelle scuola, chiama in causa i

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diretti interessati, le famiglie. Giriamo la domanda ad Arianna Vecchini, membro del Fopags (Forum provinciale delle associazioni genitori nella scuola), che riunisce l'Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), l'Associazione italiana genitori (Age) e il Coordinamento genitori democratici (Cgd). «Ho due figlie che frequentano il Montanari, uno dei licei che attua già la settimana corta», dice rimandando l'ipotesi al mittente. «Partono poco dopo le sette e non tornano mai prima delle 14.30, pur abitando in centro. Figuriamoci i loro compagni della provincia: un impegno davvero gravoso. Ma soprattutto è inconcepibile che le difficoltà finanziarie di un'azienda di trasporti condizionino l'articolazione didattica», rincara. «Da troppi anni ragioni la scuola è subordinata e a logiche di risparmio, anziché di investimento». Ecco perché una sessantina di genitori in rappresentanza di 24 su 32 istituti superiori di Verona e provincia si sono riuniti la scorsa settimana al Galilei per condividere un documento in cui si esprime la contrarietà al modello orario unico su cinque giorni. «La scelta organizzativa dovrebbe essere centrata sui criteri di efficacia didattica e organizzativa e recepire le esigenze espresse da studenti e famiglie», hanno ribadito gli intervenuti, tutti rappresentanti di classe o nel consiglio di istituto e membri dei comitati dei genitori delle diverse scuole, che si chiedono se i fondi recuperati dopo il ricorso di Provincia, Comune e Atv al Tar sui criteri di ripartizione da parte della Regione non potrebbero essere investiti per coprire i costi delle corse speciali del sabato. «La Regione ci restituirà le risorse tagliate negli ultimi due anni», risponde l'assessore Mazzi, «un milione di euro che però servirà solo ad evitare, nel 2013, i tagli alle corse estive che siamo stati costretti a praticare l'anno scorso». L'intenzione dei genitori (che in mancanza di un organismo di collegamento delle rappresentanze di istituto stanno organizzando un coordinamento attraverso una mailing-list per tenersi in contatto via web) è quindi di chiedere un confronto diretto con il presidente e gli assessori ai Trasporti e all'Istruzione della Provincia per proporre «che eventualmente intervenga con altri fondi del suo bilancio». Altre azioni per manifestare il loro dissenso saranno valutate nel prossimo incontro, venerdì 1 marzo alle 18 all'istituto Marconi.E.PAS.

http://www.larena.it/stories/2229_cronaca/472570_settimana_corta_braccio_di_ferro/21.02.2013Settimana corta,è braccio di ferroTRASPORTI E ISTRUZIONE. Dopo il no dei presidi, la Provincia insiste. Mazzi: tagliare un giorno di lezioni per carenza di fondi: «Dove si può, in settembre si parte. Per le altre scuole studieremo con Atv le soluzioni per il sabato»

Verona. Sarà un ingresso soft ma avverrà già a partire da settembre 2013 quello della settimana corta nella vita quotidiana di molti studenti veronesi. La Provincia, che da mesi aveva chiesto alle scuole di valutare la possibilità di questo cambio dell'organizzazione didattica per garantire attraverso Atv il servizio di trasporto scolastico nonostante le sforbiciate ai fondi in arrivo dalla Regione, continua infatti a battere sullo stesso tasto: se le risorse a disposizione rimarranno quelle degli ultimi due anni (37 milioni di euro in meno rispetto al 2010), il futuro è questo. Nessun dietrofront, nonostante la maggioranza dei dirigenti scolastici, dopo un approfondito studio di fattibilità, avesse risposto picche, ma soltanto una dilazione: «Con le scuole dove è già possibile si partirà a settembre, per le altre stiamo cercando insieme ad Atv soluzioni alternative per coprire il servizio di trasporto degli studenti anche il sabato», spiega l'assessore provinciale ai Trasporti Gualtiero Mazzi, «con la prospettiva che, a breve, si arrivi comunque a uniformare il quadro». A queste soluzioni stanno lavorando i tecnici dell'Azienda di trasporti, che le presenterà nelle prossime settimane ai presidi. «Oltre ad alcuni aggiustamenti di orari, un'idea è quella di coinvolgere i Comuni perché intervengano con dei fondi per potenziare il servizio il sabato, per il quale Atv, ad oggi, è in grado di garantire solo le corse di linea e non gli speciali o i “rinforzi”», sottolinea Mazzi. «Un'altra ipotesi è che siano le scuole a intervenire organizzando servizi “atipici” con contratti diretti, cioè corse private che sostituiscano il servizio pubblico». Avanti tutta, insomma, con la settimana corta, anche se quella della Provincia ai presidi resta, formalmente, solo un'esortazione, perché la scelta di impostare le lezioni suddividendole su sei o cinque giorni è di competenza dei collegi docenti e dei consigli di istituto. E infatti nel panorama degli istituti superiori veronesi i casi sono diversi: c'è chi, come il liceo

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Montanari, l'istituto Agli Angeli, in parte il liceo Galilei, l'alberghiero Carnacina di Bardolino e il Marie Curie di Garda, la settimana corta l'ha già adottata; ma per la maggior parte delle scuole, a sentire il coordinatore del Collegio dei dirigenti delle scuole superiori di Verona e provincia, Luciano Carazzolo, è un'operazione impossibile da mettere in pratica subito, in primis per la mancanza di spazi (come la mensa) e di personale che dovrebbe vigilare i ragazzi (quasi tutti minorenni) durante la pausa pranzo in attesa dei rientri pomeridiani. Senza contare, spiegano alcuni presidi, che per concentrare l'orario scolastico su cinque giorni occorrerebbe ridurre le ore di lezione fino all'11 per cento negli istituti tecnici, che presentano il monte-ore più alto. «Come fare», hanno chiesto i dirigenti coinvolgendo l'Ufficio scolastico regionale, «quando per legge dobbiamo garantire un minimo di ore sulla base del diritto allo studio?». Mesi caldi, insomma, attendono gli «attori» seduti intorno al tavolo sul trasporto scolastico: presidi, Provincia e Atv. «Sono certo che troveremo soluzioni confacenti», conclude Mazzi, «com'è sempre stato fino ad oggi. Nonostante i tagli siamo sempre stati in grado di dare risposte adeguate al momento di arrivo e partenza da scuola. L'importante è che il dialogo, che negli ultimi anni con le scuole è stato davvero costruttivo, continui, e che si valutino le soluzioni che proporremo senza posizioni preconcette». Elisa Pasetto

http://www.larena.it/stories/2254_febbraio/472594_e_i_consiglieri_dellatv_faranno_i_presidi/21.02.2013La posta della OlgaE i consiglieri dell'Atv faranno i presidi«In un bareto che non si rende conto di come mai si faccia tanto chiasso attorno alle bugie di Oscar Giannino che ha barato sui propri titoli accademici (le busìe dei politici sono ben altre)» scrive la Olga «il professor Scalcagnato, tornato da scuola, ha portato un nuovo motivo di discussione. (Vèrzo una parentesi: non avendo gli avventori del bareto niente da fare, si appassionano a ogni argomento, specie se per loro è privo di interesse). Il profe Scalcagnato ha detto che sarebbe una roiàta che le scuole fossero costrette a concentrare le lezioni in cinque giorni (dal lùni al vènardi) perché l'Atv non ha i schei per far marciare gli autobus anche il sabato». «El Scalcagnato ha spiegato che se succedesse una roba del genere, "i presidi non dovrebbero più essere scelti tra gli insegnanti ma tra i membri dei consigli di aministrassión delle aziende dei trasporti pubblici, visto che la didattica sarebbe subordinata alle loro esigenze". Gran parte degli avventori gli hanno dato resón, dicendo che effettivamente i presidi li dovrebbe scegliere l'Atv. Non era la risposta che el Scalcagnato si aspettava, ma ha continuato nel suo discorso: "Bisognerà scurtàre i programmi, saltando, per quanto mi compete, una delle due guerre mondiali, uno o due dei cinque continenti (sto pensando all'Oceania che l'è distante), e dovrò scegliere tra spiegare Dante o il Manzoni, ma questo me lo dirà il preside dell'Atv che verrà a dirigere la mia scuola». «È intervenuto el Vittorino dicendo che se Dante l'è quel de l'òio, no se pol lassarlo fora. El Surla si è meravigliato che le scuole ignorassero Bertolli. El Rebatìn ha detto che se fosse approvata la settimana di cinque giorni, le scuole di Verona dovrebbero passare sotto il ministero dei Trasporti». «In piena discussión è entrato al bareto il cinese Tan detto Tano. Aveva parcheggiato el furgonsìn Ape proprio davanti alla porta perché aveva paura che gli ciavassero el drago che trasportava sul cassón e che era destinato al ristorante di un cusìn. "Savìo - ha detto - che l'Amt l'à vèrto un sito Internet per chiedere ai veronesi come i ciamarìa la filovia, che no la gh'è ancora ma intanto i vol batezarla?". E subito gli avventori hanno scominsiato a butàr lì dei nomi, molti dei quali non riferibili».Silvino Gonzato

http://www.larena.it/stories/dalla_home/473411_atv_e_trasporti_scolasticii_genitori_si_ribellano/

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22.02.2013Atv e trasporti scolasticiI genitori si ribellanoUn documento inviato ad amministratori e politici, firmato da rappresentanti d’istituto e associazioni, chiede di ripensare la prevista riorganizzazione del servizio dell'Atv: «Gravi disagi e alti costi per studenti e famiglie con l’orario a cinque giorni. La scuola non può essere secondaria rispetto alle scelte economiche»VERONA. Un appello ai decisori politici per risolvere la vicenda dei tagli ai trasporti scolastici. Lo lanciano i rappresentanti d’istituto e dei comitati dei genitori di diverse scuole, insieme tre associazioni aderenti al Fo.P.A.G.S. Verona (Forum Provinciale Associazioni Genitori nella Scuola). Il documento segue una riunione al liceo «G.Galilei» di Verona, da cui è uscito il testo inviato a politici e amministratori.La descrizione della situazione: «A inizio gennaio 2013 è pervenuta ai Dirigenti Scolastici di tutti gli Istituti Superiori di Verona e provincia una lettera del Settore trasporti traffico e mobilità della Provincia di Verona nella quale si comunicava che a partire dall'anno scolastico 2013/14:  al sabato saranno garantiti solo i servizi di linea; non saranno più effettuate né le corse speciali, né i cosiddetti “rinforzi”;  dal lunedì al venerdì saranno garantiti: al mattino, per l'arrivo a scuola, tutte le provenienze attuali; al termine delle lezioni tutte le destinazioni attuali nella sola fascia oraria 14,00-14,15; le corse di ritorno nella fascia oraria 13,00-13,15 solo sulle direttrici principali; per il rientro pomeridiano, servizi speciali alle ore 17,30 circa in due pomeriggi della settimana, comuni a tutti gli istituti (orientativamente il martedì e il giovedì)».La conseguenza è che «tutti gli Istituti Superiori sarebbero dunque obbligati a riorganizzarsi su 5 giorni settimanali. L'articolazione oraria su 5 o 6 giorni è decisa, per legge, sentite le esigenze espresse da studenti e famiglie, dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto, sulla base di criteri di efficacia didattica e organizzativa. L'organizzazione oraria su 6 giorni è adottata negli Istituti Tecnici e Professionali (che hanno 32 ore settimanali con classi terminali a 38 ore) e nella maggioranza dei Licei (con classi terminali a 36 ore). Concentrando su 5 giorni le lezioni, molte scuole sarebbero costrette a 1 o 2 rientri pomeridiani; altre, a 6 ore quotidiane di lezione». «La qualità dell'apprendimento in giornate con 6/8 ore di insegnamento, sarebbe notevolmente compromessa - viene fatto osservare nel documenti - e i molti studenti residenti in provincia che partono anche 2 ore prima dell'inizio delle lezioni e arrivano a casa 2 ore dopo il loro termine, non riuscirebbero a sostenere tali ritmi; non si capisce chi potrebbe garantire la vigilanza degli studenti durante la pausa pranzo o dove potrebbero riversarsi fuori da scuola migliaia di studenti; le scuole non sono provviste di mensa e dunque l'alimentazione dei ragazzi in questi giorni sarebbe probabilmente non adeguata e implicherebbe un aggravio di spesa per le famiglie; sarebbe più difficile per gli studenti seguire attività extrascolastiche e sportive e trovare il tempo per lo studio individuale; andrebbe lesa la scelta effettuata dalle famiglie all'atto di iscrizione dei propri figli».Quindi l’appello: «Sappiamo che A.T.V. ha chiuso il bilancio 2011 con un passivo di 3,2 milioni di euro e che negli ultimi 3 anni i finanziamenti assegnati dallo Stato alle Regioni sono stati notevolmente ridotti. Pur consapevoli di questa difficile situazione finanziaria, come genitori rappresentanti di istituto e come Associazioni Genitori, chiediamo con convinzione ai decisori politici regionali, provinciali e comunali e alla società pubblica A.T.V. di porre la massima attenzione all'effetto delle proprie scelte sulla qualità dell'offerta didattica e formativa dei nostri giovani».«Da troppi anni - prosegue il documento  - ponendo al centro di ogni scelta esclusivamente ragioni economiche, si considera la Scuola come subordinata e secondaria nelle priorità della nostra società. Chiediamo di fare ogni sforzo possibile per individuare le risorse necessarie a garantire alle scuole della nostra provincia la possibilità di continuare a svolgere il proprio compito formativo, anche su 6 giorni. Chiediamo si concluda rapidamente la revisone dei criteri di ripartizione dei fondi regionali e si proceda ad un'assegnazione finalmente equa. Noi genitori affiancheremo la Provincia nella richiesta degli ulteriori necessari finanziamenti. Chiediamo a tutti i Comuni della provincia e particolarmente al Comune di Verona, la disponibilità ad istituire servizi aggiuntivi e ad agire in sinergia con la Provincia per superare insieme le attuali gravi difficoltà».Infine: «Crediamo che la Regione Veneto e gli Enti Locali debbano fare ogni sforzo possibile, anche assegnando proprie risorse, per garantire il servizio di trasporto necessario al funzionamento degli Istituti Superiori».Il documento è stato sottoscritto dai rappresentanti di Istituto e dai Comitati Genitori delle Scuole:

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Ferraris, Copernico, Berti, Maffei, Pasoli, Fracastoro, Marconi, Messedaglia, Cangrande, Galilei, Guarino Veronese (San Bonifacio), Medi (Villafranca), Anti (Villafranca), Leonardo da Vinci (Cerea), Sacra Famiglia, Giorgi, Montanari, Boccioni/Nani, Fermi, Calabrese Levi (San Pietro In Cariano), Medici (Legnago), Bentegodi (Isola della Scala), Dal Cero ( San Bonifacio). Oltre che dal Fo.P.A.G.S. Verona (Forum Provinciale Associazioni Genitori nella Scuola): A.Ge.S.C. - Associazione Genitori Scuole Cattoliche, presidente provinciale M.L. Dal Castello; A.Ge. Verona - Associazione italiana Genitori, presidente provinciale C. Crivelli; C.G.D. Verona - Coordinamento Genitori Democratici, presidente L. Sandrini.

http://www.larena.it/stories/dalla_home/473099_bocciata_la_settimana_cortama_c_chi_lha_gi_adottata/22.02.2013Bocciata la settimana cortaMa c'è chi l'ha già adottataSCUOLA E TRASPORTI. La maggior parte degli istituti contro la proposta della Provincia per carenza di risorse per i bus. Agli Angeli è una tradizione, al Marie Curie è sperimentale. Però c'è chi teme che si penalizzi la qualità dell'apprendimento

Verona. «Vade retro, settimana corta». Ci sono questioni logistiche come la mancanza di spazi o di personale di vigilanza, ma soprattutto didattiche alla base del «no» che la maggior parte degli istituti superiori veronesi (oltre 25 su un totale di 32) ha risposto all'invito di Provincia di applicare, a partire da settembre 2013, un'articolazione oraria su cinque giorni, per venire incontro alle esigenze di Atv, costretta a tagliare gli «speciali scuola» il sabato visto il drastico calo di risorse in arrivo da Venezia.  Qualità dell'apprendimento in picchiata, studenti residenti in provincia che rientrerebbero a casa a orari improbabili, attività extrascolastiche precluse ai più i dubbi più frequenti per motivare il rifiuto. Eppure cinque scuole veronesi l'hanno già adottata, e in tempi non sospetti. Con quali risultati? Antesignano della settimana corta è l'istituto Agli Angeli, dove è a regime in tutte le classi, dalle elementari alle superiori, dalla fine degli anni Novanta.  «Ci calza a pennello», spiega la dirigente Augusta Celada. «Siamo un collegio, la maggior parte dei nostri iscritti arriva da lontano, anche da fuori regione e non deve utilizzare quotidianamente il trasporto pubblico, anzi apprezza un weekend più lungo. La didattica? Ormai gli insegnanti hanno consolidato le metodologie». Agli Angeli i ragazzi delle superiori terminano le lezioni alle 16.10. Possibile per loro frequentare attività sportive o ludiche? «Sono proprio i più impegnati a scuola che riescono a mantenere altre attività», risponde la preside, «merito delle capacità organizzative che questo comporta». All'istituto Marie Curie di Garda, invece, un orario su sei giorni con «solo» 27 ore a settimana, come al liceo scientifico, sembrava addirittura uno spreco. Ecco perché la dirigente Anna Maria Silingardi, due anni fa, ha dato il via alla sperimentazione su base volontaria, che oggi funziona in 35 classi su 49 anche negli altri indirizzi dell'istituto, il tecnico per Turismo e Relazioni internazionali e il professionale Servizi commerciali e Servizi sociosanitari, «dove il weekend libero è utile ai ragazzi per trovare un lavoretto quando apre la stagione turistica qui sul lago», sottolinea il direttore amministrativo Mariano Tagliapietra. Stesse necessità anche all'alberghiero Carnacina di Bardolino, dove le quarte e le quinte frequentano solo cinque giorni, «mentre per completare le ore curricolari di alternanza scuola-lavoro terminano le lezioni un paio di settimane dopo gli altri a giugno», spiega il vicepreside Nicola Mirandola.  E se al liceo Montanari, dove questa impostazione riguarda da oltre cinque anni il liceo delle Scienze Umane e l'indirizzo economico-giuridico, a sentire il dirigente Matteo Sansone «la scelta ha messo d'accordo studenti, famiglie e docenti», un'esperienza ibrida in città è quella del liceo scientifico Galilei. «Cerchiamo di andare incontro alle esigenze delle famiglie, tenendo presente che il criterio di sostenibilità per la settimana corta è che l'indirizzo in questione non superi le 30 ore settimanali», spiega il dirigente Luciano Carazzolo. «Oggi le classi a cinque giorni sono circa il 50 per cento. I vantaggi? Le famiglie con figli piccoli o i ragazzi che seguono attività sportive agonistiche apprezzano il sabato libero, ma didatticamente spalmare su sei giorni le lezioni è più efficace. In base alla nostra esperienza, comunque, sul piano dei risultati scolastici non ci sono differenze».Elisa Pasetto

L'Arena 23.02.2013

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Bus e scuola, ci sono stradeper una possibile soluzioneDino Poli* LETTERE, pagina 29Il problema dei trasporti a Verona e del servizio per gli studenti delle scuole è da anni che si pone seriamente. Se si ritiene che la scuola sia un servizio per la società e per il futuro, tutti gli enti locali dovrebbero darsi da fare trovare le risorse e assicurare il buon funzionamento di tutto ciò che serve ai nostri giovani, al futuro dell´Italia, del Veneto e di Verona.Già altre volte l´assessore provinciale ha convocato i Dirigenti scolastici delle scuole superiori, chiedendo soluzioni omogenee e rimproverando la divisione tra le scuole. E o ogni volta s´è ribadito che le scuole non erano affatto divise, già si erano adattate alle indicazioni dell´Atv (e prima dell´Apt), e che le loro diversità erano dovute alla differenza di natura e posizione nel territorio. Con i tecnici si concordarono soluzioni accettabili ed accettate, ma non c´è stata invece da parte della Regione una scelta omogenea in tutte le province.La decisione su orario delle lezioni e durata dell´ora compete al Consiglio di Istituto, e poi ogni Collegio del Docenti propone la soluzione didattica più opportuna ed efficace. I genitori e le famiglie, di fronte al ritiro del servizio pubblico di trasporto del sabato, devono pensare fin d´ora ad azioni di pressione sugli enti locali per cambiare il funzionamento della rete dei trasporti, con nuove soluzioni. Ma se i problemi politici rimangono di difficile soluzione, le scuole devono trovare subito ipotesi percorribili di azione, che si adattino ai limiti non superabili. Propongo una soluzione tecnica, con possibili adattamenti tra i vari tipi di scuola, allungando o restringendo la durata in base al numero di ore previste per i vari corsi.Il riferimento base è al monte ore settimanale degli Istituti tecnici e Professionali: 32 ore settimanali. La prima soluzione consiste nell´accorciare la durata dell´ora, tornando ai 50´ di una decina di anni fa, vietata dalla ministra Gelmini. Con ore da 50´ e servizio scolastico ridotto a 5 giorni, senza pausa pranzo per mancanza di mense e spazi adatti, le ore di lezione potrebbero iniziare fra le 7.50 e le 8.00 e terminare, dopo 6 ore di lezione, intorno alle 13.15, con due intervalli (se no i ragazzi scoppiano). 6 x 5 dà 30, per cui due giorni la settimana le lezioni proseguono con una settima ora fino alle 14.05 o alle 14.00 (con l´ultima ora di 45´). I blocchi potrebbero essere di 3 ore dalle 7.50 alle 10.20, poi 2 ore dopo il 1° intervallo (15´), fino alle 12.25, e un´altra ora (o 2 ore, per le mattine di 7 ore) dopo il 2° intervallo (10´) fino alle 13.15 (14.00). Nessun recupero è dovuto dagli studenti, né dagli insegnanti, perché la riduzione di ore è imposta per mancanza di servizi opportuni, e non voluta.Per i Licei, dove le ore settimanali sono 30, si può tenere la stessa struttura di inizio e fine lezioni, allungando opportunamente la durata dell´ora, mantenendo gli orari di inizio e fine lezioni in modo da favorire il servizio di trasporto così scombussolato.Un´ultima possibile soluzione tecnica: si può proporre all´Atv di non servire tutti i paesini lontani con corse verso la città. In zone lontane si possono raccogliere i vari utenti con un servizio di bacino in loco, che porti gli studenti dalle contrade in un punto di raccolta, dove c´è la corsa verso la città, ed il servizio della raccolta locale potrebbe essere effettuato da un autobus piccolo, utilizzabile anche per il trasporto delle scuole primarie.Naturalmente ogni scuola avrà già attivato il proprio servizio tecnico o commissione, per trovare la soluzione più opportuna, il mio vuole essere un tentativo di omogeneità. Quando iniziai ad insegnare, al «Giorgi» l´orario era di 8 ore al giorno, con servizio di mensa e vacanza il sabato. Si cambiò quell´orario perché i ragazzi non riuscivano a studiare e le bocciature erano in numero elevatissimo. La società è cambiata, le 40 ore settimanali sono diventate 36 e poi 32. È tempo di cambiare ancora.*Dirig. scolastico dal 1988 al 2012

L'Arena 23.02.2013PORTO. Presa di posizione dell´istituto contro i piani annunciati dall´AtvTagli ai trasporti scolasticiIl «Medici» interpella ZaiaIl Consiglio della scuola dove studiano 922 alunni ha elaborato un documento spedito anche in Regionesabato 23 febbraio 2013 PROVINCIA, pagina 40L´istituto «Medici» di Porto: il Consiglio è contrario ai tagli dell´AtvDopo il liceo Cotta, che due settimane fa aveva inviato ai vertici della Provincia un documento per ribadire la sua contrarietà alla settimana corta imposta a partire da settembre dai tagli ai pullman Atv, scende ora in campo anche l´Ipaata Medici di Porto: istituto in costante crescita, arrivato a contare 922 allievi. Giovedì pomeriggio, il consiglio d´istituto - organismo che raggruppa rappresentanze di tutto il personale della scuola, genitori e studenti - ha infatti sottoscritto un documento che, sulla falsariga di quello già prodotto dal Cotta, evidenzia la preoccupazione per le negative ripercussioni che una programmazione scolastica di soli cinque giorni avrebbe non solo sulla didattica, ma anche sulla vita stessa della famiglie. «Un orario di sei o addirittura sette ore giornaliere, che per le nostre scuole andrebbe dalle 7.45 alle 14.30», si legge nell´istanza,

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«diventerebbe particolarmente gravoso per lo svolgimento delle lezioni, implicherebbe un rientro tardivo a casa con la riduzione del tempo da dedicare allo studio individuale e renderebbe impraticabili molte attività extrascolastiche svolte attualmente». Sulla base di queste considerazioni, il consiglio d´istituto, unendosi alle proteste portate avanti dai dirigenti scolastici del Legnaghese ed evidenziate nel corso di diversi incontri anche con l´assessore provinciale ai Trasporti Gualtiero Mazzi, chiede dunque alla Provincia «di riflettere sulle ricadute che tale tipo di organizzazione avrebbe sugli utenti e sulle loro famiglie». Auspicando «che tutti gli organismi della scuola e degli enti locali interessati si prodighino per garantire il trasporto scolastico per sei giorni alla settimana». Il documento, votato all´unanimità, arriverà presto anche sul tavolo del governatore della Regione, oltre che su quello della Giunta provinciale e della dirigenza degli Uffici scolastici. «È stato deciso di coinvolgere nella questione anche il presidente Luca Zaia», spiega il preside del Medici Stefano Minozzi, «per allargare il tavolo della discussione alle autorità più alte. Tenendo conto, inoltre, del fatto che è la Regione l´ente finanziatore della Provincia». E.P.

L'Arena 24.02.2013LEGNAGO. Lo ha assicurato l´assessore provinciale Mazzi nel vertice convocato ieri con Atv ed amministratori cittadini«Nessun alunno verrà lasciato a piedi»L´incontro è stato chiesto dal sindaco Rettondini per scongiurare il taglio dei trasporti scolasticiPROVINCIA, pagina 36«Nessuno studente verrà lasciato a piedi». Questa è la promessa fatta, ieri mattina, da Gualtiero Mazzi, assessore provinciale ai Trasporti, al termine del vertice a tre svoltosi negli uffici dell´Atv tra i rappresentanti dei Palazzi Scaligeri, dell´Azienda trasporti Verona (Atv) e del Comune di Legnago. L´incontro è stato organizzato, su esplicita richiesta degli amministratori legnaghesi, per affrontare il nodo della contestata riduzione, a partire da settembre, delle corse giornaliere degli autobus da e per il capoluogo della Bassa, come annunciato dalla stessa Provincia. Secondo i piani dell´amministrazione provinciale, il risparmio si attuerebbe con una modifica dell´orario di tutti gli istituti superiori, a cui è stato chiesto di portare da sei a cinque le giornate di attività scolastica. Il sindaco Roberto Rettondini, a capo della delegazione legnaghese di cui faceva parte anche l´assessore e consigliere provinciale Maurizio De Lorenzi, ha rimarcato sia a Mazzi che ai vertici di Atv, rappresentati dal presidente Massimo Bettarello e dal direttore Stefano Zaninelli, «la necessità di non penalizzare il polo scolastico cittadino cittadino con l´adozione della settimana corta». Il primo cittadino ha ottenuto chiarimenti e rassicurazioni sulla rimodulazione delle tratte per il prossimo anno scolastico. «Atv mi ha confermato», evidenzia il sindaco, «che per settembre il servizio di trasporto degli studenti rimarrà tale e quale. In città abbiamo un complesso di istituti frequentati da 7mila studenti. Non possiamo veder penalizzata questa importante realtà alla quale dobbiamo invece garantire continui miglioramenti. Per questo, abbiamo ribadito la nostra contrarietà a scelte calate dall´alto, senza alcuna discussione preventiva con le scuole, gli enti locali e le famiglie». «Abbiamo analizzato la rete di trasporti del Legnaghese», ha riflettuto l´assessore Mazzi, «ed abbiamo rilevato i disagi che l´amministrazione e le scuole superiori incontrerebbero modificando gli orari delle lezioni. D´altra parte, occorre anche tener conto dei numerosi tagli che Venezia ci ha imposto sui finanziamenti del trasporto locale. Per questo, ritenevamo non più rinviabile una rimodulazione delle corse allo scopo di ridurre le spese concentrando i servizi scolastici dal lunedì al venerdì». Quindi Mazzi ha rinviato di una decina di giorni - in occasione del tavolo provinciale attorno al quale, oltre allo stesso assessore, siederanno tutti i presidi veronesi - la decisione definitiva sulla riorganizzazione degli orari dei bus. «Una cosa però è certa», ha rimarcato Mazzi, «ossia che la Provincia continuerà a promuovere l´introduzione della settimana corta per tutte le scuole superiori. Tuttavia, garantiremo il trasporto agli studenti che, in base alle scelte dei dirigenti, dovranno recarsi a scuola anche il sabato». F.T.

L'Arena 25.02.2013TRASPORTO PUBBLICO. Si apre il dialogo sulla settimana corta: riunione ai primi di marzo Scuola, Atv al tavolocon genitori e studentiMazzi: «L´obiettivo è arrivare alla didattica su cinque giorni in tutti gli istituti. Ma da Venezia avremo più fondi per i bus»CRONACA, pagina 10Tagli al trasporto scolastico in città e provincia: si cercano soluzioniIl tavolo di confronto sul trasporto scolastico ci sarà. E intorno si siederanno non solo Atv, l´assessorato ai Trasporti della Provincia e i presidi degli istituti superiori veronesi, com´è accaduto negli ultimi mesi, ma tutti coloro che gravitano intorno al mondo della scuola: Ufficio scolastico

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territoriale, nella persona del dirigente Giovanni Pontara, l´assessore provinciale all´Istruzione Marco Luciani e, soprattutto, i rappresentanti dei genitori e degli studenti, che avevano rivendicato il diritto di essere ascoltati su una questione così vicina a loro scrivendo ai Palazzi Scaligeri, a Palazzo Barbieri e alla Regione. L´assessore provinciale ai Trasporti, Gualtiero Mazzi, è già pronto a convocarlo per i primi giorni di marzo. Non c´è tempo da perdere, infatti, nell´organizzazione dei servizi integrativi scolastici in vista del prossimo anno scolastico, che partirà, come annunciato, all´insegna di una novità: la settimana corta, almeno per tutte le scuole che si sono dichiarate pronte ad aderire.Non molte, per la verità, a quanto riportano i dirigenti scolastici dopo un approfondito studio di fattibilità: si parla ci cinque-sei istituti su 32 nel Veronese. «Ma quando abbiamo iniziato a prospettare questa ipotesi, diversi mesi fa, sembravano molte di più quelle possibiliste. Invece nei giorni scorsi la maggior parte si è detta non in grado di procedere per problemi oggettivi», da quelli logistici all´organizzazione, sottolinea Mazzi, che vuole vederci chiaro. «Convocheremo tutti gli interessati per mettere sul tavolo non solo le problematiche legate puramente al trasporto, ma anche quelle legate alla didattica». Perché l´obiettivo finale resta sempre quello di arrivare prima possibile, magari già dal 2014, a un quadro orario su cinque giorni per tutte le scuole, ma bisogna garantire, intanto il servizio su sei giorni a quegli istituti che non riusciranno ad adeguarsi entro settembre 2013. E in proposito l´assessore si dice ottimista sulla possibilità che la copertura delle corse possa avvenire non tanto, come sembrava qualche giorno fa, con un potenziamento del servizio da parte dei Comuni interessati o con corse private organizzate direttamente dalle scuole, ma attraverso Atv, potendo contare sui fondi che sarebbero in arrivo dalla Regione. «Una commissione tecnica è al lavoro a Venezia per stabilire un piano di riparto più equo dei finanziamenti alle diverse Province, sinora danneggiate da un´assegnazione sbilanciata a favore del capoluogo», conclude Mazzi. «Entro una ventina di giorni potrebbero arrivare a Verona alcune centinaia di migliaia di chilometri: una boccata d´ossigeno per affrontare con maggiore serenità la programmazione dei trasporti all´avvio del prossimo anno scolastico».E.Pas.

L'Arena.MOBILITÀ E SCUOLA. Il Comitato dei Genitori del liceo Messedaglia«Sulla settimana cortale regole non le fa Atv»«La scelta dell´articolazione oraria si può discutere Ma nelle scuole e salvaguardando l´istruzione» 03 marzo 2013 CRONACA, pagina 17Ribadire e rivendicare l´autonomia delle scuole rispetto all´organizzazione scolastica. È questo ciò che preme al Comitato Genitori del liceo Messedaglia, che hanno partecipato compatti al secondo incontro di coordinamento tra i comitati delle scuole superiori di Verona e provincia, per discutere sullo scottante problema dei trasporti pubblici e sulla ventilata ipotesi di un taglio delle corse speciali del sabato dal prossimo anno scolastico.Dice Bruno Pezzuto del Comitato: «La scelta dell´articolazione oraria può anche essere discussa, ma ciò deve avvenire all´interno della scuola, tra le diverse scuole e, se vogliamo, anche in maniera fruttuosa tra scuole ed enti territoriali in una logica di reciproco rispetto. Non con una logica di imposizione e pervasa qua e là di affermazioni inopportune come il fatto che ci sarebbe più tempo per le famiglie di fare turismo o weekend allungati. Abbiamo letto l´opinione di chi, come nella lettera di un insegnante pubblicata sull´Arena la settimana scorsa, tende a fare apparire la querelle come una battaglia sulla settimana corta sì - settimana corta no. Noi vogliamo difendere un principio, non un apparente privilegio».Insomma, al Comitato non piace vedere assimilato il mondo della scuola a un sistema produttivo, e nonostante l´evidente periodo di difficoltà economica degli enti pubblici, i genitori chiedono di meglio per salvaguardare l´istruzione dei proprio figli.«Sappiamo come tutto nasca dalla difficoltà finanziaria degli enti pubblici con l´inevitabile ricaduta sui bilanci e sul finanziamento alle aziende locali di trasporto come nel caso dell´Atv», scrivono i genitori in una lettera sottoscritta. «Perché sappiamo che le corse speciali scolastiche rientrano tra i servizi aggiuntivi e non sono pertanto rimborsabili con i trasferimenti statali».A questo punto nascono però degli inevitabili quesiti. «A fronte di una riduzione del bilancio provinciale, perché si è scelto di scaricare parte di questi tagli verso l´azienda trasporti? Perché poi a sua volta l´azienda ritiene di dover concentrare queste riduzioni in un solo giorno, togliendo la possibilità agli studenti di utilizzare un servizio aggiuntivo per raggiungere le scuole anche il sabato? E infine, perché tale emergenza non è stata comunicata e anticipata a scuole e famiglie aprendo un dibattito più sereno?».Per chi fa parte del Comitato, la questione andrebbe affrontata in un altro modo, ossia rivedendo pure i tempi della didattica, ma «tutti insieme e senza imposizioni», considerando una serie di ulteriori problematiche, se i tagli al trasporto venissero adottati, che andrebbero dalla salvaguardia del monte ore da garantire in ogni caso, alla refezione scolastica.C.BAZZ.

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