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PERSONAGGI ED INTERPRETI TESEO, Duca di Atene Gianpietro IPPOLITA, Regina delle Amazzoni, sposa promessa di Teseo Mary LISANDRO : giovane cortigiano innamorato di Ermia Luigi DEMETRIO: giovane cortigiano innamorato di Ermia Davide ERMIA, innamorata di Lisandro 1° parte Annamaria parte Laura Margani ELENA, innamorata di Demetrio 1°parte Francesca 2° parte Giusy 3° parte Francesca e EGEO, padre di Ermia Francesco FILOSTRATO, Maestro delle Cerimonie di Teseo Rosy OBERON, Re delle Fate Lillo TITANIA, Regina delle Fate Laura Brambilla PUCK, buffone e luogotenente di Oberon Francesco FIOR DI PISELLO, Fata, al servizio di Titania Rosy RAGNATELO, Fata, al servizio di Titania Annamaria SEME DI SENAPE, Fata, al servizio di Titania Mario PIETRO ZEPPA, carpentiere; PROLOGO nella recita Onorina NICOLINO ROCCHETTO, tessitore; PIRAMO nella recita Simona CECCO ZUFOLO, aggiustamantici; TISBE nella recita Mario MASO BECCUCCIO, calderaio; MURO nella recita Mary INCASTRO, falegname addetto alle congiunture; LEONE Rosa BERTO AGONIA, sarto; CHIARO DI LUNA nella recita Carla 1 Testo rivisto con le correzioni fino al 28/04/2015 -

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PERSONAGGI ED INTERPRETI

TESEO, Duca di Atene GianpietroIPPOLITA, Regina delle Amazzoni, sposa promessa di MaryLISANDRO : giovane cortigiano innamorato di Ermia LuigiDEMETRIO: giovane cortigiano innamorato di Ermia DavideERMIA, innamorata di Lisandro 1° parte Annamaria

2° parte Laura Margani3° parte Anna e LauraELENA, innamorata di Demetrio 1°parte Francesca2° parte Giusy3° parte Francesca e Giusy

EGEO, padre di Ermia FrancescoFILOSTRATO, Maestro delle Cerimonie di Teseo RosyOBERON, Re delle Fate LilloTITANIA, Regina delle Fate Laura BrambillaPUCK, buffone e luogotenente di Oberon FrancescoFIOR DI PISELLO, Fata, al servizio di Titania RosyRAGNATELO, Fata, al servizio di Titania Annamaria

(atto3°sc.1°)SEME DI SENAPE, Fata, al servizio di Titania Mario (atto3°sc.1°)PIETRO ZEPPA, carpentiere; PROLOGO nella recita Onorina

NICOLINO ROCCHETTO, tessitore; PIRAMO nella SimonaCECCO ZUFOLO, aggiustamantici; TISBE nella recita MarioMASO BECCUCCIO, calderaio; MURO nella recita MaryINCASTRO, falegname addetto alle congiunture; LEONE nella recita

RosaBERTO AGONIA, sarto; CHIARO DI LUNA nella Carla

Altre Fate al seguito di Oberon e di Titania. Cortigiani e Servitori di Teseo e Ippolita

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Testo rivisto con le correzioni fino al 28/04/2015 - VERSIONE 3.5

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ATTO 1° - SCENA PRIMA FUORI SCENA SXRosy

FUORI SCENA DXClaudia

1Onorina

2Francesca

3Anna

4Francesco

5Rosa

6Carla

7Mary

8Mario

9Laura B.

10GP

11Lillo

12Laura M.

13Giusy

14Davide

15Luigi

16Simona

(IPPOLITA SI GUARDA FURTIVA A DX E SX, VEDE TESEO CHE STA RUSSANDO SONORAMENTE, QUINDI, CERCANDO DI NON FARSI NOTARE, SI ALZA E SI AVVIA VERSO IL PUBBLICO. OBERON SI ACCORGE E DÀ UNA GOMITATA A TESEO CHE SI SVEGLIA, GUARDA PER UN ISTANTE OBERON INEBETITO, POI SI ACCORGE DI IPPOLITA, SI ALZA E LA RAGGIUNGE)

TESEOOh bella Ippolita, l'ora delle nostre nozze s'avvicina con passo veloce. Quattro giorni lieti ancora e sorgerà la luna nuova.

IPPOLITAQuattro giorni saranno presto inghiottiti dalla notte; e i sogni di quattro notti consumeranno il tempo.

TESEOIppolita, t'ho corteggiata con la spada, e con la forza ho vinto l'amor tuo. Ora a te mi unirò in chiave diversa, con cortei, svaghi e trionfi.

EGEO (SI ALZA EGEO TENENDO ERMIA PER UN BRACCIO)Felicità a Teseo, nostro Duca insigne!

TESEOGrazie, mio buon Egeo. Ma che t'accade?

EGEOVengo a te, profondamente afflitto. Vengo a dolermi della mia creatura - di mia figlia Ermia. Vieni avanti, Demetrio… (DEMETRIO RAGGIUNGE EGEO) Mio nobile Signore, quest'uomo ha il mio consenso per sposarla. Vieni avanti, Lisandro. (LISANDRO RAGGIUNGE EGEO A FIANCO DI DEMETRIO) E questi, grazioso Duca, ha ammaliato il cuore di mia figlia. Sì, proprio tu, Lisandro!! (EGEO SI SPOSTA IN MEZZO A DEMETRIO E LISANDRO) Tu subdolamente t'imprimesti nella mente sua, offrendo braccialetti dei tuoi capelli, (EGEO PICCHIETTA LA TESTA DI LISANDRO) anelli, ninnoli e gingilli, mazzolini… frivolezze e dolciumi. Tu, (EGEO TORNA TRA DEMETRIO ED ERMIA E SI RIVOLGE A LEI) con astuzia, hai ghermito il cuore di mia figlia, trasformando l'obbedienza sua - a me dovuta - in arrogante ostinazione. Oh grazioso Duca, invocherò l'antico privilegio della città d'Atene. Ella mi appartiene, ed io di lei disporrò. O mia figlia sarà di questo gentiluomo, (EGEO PRENDE LA TESTA DI DEMETRIO E LA TIRA AL SUO PETTO) o sarà della morte, (REAZIONE DI TUTTI ALLA NOTIZIA) come la nostra legge vuole!! (EGEO LASCIA DEMETRIO)

TESEOErmia, che dici? Considera attentamente ciò che fai. Per te tuo padre dovrebbe essere simile a un dio. Un dio che modellò le tue grazie. Sì, e per cui, altro non sei che cerea forma da lui plasmata; ed è in suo potere conservarne l'effigie immutata o cancellarla. Demetrio è un degno gentiluomo. (TESEO SI GIRA PER ANDARSENE)

ERMIALo è anche Lisandro.TESEO (TESEO SI RIGIRA SCOCCIATO)

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Senz'altro in sé lo è. Ma nel caso in questione, mancandogli il consenso di tuo padre, l'altro prevarrà su di lui. (TESEO SI GIRA PER ANDARSENE)

ERMIAOh, potesse mio padre vedere coi miei occhi!

TESEO (TESEO SI RIGIRA SEMPRE PIÙ SCOCCIATO)Meglio sarebbe che guardassero i tuoi con la saggezza sua. (TESEO SI GIRA NUOVAMENTE PER ANDARSENE)

ERMIA (DRIBBLA EGEO E SI PORTA IN AVANTI VICINO A LISANDRO)Supplico vostra Grazia di perdonarmi. Non so per qual potere io tanto ardisca né quanto si convenga alla modestia mia perorare il mio pensiero a Voi dinanzi. Ma supplico vostra Grazia di farmi sapere qual è la sorte peggiore che m'attende, se rifiuto Demetrio per consorte.

(EGEO E DEMETRIO SI GUARDANO PREOCCUPATI E CONFABULANO SENTENDO ERMIA)

TESEO (TESEO SI RIGIRA)O la morte, oppure rinunciare per sempre alla compagnia degli uomini. (BATTUTA DI GIUSY) Perciò, mia bella Ermia, interroga i tuoi desideri, considera la tua giovinezza, gl'impulsi del tuo sangue, e cerca di capire se, ribelle alla scelta di tuo padre, potrai sopportare la veste monacale!!

ERMIACosì vivrò, così morrò, mio Signore, anziché cedere il privilegio della mia verginità a questo giovane, al cui giogo indesiderato l'anima mia non riconosce sovranità.

TESEOPrendi tempo, e rifletti. E al prossimo novilunio nel giorno che salderà la mia amata e me in un vincolo di perpetuo connubio, (IPPOLITA ARRETRA LENTAMENTE FINO A SEDERSI) in quello stesso giorno preparati a morire per disobbedienza ai voleri di tuo padre; oppure a sposar Demetrio, secondo il suo desiderio; o ancora, a votarti, sull'altare di Diana, per sempre a vita solitaria ed austera.

DEMETRIOMa cedi, Ermia bella! E anche tu, Lisandro, deponi la tua folle pretesa di fronte al mio….. (SI E GUARDA EGEO) indiscutibile diritto.

LISANDROTu hai l'amore di suo padre, Demetrio. Sposati lui!! E lascia a me Ermia.

EGEOInsolente Lisandro! Per certo egli m'è caro. E in virtù di questo affetto, tutto quanto è mio suo diverrà. Ermia appartiene a me, ed ogni mio diritto su di lei consegno ora a Demetrio.

LISANDRO (SI GIRA RIVOLGENDOSI A TESEO)Mio signore, provengo come lui da famiglia illustre e facoltosa. Il mio amore supera il suo; le mie fortune sono pari alle sue, se non maggiori. E, ciò che più conta, l'amor mio è ricambiato dalla bella Ermia. Demetrio amava Elena, ed aveva conquistato l'animo suo. E lei, spasima d'idolatria, per un uomo impuro ed incostante.TESEOConfesso d'averlo sentito dire anch'io. Ed ho anche pensato di parlarne con lui. Ma,

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travolto dalle mie faccende personali m'è passato di mente. Suvvia, Demetrio, ed anche tu, Egeo, venite qua. Verrete entrambi con me, ché per tutt'e due ho qualche istruzione riservata. E quanto a te, Ermia bella, àrmati di buona volontà per far sì che i tuoi desideri coincidano con quelli di tuo padre.Altrimenti la legge d'Atene (e non possiam mitigarla) ti consegnerà alla morte, o ai voti della castità. Vieni, mia Ippolita. (ATTENZIONE DI TUTTI SU IPPOLITA) Cosa c’è amor mio? Egeo, Demetrio, venite con noi. Debbo darvi qualche incarico in vista delle nostre nozze; e devo anche parlarvi di cosa che da vicino vi riguarda.

EGEOPer nostro dovere, e per nostro piacere, noi vi seguiamo.

(TESEO ED IPPOLITA, DEMETRIO ED EGEO SI VANNO A SEDERE IN CONTEMPORANEA AI POSTI : DEMETRIO 3 EGEO 4 TESEO 14 IPPOLITA 15)

LISANDROEbbene, amore mio, perché è impallidita la tua guancia? Com'è che le rose vi sono appassite così presto?

ERMIA (DISPERATA TRA LE BRACCIA DI LISANDRO)Forse per mancanza di pioggia, che ben potrei versar su loro dalla tempesta dei miei occhi.

LISANDROOhimè! Da quanto ho potuto leggere ed udire da favole e da storie, non è mai stato liscio il corso del vero amore.

ERMIALa nostra prova a noi insegni pazienza, perché è un male comune, e dell'amor fa parte come i pensieri, i sogni ed i sospiri, i desideri e i pianti, consueto corteo dei poveri innamorati.

LISANDROAscoltami, Ermia. Ho una zia vedova, ricca ereditiera, che non ha figli – la sua casa è a sette leghe da Atene – (INDICANDO IN LONTANANZA LA CASA DELLA ZIA) e le sono caro al pari di un figlio unico. Laggiù, dolce Ermia, potrò sposarti; La dura legge d'Atene non può inseguirci fin là!! (GUARDANDO ERMIA NEGLI OCCHI) Se m'ami, dunque, domani notte, fuggi furtiva, e nella selva, a una lega da Atene (là dove con Elena t'incontrai un mattino di maggio) sarò ad aspettarti.

ERMIAMio buon Lisandro, ti giuro sarò con te.

(ELENA SI ALZA E LENTAMENTE SALE SUL PALCO DA SINISTRA CON LA TESTA CHINA)

LISANDROAmore mio, mantieni la promessa. Oh guarda, viene Elena.

ERMIAElena bella! Dov'è che vai?

ELENA"Bella" mi chiami? Ma rinnega quel "bella"! Per Demetrio che t'ama, "bella" sei tu. Oh tu bella felice! Le malattie son contagiose; oh, se lo fosse altrettanto la bellezza, prima di

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lasciarti, vorrei contagiarmi della tua. Il mio orecchio prenderebbe la tua voce, l'occhio mio il tuo, la mia lingua il melodioso accento della tua. Se possedessi il mondo - tolto solo Demetrio - tutto lo cederei a te, potessi in te cangiarmi. Oh insegnami il modo in cui tu guardi, e con qual arte tu tieni in pugno i moti del suo cuore.

ERMIA (SALENDO SL PALCO E AVVICINANDOSI A ELENA)Io lo guardo accigliata, eppure egli m'adora. (SFIORA ELENA SUL BRACCIO)

ELENA (REAGENDO AL TOCCO DI ERMIA)Ah, potesse il mio sorriso imparar dal tuo cipiglio!

ERMIA (ARRETRA MENTRE ELENA LE VA INCONTRO)Io lo maledico, e lui mi rende amore.

ELENAAh, potesse così il mio pregare toccargli il cuore!

ERMIAPiù io l'odio e più mi viene appresso.

ELENAPiù io l'amo e più lui mi detesta.

ERMIA (DISPERATA SI FERMA VICINO ALLE SCALE A SX)Elena, la sua follia non è colpa mia.

ELENANon è colpa di nessuno, tranne della tua bellezza. Io vorrei avere quella colpa!

ERMIAQuesto ti sia di conforto; egli non vedrà più il mio volto. Lisandro ed io da qui vogliamo fuggire.Quando non conoscevo ancor Lisandro mi pareva che Atene fosse il Paradiso. Oh qual potere alberga nel mio cuore se esso fu capace di trasformare un cielo in un inferno!

LISANDROElena, di un nostro piano ti metterò a parte. Domani notte, a mezzanotte, contiamo d'uscire inosservati per le porte d'Atene.

ERMIAE nel bosco dove solemmo, tu ed io, distenderci su sponde di primule albicanti, versando i segreti dei nostri cuori ardenti, colà c'incontreremo, il mio Lisandro ed io. E là, da Atene, altrove volgeremo lo sguardo, vago di nuovi amici e di stranieri incontri. (LISANDRO FA SCENDERE ERMIA) Addio, diletta compagna dei miei giochi; (RIVOLTA A LISANDTO) A domani…. a mezzanotte. (ERMIA SI SIEDE AL POSTO 2)

LISANDRO (SALENDO SUL PALCO)Oh sì, mia Ermia. Elena, addio. E come tu per lui, per te possa Demetrio consumarsi. (LISANDRO SI SIEDE AL POSTO 7 SCAVALCANDO LA SEDIA)

ELENAOh quanto una persona può essere più felice d'un'altra! Pensano in Atene ch'io sia bella quanto lei. Ma a che pro? Demetrio non lo pensa; e ciò che gli altri sanno egli non vuol sapere. E com'egli è in errore a infatuarsi dello sguardo d'Ermia, in errore son io ad ammirare i pregi di costui. Prima di mirare gli occhi d'Ermia, Demetrio grandinava

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giuramenti d'esser soltanto mio. E quando la grandine sentì il calore d'Ermia, tutta si sciolse e giù precipitarono i suoi voti. Rivelerò a Demetrio la fuga d'Ermia bella; e così, domani notte, egli la inseguirà nel bosco. E se mi sarà grato per questa informazione, il grazie suo mi costerà gran prezzo. Ma con questo sarò ben ripagata, ché lo vedrò al ritorno ed all'andata!

(DA VALUTARE SE ELENA ESCE NEL FUORI SCENA DESTRO O SI SIEDE AL POSTO 10)

FUORI SCENA SXRosy

FUORI SCENA DXClaudia

1Onorina

2Anna

3Davide

4Francesco

5Rosa

6Carla

7Luigi

8Mario

9Laura B.

10Francesca

11Lillo

12Laura M.

13Giusy

14GP

15Mary

16Simona

ATTO 1° - SCENA SECONDA (I COMICI SI GUARDANO BISBIGLIANDO, PRENDONO LE SEDIE E SI FANNO AVANTI)

ZEPPACi siamo tutti?

ROCCHETTOVia, prendi la lista, e chiamali tutti assieme uno per uno.

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ZEPPAEcco qua l'elenco dei nomi di tutti quelli che qui ad Atene possono recitare il nostro interludio alla presenza del Duca e della Duchessa, la sera delle nozze.

ROCCHETTO (ANDANDO AVANTI CON LA SEDIA)Prima, mio caro Zeppa, dovresti dirci di che cosa tratta, questo dramma. Poi dovresti leggerci i nomi degli attori. E poi saremo a posto.

ZEPPACaspita! Il dramma è la Lamentevolissima commedia e la crudelissima morte di Piramo e di Tisbe.

ROCCHETTOUn capolavoro, ve lo dico io. Uno spasso! E ora, caro Zeppa, chiama gli attori secondo la scritta. Messeri, in fila! (RIMETTENDO A POSTO LA SEDIA)

ZEPPARispondete all'appello. Nicolino Rocchetto, tessitore.

ROCCHETTO (ALZANDOSI IN PIEDI)Eccomi qua. Dimmi intanto la mia parte, prima d'andare avanti.

ZEPPATu, Nicolino Rocchetto, è inteso che farai Piramo.

ROCCHETTOE chi è questo Piramo? Un amante o un tiran-no?

ZEPPAUn amante che ha tanto fegato da farsi fuori per amore.

ROCCHETTO (GIRANDO INTORNO AGLI ALTRI ATTORI)A recitarla bene questa parte, si verseranno delle lacrime. Se io mi ci metto, il pubblico dovrà badare agli occhi. Farò scoppiare delle bufere. Mi dolrò come si deve. Veniamo agli altri... io, però, sarei nato per fare il tiranno. Mi sentirei di recitare Ercole in modo straordinario; o comunque qualsiasi altra parte dove ci fosse da urlare a squarciagola, e da spaccare il mondo. Rocce furenti colpi tremendi porte di carceri mandate in pezzi. E il carro di Febbo da lungi fulgente arriva e sbrindella il Fato demente . (INGINOCCHIANDOSI) Somma roba davvero! Ma ora passiamo agli altri. Son parole da Ercole... da tiranni. L'innamorato invece sarà sdolcinato. (SI SIEDE)

ZEPPACecco Zufolo, aggiustamantici.

ZUFOLO (ALZANDOSI IN PIEDI)Pietro, son qui.

ZEPPAZufolo, tu devi far la parte di Tisbe.

ZUFOLOE chi è Tisbe? Un cavaliere errante? (FA FINTA DI TIRARE DI SCHERMA)

ZEPPAÈ la dama che Piramo ha da amare.

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ZUFOLOMa via... mi fate far da donna? Mi sta spuntando la barba!

ZEPPAÈ lo stesso. Reciterai con una maschera. E potrai andar su con la vocina quanto vorrai.

ROCCHETTO (ALZANDOSI IN PIEDI)Ma fatemi fare anche la parte di Tisbe. Direi con una vocina mostruosamente soave: "Son Tisbina. Son Tisbina" – "Ah Piramo mio, mio dolce amante! Son la tua cara Tisbe, la tua cara dama! "

ZEPPANo, no! Tu farai Piramo. E tu, Zufolo, Tisbe.

ROCCHETTOBene. Andiamo avanti. (ROCCHETTO E ZUFOLO SI SIEDONO)

ZEPPABerto Agonia, sarto.

AGONIA (ALZANDOSI IN PIEDI)Eccomi qui, Pietro.

ZEPPABerto Agonia, tu farai la parte della mamma di Tisbe. Maso Beccuccio, calderaio.

BECCUCCIO (ALZANDOSI IN PIEDI)Eccomi, Pietro.

ZEPPATu, il padre di Piramo; io il padre di Tisbe. Incastro, falegname, tu la parte del Leone. E mi pare che il dramma sia a posto.

INCASTROCe l'hai scritta la parte del Leone? Se ce l'hai, ti prego di passarmela. Lo sai che ci metto un po' a imparare!

ZEPPAMa la puoi improvvisare. Basta ruggire!

ROCCHETTO (SUL TERZO RUGGITO SI ALZA)Fammela fare a me la parte del Leone. Ruggirò in modo tale da ammansire il cuore di tutti. E al mio ruggito il Duca dirà: "Ancora! Che ruggisca ancora! "

ZEPPAA metterci troppa ferocia potresti spaventare la Duchessa, e le dame. E tutte si metterebbero a strillare. E con questo finiremmo tutti sulla forca. (NEL FRATTEMPO LILLO E LAURA B. SI ALZANO E VANNO A POSIZIONARSI FUORI SCENA)

TUTTI (REAZIONI SCOMPOSTE DI TUTTI)Tutti sulla forca, poveri noi!

ROCCHETTORagazzi, sapete che vi dico? Se le dame per la paura perdessero il senno, questi qua son

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tanto scemi da mandarci alla forca tutti quanti. Ma io aggraverò la mia voce, e ruggirò pian pianino - come una colombella di latte. Come un usignolo.

ZEPPATu non puoi far altro che Piramo. Perché Piramo è bello. Un bel ragazzo che non se ne vede! Bello, bello e raffinato. E allora non si scappa; dovrai far la parte di Piramo.

ROCCHETTOBeh, farò questa parte. Che barba è meglio che mi metta?

ZEPPABeh, quella che ti pare. (ROCCHETTO TORNA A SEDERSI) Messeri, ecco le vostri parti. E vi scongiuro, v'imploro, che le impariate a memoria per domani sera. E arrivederci al parco ducale, a un miglio dalla città, sotto la luna. Là proveremo. Intanto farò un elenco delle cose necessarie. Badate di non mancare!

ROCCHETTOCi saremo, e faremo le prove nel modo più disadatto e intrepido. Mettetecela tutta! Dovete imparar la parte a puntino. Addio!

ZEPPACi raduneremo alla quercia del Duca.

ROCCHETTOBasta! Siate di parola, o peggio per voi!

(I COMICI TORNANO AL LORO POSTO)FUORI SCENA SXRosy

FUORI SCENA DXClaudia

1Onorina

2Anna

3Davide

4Francesco

5Rosa

6Carla

7Luigi

8Mario

9Laura B.

10Francesca

11Lillo

12Laura M.

13Giusy

14GP

15Mary

16Simona

ATTO 2° - SCENA PRIMA (FIOR DI PISELLO ESCE DA SX BALLANDO E PUCK SALE SUL PALCO DA SX DIETRO DI LEI)

PUCK (ARRIVANDO DI SOPPIATTO ALLE SPALLE DELLA FATA)Salve, Spirito! (REAZIONE DI SPAVENTO DI ENTRAMBI) Dov'è che vai errando?

FIOR DI PISELLOSui colli e sulle valli nei boschi e nei roveti, (SLACCIANDO I FIOCCHI CHE TENGONO ALZATO IL TELO) sui parchi e sui recinti per flutti e per fuochi, della sfera della luna più presta men vado. E servo la Fata Regina, irrorando di rugiada le sue impronte sull'erba. Stille di rugiada ho da cercare, le orecchie dei verbaschi ad imperlare. Addio, Spirito villanzone. Me ne vado, Sta giungendo con gli elfi la Regina. (FA PER USCIRE MA PUCK LA FERMA)

PUCKIl Re farà gran festa qui stanotte. Badate che la Regina se ne stia alla larga, ché Oberon scoppia dalla rabbia perché Titania ha preso come paggio un bel ragazzo, ed Oberon, geloso, lo vorrebbe come scudiere per cacciar le fiere. Ma ella a forza trattiene il giovinetto, l'inghirlanda di fiori, e ogni diletto in lui ripone. Ed ora non più in boschetti, né sui prati, non più alle limpide fontane, né al lume imbrillantato delle stelle, s'incontrano quei due senza litigi. Così che i loro elfi spaventati s'infilan nel cappuccio delle ghiande, e dentro vi restano intanati.

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FIOR DI PISELLOO non ravviso bene la tua forma, e il tuo sembiante, o tu sei quel maligno demone beffardo che ha il nome di Roby Buonalana. Non sei tu forse colui che ai villaggi spaventa le ragazze; che screma il latte e a volte frucchia nella zangola del burro… che la massaia invano s'affanna a rimestare? E se invece qualcuno ti chiama "follettino", e "caro PUCK", i suoi lavori ti addossi e gli porti fortuna. Non sei tu quello?

PUCKAvete proprio indovinato. Son io quel mattacchione che va in giro di notte. Di Oberon, mio re, sono il buffone. Ma adesso fai largo, ché arriva il mio Re!

FIOR DI PISELLOEd ecco qua anche la mia Sovrana. Meglio sarebbe che lui non ci fosse!

(ENTRANO DIETRO IL TELO OBERON, DA UNA PARTE, E TITANIA DALL’ALTRA)

OBERONPessimo incontro, al chiar di luna, Titania superbiosa.

TITANIACosa, il geloso Oberon? Fate, andiamocene via. Di costui ho ripudiato letto e compagnia.

(TITANIA ESCE SUL PROSCENIO A SX, OBERON ESCE A DX. SEGUITI DAI VALLETTI)

OBERONAspetta, sfrontata impudente. Non sono io il tuo Re?

TITANIAE allora io sarei la tua sposa. Ma com'è che sei di ritorno dalle terre più remote dell'India se non perché la tua arrogante Amazzone, il tuo amor guerriero, va sposa a Teseo?

OBERONCome puoi, tu – vergognati Titania –, alludere alla simpatia d'Ippolita per me quando sai che ben conosco la tua passione per Teseo?

TITANIAQueste son fantasie d'una mente gelosa! Fin dall'inizio di questa piena estate, mai ci adunammo su colli e vallette, a danzare in cerchio al fischiettio del vento, che non giungessi tu, coi tuoi schiamazzi, a disturbare i nostri svaghi. E i venti, stanchi di zufolare invan per noi, per vendetta succhiarono dal mare mefitici vapori. Gli ovili ora son vuoti nei campi melmosi, i corvi s'ingrassan con le carogne degli armenti. Le quattro stagioni sovvertite…. questa progenie di malanni nasce dal nostro conflitto, dal nostro dissenso. Noi l'abbiamo generata, ne siamo noi la causa.

OBERONSta a te farne ammenda, o Titania. Perché devi crucciare il tuo sovrano? Altro non reclamo che il giovinetto trafugato per farne un mio scudiero.

TITANIAMetti l'animo in pace. A pagarlo non basta l'intero regno delle Fate.

OBERONQuanto vorrai restare in questa selva?

TITANIA

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Forse fin dopo le nozze di Teseo. Se tu, in buona pace, vorrai danzar con noi, e al chiar di luna contemplar vorrai i nostri tripudi, vieni, se no da me rifuggi, ed io stessa eviterò di venire ove t'aggiri.

OBERONDammi quel ragazzo, ed io verrò con te.

TITANIANeppure in cambio di tutto il regno. Fata, andiamo. Se ancor rimango lo uccido! (TITANIA ESCE E VA AL POSTO 9 MENTRE FATA ROSY VA AL POSTO 4)

OBERON (DISPERATO)Và, và dove vuoi! Ma non uscirai dal bosco prima ch'io t'abbia fatto scontar simile affronto. (RIPRENDENDOSI) PUCK caro, avvicinati… Tu certo ben ricordi quando, dalla cima d'un alto scoglio, ascoltai una sirena, assisa sul dorso d'un delfino, la quale effondeva nell'aria tanto soavi ed armoniosi accenti che il rude mare s'ingentilì al suo canto, e alcune stelle, impazzite fuori balzaron dalle sfere per ascoltare…… la melodia dell'equorea fanciulla.

PUCKMe lo ricordo.

OBERONPotei allor vedere – (e tu non lo potesti) – volar Cupìdo in arme fra la luna gelida e la terra. Egli dritto mirò a una bella vestale, assisa in trono in occidente, e con tal veemenza scoccò dall'arco il suo dardo d'amore (IL CORO SEGUE LA FRECCIA SCAGLIATA CON LA TESTA) che parea dovesse centomila cuori trapassare. Ma vidi invece l'ardente strale del dio fanciullo spegnersi nei casti raggi della luna, signora dei flutti. E l'imperiale sacerdotessa passò via indisturbata in verginali meditazioni, intatta da fantasie d'amore. Però osservai dove il dardo di Cupido finì; …..cadde su un picciol fiore d'occidente, allora candido come il latte ed ora rosso d'amorosa piaga. Viola del Pensiero lo chiaman le fanciulle. Trovami quel fiore. Un dì te ne mostrai la pianta. Il succo suo, stillato su ciglia dormenti, farà uomo o donna delirar d'amore per qualsiasi creatura il loro occhio contempli. Trovami quella pianta, e torna subito qui prima che il leviatano nuoti una lega.

PUCKAvvolgerò un nastro attorno al mondo in quaranta minuti. (PUCK ESCE A SX)

OBERONQuando avrò questo succo, sorprenderò Titania mentre dorme, e sulle ciglia sue stillerò l'umore.Ciò ch'ella vedrà al suo risveglio (leone, orso, lupo o toro, impacciosa bertuccia, o inquieto babbuino) dovrà corrergli appresso per impulso d'amore. (DEMETRIO SI ALZA, VA VERSO SX E SALE SUL PROSCENIO, ELENA SI ALZA E LO SEGUE) E prima ch'io disincanti l'occhio suo ella sarà costretta a cedermi il suo paggio. Ma chi viene? Io sono invisibile; (ENTRA DEMETRIO DA SX INSEGUITO DA ELENA) origlierò da qui ciò che essi dicono. (SI SIEDE AL POSTO 11 SCAVALCANDO LA SEDIA)

DEMETRIO (deciso)Io non ti amo; e perciò non inseguirmi. Dov'è Lisandro? Dov'è la bella Ermia? Dicesti che son fuggiti in questa selva selvaggia, ed io son preda d'un selvaggio furore perché non trovo la mia Ermia. Dunque, vattene via cessa…… d'inseguirmi!

ELENA11

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Tu m'attrai, come una calamita. Ma ciò che attiri non è ferro volgare ché questo cuore è puro come acciaio.

DEMETRIOForse ti lusingo? Ti dico parole dolci? O ti dico piuttosto e con tutta franchezza, che NON TI AMOOOO, né potrò amarti MAIIII?

ELENAEd è appunto per questo ch'io t'amo di più. Son come il tuo cagnolino. O mio Demetrio, più mi bastoni e più ti faccio le feste. Respingimi, battimi, trascurami, scacciami! Ma concedimi - anche se degna non sono - di venire con te. Qual posto peggiore potrei chiederti nel cuore (eppur per me di massimo rispetto) che d'esser trattata come un cane?

DEMETRIONon suscitare troppo disgusto nel mio petto…… io mi sento male se ti vedo.(IL CORO SI GIRA A GUARDARE LA SCENA DI DEMETRIO ED ELENA)

ELENAEd io mi sento male se non posso vederti.

DEMETRIOTu comprometti troppo il tuo pudore. Hai lasciato la città per metterti in balìa di chi non ti ama e affidando il tesoro della tua purezza alle insidie della notte, e al mal consiglio di un luogo solitario.

ELENALa tua virtù è la mia sicurezza. E allora non è notte se ti guardo in volto, e perciò non mi par d'andar nel buio, e nel bosco non manca compagnia perché per me tu sei l'intero mondo.E come posso dire d'esser sola se tutto il mondo è qui che mi contempla? (IL CORO SI ACCORGE DI ESSERE STATO COLTO A SBIRCIARE, E SI RIGIRA)

DEMETRIOCorrerò a nascondermi nel folto della macchia, e ti lascerò in balìa delle fiere.

ELENANon v'è fiera più fiera del tuo cuore. Fuggi pur quando vuoi. L'antica favola è riversa; fugge Apollo, e Dafne lo persegue; la colombella dà la caccia al grifone, la mite cerbiatta corre ad afferrar la tigre - inutile la corsa quando è viltà che insegue ed è il valor che fugge!

DEMETRIOTi dico di lasciarmi andare. Non voglio più ascoltare. E se m'inseguirai……. non sperare che non ti rechi oltraggio dentro al bosco.

ELENASì, nel tempio, in città, nei campi - e come! - tu oltraggio mi rechi. Vergogna, vergogna, Demetrio! I tuoi torti offendono l'intero mondo delle donne. A noi non è dato combatter per amore, come gli uomini fanno. Siamo state create per esser corteggiate, e non per corteggiare. (ESCE DEMETRIO A SX)T'inseguirò, e l'inferno diverrà il paradiso se morrò per la mano di chi adoro. (ESCE A SX)

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OBERONAddio, ninfa leggiadra. Prima che egli lasci questo bosco, sarai tu a fuggirlo, e sarà lui a cercare l'amor tuo. (ENTRA PUCK DA DX) Bentornato, girellone! Ce l'hai il fiore?

PUCKCe l'ho qui.

OBERON (SALE SUL PALCO DALLA SEDIA)Dammelo, ti prego. Conosco un ciglio dove il timo selvatico fiorisce. Là, tra i fiori, Titania dorme talvolta di notte, cullata da musiche e danze. I suoi occhi bagnerò con questo succo, e la colmerò di turpi fantasie. Prendine un po' anche tu, e cerca dentro al bosco. Una dolce fanciulla ateniese s'è invaghita d'un giovane sdegnoso. Bagnagli le palpebre con questo; ma fai in modo ch'egli al suo risveglio volga i suoi occhi proprio a quella dama. Il giovane conoscerai dagli abiti ateniesi. E fa' le cose con cura, e bada bene, voglio qui riaverti al primo canto del gallo.

PUCKSire, non temete. Farò quel che volete. (ESCONO A DX)

FUORI SCENA SXDavide, Giusy

FUORI SCENA DXClaudia, Francesco, Lillo

1Onorina

2Anna

3 4Rosy

5Rosa

6Carla

7Luigi

8Mario

9Laura B.

10Francesca

11 12Laura M.

13 14GP

15Mary

16Simona

ATTO 2° - SCENA SECONDA (TITANIA SEDUTA INIZIA A DARE IL RITMO AL CORO – MANO-PIEDE, MANO-MANO-PIEDE – SI ALZA, INIZIA A PARLARE, SALE SUL PROSCENIO DA SX. LE FATE MAN MANO SI ALZANO E LA SEGUONO SUL PROSCENIO)

TITANIA Suvvia, danziamo in cerchio, e cantiamo una nostra canzone. Poi, per la terza parte d'un minuto, via di qua, alcune a uccidere i bruchi nei boccioli della rosa muschiata; altre a far guerra ai pipistrelli per far con la pelle sottile delle ali corsetti ai miei piccoli elfi; ed altre ancora a tener lontano il gufo strepitoso che ulula ogni notte e guarda sbalordito i miei elfi leggiadri. Ora cantatemi la nanna, poi alle vostre faccende, E LASCIATEMI DORMIRE!! (VA DIETRO IL TELO E SI SDRAIA SUL TAVOLO)

LE FATE CANTANO (SCAMBIANDOSI DI POSTO E GUARDANDOSI TRA LORO)Notte buia, notte scura, ora devi, aver paura! Notte buia, di spavento, fuori soffia, forte il vento! Strappo le ali, di un pipistrello, volo e vedo, un asinello. Oppure afferro, un barracuda, che ti strappa, la carne cruda, se non dormi, ti getto a un pitone, che ti mangia, in un sol boccone. Vieni sonno, e non tardare, che Titania, vuol riposare.

FATA ROSYTutto è tranquillo. Andiamocene via. Ma lassù una di voi monti la guardia.

(FIOR DI PISELLO VA A SEDERSI (POSTO 4) MARY E FRANCESCA LA SEGUONO INTIMANDOSI DI CONTROLLARE, POI SI SIEDONO E SI ADDORMENTANO; OBERON CHE ERA NASCOSTO NELL’OMBRA DIETRO IL TAVOLO, SI ALZA E PRONUNCIA L’INCANTESINO D’AMORE, POI SI NASCONDE DI NUOVO DIETRO IL TAVOLO)

OBERONQuel che vedrai aprendo gli occhi, di passione, il cuor ti tocchi….. Che sia orso, lonza o cervo o cinghiale irto e protervo…. Arderai di vero amore, come una gatta…. che è in calore. Apri gli occhi o mia Regina… se qualcosa ti si avvicina.

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(SI ALZA ERMIA, FRESCA E RIPOSATA, E VA VERSO IL CENTRO DELLA SALA, LISANDRO STREMATO SI ALZA E LA RINCORRE – LAURA M. SCALA AL POSTO 13)

LISANDROAmor mio, sei stremata per tanto errar nel bosco. E a dirti il vero, ho smarrito la strada. Riposiamoci, Ermia, se acconsenti. Aspettiamo il conforto dell'alba.

ERMIAE sia, Lisandro. Cercati un giaciglio, ed io su questa proda (POSTO 12) poserò la testa. (SI SIEDE)

LISANDRO (SI SIEDE IMMEDIATAMENTE A FIANCO AD ERMIA)All'uno e all'altra, faccia la stessa zolla da guanciale. Un unico cuore, un letto, due petti, e un giuramento.

ERMIANo, mio buon Lisandro. Fallo per me, ti prego, distenditi più in là. Non così accosto.

LISANDROO mia diletta, intendi a dovere le mie parole innocenti. Volevo dir soltanto che il mio cuore tanto è legato al tuo da formare con quello un solo cuore. Due petti da un'unica fede incatenati. E dunque, non negarmi un posticino al fianco tuo; ché giacendomi teco con te non mi giaccio.

ERMIAIl mio Lisandro a giocar di parole è molto bravo! E sia maledetta la mia scortesia, ed il mio orgoglio, se ho mai inteso dire che Lisandro mentiva! Ma dolce amico mio, per l'affetto che mi porti e per l'onore, distenditi più in là, come si conviene alla vera modestia. Simile distanza, si potrà ben dire, s'addice ad un giovine dabbene e ad una fanciulla virtuosa. E buona notte, amico mio. E che il tuo amore sia a me fedele per tutta la tua dolce vita!

LISANDRO (ALZANDOSI) Amen, amen, per una così amabile orazione. E finisca pure la mia vita prima che venga meno la mia fedeltà! (PRENDE LA SEDIA 7, E LA RIBALTA) Ecco dunque il mio letto. Il sonno ti conceda tutto il suo riposo! (SI SDRAIA E DORME)

ERMIA (Annamaria ultima battuta poi cambio con Laura Magani) Che metà di tanto augurio discenda sulle ciglia di chi l'ha pronunciato! (ERMIA ANNAMARIA SI SDRAIA NEI POSTI 11 E 12 E ERMIA LAURA M. SI CORICA SU DI LEI)

PUCK (ENTRANDO DA DX)Per il bosco ho scorrazzato e nessun ateniese vi ho trovato sui cui occhi provare se il fiore è poi vero che suscita amore . Notte e pace... ma chi è là? Son d'Atene i vestimenti! È ben lui colui che sdegna - dice il Re - la sua fanciulla. Ecco là la dama dorme, sulla terra sporca e mezza. Poverina non s'azzarda a giacersi accanto a lui, lui che tanto ne disprezza ed affetto e cortesia. Sui tuoi occhi, (PUCK SI INGINOCCHIA E VERSA IL SUCCO NEGLI OCCHI DI LISANDRO) a te, villano, ecco verso il succo arcano. Quando gli occhi riaprirai da essi Amor bandisca il sonno. Ma allor sarò lontano, ché a Oberòn faccio ritorno. (PUCK ESCE A DX)

(CONTEMPORANEAMENTE ENTRANO DA SX SUL PROSCENIO, DEMETRIO ED ELENA, ENTRAMBI ESASPERATI)

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ELENAFermati qui, sia pure per trucidarmi, dolce Demetrio!

DEMETRIOVa' via! È un ordine, va' via! Smetti di venirmi appresso!

ELENAVuoi tu lasciarmi qui nel buio tetro? O no, Demetrio!

DEMETRIORimani a tuo rischio. Io me ne andrò da solo. (DEMETRIO ESCE A DX)

ELENAHo perso il fiato in questo folle inseguimento! Più grande è la preghiera, più piccola è la grazia che ottengo. Buon per te, Ermia mia, dovunque tu sia, benedetta per i tuoi occhi maliosi. E come le divennero tanto luminosi? Non certo per il sale del suo pianto. Più spesso i miei ne vengono lavati. (SINGHIOZZANDO COME UNA BAMBINA) No, no - lo so - son brutta come un orso. Le bestie fo scappare spaventate. E dunque non è strano che Demetrio fugga da me come si fugge un mostro. Quale specchio crudele e mentitore m'indusse a comparare gli occhi stellari d'Ermia con i miei? (ELENA SCENDE DAL PALCO A DX E SCORGE LISANDRO, SI AVVICINA SMETTENDO DI PIANGERE) Ma chi è là? Lisandro steso a terra? Morto o dormiente? Non scorgo né sangue né ferita. (METTENDOSI AL FIANCO DI LISANDRO) Lisandro, se vivete, mio buon signore, svegliatevi!

LISANDRO (si sveglia) (METTENDOSI IN GINOCCHIO ATTRATTO DA ELENA)Attraverso il fuoco passerò per il tuo dolce amore, Elena eterea! Con tal arte ti fece la Natura ch'io ti posso mirare il cuor nel petto. Dov'è Demetrio? Oh il vile nome che dovrebbe perir sulla mia spada!

ELENANon dite così, non dite così, Lisandro! Che v'importa, signor mio, se della vostra Ermia è innamorato? Ermia pur v'ama ancora. E dunque siatene contento.

LISANDRONon è Ermia, ma Elena, ch'io amo! E chi non cambierebbe una cornacchia con una colombella? La volontà dell'uomo è governata dalla ragione, e la ragione dice che tu sei la più degna. Ciò che in natura cresce, matura al tempo suo, e finora ero troppo giovane, e ancora acerbo. Ma poiché adesso ho raggiunto dell'uomo la saggezza, la ragione governa il mio volere, e ai tuoi occhi mi porta, ove contemplo amorose storie, scritte nel più prezioso libro dell'amore.

ELENA (SI ALZANO ENTRAMBI) (ELENA È OFFESA)Ah esser venuta al mondo per trovarmi a beffe sì crudeli! Ditemi, quando ho meritato d'esser derisa da voi? Non era sufficiente che mai potessi avere, mai sperare, da Demetrio uno sguardo di dolcezza? Ora vi prendete gioco della mia scarsa bellezza? (ELENA SI SIEDE AL POSTO 2)

LISANDRO (RIMETTE A POSTO LA SEDIA E POI SI AVVICINA AD ERMIA)E tu, Ermia, continua a dormire! E mai più possa apparire agli occhi di Lisandro! (VA AL POSTO 7)

(TITANIA CLAUDIA PRENDE IL POSTO DI LAURA B. ENTRANDO CARPONI E SDRAIANDOSI)

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ERMIA (destandosi) (Laura Margani) (DESTANDOSI SENZA FIATO E RIMANENDO SEDUTA)Aiuto! mio Lisandro, aiuto! Strappa, con tutta la tua forza, questo serpe strisciante dal mio petto! Ahimè, sognar così, che cosa orrenda! Lisandro, guarda come tremo di spavento. Sognavo che un serpente mi rodeva il cuore, e che tu sorridevi a quello scempio. (SI ALZA, RAGGIUNGE LISANDRO E LO SCUOTE) Lisandro! Come... se n'è andato? Lisandro, signor mio! E come? non mi sente? Andato via! Non sento nulla, non una parola! Parla, se mi senti! Parla, te ne prego…. Non rispondi? Allora non ci sei più. Devo ritrovarti.

(ESCE A DX E ANNA SI RIMETTE SEDUTA)

FUORI SCENA SXLaura B.

FUORI SCENA DXClaudia, Francesco, Lillo, Davide, Laura M.

1Onorina

2Giusy

3 4Rosy

5Rosa

6Carla

7Luigi

8Mario

9 10Francesca

11 12Anna

13 14GP

15Mary

16Simona

ATTO 3° - SCENA PRIMA Titania (Claudia) giace ancora addormentata. (I COMICI SALGONO SPAVENTATI SUL PROSCENIO, CHI DALLE SCALE E CHI DALLE SEDIE)

ROCCHETTOCi siamo tutti?

ZEPPAEccome! (CERCANDO DI CONVICERE TUTTI) E questo è un posto come Dio comanda per le nostre prove. Questo spiazzo erboso farà da palcoscenico. Questa siepe di biancospino, da spogliatoio. Ed ora reciteremo proprio come davanti al Duca.

ROCCHETTOZeppa!

ZEPPAChe hai da dirmi, bello mio?

ROCCHETTOIn questa commedia di Piramo e Tisbe c'è della roba che la gente non potrà mai digerire. In primo luogo Piramo, per uccidersi, dovrà tirar fuori tanto di spada. E questo non andrà a genio alle dame. Tu che ne dici?

INCASTROPer la Madonna! Avranno una paura cane!

AGONIASecondo me, tutto sommato si potrebbe fare a meno dell'ammazzamento.

ROCCHETTOMa neanche per sogno! Io il rimedio ce l'ho. Buttami giù un Prologo dove si dice che le nostre spade non faranno del male a nessuno, e che Piramo non s'ammazza sul serio. E poi, perché il pubblico si rassicuri, che io, Piramo, non son Piramo, ma Rocchetto

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tessitore. Questo toglierà alle dame la paura di dosso!

ZEPPAE va bene. Ci sarà un Prologo. E verrà scritto in versi di otto sillabe e di sei.

ROCCHETTONo, meglio due di più. Che sia scritto in versi di otto e di otto.

BECCUCCIOE le dame non avranno poi paura del leone?

AGONIACredo proprio di sì.

ROCCHETTOCompari, bisogna pensarci bene.

BECCUCCIOE allora un altro Prologo dica che non è un leone.

ROCCHETTOAnzi, bisognerà che venga detto il nome di chi lo recita. E di lì si dovrà parlare più o meno in questi termini; "Dame, belle Dame, vorrei che voi", oppure "vi chiederei" o "vi scongiurerei, di non aver paura, di non tremare, io non sono un leone, sono un uomo come tutti gli altri!

ZEPPAE va bene. Faremo così. Ma ci sono altri due intoppi. Il primo è come si farà a portare la luna in una stanza - perché, vedete, Piramo e Tisbe s'incontrano al lume di luna.

INCASTROE ci sarà la luna la sera del dramma?

ROCCHETTO (PAUSA DI RIFLESSIONE)Un calendario, un calendario! Prendete l'almanacco e cercate; la luna, la luna!

ZEPPASì, quella sera ci sarà.

ROCCHETTOE allora lasciate aperta una finestra della stanza dove ci sarà la recita. E il lume di luna passerà dalla finestra.

ZEPPAGià. Oppure uno verrà con un fascio di pruni e una lanterna, e dirà che è venuto a sfigurare... arappresentare il Lume di Luna. E poi c'è un'altra cosa. Nella sala grande ci vuole un muro, perché Piramo e Tisbe - dice la storia - si parlavano attraverso la crepa d'un muro.

INCASTRONon ce la farai mai a strascicarci dentro un muro. Ti pare, Rocchetto?

ROCCHETTOUno di noi dovrà far la parte del Muro. E terrà aperte le dita di una mano - in questo

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modo - e per quella fessura Piramo e Tisbe bisbiglieranno.

ZEPPASi può far così. Allora tutto è a posto. Suvvia, cocchi di mamma, mettetevi a sedere e provate le parti. Piramo, comincia te. Quando avrai finito la battuta vai in quel boschetto. E così faranno tutti gli altri, seguendo il copione.

PUCK (COMPARE L’OMBRA DI PUCK DIETRO IL TELO A DX)Chi sono questi bifolchi che stanno qui a sbraitare vicino alla culla della Fata Regina? Si sta recitando? Sarò spettatore. E alla bisogna fors'anche attore!

ZEPPAPiramo, parla. E tu. Tisbe, vieni avanti.

ROCCHETTOTisbe, han gli odiosi fiori dolce olezzo...

ZEPPA"Odorosi"! "Odorosi"!

ROCCHETTO...odorosi fiori dolce olezzo. E così il fiato tuo, Tisbe diletta. Ma taci, odo una voce! Aspetta, aspetta, e in un istante torno al tuo cospetto. (ROCCHETTO ESCE A SX)

PUCKUn Piramo così non ha calcato mai le nostre scene! (PUCK ESCE A SX)

ZUFOLOTocca a me?

ZEPPAMa sì, per la Madonna, tocca a te! Non hai capito?

ZUFOLOPiramo radiosissimo, dal volto gilialissimo, color di rosa rossa su trionfante pruneto, garzoncello gagliardissimo, ed eziandio vaghissimo garzone, fido al par di fedelissimo cavallo, che mai è stanco. Piramo, c'incontreremo alla tomba di Ninnolo.

ZEPPA..."alla tomba di Nino", messere! Ma non è ora che lo devi dire! È la tua risposta a Piramo. Tu stai recitando la parte tutta di seguito. Entra, Piramo! La tua imbeccata è già passata. Era: "che mai è stanco".

ZUFOLOAh sì! Fido al par di fedelissimo cavallo, che mai è stanco.

(ROCCHETTO, CON UNA TESTA D'ASINO, ENTRA DIETRO IL TELO DA SX)

ROCCHETTOSe così io fossi, bella Tisbe, soltanto tuo sarei!

ZEPPAAh, un mostro! Strano! Ci hanno stregato! Ragazzi, pregate! Ragazzi, scappate! Aiuto!

PUCK

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Io v'inseguirò. E vi farò danzare in cerchio!

(PUCK ESCE A SX. ZEPPA SCENDE DALLE SCALE SX GLI ALTRI DA DX)

ROCCHETTOMa perché scappano? Le solite canagliate per farmi paura!

BECCUCCIO (PRIMA DI SCENDERE LE SCALE)Oh Rocchetto, come sei mutato! Ma che hai in testa?

ROCCHETTOMa cosa vedi? Sai che vedi? La testa d'asino che sei!

ZEPPA (PRIMA DI SEDERSI)Dio ti benedica, Rocchetto. Dio ti benedica. Tu sei trasfigurato!

ROCCHETTOHo capito. Cercano di farmi paura. Mi metterò a cantare. Così vedranno che non ho paura.Rose rosse per te Ho comprato stasera E il tuo cuore lo sa Cosa voglio da te

TITANIAQual angelo mi ridesta dal mio giaciglio di fiori?

ROCCHETTO (canta)Rose rosse… per te…

TITANIATi prego, dolce mortale, ripeti il tuo canto. L'orecchio mio s'è invaghito delle tue note così come l'occhio è ammaliato dalle tue fattezze. E la potenza delle tue virtù incomparabili è tale che, fin dal primo sguardo, devo dire, anzi giurare, che t'amo tanto!

ROCCHETTOMadama, mi sa che abbiate scarso motivo per tutto questo. TITANIASaggio tu sei, quanto sei bello.

ROCCHETTO (SBAVANDO PER TITANIA)Né l'uno né l'altro. Ma se avessi tanto sale nella zucca da tirarmi fuori da questo bosco, ne avrei quanto ne basta!

TITANIANon devi desiderare d'uscir. E qui, rimarrai, Io davvero t'amo. Perciò verrai con me. Metterò delle Fate al tuo servizio, che nel profondo del mare pescheranno per te cose preziose. E ti canteranno canzoni mentre starai dormendo sopra un letto di fiori. (USCENDO DA DIETRO IL TELO SULLA SX) Ed io ti spoglierò d'ogni scoria mortale sì che volar tu possa come etereo elfo. Fior di Pisello! Ragnatelo! Falena! Seme di Senape!

(LE FATE SI ALZANO, SI GIRANO VERSO IL PROSCENIO CON LE SPALLE AL PUBBLICO)

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TITANIAInchinatevi, elfi, a lui dinanzi, e rendetegli omaggio.

FIOR DI PISELLO (Rosy)Salve, mortale!

RAGNATELO (Annamaria)Salve!

SEME DI SENAPE (Mario)Salve!

ROCCHETTOBuon Mastro Ragnatelo. Se mi taglierò un dito ricorrerò a voi. Mio buon Mastro Fior di Pisello, anche di voi desidero ardentemente far migliore conoscenza. Buon Mastro Seme di Senape, mi è ben nota la vostra pazienza.

TITANIASu, ora legate la lingua al mio diletto e scortatelo in silenzio.

Escono A SX PER ORA. FUORI SCENA SXLaura B., Francesco, Claudia, Simona

FUORI SCENA DXLillo, Davide, Laura M.

1Onorina

2Giusy

3 4Rosy

5Rosa

6Carla

7Luigi

8Mario

9 10Francesca

11 12Anna

13 14GP

15Mary

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ATTO 3° - SCENA SECONDA (ENTRA OBERON, SUL PROSCENIO DA DX)

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Mi piacerebbe sapere se Titania è desta. E chi per primo le apparve al suo risveglio, per cui adesso delira d'amor folle. (ENTRA PUCK, SUL PROSCENIO DA SX)Ecco il mio messaggero. Or dunque, spirito pazzo? Quali spassi, stanotte, in questo bosco incantato?

PUCK (CHIACCHIERE DA BAR)Ah, la mia padrona s'è innamorata d'un mostro! Nei pressi del suo recesso sacro e segreto, mentre era nell'ora del sonno profondo, un branco di straccioni - che sudan per un tozzo di pane nelle botteghe d'Atene, s'erano riuniti a far le prove d'un dramma da dedicare al gran Teseo nel dì delle nozze. Il più balordo zuccone di quella banda, che faceva la parte di Piramo, uscì di scena e s'infilò nel bosco. Allora io prendo la palla al balzo e una capocchia d'asino gl'infilo sulla testa. Ed eccolo che sbuca fuori, il mio commediante. A quella vista fuggono i suoi compari. Io li braccai, e là, del tutto trasformato, il dolce Piramo lasciai. Allora accadde che Titania si destò e d'un somaro sùbito s'innamorò!

OBERON (CONTENTO, DIVERTITO)La cosa è riuscita meglio di quanto pensassi! (TORNANDO SERIO) Ma hai tu poi umettato gli occhi del giovane ateniese col filtro d'amore, com'io ti comandai?

PUCKLo sorpresi addormentato... e anche questo ho fatto...

(ENTRA ERMIA E DEMETRIO DOPO UN PO’ LA INSEGUE),

OBERONNasconditi! È lui... l'uomo d'Atene.

PUCK La dama è lei. Ma lui il giovane non è!

DEMETRIOMa perché te la prendi così con chi ti adora? ( TESEO COMMENTA … “è arrivato” ! ERMIA SI FERMA A CENTRO SCENA E SI GIRA VERSO DEMETRIO E DEMETRIO LE SI AVVICINA ) Sì fiere parole siano per il tuo più fiero nemico!

ERMIA (DISPERATA)Temo ci sian buone ragioni per mandarti all'Inferno! Hai trucidato Lisandro addormentato. (LISADRO SI ALZA X UN ATTIMO DAL CORO E MIMA DIETRO LE SPALLE DI ERMIA ) Allora trucida anche me! (DEMETRIO FA DELLE SMORFIE GUARDANDO IL PUBBLICO – DAL CORO LE DUE ELENE LE DICONO “DEVI MORIRE “) (ERMIA VOLGENDOSI A ELENA ) M'avrebbe mai abbandonata, così, in pieno sonno? ( TORNANDO SU DEMETRIO ) No, non può essere altro; tu l'hai assassinato! E dell'assassino hai proprio il volto - sinistro e tetro.

DEMETRIO ( MANTIENE PER UN PO’ LO SGUARDO TRUCIDO IN SILENZIO PER FARSI VEDERE DAL PUBBLICO ) Io ho il volto dell'assassinato! E non potrei averlo diverso, trafitto nel cuore dalla tua efferata crudeltà. (Dolce) E invece sei tu – la vera assassina – circondata di luce e di splendore; come Venere, lassù, nella sua sfera smagliante.

ERMIA (GUARDANDO SEMPRE IL PUBBLICO E NON ACCORGENDOSI DI LISANDRO SEDUTO DIETRO)Di la verità! – Appunto per amor mio! L’hai ucciso nel sonno? ( DAL CORO LISANDRO “ ANCORA ?” E SI TOCCA )

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DEMETRIO (sincero, quasi ridendo)Stai sprecando il tuo furore per un bel malinteso! Non mi sono mai macchiato del sangue di Lisandro. E, per quel che ne so, ( INDICA LISANDRO SEDUTO ) Lisandro non è morto.

ERMIA (SENZA ACCORGERSI DEI CENNI DI DEMTRIO, SEMPRE FISSA SUL PUBBLICO )E allora, ti prego, dimmi che sta bene.

DEMETRIO (MALIZIOSO, GIRANDOLE INTORNO )E se te lo dicessi, che mi daresti in cambio?

ERMIAIl privilegio di non vedermi più.

(ERMIA ESCE A SX DEMETRIO LA SEGUE E QUANDO STA PER USCIRE OBERON GLI LANCIA UN INCANTESIMO CON BATTITO MANI CHE LO FA DECIDERE DI RESTARE)

DEMETRIO (TORNANDO VERSO IL CENTRO SCENA INTONTITO)A che pro inseguirla mentre è fuori di sé? ( CERCA NUOVAMENTE DI USCIRE MA OBERON LO RIPRENDE CON UN BATTITO DI MANI E GLI FA CAMBIARE DIREZIONE E SALIRE SUL PALCO ) Dunque mi fermo qui per un po'! ( PUCK DISTRAE OBERON CHE PERDE PER UN ATTIMO IL CONTROLLO SU DEMETRIO CHE TENTA NUOVAMENTE DI ANDARE VIA , MA POI LO RIPRENDE CON UN ALTRO BATTITO DI MANI ) Cresce il peso dell'affanno, se l'insolvente sonno al dolore il suo debito non paga. Ma in piccola misura può pagare, se qui (DEMETRIO SI INGINOCCHIA DAVANTI LA SEDIA 9 ) mi fermo ad accoglierne l'offerta. ( OBERON BATTE LE MANI SULL’ULTIMA BATTUTA DI DEMETRIO “offerta” CHE ISTANTANEAMENTE CADE ADDORMENTATO )

OBERON (RISOLUTO)Ma cosa hai fatto? stillare il filtro d'amore sulle ciglia d'un fido innamorato!

PUCK (CERCANDO DI DISCOLPARSI)Così vuole il destino; per un sol uomo che osserva fedeltà (MIMA CON UN DITO ) un milione d'altri uomini tradisce, ( PUCK FA LE CORNA ) giurando e spergiurando.

OBERONVa', corri per il bosco, più veloce del vento, e vedi di trovare Elena d'Atene. Ella è malata d'amore. Conducila qui con qualche sortilegio. Penso io a incantar gli occhi di lui per quando la vedrà.

PUCKVado, vado, guardate come vado!

Esce.

OBERON (spremendo il succo sulle palpebre di Demetrio)Succo del rosso fiore, ferito dall’arcere d’amore, impregna l’occhio del tuo umore, così che alla sua vista, la donna appaia con un alone di splendore, come Venere, regina del cuore. Quando ti risveglierai, lei ti starà vicina e sarà la tua unica medicina.

PUCK (ENTRANDO AFFANNATISSIMO)Capitano delle nostre schiere, (NOTANDOLA IMPROVVISAMENTE) Elena è qui. E il giovine ammaliato per errore le chiede che ripaghi il suo amore.

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OBERONStai in disparte. Il loro clamore desterà Demetrio.

PUCK (SGHIGNAZZANDO DIVERTITO)Ad un'unica fanciulla ora in due faran la corte.

(ESCONO A DX, ELENA, PRIMA CHE FINISCA PUCK, SI ALZA E LISANDRO LE VA APPRESSO)

LISANDRO (INFERVORATO, UN PO’ AMAREGGIATO)Ma perché vuoi tu pensare che ti corteggio per burla? Vedi com'io piango mentre ti giuro amore! Come posson questi sentimenti a te sembrar dileggio se il segno della fedeltà portano impresso?

ELENALa fede che uccide un'altra fede è insieme santa e diabolica guerra! Questi tuoi voti son per Ermia.

LISANDRONon avevo giudizio quando le giuravo amore.

Demetrio di sveglia

ELENA (SEDENDOSI AL POSTO 9)E neppur ce l'hai ora a ripudiarla.

LISANDRODemetrio l'ama, e più non ama te.

DEMETRIO (CINGE IL COLLO DI ELENA CON IL BRACCIO) (PRIMA SPAVENTATA, POI STUPITA QUANDO CAPISCE CHE E’ DEMETRIO L’UOMO CHE LA CINGE) O Elena, mia dea, mia ninfa, perfetta, divina! A cosa posso, paragonare gli occhi tuoi amor mio? Il cristallo è torbo. Oh come sempre più mi tentano quelle tue labbra turgide, ciliegie da baciare!

ELENAOltraggio! ( SI LIBERA DA DEMETRIO E SI ALZA ) Vedo che tutti siete contro di me per vostro diletto. Se aveste un po' di garbo, se aveste imparato un po' di cortesia, ora non mi maltrattereste così. Non potevate semplicemente odiarmi – come so che mi odiate – senza aver concordato anche il dileggio? Siete rivali, voi due, nell'amore per Ermia, e siete ancor rivali nel farvi beffe di me. Bella prodezza, (LISANDRO SI INFERVORA NEI CONFRONTI DI DEMETRIO E SALE SUL PALCO PER AFFRONTARLO ) bell'impresa virile, far bagnare di pianto gli occhi d'una povera fanciulla con le vostre derisioni! (DEMETRIO CON ARIA AFFLITTA A BRACCIA TESE IN AVANTI , CERCA DI SCENDERE DALLA SEDIA 9 ED ANDARE DA ELENA, MA LISANDRO LO BLOCCA )

LISANDRO Demetrio, il tuo comportamento è crudele. E lo è, perché ami Ermia. Ecco, (LISANDRO PRENDE LA MANO DI DEMETRIO E QUELLA DI ERMIA 1 (ANNAMARIA) E L E U N I S C E ) dell'amore per Ermia ti cedo la mia parte. E tu l'amore per Elena lascialo tutto a me.

ELENA 23

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Mai beffardi schernitori hanno sprecato tanto fiato!

DEMETRIO Ma Lisandro, (PRENDE LA MANO DI LISANDRO, E LA UNISCE ALLA MANO DI ERMIA1 POI SUPERA LISANDRO E SI SPOSTA VERSO ELENA RESTANDO SUL PROSCENIO) prenditela pure la tua Ermia! Se mai l’ho amata, ora non l'amo più.

LISANDRO (MOLLA LA MANO DI ERMIA E SI GIRA VERSO ELENA)Elena, ascolta.

DEMETRIO (PRENDENDO LISANDRO PER UN BRACCIO E TRATTENENDOLO)Non calunniare, ti prego, una fede che ignori! Ma ecco qua l'amor tuo. Guarda, la tua fanciulla s'appressa.

(ENTRA ERMIA DA SX)

ERMIALa notte buia, che l'occhio priva della sua facoltà, ancor più acuisce il senso dell'orecchio. Lisandro, non sono gli occhi miei che t'hanno ritrovato bensì l'orecchio, che alla tua voce m'ha guidato. Ma perché con tanta scortesia m'abbandonasti?

LISANDROPotevo forse non farlo quando è l'amor che urge?

ERMIAE quale urgenza d'amore potrebbe spinger Lisandro lontano da me?

LISANDRO (RIVOLGENDOSI SCHIFATO A ERMIA E ADORANTE A ELENA)L'amore di Lisandro, che non gli dà tregua... ossia Elena bella, Ma perché mi cerchi? Non potresti capire, ormai, ch'io t'ho abbandonata perché ti detesto?

ERMIAAh tu non pensi ciò che dici. No, non può esser vero!

ELENAEcco, fa parte anche lei della congiura! Insolente fanciulla! Amica ingrata! Hai tramato, hai congiurato con loro, per torturarmi? E le confidenze e le promesse che da buone sorelle ci siamo scambiate, tutto dimenticato? L'amicizia dei giorni di scuola, l'infantile innocenza? Noi crescemmo insieme, due corpi in sembianza, ma un solo cuore. Ed ora vuoi tu spaccare in due il nostro amore antico, per beffeggiar la tua povera amica?

ERMIAMi stupiscono queste tue parole addolorate. Non sono io a schernirti, ma tu me, mi pare!

ELENANon hai tu istigato Lisandro a corteggiarmi? Non hai tu costretto Demetrio, l'altro tuo spasimante - che un attimo fa mi respingeva a calci - a chiamarmi sua dea, sua ninfa, divina e rara creatura, preziosa, celestiale? E perché Lisandro rinnega il tuo amore? Dovresti compiangermi piuttosto che spregiarmi.

ERMIAMa cosa stai dicendo! Non riesco a capire.

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ELENA E allora continua, continua pure così! Fingi d'essere afflitta! Strizzatevi l'occhio, voi due. Continuate questo bello scherzo, passerà alla storia. Addio. Forse in questo ho una parte di colpa. (PIANGENDO, NON LAGNANDOSI COME PRIMA ESCE DECISA MA NON CORRE)LISANDRO (SUBITO DEVE FERMARE ELENA)Ma cara Elena, rimani. Accetta le mie scuse. Amor mio, vita mia, anima mia, Elena bella!

ELENAMa bene!

ERMIATesoro mio, non beffeggiarla così.

DEMETRIO (SEMPRE ARROGANTE, AFFERRANDO UN BRACCIO A LISANDRO)Se lei non ce la fa con le suppliche, io posso costringerti!

LISANDROTu non puoi costringermi. Elena, io t'amo. Te lo giuro sulla vita mia.

DEMETRIO (QUASI COME UN BAMBINO… IN COMPETIZIONE CON LISANDRO)Io dico che t'amo più di quanto costui ti possa amare.

LISANDROSe è questo che sostieni, vieni con me a dimostrarlo.

DEMETRIOPresto, su!

ERMIA (AFFERANDO LA GAMBA DI LISANDRO)Lisandro

LISANDRO (ALLONTANA ERMIA)Vattene, Etiope!

DEMETRIO (SEMPRE ARROGANTE, RIVOLTO A LISANDRO) Va', altro non sei che uno smidollato!

LISANDRO (SPINTONANDO VIA DEMETRIO)E leva l'unghie da me, gatta, lasciami andare! O ti scaglierò via come una biscia!

ERMIAMa perché sei diventato tanto rude? Che cambiamento è questo, amore mio?

LISANDROAmore tuo? Vattene via, Via! Via, farmaco ripugnante! Via, bevanda disgustosa!

ERMIALisandro, stai scherzando?

ELENACerto che scherza! E anche tu!

LISANDRO

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Demetrio, io manterrò la parola che t'ho data!

DEMETRIOIo non mi fido della tua parola!

LISANDROInsomma, cosa vuoi? Che la bastoni? Che l'ammazzi? È vero che io la odio. Mai, però, potrei farle del male.

ERMIAE qual male potrebbe esser più grande del tuo odio? Io son bella ora com'ero bella prima. Stanotte mi amavi. E stanotte m'hai abbandonata. Ma perché abbandonarmi? Oh - Dio ci liberi! - fai proprio sul serio?

LISANDROTe lo giuro, sì... sulla mia vita. Non è per scherzo ch'io tanto ti detesto, e invece Elena adoro.

ERMIAPovera me! (ANDANDO VERSO ELENA) E tu, ingannatrice. Tu, bruco di fiore! Ladra d'amore! Sei dunque venuta, di notte, a trafugare il cuore del mio amante?

ELENAMa bene, bene! Vergognati, vergognati, "pupattola! “

ERMIA (RIVOLGENDOSI AL PUBBLICO)"Pupattola", eh? Ah ora capisco il gioco! A quanto vedo, ella ha messo a confronto le nostre due stature, e s'è vantata d'esser la più alta. (ELENA VA AL CENTRO) E nella sua stima - di' un po' - sei salita tanto in alto solo perch'io son minuscola e bassa? Quanto son bassa, eh? Non tanto bassa comunque che l'unghie mie non ti raggiungan gli occhi. (LA MINACCIA NON LA PICCHIA)

ELENAVi prego, messeri, burlatevi pure di me, ma impedite a costei di maltrattarmi. Io non sono stata mai litigiosa. Non son malvagia per natura. Son pavida come una bambina. Badate che non mi picchi! Voi forse pensate che essendo lei un po' più bassa di me io sia in grado di tenerle testa.

ERMIA (ANDANDO VERSO ELENA CHE SCAPPA SUL PROSCENIO DA DEMETRIO E LISANDRO)Più"bassa"? Sentite, lo ripete! (SEMPRE PIÙ FURENTE)

ELENAOhimè, quando s'arrabbia divien maligna e astuta. Era una peste quando andavamo a scuola. E sebbene sia piccina, è tutta pepe...

ERMIAE dài con quel "piccina"! Con quel "bassa" e "piccina"! E voi perché le permettete d'insultarmi così? Lasciate che l'agguanti!

LISANDRO (CALCIANDOLA VIA)Sparisci, nanerottola! (ERMIA HA UN ATTIMO DI ESITAZIONE E POI SCOPPIA A PIANGERE)

DEMETRIO

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Lasciala perdere. E scordati d'Elena.

LISANDROAh sì? Ora che lei non mi trattiene più, seguimi, se ne hai il coraggio! E si vedrà a chi di noi Elena spetta.

DEMETRIOSeguirti? Ah no davvero! Andremo fianco a fianco!

(LISANDRO E DEMETRIO LITIGANO MA NON ESCONO DI SCENA)

ERMIA (SALENDO DA SX)E’ tutto per colpa vostra, E non cercate di scappare.

ELENA (SI RIFUGIA DIETRO LISANDRO)Se le vostre mani son più veloci delle mie a battagliare, le mie gambe son più lunghe per scappare.

DISPOSIZIONE AL CENTRO: ERMIA-DEMETRIO-LISANDRO-ELENAOBERON APPARE CON PUCK DA DIETRO IL TELO

OBERON Tutto questo per colpa tua! Ti sbagli sempre….. o forse, briccone, lo fai apposta!

PUCK (SEMPRE RISPETTOSO VERSO OBERON)Credetemi, Re delle ombre, fu solo per errore. La cosa comunque è di mio gusto. Quando c'è confusione mi diverto!

OBERONVedi, questi due amanti cercano un luogo dove battersi. Va', corri, ad oscurare la notte. Modella la tua voce su quella di Lisandro e punzecchia Demetrio con mordaci oltraggi. E che si tengan lontani l'un dallo sguardo dell'altro, finché sonno mortale, dai piedi di piombo, e dalle ali di pipistrello, non posi sulle loro ciglia. Canta la tua canzone, falli addormentare. Spremi allora l’antidoto sull'occhio di Lisandro, e tutto tornerà tranquillo come prima.

PUCK (SEMPRE RISPETTOSO VERSO OBERON)Signore delle Fate, queste cose van fatte in tutta fretta.

OBERONAffrettiamoci, senza ulteriore indugio, ché s'ha da sbrigar la faccenda prima che venga il giorno.

Esce.

PUCK (Proposta di Taranta di Davide G. – Lu-core meu)Lu tamburreddhu meu vene te Roma - Lu tamburreddhu meu vene te Roma cu' rami e senza rami ca su lu sona - cu' rami e senza rami ca su lu sona E ai, e ai, e ai lu core meu, - meu meu meu ca su lu core tou -

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Ne-la ne-la ne-la ni-nà beddha l'amore - e ci la sape fa' E ai, e ai, e ai lu core meu, - meu meu meu ca su lu core tou - Ne-la ne-la ne-la ni-nà beddha l'amore -e ci la sape fa' Lu tamburreddhu meu è de cucuzza - Lu tamburreddhu meu è de cucuzza Mo iata ci lu sona e ci lu tuzza - Mo iata ci lu sona e ci lu tuzza E ai, e ai, e ai lu core meu, - meu meu meu ca su lu core tou Ne-la ne-la ne-la ni-nà beddha l'amore - e ci la sape fa' E ai, e ai, e ai lu core meu, meu meu meu ca su lu core tou Ne-la ne-la ne-la ni-nà beddha l'amore e ci la sape fa'

PROSCENIO: SULLA TARANTA PUCK ESCE DI CORSA A SX E OBERON A DX, OBERON ORDINA A PUCK DI SBLOCCARE GLI AMANTI. A OGNI BATTITO DI MANI DI OBERON CORRISPONDE UN’AZIONE: 1°: GLI AMANTI SI STACCANO E PRENDONO LE POSIZIONI.2°: INIZIANO A BALLARE LA PIZZICA.3°: LE COPPIE BALLANO INSIEME (LAURA E DAVIDE/ GIUSY E LUIGI).4°: ERMIA BALLA CON LISANDRO E DEMETRIO E ELENA DA SOLI.5°: DEMETRIO E LISANDRO SI FRONTEGGIANO BALLANDO CON ERMIA.6°: DEMETRIO E LISANDRO SI BLOCCANO PER UN PO’ A FISSARE ELENA 7° : DEMETRIO E LISANDRO VANNO A BALLARE CON ELENA , MENTRE ERMIA RESTA A BALLARE DA SOLA DELUSA.8°: ELENA SI GIRA DI SPALLE A LISANDRO SCEGLIENDO DEMETRIO COME PARTNER, LISANDRO ALLORA TRISTE, VEDE ERMIA E TORNA A BALLARE CON LEICORO: APPENA PARTE LA MUSICA TUTTI SI GUARDANO E POI SI ALZANO E INIZIANO A BALLARE FORMANDO IMMEDIATAMENTE UN CERCHIO. I MOVIMENTI DEL CORO POI SARANNO: TUTTI DENTRO AL CERCHIO POI SI RIFORMA IL CERCHIO POI DI NUOVO TUTTI DENTRO E POI LO SI RIFORMA.SUCCESSIVAMENTE SI FORMERANNO DUE GRUPPI (A e B). PRIMA IL GRUPPO A ENTRERÀ NEL CERCHIO (SUL BATTITO DI MANI DI OBERON) E POI SI RIMETTERÀ AL POSTO MENTRE IL GRUPPO B BALLERÀ SUL POSTO, IN SEGUITO SARÀ L’OPPOSTO IL GRUPPO B ENTRA NEL CERCHIO E IL GRUPPO A BALLA SUL POSTO. POI GRUPPO A (SUL BATTITO DI MANI DI OBERON) ENTRA NEL CERCHIO FORMANDONE UNO PIÙ PICCOLO E INIZIERÀ A GIRARE VS DX MENTRE IL GRUPPO B RESTANDO DOVE È INIZIERÀ A GIRARE A SX. QUANDO OBERON BATTE LE MANI SI INVERTE IL SENSO DI MARCIA. RITORNARE AL POSTO MA NON TUTTI INSIEME, ALLA SPICCIOLATA. DEVONO RESTARE PER ULTIME A BALLARE ANNA (ERMIA 1) E FRANCESCA (ELENA 1) E VERSO LA FINE DELLA CANZONE DEVONO ANDARE DI CORSA SUL PROSCENIO E BALLARE CON GLI ALTRI AMANTI ( LE DUE ELENE CON IN MEZZO DEMETRIO E LE DUE ERMIE CON IN MEZZO LISANDRO ) FINO A QUANDO ALLA FINE DELLA CANZONE CADONO TUTTI A TERRA ADDORMENTATI.

GRUPPO A: ONORINA, ROSY, CARLA, FRANCESCA, GIANPIETRO (5 persone)GRUPPO B: LAURA B., ROSA, MARIO, ANNA, MARY, CLAUDIA (6 persone)TUTTI SI ADDORMENTANO SULLA TARANTA DI PUCKPUCK (Spreme il succo sulle ciglia di Lisandro) Qui sulla nuda terra tu dormi profondo. Il mio farmaco o dolce amante ti stillerò sul ciglio. E al tuo risveglio troverai grande piacere nel rivedere gli occhi del primo amore.

Puck esce.

ATTO 4° - SCENA PRIMA 28

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Lisandro, Demetrio, Elena (FRANCESCA E GIUSY INSIEME) ed Ermia sono ancora addormentati.Entrano Titania, Regina delle Fate, e Rocchetto, Fior di Pisello, Ragnatelo, Falena, Seme di Senape, ed altre Fate. Oberon è dietro di loro, non visto.

TITANIA (Claudia) (ancora drogata)Vieni a sederti su questo letto di fiori, ch'io ti carezzi l'amabile guancia e infili rose di macchia nella tua boffice testa liscia e baci queste tue belle orecchione, o dolce mia gioia!

ROCCHETTODov'è Fior di Pisello?

FIOR DI PISELLOSon qua.

ROCCHETTOGrattami la testa, Fior di Pisello. E dov'è Monsieur Ragnatelo?

RAGNATELOSon qua.

ROCCHETTOMonsieur Ragnatelo, buon signore, brandite la spada e ammazzatemi un pecchione dalle cosce rosse sulla cima d'un cardo. Dov'è Monsieur Seme di Senape?

SEME DI SENAPESon qua. Che comandate?

ROCCHETTONiente, buon monsieur...

TITANIADormi pure, amor mio, ed io ti cingerò con le mie braccia. Fate, andatevene via; via disperdetevi da ogni parte.

Escono le Fate. Si addormentano. Entra PUCK.

OBERON (facendosi avanti)Guarda che spettacolo! Comincio ad aver pietà del suo delirio. Ora che ho ottenuto il fanciullo, risanerò l'odiosa imperfezione dei suoi occhi. E tu, caro Puck, togli il metamorfico scalpo dalla testa dello zotico ateniese,

Spreme il succo sulle ciglia di Titania.

Torna ad essere quella che fosti. Torna a vedere ciò che vedevi. Il boccio di Diana sul fior di Cupìdo Ha tale forza e divino potere. Ora, mia cara Titania, dèstati. Su, mia dolce Regina!

TITANIA (torna Laura Brambilla) (destandosi)Oberon, mio caro! Che strane visioni ho avuto! Mi pareva d'essermi innamorata d'un asino.

OBERON29

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Eccolo là l'amore tuo.

TITANIAMa come poté questo accadere? Oh come gli occhi miei aborrono il suo volto!

OBERONPuck, togli via quella testa. (poi guardando Titania) Titania, musica invoca, e (tornando a guardare Puck) più di quanto faccia sonno comune, a questi cinque togli ogni coscienza.

Dolce musica.

PUCK (togliendo a Rocchetto la testa d'asino)Ora, quando ti desterai, torna a guardare coi tuoi occhi di balordo!

OBERONMusica!

Musica di danza. Oberon e Titania danzano.

Tu ed io siamo tornati amici, e domani, a mezzanotte, solennemente danzeremo nella reggia del Duca Teseo, in gran trionfo, e con l'augurio d'ogni prosperità.

Escono. I quattro amanti e Rocchetto giacciono ancora addormentati. Al suono di corni (fuori scena) entrano Teseo, Ippolita, Egeo e il Seguito.

TESEOVada in cerca, uno di voi, del guardaboschi.

Esce un Valletto con dei cani che latrano – Sono Oberon e Puck tramutatosi in cani

IPPOLITAUna volta ero con Ercole e con Cadmo in un bosco di Creta, ove i due eroi cacciavano l'orso con i segugi di Sparta. Mai ho udito latrati più forti, per cui le selve e i cieli, le fonti, parean congiunti in un unico grido. Mai ho udito più musical discordo. Mai un toneggiar più dolce.

TESEOChe ninfe son queste? Non è questo il giorno che Ermia dovea comunicarci la sua scelta?

IPPOLITALo è.

TESEOAndate, ordinate ai cacciatori di destarli coi corni.Clamori, fuori scena. Suoni di corno. Gli amanti si destano e balzano in piedi.Buon giorno, amici. San Valentino è ormai lontano, e com'è che sol ora cominciano ad accoppiarsi codesti uccelli di bosco?

LISANDRO (Preoccupato)Perdono, mio signore.

Gli amanti s'inginocchiano.

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TESEOAlzatevi, vi prego. Messeri, so che voi due siete rivali e nemici.

LISANDROSire, tra il sogno e la veglia risponderò confuso. Giuro che finora non so com'io sia venuto qui. Forse - il vero vorrei dirvi! - or che ricordo, ecco dev'essere così; qui io venni con Ermia.Intendevamo fuggircene da Atene, eludendo la minaccia delle leggi ateniesi...

DEMETRIOSire, Elena bella m'informò del loro intento di fuggire insieme in questa selva. Ma, mio buon signore, non so per quel magia, il mio amore per Ermia si disciolse come neve. Ora mi pare come il ricordo d'un balocco dell'infanzia, allora appassionatamente amato. La mia fedeltà, la virtù del mio cuore, sono per Elena soltanto, oggetto e piacere dei miei occhi.

TESEOLeggiadri amanti, fu buona sorte incontrarvi. Di queste cose, fra breve, vorrò ascoltare ancora. Egeo? Del suo volere non terrò conto; e nel tempio, al pari di noi, queste coppie d'amanti saran per sempre unite. Vieni Ippolita.

Escono Teseo, Ippolita, Egeo e il loro seguito.

DEMETRIOQueste cose appaiono tenui e indistinte, come delle montagne lontane che scolorano in nubi.

ERMIA (Laura e Annamaria insieme)A me pare di aver guardato con gli occhi torti, quando le cose si vedono sdoppiate.

ELENA (Francesca e Giusy insieme)Anche a me. E mi pare d'aver trovato Demetrio come, per caso, si trova un gioiello... mio e non mio.

DEMETRIO (Dubbioso)Ma sei proprio sicura che siamo desti?........ Mi pare….. di dormire ancora, di sognare. …. Credi davvero di aver visto qui il Duca, a dirci di seguirlo?

ERMIAMa sì.

ELENAE Ippolita pure.

LISANDROE il Duca ci diceva di seguirlo al tempio.DEMETRIO (sempre dubbioso xche vede 2 Elena e 2 Ermie - si rivolge a Lisandro)Ma allora non c'è dubbio, …….siamo desti. Seguiamolo, e strada facendo ci racconteremo i nostri sogni.

Escono.

ROCCHETTO (svegliandosi)Quando tocca a me, datemi l'imbeccata, ed io risponderò. È dove dice: "O bellissimo Piramo"

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(Raglio.) Auuu. Ehi, Pietro Zeppa! Zufolo! Beccuccio! Agonia! Perdio, se ne sono andati tutti, e m'hanno lasciato qui a dormire! Ho avuto una visione straordinaria. Ho fatto un sogno. Dirò a Pietro Zeppa di scriverci sopra una ballata. S'intitolerà "Il Sogno di Rocchetto".

Esce.

ATTO 4° - SCENA SECONDA Entrano Zeppa, Zufolo, Beccuccio e Agonia.

ZEPPAAvete mandato nessuno a cercare Rocchetto? È tornato a casa?

AGONIANon se ne sa più niente. Non c'è dubbio. È stato portato via.

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Entra Incastro Falegname.

INCASTROCompari, il Duca esce dal tempio. E si sono sposati altri due o tre gentiluomini e gentildonne. Se avessimo rappresentato ora il nostro spettacolo ci saremmo fatti un bel gruzzolo.

ZUFOLOIl caro, bravo Rocchetto! Così ha perso sei pence al giorno per tutta la vita. Meno di sei pence al giorno non gli avrebbero dato. Dio mi faccia finir sulla forca, se il Duca non gli avrebbe assegnato sei pence al giorno, per la parte di Piramo. L'avrebbe meritate. Sei pence al giorno per fare Piramo, o nulla!

Entra Rocchetto.

ROCCHETTODove sono i nostri ragazzi? Dove sono i miei compagnoni?

ZEPPARocchetto! Oh giorno coraggioso! Oh felicissima ora!

ROCCHETTOCompari! Ho da raccontarvi meraviglie. Ma non chiedetemi quali. Perché se ve le raccontassi non sarei più un vero ateniese. Vi dirò ogni cosa per filo e per segno.

ZEPPASentiamo, sentiamo, il mio caro Rocchetto.

ROCCHETTONon una parola di me! Tutto ciò che ho da dirvi è che il Duca ha desinato. Raccogliete le vostre robe. Suvvia, andiamo.

Escono.

ATTO 5° - SCENA UNICA Entrano Teseo, Ippolita, Cortigiani e Valletti, fra i quali Filostrato.

IPPOLITA Strane cose, Teseo, quelle di cui parlano questi innamorati.

TESEOPiù strane che vere. Mai sarò indotto a credere a queste favole grottesche, a queste storielle di Fate. Gli innamorati e i pazzi hanno i cervelli in tale ebollizione, e tanto fervide son le loro fantasie, che concepiscono più di quanto il freddo raziocinio mai comprenda. Il lunatico, l'innamorato e il poeta, sol di fantasie sono composti.

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IPPOLITA (che è rimasta male dalla frase di Teseo)Ma il racconto di tutto ciò che accadde questa notte, e il fatto che le menti di ognun furon stravolte, attesta qualcosa di più che fantastiche visioni, e la cosa assume grande consistenza, per quanto strana e prodigiosa.

Entrano gli innamorati; Lisandro, Demetrio, Ermia ed Elena.

TESEOEcco i nostri innamorati, in gran giubilo e allegria. Gioia, miei cari amici.

LISANDROPiù che noi accompagnino voi, sui vostri regali sentieri, ai vostri deschi, al vostro talamo!

TESEO (lo chiama con voce imperiosa senza sapere che è dietro di lui)Suvvia, Dov'è il ministro dei nostri spettacoli? Chiamatemi, dunque, Filostrato.

FILOSTRATO (facendosi avanti da dietro Teseo) Eccomi qua, potente Sire.

TESEODimmi, qual passatempo ci offri questa sera?

FILOSTRATO (Rosy)Ecco qua un elenco degli svaghi allestiti. Scelga Sua Altezza, con quale cominciare.

Porge un foglio.

TESEO (legge) "Breve scena tediosa del giovane Piramo e di Tisbe, amor suo, tragicissimo spasso"? Dramma spassoso e tragico? Tedioso e breve? È ghiaccio caldo, e neve in piena estate! Come trovare accordo in un tal disaccordo?

FILOSTRATOSire, la lunghezza del dramma è solo dieci parole. È lo spettacolo più corto ch'io conosca. Ma dieci parole son troppe….. In tutto il dramma non c'è un solo attore adatto. E tragico, mio nobile signore, esso pur è, ché Piramo s'uccide. E devo confessare che, alle prove, mi si bagnaron gli occhi. Mai lacrime più gioiose piovvero giù dagli scoppi sonori delle risa.

TESEOChi sono dunque, Filostrato, gli attori?

FILOSTRATOLavoratori d'Atene, che non han mai faticato col cervello.

TESEOVoglio ascoltare il dramma.

Esce Filostrato.

IPPOLITA (preoccupata)Mi duole veder sopraffatti dei poveri inetti, e lo zelo crollare nell'esercizio del dovere.

TESEO34

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Ma tu, diletta mia, non vedrai niente di questo.

IPPOLITAFilostrato ha detto che non valgono nulla in queste cose.

TESEOE per un"nulla" vieppiù cortesi saremo a ringraziarli. Il nostro divertimento sarà nell'intender ciò ch'è stato frainteso.

Entra Filostrato.

FILOSTRATOCol permesso di Vostra Grazia, il Prologo è pronto.

TESEOChe il Prologo si faccia avanti.

Squilli di trombe. Entra Zeppa nella parte del Prologo.

PROLOGO (Mary)Se vi offenderemo, è col nostro intento. Di persuadervi che non veniamo per offendervi, ma di proposito. Mostrarvi la nostra incapacità, ecco il vero principio del nostro fine. Dunque considerate che con malo proposito veniamo. Non già siam qua per contentarvi e divertirvi. Non già! Perché abbiate a pentirvene gli attori son pronti a cominciare. E dalla loro pantomima verrete a sapere tutto ciò che vorrete sapere.

TESEOCostei - mi pare - tien poco conto della punteggiatura.

LISANDROHa fatto correre il Prologo come un puledro selvaggio.

IPPOLITAIn verità ha recitato il suo Prologo come un bambino suona il flauto. Ha emesso un suono, ma senza governarlo.

TESEOChi è il prossimo a parlare?

Entrano, preceduti da un trombettiere, Rocchetto, nella parte di Piramo, Zufolo, in quella di Tisbe, Beccuccio, in quella del Muro, Agonia in quella del Chiaro di Luna e Incastro in quella del Leone.

PROLOGO (Carla)Dame e Cavalieri, la nostra comparsa qui vi stupirà. Ebbene, stupitevi pure finché poi tutto verrà messo in chiaro. Quest'uomo, se proprio volete saperlo, è Piramo. E questa avvenente signora è Tisbe, Tisbe in persona. Questa donna è il Muro, il vil muro che separava i nostri innamorati. I poveretti bisbigliavano fra loro attraverso una sua fessura

(Mary) Ma non vi dirò mai quale!!

(Carla)35

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E nessuno penserà che ci sia niente di male. Io con la lanterna, rappresento il Chiaro di Luna. Dacché, se v'interessa saperlo, i due amanti son convinti che non sia vergogna incontrarsi ad amoreggiare al chiar di luna alla tomba di Nino.

(Rosa)Questa orribile belva - che Leon s'appella - fe' fuggire impaurita, o meglio atterrita, Tisbe fedele, arrivata per prima, in piena notte. Ella, fuggendo, lasciò cadere il manto; e il vil leone, con lordate fauci, di sangue lo macchiò. Piramo giunge, allora, amabile, superbo, e della fida Tisbe scorge il trucidato manto. Al che col ferro, col ferro fiero, infame, intrepido si trapassa il seno ardente. E Tisbe, che all'ombra d'un gelso l'attende, estrae il pugnale dal petto dell'amante e con quello si uccide. Il resto lo saprete dal Leone, dal Chiaro di Luna, e dagli innamorati, finché dura la scena.

Escono il Prologo, Piramo, Tisbe, Leone, Chiaro di Luna.

TESEOMa quindi parla anche il leone.

DEMETRIOSire, nessuna meraviglia. Dove tanti asini parlano, può benissimo parlare anche un leone.

MUROIn questo nostro dramma si dà il caso ch'io - che Beccuccio ho nome - rappresenti un muro. E dovreste pensar che questo muro abbia in sé il buco d'una crepa - ovverosia fessura - per il cui pertugio gl'innamorati Piramo e Tisbe parlavano spesso in gran segreto. Questa calce, quest'intonaco, e questa pietra, mostran ch'io son quel muro - proprio così! Ed è questa la crepa - a destra e a sinistra - attraverso la quale i paurosi amanti dovranno bisbigliare.

Entra Piramo.

TESEOPiramo s'avvicina al muro. Silenzio!

PIRAMOO notte dal tetro sembiante! O notte che hai il viso tanto nero! O notte che sempre ci sei quando il giorno non c'è! O notte, o notte, ahimè, ahimè, ahimè, temo che Tisbe abbia scordato la promessa! E tu, o muro, o caro, leggiadro muro, che ti ergi fra la terra di suo padre e questa mia, tu, muro, o muro, o caro, amabil muro. mostrami il buco, ch'io possa col mio sguardo penetrarti.(Il Muro diverge le dita a forma di "V")Grazie, cortese muro. Che Giove per questo ti protegga! Ma cosa vegg'io? Io Tisbe alcuna non vedo! O perfido muro, la mia gioia per la tua crepa non veggo. Maledette sian le tue pietre, per avermi ingannato!

TESEOSecondo me il muro - visto che è così sensibile - dovrebbe rispondere a tono.

PIRAMONo, Sire, in verità no. "Per avermi ingannato" è l'imbeccata di Tisbe. Ella deve entrare ora, ed io devo guardarla dal buco. Vedrete, sarà come vi dico. Eccola che arriva!

Entra Tisbe.

TISBEO muro, che gemere mi senti tanto spesso, perché dividi il mio bel Piramo da me! Le mie

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ceràsee labbra hanno spesso baciato le tue pietre, le pietre tue, in te murate con pelo e calce.

PIRAMOVedo una voce. Or m'approssimo al buco per vedere se riesco a udire il volto di mia Tisbe adorata. Tisbe?

TISBEL'amante mio, penso tu sia. L'amante mio!

PIRAMOPensa pure ciò che vuoi, io son proprio Sua Grazia, l'amante tuo! Deh baciami attraverso il buco del vil muro.

TISBEIo bacio il buco del muro, e non le labbra tue.

PIRAMOVorrai immantinente incontrarmi di Ninnolo alla tomba?

TISBEPer la vita, per la morte, a te verrò senz'altro!

Escono Piramo e Tisbe (lui da una parte, lei dall'altra).

MUROOr dunque, io, il Muro, ho qui finito la mia parte. E avendola finita, ecco che il Muro se ne va.Esce.

TESEOE così, raso al suolo è ora il muro fra i due confinanti.

Entrano il Leone e il Chiaro di Luna

Ecco che fanno il loro ingresso due nobili bestie; un uomo e un leone.

LEONEVoi dame, i cui cuori delicati si spaventano alla vista del più piccolo topo mostruoso che strisci sul suolo, può darsi, ora, forse, che possiate avere brividi e tremori quando il selvaggio leone ruggirà in tutta la sua spietata ferocia. Allora, ebbene, sappiate che io, Incastro falegname, sono una pellaccia di leone – e non, peraltro, mamma di leoni! E se dovessi da leone vero venir qui a conflitto sarebbe – per la mia vita - un vero guaio!

TESEOUna bestia davvero gentile e coscienziosa, e intanto ascoltiamo la Luna.

CHIARO DI LUNAQuesta lanterna rappresenta la luna bicorne...

DEMETRIOCostui avrebbe dovuto portare le corna sulla testa.

TESEONon è una luna crescente, e le sue corna sono invisibili nel cerchio.

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CHIARO DI LUNAQuesta lanterna rappresenta la luna bicorne; ed io rappresento l'uomo nella luna.

LISANDROVa' avanti, Luna!

CHIARO DI LUNATutto quello che ho da dirvi è dirvi che la lanterna è la luna; io l'Uomo nella Luna; che questo fascio di pruni è il mio fascio di pruni; e questo cane è il mio cane.

DEMETRIOInsomma, tutte queste cose dovrebbero esser dentro la lanterna, perché son tutte nella luna. Silenzio! Arriva Tisbe.

Entra Tisbe.

TISBEQuesto è di Ninnolo l'antico avello. Ma dov'è l'amor mio?

LEONEOuuu! Il leone rugge. Tisbe (lasciando cadere il manto) fugge via.

DEMETRIOBel ruggito, Leone!

TESEOBella fuga, Tisbe!

IPPOLITABel lume di luna! In verità la luna risplende con molta grazia.

Il Leone scrolla il manto ed esce.

TESEOBella scrollata, Leone!

DEMETRIOE qui arrivò Piramo...

LISANDROE il leone scomparve.

Entra Piramo.

PIRAMOO luna soave, grazie dei tuoi raggi solari. Grazie, o luna, del tuo fulgente splendore! Ché ai tuoi vaghi rai aurei e scintillanti confido di scorger la fidissima Tisbe. Ma ristài! Oh disdetta! Or mira, misero cavaliero.Qual lutto tremendo qui scorgi! Occhio, lo vedi? Ma come può essere? Oh dolce anatroccola mia! Oh il tuo bel mantello - ahimè - lordo di sangue? Accorrete, Furie spietate! Accorrete, Parche, accorrete! Il filo, e lo stame tagliate! Colpite, trucidate, fatela finita, scannate!

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TESEOUna disperazione come questa, e la morte dell'amica diletta, possono quasi impietosire.

IPPOLITADio mi danni se non sento pietà per lui!

PIRAMOOh Natura, ma perché mai creasti i leoni, poi che un leone ha deflorato l'amor mio? Che è... oh no, no... che era la più vaga delle dame che vissero mai, che amarono mai, che mai furono più simpatiche e giulive. Sgorga e inonda, mio pianto! Fuori, e trafiggi, mio brando, di Piramo la mammella! Ah, la sinistra mammella ove il cuore balzella! (Si ferisce.) Così, così, così, io moro! Ed eccomi morto. Volato son via. È in cielo, lassù, l'anima mia. Spegniti, lingua! Vattene luna! Esce il Chiaro di Luna. Così, così, così, io moro! Ahi lasso! (Muore.)

IPPOLITACom'è che la Luna se n'è andata prima che Tisbe torni indietro e scorga l'amante?

TESEOLo troverà al lucore delle stelle.Entra Tisbe.

Ecco, viene,

DEMETRIOE la sua lamentazione,...

TISBEAssopito, amor mio? Morto, il mio piccioncino? O Piramo, sorgi. Deh parla! Parla, deh parla! Sei muto? Morto, sei morto? Un sepolcro dovrà coprire i tuoi dolci occhi. Queste tue labbra di giglio questo tuo naso di ciliegia, queste tue guance di primule gialle, morte, son morte! Amanti levate al cielo i vostri lamenti. I suoi occhi eran verdi come porri. O voi, trine Sorelle accorrete, a me venite con pallide mani di latte. Tuffatele nel sangue voi che tosato avete, con le vostre cesoie, il suo filo di seta. Lingua, non una parola! Vieni, mio ferro fedele, vieni, mio brando, trapassami il petto! (Si ferisce.) E amici miei, addio! Questa è la fine di Tisbe. Addio, addio, addio! (Muore.)

TESEOIl Chiaro di Luna e il Leone sono stati risparmiati perché seppelliscano i morti.

DEMETRIOEh già! E anche il Muro.

ROCCHETTO (levandosi in piedi)No, credetemi, il muro che separava i loro genitori è abbattuto. Si alza anche Zufolo. E ora, messeri, vi piacerebbe vedere l'Epilogo, o sentire una Bergomasca danzata da due della nostra compagnia?

TESEONiente Epilogo, vi prego! Il vostro dramma non ha bisogno di giustificarsi. Non ne ha bisogno perché quando gli attori son tutti morti, non c'è più nessuno da biasimare. Ma venga la Bergomasca, e lasciate stare l'Epilogo.

Entrano Zeppa, Incastro, Beccuccio e Agonia, due dei quali danzano una Bergomasca. 39

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Poi escono gli artieri, compresi Zufolo e Rocchetto.

La lingua di ferro della mezzanotte ha battuto dodici colpi. Amanti, a letto! È quasi l'ora delle Fate.

Escono.

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