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III.3.3 Dies giustitiae L’accezione salvifica di giudizio si integra con un’altra non meno importante. Il giudizio è anche esercizio della giustizia divina che, in piena Verità, cioè nello Spirito, in Cristo, dà a ciascuno ciò che è suo per raggiungere la piena comunione trinitaria. Nel vangelo giovanneo si afferma che: Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato, ma chi non crede è già stato giudicato... E il giudizio è questo... gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce 47 . Il Giudizio è un evento immanente alla storia, si attua nella storia come azione dis-criminante; discerne, distingue, separa. L’azione salvifica individua le componenti positive e costruttive dell’uomo e del mondo, le separa da quelle negative e le rende evidenti constatandone il bene.Questa interpretazione prende spunto dalla letteratura apocalittica che legge l’evento in una prospettiva metastorica e cosmica, come partecipazione al nuove eone, che è una novità assoluta rispetto all’eone presente. Il giudizio affrescato nella Cupola di S.Maria del Fiore a Firenze da Giorgio Vasari e Andrea Zuccari (1572 al 1579) si riferisce a questa interpretazione.La figura del Cristo, fulcro di tutta la raffigurazione, pur avendo vari attributi del Giudice, non giudica. Egli è “ come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai” (Mal 3,2), un sole di giustizia” che inaugura il giorno rovente come un forno” Notiamo infatti i raggi incandescenti che escono dal suo corpo: “allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà” (Mal 3,19). Un angelo gli porge una grande spada, ma Egli non l'impugna. Il Cristo della cupola alza la mano destra piagata come per far vedere la ferita, e contemporaneamente guarda verso l'alto, verso la luce 47 Gv 3,7-19

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III.3.3 Dies giustitiae

L’accezione salvifica di giudizio si integra con un’altra non meno importante.Il giudizio è anche esercizio della giustizia divina che, in piena Verità, cioè nello Spirito, in Cristo, dà a ciascuno ciò che è suo per raggiungere la piena comunione trinitaria.Nel vangelo giovanneo si afferma che:

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato, ma chi non crede è già stato giudicato... E il giudizio è questo... gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce47.

Il Giudizio è un evento immanente alla storia, si attua nella storia come azione dis-criminante; discerne, distingue, separa. L’azione salvifica individua le componenti positive e costruttive dell’uomo e del mondo, le separa da quelle negative e le rende evidenti constatandone il bene.Questa interpretazione prende spunto dalla letteratura apocalittica che legge l’evento in una prospettiva metastorica e cosmica, come partecipazione al nuove eone, che è una novità assoluta rispetto all’eone presente.

Il giudizio affrescato nella Cupola di S.Maria del Fiore a Firenze da Giorgio Vasari e Andrea Zuccari (1572 al 1579) si riferisce a questa interpretazione.La figura del Cristo, fulcro di tutta la raffigurazione, pur avendo vari attributi del Giudice, non giudica. Egli è “ come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai” (Mal 3,2), un “sole di giustizia” che inaugura il “giorno rovente come un forno” Notiamo infatti i raggi incandescenti che escono dal suo corpo: “allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà” (Mal 3,19).

Un angelo gli porge una grande spada, ma Egli non l'impugna. Il Cristo della cupola alza la mano destra piagata come per far vedere la ferita, e contemporaneamente guarda verso l'alto, verso la luce che entra dalla lanterna, simbolo naturale del Padre “che abita una luce inaccessibile”, come afferma 1Tim 6,16, e “che nessuno tra gli uomini ha mai visto ne può vedere”, se non il Figlio stesso. Egli diventa così mediatore fra Dio e gli uomini: “uno solo, infatti, è Dio, e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti”. (1Tim 2,5).

47 Gv 3,7-19