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Frazione Barauda di Moncalieri - la cappella settecentesca dedicata a S. Antonio Abate col particolare campanile triangolare (cfr foto a lato) Frazione Baraudina di La Loggia LA LOGGIA VINOVO (Monumenti da visitare) PARCO DELLE

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Frazione Barauda di Moncalieri - la cappella settecentesca dedicata a S. Antonio Abate col particolare campanile triangolare (cfr foto a lato)

Frazione Baraudina di La Loggia

LA LOGGIA

VINOVO (Monumenti da visitare)

PARCO DELLE VALLERE

Il Castello della RovereSi tratta di un palazzo di stile rinascimentale eretto fra il 1480 ed il 1517 in sostituzione di un palazzotto di minori dimensioni adibito a fortezza difensiva. Esso fu costruito su disegno dell'architetto Baccio Pontelli e prospetta sull'attuale piazza Rey. Della sua costruzione, voluta dalla famiglia omonima, fu sponsor e finanziatore il cardinale Domenico della Rovere, originario di Vinovo. Recentemente restaurato, il castello contiene all'interno pregevoli stucchi e dipinti a grottesca della scuola del Pinturicchio ed un bel chiostro con decorazioni in cotto. Con l'estinzione della famiglia Della Rovere, il castello passò nel 1692 alla corona sabauda e Carlo Emanuele II, assegnando il titolo di conte di Vinovo al figlio (illegittimo) che aveva avuto nel 1712 da Gabriella di Mesmes des Marolles, Francesco Agostino, gli diede in concessione anche il castello. Tuttavia la concessione del castello tornò alla corona nel 1732, visto che l'ultimo erede della famiglia Delle Lanze aveva scelto la carriera ecclesiastica (si trattava del futuro cardinale Carlo Vittorio Amedeo Delle Lanze (1712 – 1784), figlio di Francesco Agostino e di Barbara Piossasco di Piobesi). In quell'anno il Re cedette il castello all'Ordine Mauriziano, che nel diciottesimo secolo lo ristrutturò, aggiungendo un piano alla struttura, che contava allora solo un piano oltre a quello terreno. Dal 1775 prese avvio a Vinovo la produzione di maioliche e porcellane, a cui furono destinati i locali del castello e le sue adiacenze. La manifattura fu diretta in un primo tempo dal torinese Brodel, a cui si sostituì nel 1780 un altro torinese, il medico e chimico Vittorio Amedeo Gioanetti, che lavorava sotto la committenza dei Savoia: questo fu il periodo l'oro della porcellana vinovese, fino al 1800 quando, con l'arrivo dei francesi, la manifattura declinò. Gioanetti morì nel 1815; la sua fabbrica continuò a lavorare sino al 1820, diretta da un suo aiutante, Giovanni Lomello. Dopo la morte del Gioanetti, fallito il tentativo di Giovanni Stoppini di continuarne l'attività, il castello fu venduto nel 1825 all'Università di Torino, che nel 1836 lo vendette a sua volta al comune di Torino, dal quale nel 1839 fu acquistato dai fratelli Giacomo e Luigi Rey, che v'impiantarono una fabbrica di tappeti. Durante il periodo in cui fu proprietà della famiglia Rey l'edificio venne profondamente trasformato, sia nel piani superiori, occupati dalla manifattura, sia nel piano nobile, dove venne restaurato il salone del lato nord, decorato dagli affreschi di Rodolfo Morgari e del nipote Luigi. I Rey abitarono il castello fino agli anni sessanta e nel 1973 l'edificio venne acquistato dal Comune di Vinovo. Dal 30 settembre 2006 è sede della biblioteca comunale e dal 2007 anche della St. John International University.Oggi è sede della Biblioteca Comunale e della St. John International University. Quest’ultima è un'università privata americana, che offre lauree e titoli post lauream. La SJIU, registrata come società nello Stato del New Hampshire, ha il suo main office in Concord, mentre il main campus è situato presso il Castello Della Rovere in Vinovo (Torino).Fondata nel 2007 la St. John International University, società di diritto statunitense, si propone quale Università internazionale di eccellenza. Il percorso di riconoscimento decorre dal 30 ottobre 2007, con la comunicazione al Ministero dell'Università e al Ministero degli Affari Esteri italiani e prosegue il 30 gennaio 2008 con la richiesta ufficiale di istituzione dell'università allo Stato del New Hampshire, USA.L’autorizzazione ad istituire programmi accademici è stata concessa in data 08 maggio 2008 dalla State of New Hampshire Postsecondary Education Commission.L'autorizzazione a conferire lauree è stata concessa dalla Legislatura dello Stato del New Hampshire il 29 giugno 2009 con il SENATE BILL n. 26

Il territorio medioe-vale di "Stoponito", ricco d'acque sorgive, deve il suo popo-lamento alle Abbazie di Staffarda e di Rivalta, che vi pos-sedevano grange e chiese. Il territorio

definito in età medioevale presentava già un piccolo castello, tuttora visibile a levante della palazzina (via Vinovo di Stupinigi), che anticamente difendeva il paese di Moncalieri: esso era possesso dei Savoia-Acaia, ramo cadetto della dinastia, ma passò sotto la proprietà di Amedeo VIII di Savoia quando l'ultimo degli Acaia morì nel 1418. Amedeo VIII lo lasciò in proprietà nel 1439 ad un membro della famiglia, il marchese Pallavicino di Zibello, ma i Savoia ne tornarono in

possesso quando Emanuele Filiberto ne reclamò la proprietà nel 1564. Per volontà del duca, il castello e le terre adiacenti vennero lasciate all'Ordine Mauriziano. Grazie alle continue bonifiche i suoli acquisirono fertilità e l'incremento dei boschi attirò la fauna selvatica. L'interesse venatorio dei Savoia si rivelò già nel corso del XVI secolo quando tutto il territorio, divenuto una Commenda dell'Ordine Mauriziano, venne riservato alle cacce ducali. Si tracciarono le rotte Palmera e Pracavallo che dai castelli del Drosso e di Mirafiori sul Sangone portavano quasi fino al torrente Chisola. In epoca barocca i territori si rivelarono adatti alla pratica della chasse à courre (caccia praticata a cavallo con mute di cani, senza l'uso di armi da fuoco). Tutto il territorio venne dunque rimodellato dalla costruzione della Palazzina con le sue rotte di caccia e rondò.Era l'aprile 1729, e venne affidato il progetto a Filippo Juvarra. Ma fu sotto il regno di Carlo Emanuele III che la palazzina vide la nascita: nel 1731 già veniva inaugurata con la prima battuta di caccia. La costruzione si ampliò durante i regni di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III con il contributo di altri architetti, tra i quali Prunotto, Bo e Alfieri. Nel 1740 furono aggiunte altre due ali, ospitanti le scuderie e le rimesse agricoleAnche Napoleone Bonaparte vi soggiornò, dal 5 maggio al 16 maggio 1805, prima di recarsi a Milano per cingere la Corona Ferrea. Qui egli discusse con le principali cariche politiche di Torino, accogliendo il sindaco, la magistratura e il clero, con a capo il cardinale Buronzo. Sembra che il cardinale, severamente redarguito dall'imperatore per le sue presunte corrispondenze con Carlo Emanuele IV di Savoia, sia stato oggetto di una discussione che ebbe come risultato la sua sostituzione con il vescovo di Acqui Terme, monsignor Della Torre. Nel 1832 la palazzina divenne di nuovo proprietà della famiglia reale e il 12 aprile 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra Vittorio Emanuele II, futuro primo re d'Italia, e l'austriaca Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena. Fu poi ceduta al demanio statale nel 1919 e nel 1925 fu restituita, con le proprietà circostanti, all'Ordine Mauriziano.Nell'Ottocento ospitò per diversi anni un elefante indiano maschio, che era stato regalato a Carlo Felice. L'elefante Fritz divenne famoso, ma dopo qualche anno l'elefante impazzì e incominciò a distruggere ciò che lo circondava; venne abbattuto e donato al museo zoologico dell'università di Torino. Attualmente l'animale imbalsamato è in mostra presso il Museo regionale di scienze naturali di Torino. La Regione Piemonte nel 1992 ha istituito il Parco naturale di Stupinigi (1732 ettari) e nel 2009 ha acquisito al proprio patrimonio immobili appartenenti al contesto urbano e rurale del comparto di Stupinigi appartenenti precedentemente all'Ordine Mauriziano. Dal 1997 il Parco rientra nella tra i beni classificati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, in relazione all'importanza storico-architettonica dei luoghi e alla presenza della Palazzina di Caccia di Stupinigi, rientrante nel sito seriale delle Residenze Reali del Piemonte.

Palazzina di StupinigiLa costruzione della Palazzina di Caccia inizia nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra che

ridisegna l'intero territorio della commenda (prima donazione del Fondatore Emanuele Filiberto all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro), e continua fino alla fine del XVIII sec. con interventi di ampliamento e completamento di Benedetto Alfieri e di altri architetti quali Giovanni Tommaso Prunotto, Ignazio Birago di Borgaro, Ludovico Bo, Ignazio Bertola. Testimonianza eccezionale dello spirito del tardo Juvarra e di Benedetto Alfieri, si specchia e ritrova nel rococò internazionale delle residenze reali europee. E' luogo di loisir per la caccia nella vita di corte sabauda, sontuosa e raffinata dimora prediletta dai Savoia per le feste e i matrimoni durante i secc. XVIII e XIX, apprezzata anche da Napoleone nei primi anni dell'800. Agli inizi del XX secolo è eletta a stabile residenza dalla Regina Margherita, e dal 1919 è anche sede del Museo dell'Arredamento. Costituisce l'elemento eminente del patrimonio storico-artistico mauriziano. Dal giugno 2011, grazie al lavoro di coordinamento dei molti sostegni ottenuti per il restauro e la riqualificazione dei luoghi, Stupinigi ha riaperto al pubblico con i primi interventi sul verde (giugno 2011) e il percorso interno in forma espositiva (giugno 2011): "Stupinigi Tempo Primo. Tesori ritrovati", ove in particolare è possibile ammirare l'Appartamento di Levante con arredi fissi e mobili del '700 restaurati e tornati al loro antico splendore. Dall'15 marzo 2013, il percorso è arricchito ("Stupinigi. Intermezzo. Lavori in corso") dal completo restauro della Sala degli Scudieri, sostenuto dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, e dalla progressione degli interventi di restauro: giardini, facciate sud, Sala di S. Uberto, Salone Centrale e attigui appartamenti del Re e della Regina.

Castello di Parpaglia Di origine presumibilmente trecentesca, si ipotizza che il castello sia sorto come avamposto dei Cavalieri Gerosolimitani, oggi noti come Ordine di Malta. I primi proprietari della cscian e del Castello furono i Revigliasco e successivamente subentrarono i Parpaglia. All'Ing. Carlo Mosca sono attribuibili alcune modifiche apportate all'impianto originario nel 1825.