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Sono pubblicate sul sito della scuola le fiabe prodotte dagli alunni della classe che sono stati autorizzati a farlo dai genitori.

Si ringrazia Aniss per la realizzazione della bella copertina.

Buona lettura!

Prof.ssa Adriana Bocchetti

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Il contadino e il Drago

C’era una volta in un regno un re che chiedeva aiuto ai suoi cavalieri per salvare la sua amata figlia, rapita da un Drago.

Dopo tre giorni si presentò un povero contadino di vent’anni che si offrì di andare a salvare la principessa. Il re non fu molto contento del fatto che l’unico volontario fosse un povero contadino, però non ebbe altra scelta e dovette mandare proprio lui in missione e promettergli che, se avesse sconfitto il Drago, avrebbe potuto prendere in sposa la principessa.

Il re spiegò al contadino che doveva procurarsi molto denaro e consegnarlo al Drago che, così, avrebbe liberato sua figlia, ma che nel suo forziere non c’era più nulla e tutte le ricchezze del Regno erano state già portate al Drago che ne pretendeva altre.

Il giorno dopo il contadino s’incamminò e trovò subito davanti a sé un’immensa quantità di denaro, per un momento pensò che poteva scappare con quello e dimenticarsi del drago, ma poi rifletté che poteva trattarsi di una trappola e non lo toccò.

Qualche minuto dopo si presentò davanti a lui una bellissima Fata che gli spiegò che il denaro di prima era un tranello, ma quello che gli avrebbe dato ora sarebbe stato vero. Infatti, gli consegnò un baule con dentro tutto il denaro che voleva e lui la ringraziò a non finire. Proseguendo nel suo cammino, il contadino incontrò un cavallo che volava come il Vento che lo mise in guardia: “Mentre passavo sopra la torre del Drago, l’ho sentito dire ad alta voce che non appena gli avrai consegnato il denaro, proverà a ucciderti”.

Fu proprio così: non appena il contadino consegnò il denaro, dovette schivare un’ondata di fuoco spaventosa e si nascose dietro a una montagna di cadaveri che il drago aveva incenerito.. Poi prese una spada infuocata e sconfisse il Drago con un colpo alla schiena che gli trafisse il corpo e gli lacerò il cuore; infine prese un vaso pieno d’acqua e glielo rovesciò addosso dandogli il colpo di grazia. Tornò al castello e ci fu un grandissimo matrimonio che rese contenta anche la bella principessa e vissero tutti felici e contenti!

Davide

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GEMMA E IL BAULE MAGICO

C’era una volta una bambina di nome Gemma, che abitava con il padre, la sorella e la matrigna cattiva in una vecchia casa nel bosco. Da quando la matrigna era entrata in quella casa, per Gemma la vita era diventata molto difficile: doveva sopportare le sgridate e i lavori pesanti, la matrigna la costringeva a mangiare solo gli avanzi della cucina, a volte la mandava a dormire senza cena.

Il padre, molto triste e arrabbiato per tutta questa situazione, un giorno raccontò a Gemma di avere saputo dell’esistenza di un baule magico pieno di monete. Se l’avesse trovato, avrebbe potuto donarlo alla matrigna per convincerla ad allontanarsi da casa. Così Gemma partì di buon mattino alla ricerca del baule, ma non sapeva dove trovarlo. Camminò per ore e ore in un bosco sempre più fitto, ma non trovò nessuno che potesse aiutarla. La sera, ormai stanchissima, vide un vecchietto che riposava sotto un albero: gli occhi erano chiusi, la barba e i capelli bianchi, la schiena ricurva. Gemma si avvicinò per svegliarlo e, con stupore, notò che il vecchietto parlava nel sonno e ripeteva in continuazione una filastrocca: “Baule pesante, baule leggero, sali la montagna fino al cielo. Cavallo pesante, cavallo leggero, scendi la montagna e scava sotto terra”.Gemma ascoltò con attenzione e cominciò a guardarsi intorno per trovare una montagna. Quando la vide, si spaventò per la sua altezza: come avrebbe fatto a salire fino alla sua cima? Allora iniziò a chiamare: “Cavallo, chi sei? Dove sei? Sei tu che dovrai aiutarmi?”. Ed ecco che comparve un piccolissimo cavallo bianco alato, così piccolo che la ragazza non avrebbe mai potuto cavalcarlo, ma bastò sfiorarlo con una carezza, che il cavallo divenne della giusta misura. Così volarono insieme sulla vetta della montagna. Il vento era fortissimo, impediva la salita, ma il cavallo lottò con forza e riuscì a farcela. Dovettero, poi, ridiscendere volando verso terra. Infine il cavallo indicò a Gemma il luogo dove scavare. Gemma scavò per tanto tempo con il solo aiuto delle sue mani e finalmente trovò il baule. Il cavallo riportò Gemma e il baule a casa, ma dovette ancora lottare contro il vento. Arrivati a destinazione, il cavallo, ormai sfinito, morì. Gemma scoppiò a piangere e il padre la consolò dicendole che era stata molto brava.

Il padre chiamò la matrigna per consegnarle il baule e dirle che non si sarebbe più dovuta far rivedere. La matrigna scappò subito, ricca e soddisfatta. Gemma, la sorella e il padre vissero per sempre felici e contenti, ma tutte le notti lo spirito del cavallo compariva ne sogni di Gemma.

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Andrea

Il sacro calice

C’era una volta un ragazzo di nome Mike che, avendo perso i genitori, era rimasto orfano e viveva con i suoi fratelli maggiori.

Mike si ricordò che suo padre, prima di morire, gli aveva detto di recuperare il sacro calice d’oro perché era molto prezioso e importante. Allora lui si costruì un’armatura e partì per l’avventura.

Egli attraversò mari e monti, finché non arrivò al castello di un potente drago. All’entrata del castello c’era un vecchietto che gli disse: ”Figliolo, se vuoi sconfiggere il drago e recuperare Il Sacro Calice D’oro, dovrai scegliere uno dei seguenti doni: l’unguento che risuscita i morti, il pettine che si trasforma in foresta o il baule pieno di monete d’oro, ma prima dovrai sconfiggere un serpente velenosissimo.

Il giovane con grande coraggio, affrontò e uccise il serpente, poi scelse l’unguento che resuscita i morti e si avventurò nel castello. Dopo ore e ore di cammino, incontrò il potente drago, fu una battaglia molto feroce, finché non si ricordò dell’unguento, lo gettò a terra e fece resuscitare un esercito di cavalieri, grazie ai quali sconfisse il drago.

Alla fine Mike recuperò Il Sacro Calice d’oro, tornò a casa e lui e i suoi due fratelli vissero felici e contenti.

Marco

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JOHN E IL DRAGO

C’era una volta un contadino di nome John che viveva in una catapecchia. Un giorno era andato a pescare, quando all’improvviso vide una ranocchia indifesa che stava per essere mangiata da un serpente, ma lui riuscì a ucciderlo con un’ascia.

La ranocchia lo ringraziò per il suo aiuto e gli disse che, se avesse sconfitto il drago, avrebbe ricevuto una grande ricompensa. Gli promise, anche, se avesse superato le sue prove, un unguento che resuscitava i morti. John accettò e la ranocchia gli chiese di trovare delle zampe di maiale, del peto di puzzola e, infine, il ragno più velenoso della foresta. John si mise in cammino e dopo due giorni tornò con quello che aveva chiesto la rana e ricevette l’unguento. John si rimise in marcia, ma era debolissimo a causa del grande sforzo. Per fortuna incontrò un Pegaso, un cavallo volante, che lo portò velocemente dal drago.

Appena arrivarono al suo castello, il drago si accorse di loro e li sfidò, scagliando lingue di fuoco e distruggendo tutto. Allora il ragazzo, quasi senza più forze, usò l’unguento magico per risvegliare tutti i morti distrutti dal drago e, insieme a loro, lo uccise.

John ricevette la sua ricompensa: una sposa e un regno da governare; e vissero per sempre felici e contenti.

Lorenzo

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Il povero contadino contro l’orco

C’era una volta in una casa un povero contadino di nome Antonio, che viveva con la figlia Silvia di sedici anni. La moglie era morta tre anni prima; la loro casa era piccola, brutta e misera, non avevano da mangiare e le poche cose che avevano, le dividevano con gli animali. Un giorno il contadino andò in paese e in giro sentì dalla gente che la figlia del re era stata catturata da un orco e chi gliela avesse riportata, avrebbe ricevuto come ricompensa un baule pieno di soldi. Allora Antonio corse velocemente a casa e quando arrivò, raccontò tutto a sua sorella Silvia e le disse che lui avrebbe provato a salvare la figlia del re, cosi avrebbe avuto i soldi per sistemare la casa e avere più cibo per vivere. Ma la sorella gli rispose che non doveva farlo perché era troppo pericoloso. Però Antonio voleva andare a tutti i costi, infatti, senza ascoltarla, partì che era ancora notte.

Antonio sapeva dove era l’orco. così entrò nel bosco e camminò per molte ore finché non vide l’orco che dormiva e dietro di lui era rinchiusa la figlia del re Antonio aveva portato con sé una pianta magica che si trasformava in scala, mise la pianta per terra e quella si trasformò in una scala fino ad arrivare alla gabbia dove era rinchiusa la principessa; notò che la serratura era a forma di moneta e prese una moneta e apri la gabbia, però nell’aprirla svegliò l’orco che si alzò velocemente e si precipitò verso di loro. Allora Antonio si mise a correre rapidamente insieme alla figlia del re. Correva e correva e arrivò fino a casa, ma si accorse che la figlia del re non c’era più.

La mattina dopo, mentre Antonio dava da mangiare ai cavalli, sbucò una vecchietta che chiese un bicchiere d’acqua e Antonio glielo diede; ad un certo punto la vecchina si trasformò in una fata. Antonio si stupì, la fata gli disse che lei aveva visto tutto quello che era avvenuto nel bosco e gli diede un baule pieno di monete magiche. Antonio le chiese cosa doveva fare con quel baule e la fata rispose che serviva a salvare la figlia del re e gli disse che l’orco aveva cambiato la serratura della gabbia e per aprirla c’era bisogno di una moneta magica.

La sera il contadino prese il baule e andò di nuovo nel bosco, ma l’orco, che era nascosto dietro la sua casa, rapì anche sua sorella Silvia. Così, quando Antonio arrivò da lui, trovò nella gabbia sia la principessa che sua sorella con l’orco che faceva da guardia. Incominciò una furiosa battaglia, ma Antonio con un pugnale accoltellò l’orco, finalmente aprì la gabbia e andarono a casa e il re ricompensò Antonio con tantissime monete d’oro.

Alessio

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Carote d’oro

Un contadino era venuto a sapere che su una montagna alta oltre le nuvole, viveva un orco avido di ricchezza che possedeva una carota d’ oro che avrebbe saziato a vita chiunque l’ avesse mangiata. Così decise di intraprendere il viaggio.

Prima fece una sosta al villaggio per riposarsi e chiedere informazioni e lì incontrò un vecchietto che gli disse:”Per sconfiggere l’orco avrai bisogno del mio bauletto magico che crea monete a dismisura, e con questo potrai ingannarlo, ma, per averlo, dovrai riuscire ad entrare in casa mia che è chiusa a chiave, e solo se ce la farai ti darò il mio baule”. Allora il contadino arrivò davanti alla casa del vecchietto e scorse una finestra socchiusa, cercò di arrampicarsi fino a quella, entrò in casa e chiese al vecchio: ”Bene, ho svolto la mia prova, ora mi consegni il baule?” e il vecchietto fu costretto a donarglielo.

Una volta riposato, il contadino ripartì e marciò per giorni finché giunse alla caverna dell’orco, s’infilò furtivamente nella grotta, ma l’orco lo udì e cominciò ad attaccarlo. Il contadino evitava tutti i colpi, poi pensò alla fame di ricchezza dell’orco, allora prese il bauletto e cominciò a gettare monete, l‘orco era affascinato dal potere del baule e gridò: ”LO VOGLIO, LO VOGLIO!!” e il contadino disse:”Lo desideri? Allora prenditelo!” e scagliò il baule giù dal pendio e l’orco rotolò giù con esso. il contadino prese la carota in fretta e tornò a casa. Una volta giunto alla palafitta preparò la tavola con la tovaglia più bella che aveva, si sedette, tirò un lungo sospiro e diede un morso alla luccicante carota.

Marco

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Il contadino C’era una volta un contadino povero che viveva solo in campagna. Un giorno sentì delle persone che dicevano che in una foresta buia c’era un corvo che possedeva un baule con delle monete magiche, ma ad impedire che qualcuno lo prendesse c’era un orco che mangiava tutti quelli che passavano di li. Il contadino decise con coraggio di andarci.Prima di addentrarsi nel bosco, vide una pianta parlante che gli disse: ”Ti prego, dammi un po’ di acqua” e il contadino subito prese la sua borraccia e gliene diede un po’; la pianta in cambio gli disse che poteva esprimere un desiderio e il contadino la portò con sé.Arrivati nel bosco, videro dietro ad un cespuglio l’orco, cercarono di evitarlo e di fare piano,ma lui li sentì e subito si alzò e li inseguì. Il contadino colse l’occasione e chiese alla pianta di far scomparire l’orco e la pianta fece subito quello che le aveva detto. Poi, durante la strada che stavano percorrendo, la pianta si trasformò all’improvviso in una principessa bellissima, Il contadino non credeva ai suoi occhi e si meravigliò tanto che svenne. Quando si risvegliò, ripartirono felici e arrivarono al nido del corvo dove si trovava il baule pieno di monete d’oro. Il contadino lo prese subito, però il corvo gli disse: ”Prima di andartene, dovrai fare due cose per me: trovare quattro bacche arancioni e due blu, poi andare da un vecchio mago che si trova fuori da questo bosco e chiedergli una pozione magica che fa addormentare gli orchi”. Il contadino accettò e riuscì a procurarsi quanto gli era stato richiesto e ottenne il baule con le monete magiche.Durante il viaggio di ritorno il contadino chiese alla principessa se voleva sposarlo, lei rispose di si. A casa decisero di celebrare subito le nozze e con i soldi che avevano, comprarono una casa molto grande ed ebbero due figli, così vissero per sempre felici e contenti.

Sara

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L’unguento magico

C’erano una volta tre fratelli e il loro padre, rimasto vedovo, che vivevano in un piccolo paesino. La madre era morta dopo pochi anni che era nato il più piccolo di loro, Jack, il quale sentiva molto la sua mancanza. Così, quando ebbe compiuto dodici anni si ripromise di andare al villaggio per prendere l’unguento che risuscita i morti.

Il giorno arrivò e lui si mise in cammino con tutte le raccomandazioni del padre e le provviste per il viaggio. Attraversò monti, fiumi, laghi, montagne e colline e dopo ben tre giorni arrivò. Quando giunse al paesino, tutti lo accolsero benissimo come se fosse il figlio di un re e lui chiese ai passanti delle indicazioni per sapere dove si trovasse la capanna della fata che possedeva l’unguento magico. Gli spiegarono che era in fondo al paese; lui non perse tempo e andò subito lì. Trovò la fata e le disse tutti i suoi piani, lei approvò l’impresa e volò verso la dimora della mosca.

Jack s’incamminò verso il cimitero con l’unguento che gli aveva dato la fata. Ad un certo punto vide una nuvola di fumo rosa luccicante e pochi secondi dopo comparve la fata, che gli riferì tutte le spiegazioni che le aveva dato la mosca per utilizzare l’unguento e resuscitare qualcuno.

Jack arrivò al cimitero e trovò la tomba della madre, tirò fuori l’unguento dalla tasca e lo sparse sopra, aspettò ansioso, ma non successe niente. Aspetta,aspetta..., dopo tre ore sentì una vocina provenire dalla tomba. Si! La riconobbe: era la voce della mamma, quella voce che da piccolo gli raccontava le storie…sì, era proprio quella! Dopo pochi minuti di intensi ricordi, la mamma apparve proprio davanti a lui! Quanto era felice in quel momento: la sua gioia era indescrivibile!

Tutto fiero di aver compiuto l’impresa, tornò a casa con la mamma e lasciò tutti a bocca aperta. Fecero festa per il suo ritorno e vissero per sempre felici e contenti tutti insieme.

Aicha

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La foglia di magnolia

C’era una volta un castello nascosto da un fitto bosco, dove abitavano il re, le sue tre figlie e la loro matrigna. Vivevano felici, finché un giorno il re si ammalò e il medico lo avvertì che per guarire sarebbe servita una foglia di magnolia.

Lui, che era così malato, non sarebbe mai potuto partire per cercarla, così incaricò la più piccola delle tre figlie, che era ancora una bambina, e lei si mise subito in cammino. La matrigna, però, non teneva molto al re, anzi sperava di ereditarne al più presto le ricchezze, così fece di tutto per ostacolarne il tragitto: trovò una scorciatoia e sparse ovunque del liquido di ortica, la bambina arrivò e le sue gambe diventarono rossissime. Ad un certo punto la principessina sentì un ronzio: era una mosca che le disse:”Ehi ragazzina, se tu la foglia vuoi trovare dalla pianta parlante dovrai andare” . Lei chiese:”Ma come fai a saperlo?”. La mosca rispose: “Io ascolto i discorsi di tutti e per sbaglio ho sentito il vostro.”.Lei non perse tempo e andò subito a cercare la pianta. Quando la trovò, quella le diede una barca che poteva essere utilizzata sia per mare che per terra, con la quale si mise subito in viaggio ed arrivò finalmente nel luogo in cui si trovava la foglia di magnolia. Rifece tutto il tragitto e tornò a casa sana e salva. Il padre guarì e scopri che la matrigna aveva ostacolato sua figlia, per cui la cacciò dalla reggia. Così tornarono tutti felici e contenti.

Valentina