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www.matura.it - la matura non ci fa paura Indice: La composizione del terziario e le differenze politiche economiche dei vari paesi Tipi di servizi: analisi del terziario “pubblico e “privato” Terziario pubblico: cenni ai modelli di Stato “assistenziale” e “liberista” e la loro localizzazione all’interno delle politiche economiche mondiali L’Italia: Le imposte La pubblica amministrazione Le riforme economiche nell’Età Giolittiana - Cenni storici Il Marketing e la Pubblicità Le banche e le assicurazioni Le aziende Bancarie e le loro operazioni The banking Les Banques The insurance Les assurance La Ricerca e la Consulenza Il Commercio internazionale Le principali associazioni Commerciali I trasporti Les Transport et le ròle de la Douane Cenni al protezionismo La distribuzione dei beni I flussi di informazioni Il Turismo

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Indice: La composizione del terziario e le differenze politiche

economiche dei vari paesi Tipi di servizi: analisi del terziario “pubblico e “privato” Terziario pubblico: cenni ai modelli di Stato “assistenziale” e

“liberista” e la loro localizzazione all’interno delle politiche economiche mondiali

L’Italia: Le imposte La pubblica amministrazione Le riforme economiche nell’Età Giolittiana - Cenni storici Il Marketing e la Pubblicità Le banche e le assicurazioni Le aziende Bancarie e le loro operazioni The banking Les Banques The insurance Les assurance La Ricerca e la Consulenza Il Commercio internazionale Le principali associazioni Commerciali I trasporti Les Transport et le ròle de la Douane Cenni al protezionismo La distribuzione dei beni I flussi di informazioni Il Turismo

Il settore Terziario, a differenza del Primario e del Secondario, è un insieme di impieghi che non fornisce beni materiali, ma servizi, e risorse immateriali. Tale settore lavorativo ha acquisito una tale importanza che le società sviluppate sono anche chiamate “società terziarizzate” o” postindustriali”.E’ un gruppo che include servizi molto eterogenei in se, e può essere suddiviso in base a diversi criteri:

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in base a chi fornisce i servizi: Terziario Privato (gestito dai privati) Terziario Pubblico (gestito dallo Stato, che generalmente

controlla i servizi ritenuti fondamentali per la collettività, come l’istruzione, la sanità, la pubblica amministrazione...)

in base ai fruitori dei servizi: Terziario per le Imprese (il commercio e distribuzione dei

beni, la pubblicità, il marketing, la consulenza tecnica, finanziaria e legale...)

Terziario per le famiglie e i singoli (il turismo, il commercio al dettaglio, le attività ricreative e culturali...)

Terziario per la collettività (l’istruzione, la sanità, la pubblica amministrazione, i trasporti, le comunicazioni, le banche, le assicurazioni...)

in base alla distribuzione territoriale ed alla qualità dei servizi: terziario di base o tradizionale: è costituito da servizi comuni

o banali, diffusi capillarmente sul territorio (la vendita al dettaglio, gli sportelli bancari, gli asili e le scuole, gli ambulatori...)

terziario avanzato o quartenario: è costituito da servizi rari e di alto livello, localizzati nei grandi centri urbani (i centri decisionali delle multinazionali, le banche e i governi, i centri di ricerca avanzata, le sedi dei mass- media...)

Nei paesi avanzati il Terziario è il principale settore economico, sia per numero di addetti, sia per contributo P.I.L.; il processo di terziarizzazione è stato particolarmente veloce negli ultimi decenni, dato che l’aumento del reddito medio e del tempo libero ha determinato una forte richiesta di servizi per le famiglie, i singoli e la collettività... inoltre, la modernizzazione del Primario e del Secondario ha comportato un’elevata richiesta di servizi ad alta specializzazione.

Nei paesi comunisti o ex comunisti, fino al termine degli anni ’80, questo settore era quasi completamente pianificato e

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gestito dallo stato, che essenzialmente garantiva alla popolazione i servizi di base. La mancanza del Terziario privato di tipo “concorrenziale” (ovvero basato sulle leggi di mercato e sulla libera concorrenza) ha costituito un evidente freno per il suo sviluppo. A seguito dei profondi mutamenti politici e di indirizzo economico avvenuti negli U.R.S.S. ed in Europa Orientale nei primi anni ’90, il Terziario è ora coinvolto in un processo di riorganizzazione e privatizazzione. Questa tendenza si osserva anche in paesi ancora nominalmente comunisti, come la Cina, dove l’offerta di servizi, per numero e qualità, è in continuo miglioramento.

Nei paesi emergenti, la rapida industrializzazione ha determinato un veloce sviluppo, in particolare dei servizi destinati alle imprese; nel terziario di base invece, il divario tra queste Nazioni e quelle sviluppate è ancora evidente.

Nei paesi in via di sviluppo, gli addetti a tale settore sono meno del 20 %, ed ilo contributo P.I.L. è inferiore al 50%. Essendo paesi ancora poco sviluppati ed ancora legati a forme tradizionali di economia, il processo di terziarizazzione è in evidente ritardo, con servizi inadeguati per numero, varietà e qualità. La situazione, abbastanza curiosa, per cui gli occupati del Terziario spesso superano quelli del Secondario, si deve allo scarso sviluppo dell’industria ed al fenomeno del “terziario gonfiato”. Si tratta di un artificioso “rigonfiamento” del settore e in particolare degli apparati burocratico e militare, che sono sovradimensionati e sottraggono risorse ad altri servizi, molto più utili alla popolazione. Ad esempio, il totale delle spese militari nei paesi in via di sviluppo è 10 volte maggiore rispetto alle spese sanitarie. Questo perché i governi sentono la necessità, spesso a causa della politica interna autoritaria e repressiva che vige nei loro paesi, di sviluppare ulteriormente l’apparato burocratico e militare, giustificando questo spreco con il dovere di creare sempre nuovi posti di lavoro.

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I servizi per la collettivitàLa sanità, la previdenza sociale e l’istruzione sono importanti servizi d’uso collettivo, che nel modello di stato assistenziale (“welfarestate” o “stato del benessere”) diffuso soprattutto in Europa, sono prevalentemente forniti dallo stato. Essi costituiscono il terziario pubblico o sociale, detto anche non concorrenziale perché gestito dallo Stato non a scopo di lucro, ma per garantire a tutti i cittadini, e soprattutto ai più poveri, un reddito minimo ed un insieme di servizi di base. Negli ultimi anni il welfare state è stato ridimenzionato, per l’elevato peso il terziario sociale ha sulla spesa pubblica. Negli Stati Uniti, dove è presente un sistema più liberista e meno assistenzialista, la gestione dei servizi collettiva è in gran parte devoluta a privati, determinando un evidente penalizzazione delle classi sociali meno abbienti.Nei paesi comunisti come la Cina, tali servizi sono forniti dallo Stato; nei paesi ex- comunisti come la Russia invece, dove si sta riorganizzando l’intero sistema economico, l’offerta di servizi sociali alla popolazione è stata ridotta e le condizioni di vita dei più poveri sono ulteriormente peggiorate.Nei paesi in via di sviluppo, i servizi collettivi sono inadeguati per numero e qualità, come evidenziano alcuni indicatori, quali il tasso di analfabetismo, il numero dei medici ogni mille abitanti, e la mortalità infantile.

Le imposte

L'imposta è un prelievo coattivo di ricchezza attraverso il quale lo Stato si procura i mezzi finanziari per coprire le spese relative ai servizi pubblici generali, non divisibili e non individualizzabili, nonché quelle parti di costi, dei servizi pubblici speciali, non coperte dalle tasse. Lo Stato impone a tutti i cittadini di contribuire alle spese pubbliche "in ragione della capacità contributiva".

Elementi per l’imposta

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La soggezione del contribuente all'imposizione dell'Ente, porta alla creazione di un rapporto giuridico, che consente di individuare i seguenti elementi:- il PRESUPPOSTO, è la situazione giuridica od economica che fa sorgere l'obbligo al pagamento.- il SOGGETTO ATTIVO, è lo Stato o un altro Ente pubblico territoriale.- il SOGGETTO PASSIVO, è la persona fisica o giuridica che è tenuto al pagamento dell'imposta. E' cioè quel soggetto rispetto al quale si è manifestato il presupposto dell'imposta.- l'OGGETTO, è la ricchezza che viene colpita dall'imposta. Immediata (reddito o patrimonio), mediata (consumi o trasferimenti).- l'IMPONIBILE, è la quantità di ricchezza indicata in denaro su cui effettivamente viene calcolata l'imposta.- la FONTE, è la risorsa alla quale il contribuente attinge per ottemperare all'obbligo tributario.- l'ALIQUOTA, è la percentuale che si applica all'imponibile per determinare l'imposta.(ES. ICI)

Classificazione delle imposte

1)Rispetto alle manifestazioni di capacità contributiva: dirette e indirette2)Rispetto alle condizioni personali del contribuente: reali e personali3)Rispetto agli effetti traslativi: generali e speciali4)Rispetto all'oggetto: sul reddito e sul patrimonio5)Rispetto alla misura: fisse, proporzionali, progressive e regressive.

1)dirette e indiretteLe imposte si distinguono in dirette e indirette, a seonda che la capacità contributiva sia rispettivamente immediata o mediata.Le imposte dirette colpiscono manifestazioni immediate di capacità contributiva, colpiscono cioè il reddito e il patrimonio per il semplice fatto che esistono, indipendentemente dall'uso che se ne fa. Le manifestazioni immediate di capacità

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contributiva sono rappresentate dal possesso concreto di reddito o patrimonio.Le imposte dirette esistenti nel nostro sistema sono:- IRPEF, IRPEG, ILOR e l'imposta sostitutiva.Sono state istituite con la riforma tributaria del 1971/74.

Le imposte indirette colpiscono manifestazioni mediate di capacità contributiva, ossia il reddito quando viene destinato al consumo e il patrimonio quando viene trasferito. Le manifestazioni mediate sono tutte quelle situazioni (consumi, trasferimenti) attraverso le quali si manifesta l'esistenza di un reddito o di un patrimonio.Le imposte indirette esistenti nel nostro sistema sono:- l'IVA, l'INVIM, l'imposta di registro, di bollo, ipotecaria, catastale…

2) reali e personaliLe imposte si distinguono in reali e personali a seconda che si considerino o meno la particolare situazione economica individuale, sociale e familiare del contribuente.Le imposte reali colpiscono il reddito e il patrimonio, senza prendere in considerazione le condizioni del contribuente e sono in genere di tipo proporzionale.

Le imposte personali colpiscono la ricchezza complessiva del contribuente, tenendo conto della sua situazione.Un'imposta diretta personale è l'IRPEF.

3)generali e specialiLe imposte generali colpiscono tutti i redditi del contribuente, qualunque sia la loro provenienza, nella stesa misura.Le imposte speciali colpiscono soltanto alcuni redditi, oppure alcune configurazioni di redditi, ma con aliquote diverse.

La distinzione assume sfumature diverse a seconda che ci si riferisca alle imposte dirette o indirette.

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- le imposte dirette generali, colpiscono tutto il reddito indipendentemente dalla categoria di appartenenza.(IRPEF)- le imposte dirette speciali, colpiscono soltanto alcuni redditi escludendo dal prelievo gli altri.(ICI o IRAP)- le imposte indirette generali, colpiscono tutti i settori produttivi o tutte le operazioni di scambio allo stesso modo.(IVA)- le imposte indirette speciali, colpiscono solo alcuni settori produttivi o soltanto alcuni trasferimenti ma con aliquote differenziate.(di bollo o di registro)

4)sul patrimonio e sul redditoNei sistemi tributari moderni, le imposte sul reddito prevalgono rispetto a quelle sul patrimonio.In relazione all'oggetto abbiamo:- le imposte sul patrimonio che colpiscono il valore patrimoniale a disposizione del soggetto in un certo momento. Quella esistente in Italia è l'ICI (imposta comunale sugli immobili), ma normalmente non esistono vere e proprie imposte sul patrimonio.- le imposte sul reddito, molto più importanti per pressione del contribuente e per gettito, colpiscono il flusso di ricchezza che perviene al soggetto in un certo periodo di tempo.La prevalenza delle imposte dirette sul reddito, trova motivazioni nel fatto che, siccome vengono pagate con lo stesso reddito, non risulta quindi inalterato il patrimonio del contribuente.

5)fisse, proporzionali, progressive e regressiveLe imposte si distinguono in relazione alla misura e al modo in cui se ne determina l'ammontare.- è fissa, quando il suo ammontare non varia in relazione all'imponibile ma è èredeterminato dalla norma tributaria. (imp. fissa di registro).I concetti di proporzionalità, progressività e regressività, si possono spiegare con riferimento all'aliquota:

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- è proporzionale, quando la sua aliquota è costante qualunque sia l'imponibile (IRPEG e IRAP).- è progressiva, quando l'aliquota aumenta all'aumentare dell'imponibile (IRPEF).- è regressiva, quando l'aliquota decresce all'aumentare dell'imponibile. (nel nostro sistema non esiste).O con riferimento all'imponibile:- è proporzionale, quando il suo ammontare aumenta in misura direttamente proporzionale all'aumentare dell'imponibile (IRPEG).- è progressiva, quando all'aumentare dell'imponibile il suo ammontare aumenta in misura più che proporzionale (IRPEF).- è regressiva, quando all'aumentare dell'imponibile l'ammontare dell'imposta aumenta ma in misura meno che proporzionale.

Tipi di progressività

Dal punto di vista tecnico, la progressività di un'imposta, può essere attuata con quattro modalità:- continua- per scaglioni- per classi- per detrazioneNella progressività continua, l'aliquota cresce ad ogni incremento dell'imponibile, fino a che l'aliquota non diventa fissa.Nella progressività per scaglioni, l'imponibile viene suddiviso in scaglioni a ciascuno dei quali viene associato un'aliquota che cresce man mano che si passa da uno scaglione a quello successivo.(IRPEF).Nella progressività per classi, l'imponibile viene suddiviso in classi alle quali viene associata un'aliquota che cresce quando si passa da una classe all'altra.Nella progressività per detrazione, l'aliquota giuridica è costante. Essa però si applica sul reddito dopo che è stato ridotto di un ammontare fisso (detrazione) uguale per ciascun contribuente.

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I principi giuridici delle imposte

Alcuni principi della Costituzione italiana, indirizzano a una migliore ripartizione del costo dei servizi pubblici tra i contribuenti.Art.2 :"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".Art.3 :"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinsione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che…".Art.23 :"Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge".Art.53 :"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".

Dal rapido esame dei precedenti articoli, emergono i principi giuridici a cui attenersi per la costruzione di un sistema tributario:- giustizia tributaria- universalità dell'imposta- uniformità del carico tributario

Giustizia tributaria (uguaglianza)

Tramite l'eliminazione delle disparità tra categorie di cittadini, si realizza la condizione di giustizia tributaria. Una giustizia che viene attuata attraverso un uguale trattamento di tutti i membri della collettività davanti alla legge.Tale principio dice che: "tutti devono contribuire a mantenere il governo in proporzione al reddito di cui essi godono sotto la protezione dello Stato".Uguaglianza vuol dire che in presenza di differenti condizioni di partenza, la legge può attuare una serie di trattamenti diversificati che consentano di sopperire a tali disparità.

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Universalità delle imposte (generalità)

Per tale principio, chi svolge un'attività produttiva, usufruisce dei servizi pubblici e possiede capacità contributiva, quindi deve pagare le imposte.Devono pagare le imposte non solo i cittadini ma anche gli stranieri e non sono ammesse esenzioni tributarie come avveniva nel passato quando venivano concessi privilegi al clero e alla nobiltà. Tale principio ammette deroghe giustificate da ragioni di giustizia sociale e di interesse economico. Le deroghe giustificate da ragione di giustizia sociale, si riferiscono ai possessori di redditi minimi (minimum di esistenza), i quali sono esentati dal pagamento delle imposte dirette in quanto riconosciuti privi di capacità contributiva. Per ragioni di interesse economico possono essere riconosciute esenzioni, sui redditi derivanti dall'esercizio di attività, allo scopo di far sviluppare la produzione in quei settori e in certe aree geografiche.Le deroghe possono sembrare in contrasto con il principio dell'uguaglianza, ma rappresentano un valido strumento operativo per la rimozione di quegli ostacoli di ordine economico e sociale e che spesso impediscono il conseguimento di un'uguaglianza, non soltanto formale ma sostanziale.

Uniformità delle impostePer tale principio, il carico tributario deve essere equamente ripartito tra i contribuenti sulla base delle rispettive condizioni economiche, in modo che il sacrificio tributario sia sopportato equamente da ciascun soggetto passivo.E' strettamente connesso agli altri due precetti esposti negli Art.3 e 53.I problemi sorgono quando si passa alla sua applicazione. L'uguaglianza del sacrificio non significa far pagare la stessa somma a ciascun contribuente, ma va considerata in relazione

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al sacrificio, al grado di pena che ciascun contribuente è chiamato a sopportare.Alcuni teorici dell'800 hanno formulato tre teorie non basandosi su concetti monetari, bensì su criteri di tipo psicologico, in termini di sacrifici di utilità:- teoria del sacrificio uguale- teoria del sacrificio proporzionale- teoria del sacrificio minimo collettivo

1)teoria del sacrificio ugualeFormulata da J. S. Mill, sostiene che il prelievo tributario deve essere tale da rappresentare per ciascun contribuente lo stesso grado di pena, la stessa privazione di utilità. Il problema sorge quando si intende mettere in pratica tale teoria. Essa prende in considerazione l'utilità della ricchezza sottratta a ciascun contribuente come se fosse oggettivamente misurabile rispetto a ciascun contribuente; ma l'utilità è un concetto tipicamente soggettivo.

2)teoria del sacrificio proporzionaleStuart, rivisitando la teoria di Mill, formulò tale teoria. Il prelievo tributario effettuato su ogni contribuente, deve essere tale da rendere uguale il rapporto tra le utilità sottratte con le imposte e il totale delle utilità che il reddito forniva prima del prelievo. L'attuazione pratica diventa difficoltosa visto la doppia misurazione delle utilità per ciascun soggetto passivo. Tale teoria richiede l'impiego di imposte progressive.

3)teoria del sacrificio minimo collettivoL'attuazione di tale teoria richiede necessariamente l'adozione di imposte progressive, tanto da arrivare all'uso di aliquote da confisca (pari al 100%) per quote di reddito superiore a certi livelli. Questa teoria, enunciata da F.Y.Edgeworth, non si riferisce al sacrificio del singolo, bensì a quello che dovrà essere sopportato dall'intera collettività, e afferma che il prelievo tributario deve essere effettuato in modo da rendere minimo il sacrificio collettivo dei contribuenti. Tutto ciò implica che il prelievo debba essere effettuato sui contribuenti più

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ricchi, in quanto il sacrificio risulta tanto minore quanto più elevata è la ricchezza del contribuente. Ma se le imposte venissero pagate solo dai ricchi, si arriverebbe a un livellamento dei redditi e non sarebbe troppo corretto nei confronti dei più facoltosi che si sono sacrificati per produrre un reddito più elevato.Inoltre l'uso di imposte fortemente progressive, stimola i processi evasivi, scoraggia la produzione e il lavoro.

Teoria della capacità contributivaPiù comprensibile e realistica è tale teoria, enunciata da alcuni autori tedeschi tra i quali Wagner, dove trova la sua legittimazione nell'Art.53 della Cost.: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".Questa teoria sostiene che il carico tributario deve essere ripartito tra i contribuenti in funzione della loro capacità contributiva, ossia alla loro attitudine economica a pagare i tributi. Si basa su elementi tipicamente oggettivi, concreti e facilmente determinabili, rappresentati dal REDDITO e dal PATRIMONIO a disposizione del contribuente, dai quali può emergere la sua reale situazione economica.Il principio della capacità contributiva riceve molti apprezzamenti in quanto prende in considerazione fatti concreti (reddito e patrimonio) senza tralasciare anche le condizioni personali, familiari e sociali del contribuente.Per le sue caratteristiche consente l'applicazione di una serie di criteri:- l'esenzione dei redditi minimi- l'applicazione di imposte personali- la discriminazione qualitativa dei redditi- la discriminazione quantitativa dei redditi

Gli effetti economici delle imposteLe imposte rappresentano lo strumento di copertura delle spese pubbliche, ma provocano effetti macroeconomici sul funzionamento delle economie nazionali e microeconomici sul comportamento dei contribuenti.

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Gli effetti macroeconomici sono quelli che si presentano in relazione al sistema tributario. Un aumento della pressione tributaria tende a provocare:- una riduzione della moneta in circolazione con effetti sul

livello generale dei prezzi- una diminuzione della domanda dei beni- una riduzione del risparmio- un aumento dei tassi di interesseGli effetti microeconomici vanno riferiti alle reazioni che ciascuna imposta può provocare sul comportamento del singolo soggetto economico. Nello studio degli effetti delle imposte, gli economisti si sono divisi in ottimisti e pessimisti. Gli ottimisti sostengono che l'introduzione di una nuova imposta stimola i contribuenti a una maggiore attività produttiva, allo scopo di guadagnare di più per compensare la riduzione di reddito, causata dal maggior prelievo subito. I pessimisti (come Einaudi) sostengono che tale introduzione disincentivi l'attività produttiva, provochi la riduzione dei risparmi e degli investimenti e stimoli la fuga di capitali all'estero.L'effetto economico più grave che un'elevata pressione tributaria può provocare, è l'evasione.

L'evasione fiscaleSi verifica quando il contribuente occulta la realizzazione del presupposto di imposta per sottrarsi, in tutto o in parte, al pagamento del tributo. Le sanzioni previste sono talmente gravi da portare all'arresto; "Per un contribuente che non paga, tanti altri saranno costretti a pagare di più".Le cause dell'evasione possono essere le più svariate:- l'elevata pressione tributaria rispetto ai servizi prestati- la scarsa coscienza civica del contribuente- la scarsa efficienza degli uffici fiscali nell'effettuazione degli

accertamenti- le difficoltà di comprensione e di interpretazione delle norme

tributarie

L'evasione legale (l’elusione dell’imposta)

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Si verifica quando il contribuente modifica alcuni aspetti formali della propria attività economica per sottrarsi al pagamento dei tributi. E' una diretta conseguenza di norme tributarie che si prestano a varie interpretazioni tanto da consentire di aggirare la norma senza porre in essere alcun atteggiamento illecito.

La rimozione dell’impostaSi verifica quando il contribuente, di fronte ad un nuovo o maggior tributo, aumenta o riduce la propria attività lavorativa, per allontanare da se l'onere tributario.Può essere negativa quando, allo scopo di non pagare l'imposta, il contribuente riduce la propria attività di produzione del reddito o riduce i consumi di determinati beni colpiti dall'imposta. E' positiva quando, in seguito all'introduzione di una nuova imposta, il contribuente aumenta la propria attività economica o migliora la sua efficienza produttiva, allo scopo di conseguire un incremento di reddito che gli consente di pagare la maggiore imposta.

La traslazione dell’impostaCon il processo di traslazione, i contribuenti soggetti a un tributo, ne trasferiscono l'onere su altri, che a loro volta reagiscono in maniera analoga, fino a giungere al contribuente che, non potendolo trasferire, è obbligato a pagarlo.Il contribuente di diritto è colui che è obbligato dalla legge a versare l'imposta al fisco. Quello di fatto è colui che ne sopporta il peso economico. Può essere totale, quando il contribuente di diritto riesce a trasferire tutto l'onere, parziale, quando lo trasferisce solo in parte.La traslazione può avvenire: in avanti, all'indietro e laterale.In avanti avviene mediante un aumento di prezzo con il quale il venditore trasferisce l'onere tributario sul compratore.All'indietro avviene mediante una riduzione di prezzo con il quale il compratore trasferisce il carico dell'imposta sul venditore-produttore che cercherà di trasferirlo sui fornitori.Laterale si manifesta con il trasferimento dell'imposta da un settore ad un altro, ovvero quando viene a variare il prezzo di beni non gravati direttamente dall'imposta.

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La traslazione in regime di libera concorrenza perfettaUn mercato di libera concorrenza perfetta è costituito da più offerenti e più consumatori, nessuno dei quali è in grado di influenzare il prezzo. Nella libera concorrenza perfetta, il prezzo è unico su tutto il mercato ed è uguale al costo marginale. (max profitto si ha quando il costo marginale = prezzo di vendita)Poiché la traslazione modifica il prezzo del bene oggetto di scambio, ne deriva che la traslazione può essere influenzata da una serie di elementi:- il tipo di imposta (generale o speciale) e il periodo di tempo

(breve o lungo)- l'elasticità della domanda del bene- la mobilità dei capitali- l'andamento dei costi di produzione (costanti, crescenti e

decrescenti)

La traslazione in regime di monopolioNel regime di monopolio l'offerta di mercato è nelle mani di un unico imprenditore, mentre la domanda è polverizzata tra una miriade di compratori. L'imprenditore tenderà sempre ad ottenere il massimo ricavo netto, cioè fisserà quel prezzo, o quella quantità, che gli consentirà di collocarsi nel cosiddetto punto di COURNOT.L'istituzione di una nuova o maggiore imposta, comporta un eventuale traslazione in avanti, mediante un aumento dei prezzi. Il monopolista deciderà in funzione del conseguimento del massimo profitto. Ma la sua decisione dipende anche dal tipo di imposta che viene istituita:- se l'imposta è fissa, non conviene traslare perché si

verificherebbe una diminuzione della domanda di mercato, una riduzione del profitto e si allontana dal punto di Cournot.

- Se l'imposta è proporzionale al profitto, non conviene traslare perché, dovendo alzare il prezzo di vendita, provocherebbe una diminuzione della domanda.

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- Se l'imposta è proporzionale alla quantità prodotta e venduta, conviene aumentare il prezzo di vendita per traslare l'imposta in tutto o in parte.

Aumentando il prezzo, diminuisce la domanda, ma producendo di meno, dovrà pagare una minor imposta.

La traslazione nei regimi intermedi di mercatoEsistono anche regimi intermedi di mercato, quali:- regime di oligopolio- regime della concorrenza imperfettaLo studio della traslazione nei regimi intermedi di mercato, diventa più problematico.Nel regime di oligopolio operano poche grandi imprese, ognuna delle quali fissa il prezzo di vendita in funzione anche del profitto, ma userà numerose altre cautele prima di decidere un aumento di prezzo per traslare l'imposta, per non rischiare di perdere quote di mercato che poi difficilmente potrà recuperare.Nella concorrenza imperfetta qualche possibilità di traslazione si potrebbe manifestare per prodotti a cui il consumatore attribuisca particolari qualità, perché all'aumentare del prezzo, egli acquisterà beni succedanei.

L'ammortamento dell'impostaCon l'ammortamento il prezzo di vendita di un bene patrimoniale, è ridotto nella stessa misura dell'imposta capitalizzata al saggio corrente di interesse.

La diffusione dell'impostaOgni imposta provoca una serie di reazioni che, partendo dal settore colpito, si propagano nei settori economici più vicini e successivi, con intensità sempre minore in tutti gli altri settori, modificando l'equilibrio preesistente.La diffusione consiste in tutti gli effetti di tipo secondario che un'imposta provoca, la cui misurazione diventa difficoltosa perché i molteplici elementi legati tra loro, rendono difficile tale analisi.

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Gli oneri di un'imposta, direttamente o indirettamente, gravano su tutti i soggetti economici, indipendentemente da chi è effettivamente percosso o inciso.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONEConcetto:La Pubblica Amministrazione è un complesso di enti e di organi che esercita il suo potere amministrativo per provvedere alla cura degli interessi pubblici.Hanno carattere pubblico tutti quegli interessi che sono riferibili alla collettività e che vengono soddisfatti dalle pubbliche istituzioni.

Principi costituzionali:La Pubblica Amministrazione nel perseguire i pubblici interessi, svolge numerose attività che costituiscono la funzione amministrativa, la quale è una delle tre funzioni fondamentali dello Stato. E' strettamente collegata con la funzione legislativa: le disposizioni di legge trovano concreta attuazione mediante specifici atti adottati dalla P.A..L'attività amministrativa si basa su alcuni principi fondamentali dettati dalla Costituzione:

-Art. 97: I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.

-Art. 98: I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.Se sono membri del Parlamento, non possono conseguire promozioni se non per anzianità.Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in servizio

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attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all'estero.

L'organizzazione della Pubblica AmministrazioneLa Pubblica Amministrazione è composta da una pluralità di soggetti di diritto pubblico, il più importante dei quali è lo Stato. La molteplicità degli interessi da realizzare, richiede che la struttura dell'ente sia articolata in vari centri organizzativi, definiti organi. Ciascun organo emana provvedimenti esercitando il suo potere e tali atti sono imputati direttamente all'ente pubblico in quanto, per il principio della rappresentanza organica, l'attività dell'organo viene considerata come attività della persona giuridica e con i suoi effetti. Gli organi sono quasi sempre affiancati da apparati organizzativi, definiti uffici, composti da un insieme di persone (dirigenti, impiegati, operai) e di mezzi (edifici, mobili, macchinari) che svolgono una serie di attività ausiliarie e strumentali al fine di consentire agli organi l'emanazione dei provvedimenti amministrativi. L'attività degli uffici è interna, mentre quella degli organi si manifesta all'esterno nei confronti dei terzi.

Al fianco dello Stato operano gli ENTI PUBBLICI (Regioni, Province, Comuni, enti previdenziali, enti pubblici economici, ecc...), che perseguono gli interessi collettivi e hanno anch'essi poteri amministrativi.Infatti, lo Stato e gli enti pubblici, sono dotati di personalità giuridica ed essendo persone giuridiche di diritto pubblico, sono soggette ad una disciplina giuridica che si diversifica da ente ad ente. Ciò discende dal fatto che ciascun ente pubblico è istituito da un'apposita legge che ne regola in modo specifico l'organizzazione e l'attività.

L'attività amministrativa si distingue sotto il profilo del contenuto in attiva, consultiva e di controllo.Attiva: si configura quando la P.A. opera per il raggiungimento dei propri obiettivi. Si distingue in deliberativa, quando si riferisce al momento decisionale ed esecutiva, quando riguarda

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le operazioni materiali e tecniche di esecuzione.(Ministri e Governo)

Consultiva: consiste nel fornire pareri alle autorità. Tali pareri possono essere di carattere strettamente amministrativo (svolgere o meno un'attività), oppure di carattere tecnico in relazione alle regole delle diverse discipline (criteri tecnici e regole giuridiche da eseguire).(Consiglio di Stato)

Controllo: consiste nel verificare che l'amministrazione attiva venga svolta nell'osservanza delle disposizioni di legge e nel rispetto del principio di buona amministrazione.(Corte dei Conti)

L'organizzazione amministrativa dello StatoSotto il profilo territoriale lo Stato svolge la sua attività su due livelli: quello centrale e quello periferico.Gli organi centrali hanno competenza su tutto il territorio nazionale; quelli periferici operano in ambiti territoriali più limitati. Agli organi centrali è attribuito il potere di emanare norme di carattere interno, impartire ordini, annullare atti, decidere ricorsi.I rapporti tra i due organi sono normalmente di carattere gerarchico. Tale rapporto di gerarchia si è affievolito via via che si è data applicazione all'Art.5 che impone di attuare "nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo".In conseguenza di ciò, agli organi periferici sono state trasferite numerose competenze in precedenza spettanti agli organi centrali.

Gli atti amministrativiL'esercizio del potere attribuito dalla legge alla pubblica amministrazione per il conseguimento dei pubblici interessi, comporta valutazioni e decisioni che si concretano nell'emanazione di atti amministrativi, che possono quindi

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definirsi come quelli posti in essere dalla pubblica amministrazione nell'esercizio di una potestà amministrativa.Si distinguono in:- provvedimenti amministrativi- atti amministrativi in senso strettoI primi sono atti a carattere discrezionale con cui l'autorità pubblica decide, potendo scegliere tra diverse soluzioni, per una di esse manifestando così la propria volontà in un insieme di disposizioni che formano il contenuto dell'atto. (autorizzazione all'apertura di un es.commerciale).L'atto amministrativo in senso stretto, invece, non implica alcun potere decisionale della P.A. e non ne esprime la volontà. Esso può consistere :- in una manifestazione di giudizio- in una dichiarazione di scienza- in una manifestazione di desiderio

I ricorsi amministrativiI ricorsi amministrativi vengono proposti dai privati per ottenere dalla stessa autorità amministrativa l'annullamento o la modifica di un provvedimento viziato. La presentazione del ricorso dà luogo ad un procedimento a carattere contenzioso in quanto prevede il contraddittorio tra P.A., il ricorrente e gli altri soggetti interessati. Il soggetto che si ritiene leso da un provvedimento amministrativo, può adire l'autorità giudiziaria. Ha la facoltà però di proporre ricorso amministrativo e, solo respinto, di rivolgersi successivamente al giudice.I ricorsi possono presentare vizi di legittimità e di merito.I ricorsi amministrativi si distinguono in ordinari e straordinari.I ricorsi ordinari sono tre:- il ricorso gerarchico si basa sul presupposto che l'autorità

che ha emesso il provvedimento sia legata da un rapporto di subordinazione gerarchica con la autorità cui va proposto il ricorso.

- il ricorso gerarchico improprio si può proporre contro i provvedimenti di quelle autorità che non hanno superiore gerarchico. Opera soltanto nei casi stabiliti da singole norme e indicano a quale autorità si debba ricorrere.

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- L'opposizione consente di impugnare l'atto davanti alla stessa autorità che lo ha emanato. Neppure essa ha carattere generale.

Il ricorso straordinario al Capo dello Stato è ammesso contro i provvedimenti definitivi nei confronti dei quali non vi è più possibilità di esperire i ricorsi amministrativi ordinari. Il ricorso straordinario è proponibile sia a tutela di diritti soggettivi che di interessi legittimi, ma può essere proposto solo per vizi di legittimità e non per quelli di merito.

Le autonomie localiGli enti pubblici territoriali provvedono alla cura degli interessi delle diverse comunità stanziate sul territorio.Secondo l'Art. 114 "la Repubblica si suddivide in Regioni, Province e Comuni", che lo Stato ha il dovere di riconoscere e promuovere.Gli enti territoriali, oltre ad esprimere l'autonomia delle popolazioni locali, sono anche gli strumenti per la realizzazione del decentramento amministrativo previsto dall'Art.5 della Costituzione: "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento".Al loro interno possono attuare un ulteriore decentramento attribuendo proprie competenze a organi ed enti periferici.

Le Regioni, le Province e i ComuniSia le Regioni che le Province e i Comuni, trovano nella Costituzione il riconoscimento della loro autonomia; la loro posizione è però notevolmente diversa.I poteri e le funzioni delle Regioni sono stabiliti e disciplinati dalla Costituzione (art.115), mentre l'autonomia delle Province e dei Comuni, si esplica "nell'ambito dei principi fissati da leggi generali della Repubblica che ne determinano le funzioni" (art.128). L'autonomia delle Regioni non può in alcun modo essere limitata dalla legislazione statale; se ciò avvenisse, le Regioni potrebbero ricorrere alla Corte costituzionale. Il riconoscimento di tale autonomia, ha indotto a pensare allo Stato italiano, come uno "Stato regionale".

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L'autonomia dei Comuni e delle Province, è garantita un po’ meno, in quanto le leggi dello Stato, pur dovendo riconoscerla e promuoverla, ne limita la portata e ne modifica i contenuti. I Comuni e le Province, hanno unicamente potestà regolamentare e nella produzione normativa incontrano un limite nella legislazione statale e regionale.Nonostante le differenze indicate, i tre enti territoriali hanno uno strettissimo collegamento oggettivo in quanto governano lo stesso territorio e provvedono alla cura degli interessi degli stessi soggetti. Costituiscono un sistema coordinato in cui la funzione di ente sovraordinato compete alla Regione cui spetta:- il potere di disciplinare con legge diverse materie

nell'ambito delle quali rilevanti funzioni amministrative devono poi essere svolte dagli enti locali minori (art.117)

- il controllo di legittimità sugli atti degli enti minori (art.130)

il potere di delega ai Comuni e alle Province dell'esercizio delle funzioni amministrative regionali.

Le riforme economiche e amministrative dello Stato nell’ età Giolittiana

La sinistra cosiddetta storica, raggruppamento liberale che dopo l'unificazione dell'Italia (1861) si era contrapposta alla destra, aveva vinto le elezioni nel 1876 e aveva costituito il primo governo presieduto da Agostino Depretis (1813-1887). Depretis aveva governato sulla base dell'aggregazione parlamentare che si formava per l'adozione di provvedimenti legislativi per la difesa di interessi particolari. Per definire tale politica, fu inventato un neologismo, il trasformismo, che, dopo il 1876, a sostegno del proprio governo, raccolse deputati provenienti da vari partiti, vanificando la distinzione tra destra e sinistra. In politica interna, la Sinistra non differiva dalla Destra. Le riforme più significative erano state un modesto allargamento del suffragio elettorale e l'eliminazione dell'imposta sul macinato che però fu subito sostituita da altre imposte indirette.(tali imposte indicano la quota di ricchezza che il cittadino devono allo Stato secondo la propria capacità contributiva e il cui gettito serve a soddisfare le esigenze della

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collettività, a differenza della tassa che è invece dovuta in cambio di un servizio o di una prestazione. Le imposte indirette sono quelle che colpiscono la capacità contributiva del cittadino nel momento della produzione, dello scambio o del consumo di un bene; sul sale, sul tabacco , sulle farine).La grande industria si era sviluppata dopo la metà degli anni Settanta, in ritardo rispetto agli altri Paesi dell'Europa occidentale e, grazie all'intervento dello Stato sotto i governi della Sinistra, aveva concesso privilegi fiscali, sovvenzioni e provvedimenti, per tutelare le imprese italiane dalla concorrenza straniera.Il protezionismo, cioè l'insieme di provvedimenti di politica economica con cui il governo di uno Stato limita le importazioni e favorisce la produzione nazionale, dopo le misura adottate nel 1887, favorì sia l'agricoltura sia l'industria, ma finì con l'accentuare il divario tra il nord e il sud del Paese.Il primo governo presieduto da Francesco Crispi (1818-1901), nel 1887, perseguì una politica estera di stampo nazionalistico, alla ricerca dell'espansione coloniale, e una politica interna autoritaria, caratterizzata da un esasperato accentramento amministrativo. Finì con l'adottare misure repressive per stroncare le agitazioni sociali peggiorando ulteriormente il quadro socioeconomico complessivo.La repressione dei "Fasci siciliani", dopo i tumulti dell'inverno 1893-94 e dopo la sconfitta di Adua nel 1896, costrinsero Crispi alle dimissioni. Il secolo si chiudeva con una grave crisi dell'intera vita italiana, perché alle varie richieste, la classe dirigente si mostrava insensibile e incapace di comprendere i pericoli derivanti dalla sua supremazia.

Il decennio di sviluppoQuesta borghesia, più sensibile alle innovative del Paese, pote dispiegarsi quando Giovanni Giolitti (1842-1928), dopo la breve parentesi del 1892-93, ridiventò presidente del Consiglio dei ministri dal 1903 al 1913, quasi alla vigilia della prima guerra mondiale.Convinto della tesi della neutralità dello Stato nei conflitti economici, finì con il favorire lo sviluppo industriale tollerando la crescita del movimento socialista e operaio.Giolitti cercò di realizzare l'allargamento della base dello Stato ai socialisti e ai cattolici; queste due forze erano marginali in Parlamento:i socialisti penalizzati dalla legge elettorale, i

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cattolici autoesclusi in conseguenza del non-expedit, il divieto voluto dal Papa dal 1874.Giolitti ottenne il consenso anche dai proprietari terreni meridionali.Gli avversari di Giolitti lo accusarono di trasformismo e di clientelismo, oltre a disapprovare la neutralità dello Stato nei conflitti sociali e l'intervento in economia. Era accusato peer gli intrecci tra politica, industria e finanza, oltre che per aver aumentato il divario tra Nord e Sud.La produzione industriale conobbe un vero decollo nei settori strategici del tessile, della chimica, della siderurgia e della produzione idroelettrica.Si espandevano anche il settore navale e meccanico, mentre si aprivano nuovi settori come quello automobilistico. Fu decisivo l'apporto di capitali stranieri, in particolare tedeschi, che Giolitti seppe attirare con incentivi.Due furono i fattori decisivi dello sviluppo industriale:-la politica protezionistica-il credito bancarioAl contrario l'agricoltura continuò a ristagnare, sicche tutta l'arretratezza si manifestò nel fenomeno dell'emigrazione:fino a tutto l'Ottocento era stata alimentata dalle regioni settentrionali, all'inizio del Novecento il fenomeno coinvolse le regioni meridionali. Le rimesse degli emigranti contribuirono al risanamento dell'economia:il bilancio ritornò in pareggio e la lira godette di un nuovo prestigio sui mercati internazionali.

Verso la "società di massa" anche in ItaliaL'industrializzazione determinò alcuni fenomeni quali l'urbanesimo, cioè lo sviluppo delle città e il confluire della popolazione nei centri urbani medio-grandi. Un altro fenomeno connesso fu la crescita della popolazione operaia che,sul piano politico, si tradusse in un unico partito di massa, il Partito Socialista. Ciò, rafforzava l'indirizzo giolittiano per quanto riguardava la politica interna.L'estensione nel 1912 del suffragio elettorale a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 21 anni e che avessero prestato servizio militare, aumentò la forza parlamentare dei socialisti.Il "patto Gentiloni" sanciva l'ingresso dei cattolici nella vita politica. Il declino dell'egemonia giolittiana avvenne con la guerra di Libia, iniziata alla fine del 1911.

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Dopo il fallimento delle guerre coloniali italiane in Africa, culminato nella disastrosa sconfitta di Adua del 1896, i contatti diplomatici tra Italia, Gran Bretagna e Francia, avevano garantito all'Italia libertà di azione in Cirenaica e in Tripolitania, territori libici inseriti nell'Impero ottomano. L'impresa libica fu voluta anche dalle opposizioni di Destra, dai nazionalisti e dai gruppi economico-finanziari.Persino intellettuali come Pascoli(1855-1912) e settori socialisti vedevano nella conquista della Libia una forma di riscatto morale della nazione italiana.In realtà la guerra si rivelò meno facile del previsto, per la resistenza delle popolazioni locali, oltre che per l'opposizione turca.Solo quando le operazioni belliche furono spostate nell'Egeo, la Turchia fu costretta a chiedere la pace, che fu firmata a Losanna il 18 ottobre 1912; all'Italia fu assegnata la Libia, mentre avrebbe dovuto restituire alla Turchia, Rodi e le isole del Dodecanneso senza che in realtà ciò avvenisse.In conclusione, la conquista della Libia ebbe più numerosi effetti negativi che positivi:- il bilancio dello Stato subì molto per le spese militari;- il prestigio del Paese non ne uscì rafforzato sul piano

internazionale, anzi, fu piuttosto indebolito, sia dalla condotta mediocre della guerra sia dalle repressioni, ai danni delle popolazioni indigene che accompagnavano le operazioni militari sul suolo libico;

- la Libia si rivelò uno "scatolone di sabbia" (così definito dalle opposizioni), cioè un territorio poverissimo di materie prime;

- l'emigrazione di manodopera fu inferiore al previsto;- gli effetti sulla vita pubblica italiana, furono destabilizzanti

nel campo socialista, che subì una prima fattura, in conseguenza del quale il gruppo riformista capeggiato da Leonida Bissolati(1857/1920) e Ivanoe Bonomi(1873/1951) e che aveva sostenuto l'impresa libica, fu espulso dal Partito Socialista nel 1912.Nella maggioranza, fedele alla linea tradizionale del pacifismo socialista, si fece strada un'estrema sinistra massimalista, capeggiata da Benito Mussolini (1883/1945) che finì con l'orientare il partito in senso rivoluzionario, dopo aver messo sotto accusa la componente riformista e filogiolittiana capeggiata da Filippo Turati (1857/1932);

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- questa crisi socialista fece venire meno l'interlocutore principale di Giolitti e indebolì il governo;

- i nazionalisti uscirono rinforzati dall'impresa libica e accentuarono le richieste militaristiche, espansionistiche, autoritarie e illiberali;

- alcuni settori dell'imprenditoria si allearono a questi settori della destra estrema.

Un altro aspetto merita qualche osservazione: la guerra di Libia fu, per certi aspetti, la prima "guerra moderna", o la prima "guerra del Novecento" e non solo per i nuovi strumenti tecnici; fu utilizzata in modo massiccio la propaganda in cui le masse avevano un certo peso. Così si mobilitarono intellettuali e giornalisti per presentare l'impresa come occasione vantaggiosa e unica.In particolare, si distinse Il Corriere della Sera diretto da Luigi Albertini (1871/1941) dal 1900 al 1925, quando sarà costretto a dimettersi perché avversario del fascismo. Famoso è il discorso pronunciato da Giovanni Pascoli al Teatro Comunale di Barga nel 1911, dal titolo La grande proletaria si è mossa, in cui il poeta esprimeva la sua adesione entusiastica all'impresa. Anche in Italia si delineava l'esistenza di una "società di massa"che non poteva essere più ignorata.Questa presenza di masse, incideva sugli orientamenti di un ceto intellettuale che reagiva in modi diversi:1) si faceva strada una tendenza "di sinistra",cioè di fare

proprie le richieste politiche e il bisogno di informazione e di cultura che venivano avanzate soprattutto dal proletariato industriale del Nord;

2) per contro, si delineava una tendenza "di destra" che, di fronte alle masse emergenti, manifestava senso di fastidio e disprezzo, per la volgarizzazione e la banalizzazione che la cultura di massa comporta, e spingeva verso soluzioni autoritarie e antidemocratiche;

si rinforzava una tendenza a estraniarsi dalle contraddizioni della realtà del Paese, per coltivare "il bello" e "l'arte per l'arte".

MARKETING E PUBBLICITA’

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Sono servizi destinati alle imprese ed hanno assunto una particolare rilevanza nei paesi capitalistici, caratterizzati da un modello di vita consumistico e da un elevato grado di competizione tra le imprese.Il marketing è lo studio delle tendenze dei mercati e consente alle imprese di conoscere in anticipo come, dove e a chi vendere nuoci prodotti, minimizzando i rischi. Le ricerche preliminari di mercato sono particolarmente utili quando gli investimenti delle imprese sono elevati.Avviata la produzione di un bene, la pubblicità lo fa conoscere ai potenziali acquirenti. Tali servizi sono localizzati soprattutto nelle grandi aree urbano - industriali.

BANCHE ED ASSICURAZIONII servizi bancari ed assicurativi (destinate alle imprese e ai singoli) sono localizzati nelle regioni ad alto reddito e a forte concentrazione di attività economiche. In svizzera il settore bancario è particolarmente sviluppato per tradizione storica, per stabilità politica, economica e finanziaria del paese e soprattutto per le norme bancarie vigenti che tutelano l’anonimato dei clienti. In altri paesi, detti paradisi fiscali, il grande sviluppo dei servizi bancari si deve ad agevolazioni e esenzioni fiscali che attirano capitali.Ne sono esempi alcuni stati centroamericani come le Barbados, asiatici come Singapore ecc Organizzazione e gestione strategica delle bancheSin dai primi anni Settanta, le banche hanno indirizzato i loro sforzi all'incremento della raccolta di fondi, all'ampliamento della zona operativa e allo sviluppo dell'attività di intermediazione creditizia.Spinte dai profondi cambiamenti, hanno dovuto modificare sia la forma giuridica, sia gli aspetti organizzativi, commerciali e tecnologici della loro attività. Tale trasformazione è stata causata dall'evoluzione economica e finanziaria, dal realizzarsi del mercato europeo senza frontiere e dai progressi tecnologici.Le banche sono diventate imprese e come tali sono costrette, per sopravvivere, a scegliersi un nuovo ruolo nel mercato.

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I fattori che caratterizzano le nuove strategie sono: un maggiore orientamento al cliente

una diffusione della tecnologia informatica in tutte le aree dell'attività una maggiore espansione della rete distributiva

L'alto tasso di competitività che caratterizza il settore del credito, costringono oggi le banche a ricercare ogni possibile spazio di produttività; si stanno perciò muovendo nella direzione del miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi. Infatti, il livello di qualità del servizio bancario, è espresso dal grado di appagamento delle aspettative del cliente. Per proiettare sul mercato un'immagine che assicuri un vantaggio competitivo, le banche affrontano il problema della qualità totale, rivolta ad assicurare il continuo miglioramento operativo, basandosi sull'innovazione.L'innovazione tecnologica permette di rendere più veloci le procedure, di rinnovare le operazioni e i servizi offerti ed è stata attuata mediante:1)self service bancario:a) sportelli automaticib) telepagamentic) carte intelligenti

2)remote banking:a) corporate bankingb) home banking

La tendenza di tutte le banche è di frazionare i rischi connessi all'esercizio del credito; pertanto, ogni banca, cerca di ampliare e diversificare la clientela e a disporre di sportelli in diverse località, caratterizzate da situazioni economiche e produttive differenti. Per questa ragione le banche sono aziende divise per luoghi.Si presentano alla banca diversi modelli organizzativi, i cui estremi sono rappresentati:1)dalla banca universale2)dal gruppo plurifunzionale

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Le banche possono svolgere la loro attività in Italia e all'estero, negli Stati comunitari ed extracomunitari, salvo autorizzazione della Banca d'Italia.Hanno abbandonato il loro classico ruolo di istituzioni e sono oggi delle imprese orientate alla clientela, della quale si propongono di soddisfare i bisogni e le aspettative. Lo sviluppo delle attività delle banche, è oggi affidato a fattori che costituiscono il marketing-mix, dai quali deriva la loro immagine sul mercato e si realizza attraverso l'innovazione di prodotti-servizi, attraverso la pubblicità e le ricerche di mercato. Possono anche assumere i caratteri di banca mista, cioè detenere limitate partecipazioni azionarie di imprese operanti in altri settori, dando così vita ad alleanze tra banche ed imprese.

I caratteri generali delle operazioni bancarieLe operazioni svolte dalle banche sono:1) operazioni di intermediazione creditizia, attraverso le quali la banca raccoglie ed impiega fondi agendo da intermediario tra coloro che offrono capitali e coloro che li utilizzano. Tali operazioni possono essere suddivise in:

a)operazioni di raccolta fondi, con cui la banca si procura i mezzi necessari per la sua funzione di intermediazione. La banca diventa debitrice nei confronti dei suoi clienti e deve remunerare gli interessi passivi.

b)operazioni di impiego fondi, con cui la banca concede finanziamenti diventando creditrice nei confronti di coloro che finanzia e riscuote interessi e commissioni. Dette operazioni comportano rischi che la banca cerca di limitare attraverso la selezione dei propri clienti.

2) operazioni di investimento finanziario, con cui la banca acquista, per conto proprio, valori mobiliari, valute estere e gestisce le proprie partecipazioni azionarie. Permettono alla banca di conseguire interessi attivi, dividendi, plusvalenze e minusvalenze.3) servizi di investimento, che consistono in negoziazioni, per conto della clientela, di strumenti finanziari (titoli di capitale, di debito) e valute estere. La banca affianca dei servizi accessori come la consulenza, la custodia e l'amministrazione, ricavando commissioni e diritti.

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4) operazioni complementari, che sono rappresentate dai servizi offerti dalla banca, mediante la propria organizzazione. Fruttano dei ricavi ai quali si aggiungono vantaggi, come la migliore conoscenza della clientela.5) operazioni collaterali, che sono costituite da un insieme di servizi mirati:

a)all'acquisizione finalizzata del risparmiob)alla concessione di forme speciali di creditoc)all'emissione di nuovi strumenti di pagamento

Il costo delle operazioni bancarie è costituito da:- tassi , se si tratta di operazioni di raccolta fondi e di impiego

fondi- commissioni , se si tratta di operazioni di servizi- elementi accessori , quali valute, giorni, recupero spese e

oneri fiscali

Lo svolgimento dell'attività bancaria, è disciplinato da numerose norme giuridiche, affinchè operino a vantaggio della collettività.Art. 47 –La Costituzione:Oltre alla suddetta norma costituzionale, molte altre disposizioni generali e specifiche riguardano tale attività che è per sua natura un'attività produttrice di negozi giuridici:- dal TUB, testo unico delle leggi in materia bancaria e

creditizia- dalle leggi di attuazione delle direttive europee- dal TUF, testo unico delle disposizioni in materia di

intermediazione finanziaria- da leggi speciali- dal conto corrente- dalle delibere del CICR- dalla CONSOB- dai regolamenti della Banca d'Italia

Le operazioni bancarie sono assoggettate a imposte dirette e indirette.Le operazioni sono classificate, ai fini IVA, in:- operazioni non soggette- operazioni soggette

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La tutela del cliente è realizzata ricorrendo a:- un sistema di garanzie, tendenti ad assicurare ai clienti la

solvibilità e la restituzione delle somme- una trasparenza bancaria attraverso, una pubblicità, una

forma scritta dei contratti e attraverso comunicazioni periodiche alla clientela

- l'istituzione di uffici reclami presso le singole banche.

Le norme antiriciclaggio, tendono ad impedire il riciclaggio di denaro, proveniente da attività illecite e impongono alle banche una serie di obblighi tendenti a identificare i clienti. Obbligano a tenere un archivio informatico e a denunciare le operazioni sospette all'Ufficio italiano cambi.

Caratteri e classificazione dei depositi bancariI depositi sono operazioni di raccolta di tipo originario, in quanto praticati direttamente con la clientela. La banca riceve dai clienti somme di denaro che dovrà restituire maggiorate degli interessi.I depositi si classificano in:a)secondo le modalità di attuazione del rapporto:- semplici- a risparmio- conti correntib)secondo la durata del rapporto:- rimborsabili a vista- rimborsabili con preavviso- a scadenza fissac)secondo i contratti:- a risparmio libero- a risparmio vincolato- certificati di deposito- depositi a risparmio vincolato a scadenza indeterminata- programmi di risparmio personalizzato- conti correnti

Depositi a risparmio liberoSi tratta di depositi comprovati da un "libretto di risparmio", di cui il cliente ha la disponibilità a vista, nel senso che gli è

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consentito di ritirare il denaro al momento stesso in cui decide di prelevare o di estinguere il rapporto.E' conservato dal cliente ma deve essere presentato alla banca per ogni operazione. Possono essere nominativi o al portatore. Possono essere compiute da qualsiasi persona.Trattandosi di deposito a risparmio, il saldo deve sempre risultare a credito del cliente e non sono consentiti prelievi di importo superiore a quello risultante dal libretto. In caso di smarrimento, si procede all'ammortamento, che mira ad annullare il vecchio e a rilasciare il duplicato.Scritture contabili:versamenti: -cassa contanti

-depositi a risparmio libero

prelevamenti: -depositi a risparmio libero-cassa contanti

capitalizzazione interessi: -interessi passivi su depositi -depositi a risparmio libero -erario c/riten.da versare

estinzione: -interessi passivi su depositi-depositi a risparmio libero-rimborso spese-erario c/riten.da versare-cassa contanti

I depositi bancari vincolatiI depositi a risparmio sono detti vincolati quando il depositante rinuncia per un prefissato periodo di tempo a disporre delle somme versate, oppure accetta di ottenerne il rimborso solo dopo averlo richiesto con un tempo di anticipi prestabilito. Le caratteristiche sono:a)Libretti di risparmio vincolato: quando su un unico libretto

vengono effettuati vari versamenti che presentano vincoli scadenti in date diverse, la banca esegue la capitalizzazione degli interessi alle singole scadenze. Non sono ammessi prelevamenti di somme , prima della scadenza.

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b)Certificati di deposito: sono titoli di credito al portatore la cui scadenza è stabilita a un certo numero di mesi dal giorno di emissione. Il tasso d'interesse è diverso a seconda della scadenza, in quanto a scadenze più lunghe corrispondono tassi più elevati. Il tasso può variare anche a seconda dell'importo.Alla sottoscrizione il risparmiatore versa l'importo, alla scadenza riceverà il montante ottenuto aggiungendo gli interessi al netto della ritenuta fiscale del 27% indipendentemente dalla scadenza.

c)Pronti contro termine: Sono operazioni effettuate con la clientela per accrescere le loro disponibilità di fondi a tempo determinato perciò vengono considerate operazioni indirette di raccolta fondi. Tali vendite di titoli con patto di riacquisto, consistono in duplici compravendite di segno inverso, di cui una con regolamento a contante e una con regolamento a termine: quando vengono stipulate tra banche e cliente costituiscono operazioni di raccolta fondi con scadenza fissa e a tasso prestabilito.

Scritture contabili: emissione: Cassa contanti D Certificati di deposito A Interessi passivi su deposito D Certificati di deposito D Cassa contanti A Erario c/ritenute da versare A

operazione pronto conto termini: c/c di corrispondenza D Debiti per P/T A Rimborso spese A

Debiti per P/T D Interessi passivi su P/T D C/c di corrispondenza A

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Rimborso spese A

The banking in EnglandThe number of services that banks offer to dealers operating at international level is getting larger and larger. We have seen that as soon as an importer has reached an agreement with an exporter over the terms of a purchase, he will turn to his bank to obtain either the issuing of a bank draft, or a letter of credit, or the direct remittance to the exporter through a transfer if advance payment has been on..The exporter will also turn to the bank should he wish to obtain information concerning his new customer's solvency, the role of the bank is even more important as both the supplier and the buyer will entrast a bank with the protection of their interests.Practically all means of payment used to settle international transactions involve one or more banks in various roles and with varying degrees of liability.From the simplest and cheapest money transfer to the more complicated and expensive irrevocable documentary credit, banks provide an invaluable service as intermediaries.Further facilities available to exporters are:

- EXPORT FINANCINGThe exporter who undertakes to supply a foreign buyer with a considerable amount of goods may find it difficult to raise the finance required to carry out the order. The bank may intervene providing him with funds against a rate of interest. The bank will check the documents showing the exporter's commitment (contract of sale) and will demand security, which often consists of the goods on which the credit is granted. The exporter will pay the loan back. The same facility is provided by government export programmes offering to support export trade.

- CREDIT FINANCINGIf the exporter is unable or unwilling, he may to wait until the time of payment comes. He may therefore turn of his bank asking to receive settlement of the supply in advance. The

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bank will check the trustworthiness of the debtor and will then discount the draft or advance the amount relative to the sale, less the interest rate applied. Should the importer fail to pay, the exporter would be required to reimburse the bank.

- FACTORINGAn exporter who has frequent sale transaction with a number of importers in different countries may find it convenient to avoid all the problems connected with the management and collection of the various credits. He may sell his trade credits to a "Factor". The Factor (usually a pool of banks or insurance companies, but also private factoring companies) will investigate the credit status of the importers and will pay the exporter: -on collecting the money from the importers (Maturity Contract); -immediately, up to 80% of the credits, less the Factor's percent commission (Old Line Contract);The Factor may agree to take up credits regardless of the possibility of non-payment or fluctuation in the exchange market; the interest percentage on the value of the credits will be higher.Factoring is particularly advantageous for those exporting firms which have a wide and fractioned customers.The commission charged on the credits bought varies and depends on several elements such as the number of invoices ceded, the duration of the credit and the debtor's standing. If the Factor undertakes to pay the exporter eve when the credit turns out to be irrecoverable, the commission charged will be even higher.

PAYMENT THROUGH THE BANK

1)BANK TRANSFER. The bank transfer is a simple transference of money from the bank account of the importer to the bank account of the exporter. In terms of banking charges, bank transfer are the cheapest form of payment.

2)BANK DRAFT. The bank draft is a cheque that the importer orders from his bank. He pays the sum stated in advance and

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the bank nissues an order of payment in favour of the payee named on it. The payee will present it to the bank named and will collect payment. Like normal cheques, the bank draft can be transferred by endorsement.

3)BANK MONEY ORDER. Like Post Offices, some major banks issue money order. Customers may mail them abroad where they are cashed in correspondent banks. Like Postal Money Order, Bank Money Orders are used to remit small amounts of money.

4)BILL OF EXCHANGE (DRAFT). The B/E ia a written order by which a person, the drawer, requires another person, the drawee, to pay at a future date, the sum of money stated to a third person, the payee.

The parties to a B/E are therefore:- the drawer, the person who issues the bill ordering payment.- the drawee, the person who pays the sum of money.- The payee, the creditor, the person in whose favour the Bill

is issued. The drawer and the payee may be the same person.

The acceptance: when the bill has been drawn, the drawer sends it to the drawee to have it accepted. This operation is the official obligation to pay. The drawee writes ACCEPTED followed by his signature. If after the word "accepted" he writes the name of a bank, the draft is DOMICILIED with that bank, where the payee will have to present it to collect the money. The draft is NEGOTIABLE, can be transferred to another person by endorsement.

The maturity: as to the time of payment the bill can be:- at sight, when no fixed data- at 30/60/90 days sight, when the drawee will effect payment

30/60/90 days after receiving the bill- at a fixed data, the data stated on the bill

Les Banques en France

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Les banques sont des entreprises dont la fonction est de recevoir du public des fonds qu'elles emploient pour leur propre compte en opérations d'escompte, de crédit ou en opérations financières.Les banques jouent donc le role d'intermediaire entre les détenteurs de capitaux et les personnes qui ont besoin de fonds.

-principales catégories de banques-D'après l'origine des fonds qu'elles emploient et la nature des opérations qu'elles effectuent, il existe différentes catégories de banques: banques de dépot, banques d'affaires, banques de crédit à long et moyen terme et banques d'emission.-banques de dépot: reVVoivent des dépots à vue et à terme et accordent des prets à court et à moyen terme.-banque d'affaires:pratiquent le crédit à long terme et investissent les capitaux dont elles disposent dans les entreprises industrielles en voie de création ou qui augmentent leur capital.-banques de crédit à long et moyen terme:accordent des crédits dont le terme est au moins de deux ans. Elles sont surtout actives dans certains secteurs particuliers de l'économie, tels la construction immobilière ou la construction navale.-banques d'emission:ont le privilège exclusif d'émettre des billets de banques. En France, la banque d'émission est la BANQUE DE FRANCE, fondée en 1880 par Napoléon et nationalisée en 1945.

La Banque de France joue plusieurs roles: en tant que "seul Institut d'emission", elle a le monopole de l'emission des billets de banque; en tant que "banque des banques", elle controle toutes les banques par l'intermédiaire du Conseil du Credit, qui fixe les règles de distribution du crédit; enfin, elle est "la banque de l'Etat": elle lui consent des avances, qui lui permettent de faire face aux besoins de trésorerie.

-nationalisation des banques-La nationalisation consiste à transférer à l'Etat les entreprises qui sont entre les mains de propriétaires privés.

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La presque totalité du système bancaire franVVais est devenue public à partir de 1982, mains à partir de 1986 la tendance s'est renversée et l'on commerce à privatiser de nouveau les banques nationalisées.

-les opérations bancaires-La banque effectue plusieurs opérations:-les operations de caisse, les operations de crédit, les operations sur titres.

-les operations de caisse:la banque remplit la fonction de caissier de ses clients. Elle reVVoit en dépot les fonds que les commerVVants ou les particuliers désirent mettre à l'abri des risques de vol et rendre productifs d'intéret. Les dépot peuvent etre:

a)à vue: la banque se charge pour le compte de ses clients d'encaisser les chèques et les effets qu'ils détiennent.

b)à terme: sur l'ordre de ses clients, la banque paie les chèques qu'ils ont émis au profit de leurs fournisseurs, exécute les ordres de virement, assure le paiement des effets domiciliés à son établissement.

c)à échéance: la banque se charge de payer pour le compte de ses clients les quittances de gaz, eau, électricité, téléphone, radio, télévision.

-les operation de crédit:le crédit est l'acte par lequel une banque, un établissement financier ou un organisme spécialisé de crédit met des fonds à la disposition des commerVVants et des industriels.Le crédit peut etre:- à court terme- à moyen terme- à long termeLes avances de fonds. Ce sont des prets à court terme souvent garantis par le dépot d'un bien mobilier ou immobilier.Délivrance de chèques de voyage. La banque délivre à ses clients qui se déplacent des chèques de voyage. Ils peuvent etre encaissés dans toutes les banques du pays où les clients se rendent.

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L'accréditif. La banque met à la disposition de son client des fonds qu'il peut retirer dans une de ses succursales.L'escompte des effets de commerce. L'escompte est l'opération par laquelle une banque avance au porteur le montant d'un effet qui n'est pas encore arrvé à échéance. La banque retranche de la valeur nominale de l'effet une retenue, appelée "agio".-les opérations sur titresLa banque se charge, pour le compte de ses clients, d'acheter les titres (actions, obligations) émis par l'Etat, une collectivité publique ou une société et de vendre les titres qu'ils détiennent. Moyennant un faible droit de garde, la banque se charge aussi de la garde des titres qu'elle a achetés.

Les principaux services offert da la BanqueLa banque se tient à la disposition de ses clients pour rendre certains services occasionnels tels que:- change des monnaies étrangères, achat et vent de métaux

précieux, location de coffres-forts, garde de titres et d'objets précieux.

En plus des services traditionnels les banques, grace aux progrès de la technique, rendent à leurs clients de nouveaux services:- vidéo-compte, cartes de crédit nationales et internationales,

prélèvement d'argent liquide dans les distributeurs automatiques, assurance sur la vie, placements immobiliers et boursiers et contrats de leasing.

Les assuranceL'assurance est une "fonction économique dont la finalité est de permettre l'indemnisation des dommages survenus aux biens et aux personnes grace à la prise en charge d'un ensemble de risques et à leur compensation moyennant le paiement d'une prime ou cotisation par l'assuré à l'assureur".Le contrat écrit fixant les conditions de l'assurance est la police d'assurance; en le signant l'assuré et l'assureur s'engagent respectivement à:

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- déclarer de bonne foi tous les éléments nécessaires à la rédaction de la police ou des avenants

- payer les primes à l'échéance, c'est-à-dire le montant du paiement à effectuer

- declarer le sinistre dans les délais convenus et transmettre à la compagnie d'assurance tous les documents nécessaires

- répondre des dommages et des pertes selon les termes de la police

- payer dans les délais convenus l'indemnité ou le capital assuré.

Si, en cours de contrat, le bien assuré subit des changements ou si le risque est modifié, il faudra augmenter ou diminuer le montant de la prime. La durée du contrat est fixée suivant le désir de l'assuré.

The insurance

General principlesIn trade, the purpose of insurance is to obtain compensation if loss or damage should occur to a shipment. Goods are usually covered by a general insurance against fire or theft while they are in the supplier’s warehouse, but special cover has to be provided as soon as they leave the warehouse and travel to the buyer’s premises, as they run several new risks while in transit.The decision as to who will bear the cost of insuring the goods is one of the elements the suppier and the customer have to reach agreement on; the two parties usually indicate their proposal in the clause they use when inquiring about, offering or ordering goods: CIF, C&F, franco warehouse, ex-works, ect.However, it is usually the exporter who insures the goods when they travel and he will have already calculated it in the quotation(CIF for example) and therefore no specific entry will appear in the invoice.When the insurance is arranged for by the forwarders, it appears in their invoice togheter with the cost of the other services they have provided.

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The insurance policyTo insure a consignment, the exporter draws up a contract with an insurance Company. In this contract, know as an Insurance policy, the exporter is called the Insured and has to pay a sum of money called a Premium.The Insurer, on his part, agrees to indemnify the insured if the consignment gets lost or damage during transport.The insurance policy is one of the shipping documents (the others are the invoice and the documents of carriage) which the exporter hands over to the importer’s bank when D/A or D/P payments terms have been agreed upon.

The premiumThe premium is calculated according to the value of the consignment, its rate of risks and the extent of cover that is to be furnished. For example, perishable, fragile or delicate goods run more risks than sturdy articles and the premium the insured has to pay is accordingly higher. In general, the insured value should cover not only the value of the shipment, but also the freight, the cost of the premium and the expected profit obtainable from the sale of the goods. Only by providing such extensive coverage will the importer be sure that he will not lose money if something should happeans to the goods.

Procedures in case of damage or lossWhen the importer receive a shipment, he verifies the state of the goods; these may have been delivered in perfect condition, or some damage or loss may have occurred in transit. In this case, the importer will note sign the delivery note relieving the carriers of their responsibility, but will make annotations on it regarding the damage or loss accertainde. When delivery is made by container, the seals will be cecked and if they are missing or tampered with, the delivery receipt will be claused accordingly. Then the importer will notify the supplier, if the insurance cover has been arranged by him, or the insurers, if he has seen to insurance at his end, and he will put in a claim for loos or damage.The insurers will ask him to send them: a copy of the invoice;

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a copy of the document of carriage; a copy of the insurance policy a copy of the delivery note or the carrier’s statement giving

details obout the damage or short delivery of the goods;a letter asking for survey of damage.

An expert from the insurance company will then call on the importer and examine the damage; he will draw up a Survey Report stating the condition of the goods and the causes of damage. In due time, if no dispute arises, the importer will be indemnified for the loss or damage he has suffered according to the clauses stated in the insurance policy.

Marine insuranceThe policyWhen the goods travel by sea marine insurance is involved. A marine insurance policy may be based on: the amount covered the duration of the risk.

As regards the amount covered a policy may be: valued when the value of the consignment is declared unvalued when the value of the shipment is not indicated and

in the case of a claim it will be ascertained by inspection of documents like the invoice

As regards the duration of the risk, a policy may be: a voyage policy that covers a specific consignment for a

stated journey, from the date of departure to the date of arrival of the ship;

a time policy that covers all shipments effected during an agreed period of time, up to one year.

A marine policy may also be: floating when it covers an undetermined number of

shipments up to a stated sum agreed by the parties; when the sum insured is used up, a new policy will be negotiated;

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open when it covers any shipments effected by the insured with no limit of value.

These two kinds of policy are stipulated by exporters who effect regular shipments and enjoy the insurer’s trust. However, individual declarations, called Certificate of Insurance, have to be made out to accompany each separate shipment and will bear the data relating to it(i.e. description and insured calue of cargo, ports of departure and arrival etc.).

Types of lossA marine policy may cover total or partial losses: total loss occurs when the ship and its cargo are destroyed or

lost, or when they have undergone so much damage that it would be uneconomical to recover them.

partial loss can be subdivided into:a. General average: this situation occurs when the cargo has

been thrown overboard in order to lighten the ship and prevent it from sinking. In this case the insurance companies representing both the ship and the cargo owners must share the cost of indemnifyng the shipper.

b. Particular Average: when the loss or damage incurred by cargo is distinct from that incurred by the ship, then the claim has to be made only against the insurance company representing the shipper.

Loss coveragesAs to extent of losses covered, marine policies may include the following clauses: Free of Particular Average: the policy covers only total loss of

the cargo due to fire, collision or sinking of the ship With Particular Average: the policy also covers partial loss of

or damage to the cargo All Risks: the policy covers the cargo more thoroughly against

a number of possible risks it may run during the voyage; these risks must however be specified in the policy

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To further increase coverage, other clauses may be added to the policy; the most important of this supplementary clauses is the Institute Transit Clause that covers the risks the cargo may run, not only during sea transit, but also during transport from the exporter’s warehouse to the ship and from the ship to the importer’s premises.There are however a number of risk that cannot normally be covered by insurance; they are: natural disaster, negligence, inherent vice, act of war against the ship.

Insurance of creditsAnother risk a supplier runs when executing a contract of sale regards the customer’s insolvency. Despite all precautions, when the time for payment comes the exporter may find the importer unable to settle his debt. In order to protect himself against this possibility, the exporter may stipulate a policy whereby he transfers this risks to an Insurance Company against payment of a premium.Insurance companies agreeing to insure exporters against customers’ non- payment are usually very large companies with huge funds in a position to collect reliable international information enabling them to avoid taking bad risks. In any case, they require the policyholder to carry a small part of any loss- usually 5/10%.Other risks that may be covered are: the buyer’s failure to accept goods which have been

despatched, where such failure of refusal does not arise from any breach of contract on the part of the insured;

any action by the government of the buyer’s country which prevents payment from being effected, or goods from being imported.

Government departments also offer exporters credit insurance schemes which operate on normal insurance principles. The exporter present his application together with the required documents; on accepting the request, the competent committee states the extent of coverage, its duration and the amount of the premium. In Italy this service is provided by the

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Istituto per il Comemrcio Estero, in Britain by the Export Credits Guarantee Department. Lioyd’sLioyd’ s is an association of insurers called underwriters. It dates back to 1688 when a London coffee house owner, Edward Lioyd, began to offer the masters or owners of a ships sailing from the nearby port a form of insurance against the risks their ship and cargo were running while at sea. Other people joined in the business and they shared the risks when large sums were involved. This was done by writing on a pice of paper a list of the risks they were willing to cover followed by their signature. That is why they became known as underwriters.Today Lilyod’ s is a huge organization with over 6,000 underwriters transacting enormous amount of business. Would- be underwriters applying for admission to Lioyd’ s undergo a strict examination concerning their creditworthiness and integry because much of Lilyod’s fame rests on its absolute reliability. Underwriters are fully liable for the risks they accept and they must honour their obbligations with their own private capital.Actually, Lioyd’ s is not any contract: people do not insure with Lilyod’ s but with Liliod’ s with an underwriter. However, no private person can approach an underwriter directly: an intermediary is needed to establish the contact, i. e. a broker. It is the broker who contacts an underwriter and ask him to cover a certain risk on behalf of his customer. If the sum involved is considerable, the broker may have to contact a number of underwriters before being able obtain full coverage.At Lilyod’ s , coverage against almost any risk may be obtained, but marine insurance accounts for nearly 1/3 of the wholw business. An important dailies concerned with shipping activities in the world, and the Lilyod’ s is the publishing of two important Register of shipping in which all merchant ships of the world over a certain size are listed and classified.

RICERCA E CONSULENZANel sistema economico attuale, basato sulla continua innovazione dei prodotti e sull’utilizzo di nuovi materiali e tecnologie, la ricerca ha un ruolo di fondamentale importanza.

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Nelle regioni sviluppate, il legame tra ricerca e produzione di beni e servizi è particolarmente stretto, per cui Stati Uniti, Giappone ed Europa Occidentale detengono posizioni di assoluto predominio nel settore, come dimostrano i valori elevati di alcuni significativi indicatori (num. di ricercatori, num. di poli tecnologici e centri d ricerca, percentuale di PIL destinata alla ricerca...).Oltre ai servizi di ricerca, anche i servizi di consulenza (tecnica, finanziaria, fiscale, legale) rappresentano un supporto indispensabile per le imprese.

COMMERCIO INTERNAZIONALEIl commercio internazionale è lo scambio di beni tra nazioni. Il commercio interno è lo scambio di beni nell’ambito dei mercati nazionali.Il commercio internazionale ha evidenziato, a partire dal secondo dopoguerra, una grande espansione. I fattori di sviluppo del commercio, sono oltre alla domanda di beni da parte della Nazioni ricche, con modello di vita consumistico, la globalizazzione dei mercati, sempre più integrati e interdipendenti, l’evoluzione dei mezzi di trasporto e la riduzione dei costi annessi ad esso, e la stipulazione di accordi commerciali internazionali, che hanno ridotto protezionismi e modelli autarchici, favorendo l’interscambio commerciali tra le Nazioni.I paesi sviluppati sono le regioni commerciali forti del mondo, detenendo i ¾ degli scambi totali. Le merci scambiate sono soprattutto prodotti industriali, beni di consumo e tecnologie. I paesi ex - comunisti avevano, fino al termine degli anni ’80, un ruolo modesto nel commercio internazionale, perché caratterizzati da bassi consumi interni e da una certa autosufficienza economica (autarchia). Dopo i noti mutamenti geopolitici e di indirizzo economico, si sta verificando una crescente integrazione di questi paesi nei flussi commerciali internazionali.I paesi emergenti, in particolare la Cina, l’ India e i NIC, hanno un peso più rilevante negli scambi internazionali.I paesi petroliferi dell’ OPEC mantengono una posizione commerciale importante, perché il petrolio è ancora un bene strategico per l’economia mondiale.

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I paesi in via di sviluppo sono le “regioni commerciali deboli” del mondo, caratterizzate da un’ elevata dipendenza commerciale dai paesi sviluppati, da dove vengono importati alimenti, beni di consumo e tecnologie; un basso valore aggiunto delle esportazioni, costituite prevalentemente da minerali, prodotti agricoli di piantagione e prodotti industriali di base; una scarsa differenziazione delle esportazioni, che si limitano spesso a uno o pochi prodotti.I rapporti di scambio tar nazioni forti e deboli sono improntati su uno scambio ineguale di beni. I paesi sviluppati detengono un assoluto vantaggio, perché vendono ai paesi poveri beni ad alto valore aggiunto, in cambio di beni a basso valore aggiunto, e nel tempo, se i beni delle Nazioni ricche aumentano di prezzo, quelli delle Nazioni arretrate restano sempre pressappoco invariati.Le principali associazioni commerciali internazionali, a livello regionale e mondiale sono:

CECA / CEE/ UELa comunità Europea del carbone e dell’acciaio fu la prima associazione economica europea, istituita nel 1951 allo scopo di favorire il commercio di carbone ed acciaio - merci fondamentali per la ripresa economica del dopoguerra- tra i sei aderenti (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo). Nel 1957, con i trattati di Roma, nacque la CEE, che portò all’abolizione dei dazi doganali e alla libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali fra i paesi aderenti. Nel 1991, con il trattato di Maastricht, è stata istituita l’ UE, un organizazzione politica ed economica che raggruppa 15 Stati europei e 350 milioni di persone. Dal punto di vista commerciale, l’ UE è un unione economica, cioè un mercato unico regolato da politiche comunitarie.

NaftaE’ un accordo di libero scambio istituito nel 1993, tra Stati Uniti, Canada e Messico che crea un mercato comune di 380 milioni di persone.

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ComeconIl consiglio di mutua assistenza economica, istituito nel 1949, raggruppava i paesi comunisti a economia pianificata, con l’obbiettivo di favorire l’interscambio e lo sviluppo economico. Nel 1991 si è sciolto, a seguito del crollo del blocco comunista.

AseanL’associazione delle Nazioni del sud est asiatico, istituita nel 1967, con lo scopo di formare una zona di libero scambio.

MercosurIl mercato comune del Cono Sud, istituito nel 1991, è un unione doganale.

OpecE’ un organizzazione, nata nel 1960, che raggruppa i paesi petroliferi del Medio oriente, dell’Africa e del Sud America, con l’obbiettivo di una proficua gestione del mercato del petrolio. Le politiche dell’OPEC ebbero particolare importanza per l’economia mondiale negli anni ’70 e ’80.

GATT / TWONato nel 1947 per iniziativa di 23 paesi promotori, il GATT è il principale accordo commerciale a livello mondiale.L’obbiettivo è promuovere il libero scambio dei beni mediante la massima riduzione possibile delle misure protezionistiche, costituite dal dazio, dal contingentamento e dagli ostacoli di tipo burocratico, normativo e fiscale.

I TRASPORTII servizi di trasporto di merci e persone sono di primaria importanza per lo sviluppo dei sistemi socio economici.

Les transportPar le contrat de transport une personne, appelée transporteur ou voituries, s’ engage à transporter des marchandises d’ un lieu à un autre, à un prix convenu.

L’ expediteur: mettre la marchandise à la disposition du transporteur

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lui fornir les documents nécessaires payer le prix du transport dans le cas de port payé

Le destinataire: prendre livreison de la merchadise après vérification et

formuler les réserves s’ il y a lieu payer le prix du transport dans le cas de port dù

Le transporteur: transporter les merchandises dans les conditions de lieu, de

délai et de prix déterminées dans le contrat les livrer au destinataire dans l’ état où elles lui on été

confiéès

Il est donc responsable de la perte totale o partielle, des avaries survenues au cours du transport, du retard dans la livraison.Sa responsabilité est dégagée en case: de force majeure de vice propre à la merchandise de faut de l’expéditeur, du destinataire ou d’ un tiers

En case de non- paiement du prix du transport, le transporteur peut refuser de livrer la marchandise (droit de rétention) et peut exercer un privilège sur le prix de vente aux enchères de la marchandise.Les documents prouvant le contart de transport varient selon le moyen utilisé.

TRANSPORT ROUTIER: La Récépissé d’ expédition pour le transport intérieur, la Lettre de voiture poure le transport international.Dans la pratique, ils sont remplacés par la Feuille de Route.

TRANSPORT FERROVIAIRE: La Déclaration d’ expédition pour le transport intérieur, la Lettre de voiture pour le transport international.

TRANSPORT MARITIME: Le Connaissement

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TRANSPORT FLUVIAL: La lettre de voiture ou le Connaissement fluvial

TRANSPORT AERIEN: La Lettre de transport aérien

Les differents types de transportLes transport routiersDe nos jours le transport par route est très utilisé.Il existe des transports publics et des transport privés.Les transports publics sont effectués pour le compte d’autrui par des enterprises faisant des transport leur profession. Il s’ agit donc d’ un service à titre onéreux.Les transports privés sont effectués par les commerçant qui utilisent leurs propres moyen de transport.Pour les transports internationaux, il existe une convention dounaière: le système TIR(transport international routier). Il permet le transport direct des marchandises aux frontières, sans manipulation ni contròle, avant l’arrivée dans le pays de destination.Il existe également des véhicules articulés à équipement spécial pour le transport combiné qu’on nomme aussi multimodal ou international.Il y a la formule rail- route: les grandes distances sont parcourues par chemin de fer tandis que le porte-à-porte est assuré par route au départ et à l’ arrivée.Il y a encore la formule terre- mer: les véhicules rotiers ou ferroviaires sont chargés directement sur navire.Dans tout ces cas, le contrat de transport est prouvé par le Document de transport combiné.

Les transport par chemise de ferLa société nationale de Chemind de fer Français ne prende en charge que le expéditions par wagons de 5 tonnes ou plus.Pour les expéditions inférieurs à ce tonnage, les colis et le détail, le transport est pris en charge par le Service National des Messageries, un service spécial de la SNCF.Le SERNAM est à la fois transporteur et commissionaire. A’ ce titre, il effectue des groupages de colis en utilisant des wagons et des conteneurs. Il emploie tous le mondes de transport, le réseau ferroviaire de certains pays voisins.

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Les transports par chemin de fer, à la demande de l’ expéditeur, peuvent ètre effectués à petite vitesse, 24 heures, et à grande vitesse, 12 heures.

Les transport maritimesLes transport de marchandise par voie maritime, assuré par les cargos ou les navires, donne lieu à la rédaction d’un contrat qui peut ètre: un contrat pur et simple pour des envois individualisés tels

que des colis, des caisses etc.. un contrat d’affrétement total ou patiel d’un navire. Le

contrat d’ affretèment est constaté par un document appelé Charte- Partie.

Lors de l’expédition, l’expéditeur doit rédiger une déclaration accompagnée de tous les documents nécessaires(police d’assurance, facture commerciale...). Ces documents sont remis à l’armateur ou au capitaine du navire qui délivre le connaissement. C’est le connissement qui costitue le preuve du contrat de transport.

Le transport fluviauxLe transport fluviale de marchandises est réglementé par l’Office National de la Navigation. Effectué par des péniches, des chalands et barges, il peut ètre au voyage, au tonnage, à temps.

Le transport aeriensLe tarnsport aériens présentent des avantages réels, en particuliers la rapidité. Le transport des marchandises est assuré par des avions mixtes (passegers, bagages et marchandise) et par des avions cargo pour les marchandises.

La douane et son roleLe terme douane désigne à la fois: l’administration chargée de contròler les marchandises et les

personnes qui entrent ou qui sortent d’un pays le bureau où ces contròler sont effectués. Il est situé à la

frontière ou dans n’importe quel point du territoire

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les droits perçus à l’importation de marchandises, très rarement à l’exportation

Le ròle de la doune peut ètre considéré sous un triple aspect: protecteur. La douane protège la production nationale et

communitaire contre la concurrence des pays tiers fiscal. Les droits de douane procurent au Trésor de

ressources importantes administratif et d’observation du commerce extérieur

Le droits de douane peut ètre: spécifiques, lorsqu’ils sont calculés sur le poids, le volume, la

quantitè ad valorem, s’ils sont calculés sur la valeur du produit.

Généralement cette valeur ressort de la facture qui accompagne le produit.

Les tarifs varient selon qu’il existe ou non des accords ou conventions entre les pays intéressés. On distingue: le tarif general, appliqé aux produits provenant des pays

avec lesquel il n’existe pas des conventions le tarif minimun, appliqué aux produits provenant des pays

avec lesquel le pays importateur a conclu une convention le tarif réduit, appliqué aux produits provenant des pays avec

lesquel le pays importateur a conclu des accords particuliers.

Il protezionismo- Cenni storici

Politica adottata da un governo per contrastare la concorrenza estera a sostegno dell'intera produzione nazionale o, più spesso, di particolari settori di essa, scoraggiando le importazioni e incoraggiando le importazioni. A tal scopo, le misure praticate possono essere di vario tipo: dall'applicazione di severe tariffe doganali, all'incentivazione fiscale, dal conferimento di premi alle esportazioni fino all'assorbimento, da parte dello stato, degli oneri derivanti alle imprese da una politica di prezzi particolarmente aggressiva sui mercati esteri.Origini e storia Il protezionismo è strettamente legato alla storia degli stati nazionali. Le sue origini possono essere ricondotte sia al

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mercantilismo, che, finalizzato alla potenza militare, accompagnò la nascita e il rafforzamento delle monarchie nazionali europee tra XVII e XVIII secolo, sia al colonialismo, che contemporaneamente consentì ad alcune grandi potenze di costituire dei mercati talmente ampi da essere potenzialmente autosufficienti. Ottenuto con la rivoluzione industriale un sicuro vantaggio su tutte le altre economie, in Francia e, soprattutto, in Gran Bretagna si fece luce una teoria opposta al protezionismo, che esaltò il valore del libero scambio.Una moderna teoria protezionista venne invece dall'economista tedesco Friedrich List (1789-1846), che, nel saggio Il sistema nazionale di economia politica (1841), sostenne la necessità di barriere doganali per lo sviluppo di industrie nazionali là dove esse non esistevano. Il protezionismo trovò la prima forte applicazione negli ultimi decenni dell'Ottocento nella Germania di Bismarck, seguita dall'Italia di Depretis e Crispi, paesi allora privi di impero coloniale e di uno sviluppato sistema industriale. Questa svolta provocò la reazione politica ed economica degli altri paesi avanzati, con l'apertura di vere e proprie "guerre commerciali", tra le quali molto grave per l'agricoltura italiana, soprattutto del Sud, fu la "guerra delle tariffe" che contrappose Francia e Italia tra il 1888 e il 1892, in seguito all'adozione italiana di tariffe protezionistiche. Ciò accentuò la ricerca di vie tendenti all'autarchia, non ultima tra le cause delle due guerre mondiali e della cosiddetta Grande Depressione degli anni Trenta del XX secolo. In precedenza, negli Stati Uniti, alle cui origini stava una rivolta contro i dazi doganali di stampo mercantilista imposti dalla Gran Bretagna colonialista, una delle cause della guerra di secessione era stata proprio la contrapposizione tra le industrie nascenti del Nord, che volevano protezione doganale contro le importazioni industriali, e i piantatori del Sud, che temevano le ritorsioni estere contro le loro esportazioni ed erano quindi a favore del libero scambio.XX secolo Se si prescinde dall'isolamento dell'URSS, della Cina popolare e degli altri paesi socialisti, dopo la seconda guerra mondiale nel resto del mondo hanno prevalso complessivamente le politiche liberiste, pur molto contaminate da correttivi di protezione di singoli settori o prodotti. Anche dopo il crollo della convertibilità del dollaro, negli anni Settanta, il freno alle tariffe doganali

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nazionali è stato favorito dalla presenza, o dalla nascita, di grandi aree omogenee di libero scambio regolato, quali la UE, il GATT, il NAFTA, all'interno delle quali le singole economie nazionali si orientano rispetto al commercio internazionale mediante le politiche monetarie (vedi Monetarismo).

DISTRIBUZIONE DI BENI

Nei paesi sviluppati, la grande richiesta di beni di consumo e l’elevata competizione tra le unità commerciali hanno portato, negli ultimi decenni, ad un radicale cambiamento del sistema di distribuzione delle merci.La tradizionale distinzione tra vendita all’ingrosso e vendita al minuto o al dettaglio è di fatto superata.La rete distributiva a disposizione dei consumatori non è più imperniata su piccoli negozi con vendita più o meno specializzata. In molti settori merceologici, in particolare in quello alimentare, la piccola distribuzione è stata in gran parte soppiantata dalla grande distribuzione, i cui punti vendita (supermercati, ipermercati, centri commerciali) offrono una vasta scelta di prodotti a prezzi convenienti.Tali esercizi si localizzano nei centri urbani e lungo le principali arterie di traffico delle periferie, modificando l’assetto territoriale, con i loro grandi parcheggi e i vasti spazi espositivi, anche perché richiamano altre infrastrutture e attività.

FLUSSI DI INFORMAZIONI

Nelle società organizzate del passato, la trasmissione di messaggi era affidata a “tam- tam”, segnali di fumo, corrieri; nelle società post- industriali, numerosi e sofisticati sistemi consentono la circolazione, in tempo reale e su scala mondiale, di informazioni, dati, consulenze, ordini d’acquisto e vendita, capitali.Per quanto riguarda i sistemi di comunicazione che si possono definire tradizionali(la stampa, il servizio postale, la televisione...), il divario tra i paesi sviluppati ed in via di sviluppo rimane considerevole, in termini di efficienza e capillarità del servizio.

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Ancora più rilevante è il divario per quanto concerne i sistemi più innovativi e sofisticati: la telefonia cellulare, la videofonia, la televisione satellitare, la televisione via cavo, la posta elettronica, le banche dati on line.

TELEFONI TELEVISORI/1000 AB. /1000 AB.

STATI UNITI 798 816GIAPPONE 565 412FRANCIA 526 618ITALIA 417 429SVEZIA 667 470BRASILE 96 209CINA 9 38INDIA 6 40ETIOPIA 3 2ZAIRE 1 1

TURISMO

Nel passato, il turismo è stato un fenomeno d’elite, riservato a nobili, borghesi e uomini di cultura; solo negli ultimi 50 anni è divenuto, nelle regioni più sviluppate, un fenomeno di massa, per la maggiore disponibilità di capitali e tempo libero, per l’efficienza dei mezzi di trasporto, per l’esigenza di evadere dalla moderna società e il desiderio di conoscere paesaggi e culture nuovi.Le principali forme di turismo sono: Turismo balneare: si svolge tutto l’anno alle latitudini tropicali

ed in estate alle medie latitudini, coinvolgendo un gran numero di turisti che affollano le località costiere.

Turismo montano: viene praticato soprattutto sulle regioni montuose dei paesi sviluppati e può contare su una doppia stagione turistica, estiva ed invernale.

Turismo culturale: si svolge tutto l’anno nelle città d’arte, soprattutto europee, ed in altri luoghi di interesse culturale.

Turismo climatico e termale: si svolge in località con un clima favorevole al benessere psico- fisico (ad es. laghi, colline,

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media montagna) e in località con sorgenti termali utilizzabili a scopo terapeutico. E’ particolarmente rivolto agli anziani.

Turismo esotico: si svolge in regioni lontane e molto diverse per usi, costumi, clima e paesaggi, rispetto ai paesi di provenienza dei turisti: hanno queste caratteristiche le regioni intertropicali. I servizi turistici (alberghi, villaggi turistici...), sono prevalentemente gestiti da “tour operator” e catene alberghiere internazionali, per cui i vantaggi economici per le comunità locali sono minimi rispetto al volume d’affari complessivo.

Turismo sociale e della terza età: è rivolto a bambini, disabili ed anziani, cioè a particolari strati della popolazione. Le mete più frequentate sono le città d’arte e le località balneari, montane e termali. I costi dei soggiorni sono in parte o totalmente sostenuti dalla collettività.

Turismo scolastico: è praticato da studenti e le mete più frequentate sono le città d’arte.

Turismo congressuale o sportivo: è praticato da congressisti, uomini d’affari e di cultura, sportivi e tifosi, in occasione di congressi, fiere e grandi eventi sportivi.

Turismo religioso: è praticato da credenti, devoti e pellegrini nei luoghi Santi delle maggiori religioni( ad es. Roma, Gerusalemme, La Mecca, Lourdes, Assisi...). In occasione del Giubileo del 2000, hanno visitato Roma oltre 50 mila turisti al giorno, di cui circa 20 mila stranieri.

I flussi turistici internazionali coinvolgono principalmente i paesi sviluppati, con il 90% dei movimenti turistici totali.Secondo stime della “World Tourist Organization”, nel 2020 la Cina sarà la principale meta del turismo internazionale, anche se le direzioni e le entità dei flussi turistici sono poco prevedibili.

1976 1990 1992 1997

2020

FRANCIA 13,4 43,8 59,6 67 93,3STATI UNITI 17,5 39 44,6 49 102,4SPAGNA 34,2 52 39,6 43 71ITALIA 14,8 20,8 26,1 34 52,9REGNO UNITO 10 17,3 18,5 26 52,8

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CINA 0,8 1,7 16,5 24 137,1

(evoluzione degli arrivi internazionali di turisti nei principali paesi turistici e time per il 2020)

1992 1997FRANCIA 25 28STATI UNITI 74,6 75SPAGNA 22,2 27ITALIA 21,6 30REGNO UNITO 13,7 21CINA 4 12

(Entrate turistiche espresse in miliardi di dollari nel 1992 e nel 1997 per i principali paesi turistici)

I fattori di variabilita’ dei flussi turistici Situazione economica internazionale e nazionale: L’economia

mondiale alterna fasi di sviluppo e di recessione, che influenzano i flussi turistici. Su scala nazionale la domanda turistica aumenta nei periodi di crescita economica, per la maggiore disponibilità di capitali. Al contrario, nei periodi di crisi economica deprimono la domanda ma possono rendere più competitiva l’offerta turistica nazionale sul mercato mondiale, a seguito della svalutazione della moneta.

Rapporti di cambio: i rapporti di cambio delle monete, variabili nel tempo, possono indirizzare i flussi turistici verso paesi dove il costo della vita è minore.

Sviluppo e promozione turistica: il miglioramento delle strutture ricettive e delle vie di comunicazione, la valorizzazione delle attrattive naturali, storiche, culturali e artistiche, l’efficace promozione turistica sono importanti fattori di richiamo dei flussi.

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Situazione politica e sociale nelle regioni turistiche: Guerre, disordini sociali, sistemi politici oppressivi sono fattori di allontanamento del turismo. Ne sono es. la guerra in Jugoslavia, ma anche il terrorismo in Egitto, Irlanda del Nord...

Gli effetti positivi del turismo

La bilancia turistica, ovvero il saldo annuo tra le entrate di valuta estera e le uscite di valuta nazionale, collegate a movimenti di turisti, è un’ importante voce attiva della bilancia dei pagamenti dei paesi che sono meta di grandi flussi turistici internazionali.

Nelle regioni turistiche, il reddito medio aumenta, viene favorita l’occupazione e viene stimolata la crescita sia dei servizi alberghieri e di ristorazione, sia di molte altre attività economiche che costituiscono l’indotto del turismo (l’industria, il commercio, l’edilizia, le comunicazioni, i servizi bancari...)

Poiché la sola presenza di risorse turistiche non è sufficiente per incentivare gli arrivi, le località turistiche devono dotarsi di adeguate strutture ricettive, di cui usufruisce anche la popolazione locale.

Il turismo è uno stimolo per la conservazione e valorizzazione dei beni artistici, architettonici e paesaggistici, che diventano importanti risorse economiche del territorio.

Il turismo favorisce l’integrazione fra le culture e le relazioni fra i popoli.

Gli effetti negativi del turismo

L’eccessiva stagionalità turistica, cioè la concentrazione delle presenze in un periodo ristretto dell’anno, provoca danni economici a causa della congestione dei servizi in alta stagione, e il conseguenziale sottoutilizzo dei servizi in bassa, ed ecologici. E’ possibile ridimensionare il problema dilatando la stagione turistica e utilizzando opportune strategie, quali pacchetti promozionali e offerte di risorse turistiche nei periodi di bassa stagione.

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Nei tipi di turismo ad accentuata stagionalità le occupazioni sono spesso precarie e temporanee.

Il turismo provoca un aumento dei prezzi di beni e servizi e quindi un aumento del costo della vita.

Lo sviluppo turistico, se non è regolamentato, ha un forte impatto ambientale, e provoca serie danni ecologici.

Il turismo, eliminando l’isolamento geografico e culturale, può portare alla perdita dell’identità culturale di un popolo (particolari lingue, tradizioni, usi e costumi).

MON EXPERIENCE DANS LE MONDE DU TURISME: LA REPUBLIQUE DOMINICAINE