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PALCOSCENICI ARCHEOLOGICI Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli per la Vittoria Alata di Brescia Brescia, Capitolium, Teatro romano, Basilica di San Salvatore Luglio 2020 Ogni intervento è volto a instaurare una relazione tra le sculture di Francesco Vezzoli e lo spazio ancestrale cittadino, il sito archeologico romano di Brixia - Brescia Romana e il Museo di Santa Giulia. Le collocazioni di una serie di lavori dell'artista, soprattutto sculture classiche reinterpretate, generano un dialogo fuori dal tempo e nello spazio, una dinamica complementare e intrusiva. Il complemento inaspettato, il fuori scala archeologico contemporaneo di Vezzoli penetra violentemente nel paesaggio urbano, ne cortocircuita il preconcetto di spazio dato per essere intoccabile, intangibile e fintamente intatto. Lo stile dell'artista invece scandisce una nuova percezione anarchica in cui il manufatto archeologico si trasforma da specimen museale a elemento vivo, dialogico e partecipe della provocazione dell'interprete. Vive così una dimensione contemporanea dell'antico, in completa assonanza con il moto dei grandi cercatori della città romana, di formazione neoclassica, che nella ricerca della perfezione, della emulazione, cercavano il superamento degli antichi modelli. E vive nello stesso tempo la plastica evidenza di un'opera, la Vittoria Alata, vera e propria musa ispiratrice del presente, di cui l'artista Vezzoli si fa tramite nei confronti del pubblico. La sequenza di conversazioni parte dei Palcoscenici archeologici condurrà fisicamente lo spettatore dalla terrazza del Capitolium alla basilica di San Salvatore, lungo un percorso di significazione cronologico lungo 1.000 anni, dal I secolo avanti Cristo, all'alba del IX secolo, tra cultura romana e longobarda. Due Vittorie per il Capitolium

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PALCOSCENICI ARCHEOLOGICIInterventi curatoriali di Francesco Vezzoli per la Vittoria Alata di Brescia

Brescia, Capitolium, Teatro romano, Basilica di San SalvatoreLuglio 2020

Ogni intervento è volto a instaurare una relazione tra le sculture di Francesco Vezzoli e lo spazio ancestrale cittadino, il sito archeologico romano di Brixia - Brescia Romana e il Museo di Santa Giulia. Le collocazioni di una serie di lavori dell'artista, soprattutto sculture classiche reinterpretate, generano un dialogo fuori dal tempo e nello spazio, una dinamica complementare e intrusiva. Il complemento inaspettato, il fuori scala archeologico contemporaneo di Vezzoli penetra violentemente nel paesaggio urbano, ne cortocircuita il preconcetto di spazio dato per essere intoccabile, intangibile e fintamente intatto. Lo stile dell'artista invece scandisce una nuova percezione anarchica in cui il manufatto archeologico si trasforma da specimen museale a elemento vivo, dialogico e partecipe della provocazione dell'interprete.Vive così una dimensione contemporanea dell'antico, in completa assonanza con il moto dei grandi cercatori della città romana, di formazione neoclassica, che nella ricerca della perfezione, della emulazione, cercavano il superamento degli antichi modelli. E vive nello stesso tempo la plastica evidenza di un'opera, la Vittoria Alata, vera e propria musa ispiratrice del presente, di cui l'artista Vezzoli si fa tramite nei confronti del pubblico.La sequenza di conversazioni parte dei Palcoscenici archeologici condurrà fisicamente lo spettatore dalla terrazza del Capitolium alla basilica di San Salvatore, lungo un percorso di significazione cronologico lungo 1.000 anni, dal I secolo avanti Cristo, all'alba del IX secolo, tra cultura romana e longobarda.

Due Vittorie per il CapitoliumA distanza di poche settimane dalla collocazione in maestà monumentale della Vittoria Alata di Brescia nella cella orientale del Capitolium, su disegno di Juan Navarro Baldeweg, la Nike Metafisica di Francesco Vezzoli verrà posta ai piedi della scalinata che conduce al pronao esastilo. Due vittorie alate, l’una contemporanea, l’altra antica, accoglieranno lo spettatore all’inizio di un percorso che lo conduce in un viaggio millenario.

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Un imperatore per la domus di DionisoAdriano, ricordato come uno dei “buoni imperatori”, è un soggetto ricorrente nella produzione artistica di Francesco Vezzoli. Il suo governo fu caratterizzato non solo da prosperità economica e stabilità politica, ma anche da tolleranza ed efficienza. E fu celebrato per lo splendore nella cultura e nelle arti figurative. All’interno dell’incredibile contesto della domus di Dioniso, gli occhi di un’enorme testa raffigurante l’imperatore Adriano sembrano accendersi di colore – e di vita – alla visione degli affreschi e delle superfici decorate, che conservano ancora la vividezza dei colori originali.

Un leone per il teatroUn enorme leone rampante dai cui occhi scivolano lacrime dorate, che si mescolano ai ciuffi della folta criniera. Le rovine del Teatro romano di Brescia diventano la gigantesca gabbia dell’animale, che pare voler spiccare un balzo per evadere dalla struttura che lo imprigiona.L’installazione ribalta la prospettiva: lo spettatore guarda la scena dal pulpitum ed è rivolto verso la cavea, la quale diventa il nuovo palcoscenico trasformando il teatro in anfiteatro – luogo in cui si impiegavano bestie feroci per le venationes. L’enorme scena trova il suo corrispettivo nella scultura Self-portrait as a Greek God, in cui Vezzoli rappresenta sé stesso utilizzando una testa ellenistica in marmo rinchiusa in una minuscola gabbia dorata. La scultura dalle dimensioni molto contenute e in contrasto con il leone sarà esposta sul pulpitum rivolta verso la grande fiera.

Una Venere per la basilicaLa basilica di San Salvatore è uno dei monumenti longobardi più significativi d’Italia. La struttura originaria presenta la tipica stratificazione di elementi da contesti diversi: la navata centrale è scandita da colonne e capitelli in parte di provenienza classica o bizantina e in parte di creazione originale in loco. Il concetto di commistione di riferimenti culturali tra loro differenti è alla base della scultura Portrait of Kim Kardashian (Ante litteram): una riproduzione in bronzo della celebre Venere di Willendorf (periodo paleolitico) sostiene una testa marmorea romana del III secolo d.C., componendo così un ritratto di Kim Kardashian, contemporanea icona di bellezza.

Brescia, 14 novembre 2019

Francesco Vezzoli è nato nel 1971 a Brescia. Ha studiato alla Central St. Martin’s School of Art di Londra, attualmente vive e lavora a Milano.È oggi uno degli artisti italiani contemporanei di maggiore successo al mondo, il suo lavoro può essere descritto come una serie di forti allegorie riguardo la cultura contemporanea con un ricco sottotesto di riferimenti elaborati, realizzati tramite installazioni video, ricami a piccolo punto, fotografia, performance dal vivo, esperimenti con l’uso dei media e –più recentemente– scultura classica.

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Le sue opere sono state selezionate quattro volte per la Biennale di Venezia: per la 49°, 51° e 52° edizione che si sono tenute rispettivamente nel 2001, 2005 e 2007, e la Biennale Architettura del 2014. I suoi lavori sono stati inclusi anche in altre mostre internazionali come la Whitney Biennial del 2006, la 26° Biennale di Sao Paulo, la 6° Biennale Internazionale di Istanbul e Performe (nel 2007 e 2015).Ha tenuto mostre personali in varie sedi internazionali e nazionali come il New Museum of Contemporary Art di New York; il Tate Modern di London; il Museum of Contemporary Art di Los Angeles; il MoMA PS1 di New York; il MAXXI di Roma; il Moderna Museet di Stoccolma; la Kunsthalle di Wien; la Pinakothek der Moderne di Monaco; il Museum Ludwig di Cologne; The Garage CCC di Mosca; The Power Plant di Toronto; il Jeu de Paume di Parigi; il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino; il Museo Serralves di Porto; la Fondazione Prada di Milano; Le Consortium di Dijon; la Fondazione Museion di Bolzano e il NMNM- Nouveau Musée National di Monaco.Il suo lavoro è stato presentato in diverse sedi tra le quali il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Whitechapel Art Gallery di Londra, il Grand Palais di Parigi, il Museo del Novecento di Milano, Palazzo Grassi di Venezia, Fabri Workshop and Museum di Philadelphia, il Witte de With Center dor Contemporary Art di Rotterdam, il Migros Museum di Zurigo, il Neues Museum di Weimer, il Pirelli Hangar Bicocca di Milano, il Musée National Picasso di Parigi.Recentemente ha curato la mostra “TV70: Francesco Vezzoli guarda la RAI” presso la Fondazione Prada di Milano e prodotto una performance per il 40° anniversario del Centre Pompidou di Parigi.La mostra “J.-K. Huysmans Critique D’art de Degas à Grünewald sous le Regard de Francesco Vezzoli” sarà inaugurata il novembre prossimo presso il Musée d’Orsay di Parigi.