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È S A N T O FONDATO NEL 1945 Domenica 14 Ottobre 2018 - Anno 73 - n. 283 - Euro 1,20 - www.giornaledibrescia.it - Tel. 030.37901 q7nsPd8cVAIIxzDbultHT/HYMYppl4cJBMD6nTbeTGE=

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È SANTO

FONDATO NEL 1945

Domenica 14 Ottobre 2018 - Anno 73 - n. 283 - Euro 1,20 - www.giornaledibrescia.it - Tel. 030.37901

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II Domenica 14 ottobre 2018 · GIORNALE DI BRESCIA

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FONDATO NEL 1945

Papa Paolo VI oggi tra i santi«Esemplare tutta la sua vita»

L’effigie. Il ritrattodi papaGiovanni BattistaMontini sul drappoesposto sulla facciata di SanPietro // FOTO DR. SIMÓN

Questa mattina in piazza San Pietrola cerimonia che conclude il cammino di canonizzazioneAccompagnò la Chiesa attraverso le sfide della modernità

/ Giovanni Battista Monti-ni da oggi è santo. La procla-mazione avverrà questamattina in Vaticano, davan-ti anche ai cinquemila pelle-grini giunti da Brescia e pro-vincia per accompagnare lacanonizzazione del pontefi-ce bresciano. Guida dellaChiesa del popolo di Dio,ma anche uomo di culturaaperto alla sfida della mo-dernità, papa Paolo VI saràcanonizzato assieme ad al-tre sei personalità, tra cuimonsignor Oscar Romero,l’arcivescovo martire di SanSalvador. Nella messa di ierialsantuariodel Divino Amo-re, il vescovo di Brescia,monsignor Pierantonio Tre-molada, si è detto certo chePaolo VI crescerà «in stima,affetto e devozione». In fe-sta oggi anche Concesio, ilpaese che diede a Montini inatali. A PAGINA 2-9

Alla morte diPaolo VI,nell’agosto del1978, un

settimanale aveva questotitolo: «Un grande Papa:lo scopriremo domani».Nel sottotitolo siaggiungeva: «Paolo VI hapilotato la barca di Pietronel mare di unatempestosa crisidell’umanità.Intransigente e tollerante,severo e dolcissimo,Giovanni Battista Montiniha raccolto l’eredità diPapa Roncalli in una dellepiù acute crisi di cultura eciviltà che il mondo abbiamai attraversato. Lo si èdefinito un Papa piùpolitico che religioso, male sue riforme sono diportata storica. Sarà ilfuturo a farci riteneregrande il suo pontificato.Merito suo se lelacerazioni fra Chiesa epopoli sono menodrammatiche».CONTINUA A PAGINA 3

Doppio botto nella notteSvaligiati due bancomat

SOMMARIOPrimo Piano 2-11

Interno ed Estero 12-14

Opinioni 15

Brescia e Provincia 16-18

La città 20-23La Provincia 24Hinterland 25

Bassa Bresciana 26

Garda e Valsabbia 27Valtrompia e Lumezzane 28Valcamonica 29Sebino e Franciacorta 30Economia e Agricoltura 35-38

Cultura e Spettacoli 40-45

Sport 47-59

Agenda 33 Meteo 60

Necrologie 63 Lettere 64-65

GLI ALTRI SANTIDamons. Romero algiovanissimo Sulprizio,sei vite nella fede

LA MESSA COL VESCOVOMons. Tremolada:«Paolo VI cresceràin affetto e devozione»

I PELLEGRINI BRESCIANII volti e le vocidei cinquemila a Romaper il grande evento

Il pontefice brescianoILMESSAGGIO

UNA SANTITÀCHE PUÒ E

SA PARLAREALL’OGGILeonardoSapienza

/ Anche le big europee si muo-vono per il regista del Brescia,Sandro Tonali: dall’Inghilterraarriva la voce di una propostadi 23 milioni del Chelsea, conSarri che ne caldeggia l’acqui-sto. A PAGINA 47

Offerta shock dal Chelsea:23 milioni di euro per Tonali

Giornate d’autunnodel Fai: si fa sentireil richiamo dell’arte

Interni. I chiostri del Carmine,moltogettonati // FOTO NEG

Oltre 2.500 visitatori in città,apprezzamenti per i luoghi scelti:oggi la «seconda puntata» A PAGINA 16 E 17

/ Stessa mano? Sono molte leanalogie tra il botto che nellanottetravenerdìesabatohafat-tosaltareunbancomatalVillag-gio Sereno alle due e quello chepocodopo hadiveltolosportel-lo a Verolanuova. A PAGINA 18

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Domenica 14 Ottobre 2018 - Anno 73 - n. 283 - Euro 1,20 - www.giornaledibrescia.it - Tel. 030.37901

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Paolo VI santo Oggi in Vaticano la canonizzazione del papa bresciano

Consapevole che l’autoritàè servizio, seppe essereleader di una comunitàin cammino nella storia

/ È al centro, ma non è da solo.Oggi si conclude il percorso diuna canonizzazione attesa da40anni,esiapreunanuovapro-spettiva sulla presenza di unPonteficeeunuomonellaChie-sauniversaleeinparticolarenel-laChiesa enella comunità civiledi Brescia di cui si è sentito par-te,ancheselamaggiorpartedel-la sua vita l’ha trascorsa a Ro-ma,in Vaticano. Èal centro, tra iritratti dei sette Santi che oggipapa Francesco proclama, manon è da solo, perché Paolo VI èil papa della Chiesa Popolo diDio e perché è stato un vero lea-

der, il modello di una leader-ship autentica.

IlCredo.Traitanti,grandidocu-mentidiPaoloVIc’èilCredodelPopolo di Dio. Lo proclamò inpienoSessantotto.Puòsembra-re un paradosso: nell’anno del-la «grande rivoluzione cultura-le» c’era chi, profeticamente, loaveva voluto «anno della fede»,1900 anni dal martirio di Pietroe Paolo. Paolo VI ridice il Credo1642 anni dopo, nella consape-volezza «dell’inquietudine, cheagita alcuni ambienti moderniin relazione alla fede», ivi com-presi «anche dei cattolici che silasciano prendere da una spe-cie di passione per i cambia-menti e le novità». Questo reali-smo e questa consapevolezza

culturaleportanoMontiniadia-logare con tutti fissando puntichiarie intelligibili,proprioper-ché «la Chiesa ha costantemen-te il dovere di proseguire nellosforzodiapprofondireepresen-tare,inmodosemprepiùconfa-centeallegenerazionichesisuc-cedono, gli imperscrutabili mi-steri di Dio, fecondi per tutti difrutti di salvezza». I suoi succes-sori, e papa France-scolohapiùvolteri-badito, si muovonoin questa linea.

UnaChiesapopo-lo: Montini, che eraun leader, ne avevala consapevolezza eil grandissimo sen-so di responsabilità,sapeva che ogni autorità, e pri-ma di tutto proprio il papa nonpuò che essere al servizio, servodei servi, della Chiesa popolo diDio, così come il Concilio avevanuovamente proclamato e sot-tolineato. L’appartenenza a unpopolo,comedimostralapicco-la comunità dei nuovi santi dioggi, ha un significato profon-do: Dio nella storia della salvez-za ha salvato un popolo e la

ChiesaèilpopolodiDioincam-minonellastoria,congioieedo-lori.

Nella storia. Il popolo non è un«cloud», una astrazione. È car-neesangue,comecisuggerisco-no proprio i sette nuovi santi, illoro operare in ambiti diversi ein epoche diverse, pagando dipersona. È consapevolezza del-

ladiversitàedell’ori-ginalità e vincolo diunità. È senso dellastoriaevisionedifu-turo. Il modello nonèlasfera,mailpolie-dro,comeripetepa-pa Francesco: «Sial’azione pastoralesia l’azione politica

cercanodiraccogliereintalepo-liedro il meglio di ciascuno». Èunasfidadecisiva,ridireilpopo-lonell’etàdellanuovamassifica-zione e del nuovo individuali-smo, che lo negano. La piccolacomunità di Santi che Paolo VI,conlasuaserenaconsapevolez-za,capeggia,offreunsolidopro-pellentespiritualeeunsicurori-ferimentoperunpassaggioden-so di molte incognite. //

La canonizzazione.

La Canonizzazione è l’attoliturgico e giuridico, riservato alpontefice, con il quale la Chiesadichiara ufficialmente santo unsoggetto che aveva già ottenutoil titolo di beato, estendendo ilsuo culto alla Chiesa universale.

Il rito.

Prima della messa, il prefettodella Congregazione delle causedei santi, accompagnato daipostulatori, chiede al Papa contre «domande» che si procedaalla canonizzazione dei beati.

La formula.

«Ad onore della SantissimaTrinità, per l’esaltazione dellafede cattolica e l’incrementodella vita cristiana, con l’autoritàdi nostro Signore Gesù Cristo, deiSanti Apostoli Pietro e Paolo eNostra, dopo aver lungamenteriflettuto, invocato più voltel’aiuto divino e ascoltato il pareredi molti nostri fratellinell’Episcopato, dichiariamo edefiniamo santi i beati...»

In pienoSessantottoproclamòil Credo, perpresentare gli«imperscrutabilimisteri di Dio»

Paolo VI, il pontefice guidadella Chiesa popolo di Dio

Francesco Bonini

I nuovi santi. Le effigi dei sette nuovi santi che saranno proclamati oggi da papa Francesco, sulla facciata della basilica di San Pietro // FOTO DR. SIMÓN

LA CERIMONIA

2 Domenica 14 ottobre 2018 · GIORNALE DI BRESCIA

> PRIMO PIANO

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dalla prima

L’ATTUALITÀ DI PAPA MONTINImons. LEONARDOSAPIENZA - reggentedella Casapontificia

Da mons. Romeroa Nunzio SulprizioSei vite nella fede

Si può dire che Paolo VI era ed è, ancoroggi, poco conosciuto.

Ancora nei giorni scorsi un signore diBuccinasco, scrivendo a Papa Francesco aproposito degli ultimi Pontefici, diceva: «...non tutti questi santi uomini sono staticapiti dal popolo cristiano, qualcuno, comePaolo VI - Vescovo precursore e Papainnovatore - dimenticato forse perchétroppo riservato...».

Anche l’ex direttore del «Corriere dellaSera», Paolo Mieli, in una recente intervistatelevisiva, ha affermato: «Montiniè il più grande intellettuale delNovecento, lo ripeto spessoperché è un Papa ingiustamentesottovalutato».

Ha dovuto subire, Paolo VI,feroci contestazioni, critiche eaperte ribellioni anche nellaChiesa. Ma ha saputo manteneresempre dritta la barra della barcadi Pietro.

Non meraviglia che oggi si riscopral’attualità del suo insegnamento, GiovanniPaolo II lo chiamava «mio maestro epadre»; Papa Francesco lo ammira e lo citaspesso.

Paolo VI, confidando sempre in Cristo, haattraversato tante tempeste. Nonadattandosi mai alle mode passeggere.Rifletteva: «Non dovremo temere, ungiorno, d’essere forse in minoranza, sesaremo fedeli; non arrossiremo

dell’impopolarità, se saremo coerenti; nonfaremo caso d’essere dei vinti, se saremotestimoni della verità e della libertà dei figlidi Dio».

Una personalità obiettivamentestraordinaria, ricchissima, poliedrica.Quanti hanno studiato la sua figura,avvertono di essere approdati sulla soglia diun mondo interiore profondissimo,inesauribile, semplicemente,essenzialmente, coerentemente,costantemente evangelico; un patrimonio e

un dono inestimabile per laChiesa e la società.

La persona di Paolo VI è ancoradinanzi ai nostri occhi come unesempio di santità vissuta nelnascondimento, pur essendo alcentro e al culmine della vita dellaChiesa, in un periodo tormentatodella storia; e come una genuinatestimonianza di fede, di

speranza e di amore che è stata offerta allaChiesa e al mondo in modo quasispontaneo, pur essendo una scelta di vitaperseguita con fedeltà e tenacia.

A noi rimane l’esempio di questo grandePapa; il suo intenso, profondo e acutomagistero che conserva fino a oggi la suaattualità; la sua fede profonda in Dio enell’uomo; il suo amore per la Chiesa.

Incarnando questi tre amori, Paolo VI hapotuto essere un grande Papa, in un tempotormentato, complesso, terribile, magnifico!

/ Sei inuovi santiche sarannocanonizzati oggi insieme a Pa-olo VI.

Mons.OscarArnulfoRome-ro. Nato a Ciudad Barrios (ElSalvador) nel 1917 da una fa-migliamodesta, entròinsemi-nario e nel 1943 conseguì la li-cenzain Teologia all’Universi-tàGregoriana.Ordinatosacer-dote, tornò in patria, prima fuvescovodellapoverissimadio-cesi di Santiago de María dal1975 al 1977, quando Paolo VIlo nominò arcivescovo di SanSalvador, in anni di repressio-ne sociale e politica. «Nel no-medi Dioedelpopolo chesof-frevisupplico,viprego,einno-me di Dio vi ordino, cessi la re-pressione!», grida il 23 marzo1980, nella sua ultima predicain Cattedrale.

Il giorno dopo, nel tardo po-meriggio, un sicario si intrufo-la nella cappella dell’ospeda-le, dove Romero sta celebran-do, e gli spara dritto al cuore,mentre il vescovo alza il caliceal momento dell’offertorio. Fubeatificato nel 2015 da papaFrancesco.

DonFrancescoSpinelli.Na-toaMilanoil14aprile 1853,di-venne sacerdote nel 1875.Una visione nella basilica ro-mana di S. Maria Maggiore nelcorso del Giubileo lo indusse afondare una congregazionefemminile. Il 15 dicembre1882 fondò le Suore AdoratricidelSS.Sacramento.DonFran-cesco morì il 6 febbraio 1913,fubeatificatodaGiovanniPao-lo II il 21 giugno 1992.

Don Vincenzo Romano.Nacque nel 1751 a Torre delGreco (Napoli) dove trascorsetutta la sua vita. Sacerdote, fueducatore di giovani, ebbe cu-ra di poveri e ammalati e si in-teressò attivamente della real-tà sociale del suo tempo, inparticolare dei pescatori di co-rallo e delle loro famiglie. Do-po l’eruzione del Vesuvio del1794, fu l’anima della rinascitamateriale e spirituale di Torredel Greco. Morì il 20 dicembre1831. Fu beatificato da PaoloVI il 17 novembre 1963.

Suor Maria Caterina Ka-sper. Nacque a Dernbach, inGermania, il 26 maggio 1820.Peraiutarelasuanumerosafa-miglia iniziò a lavorare giova-nissima. Desiderosa di consa-crarsi a Dio, non volendo en-

trare in nessuna famiglia reli-giosa esistente ne fondò unalei e cominciò la vita comunecon alcune compagne nel1845.Lereligiosepresero ilno-me di Povere Ancelle di GesùCristo e aprirono nuove case,anche all’estero, per aiutaregli immigrati tedeschi. Morì il2 febbraio 1898. Fu beatificatada Paolo VI il 16 aprile 1978.

SuorNazariaIgnaziadiSan-ta Teresa di Gesù. Nacque aMadrid nel 1889. Sulla navecon cui giovanissima emigròcon la famiglia in Messico perragioni economiche, incontròalcune Piccole Suore degli An-ziani Abbandonati: lei si fecereligiosaproprioinquellaCon-gregazione.Perilnoviziatotor-nòinpatria,enel 1908fudesti-nata ad una missione in Boli-via. Nel 1920, dopo un corso diesercizi spirituali, concepìuna nuova Congregazione,che fondò nel 1925 con il no-mediMissionarieCrociatedel-laChiesa. All’avanguardia nel-la Bolivia di allora, sostenne lapromozionesociale elavorati-vadelledonne.Nel1938lafon-datrice si trasferì in Argentina.Morì a Buenos Aires nel 1943 efu beatificata da san GiovanniPaolo II il 27 settembre 1992.

Nunzio Sulprizio. Nacque aPescosansonesco (Pescara) il13 aprile 1817. Orfano giova-nissimo, iniziò a lavorarenell’officina di fabbro ferraiodi uno zio. Colpito nel 1831 dauna grave malattia ossea, af-frontò la malattia con fede equestocolpivachiglistavavici-no. Morì il 5 maggio 1836, a 19anni. Fu beatificato da PaoloVI il primo dicembre 1963, du-rante il Concilio Vaticano II. //

Una personalitàricchissima epoliedrica, uninesauribilemondo interiore,coerentementeevangelico

GLI ALTRI SANTI

LE PROCLAMAZIONI DI PAPA FRANCESCO

MONS. OSCAR ARNULFO ROMERO

Arcivescovo di San Salvador, assassinato mentre celebravala messa

(El Salvador 1917-1980)

DON FRANCESCO SPINELLI

Fondatore delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento

(Milano 1853-1913)

DON VINCENZO ROMANO

Educatore, ebbe cura di operai e pescatori, occupandosi della realtà sociale della sua città

(Torre del Greco 1751-1831)

SUOR MARIA CATERINA KASPER

Fondatrice delle Povere Ancelle di Gesù Cristo

(Germania, 1820-1898)

SUOR NAZARIA IGNAZIADI SANTA TERESA DI GESÙ

Fondatrice della Congregazione delle Missionarie Crociate della Chiesa

(Madrid 1889 - Buenos Aires 1943)

NUNZIO SULPRIZIO

Protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro

(Pescosansonesco, PE,

1817 - Napoli 1836)

Le biografie

GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 14 ottobre 2018 3

> PRIMO PIANO

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Paolo VI santo Il cammino verso la canonizzazione

CITTÀ DEL VATICANO. «PapaFrancescoproclama santoGio-vanni Battista Montini, l’uo-mo, il sacerdote, il papa. LaChiesa ci dice che tutta la suavita è stata esemplare, non sol-tanto il periodo del pontifica-to». Padre Antonio Marrazzo,redentorista postulatore dellaCausa di canonizzazione di Pa-oloVI,èuomo schietto,concre-to, un sacerdote che sa andaredritto al cuore delle questioni:«Quello di papa Paolo VI è sta-to un martirio bianco, ha su-bìto critiche tanto pesanti

quanto ingiuste; lui ha vissutotutto restando fermo, non per-ché non sapesse come reagire,ma perché ogni suo pensiero,ogni sua parola, ogni sua azio-ne era radicata nella fede».

Il ruolo.PadreMarrazzo ha par-lato della figura di GiovanniBattista Montini durante laconferenza pre canonizzazio-neinsalastampa vaticana.«Pa-olo VIdiviene santo, non da so-lo - ha spiegato il postulatore -,la scelta di papa Francesconon è stata casuale, ma ha alfondo una domanda: fino ache punto la santità è legata alruolo che una persona ha eser-citato nella vita?». Nel caso diPaolo VI, «la santità l’ha fatta la

vita ricca di umanità di un uo-mo che ti trasmetteva ciò cheviveva dentro. Montini era unappassionato, tutto ciò che di-ceva lo credeva davvero. PaoloVI sognava un mondo di pacedove l’uomo possa crescere».

Maestro. «Giovanni BattistaMontiniciha insegnato, etesti-moniato con la suavita - ha proseguitopadre Marrazzo -,che la santità non èqualcosa di sovru-mano, ma anzi èpienamente rag-giungibile. Ilcristia-no non è una spe-cie di extraterrestremasemplicemente unverouo-mo». Da respingere con fer-mezza l’immagine di un uomofreddo, distaccato, amleticonelledecisioni. «Era una perso-na che aveva una capacità stra-ordinaria di relazionarsi con ilprossimo - ha spiegato -. Tuttihanno affermato che quandosi parlava con lui avevi l’im-pressione che esistessi solo tu,ti dava tutta l’attenzione possi-

bile, ti sentivi avvolto dal suosguardo. Quando parlava o tiprendevale manisentivi ilcalo-re di questa persona, era since-ro autentico, ti trasmetteva ciòche viveva dentro».

Testimone.Paolo VI sarà ricor-datoper la sua capacitànel gui-dare il Concilio Vaticano II.«Giovanni Battista Montini haportato una svolta nella Chiesa- ha sottolineato il postulatore-, è entrata aria nuova e fresca,la Chiesa si è aperta ed è diven-tata moderna. Vorrei fare quiuna precisazione, all’epocaMontini era molto amato, eracerto criticato a livello di me-dia, ma il popolo dei fedeli eraconlui, e luicon ifedelidialoga-va: è stato lui a istituire la rego-laritàdell’udienza del mercole-dì, e solo per fare un esempio».Padre Marrazzo riflettendocon i giornalisti sul pontificatodiMontinisi lascia ancheanda-re a una considerazione perso-nale. «Allora si credeva nell’uo-mo,mentreoggi viviamol’atei-smo umano - ha amaramenteconstatato -, oggi non credia-mo più nell’uomo. Siamo or-mainel postconsumismo, con-sumato tutto il possibile oratocca proprio all’uomo».

Impegno. «Papa Paolo VI nonera certo un uomo delle grandifolle - ha proseguito il postula-tore-, GiovanniBattista Monti-ni è stimato, che è sentimentoben diverso dall’amore. Il suorigore e la sua profondità nonammettevano(enonammetto-

no) compromessi,Paolo VI non ci creaalibi». L’impegno adifesa della vita,che espresse nel-l’enciclica Huma-nae vitae (testo datroppi incompre-so), continua an-che dopo la sua

morte. «Un uomo e un papapienodiamoreneiriguardidel-la vita - ha concluso -, nata enon nata, come dimostrano idue miracoli riconosciuti perla beatificazione e la canoniz-zazione. Paolo VI dovrebbe es-sere proposto come difensoredella vita nascente, i miracoliper sua intercessione si pongo-no in straordinaria continuitàcon il suo magistero». //

«Quando tiparlava avevil’impressioneche esistessi solotu, ti dava tuttal’attenzionepossibile»

L’acquarello. L’opera che l’artista Óscar Sanchís Palomino ha realizzato per la canonizzazione

Padre Antonio Marrazzo,postulatore della Causa:«La Chiesa gli riconosceun’intera vita esemplare»

Francesco Alberti

dal nostro inviato

«Proclamato santoGiovanni Battista,l’uomo che diede vocea chi non ne aveva»

4 Domenica 14 ottobre 2018 · GIORNALE DI BRESCIA

> PRIMO PIANO

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Montini è un papa dimenticato.Per la distanza ormai grandeda un tempo che sempre piùsta abbandonando ogni

memoria, per l’incomprensione soffertadurante i difficili ma decisivi anni del suopontificato e soprattutto per la rapidaeclissi. Un’eclissi che si spiega con ilconfronto tra Paolo VI, il predecessoreRoncalli e il secondo successore diMontini, il polacco Karol Wojtyla, eletto inseguito alla morte improvvisa, dopoappena un mese dall’elezione in conclave,di Albino Luciani. Entrambi popolarissimi,Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hannoinfatti presto oscurato nell’opinionepubblica la figura di Paolo VI.

Da una parte per la forza dell’immaginerappresentata dal «papa buono» dopo ilventennio pacelliano, dall’altra per ladurata del lunghissimo regno e per lapersonalità planetaria del primo ponteficenon italiano da oltre quattro secoli emezzo.

Tuttavia, sin dall’inizio del pontificato inambienti cattolici progressisti a Montinivenne contrapposto Roncalli, benchéquesti lo avesse di fatto indicato, se nonproprio designato, come suo possibilesuccessore. Di «parrocchie contrastanti»,giovannea e paolina, scrive nel 1966Alberto Cavallari nel suo libro inchiesta IlVaticano che cambia, ma già Paolo VIavverte questo nodo: «Ci pare d’essere sulleorme di Papa Giovanni», annota in unappunto risalente con ogni probabilitàall’anno precedente. Durante ilquindicennio montiniano il nodo restacomunque non sciolto, al punto dasuggerire un inedito doppio nome,Giovanni Paolo, per le successioni papalidel 1978, in un tentativo di composizioneideale tra i due pontefici del concilio.

A sollevare decisamente il velo dell’obliosu Paolo VI è stato non tanto l’avvio nel1993 e poi il procedere della causa dicanonizzazione, giunta ora allaconclusione, quanto il riferirsi di Francescoal suo predecessore. È infatti Montini ilpapa a cui Bergoglio più si ispira, in unrapporto che è di sostanza e di fondo,talvolta dichiarato ma non desumibiledall’esteriorità delle citazioni, peraltro nontroppo amate da Francesco. Tanto piùsignificativa appare dunque,nell’intervento che l’arcivescovo di BuenosAires pronuncia durante una delle ultimeriunioni precedenti il conclave del 2013,l’esplicita citazione di Paolo VI sulla «dolcee confortante gioia di evangelizzare», chepoi viene sviluppata nel lungo documento

programmatico del pontificato intitolatoappunto Evangelii gaudium.

È così Francesco, quarant’anni dopo lamorte, a canonizzare Montini, che luistesso ha beatificato nel 2014. Con unanovità, perché per la prima volta unpontefice non viene proclamato santo dasolo o con un altro papa, com’era avvenutoproprio lo stesso anno con Roncalli eWojtyla, ma insieme a figure diverse. Unanuova svolta, insomma, nella storia dellasantità papale, nodo difficile e neiconfronti del quale non a caso la chiesa diRoma è stata sempre molto cauta.

Con la canonizzazione di Paolo VI, per laprima volta, un cristiano divenuto papaviene proclamato santo insieme ad altrefigure esemplari. «Per essere santi non ènecessario essere vescovi, sacerdoti,religiose o religiosi» ha sottolineatoFrancesco nell’esortazione apostolicaGaudete et exsultate descrivendo i tratti diuna santità comune, ora riconosciuta ecelebrata anche ufficialmente in Montini.«La santità dev’essere la vocazione di tutti»aveva dal canto suo annotato Paolo VI inuno scritto privato del 1974 richiamandosan Paolo, il Concilio Vaticano II e sanTommaso.

Sullo sfondo stanno due poli: lamodernità e la tradizione, come nel 1950 ilprelato confida nel primo incontro conJean Guitton. «Bisogna sapere essereantichi e moderni, parlare secondo latradizione ma anche conformemente allanostra sensibilità. Cosa serve dire quelloche è vero, se gli uomini del nostro temponon ci capiscono?», dice al filosofo amicoche nel 1967 pubblicherà i «Dialogues avecPaul VI», modello insuperato di un nuovogenere letterario papale.

L’arazzo.Sul balcone da cui si affacciò da papa il 21 giugno 1963 // FOTO DR. SIMÓN

GiovanniMaria Vian - direttore dell’Osservatore Romano

Il libro dello storico. Paolo VI è il quarto

pontefice del Novecento a diventare santo (dopo

Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II). Un fatto

eccezionale perché la santità dei pontefici è sempre

stata rara e problematica. Docente di filologia

patristica all'università di Roma La Sapienza,

GiovanniMaria Vian studiaMontini da oltre

trent’anni e dal 2007 è direttore del quotidiano della

Santa Sede, L’Osservatore Romano. Nel suo

recentissimo libro «Montini e la santità» (Brescia,

Morcelliana, 2018, pagine 126, euro 10) affronta sul

piano storico un nodo intricato sulla base di

numerosissimi testi poco conosciuti, editi

dall’Istituto Paolo VI. Illuminando di riflesso la figura

moderna di Giovanni BattistaMontini, il rapporto

con i suoi predecessori sul soglio di Pietro, Pacelli e

Roncalli, l’uso politico e il significato della santità.

Dimensione che quando è autentica riesce ad

attrarre l’attenzione non solo dei credenti. Qui

anticipiamobuona parte della premessa del libro.

L’INTERVENTO

Paolo VI considerato da Bergoglio come suo maestro

IL RITORNO D’UN PAPADIMENTICATO

Nellegrottevaticane. La tomba di san Paolo VI

L’ANTICIPAZIONE

GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 14 ottobre 2018 5

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Paolo VI santo Tra i fedeli bresciani stretti attorno al loro pontefice

Giovani. I rappresentanti della comunità di Polaveno

ROMA. «Paolo VI crescerà in sti-ma, affettoe devozione». Ha la-sciato trasparire «la forza e labellezza del Vangelo, molti lohanno già capito, altri lo capi-ranno presto». La sua persona-litàschiva e riflessiva non entu-siasmava le folle, ma «è statoungrandepapa,inmodoesem-plare». Il vescovo di Brescia,mons. Pierantonio Tremola-da, disegna la figura del santo,rivoltoai fedelidescrive «isenti-menti che ci hanno accompa-gnatoin questimesidiprepara-zione all’evento: lode, parteci-pazione, fierezza affettuosa fa-

miliarità con Paolo VI». Sonoda poco passate le 16 di sabatoe il santuario del Divino Amo-re, alle porte di Roma, è gremi-to di bresciani. È la chiesa chesempre accoglie i nostri pelle-grini alla vigilia di avvenimenticome questo: fu così anchequattro anni fa, il 18 ottobre2014 per la beatificazione.

Duemila.Ci sono oltre duemilapersone giunte da ogni dove dicittà e provincia, tanti mostra-noal collo - con orgoglio - i fou-lard della diocesi, bianchi, conl’effigie di Giovanni BattistaMontini. Intorno all’altare uncentinaio di sacerdoti; conmons.Tremoladacelebrano al-tri tre vescovi, i bresciani Vin-cenzo Zani e Carlo Bresciani,

oltre a Luciano Monari. Ci so-no anche i seminaristi che ilmattino, con i colleghi di Mila-no, sono stati ricevuti da papaFrancesco. La chiesa brescia-na, ma soprattutto il suo popo-lo rappresentato dai pellegrini,sonoarrivati numerosiperrico-noscere la santità di Paolo VI. Ilcoro di Chiesuola di Pontevi-co, come quattro anni fa, ani-ma la messa e rega-la intense emozio-ni.

Emozioni.Guardan-doipellegrinisiper-cepisce la profon-da partecipazioneall’evento. Un po-polo in preghiera.Tanti giovani, tante famiglie. Ilsantuario moderno in acciaioe cemento con le grandi vetra-te colorate regala suggestioni.Il Vangelo è di San Marco, Ge-sù che ammonisce: «È più faci-le che un cammello passi nellacruna di un ago piuttosto cheun ricco entri nel regno dei cie-li». Invita a lasciare tuttoper se-guirlo,perché «gli ultimisaran-no i primi e i primi gli ultimi».

Ecco, Paolo VI ha seguito que-sta strada.

«Egli - sottolinea mons. Tre-molada nell’omelia - accolseconslanciototale l’invitodiCri-sto, "sevuoi essere perfetto, se-guimi"». Montini «è stato unuomolibero, povero, umile,ul-timo fra tutti mentre ricoprivaun grande incarico». L’uomodel dialogo e della modernità,

che «diede testimo-nianza di amoreper l’umanità».

I luoghi. Una voca-zioneeunapostola-tomaturatonei luo-ghi montiniani pereccellenza, ribaditidalvescovo:Conce-

sio, Verolavecchia, Rodengo,Nuvolera,PontediLegno,isan-tuari delle Grazie e della Stella,l’oratorio della Pace, S. Bernar-dino a Chiari, l’Eremo di Bien-no e Montecastello. Con PaoloVI sono diventati anche i luo-ghi del «popolo di Dio che abi-ta in terra bresciana», rimarcaTremolada. «Abbiamo riempi-to l’attesa di queste giornate dipreghiera e riflessioni». Monti-

ni diceva: «Mi piacerebbe, ter-minando, di essere nella luce».Così è stato, «ma noi - sottoli-nea il vescovo - ne abbiamoavuto piena consapevolezzasolo ora», con il riconoscimen-to della santità. Che dichiara ilsuo essere stato «discepolo delSignore finoalla fine, uomo ric-co di sapienza, pastore e mae-stro».

Applausi. Al termine della ceri-monia ecco gliapplausi ripetu-ti dei pellegrini rivolti ai vesco-vi e ai sacerdoti che sfilano incorteo, liberano la gioia delmo-mento, l’orgoglio di essere quied ora per la giornata in cui siproclamasanto ilpapa brescia-no.Fuori dal santuario i visi so-no contenti. «Bellissima ceri-monia, sono momenti di gran-de emozione», dicono Renatoelamoglie Marita,di Comezza-no-Cizzago. Accanto, un grup-po di Castegnato fa segni di as-senso. «Chissà domani (oggi,ndr) in piazza San Pietro comesarà bello», commentanoOscar e Mariella della Volta. Ilpopolo di Paolo VI è pronto asalutarlo santo. //

Il vescovo: «Paolo VI cresceràin stima, affetto, devozione»

Il vescovo.Tremolada ha celebrato la messa al Divino Amore

Tremolada:«I luoghimontiniani sonodiventati anchei luoghi delpopolo di Dio interra bresciana»

DalGarda. Il gruppo dei pellegrini giunti da Salò

Enrico Mirani

dal nostro inviato

Migliaia di brescianialla messa della vigiliacelebrata al Divino Amoretra emozione e preghiere

Dall’Ovest. Il gruppo di Chiari Dalpaesenatale. I parrocchiani di Concesio, luogo natale di Giovanni Battista Montini

L’omelia integraledel Vescovo

su:www.giornaledibrescia.it

6 Domenica 14 ottobre 2018 · GIORNALE DI BRESCIA

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La vigilia di follain piazza San Pietroannuncia l’evento

DallaVal Camonica. I fedeli di Breno e Ponte di Legno

Sul pullman i tanti motiviper rendere omaggio al Santo

ROMA. C’è chi arriva da Bre-scia, chi da Alfianello. Chi daGardone Valtrompia e chi daCollebeato, chi ancora dallaBrianza. Il pullman numero 8deglioltre40organizzatidaBre-vivet, affidato all’autista Loren-zo ed alla guida Laura, nonesprime una prevalente prove-nienza geografica, ma rappre-senta, non solo simbolicamen-te,ladiffusionedelpopolomon-tiniano. Ci si ritrova alle sei emezza del mattino a CampoGrandenonper portare losten-dardo di questo o quel paese,ma per andare a rendere omag-

gioadun Papache,adispettodichi lo ha definito dimenticato, aquarant’annidallamorteracco-glie ancora affetto ed ammira-zione, tanto da far puntare lasvegliaall’albaamigliaia di per-sone.

Le radici. Si parte che è ancorabuio, condizione che, insiemeai fitti banchi di nebbia incon-trati tra il Mantovano ed il Mo-denese, nella prima parte delviaggio concilia il sonno deipiù. Poi col sole la comitiva sianima e la distribuzione di duepubblicazioni dedicate alla ca-nonizzazionediGiovanniBatti-sta Montini (molto apprezzata,lo scriviamo per dovere di cro-naca,quelladelGiornalediBre-scia) stimola la discussione tra i

pellegrini. Sì, perché ciascunoha un valido motivo per esserein cammino (motorizzato) ver-soRoma. Peresempio Teresa diAlfianello, che osserva che «allamia età sarà impossibile vedereun altro Papa bresciano diven-taresanto».UnPapadicuiforsenons’èmoltoparlatodopo lafi-ne del pontificato, ma che intantepartidelmondohalascia-to segni: «Ricordo -dice Caterina, puredi Alfianello - che inTerra Santa vidi unistituto per donneindifficoltàchepor-tava il nome di Pao-lo VI».

Per il pronipote.Un’altra pellegrina del paesedella Bassa ha ancora nellamente «i racconti che mi facevamio papà, originario di Verola-vecchia, paese della madre diPapa Montini». E poi parla diquel suo pronipote che «ora èun bellissimo bambino, moltovivace,macheprimadinascereci aveva tenuto in ansia per viadianalisimedichepreoccupan-ti. Io andai in chiesa, trovai un

librettodelseminariocheporta-va in copertina l’effige di PaoloVI e pregai rivolgendomi a lui.Tutto si risolse per il meglio, iocredo anche per la sua interces-sione». Patrizia è sul pullmananche perché «realizzo un desi-derio di mia mamma, che ave-va conosciuto Montiniquand’era arcivescovo a Mila-no». Un altro figlio, il 22enne

Matteo, ha sprona-tolamadreametter-si in viaggio: «Lui miha spinto - raccontaGabriella, della par-rocchia di Chiesa-nuova-ediobenvo-lentieri ho accetta-to,ancheperchéPa-olo VI mi è rimasto

nel cuore da quando, undicen-ne, lo incontrai da vicino inudienza a Roma, approfittandoanche dell’amicizia dei mieinonni con la famiglia Montini».Quella famiglia che aveva fortilegami anche con Collebeato,come ricordano quattro pelle-grinedelpaese:«Infatti-raccon-tano - monsignor Montini ven-nespessoalsantuariodellaMa-donna della Calvarola».

Per Teresa e Tullio di Bresciaè forte la convinzione che «Pao-loVI,unPapacheabbiamomol-to amato, sia stato un po’ di-menticato: va scoperto o risco-perto.Siamoquiancheperque-sto, oltre che per festeggiare ilnostro50°dimatrimonio,cadu-to domenica scorsa».

La profondità. La necessità distudiareMontiniemergeanchedalla riflessione di Franca, perlunghi anni insegnante alle Or-soline: «Partecipo a questo pel-legrinaggio - rivela - per la gioiadiavereunsantobresciano,cer-to,masoprattuttoperilnotevo-leapporto delsuopensiero, cheho compreso attraverso i suoiscritti,più che dai suoi atteggia-menti. Scritti i più diversi, mavorreisegnalareleletterealleni-poti, davvero di grandissimaprofondità». Qualche posto piùindietroc’èanchechisuqueite-sticihascrittounatesi:èunpel-legrino di Busnago, laureatosiin Pedagogia nel ’96 trattandodi «Educazione alla mondialitàin Paolo VI». Ed il variegatomondo montiniano è arrivato aRoma per applaudirlo santo. //

ROMA.Già a metà mattinadi sa-bato le code dei pellegrini sisnodano lungo piazza S. Pietroin paziente attesa di entrarenella basilica. Sono migliaia,sudamericani in buona parte,ma anche bresciani, avanguar-dia dei cinquemila attesi nelpomeriggio a Ro-ma. Sulla facciatadella basilica spic-cano i drappi deisette santi. PaoloVI, al centro, sem-bra rivolgersi amons.OscarRome-ro. Sono le dueper-sonalità certamen-te più conosciute. La giornataè splendida, si annuncia - perfolla ed affetto - una replica didomenica 19 ottobre 2014,quando Paolo VI fu beatificato.Si attendono oggi, come allora,settantamilapersone. ConGio-vanni Battista Montini vengo-no proclamati santi personali-tà che egli, personalmente o in

modo indiretto, ha incontrato.Innanzitutto Oscar Romero,che Paolo VI fece arcivescovodi San Salvador nel 1977. Ebbecon lui un colloquio poche set-timane prima di morire, il 21giugno 1978: lo esortò ad anda-re avanti, con coraggio, nellasuaoperaper gli ultimi.Un bre-sciano, del resto, don AndreaMarini, è stato missionario dal1995 al 2015 nella parrocchia

di S. Roque, l’unicacreata da Romero.

Legame. Suor MariaCaterina Kasper,don Vincenzo Ro-mano e Nunzio Sul-prizio furono inve-cebeatificatidaPao-lo VI. Ma un richia-

mo bresciano c’è anche perdon Francesco Spinelli: nel1882 fondò l’ordine delle suoreAdoratrici del SS Sacramentoinsieme a suor Geltrude, al se-colo Caterina Comensoli, san-ta di Bienno. Al di là di questecircostanze, c’è un filo che legaquesti santi: il loro apostolatoper i poveri, l’impegno per la

costruzione di quella «civiltàdell’amore» auspicata proprioda Paolo VI.

I segni della canonizzazionerimbalzano nella presenza deipellegrini, nelle messe (comeal Divino Amore), nei momen-ti di preghiera. Ma ci sono an-che simboli più profani, se cosìpossiamo dire. Indicano l’inte-resse e la devozione popolareverso i nuovi santi. Nelle vetri-ne delle librerie religiose di viadella Conciliazione spiccanole biografie di Paolo VI e dimons. Romero.

Biografie.Nei negozi di oggettie arte sacra, accanto agli onni-presenti papa Francesco e Gio-vanni Paolo II, ecco i ricordidei due santi: immaginette divarie misure, segnalibri, porta-chiavi,spillette,medaglioni, ro-sari. Anche il dvd del film suMontini. «Oggi abbiamo ven-duto molti Paolo VI e Romero»,conferma un commesso men-tre tre pellegrine di casa nostraescono da una libreria con ilsacchetto di «santini» del papabresciano. Al di là dell’aspettocommerciale è comunque unsegno di partecipazione. An-che perché, sul retro, le imma-gini riportano la preghierascritta al santo dal vescovo Pie-rantonio Tremolada.

Oggi, però, in piazza San Pie-tro si vivrà l’esperienza vera.Emozione, preghiera e rifles-sione. //

ENRICOMIRANI

Nelle libreriedel Vaticanole biografiedi Montiniimmaginette,medagliee portachiavi

C’è chi si è messoin viaggioper realizzareil desideriodella madree chi spronatodal giovane figlio

Insieme.Dalla Badia e dal Violino

Verso il grandegiorno. Il numeroso gruppo di pellegrini giunto da Rovato

Alessandro Carini

dal nostro inviato

In viaggio coi pellegriniverso Roma, tra l’orgogliobresciano e la grande fedein un Papa da riscoprire

Il racconto

GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 14 ottobre 2018 7

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Il paese natale di Montinidecorato di giallo e bianco:«La canonizzazione significache la nostra Chiesa è viva»/ Concesio attende la canoniz-zazione di papa Montini con untripudiodiaddobbigialliebian-chi.Icoloripontificichedecora-no ringhiere, pali della luce lun-go le strade e facciatedelle chie-se fanno da cornice ad un’emo-zionechebatteneicuoridimol-ti concesiani. Tra rispetto ed or-goglio l’intero paese attendechequestamattinail «suo»Pao-lo VI venga proclamato Santo.

Giovani. La voglia di partecipa-reaquestoeventocheèlacano-nizzazione di un cittadino diConcesio è tanta anche tra chiGiovanni Battista Montini nonl’ha mai vissuto. «Noi giovanisiamo nati dopo la sua morte equindi non abbiamo avuto mo-dodiviverloma-commentaVa-

lentinaDoscioli mentre èimpe-gnatadietroalbanconedell’ora-torio - vedere tutto il paese in fi-brillazionenonpuòchefaresen-tire emozionati anche noi».«Usciredicasaevedereleviead-dobbate- gli faecol’amicoMat-tia Ferraboli - è davvero moltobello». Per Andrea Festa, giova-ne salesiano, la canonizzazionedel pontefice bresciano è unabuonaoccasione per scoprire lasua figura. «Brescia ha una sto-ria di santità incredibile e ciò -spiega-èunbeneperchésignifi-ca che la Chiesa è viva». Dellostessoparereancheunaltrogio-vane salesiano seduto ai tavolidell’oratorio, Antonio Mazara.«Seguiremo la diretta da piazzaSan Pietro e sì - conferma - cre-do che questo evento aiuterà a

diffondere la conoscenza di pa-pa Montini tra i più giovani».

Lesuore.Pochipassipiùinlà, inviaRodolfodaConcesiosiatten-de con trepidazione la procla-mazionediquestamattina.Aco-municare la gioia di vedere pre-sto Paolo VI Santo ci pensa suorMonica.Lei, insieme allesorelleche gestiscono la casa natale dipapa Montini, è te-stimonedell’interes-secrescenteallavigi-lia della canonizza-zione. Da settimanecresce il flusso di vi-sitatorinellacasado-ve il pontefice è na-to.«L’afflussodipel-legrini è senza dub-bio aumentato - fa sapere suorMonica -. In tanti vogliono farevisita a questo luogo dove il pa-pahapotutovederefindapicco-lo l’attenzione della sua fami-gliaversoipoveri,versoilprossi-mo». In calendario a partire dadomani ci sono già decine diprenotazioni per visitare la casanatale. «C’è il desiderio di cono-scere sempre di più questo San-to bresciano».

Iniziative.Quale luogo miglioredi vivere la proclamazione senon la casa che è stata la culla diGiovanniBattistaMontini.Que-stamattinainfattisipotràparte-cipare alla canonizzazione assi-stendoalladirettadapiazzaSanPietrosia in via Rodolfo da Con-cesiosianellabasilicadiSanAn-toninoapartiredalle10.Nelpo-meriggiodioggisaràpoipossibi-

levisitare lacasana-taleeilfontebattesi-male dove papaMontini è stato bat-tezzato il 30 settem-bre del 1897.

L’amministrazio-ne di Concesio hainoltre allestito nel-la sala consigliare

del palazzo comunale una mo-stra dedicata ai numerosi viaggifatti dal Paolo VI durante il suopontificato. Saranno visibili inparticolareifrancobollirealizza-ti in occasione della visita delpontefice.Nellapiazzaantistan-te la basilica minore sarà anchepossibileottenere l’annullo fila-telico creato ad hoc per l’even-to. //

SILVIA GHILARDI

Su Teletutto.La televisione dei bresciani

trasmetterà in diretta dalle 10.15

lamessa in San Pietro con papa

Francesco, durante la quale sarà

canonizzato Paolo VI. Dalle 20.30

una lunga diretta con contributi,

testimonianze e interventi per

raccontare l’intensa giornata.

Su Raiuno.Fitta la programmazione di

RaiUno per la giornata.

Approfondimenti e «finestre» fin

dalmattino, all’interno di «Uno

Mattina» (dalle 6.30) e di «A Sua

immagine» (9.35); dalle 10 la

diretta da San Pietro con la

messa. Nel pomeriggio speciale

su Rainews. In serata, alle 23.35 su

Raiuno il film documentario «Lo

splendore della verità» su papa

Montini e gli artisti.

Le campane.Amezzogiorno, le campane di

tutte le chiese della diocesi di

Brescia suoneranno a festa per

annunciare la canonizzazione.

Paolo VI santo Unadiocesi in festa per il grande avvenimento

Nelle ultimesettimaneè aumentatoil flusso deipellegrini allacasa dovenacque Paolo VI

A Concesio vigilia vissutatra orgoglio e trepidazione

Il paesenatale. La casa dove Giovanni Battista Montini nacque nel 1897, addobbata a festa ConFrancesco. I seminaristi accolti ieri in udienza dal papa

GLI APPUNTAMENTI ODIERNI

8 Domenica 14 ottobre 2018 · GIORNALE DI BRESCIA

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ROMA. Un’occasione specialeper un incontro altrettanto pe-culiare. Alla vigilia della cano-nizzazione di Giovanni Batti-staMontini circa 400 seminari-sti lombardi, in particolare del-le diocesi di Brescia e Milano,sono stati ricevuti in Vaticanoda Papa Francesco, che con laconsueta schiettezza ha rivol-to loro consigli e incoraggia-menti.

La messa. L’incontro è statoprecedutodallamessa celebra-ta dal cardinale Pietro Parolin.Il segretario di Stato vaticanoha indicato Paolo VI come mo-dello per i seminaristi impe-gnati nel loro cammino di pre-parazione al sacerdozio. Dopola funzione c’è stato l’incontrocol pontefice,momento culmi-

nante di quella che mons. Ga-briele Filippini, rettore del se-minario diocesano, definisce«splendida», riferendosi alleemozioni ed alle preziose solle-citazioni che ne sono scaturite:«Il Papa - racconta mons. Filip-pini - ha risposto alle domandeposte dai ragazzi sulla loro cre-scita e formazione, invitandolia lavorare sodo per essere degliottimi preti e degli ottimi cri-stiani».

Un percorso lungo il qualeun solido riferimento è certa-mente Paolo VI: «Per ragionianagrafiche - riflette il rettoredel seminario - i nostri studen-ti possono conoscere la figuradel Papa bresciano solo attra-verso le parole di noi che sia-mo chiamatiaformarli e trami-te le pubblicazioni, che fortu-natamente non mancano echeconsentono loro di apprez-zare un Papa modernissimo,che ha molto da dire anche aloro».

I consigli. Tra «loro» c’è anchedon Giovanni, seminarista dia-cono di Sarezzo, che a diverseore dall’incontro racconta con

il sorriso sulle labbra quelloche è stato «un bellissimo mo-mento, perché Francesco ci hadato la possibilità di avvicinar-ci a lui. Gli abbiamo rivolto do-mande per il nostro camminodi preparazione, lui ha rispo-stoinmanieraspontanea,sem-plice,diretta, fornendociconsi-gli concreti. Ci ha spronato adessere umili e sinceri, ad esserematuri ma anche, ha dettoscherzando, capaci di giocarecon i bambini.

«Soprattutto - conclude donGiovanni - ci ha invitato a nonessere chiusi, ma aperti, po-nendo al centro la vita comuni-taria». //

ALESSANDRO CARINI

Ludriano ricordail legame di Montinicon il piccolo borgo

/ Anche la comunità di Ludria-no festeggia la canonizzazionedi Paolo VI: oltre ad ammirare ilbusto in bronzo raffigurante ilPapa bresciano, durante le cele-brazioni di questo fine settima-na è possibile guardare le foto-grafie e leggere le lettere che do-cumentanoil legame diMontiniconlapiccolafrazionedellaBas-sa.Gliscatti,poidiventatiprezio-se testimonianze, rappresenta-no un giovane monsignore,all’epoca Pro-Segretario di Statoper gli Affari straordinari, a fian-codelconteAntonioFolonari,fi-gura importante per Ludriano,in occasione della consacrazio-ne della chiesa parrocchiale av-venuta il 2 ottobre 1954 alla pre-senza dell’allora vescovo di Bre-scia monsignor Giacinto Tredi-ci.

MaperchéilfuturoPapasitro-vavaaLudriano?Comescrivean-che don Giancarlo Zavaglio, exparroco della frazione e autoredi alcuni volumi di storia locale,

Lodovico Montini (fratello diGiovanni Battista) aveva sposa-to Giuseppina Folonari, cuginadiAntonio.Equest’ultimoavevafinanziato la locale chiesa dedi-cataaSanFilastrioperadempie-re a un voto.

Dal Vaticano, l’allora monsi-gnor Montini si teneva informa-to sull’erigendo tempio bassaio-lo: è del 5 maggio 1951 la letteraspedita dalla Segreteria di StatodiSuaSantitàeindirizzataalcon-teFolonari.Nellamissiva,ilfutu-ro Papa esprimeva soddisfazio-neperilavoridell’altaremaggio-redellanuovachiesa.Eancora,il29 settembre del 1954 Montiniscriveva a Folonari per confer-marelasuapresenza,seppurein

parte,allacelebrazionediconsa-crazionedellachiesa:laserastes-sa, infatti - si legge nello scritto -,sarebbe dovuto andare a Roma.

«OltrecheconiFolonari,diver-se fotografie ritraggono il futuroPapa,il2ottobre1954,congliad-detti alla costruzione della chie-sa - racconta Giorgio Barucco,appassionatodistorialocaleeat-tivo nella parrocchia di Ludria-no-.Traglianeddotichemihan-no raccontato, ce n’è uno parti-colarmente bello: si dice che ungiorno l’allora giovane monsi-gnore sia arrivato a Ludrianoconla"topolino"eabbiainiziatoa cercare il parroco, don FirmoAssoni.Lepersonepresentiloin-dirizzarono allora nell’orto, do-ve il sacerdote stava lavorandocontantodizoccoliecappellodipaglia. Il futuro Paolo VI non sifece alcun problema e andò dalui: il parroco quasi svenne perl’emozione». E tanta emozioneprovano ancora oggi, a distanzadi anni, i fedeli di Ludriano pen-sando al Papa bresciano che èpassato per il loro borgo. //

MARTA CHIODA

«Per noi Paolo VI è giàsanto oggi, sabato, quiin vetta al Guglielmo

dove da piccolo veniva in gitacon la mammaGiuditta Alghisiper dire una AveMaria ma ancheper giocare e stare in famiglia.Con questo pellegrinaggio, inuna giornata che più bella nonpoteva essere, ci sentiamo didialogare con lui, vicini a quanti,a Roma parteciperanno alla suacanonizzazione». Il parroco diZone don Lorenzo Pedersoli haguidato una cinquantina di

escursionisti e pellegrini sullacima cara ai bresciani, luogo difede e di camminate, dove hacelebrato unaMessa per il papabresciano. «È il più bel giornodellamia vita - ha dettocommosso - perché con voi misembra di stare vicino a un santoche ha camminato e faticato fraqueste creste. Non so se Bresciaavràmai più nella sua storia unPapa, certo è che dobbiamogioire per un santo che si rivelasempre più grande nel dialogo,manmano il tempo passa».

Tra le vette. Il pellegrinaggio al santuario del Redentore, sul Guglielmo // FOTO ANDREOLASSI

Sul Guglielmo, cima cara a Paolo VI«Vicini ai pellegrini a Roma»

Francescoai seminaristi:«Siate aperti»

L’incontro

Bergoglio si è rivoltoai giovani lombardiche si preparanoal sacerdozio

La fotografia.Montini con Folonari e gli operai che costruirono la chiesa

Nella Bassa

GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 14 ottobre 2018 9

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