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I.S.I.S.S. Morciano di Romagna - Centro Test Capacità Motorie - A.S. 2008/09 - c.m. ¾ RETRAZIONE CATENA MUSCOLARE POSTERIORE È il test iniziale della batteria di prove a carattere “funzionale”: da posizione seduta, con arti inferiori distesi e piedi a “martello”, distendere gli arti superiori verso i piedi, senza forzare troppo la naturale tensione muscolare. In realtà, entrando in gioco molte variabili (capacità di allungamento dei muscoli erettori spinali, ischio-crurali, gastrocnemio e soleo, lunghezza degli arti), il test permette solo un primo veloce inquadramento del soggetto e può considerarsi significativo per orientarsi nelle modalità di somministrazione delle altre prove. In questo test l’ideale sarebbe raggiungere i piedi con le mani (cm. 0) senza difficoltà e senza che la muscolatura permetta di andare eccessivamente oltre (iperflessibilità). Si sono considerati i seguenti valori: Retrazione assente: da 5 a -5 cm. Retrazione presente: da -6 a -15 cm. Importante retrazione: <-15 cm. Iperflessibilità: da 6 a 15 cm. Notevole iperflessibilità > 15 cm.

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I.S.I.S.S. Morciano di Romagna - Centro Test Capacità Motorie - A.S. 2008/09 - c.m.

RETRAZIONE CATENA MUSCOLARE POSTERIORE

È il test iniziale della batteria di prove a carattere “funzionale”: da posizione seduta, con arti inferiori distesi e piedi a “martello”, distendere gli arti superiori verso i piedi, senza forzare troppo la naturale tensione muscolare. In realtà, entrando in gioco molte variabili (capacità di allungamento dei muscoli erettori spinali, ischio-crurali, gastrocnemio e soleo, lunghezza degli arti), il test permette solo un primo veloce inquadramento del soggetto e può considerarsi significativo per orientarsi nelle modalità di somministrazione delle altre prove. In questo test l’ideale sarebbe raggiungere i piedi con le mani (cm. 0) senza difficoltà e senza che la muscolatura permetta di andare eccessivamente oltre (iperflessibilità).

Si sono considerati i seguenti valori: • Retrazione assente: da 5 a -5 cm. • Retrazione presente: da -6 a -15 cm. • Importante retrazione: <-15 cm. • Iperflessibilità: da 6 a 15 cm. • Notevole iperflessibilità > 15 cm.

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RETRAZIONE E SQUILIBRIO MUSCOLI FLESSORI DELL’ANCA

Nella postura eretta i flessori dell’anca tendono in basso ed in avanti il bacino, perciò il loro accorciamento produrrà una rotazione anteriore pelvica, portando la zona lombare in iperlordosi.

La retrazione viene considerata presente secondo i seguenti valori funzionali: • Femmine: > 0 cm. • Maschi: ≥ 5 cm.

Oltre alla retrazione muscolare, è importante verificare l’esistenza di una diversa capacità di allungamento tra i muscoli di destra e di sinistra.

Lo squilibrio viene valutato solo nei casi di retrazione muscolare: squilibrio presente quando la differenza tra i flessori dell’anca dx. sx. è ≥5 cm.

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RETRAZIONE E SQUILIBRIO MUSCOLI ESTENSORI DELL’ANCA

Gli estensori dell’anca contribuiscono a stabilizzare il bacino sulla coscia ed agiscono contrapponendosi alla tensione dei flessori.

Il test: da posizione supina, estensione passiva dell’arto inferiore. Valutazione funzionale in gradi:

• Retrazione assente: Femmine>80° - Maschi>70°

▪ Iperestensione: >95°

Si è verificata la presenza di eventuali squilibri tra i gruppi muscolari di destra e di sinistra, sia in assenza o presenza di retrazione che in caso di iperestensibilità.

Si è considerato lo squilibrio presente quando la differenza tra gli estensori dell’anca di destra e sinistra è ≥ 5°.

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RETRAZIONE DEI MUSCOLI ADDUTTORI DEGLI ARTI INFERIORI

Un accorciamento di questa muscolatura può essere responsabile delle sindrome “retto-adduttoria”. La verifica è stata effettuata con goniometro, valutando in gradi l’ampiezza articolare delle anche sul piano frontale: gli arti inferiori sono stati divaricati in modo passivo ed è stato misurato l’angolo al bacino.

Si sono considerati i seguenti valori in gradi:

• Retrazione assente: angolo al bacino da 95° a 125°

• Retrazione presente: angolo al bacino <95°

• Iperflessibilità: angolo al bacino >125°

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TEST PER EVIDENZIARE EVENTUALI SOFFERENZE RADICOLARI

Si tratta di quattro prove che vanno alla ricerca di segnali che possono far presupporre sofferenze al rachide lombare. I soggetti con segni positivi alle prove sono stati seguiti con particolare attenzione, inviandoli al medico curante ed evitando di proporre loro esercitazioni potenzialmente pericolose (balzi, iperestensioni ed iperflessioni del busto, ecc.).

Segno di Lasègue: se il test risulta positivo è possibile una sofferenza radicolare in L4 o L5 o S1

Test di sollevamento della gamba estesa (SLR test): se positivo è possibile una sofferenza radicolare in L4 o L5 o S1

Test di flessione del tronco: se positivo è possibile una sofferenza radicolare in L2 o L3 o L4

Manovra di Wasserman: se positivo è possibile una sofferenza radicolare in L2 o L3 o L4

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• Test negativo = i movimenti non procurano dolore al rachide lombare • Test positivo = i movimenti procurano dolore al rachide lombare

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RETRAZIONE MUSCOLI ERETTORI SPINALI

Occorre toccare le ginocchia con la fronte, il sacro deve essere a contatto del terreno. ▪ La retrazione è presente quando la distanza fronte-ginocchia supera 2 cm. ▪ Un’importante retrazione si ha quando la distanza fronte-ginocchia è > 15 cm.

In caso di retrazione muscolare si andrà a verificare se l’accorciamento muscolare riguardi intera porzione rachidea o una zona specifica di essa. l’

Ovviamente, è fondamentale valutare se l’eventuale presenza di retrazione sia dovuta a cause morfologiche indipendenti dalla capacità testata.

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FORZA MUSCOLI ESTENSORI DEL RACHIDE

Da posizione prona, con piedi bloccati e mani incrociate a livello lombare, il soggetto iperestende il rachide e, di seguito, resiste ad un pressione esercitata sul dorso. Essendo una prova che sollecita in modo negativo le strutture della zona lombare, appena terminato il test, il soggetto viene invitato ad assumere la postura di decompressione lombare.

La valutazione della forza prende in considerazione due possibilità:

• Buona: il soggetto iperestende il rachide e resiste alla pressione esercitata.

• Sufficiente: il soggetto iperestende il rachide ma non resiste i modo adeguato alla pressione esercitata.

• Da migliorare (insufficiente): il soggetto non iperestende in modo corretto il rachide.

Di norma la muscolatura antigravitaria è dotata di una buona forza. Un risultato “sufficiente” può anche essere dovuto ad una scarsa mobilità rachidea. Una forza insufficiente dei muscoli estensori spinali, invece, comprometterebbe diversi aspetti funzionali.

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FORZA MUSCOLI ADDOMINALI (sit-up parziale)

È fondamentale ricordare che stiamo verificando le capacità funzionali, quindi può accadere che (come nel caso di questa prova e della successiva), sebbene un soggetto sia in possesso di un’ottima tonicità addominale, tale muscolatura, per diverse cause, potrebbe non essere in grado di svolgere un’adeguata azione “stabilizzatrice”. Nel test “sit-up parziale” la forza dei muscoli addominali dovrebbe consentire al soggetto di flettere il busto sul bacino di 30° circa, senza avere i piedi ancorati e mantenendoli costantemente a contatto del piano di appoggio.

La valutazione di questo test viene considerata: • sufficiente se l’azione è compiuta correttamente; • da migliorare se l’azione non riesce.

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FORZA MUSCOLI ADDOMINALI (Kendall)

In questa prova il controllo dei propri addominali deve permettere di contrastare la forza rappresentata dal peso degli arti inferiori che scendono verso il basso, mantenendo la zona lombare sempre a contatto del piano d’appoggio.

La valutazione, rilevata in gradi, può essere: • ottimo: sino a 10° • buono: da >10° a <30° • sufficiente: da 30° a 45° • da migliorare: >45°

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RETRAZIONE E SQUILIBRIO MUSCOLI QUADRICIPITI FEMORALI

La prova si esegue da posizione prona e consiste nel portare il tallone a contatto del gluteo. La retrazione è presente in caso di insuccesso. Oltre a verificare un’eventuale insufficiente capacità di allungamento dei quadricipiti, nei soggetti con retrazione si è valutato anche un possibile squilibrio tra gli stessi.

Le retrazioni e gli squilibri muscolari dei quadricipiti femorali, evidenziati nei test, sono causati da traumi precedenti a carico del ginocchio o da “particolari carichi di lavoro” per gli arti inferiori, a cui alcuni studenti-atleti si stanno sottoponendo.

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FORZA MUSCOLI QUADRICIPITI FEMORALI

In questo test bisogna mantenere la posizione “seduta” con la colonna vertebrale allineata contro il muro e le braccia incrociate al petto; angoli tronco-cosce e cosce-gambe a 90°.

Vista l’età dei soggetti la forza viene considerata: ▪ sufficiente, se si riesce a mantenere la posizione per 60” ▪ da migliorare, in caso contrario

Escluso un esiguo numero di ragazzi, la cui scarsa tonicità muscolare è causata da traumi precedenti a carico degli arti inferiori, il test isometrico ha evidenziato la scarsa forza (in relazione all’età dei soggetti) di una percentuale non indifferente di studenti, ciò è da relazionarsi ad un costante aumento di ipomotricità.

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CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI BASCULAMENTO DEL BACINO SU PIANO SAGITTALE DA POSIZIONE SUPINA

La capacità di controllare i muscoli che permettono i movimenti di “basculamento” del bacino è una qualità fondamentale per apprendere ed integrare una corretta postura. Infatti, essendo il bacino la base d’appoggio della colonna vertebrale, i suoi movimenti di antero-retroversione influiscono sulle curve sagittali del rachide.

Il test consiste appunto nella capacità di controllare i movimenti di basculamento sagittale del bacino da decubito supino, quindi viene verificato se il soggetto: ▪ controlla i movimenti di basculamento del bacino ▪ non controlla o controlla con difficoltà i movimenti di basculamento

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CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI BASCULAMENTO DEL BACINO SU PIANO SAGITTALE DA POSIZIONE ERETTA

La prova è identica alla precedente, ma in questo caso occorre controllare i movimenti di basculamento sagittale del bacino da posizione eretta; aumentano leggermente le difficoltà.

Come sopra, viene verificato se il soggetto:

▪ controlla i movimenti di basculamento del bacino

▪ non controlla o controlla con difficoltà i movimenti di basculamento

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RITMO LOMBO-PELVICO

Per ritmo lombo-pelvico si intende la capacità che dovrebbe possedere il tratto lombare del rachide, in caso di flessione del busto, di modificare la fisiologica lordosi e portarsi in cifosi.

Quindi il ritmo lombo-pelvico: • è conservato se nella flessione del busto il segmento lombare perde la curva lordotica e si

cifotizza (norma); • in caso contrario il ritmo lombo-pelvico risulta alterato (cifotizzazione lombare assente);

una probabile causa potrebbe essere la retrazione del muscolo “quadrato dei lombi” (R.Q.L.)

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TENDENZA A DORSO CURVO STRUTTURATO

È importante distinguere un “dorso curvo strutturato” da un atteggiamento posturale con le spalle anteriorizzate ed il dorso curvo. Il test serve a differenziare i due casi, che hanno valenze e trattamenti diversi, per poter intervenire in modo idoneo.

Da posizione seduta con le mani alla nuca, il soggetto porta indietro i gomiti ed estende il rachide mantenendolo allineato; quindi si va ad apprezzare se anche la zona dorsale risulta ben allineata.

La valutazione è semplice: ▪ assente: se non si verifica la presenza di cifosi dorsale ▪ presente: se, nonostante la posizione assunta, persiste la cifosi dorsale

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RAPPORTO FORZA/FLESSIBILITA’ MUSCOLI DORSALI

Un corretto equilibrio tra forza, capacità di allungare la muscolatura e mobilità articolare è alla base di una corretta funzione dorso-brachiale.

Il test consiste nel sollevare gli arti superiori distesi, senza sollevare la fronte dal piano di appoggio, né allontanare il bacino dai talloni.

La valutazione è la seguente:

4 = solleva entrambi gli arti superiori con fronte appoggiata a terra

3 = solleva entrambi gli arti superiori ma stacca anche leggermente la fronte

2 = solleva un solo arto superiore per volta

1 = non solleva le braccia

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MOBILITA’ RACHIDE SU PIANO SAGITTALE La possibilità di verificare, la mobilità sagittale del rachide, attraverso opportuni “ancoraggi”, ci permette di aggiungere un importante tassello per l’inquadramento generale del soggetto a livello posturale.

Il test si esegue da posizione quadrupedica, iperflettendo ed iperestendendo il rachide, il classico esercizio di “stiramento del gatto”.

La valutazione distingue cinque possibili condizioni del rachide: ▪ mobile ▪ leggera rigidità ▪ rigidità dorsale ▪ rigidità in toto ▪ ipermobile

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MOBILITA’ ARTICOLARE DELLE SPALLE E SQUILIBRIO

Grazie alla “stabilizzazione” del rachide sul piano d’appoggio, con questo test si cerca di isolare la capacità articolare del cingolo scapolo-omerale.

In questo caso, facendo compiere agli arti superiori un angolo di movimento di 180°, si valuta la distanza dei processi stiloidei dal piano di appoggio: ▪ Sufficiente: distanza = 0 cm. ▪ Da migliorare: distanza = da 1 a 10 cm. ▪ Assolutamente da migliorare: distanza > 10 cm.

La verifica dei casi di squilibrio è stata svolta nei soggetti che non riescono a raggiungere con i polsi il piano di appoggio.