( Matteo 5, 38-48 ) - Collaborazione Pastorale di Mogliano ... · In una situazione di perfetto...

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nr. 246 FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri Domenica 23 febbraio 2020 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. [...]» Una serie di situazioni molto concrete: schiaffo, tunica, miglio. E soluzioni in sintonia: l'altra guancia, il mantello, due miglia. La semplicità del vangelo! «Gesù parla della vita con le parole proprie della vita» (C. Bobin). Niente che un bambino non possa capire, nessuna teoria astratta e complicata, ma la proposta di gesti quotidiani, la santità di ogni giorno, che sa di abiti, di strade, di gesti, di polvere. E di rischio. E poi apre feritoie sull'infinito: siate perfetti come il Padre, siate figli del Padre che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Fare ciò che Dio fa, essere come il Padre, qui è tutta l'etica biblica. E che cosa fa il Padre? Fa sorgere il sole. Mi piace questo Dio solare, luminoso, splendente di vita, il Dio che presiede alla nascita di ogni nostro mattino. Il sole, come Dio, non si merita, si accoglie. E Dio, come il sole, si trasforma in un mistero gaudioso, da godere prima che da capire. Fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Addirittura Gesù inizia dai cattivi, forse perché i loro occhi sono più in debito di luce, più in ansia. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra. Cristo degli uomini liberi, padroni delle proprie scelte anche davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della vendetta e di inventarsi qualcosa, un gesto, una parola, che faccia saltare i piani e che disarmi. Così semplice il suo modo di amare e così rischioso. E tuttavia il cristianesimo non è una religione di battuti e sottomessi, di umiliati che non reagiscono. Come non lo era Gesù che, colpito, reagisce chiedendo ragione dello schiaffo (Gv 18,22). E lo vediamo indignarsi, e quante volte, per un'ingiustizia, per un bambino scacciato, per il tempio fatto mercato, per il cuore di pietra dei pii e dei devoti. E collocarsi dentro la tradizione profetica dell'ira sacra. Non passività, non sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza. Credendo all'incredibile: amate i vostri nemici. Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. «Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo» (D.M. Turoldo). Violenza produce violenza, in una catena infinita. Io scelgo di spezzarla. Di non replicare su altri ciò che ho subito, di non far proliferare il male. Ed è così che inizio a liberare me nella storia. Allora siate perfetti come il Padre... non quanto, una misura impossibile che ci schiaccerebbe; ma come il Padre, con il suo stile fatto di tenerezza, di combattiva tenerezza. ( di Ermes Ronchi ) Squilibrati e perfetti. I paradossi dell’amore sconfitto. Facciamo fatica a sopportare lo squilibrio, tutto deve essere sotto controllo. Per questo non riusciamo ad amare, perché l’amore è sproporzione, è perdita, eccesso. In una situazione di perfetto equilibrio, non c’è vita. La nostra esistenza avviene dentro una continua perdita di equilibrio, quella che gli scienziati chiamano entropia. Gli antichi greci avevano cercato di arginare la paura di perdere il controllo, immaginando il tempo come un cerchio che ritorna su se stesso. Siddhartha inizia il suo cammino quando scopre il dolore del mondo che spezza l’equilibrio in cui è vissuto dentro il castello del padre. La sua risposta è rinunciare a tutto per ritrovare l’equilibrio. A me sembra che Gesù in questo passo del Vangelo ci inviti, invece, proprio a fuggire la tentazione di voler ripristinare l’equilibrio. Davanti alla paura di perdere, di amare fino in fondo, abbiamo messo dei confini all’amore. Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico è l’imperativo che è scritto dentro di noi fin da bambini e che ci garantisce davanti al pericolo di perdere l’equilibrio. Formiamo gruppi, lobbies, partiti, proprio per aver chiaro chi amare e chi odiare. L’amore diventa così interesse. L’idea di poter amare senza un contraccambio ci spaventa, ma l’amore o è gratuito o non è! Quando diventa confronto è già morto. Gli antichi avevano legalizzato la proporzione anche del male: “occhio per occhio, dente per dente”, per porre un argine a una vendetta senza fine. Nel suo Vangelo, Gesù ci sprona ad abbracciare un amore che è sproporzione e perdita, perché solo in questo amore squilibrato e folle c’è vita piena! Nell’amore per il nemico ci può essere solo perdita. Porgere l’altra guancia non è abbandonare la partita, ma cercare attivamente di vedere le cose anche da una prospettiva diversa, cambiare sguardo. L’amore per chi ci fa del male non è immediato, forse non arriverà mai. La perfezione di cui parla Gesù non può essere allora quella delle statue greche. E nemmeno quella del nirvana, del prendere le distanze dal mondo. Quando Matteo ci invita a essere perfetti usa una parola che ha a che fare con l’obiettivo, della nostra esistenza. In che modo Dio è perfetto, se non nell’amore? Eppure l’amore di Dio è spreco, è perdita, sangue sparso sulla croce, seme gettato nelle pietre e nelle spine. Dio è squilibrato, non contraccambiato. È amore. Diventeremo perfetti come il Padre dunque, se saremo capaci di rinunciare all’illusione del perfetto equilibrio, questo ce lo regalerà la morte! Da G.Piccolo, www.cajetanusparvus.com, 17/02/2017. ( Matteo 5, 38-48 ) Ma perché, Gesù, ci chiedi addirittura di amare i nostri nemici, di far loro del bene? Non ti sembra eccessivo, impossibile? Non passeremo per degli inetti, incapaci di reagire al male, di contenerlo, di combatterlo, di bloccarlo? Ma perché, Gesù, ci domandi un comportamento completamente contrario alle scelte dei più, perché ci costringi ad essere agnelli facilmente divorati dai lupi rapaci? Eppure tu non sei stato tenero verso chi umilia e colpisce i piccoli, verso chi scandalizza i deboli, verso chi opprime e sfrutta gli inermi… Forse ci vuoi mostrare che l’”occhio per occhio” e il “dente per dente” non fanno che innescare una spirale di vendette, di ritorsioni, colpo su colpo. Forse ci vuoi far riflettere sulla possibilità di sconfiggere il male non adottando armi più efficaci e potenti, ma andando allo scontro in un modo diverso, disarmati e disarmanti, muniti solo di amore. In effetti, Gesù, se considero la storia delle comunità cristiane, devo riconoscere che il sangue dei martiri, di ogni tempo e di ogni luogo, è stato molto più fecondo delle armi. E che la testimonianza di molti profeti, schierati dalla parte dei poveri, ha lasciato un segno indelebile, destinato a durare molto più delle folli esibizioni di violenza. Roberto Laurita DOMENICA VII DEL TEMPO ORDINARIO Anno A

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nr. 246 FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Domenica 23 febbraio 2020

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. [...]»

Una serie di situazioni molto concrete: schiaffo, tunica, miglio. E soluzioni in sintonia: l'altra guancia, il mantello, due miglia. La semplicità del vangelo! «Gesù parla della vita con le parole proprie della vita» (C. Bobin). Niente che un bambino non possa capire, nessuna teoria astratta e complicata, ma la proposta di gesti quotidiani, la santità di ogni giorno, che sa di abiti, di strade, di gesti, di polvere. E di rischio. E poi apre feritoie sull'infinito: siate perfetti come il Padre, siate figli del Padre che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Fare ciò che Dio fa, essere come il Padre, qui è tutta l'etica biblica. E che cosa fa il Padre? Fa sorgere il sole. Mi piace questo Dio solare, luminoso, splendente di vita, il Dio che presiede alla nascita di ogni nostro mattino. Il sole, come Dio, non si merita, si accoglie. E Dio, come il sole, si trasforma in un mistero gaudioso, da godere prima che da capire. Fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Addirittura Gesù inizia dai cattivi, forse perché i loro occhi sono più in debito di luce, più in ansia. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra. Cristo degli uomini liberi, padroni delle proprie scelte anche davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della vendetta e di inventarsi qualcosa, un gesto, una parola, che faccia saltare i piani e che disarmi. Così semplice il suo modo di amare e così rischioso. E tuttavia il cristianesimo non è una

religione di battuti e sottomessi, di umiliati che non reagiscono. Come non lo era Gesù che, colpito, reagisce chiedendo ragione dello schiaffo (Gv 18,22). E lo vediamo indignarsi, e quante volte, per un'ingiustizia, per un bambino scacciato, per il tempio fatto mercato, per il cuore di pietra dei pii e dei devoti. E collocarsi dentro la tradizione profetica dell'ira sacra. Non passività, non sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza. Credendo all'incredibile: amate i vostri nemici. Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. «Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo» (D.M. Turoldo). Violenza produce violenza, in una catena infinita. Io scelgo di spezzarla. Di non replicare su altri ciò che ho subito, di non far proliferare il male. Ed è così che inizio a liberare me nella storia. Allora siate perfetti come il Padre... non quanto, una misura impossibile che ci schiaccerebbe; ma come il Padre, con il suo stile fatto di tenerezza, di combattiva tenerezza. (di Ermes Ronchi )

Squilibrati e perfetti. I paradossi dell’amore sconfitto. Facciamo fatica a sopportare lo squilibrio, tutto deve essere sotto controllo. Per questo non riusciamo ad amare, perché l’amore è sproporzione, è perdita, eccesso. In una situazione di perfetto equilibrio, non c’è vita. La nostra esistenza avviene dentro una continua perdita di equilibrio, quella che gli scienziati chiamano entropia. Gli antichi greci avevano cercato di arginare la paura di perdere il controllo, immaginando il tempo come un cerchio che ritorna su se stesso. Siddhartha inizia il suo cammino quando scopre il dolore del mondo che spezza l’equilibrio in cui è vissuto dentro il castello del padre. La sua risposta è rinunciare a tutto per ritrovare l’equilibrio. A me sembra che Gesù in questo passo del Vangelo ci inviti, invece, proprio a fuggire la tentazione di voler ripristinare l’equilibrio. Davanti alla paura di perdere, di amare fino in fondo, abbiamo messo dei confini all’amore. Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico è l’imperativo che è scritto dentro di noi fin da bambini e che ci garantisce davanti al pericolo di perdere l’equilibrio. Formiamo gruppi, lobbies, partiti, proprio per aver chiaro chi amare e chi odiare. L’amore diventa così interesse. L’idea di poter amare senza un contraccambio ci spaventa, ma l’amore o è gratuito o non è! Quando diventa confronto è già morto. Gli antichi avevano legalizzato la proporzione anche del male: “occhio per occhio, dente per dente”, per porre un argine a una vendetta senza fine. Nel suo Vangelo, Gesù ci sprona ad abbracciare un amore che è sproporzione e perdita, perché solo in questo amore squilibrato e folle c’è vita piena! Nell’amore per il nemico ci può essere solo perdita. Porgere l’altra guancia non è abbandonare la partita, ma cercare attivamente di vedere le cose anche da una prospettiva diversa, cambiare sguardo. L’amore per chi ci fa del male non è immediato, forse non arriverà mai. La perfezione di cui parla Gesù non può essere allora quella delle statue greche. E nemmeno quella del nirvana, del prendere le distanze dal mondo. Quando Matteo ci invita a essere perfetti usa una parola che ha a che fare con l’obiettivo, della nostra esistenza. In che modo Dio è perfetto, se non nell’amore? Eppure l’amore di Dio è spreco, è perdita, sangue sparso sulla croce, seme gettato nelle pietre e nelle spine. Dio è squilibrato, non contraccambiato. È amore. Diventeremo perfetti come il Padre dunque, se saremo capaci di rinunciare all’illusione del perfetto equilibrio, questo ce lo regalerà la morte! Da G.Piccolo, www.cajetanusparvus.com, 17/02/2017.

( Matteo 5, 38-48 )

Ma perché, Gesù, ci chiedi addirittura di amare i nostri nemici, di far loro del bene? Non ti sembra eccessivo, impossibile? Non passeremo per degli inetti, incapaci di reagire al male, di contenerlo, di combatterlo, di bloccarlo? Ma perché, Gesù, ci domandi un comportamento completamente contrario alle scelte dei più, perché ci costringi ad essere agnelli facilmente divorati dai lupi rapaci? Eppure tu non sei stato tenero verso chi umilia e colpisce i piccoli, verso chi scandalizza i deboli, verso chi opprime e sfrutta gli inermi… Forse ci vuoi mostrare che l’”occhio per occhio” e il “dente per dente” non fanno che innescare una spirale di vendette, di ritorsioni, colpo su colpo. Forse ci vuoi far riflettere sulla possibilità di sconfiggere il male non adottando armi più efficaci e potenti, ma andando allo scontro in un modo diverso, disarmati e disarmanti, muniti solo di amore. In effetti, Gesù, se considero la storia delle comunità cristiane, devo riconoscere che il sangue dei martiri, di ogni tempo e di ogni luogo, è stato molto più fecondo delle armi. E che la testimonianza di molti profeti, schierati dalla parte dei poveri, ha lasciato un segno indelebile, destinato a durare molto più delle folli esibizioni di violenza.

Roberto Laurita

DOMENICA VII DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

Page 2: ( Matteo 5, 38-48 ) - Collaborazione Pastorale di Mogliano ... · In una situazione di perfetto equilibrio, non c’è vita. La nostra esistenza avviene dentro una continua perdita

Domenica 23 Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48.

Lunedì 24 Gc 3,13-18; Mc 9,14-29.

Martedì 25 Gc 4,1-10; Mc 9,30-37.

LITURGIA delle ORE: III Settimana Mercoledì 26 Le Ceneri Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18. Giovedì 27 Dt 30,15-20; Lc 9,22-25.

Venerdì 28 Is 58,1-9a; Mt 9,14-15. Sabato 29 Is 58,9b-14; Lc 5,27-32.

Domenica 23 S.Messe ore 9 Otello Tagliapietra; ore 11 Giuseppe Furlanis; Gianfranco, Maria e Teresa; Gabriele e Mario Bonotto; Ugo Gherardelli; Maurizio ed Elisa; ore 19 per il popolo. Lunedì 24 S.Messa ore 8,30 per il popolo. Martedì 25 S.Messe ore 8,30 Anna e Gildo; ore 19 per il popolo. Mercoledì 26 S.Messe ore 8,30 per il popolo; ore 20,30 per il popolo. Giovedì 27 S.Messa ore 8,30 per il popolo. Venerdì 28 S.Messa ore 8,30 per il popolo. Sabato 29 S.Messa ore19 Milly; fam. Michielan e Gobbo; Maria, Teresina e Giuseppe. Domenica 1 S.Messe ore 9 Alessandro; fam. Corocher; ore 11 Pietro, Giuseppe e Roma Tronchin; Ugo Gherardelli; Giuseppe e Rina; ore 19 per il popolo.

presso Centro Pastorale orario 11 - 13

dal lunedì al venerdì Tel. 041 5900375

Cellulare 334 2590290 Fax 041 4566339

E-mail: [email protected]

Domenica 23 S.Messa ore 10 Guglielmo e Lidia Busato; Jolanda; Pierino; Bianca e Guido. Mercoledì 26 S.Messa ore 18,30 per il popolo. Giovedì 27 S.Messa ore 18,30 Carla, Rino e Maria Gastaldo. Sabato 29 S.Messa ore 19 Cesare Milani e Bruna Favaretto. Domenica 1 S.Messa ore 10 Aldo Tozzato.

Tutti i sabati don Samuele è presente a:

San Marco ore 9,30-11,30 Santa Maria Assunta ore 16-18

in chiesa o in canonica.

SABATO: 9-11,30 chiesa San Marco

16-18 duomo S. Maria Assunta

DOMENICA (prima delle messe) a S. Maria Assunta 8,30-9 e 10,30-11

Sabato ore 8,30 S.Marco.

1° lunedì del mese: 20,30 - 21,30 a San Carlo 2° mercoledì del mese:

20,30-21,30 S.Antonio e Sacro Cuore alternati

Giovedì 18,30-22 abbazia S.Maria Assunta

Sabato ore 8,30 - 11,30 S. Marco

dal lunedì al venerdì ore 18,00 a S. Carlo

lunedì ore 21,00 a S. Maria Assunta (in abbazia)

Giovedì ore 18,00 a S. Marco

Incontri chierichetti e ancelle: Domenica 8 marzo ore 10.

Vi aspettiamo tutti, vecchi e nuovi!

DOM

1

SAB 29

La Collaborazione Pastorale di Mogliano organizza il viaggio Dalla Murgia al Materano 14-19 aprile.

Info e iscrizioni in segreteria centro pastorale. Affrettatevi!!!

Ore 11 Battesimo di Boccato Camilla e Fabris Anna.

Ore 15.15-17 Treviso seminario vescovile, Cenni di storia, liturgia e spiritualità della Settimana Santa e Triduo Pasquale: percorso

formativo per i lettori liturgici. Primo incontro: La spiritualità e gli atteggiamenti del lettore.

Ore 21 chiesa S. Antonio Marocco, La Sapienza degli alberi: incontri biblici. Seconda serata: L’albero di fico. Conduce don Vanio Garbujo.

LUN

24

Sabato 28 marzo chierichetti e ancelle a Gardaland!!! Una giornata intera pensata per tutti i ragazzi che svolgono il loro

prezioso servizio nelle nostre due parrocchie e in quella di Campocroce. Info e adesioni presso i responsabili di ogni gruppo.

DOM

23 S.Messa ore 10 particolarmente dedicata agli Alpini.

MER

26 Ore 15.30 chiesa Santa Maria Assunta, celebrazione penitenziale con

imposizione delle Ceneri per i bambini e i ragazzi del catechismo.

MER 26

Ore 18.30 celebrazione eucaristica con imposizione delle ceneri.

MER 26

Ore 20.30 celebrazione eucaristica con imposizione delle ceneri.

Domenica 1 si raccolgono le quote mensili e le nuove adesioni per l'affido a distanza. Chi lo desidera può versare il suo contributo con bonifico bancario: Caritas Moglianese iban IT91G0306967684510763304471.

Ore 14.30 piazza dei caduti, l’Oratorio don Bosco organizza il Carnevale in piazza per tutti i bambini e ragazzi.

MAR 25

SAB 29

Ore 20.45 Treviso Cinema Teatro Aurora, presentazione del volume di C.Giaccardi e M. Magatti, La scommessa cattolica. C’è ancora un nesso

tra il destino delle nostre società e le vicende del cristianesimo? Intervengono gli autori.

Il Movimento giovanile salesiano del Triveneto organizza a Jesolo la Festa dei Giovani dal tema: A corde parallele. #lì dove sei.

Adesioni entro sabato29 febbraio su www.donboscoland.it

DOM 8

Da domenica 23 a mercoledì 26 don Samuele sarà fuori Mogliano perché accompagnerà i ragazzi di terza media ad Assisi.