È IMPORTANTE LA DOMENICA: CARO PAPA...energie per il servizio della carità. La sua funzione è...

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Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n o 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. ANNO XLV - luglio - agosto 2010 - N. 3 È IMPORTANTE LA DOMENICA: “GIORNO DEL SIGNORE”? Se noi osserviamo come si comportano alcuni cristiani del nostro tempo, oserei dire che qualunque altro giorno della set- timana è più importante del Giorno del Signore e della sua santificazione con la Messa e il riposo. La cultura contemporanea ha svuotato la domenica del suo si- gnificato religioso originario e tende a sostituirlo sia con la fuga nel privato, sia con nuovi “riti” di massa: lo sport, la discoteca, il turismo, i supermercati... Dal “giorno del Signore” si è passato al “week-end”; dal “primo giorno” della settimana al “fine settimana”. Così il Giorno del Signore perde il suo significato cristiano. I Vescovi italiani, nella nota pastorale “Il giorno del Signore” hanno detto che nella prassi dei primi cristiani: “vero giorno del Signore era quello in cui il Si- gnore è risorto ed è apparso ai di- scepoli e ha spezzato il pane per due di loro a Emmaus. Da allora il cristiano non potrebbe più vivere senza celebrare quel giorno che, secondo la Chiesa, deve diventare il giorno dell’Eu- carestia, della preghiera e della festa. I cristiani di Abitene, località della provincia romana detta “Africa proconsularis” (odierna Tunisia), perseguitati e incar- cerati da Diocleziano, alla do- manda, se contro l’editto del- l’imperatore, si erano tenute, nelle loro case, le “assemblee”, i martiri rispondevano affermati- vamente perché “noi, cristiani, senza la domenica, non pos- siamo vivere” (in latino: sine do- minico non possumus”). Parole che conservano oggi tutta la loro attualità. Infatti la Chiesa che “vive se- condo la domenica” risponde alla sete di gioia e di felicità degli uomini del nostro tempo, resa più intensa dall’accelerazione sempre maggiore dell’attività umana, della banalizzazione del valore e dell’importanza della vita e dello smarrimento delle radici cristiane. “È necessario tornare a “far festa”! La festa è volontà di stare insieme, gioia di parlarsi e di prolungare l’incontro, è condi- visione, è convivialità ed anche sano divertimento.Tutto ciò è autentico quando si radica nella gioia cristiana; nessuna festa è vera se non si esprime nella le- tizia che viene “dalla comu- nione con Dio che edifica la Co- munità cristiana”. Siamo chiamati tutti al compito urgente “di dare al giorno del Signore il primo posto e di “custodire” la do- menica, cioè difenderne il suo significato religioso. Don Alfredo CARO PAPA... Sono alcune domande rivolte a Papa Benedetto XVI da bambini della Prima Comunione Caro Papa, quale ricordo hai del giorno della tua Prima Co- munione? Naturalmente mi ricordo bene il giorno della mia Prima Comunione. Era una bella domenica di marzo del 1936: 74 anni fa ed era un giorno di sole; la chiesa molto bella, c’era la musica... C’erano tante cose belle delle quali mi ricordo. Eravamo una trentina di ragazzi e ra- gazze del mio piccolo paese di meno di 500 abitanti. Ma al centro dei miei ricordi gioiosi e belli sta questo ricordo: il mio primo incontro con Gesù; ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, ha vi- sitato me, e con Gesù Dio stesso è con me. E che questo è un dono di amore che vale più di tutto il resto della mia vita. Così quel giorno sono stato realmente pieno di una grande gioia perché Gesù è venuto in me e ho capito che adesso cominciava una nuova tappa della mia vita, (avevo nove anni) e che adesso era importante ri- manere fedeli a questo in- contro, a questa comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo, “io voglio essere sempre con te” e l’ho pregato, “ma stai soprattutto tu con me”. Così sono andato avanti nella mia vita; grazie a Dio il Signore mi ha sempre preso la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. E così questo giorno della mia Prima Comunione è stato l’i- nizio di un cammino comune e spero che anche per tutti voi la Prima Comunione che avete ricevuto quest’anno sia inizio di un’amicizia per tutta la vita con Gesù, l’inizio di un cammino comune, perché andando con Gesù andiamo bene e la vita di- venta buona. Santità, tutti dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi però ci an- dremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accom- pagnano perché alla do- menica dormono. Il papà e la mamma di un mio amico la- vorano in un negozio e noi stessi andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire anche a loro una parola perché Davanti al monumento ai Caduti il celebrante Mons. Luigi imparte col Santissimo la benedizione a tutta la comunità di Pieve di Livinal- longo. segue a pagina 2

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Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

ANNO XLV - luglio - agosto 2010 - N. 3

È IMPORTANTE LA DOMENICA:“GIORNO DEL SIGNORE”?

Se noi osserviamo come sicomportano alcuni cristiani delnostro tempo, oserei dire chequalunque altro giorno della set-timana è più importante delGiorno del Signore e della suasantificazione con la Messa e ilriposo.

La cultura contemporanea hasvuotato la domenica del suo si-gnificato religioso originario etende a sostituirlo sia con la fuganel privato, sia con nuovi “riti”di massa: lo sport, la discoteca, ilturismo, i supermercati... Dal“giorno del Signore” si è passatoal “week-end”; dal “primogiorno” della settimana al “finesettimana”. Così il Giorno delSignore perde il suo significatocristiano.

I Vescovi italiani, nella notapastorale “Il giorno del Signore”hanno detto che nella prassi deiprimi cristiani: “vero giorno delSignore era quello in cui il Si-gnore è risorto ed è apparso ai di-scepoli e ha spezzato il pane perdue di loro a Emmaus. Da allorail cristiano non potrebbe piùvivere senza celebrare quelgiorno che, secondo la Chiesa,deve diventare il giorno dell’Eu-carestia, della preghiera e dellafesta.

I cristiani di Abitene, localitàdella provincia romana detta“Africa proconsularis” (odiernaTunisia), perseguitati e incar-cerati da Diocleziano, alla do-manda, se contro l’editto del-l’imperatore, si erano tenute,nelle loro case, le “assemblee”, imartiri rispondevano affermati-vamente perché “noi, cristiani,senza la domenica, non pos-siamo vivere” (in latino: sine do-minico non possumus”). Paroleche conservano oggi tutta la loroattualità.

Infatti la Chiesa che “vive se-condo la domenica” risponde

alla sete di gioia e di felicità degliuomini del nostro tempo, resapiù intensa dall’accelerazionesempre maggiore dell’attivitàumana, della banalizzazione delvalore e dell’importanza dellavita e dello smarrimento delleradici cristiane.

“È necessario tornare a “farfesta”! La festa è volontà di stareinsieme, gioia di parlarsi e diprolungare l’incontro, è condi-visione, è convivialità ed anchesano divertimento.Tutto ciò èautentico quando si radica nellagioia cristiana; nessuna festa èvera se non si esprime nella le-tizia che viene “dalla comu-nione con Dio che edifica la Co-munità cristiana”.

Siamo chiamati tutti alcompito urgente “di dare algiorno del Signore il primoposto e di “custodire” la do-menica, cioè difenderne il suosignificato religioso.

Don Alfredo

CARO PAPA...Sono alcune domande rivolte a

Papa Benedetto XVI da bambinidella Prima Comunione

Caro Papa, quale ricordo haidel giorno della tua Prima Co-munione?

Naturalmente mi ricordobene il giorno della miaPrima Comunione. Era unabella domenica di marzo del1936: 74 anni fa ed era ungiorno di sole; la chiesa moltobella, c’era la musica...C’erano tante cose belle dellequali mi ricordo. Eravamouna trentina di ragazzi e ra-gazze del mio piccolo paesedi meno di 500 abitanti. Ma alcentro dei miei ricordi gioiosie belli sta questo ricordo: ilmio primo incontro conGesù; ho capito che Gesù èentrato nel mio cuore, ha vi-sitato me, e con Gesù Diostesso è con me. E che questo

è un dono di amore che valepiù di tutto il resto della miavita. Così quel giorno sonostato realmente pieno di unagrande gioia perché Gesù èvenuto in me e ho capito cheadesso cominciava unanuova tappa della mia vita,(avevo nove anni) e cheadesso era importante ri-manere fedeli a questo in-contro, a questa comunione.Ho promesso al Signore, perquanto potevo, “io voglioessere sempre con te” e l’hopregato, “ma stai soprattuttotu con me”. Così sono andatoavanti nella mia vita; grazie aDio il Signore mi ha semprepreso la mano, mi ha guidatoanche in situazioni difficili. Ecosì questo giorno della miaPrima Comunione è stato l’i-nizio di un cammino comunee spero che anche per tutti voila Prima Comunione cheavete ricevuto quest’anno siainizio di un’amicizia pertutta la vita con Gesù, l’iniziodi un cammino comune,perché andando con Gesùandiamo bene e la vita di-venta buona.

Santità, tutti dicono che èimportante andare a Messaalla domenica. Noi però ci an-dremmo volentieri ma spesso inostri genitori non ci accom-pagnano perché alla do-menica dormono. Il papà e lamamma di un mio amico la-vorano in un negozio e noistessi andiamo fuori città pertrovare i nonni. Puoi direanche a loro una parola perchéDavanti al monumento ai Caduti il celebrante Mons. Luigi imparte

col Santissimo la benedizione a tutta la comunità di Pieve di Livinal-longo. segue a pagina 2

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2 «Le nuove del Pais»

capiscano che è importanteandare a Messa insieme alladomenica?

Parlerei loro naturalmentecon grande amore, congrande rispetto per i genitori,perché certamente hannotante cose da fare... Ma tut-tavia, con il rispetto e l’amoredi una figlia, si può dire loro:“Cara mamma, caro papà, saiche cosa è importante per noitutti, anche per te? Incon-trarci con Gesù. Questo ci ar-ricchisce. È un elemento im-portante della nostra vita.Troviamo insieme un po’ ditempo, forse anche doveabita la nonna si troverà lapossibilità”. In una parola,con grande amore e rispettoper loro, direi: ”Capite chequesto è importante non soloper me o per i catechisti. È im-portante per tutti noi. E saràuna luce per la domenica pertutta la nostra famiglia”.

A che cosa serve andare allaSanta Messa e ricevere la Co-munione per la vita di tutti igiorni?

Serve per trovare il centrodella vita. Noi viviamo in

Dalla prima pagina Caro Papa

mezzo a tante cose e lepersone che non vanno inchiesa, anche se non sannoche manca proprio Gesù,sanno che manca qualcosanella loro vita. Se Dio diventaassente nella mia vita, seGesù è assente, manca unaguida, manca un’amicizia es-senziale, manca anche unagioia importante per la vita,la forza di crescere comeuomo, di superare i miei vizie di maturare umanamente.Quindi non si vede subitol’effetto dello stare con Gesù,andare alla Comunione.

Ma nel corso delle set-timane, degli anni, si sentesempre più l’assenza di Dio,l’assenza di Gesù. È unalacuna fondamentale e di-struttiva. Potrei facilmenteparlare dei Paesi dove l’a-teismo governava: comesono distrutte le anime, maanche la terra. Così possiamovedere che è importante,direi anche fondamentale,nutrirsi alla Comunione conGesù, che ci dà proprio la lucee la guida per la nostra vita,della quale abbiamo bi-sogno”.

SFOGLIANDO IL LIBRO SINODALEChi esercita la caritàLa Caritas

La Caritas è l’organismo pa-storale che in tutte le comunitàdella diocesi ha il compito dieducare e promuovere la condi-visione e la corresponsabilitàper una testimonianza comuni-taria del Vangelo, sviluppando ecoordinando le iniziative edenergie per il servizio dellacarità. La sua funzione è special-mente pedagogica come si èespresso Papa Paolo VI che l’hacostituita in Italia: “La Caritasassume una prevalente funzionepedagogica: il suo aspetto spiri-tuale non si misura con cifre e bi-lanci, ma con la capacità cheessa ha di sensibilizzare laChiesa locale e i singoli fedeli alsenso e al dovere della carità informe consone ai bisogni e aitempi”32. È presenza che pro-muove “un fare che fa essere”: laChiesa è chiamata a evange-lizzare con la carità.

La Caritas diocesanaLa Caritas diocesana, il cui

Presidente è il Vescovo, è lostrumento della diocesi per farcrescere nella nostra Chiesa lacarità; è un punto di riferimentodi tutta la sua azione caritativa.

Ci siano in ogni parrocchiapersone collegate con la Caritasper animare in questo senso tuttala comunità, leggere i bisogni

del territorio, far conoscere lenecessità reali che domandanocondivisione e aiuto, alle qualidevono rispondere le istituzionie la comunità cristiana. In par-rocchia o in un insieme di par-rocchie ci sia il gruppo “Ca-ritas”, presieduto dal parroco oda uno dei parroci e collegatocon i Consigli parrocchiali.

La domenica sia un giorno dicelebrazione, dell’annuncio eanche della carità, visibilmenteespressa con segni e richiamiche la manifestino come espres-sione della comunità eucari-stica.

Caritas e Centro missionarioIl Centro missionario e la Ca-

ritas diocesana, nelle iniziative“Un pane per amor di Dio” e“Avvento di fraternità”, comepure per interventi in casi diemergenza, coordineranno leproposte sollecitando atten-zione e collaborazione in tutta ladiocesi.

Loro compiti, sempre da rin-novare e sostenere, sono la pro-mozione di studi e ricerche su bi-sogni e risorse, la formazione dilaici che si facciano correspon-sabili della carità della nostraChiesa. 32. PAOLO VI, Discorso ai Pre-

sidenti delle Caritas Dio-cesane al primo convegno na-zionale della Caritas italiana,27 settembre 1972.

Facciamo il contrariodi quanto accade abitual-mente e collochiamo im-mediatamente la cornicedi quanto vogliamo de-scrivere.

Per cornice inten-diamo quel grande fattostorico che ha portato ilCristianesimo, siaorientale che occi-dentale, a radicarsi nelterritorio attraverso lediocesi, le parrocchie ealtre forme intermedie diaggregazione. Non sitratta di un dato buro-cratico assimilabile aquanto avviene per loStato suddiviso in re-gioni, province e comuni.La natura della Chiesa èdel tutto diversa e ci per-mette di scoprire lacellula viva dovunqueviene celebrata l’Euca-ristia: lì, c’è la Chiesa!

Tuttavia le articola-zioni esistono e sono rego-lamentate. Sono ancherevisionate di tempo intempo, per restare validee corrispondere alloscopo della vita cristiana:rendere presente la sal-vezza, qui e ora. Si tieneconto anche dei cambia-menti sociali e demo-grafici.

Cambiare le diocesi e leparrocchie è cosa moltodelicata, che deve se-guire procedure precise eabitualmente lunghe.

Altre unità sono piùduttili e possono essereadattate in modo piùnormale dall’autorità delVescovo, specialmente inoccasione dei Sinodi dio-cesani.

È quanto si sta realiz-zando nella nostradiocesi impegnata a dareattuazione agli indirizzidel Sinodo a propositodelle “foranie”. Già il lin-guaggio ci dice che stiamoparlando di strumentipastorali che vengono in-dicati con nomi diversi:foranie appunto, o vica-riati o ancora decanati.

Nei mesi scorsi il Con-siglio presbiterale ha ri-preso in mano il Libro si-nodale e ha riletto lafisionomia della foraniamettendone in risalto iseguenti tratti:

● è luogo dove si attua

ATTUAZIONE DEL SINODO IN DIOCESI

Le foranie di Canale e Rocca Pietoreunite alla forania di Agordo

l’unità tra i presbiteri af-finché cresca la loro co-munione e il camminareinsieme nella vita pa-storale;

● è luogo di forma-zione, di programma-zione e di collaborazione.In quanto tale interessamolto anche i laici;

● la forania stessa fa-vorisce, in territori più ri-stretti, le articolazionitra parrocchie che colla-borano tra loro permeglio servire la diffu-sione del regno di Dio.

Ognuno può osservarecome gli orientamenti delSinodo, ripresi nei lavoridel Consiglio presbi-terale, hanno voluta-mente rinunciato ad as-sumere criteriquantitativi. Si sarebbepotuto stabilire ilnumero di abitanti o ilnumero di parrocchieoppure l’estensione chedeve avere una forania.Così si sarebbe dovuto ac-corpare quelle più piccolee dividere quelle piùgrandi.

È stato preso come cri-terio la finalità e si èdetto: «Si rivedano iconfini delle foranie af-finché possano rea-lizzare meglio il propriofine».

Il Vescovo ha ritenutodi fare un passo ulteriorein questa direzione, dopoi primi interventi del2006.

Così in data 14 giugnoha sottoscritto un decretonel quale si legge:

«Con l’autorità nostraordinaria decretiamoche, a decorrere dalprossimo 29 giugno 2010,la forania di Agordo com-prenderà anche le par-rocchie della val del Biois(attualmente forania diCanale d’Agordo) e quelledella val Cordevole (at-tualmente forania diRocca Pietore).

«Di conseguenza lazona pastorale n. 2 dellanostra diocesi, che hacome delegato vescovilemonsignor Giorgio Lise,sarà costituita dalla fo-rania di Agordo e dal de-canato di Pieve di Livi-nallongo».

Luigi Del Favero

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Parrocchia di PieveCCP 39808548 Parrocchia di Pieve cell. 333 2030597tel. 0436 7176CCP 39808548

SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI

La lunga processione: all’inizio vediamo i pompieri che portano lastatua del loro patrono san Floriano.

I numerosi bambini della Prima Comunione, contenti di aver apertola processione del Corpus Domini portando le statue di Gesùbambino e di Santa Teresina.

Il Corpus Domini è unadelle feste più sentite e parte-cipate dal popolo cristiano.

La presenza dei vari gruppie delle numerose personeimpegnate nei vari servizi(portare le statue, il baldac-chino...), la partecipazionenumerosa dei fedeli allaMessa e alla processione conil Santissimo, la presenza an-nuale delle autorità, il coroparrocchiale che ha cantatouna delle Messe più belle eben preparate, i numerosibambini biancovestiti dellaprima Comunione che inprocessione hanno portato s.Teresina e Gesù Bambino;“la banda da Fodom” con legiubbe rosse, gli scizeri con leloro divise variopinte; e poi igiovani, le ragazze e le donne“col guànt da fodoma”, i fale-gnami con il loro patrono s.Giuseppe e i pompieri in altauniforme: tutto questo ci dà

l’idea della solennità che haaccompagnato il SantissimoSacramento, portato dal Vi-cario Generale, per le vie del

paese. La Messa solenne è stata

celebrata dal parroco, dalmissionario Padre Eugenio

Palla e dal Vicario Mons.Luigi Del Favero.

Quest’ultimo all’omeliaha ricordato l’importanzadella presenza reale di Gesùin mezzo a noi e della visitaquotidiana al Signore, ci-tando una frase che un sagre-stano che stava per chiuderela chiesa quando lo ha visto apregare gli disse: ”Resti pureancora un po’ a far com-pagnia a Gesù”!

Al termine della celebra-zione c’è stata la prima “sta-zione” con il canto delVangelo, le invocazioni dirito e la benedizione col San-tissimo.

Sulla piazza, dopo la se-conda benedizione, FrancoDeltedesco, lo speaker del-l’ordine del corteo, ha dato ilvia alla processione secondoi vari gruppi, alternandolicon i tre grandi gonfalonidella SS. Trinità di Andraz, diS. Giovanni e della Madonnadi Corte; poi ha passato il mi-crofono a Denni per la recitadel rosario e per i canti.

Anche davanti alla Casa diriposo c’ è stata la benedi-zione per gli anziani, molti incarrozzella.

Il sole e la giornatasplendida hanno contribuitoalla riuscita della festa.

Io mi auguro che dopoquesta solennità aumenti lanostra devozione all’Euca-restia cioè a Gesù presente inmezzo a noi con tre pro-positi:

- più partecipazione allaMessa festiva;

- più sante Comunioni ri-cevute degnamente e infine

- qualche visita al Signore,passando vicino alla chiesaper un saluto e una pre-ghiera.

GLI AUGURI DEL VESCOVOPER LE VACANZE

Carissimi Ospitidella nostra Provincia Dolomitica

Il mio affettuoso augurioriprende le parole del temadella 5a giornata del creatoche celebreremo il prossimo1a settembre: “Custodire ilcreato per coltivare la pace”.Con queste espressioni viauguro di potervi immergerecon ammirazione nellosplendore della nostra terradi montagna per coltivare lapace. Il messaggio di que-st’anno riporta parole del-l’enciclica “Caritas in ve-ritate”: “il libro della natura èuno e indivisibile, sul ver-sante dell’ambiente come sulversante della vita, della ses-sualità, del matrimonio, dellafamiglia, delle relazioni so-ciali, in una parola dello svi-luppo umano integrale”. (n.51).

Abbiate pace nel coltivarlo sviluppo umano integrale.

Il primo settembre trascor-reremo la giornata della sal-vaguardia del creato insiemeai rappresentanti dellediocesi di Trento, Bolzano-Bressanone e Como presso lostupendo e suggestivo san-tuario mariano di Pietralba.

Nei giorni 20, 21, 22agosto, insieme a molti pelle-

grini, ci prepareremo a quel-l’importante convocazionecon un corso di Esercizi Spi-rituali itineranti su sentieri estrade delle vette feltrine.

Queste giornate sono mo-menti che comunità parroc-chiali, famiglie e gruppivivono e offrono agli ospiticon modalità originali.

Il Cammino delle Do-lomiti rappresenta un ri-chiamo che cresce di anno inanno: è invito a camminarevivendo la certezza che Dio“tramite il creato, si prendecura di noi” (Ib. n. 13).

+ Giuseppe Andrich,Vescovo di Belluno-Feltre

San Luigi sostenuto da quattrogiovanotti: Guido, Ivan, Fe-derico, Oscar, sale alla Villa S.Giuseppe dagli anziani.

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4 «Le nuove del Pais»

Alessandra, Simona, Manuela ed Elisa hanno avuto l’onore diportare la Madonna di Lourdes.

La folta schiera degli Scizeri che hanno fatto da scorta d’onore alSantissimo lungo il tragitto della processione.

La Madonna del Rosario, sulle spalle robuste di Daniela, Clara, Gia-cinta ed Ester sembrava leggera.

La banda da Fodom, diretta da Giuliano Federa (in questa occasioneal posto della M.stra Laura Argenta) esegue il primo canto: “Noi vo-gliam Dio...”.

Foto cronaca Corpus DominiIl servizio fotografico è di Franco Deltedesco

CATECHISMOIl catechismo parrocchiale si

è concluso, giovedì 27 maggio,con la celebrazione della s.Messa commentata in ogni suaparte da ogni classe di dottrina.Il piccolo Coro, diretto da Rita eaccompagnato dalla chitarradella maestra Luigina, ha ese-guito più canti e tutti i ragazzihanno cantato.

Erano presenti molti genitoria questa Messa conclusiva.

È un anno positivo per la pre-senza continua di tutti i ragazzi,per la disponibilità di tanti cate-chisti e per l’interessamento

della famiglia. Successivamente, nella sala

parrocchiale, le catechiste deiragazzi di terza media hannoproiettato un DVD realizzatodagli stessi ragazzi sulla figuradi Gesù in chiave moderna. Èstato molto apprezzato equalche giorno dopo, allaMessa di chiusura dell’annoscolastico, la parrocchia ne hafatto dono agli stessi ragazziautori del dvd e a tutte le cate-chiste.

Un ottimo gelato ha conclusol’incontro finale.

SS.TRINITÀ - ANDRAZ

Il 30 maggio scorso ab-biamo celebrato la solennitàdella Santissima Trinità.

La Messa solenne è stata ce-lebrata da don Alfredo ed ac-compagnata dal Coro Parroc-chiale.

Al termine della celebra-zione è stato offerto unospuntino con crafons, foie,dolci, ecc. preparati dai frazio-nisti.

Sono ormai diventati unaconsuetudine anche la pesca eil mercatino, il cui ricavato èdestinato ai prossimi lavori direstauro della chiesa.

A mezzogiorno è statosuonato il “Ciampanoz”,modo tradizionale di suonarele campane, da poco ripresoanche ad Andraz. Ad eseguireil “Ciampanoz” 5 giovanicampanari di Andraz.

Non è nemmeno mancata lapioggia che, anch’essa comeda tradizione, dicono fossespesso presente all’appunta-mento anche nel passato.

Un grazie doveroso aquanti si sono prodigati per labuona riuscita della ricor-renza: sia per la funzione reli-giosa, con pulizia e addobbodella chiesa che per il suc-cessivo momento convivialecon l’organizzazione di pesca,mercatino e spuntino allietatodalle note di Mario e Max checontribuiscono sempre arendere più allegra la nostrafesta.

Grazie anche a quantihanno voluto essere presentialla “Siègra de la Tarnité”!

Un momento della celelebrazione solenne.

Marioe Max allietano

la festa.

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«Le nuove del Pais» 5

GITA CATECHISTICA

I ragazzi, le catechiste e alcuni adulti sulla gradinata del Santuario diSan Vittore, dopo la Messa.

Dopo il pic-nic sul prato alle pendici del monte Miesna non sonomancati i canti e l’allegria con la chitarra di suor Francesca.

La gita catechistica 2010 hascelto due mete interessanti ebelle: il Santuario di S. Vittore eCorona e il Museo dei sogni aFeltre. Il Santuario, posto inalto su uno sperone di roccia,risale al 1100 e ha una storiamillenaria e gloriosa. All’in-terno racchiude la preziosaurna con le ossa dei duemartiri: Vittore soldato romanoe Corona una giovane che siconvertì vedendo il coraggio diVittore affrontare torture e lamorte.

Sono i patroni, insieme a S.Martino, della Diocesi diBelluno-Feltre. L’interno della chiesa è tutta af-frescata con vari santi e sceneevangeliche quali l’ultimacena.

All’esterno c’è un meravi-glioso chiostro ricco di af-freschi riguardanti la storia delsantuario e i miracoli dei duesanti.

Dopo la faticosa salita apiedi siamo entrati in chiesaper la Messa con brevi pensieridi don Alfredo che ha ricordatol’anno di scuola passato traquelle mura; poi ha parlato donArturo Callegari che prestaservizio nel santuario e infinedon Vito ci ha parlato dell’arte edelle varie scene del chiostro.

Il tempo clemente ci ha per-messo di consumare il pranzoal sacco sul prato del monteMiesna: i canti accompagnatidalla chitarra di Suor Fran-cesca ci hanno fatto passare

facilmente il tempo in attesadella corriera che ci ha portatoa vedere il Museo dei Sogni edella Memoria a Facen.

Qui abbiamo fatto cono-scenza con il sig. Aldo Bertelleun uomo vulcanico che haposto a tutti tante domande di-cendo: “Il museo si basa sulconcetto che l’umanità con-divide lo stesso destino. Tuttoquello che succede sulla terratocca ciascuno di noi. Allora è ilcaso di provare a conoscere lestorie lontane, di leggerle at-traverso i sogni e i simboli chericordano grandi personalità egrandi avvenimenti. Così ab-biamo scritto ai rappresentantidi tutti i paesi chiedendo dimandarci i loro sogni”.

Un po’ alla volta sono ar-rivati: sassi, ricordi di tragedie(una tegola di Hiroshima, unsasso delle Torri Gemelle, unpezzo di carbone di Marci-nille...), ma anche simboli belli:un frammento della grotta diBetlemme o un piccolo sassodell’Ospedale dove Barnardha eseguito il primo trapianto dicuore... Anche Anna Vallazza,per il nostro gruppo, ha portatoun vaso di terra del Col di Lanache è stata bagnata dalsangue di tanti nostri soldatinella prima guerra mondiale.

È stata una esperienza evisita proficua che “serve alsogno e alla memoria, comedisse Bertelle; serve a co-struire una strada: la nostrastrada, il nostro cammino”.

UNA FESTA CON INOSTRI ANZIANI

Una novantina di anzianiha partecipato alla loro festaannuale che le parrocchie diPieve e di Arabba, ormai dadieci anni, organizzano perloro.

È una festa sempre attesa edesiderata.

Domenica 13 giugno gli an-ziani, con una bella “coccarda”al petto fatta con tanta pa-zienza e abilità delle suore edalle “donne del martedì”, en-travano a frotte a riempire ibanchi della chiesa di S.Giacomo riservati a loro.

La Messa è stata celebratadal Decano don Alfredo e dalmissionario Padre EugenioPalla che, all’omelia, ha ri-volto la sua parola ringra-ziando gli anziani per il benefatto in tanti anni e ricor-dando che essi sono “la me-moria e l’archivio storico diFodom”.

Erano pure presenti le au-torità: il sindaco Ugo Ruaz e ilvicesindaco Claudio Sorarui. Il coro parrocchiale si è fatto

onore, come al solito, can-tando una bella Messa e deicanti per loro. All’offertorio,sono stati portati all’altaredagli anziani, oltre il pane e ilvino per la Messa, un grossocero a simboleggiare la fedeche hanno ricevuto, con-servata e trasmessa ai lorofigli e nipoti e una corona delrosario, ormai consunta, perle tante volte che è stata re-citata. Sui gradini della chiesa, all’e-sterno, si sono messi in posaper la foto di rito che resteràsempre un bel ricordo diquesta giornata. All’ottimo pranzo, consumatoall’Hotel Alpenrose, offertogenerosamente dall’Ammini-strazione comunale, ilSindaco è passato a salutareuno per uno gli anziani e a of-frire un piccolo omaggio: unmazzo di carte da gioco per gliuomini e alle donne un vaso dimiele per lasciare un ricordo“dolce” della bella giornatatrascorsa insieme.

Pieve: un gruppo dei 90 anziani, il 13 giugno, dopo la Messa celebrataper loro.

SUOR LARA CI LASCIASuor Lara Bergamin era

giunta a Livinallongo nel 2004con l’impegno di insegnare la re-ligione nelle scuole elementari.Era un compito importante chele piaceva molto e per il quale eramolto preparata. Oltre i libri discuola, portava spesso con sé lachitarra per insegnare qualchecanto ai ragazzi facendosi benvolere da tutti. Seguiva in par-rocchia anche i ragazzi dellemedie che si preparavano allaCresima. A settembre lascerà la “Fra-ternità Nazareth” di S. Giovanniper andare in Francia, a Viviers(Avignone), assieme ad altredue consorelle per dare vita a

una nuova Comunità di “Di-scepole del Vangelo”; sarà laprima comunità all’estero.

È grande il dispiacere di tuttiper questa partenza, non solo pergli scolari che ha seguito per 6anni, ma anche per la popola-zione per l’attività pastoralesvolta sia ad Arabba sia a Pieve,con competenza e con passione.Al suo posto arriverà un’altrasuora: suor Martina Gardin.

A suor Lara va il nostro graziepiù vivo per tutto il bene fatto aFodom, con l’augurio che facciaaltrettanto bene nella nuova co-munità; e alla nuova Suora chearriverà fra noi il benvenuto piùcordiale e fraterno!

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6 «Le nuove del Pais»

Suor Lara è la seconda da sinistra, dopo la Madre Generale SuorNazzarena, assieme a suor Eliana e a suor Valentina. È il giorno dellasua professione definitiva avvenuta il 30 dicembre 2006 nel Duomo diCastelfranco.

“Il Signore ricompensa quelli chelo amano e in un istante egli fa

sbocciare i suoi doni”(Sir 11,22)«Cara Sr. Lara,

come fare a ringraziarti perquesti sei anni passati insieme?

Tutto è iniziato con una sem-plice gita ad Ornella, organizzataassieme a Sr. Anna in cui abbiamoiniziato a conoscerci e a condi-videre insieme dei momenti di al-legria e di preghiera. Quando seiarrivata qui a Fodom hai iniziatosubito a organizzare qualcosa chepotesse coinvolgere noi giovani eper questo ti ringraziamo!

Hai aperto la strada per le suc-cessive esperienze che hanno la-sciato un segno indelebile dentrodi noi. Come potremmo mai di-menticare la nostra prima av-ventura come gruppo ad Assisi.Tra canti, preghiere e giochi, ab-biamo vissuto momenti di intensaspiritualità e amicizia. E poiRoma, come non rimanere stupitida una città così.

Lì ci hai fatto conoscere ilmondo della Caritas, il servizio pergli altri, per i poveri. Nel 2009 cihai portati tra le colline e gli alberidi Spello, in un posto isolato e si-lenzioso, dove abbiamo scopertol’importanza del parlare, per raf-forzare i legami di amicizia. Ricor-diamo anche l’ultima uscita aTorino per l’evento mondialedella Sindone e la visita al Sermig.In tutte queste esperienze haisaputo organizzare, progettare gliincontri e i temi da affrontare, hai

saputo animarli e guidarli in mododa coinvolgerci sempre. Ci scu-siamo per le volte in cui non ab-biamo saputo collaborare o co-gliere le opportunità che ciproponevi. Ricordiamo anche levolte in cui alcuni caratteri si sonoscontrati; le difficoltà nel risolverei conflitti sono state comunque oc-casioni importanti di crescita e tuci hai insegnato a non tirarsi in-dietro e ad affrontare apertamentele difficoltà.

Ti auguriamo di continuare avivere ancora esperienze congiovani come noi anche in Franciae speriamo che, ogni tanto, tu torniancora qui a Fodom a trovarci. Chiha condiviso qualche esperienzacon te sicuramente dentro di se haqualcosa per cui ricordarti e rin-graziarti.

GRAZIE per quello che ci haidato, per la tua simpatia, per i mo-menti di allegria animati dalla tuachitarra, per le preghiere che ci haiproposto, per averci insegnato agiocare a Tabù e per esserci venutaincontro sempre con il sorriso inogni nostro momento difficile.Non è facile riuscire ad esprimere aparole quello che ci hai insegnato etrasmesso.

Forse la parola più efficace inquesti casi è solamente una...GRAZIE!!!

per il gruppo giovaniE&E

RINGRAZIAMENTIIl parroco rivolge un vivo rin-

graziamento a tutte le famiglieper la cordiale e familiare acco-glienza avuta e per le generose of-ferte ricevute che serviranno perle necessità della parrocchia. Ungrazie particolare a una famigliadi Andraz che mi è venuta in-contro con la macchina affinchéarrivassi a benedire la sua casa.Un grazie particolare lo rivolgoanche a don Vito che mi haaiutato, con grande zelo, a com-pletare la visita pastorale nelle

frazioni che non sono riuscito afare, specialmente a quelle piùdisagiate.

Un altro ringraziamento altret-tanto sincero è per il folto gruppodi donne che accogliendo l’invitodel parroco hanno provvedutoalla pulizia generale della chiesaparrocchiale.

Così ringrazio Franzela eAgnese per il riordino e la puliziadella Majon dei mones; a questesi sono aggiunte la “Lola” e laPaola per la pulizia dei vetri (enon solo), della canonica e dellesale parrocchiali.

NOTIZIARIO● Il 31 maggio a S. Maria delle

Grazie si è concluso l’AnnoSacerdotale iniziato lo scorsoanno. La s. Messa è stata pre-sieduta da Mons. Giorgio Lise,Arcidiacono di Agordo con lapartecipazione di una quin-dicina di sacerdoti e da nu-merosi fedeli, convenutianche per la chiusura del mesemariano.

● Silvia Costa ha tenuto uncorso di cucito, nei mesi diaprile e maggio, a una decinadi donne e ragazze dell’altoCordevole: in sedici lezionihanno imparato tante cose, fracui come farsi un paio di pan-taloni, una giacca ecc., grazieall’abilità e alla bravura del-l’insegnante. Tutte hannomanifestato il desiderio dirifare ancora un corso ilprossimo anno.

● Sabato 12 giugno Sief An-tonio e Crepaz Ines hanno ri-cordato con una s. Messa diringraziamento il loro 25o dimatrimonio. Rinnovo loro imiei più fervidi auguri!

● Tra le varie sagre del mese dimaggio c’è stata anche quelladella Madonna di Corte:l’ultimo sabato di maggio. Leinsegnanti della scuola pri-maria hanno avuto la feliceidea di accompagnare i loroalunni a Corte per la Messa,riempiendo così letteralmentela bella chiesa. Poiché tutti i

salmi finiscono in gloria,anche per i ragazzi, dopo laMessa cantata, è stato offertoun piccolo “marendel” a basedi crafons, mori, tircle e bibitevarie dalla famiglia Dorigo ealtre.

● Nel mese di maggio abbiamoavuto tra noi Padre EugenioPalla, reduce da una serie di in-terventi chirurgici che lohanno salvato dalla morte, sefosse rimasto in Missione, inCiad. In questi giorni trascorsia Fodom si è rimesso in salute,tanto che soleva dire: “Il Si-gnore mi ha dato 10 anni divita in più!” Io lo ringrazio perle Messe e per l’aiuto pastoraleche mi ha dato.

● Il coro degli Alpini “Col diLana” di Vittorio Veneto terràun concerto di canti sabato 31luglio nella nostra chiesa de-canale, assieme al Coro fem-minile. Il giorno seguente par-teciperà col canto alla Messaper i Caduti sul Col di Lana.Altri 2 concerti saranno orga-nizzati a Pieve dalla Provincia(resp. Sig.ra Daniela Tem-plari): uno è previsto per il 22luglio e uno si terrà dopo lametà di agosto.

● Anche quest’anno, lunedì 16agosto, ci ritroveremo a Da-vedino per una Messa e per in-contrare i pochi superstiti diquella frazione lontana. Spe-riamo che il tempo sia bello.

Bergamo: Alpini fodomi con la maglietta bianca, nuova divisa dellasezione di Belluno.

Gruppo AlpiniPresente e sempre attivo il

Gruppo Alpini da Fodom,nella primavera che sembrapiù un prolungamento dell’in-verno che quella stagione chedovrebbe preparare l’arrivodell’estate.

L’8 e 9 maggio partecipa al-l’Adunata Nazionale di Ber-gamo, definita l’Adunata deirecord delle presenze, i dati

parlano di 500.000 persone pre-senti, e che ci fosse un bel“casino” gli Alpini Fodomi nesono testimoni.

Sabato partenza e arrivo aMartinengo, nostro CampoBase e primo impegno: visita alCamposanto per un saluto al-l’Amico Fausto Pochintesta.Siamo poi stati ospiti dellamoglie Franca grazie alla quale

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«Le nuove del Pais» 7

dopo un incontro con l’Ammi-nistrazione Comunale ab-biamo potuto alloggiare in unapalestra.

Un grazie ancora a Franca eal figlio Nadir.

È doveroso ricordare cheFausto e la sua Famigliaavevano già dato una mano alGruppo per le adunate di Mila-no,Brescia e Cremona.

Mi preme ancora ricordare lapresenza di Fausto e la sua fa-miglia per innumerevoli anni aFodom e anche sul Col di Lana.

Il fine settimana successivo(15 maggio) su invito delComune di Gubbio per la se-conda volta partecipano alla“Corsa dei Ceri”. Cerimoniasempre suggestiva, nonostantela pioggia, e grazie soprattuttoalla disponibilità del dott.Mauro Pierotti e dei suoi fami-gliari e collaboratori.

Le Penne Nere del “Col diLana” sono sempre apprezzateed in particolare a Gubbio ovemoltissimi al vederci approc-ciano: “C’ero anch’io sul Col diLana...” ricordando la ceri-monia di Pian di Salesei del2007.

Gubbio gli Alpini davanti al“Cero di S. Antonio”.

Pompieri volontariArabba-Livinallongo

Si sono concluse a metà giugnole prime esercitazioni dell’anno;esercitazioni impegnative sottol’aspetto organizzativo in quantosono state utilizzate nuove attrez-zature ma esperienze stimolantiper la cospicua partecipazione dialtri gruppi di volontariato, tra cui iPompieri Volontari di Selva di ValGardena, il Soccorso Alpino di Li-vinallongo e la Croce Bianca diArabba.

Nello specifico, i P.V. di Selvanell’anno 2009 hanno ricevutouna nuova autoscala in sostitu-zione di una medesima ormai nonpiù a norma e con l’occasione, in-sieme alla Croce Bianca, abbiamopianificato una simulazione di in-cendio in un albergo.

Molto costruttiva anche la si-mulazione di un incidente stradalecon il Soccorso Alpino che pre-vedeva l’operazione di lavoro e ilrecupero di feriti in una zona im-pervia, utilizzando di conse-guenza la loro attrezzatura perpoter operare in sicurezza.

Tutte queste manovre vengonoorganizzate a turno dai vari CapiSquadra, da chi ha nuove proposteo magari nel contattare altri col-leghi di altri distaccamenti.

Sia nelle prove che negli inter-venti viene utilizzato prevalente-mente un camion 4x4 completo diquasi tutta l’attrezzatura per il soc-corso tecnico urgente; questocomporta a volte qualche svan-taggio quando l’intervento si deveeffettuare in frazioni con stradestrette o non in ottimo stato e nelledistanze lunghe come arrivare incima ad un passo.

Nel 2008 grazie all’Ammini-

strazione Comunale Pezzei, inparticolare all’Assessore GronesLeandro, e non da meno all’attualeAmministrazione Ruaz abbiamopotuto accedere ad un Bando di Fi-nanziamento della RegioneVeneto e Trentino (Galan - Dellai)per l’acquisto di un nuovo mezzoper intervento; polisoccorso fur-gonato 4x4, che sarà impiegatocome prima partenza vista la ver-satilità delle attrezzature e le suedimensioni ridotte. Potrà tra-sportare fino a 6 operatori e se-

condo le indicazioni della ditta co-struttrice la consegna dovrebbeavvenire per la fine del 2010.

Oltre al rinnovo del parco mac-chine anche l’organico dovrebbeaumentare, con un prossimo corsoche verrà svolto al Comando diBelluno.

Ci sarà infatti la partecipazionedi 5 nuovi volontari. Auspichiamola loro collaborazione e tenacia perdiventare un buon POMPIEREVOLONTARIO.

Palla Igor

Simulazione di incidente stradale - con il soccorso alpino.

Simulazione di incendio - con i pompieri di Selva di val Gardena.

Ho fatto un sogno (Orme nella sabbia...)Ho sognato che camminavo in riva al mare con il mio Signore

e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vitapassata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia dueorme, le mie e quelle del Signore.

Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giornipiù difficili della mia vita.

Allora ho detto: “Signore io ho scelto di vivere con te e tu miavevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hailasciato solo proprio nei momenti più difficili?”. E Lui mi ha ri-sposto: “Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonatomai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sonoproprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.

“Io sarò con voi fino all’ultimo giorno!”. (Gesù)(Margaret Fishback Powers)

Ultimo giorno di scuola per gli alunni delle elementari e medie di Li-vinallongo: è il 9 maggio.Come da consuetudine, le fatiche di un anno si concludono con la par-tecipazione alla santa Messa celebrata da mons. Alfredo Murer e dadon Vito De Vido.A tutti “Buone Vacanze!”.

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8 «Le nuove del Pais»

Un Quad e un Pick Upper il soccorso alpino

I volontari del soccorso alpino con i due nuovi mezzi in dotazione allastazione di Fodom.

Con una semplice ceri-monia sono stati benedetti, il24 maggio scorso ad Arabba, idue nuovi mezzi in dotazionealla stazione di Livinallongodel soccorso alpino. Per il re-sponsabile della stazioneMarino Zorz, “questi mezzi nonsono solo il frutto di un con-tributo ma rappresentano uninvestimento che l’ente pub-blico ha inteso fare, per dare lapossibilità a tutto il soccorsoalpino di poter operare almeglio”.

La semplice cerimonia si ètenuta al termine della S.Messa, celebrata da don VitoDe Vido. Presenti il sindacoUgo Ruaz con la giunta co-munale, il presidente dellaCma Luca Luchetta, l’as-sessore provinciale DanielaTemplari, l’ex assessoreLeandro Grones, Fabio RufusBristot, delegato provincialedel Cnsas, ed alcune rappre-sentanze delle limitrofe sta-zioni del soccorso alpino. I duenuovi mezzi sono nel dettagliouna jeep Toyota “Pick Up”,2500 di cilindrata da 140 Hp.

Molti i pregi di questomezzo. Oltre ad essereveloce, caratteristica utile incaso di lunghe trasferte per in-terventi nei territori limitrofi, di-spone di 5 posti a sedere eduno spazioso vano di caricocoperto, preziosissimo per ca-ricare il materiale tecnico disoccorso. Ma anche, adesempio, la gabbia per il canedell’unità cinofila. Il “Quad”, “almomento la miglior macchinasul mercato” precisa Zorz, hain dotazione sia i cingoli permuoversi sulla neve che leruote per spostarsi su strada,

ed inoltre un verricello ante-riore.

Un mezzo molto utile, inquanto la maggior parte dellestrade del territorio fodom nonè percorribile con le jeep.Costo totale dei due mezzi,circa 50 mila euro, 30 mila perla jeep e 20 mila per il “quad”,dei quali circa 3 mila euro di op-tionals tecnici, voluti dai vo-lontari del soccorso alpino, fi-nanziati interamente grazie aifondi della legge Galan - Dellaiper i comuni di confine e de-stinati specificatamente alleassociazioni di volontariato.

Particolare che è stato sotto-lineato ancora da Zorz: “Chi haavuto il buon occhio di de-stinare così questi fondi ha ri-conosciuto l’importanza delsoccorso alpino nella realtà dimontagna, che fino a non moltianni fa doveva utilizzare mate-riale proprio per fare soccorso.

Questi mezzi sono diventatiormai fondamentali per l’at-tività del soccorso in montagnaa seguito del crescente au-mento degli interventi ai qualisiamo chiamati ad intervenirecon tempestività ed effi-cienza”. In questo senso Zorzha ricordato i tragici eventidella Val Lasties o sul MontePore e le decine di interventialla popolazione durante ilnevoso inverno 2008 - 2009.

Nuovi mezzi portano anchenuovo entusiasmo. Sono bentre infatti, i giovani che neiprossimi mesi affronterannol’esame per diventare membridel soccorso alpino. Tra gli in-terventi, quello di Ruaz, che haricordato il finanziamentovoluto dalla passata ammini-strazione, Luchetta che ha de-finito il soccorso alpino, “ilnostro 4 per 4” e l’assessoreTemplari, la quale ha elogiato ilCnsas fodom come esempio diforza di unione della gentefodoma.

(SoLo)

“Remonon su nuosc luosc”,iniziativa riuscita

Oltre una ventina i volontaridi Livinallongo, che hanno par-tecipato alla giornata ecologica“Remonon su nuosc luosc”(puliamo i nostri paesi), orga-nizzata in contemporanea daalcuni anni nei comuni dellevalli ladine del Sella di Livinal-longo, Corvara, Selva di ValGardena, S. Cristina e Canazei.

Un gruppo della frazione diArabba si è dedicato alla pu-lizia delle scarpate lungo i passiPordoi e Campolongo.

Un secondo gruppo dellafrazione di Salesei, ha ripulitouna vecchia discarica nei pressidel bivio a Salesei di Sopra.

Tanti anche quest’anno isacchi riempiti di ogni tipo diimmondizia, che è stata poi di-ligentemente smaltita nell’eco-centro di Renaz.

Soddisfatto l’assessore al-l’ambiente Lorenzo Pellegrini,che per il prossimo anno ha au-spicato la partecipazione di unnumero ancora maggiore divolontari. Per tutti, alla finedella mattinata di lavoro, c’èstato il pranzo offerto dalComune all’albergo Pordoi adArabba. Il Consorzio Impiantia Fune ha invece sponsorizzatoi caratteristici “gurmièi”, con illogo dell’iniziativa.

Il gruppo dei volontari della zona di Arabba con il caratteristico“gurmél”.

I “New Jersey” dipinti dai bambini.

Piccoli “writers” coloranoi “New Jersey”

Iniziativa simpatica ecreativa quella che hannoavuto alcuni abitanti dellapiccola frazione di Corte, dovesono stati posizionati alcuni“New Jersey” per transennareun tratto di strada. Il grigiore diquegli anonimi blocchi di ce-mento stonava non poco con losplendido ambiente circo-stante. Così sono stati coinvoltii bambini delle elementari perdipingerli e renderli, se nonaltro, più allegri da vedere.

Ai piccoli ed improvvisati“writers”, ma questa volta nelsenso buono ed artistico deltermine, sono stati forniti colorie pennelli adatti e sotto la su-

pervisione artistica e tecnicadell’ex sindaco e pittore GianniPezzei, hanno dato sfogo allaloro fantasia, riempendo quellegrigie superfici con motivi e di-segni ispirati ai temi dellanatura. Dopo aver terminato leloro opere d’arte, due abitanti diCorte, Siro e Bernardino hannopreparato per loro un ottimospuntino, mentre la “Ana deTòne del Moro” ha deliziato tutticon le fortaie. “Ci siamo divertititutti quanti un mondo” rac-contano le maestre,” anche sesiamo ritornati a casa che sem-bravano noi stessi dei NewJersey”.

(SoLo)

Direttore don Alfredo Murerresponsabile ai sensi di legge

don Lorenzo SpertiIscr. Tribunale di Belluno n. 4/82

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«Le nuove del Pais» 9

Giornata a Oies e Santa Croce

La giornata del 26 giugno2010 è stata per noi del CentroServizi “Villa S. Giuseppe”,grazie all’impegno e alla gene-rosità del dott. Pietro Demattia,veramente speciale: alle novedel mattino due pulmini ecinque macchine, cariche di an-ziani, sono partiti dalla struttura“Villa S. Giuseppe” diretti a OIESvia passo Val Parola.

L’entusiasmo, per unagiornata che si prospettavasenza precedenti, era generalee la felicità evidente su tutti ivolti degli utenti partecipanti(23 anziani).

La prima tappa prevedeva lavisita e la Messa al Santuario delmissionario verbita della ValBadia, Giuseppe Freinademetz.In questo spazio di preghiera edi riflessione, don Alfredo e donPietro Irsara ci hanno accompa-gnati in un momento di racco-glimento spirituale importante,dedicato a Freinademetz e allasua vita al servizio dei suoi fra-telli, così diversi nei tratti delviso, ma così uguali nello spiritoe nell’anima.

In un epoca in cui i soldi, letecnologie, gli sprechi consumi-stici e i privilegi intollerantifanno da padroni, una ventatadi semplicità, di sobrietà mate-riale, di spirito di sacrificio e tol-

leranza nell’incontro con l’altroci ridonano speranza e fiducia inun futuro migliore. Magari noncosì lussuoso per pochi, ma piùgiusto per tutti.

La seconda tappa, per noi“giovinotti” non così facile daraggiungere, ci ha visti protago-nisti di un aperitivo al Rifugio“del Robert”, dove come dei verie propri turisti abbiamo gustatouna bella bevanda fresca primadi proseguire il nostro camminoverso la terza ed ultima tappa alrifugio “del Gilbert”, in localitàSanta Croce, per il pranzo.

Alla vista del monte S. Croce,con le sue mille sfumature inta-gliate nella roccia e liberate dalsole, i nostri occhi si sono illu-minati; l’aria di alta montagna, atratti pungente sul viso, haaperto i nostri polmoni e im-merso i nostri pensieri in emo-zioni ed immagini del passatoche pensavamo di non ri-cordare più.

Un buon piatto di polenta,gulasch e canederli ha deliziatoil nostro pranzo, trascorso al-l’insegna dell’allegria e dellacondivisione.

La visita alla Chiesetta diSanta Croce (per i più corag-giosi) ha concluso una giornatache rimarrà nei nostri ricordicome un dono che nei giorni digrigiore e freddo ci farà com-pagnia, ridonandoci il sorriso.Un grazie sincero a tutti i vo-lontari che hanno preso parteall’iniziativa, alla Banca Raif-feisen per il suo contributo, alladisponibilità di Don Alfredo ealla fiducia che ripone, soprat-tutto in queste occasioni, intutti noi operatori in termini diprofessionalità, la DirettriceCase Mara.

Vi salutiamo con una frase diun utente alla vista del monteSanta Croce: “Prima di moriremi avete portato a toccare ilcielo!”. Un ciao da tutta la Villa S.Giuseppe, a presto.

Gloria

MERCATINO DI GUGLIELMINA

AL CENTRO SERVIZI“VILLA S. GIUSEPPE”

Dall’8 agosto al 15agosto venite numerosialla “Villa S. Giu-seppe”, tante belle idee,cose di una volta e cen-trini come opere d’arteda appendere al muro.

Vi aspettiamo!!!

Dalla Villa San Giuseppe

Una visita alla Casa di Riposo a Fodom

Da un paio di mesi, 2-3 volte lasettimana faccio visita alla Casa diriposo qui a Fodom; il motivo èdato dal fatto che c’è una mia so-rella venuta da Belluno, edun’altra sorella che deve regolar-mente farsi ricoverare per ragionidi vario genere.

Vado quindi volentieri, ancheper conoscere più meticolosa-mente l’ambiente. Ci vorrà poco,se mi è concesso di campareancora, che per me sarà quella lastrada essendo poco distanziatodi età da queste mie sorelle.

Sono una settantina i degenti edirei che quasi tutti dimostrano lanostalgia della loro casa paterna epaese natio. Facendo qualche in-tervista mi rispondono: “Appenami alzo mi metto alla finestra,vedo il Civetta, il Boé, vedo la miachiesa; mi faccio il segno dellacroce e comincio la giornata;questa mattina mi è stato già con-cesso qualcosa di grande e soddi-sfacente”. - E come passate lagiornata? - chiedo. “General-mente è tutto programmato, masi ricordi che c’è anche una certadisciplina a cui sottostare, ondeevitare disordini o qualche guer-riglia personale. Il mangiare èbuono e molto vario. È finita l’eradei papaciuoi da lat e le foiadine

da ièga; i primi tempi bisognavavivere in economia perché le ri-sorse erano di gran lunga moltomagre e il buon don Elio, fon-datore, aveva già messo a disposi-zione tutte le sue forze materiali,morali e spirituali. Villa S. Giu-seppe è l’istituzione più impor-tante della vostra comunità, che icomuni limitrofi non hannoancora la possibilità di avere. Didon Elio ce n’è stato uno solo.”

Sono parecchi i degenti cheprovengono da fuori Comune. Ènormale che questi sentano dipiù dei fodomi la nostalgia delloro paese. Comunque non èfacile né per gli uni né per gli altri;la vecchiaia è davanti agli occhi equesto ci induce a pensare cheimprovvisamente incontreremolungo il percorso quel segnalecon la T. maiuscola.

Ma non siamo troppo dra-stici... torniamo a noi. Nella Casadi riposo c’è una direzione chenon ha confronti. Se in tutti glienti pubblici e istituzionali tuttofunzionasse come nella casa diriposo credo ci mancherebbelatte di gallina. E per questo vadaun encomio solenne alla signoraMara Case, che con la sua notaesperienza di infermiera prima e

segue a pagina 10

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10 «Le nuove del Pais»

di direttrice dopo sa accattivareanche le facce più crude che sitrovano nello stabile. Mara con-tinua così, sarai ricordata nellastoria!

Un altro punto da notare: èmolto vario il modo di orga-nizzare il modo di vivere epassare la giornata. Il lunedì sicanta, il martedì c’è la tombola, ilmercoledì si legge il giornale e siinterrogano gli ascoltatori se siastato recepito il contenuto dellalettura.

C’è poi la giornata della ginna-stica dove taluni cercano di di-sertare per la mancata flessibilitàdei loro arti. Ci sono poi inserite lefunzioni religiose: la Messa, levarie preghiere sotto la direzionedi Loris Dorigo, credo il “cliente”più vecchio, presente in Casa diRiposo fin dalla sua fondazione.Per molte di queste iniziativemerita un elogio la signorinaGloria, abile animatrice coa-diuvata dai suoi colleghi e col-leghe non meno validi: la bravura

dei cucinieri, lo scattare delle in-fermiere, la costanza e la pre-senza giornaliera del dottorPietro Demattia, medico di fi-ducia di tutti i degenti, tutto il per-sonale di assistenza e delle pu-lizie.All’esterno della struttura c’èinoltre un piazzale attrezzato perstare al sole e all’ombra e goderedi un magnifico panorama.

Una cosa sola mi ha sorpreso:veder girovagare nel salone del ri-trovo, anche se al guinzaglio, duemastini di grossa taglia; maperché questi cani? Può darsi chesi tratti di un nuovo metodo di te-rapia a rispetto degli anziani cheamano gli animali. Comunquesono rimasto meravigliato.

Dopo la descrizione di questemie impressioni mi permetto didare il consiglio agli anziani chenon avessero altre alternative diaccettare il soggiorno nella casadi riposo a Fodom-Livinallongo.

Pellegrini Benigno30 giugno 2010

Nuova veste per le panchine e le staccionate nelle adiacenze dellaCasa di Riposo “Villa San Giuseppe”.Il lavoro curato dalla frazione di Pieve-Sorarù conferisce un bell’a-spetto al luogo e nel contempo invita gli anziani a trascorrere alcunimomenti all’aria aperta accanto alla fontanella che, con i suoi zam-pilli, disseta e tiene compagnia.

L’ANGOLO DEI RICORDIdi F. Deltedesco

LA FOTO STORICA

È il 1951: donne fodome al lavoro nel vivaio che si trovava fra Sa-lesei di Sotto e Sottocreppa.

LA FOTO CONOSCIUTA

La famiglia di Gabrielli Silvestro di Sottinghiazza.Gabrielli Silvestro “Salvester Sugol” - il padreMaria Daberto “de Sabe” di Ornella - la madreI figli: - davanti da SX: Irma - Amalia - Caterina “Nina”Dietro da SX: Angelina - Pietro - Pino - Albino - Frido - Luigia“Gigia”

dalla pagina 9

Una visita alla Casa di Riposo a Fodom

LA FOTO SCONOSCIUTA

(ma non troppo !!! - abbinata a “Doi picole massère”)

Gurmèl blânch per la festa del Signourbecfac a mân prâst soura l ourdelongo de sot doi picole auzâtebleve e ròja l’eva le vâte.

Trâce da fodoma rodolade sul ceglua e curarecio no podâva mancéntourn l còl corèi del bone la medaia de la pruma comunion.

Gonela longia trop sot jenogleciauze neigre senza vedâglede tender scapìn l eva i ciauzèiGigio Tònio n fajâva de biei.

Sot al bust fazolât de spiz en bechspontâva fòra en cin sul prestuochblânch de lesciva l pico sciablédut cujì fòra, bel soperscé.

Con doi de tèl “veline” da le pèrtence sto père se sentiva gaièrtduta contenta l’eva la mère.Ma ... chi elo, ste doi picole massère?

DOI PICOLE MASSÈRE

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«Le nuove del Pais» 11

LA PAGINA DELLA CULTURAMUSICALE

canti e suoni incantano Fodomdi Franco D.

Il Coro “La Cordata”di Montalto (Marche)

Nell’ultimo weekend dimaggio il Coro “La Cordata”,che a metà mese avevaospitato il Coro Fodom aMontalto, è salito a Livinal-longo per una 2 giorni di ami-cizia e bel canto. Sabato 29 ilcoro ha tenuto un concerto adArabba assieme al CoroFodom, mentre domenica 30ha accompagnato la SantaMessa nella Parrocchiale diPieve.

Dopo la cerimonia reli-giosa i coristi hanno visitato ilMuseo Etnografico Ladinoper poi spostarsi nella“Majon” per il pranzo pre-parato con cura ed inventiva.

È il 19 settembre 2009.Il Coro “Dolci Armonie”di Parma è a Fodom.

Invitato dal Coro Fem-minile “Col di Lana”, sale aLivinallongo il Coro Fem-minile “Dolci Armonie” diParma diretto dal Mo BeppeBoldi.

È un incontro quanto maiamichevole, sia per la spon-taneità e la vivacità delle co-riste che per la personalità del

loro maestro.È sera: ad Arabba, la

Chiesa gentilmente messa adisposizione dal parroco donVito De Vido, si riempie digente. Non mancano gli ap-plausi sentiti e sinceri ai dueCori.

E, dopo il concerto, Di-rettore e Presidente del Col diLana definiscono gli accordidi massima riguardanti loscambio culturale: il nostrocoro scenderà a Parma il 15maggio 2010 in occasione del“9o Concerto di Primavera”.

Si fa sentire il desiderio dimettere qualcosa sotto identi: i tavoli sono imbanditicon mille leccornie preparatedalle stesse coriste fodome...ce n’è per tutti i gusti!

20 settembre 2010I rintocchi delle campane

chiamano alla Messa.Il “Dolci Armonie” scalda

le voci: saranno loro ad ac-compagnare la funzione reli-giosa. Ancora una volta ilsimpatico maestro dà il la.

E dopo il pranzo non re-stano che i saluti: però nonsarà un addio, bensì un arri-vederci.

df

Il coro “La Cordata” dopo la S. Messa.

Serata di tutto riguardo quellaofferta dagli studenti dellaScuola Media giovedì 3 giugno2010 in Sala Congressi adArabba.Un incontro dedicato allamusica e al canto che ha letteral-mente stupito il numeroso pub-blico presente.

La serata ha preso lo spuntodalla presentazione del DVDche gli studenti, coadiuvati dailoro professori ed in particolaredal prof. Attilio Costa, avevanopreparato nel corso dell’annoscolastico.

“Nòte fodóme” - esperienzemusicali a cura degli alunnidella Scuola Media “ErnestoRenon”- Livinallongo del Coldi Lana (così si legge sulla co-pertina del DVD).

Questo raccoglie una serie diesperienze musicali di cui sonoprotagonisti gli alunni dellaScuola Media Statale “ErnestoRenon” di Livinallongo del Coldi Lana nell’anno scolastico2009-’10.

Accanto alla finalità didatticadi questo lavoro vi è anche lacondivisione al progetto di Edu-cazione alla Solidarietà “Io e glialtri” (il ricavato della venditaandrà totalmente a favore didetta Associazione).

Nel corso della serata igiovani hanno suonato dal vivomolti dei brani contenuti nelDVD ottenendo un grande-me-ritato successo; altri brani sonostati proiettati su schermo, datal’impossibilità di eseguirli dalvivo: così è stato per SebastianoNagler che, all’organo Mascioniha eseguito un “Allegretto mae-stoso” di Johann Sebastian Bache di Emil Crepaz che, al piano-forte ha suonato il “Notturno” di

Frederic Chopin.I presenti in sala hanno potuto

apprezzare i ragazzi che via viasi sono proposti con il flautodolce - il flauto traverso - il clari-netto - la fisarmonica e latromba, il tutto sotto la compe-tente direzione artistica dellaM.stra e Prof.ssa Laura Argenta.

Non è mancato un intermezzocomico: “Il telegiornale delleore 20” che ha suscitato l’ilaritàdel pubblico.

Un plauso particolare va alProf. Attilio Costa che, con no-tevole competenza, ha prov-veduto alle riprese, editing e allarealizzazione del DVD nonché atutti gli studenti che si sono im-pegnati con passione e dedi-zione.

Una considerazione sorgespontanea: a ben pensarcisembra proprio che a Fodom, ilnumero di coloro che cantano esuonano sia superiore al“numero dei residenti”!!!

Anche perché non possonoessere dimenticati: banda daFodom - Piccolo Coro - CoroFemminile “Col di Lana” - CoroFodom - Coro Parrocchiale diPieve - Coro Parrocchiale diArabba.

Ricordi del tempo che fudall’archivio di F. Deltedesco

TramontoSedutoad un angolo del cielo,guardavo calareil sole tra i monti;

una pallida lucesi effusee fu rossoil tramonto di nubi.(Dimitri Deltedesco - 3a Media)

“Nòte fodóme ”Coro Dolci Armonie di Parma ad Arabba il 19. 09. 2009.

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12 «Le nuove del Pais»

STATISTICA PARROCCHIALE

PIZZOL Milena di John e Pellegrini Sara, nata a V. Veneto il15.01.2010 e battezzata a Montanèr (TV) il 18.04.2010. Nellafoto, con la santola Catia e il fratello Alex.

BATTESIMI e MATRIMONIFuori Parrocchia

DENICOLO Mirco diSimone e di Dal Pont Chiara,Caprile, nato a Belluno il13.08.2009 e battezzato aTaibon Agordino il 19giugno 2010.

DENICOLO Simone(Agai) e DAL PONT Chiara(Taibon) sposati a Taibon il19 giugno 2010.

AVESANI Adelaide diChristian e di Rosalba Bo-scaini, Bosco Chiesanuova,nato a Negrar (Verona) il 3maggio 2010 e battezzata aTaibon il 19 giugno 2010.

Nella foto, c’è anche il fra-tellino Marco.

COSTA Denis (Selva diCadore) e DELAZER Bar-bara (Contrin), uniti in matri-monio a Corte il 15 maggio2010.

Una testimonianzaQuando un sacerdote ti cambia la vita

di Pamela Villoresi, attrice

C’è un sacerdote, aVasto, si chiama don Luigi.Non è famoso e non va suigiornali. È uno dei tanti sa-cerdoti italiani che ognigiorno fanno silenziosa-mente ed efficacemente illoro dovere. Per me quel sa-cerdote è fondamentale.L’ho incontrato per caso, suun “tornante” spirituale dellamia vita, mentre seguivo per-corsi di studio, di ricerca in-teriore, di insegnamenti chearrivano da lontano. Sentieritalvolta pieni di curveproprio come una strada damontagna. Seguirli però miaiutava a crescere; ma nonsempre placavano la miaanima inquieta. E proprio inuno dei periodi più turbo-lenti, mentre mi sentivoperdere, con semplicità einfinito amore, don Luigi miha accolto, e, col sorrisodell’uomo buono, mi haparlato della nostra fede.Pur essendo da sempre cat-tolica, a un certo punto, dallaChiesa mi ero allontanata.Erano gli anni della conte-stazione e del femminismo eio mi sentivo distante dagliatteggiamenti del poteretemporale della Chiesa.

Poi ho cominciato a pormidelle domande, a guardarealla mia intransigenza condistacco, a cercare di im-parare le cose buone e di so-spendere i giudizi. E mi sonorimessa in cammino pertornare. Non un ritorno di-retto, sono passata attra-verso altre esperienze chemi arricchivano, sentivo diprocedere, di salire uno sca-lino...e poi di nuovo misentivo ferma, spersa. E cosìun giorno mi sono ritrovata aVasto per lavoro. Sentivo lanecessità di parlare conqualcuno. Chiamai i Sale-siani e mi rispose lui: vengosubito”. Don Luigi mi ha pra-ticamente preso per manoed è diventato il mio punto diriferimento, la mia guida spi-rituale. Ho imparato tantoda lui e da tutti gli uomini e ledonne di Dio che ho incon-trato nella mia vita. Devo aSuor Fernanda Di Monte(paolina) le letture più belle,

quelle che davvero mihanno sostenuto, nonché ilsuo affetto e la sua guida.

Sono molto amica anchedi alcune suore che accudi-scono i malati di Aids e malatiterminali: le Ancelle dellaCarità. Loro mi hanno fattocapire quanto è grandel’amore di Dio. E ascol-tando, leggendo, osser-vando, ho capito chedavvero la Parola ti cambiala vita. A me è successo(ancora troppo poco, certo,spero di migliorare). È cheall’inizio pensavo che l’ef-fetto fosse quello di una bac-chetta magica: uno prega, vain chiesa... e hop! Ora so chenon è così, che la Parola bi-sogna lasciarla filtrare nelprofondo, applicandosi ognigiorno. E allora realmentenella mia professione, nelmodo di rapportarmi aglialtri, molte cose sono cam-biate e vivo meglio.

Parole come riconcilia-zione, amore e perdonosono diventati gesti con-creti. Trovare una guidaspirituale è così impor-tante! Ti aiuta a vedere lavita da una visuale diffe-rente, che è poi quella dellatrascendenza.

Auguro a tutti di trovare ilproprio “don Luigi”, lapropria Suor Fernanda,qualcuno cioè che ti lasci da-vanti uno spazio di non giu-dizio e ti chiami, con amore.

P. V.

Pamela Villoresi.

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«Le nuove del Pais» 13

In ricordo di Emilio Sief (Milio Simon)(Seconda parte)

I prigionieri un po’ alla volta sierano attrezzati, perché, diceva[il maestro] che la gente era cosìarretrata che avevano i falcetti pertagliare l’erba [...]. Si erano pro-curati attrezzi, “masarie” comeavevano qua [...], si erano fattianche le falci. Erano industriosicome mai. S’era diffusa la voceche i prigionieri facevano ditutto! Erano oberati di lavoroperché dopo che la gente li avevaconosciuti li aveva accettati comela manna dal cielo. [Alla richiestadi scrivere il proprio nomeognuno dei prigionieri dal primoall’ultimo aveva scritto la propriafirma ben chiara, e quando se nesono andati il tenente haesclamato: “Ma neanche uno,neanche uno che non sappialeggere e scrivere... E vedere chenoi qui... Che paragoni che fa-cevano”.

Dall’accordo italo-tedescodelle opzioni per il Reich del1939 - che comprese anche Livi-nallongo - alla seconda guerra(1943-1945):

“Ricordo [nell’autunno1939]che c’era [l’optante] G.Z.di Arabba che era andato fuori [inGermania per vedere dove sa-rebbe stato sistemato] e mi mo-strava pane della Germania, panebianco, e diceva: “Guarda lì chepane bianco, invece noi abbiamopane di farina di granoturco!”[...].

Molti optarono per cercarsiuna via d’uscita. Non è questa lacolpa, la colpa è la disgregazione,l’odio che veniva a crearsi fra ledue parti [...]. La gente qua [i nonoptanti] non è da dire che avesseoptato per l’Italia, non avevaoptato per niente, non per sim-patia fascista [...].

All’improvviso ci hannochiamato alla visita a Brunico - ri-corda Emilio arruolato dai nazistinel reggimento Schlanders dopol’8 settembre 1943 - So che inquel giorno un po’ brilli che si era,eravamo in corriera con il Bel-lenzier(3) che se non ce lo to-glievano dalle mani l’avremmoscaraventato fuori di corriera. Luici aveva accompagnato! Pochigiorni dopo [...] mi venne reca-pitata la cartolina con la data incui avrei dovuto partire. In quellanotte hanno mandato uno dellaSod a vigilare la mia casa, perchéio avevo il pensiero di scappare...Ci avevano richiamato in tre,forse i più focosi il giorno dellavisita [...]. Ci hanno mandato aColle Isarco e lì c’è stato il pe-riodo di istruzione, erano terribili

quei sottoufficiali. Erano tuttidelle SS, prussiani, tremendi. Ioavevo sempre il pensiero discappare, ma capivo che la guerrasarebbe durata ancora per molto,non ho mai creduto che sarebbefinita presto [...]. Lì a Colle Isarcodovevamo cantare, natural-mente, e io non cantavo... Ve-nivano vicino ad ascoltare, nonsentivano la voce, in tre abbiamofatto la strada più sulla panciache... Hinlegen, auf, hinlegen...C’era un prato concimato conletame! Ci chiamavano parti-giani, der Partisane, der Ba-doglio... Anzi uno ci disse:perché non scappate se non voletestare con noi! Ma scappare... pur-troppo... Hanno preso purtroppoquei tre ragazzi della val Badia,uno lo hanno fucilato lì a Si-landro. Io li ho conosciuti, eranoin una prigione a Silandro chefaceva schifo, li prelevavano perandare al rancio e un giorno ho of-ferto una sigaretta ad uno diquesti. Dio mio, credevo che miammazzasse il sottoufficiale cheli accompagnava, quante me neha dette! Solo per aver dato aduno una sigaretta [...]. Eranoscappati e la Sod a Dobbiaco liaveva denunciati, li ha visti eallora li hanno presi(4).

Mi avevano mandato aLambroi, comune di Gosaldo, ilprimo novembre 1944. Lìc’erano 1600 operai che lavo-ravano con la Todt. Eravamo ve-stiti, pastrano, elmo, sem-bravamo quelli delle SS, quandoguardo la televisione mi vengonoi brividi a pensare che ero vestitocosì. Quando siamo arrivati lì ledonne scappavano come dalfuoco... “Vengono i tedeschi”“Eh, non abbiate paura, non fac-ciamo niente noi!”. “Ma questiparlano italiano!”. “Ma sì, siamodi qui, di Livinallongo!”.

Il capitano, una bestia terribile,me ne ricordo ancora il nome, ciaveva ammonito: “Kein Wortcon i borghesi, neanche una

parola!”. Ma io parlavo con loro,c’erano le donne delle cucine,gentili quelle cuoche delle cucinedella Todt [...]. Con la gente mitrovavo bene, veramente... KeinWort... Io dicevo sempre loro:“Non venite qui a fare qualcheatto. Voi sarete capaci senz’altrodi prenderci, ma ricordatevi chedomani un reparto di SS, perognuno di noi ucciso, sono diecicivili che vanno” Non vi con-viene fare azioni di questo tipo, laguerra si combatte sui fronti, nonfate azioni del genere...” [...]. Ioho sempre fatto propagandaperché stessero tranquilli, nonprovocassero la reazione dei te-deschi, perché la legge Kes-selring era quella, c’era poco dafare. Non conta niente, dicevo,vedete che bruciano le case, uc-cidono la gente...

Un giorno che ero di guardiavedo giù un certo Monego di S.Giustina, un sergente maggiore,eravamo stati insieme fino all’8settembre; lo faccio chiamare, sispaventa, chiamato dai tedeschi!Viene su e gli dico: “Vedi dove ciincontriamo! Avresti maipensato di ritrovarmi vestitocosì”. E gli ho raccontato il fatto:noi siamo stati obbligati, ciavrebbero tolto le famiglie, leavrebbero portate in campo diconcentramento, e così prima dimettere in pericolo loro abbiamodovuto adattarci e adesso siamoqua. Però ho detto - perché loro dinotte avevano le bande partigianeche si organizzavano, ed anchelui ne faceva parte -, gli ho racco-mandato che nessuno venisse afare qualche azione. “Ricordati,stiamo pacifici l’uno e l’altro,perché qua non conta niente... Edifatti non abbiamo avuto sec-cature”.

Per concludere richiamo unaparte dell’ultimo articolo fattopubblicare da Emilio Sief su “IlCorriere delle Alpi” il 20 no-vembre 2001, che testimonia illegame con il suo paese e la suagente, ma anche la sua forma-zione culturale e politica. Eranogli anni in cui in provincia diBelluno - in Cadore, Agordino eZoldano - si era ormai affermatoil movimento “neoladino”(5), giu-dicato da Emilio molto severa-mente come un’operazione di op-portunismo politico e di falsitàstorica:“E qui mi permetto di fare unabreve considerazione storica, perchiarire quanto secondo me eraimpossibile nel passato la forma-zione nel Bellunese delle basi per

la costituzione di una solidaidentità etnica. Sotto l’egida diCasa Savoia imperavano le classiprivilegiate: l’agricoltura era inmano ai grossi agrari, esistevanosolo fittavoli e mezzadri (parlodel Veneto in generale) sfruttatifino all’inverosimile. Le pro-prietà private (poche) con le leggiitaliane erano frazionate fino arendere impossibile il manteni-mento di una famiglia. Il restodelle popolazioni dovevanoprendere le vie dell’esilio, poichéCasa Savoia e il fascismo nondavano un lavoro. Ci sono moltidocumenti in provincia riguar-danti il massiccio esodo di questapovera gente.

Ciò rendeva ben difficile lacoltivazione delle tradizioni e laloro trasmissione ereditaria,perché la comunità si disgregavacontinuamente sotto la spinta del-l’emigrazione, non c’erano certoi presupposti per costruire quelsolido sentimento di minoranzache ora a parole si rivendica.

Diverso era invece sotto leleggi austriache. Le singole pro-prietà private, con la legge sulmaso chiuso, garantivano la co-stituzione e il mantenimentodelle famiglie, anche numerose(basta vedere i censimenti) e conciò favorivano la formazione etrasmissione di quegli elementilinguistici, culturali e sociali atti-nenti a un’etnia; si consolidavacosì la storia che sancisce la la-dinità dei nostri tre comuni [Livi-nallongo, Colle S. Lucia e Am-pezzo], le cui caratteristiche nonpossono così semplicementeessere copiate, se non artificiosa-mente”.

A Emilio un grazie per quantoha fatto per la sua comunità e pertutti noi, con la sua vita impostatasu saldi ideali di libertà e giu-stizia.

Luciana Palla(Fine)

(3) Caporione nazista locale.(4) La fucilazione del badioto

Markus Dapunt, avvenuta a Si-landro il 29 agosto 1944, è ri-cordata negli stessi termini inLeopold Steurer. Nessuna ora-zione funebre per i Dableiber[non optanti], in “Protago-nisti”, VIII (1987), 28, p. 31.

(5) Per informazioni sul tema cfr.Brigitte Rührlinger, Il movi-mento “neo” ladino in pro-vincia di Belluno. Aspetti sog-gettivi di un’identità lin-guisitca e culturale, Istitutcultural ladin “Cesa de Ian” -Cierre Edizioni, Sommacam-pagna (Verona) 2005.

NOTE:

Sief Emilio “Simon”.

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14 «Le nuove del Pais»

I quarantenni in gita a Valeggiosul Mincio e Mantova

Il traguardo degli “anta” nonpuò certo passare sotto silenzio.Così i coscritti della classe 1970 sisono ritrovati per trascorrere duegiorni insieme. Peccato che moltidei 29 neo quarantenni non ab-biano potuto partecipare, soprat-tutto per motivi di lavoro e così lacombriccola si è ristretta ad unadozzina. Come gli apostoli. Mal’allegria non è certo mancata,segno che gli anni non hanno in-taccato lo spirito.

La prima tappa della gita è statail Parco Sigurtà a Valeggio sulMincio, in provincia di Verona,dove si possono ammirare mi-gliaia di piante da tutto il mondo.Poco distante c’è la caratteristicafrazione di Borghetto, con i suoicanali del fiume Mincio che l’at-traversa, dove i coscritti hannopotuto gustare i tipici “tortelli”prima di visitare il borgo, consi-derato uno degli angoli più carat-teristici dello stivale. La gita è pro-seguita poi in direzione diMantova per visitare PalazzoDucale, reggia storica dei“Gonzaga” con le sue stanze af-frescate dal Mantegna. Il tempo di

un aperitivo e di un velocesguardo al bellissimo centrostorico e poi via verso l’agritu-rismo in mezzo alle campagnemantovane, dove era pronta lacena e le stanze per il pernotta-mento (per chi ha dormito nono-stante i concerti dei “cori russi”).

Il giorno seguente sveglia dibuon mattino per visitare un’a-zienda agricola che produce ilfamoso “Parmiggiano Reggiano”.Il simpatico “malghèr” haspiegato tutti, o quasi, i segreti diquesto prodotto conosciuto (epurtroppo anche spesso contraf-fatto) in tutto il mondo, confer-mando che non solo in montagnama anche in pianura il settoreagricolo non naviga in buoneacque. Basta pensare che un chilodel prestigioso formaggio al con-tadino viene pagato circa 8 euro,mentre nei negozi il consumatorelo paga anche fino a 17 euro. Perterminare in bellezza il pro-gramma prevedeva una “devia-zione” fino a Porto Garibaldi perun’abbuffata di pesce ed il primoassaggio di mare.

(Uno dei dodici)

Gita della classe 1970.

Dolomiti e Appennini in... cantoIl Coro Fodom è stato prota-

gonista di una trasferta canorache lo ha portato per tre giorni,dal 14 al 16 maggio a MontaltoMarche, una ridente località trale colline della provincia diAscoli Piceno, dove è stato in-vitato a partecipare alla 23a edi-zione del “Festival degli Ap-pennini”, organizzato dal localeCoro La Cordata, insieme alcoro “Cima Tosa”, provenientedalle Valli Giudicarie, inTrentino. Sabato il gruppo havisitato Ascoli, accompagnatodal presidente del Coro LaCordata Franco Emidi.

Alle 18 è iniziata la parte uffi-ciale, con il ricevimento dei corinella sala consigliare, per ilsaluto del vicesindaco Da-miano Pieramici e dell’as-sessore alla cultura MirellaBreccia. Il concerto si è tenutonella Basilica Cattedrale di S.Maria Assunta, fatta costruireda Papa Sisto V, nato proprio aMontalto, dove i tre cori hannosfoderato il meglio del loro re-pertorio, tra gli applausi con-vinti del folto pubblico.

Lusinghieri i commenti dellacritica per l’esibizione del CoroFodom, che in un articolo l’ha

descritta come eseguita “congarbo esecutivo e buonaespressività”.

Molto apprezzata è stataanche la coreografia d6elle ra-gazze in costume ladino.

Solo

Con la classe del 1942 Cartigliano - Marostica - Bassano

Gita classe 1942 e amici a Marostica.

Cartigliano (VI)- Parco Cappeller

Organizzata dalla classe del1942 ha avuto luogo la gita che,sabato 29 maggio 2010 ci haportati a Cartigliano in provinciadi Vicenza per visitare il ParcoFaunistico Cappeller.

Un parco di 40.000 mq. cheospita al suo interno centinaiadi specie di animali alle quali èstato ricreato un habitat ideale.

Un’oasi di verde che è ancheun fantastico orto botanico conpiù di 500 specie di essenze ar-boree, due bar ristoro, spazi perpic nic, parco giochi perbambini e rettilario.

Un parco che ha totalmentesoddisfatto le nostre aspet-tative e che ci sentiamo di pro-porre, non solo ai singoli, ma agruppi e scolaresche.

Pranzo al ristorante tipico

“Farina” nelle vicinanze diMason Vicentino che ha soddi-sfatto tutti, non solo per la cor-tesia dei gestori ma soprattuttoper i primi piatti preparati conparticolare cura.

MarosticaBreve sosta in Piazza degli

Scacchi, quindi visita alla Saladelle Armi e al Museo dei Co-stumi della Partita a Scacchiesposti nelle sale del Castello

Inferiore, costumi utilizzati nel1954 in occasione della rievo-cazione storica dell’originalePartita a Scacchi.

La rievocazione storica rac-conta di un duello non a suon dispade ma attraverso unapartita al nobile gioco degliscacchi.

Al centro della vicenda i duegiovani Rinaldo da Angarano eVieri da Vallonara che si con-tendevano la mano della bellafiglia del Castellano di Maro-stica, la giovane Lionora.

Per evitare spargimento disangue, il castellano decise diconcedere la mano della figliaLionora a chi dei due conten-denti avesse vinto una partita algioco degli scacchi.

Quindi salita a piedi al Ca-stello Superiore per godere

una superba panoramica dalcamino di ronda che si svi-luppa su una lunghezza di 2chilometri.Bassano

Non può mancare una sostaa Bassano del Grappa per unafotografia sullo storico ponte.

Quindi il rientro, soddisfattiper aver trascorso “unagiornata serena” in compagnia.

(Fr. Del.)

Il coro sulla scalinata della Basilica di S. Maria Assunta.

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«Le nuove del Pais» 15

Accompagnamento della Santa Messa nella Chiesa di Santa Mariadella Steccata.

Concerto alla Certosa di Parma.

TRASFERTA A PARMA PER ILFEMMINILE “COL DI LANA”

Il Coro Dolci Armonie con Mons. Alfredo Murer e la direttrice delCol di Lana Anna Devich 20 settembre 2009.

In un’atmosfera impregnata diarte e cultura, il Coro Femminile“Col di Lana” è stato accolto concalore ed entusiasmo non solodalle coriste del “Dolci Armonie”ma da tutti i parmigiani e par-mensi.

Il 15 e 16 maggio il “Col diLana”- nell’ambito del proprioprogramma culturale basato su in-terscambi che hanno come scoposì la cultura musicale, ma ancor piùil promuovere conoscenze e in-staurare amicizie- il “Col di Lana”è stato accolto a Parma dalle com-ponenti il “Dolci Armonie” che il 9e 10 settembre 2009 era statoospite nel nostro Fodom.

Un plauso ad Elisabettala guida

Al pomeriggio non potevamancare una visita al centrostorico della città per conoscere isuoi angoli più suggestivi, inco-minciando dall’imponente Mo-numento a Verdi, opera in granitoe bronzo, per entrare quindi nelDuomo che, con la sua maestosacupola è considerato una fra lemaggiori opere dell’architetturaromanica esistenti in Italia.

Nel luogo, depositario diun’antica tradizione religiosa e cu-stode di numerose testimonianze

d’arte e di cultura viene spontaneorimanere in silenzio e sommessa-mente cantare l’ Ave Maria - Oranona e Ascolta Maria.

Pochi passi e si entra nel Batti-stero, imponente monumento inmarmo rosa che segna il passaggiodal romanico al gotico.

Qui si amministra il battesimoper immersione, utilizzando lagrande vasca ottagonale.

Elisabetta, corista che fa laguida come lavoro riesce a captarel’attenzione dandoci le notiziefondamentali senza dilungarsi indiscorsi troppo approfonditi chestentatamente sarebbero stati assi-milati.

È il momento di fare cono-scenza con la Chiesa dellaSteccata, nella quale il giorno se-guente il Coro “Col di Lana”avrebbe accompagnato la SantaMessa.

Il Santuario di Santa Maria dellaSteccata fu fondato nel 1521 perconservare, al suo interno, un’im-magine sacra della Vergine.

Steccata: un nomealquanto particolare!

Nel sito dell’attuale chiesa esi-steva fin dal 1392 un oratorio.

Verso la fine del XIV secolo,sulla facciata dell’oratorio venne

realizzato il dipinto di una Ma-donna allattante, che divennepresto oggetto di particolare de-vozione da parte dei parmigiani.

Dal fatto che l’area circostantel’edificio era protetta da una stac-cionata, resasi necessaria per re-golare la moltitudine di fedeli chevi accorrevano, quella Vergineiniziò ad essere invocata con iltitolo di “Madonna dellaSteccata”.

Nel 1521 per meglio custodirela preziosa immagine venne erettol’attuale Santuario.

Il tempo scorre inesorabile ....bisogna pensare al concerto seraleperciò ... alcuni canti e via.

Via verso la Chiesa Monu-mentale della Certosa, storicomonastero fondato dai Certosininel 1285 e abitato da loro per 483anni.

Oggi la Certosa, edificio riccodi opere d’arte, ospita la Scuola diFormazione degli Agenti della Po-lizia Penitenziaria.

Alle 21,30 la navata è gremita digente: ha inizio il 9o Concerto diPrimavera “Përma ’t si bela” che, ilCoro Dolci Armonie organizzaannualmente.

Il “la” è dato dal Direttore arti-stico Beppe Boldi, un non piùgiovane ma preparato e simpati-cissimo personaggio che ha de-dicato la sua vita alla musica e albel canto.

La presentatrice Miriam si al-terna con Franco, ma gli applausiscroscianti sono tutti per loro, lecoriste.

Anche questa, una serata di be-neficienza: il ricavato sarà total-mente devoluto all’Associazione“Noi per loro” che opera in favoredei bambini bisognosi di parti-colari cure.

Si è fatto tardi: ci attendono lespecialità culinarie curate dalle ra-gazze del “Dolci Armonie”.

Domenica 16 maggioSanta Maria della Steccata è

gremita di gente. Accompa-gnare la Santa Messa all’internodella chiesa è un privilegio ri-servato a pochi.

La sontuosità dell’edificioincute un certo timore, la cele-

brazione stessa ha particolaritàproprie ma il Coro si inserisceperfettamente nell’atmosfera.

Impegno, lavoroe sacrificio

Sono importanti questi scambiculturali, sono momenti belli,creano amicizie ma ... per gli orga-nizzatori il lavoro c’è, e molto.

Lavoro che, a mezzogiorno siconcretizza in una tavola im-bandita con ogni ben di Dio “goccedi sudore delle coriste”.

Si riparte “ciao”... ma questavolta la parola è pronunciata conun velo di tristezza.

(Fr. Del.)

CARABINIERITurra nuovocomandantead Arabba

Cambio della guardiaalla stazione dei carabi-nieri di Arabba. Dopo treanni di servizio il mare-sciallo Jan Cantamessaha lasciato il comandodella stazione perprendere servizio inun’altra unità operativa aCaprino Veronese.

Al suo posto, prove-niente dalla caserma diCortina d’Ampezzo, èstato nominato il mare-sciallo capo Tiziano Turra.Arruolatosi nell’Arma nel1992, Turra ha prestatoservizio in diverse localitàdel paese.

Negli ultimi anni ha con-centrato la sua attività nel-l’arco alpino, dove ha con-seguito il brevetto dicarabiniere sciatore e l’a-bilitazione al soccorsopiste. Attività che ha pre-stato per alcune stagioni inFaloria e nel compren-sorio di Arabba.

(SoLo)

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16 «Le nuove del Pais»

CURIOSANDO NEI LIBRISTORICI DI PIEVE

Sfogliando il libro crono-storico della parrocchia hotrovato la risposta che il decano mons. Luigi Pescoll-derung aveva scritto ad un professore in merito a no-tizie storiche sulla chiesa.

“Ufficio Decanaledi Pieve di LivinallongoPieve di Livinallongo,24.01.1942AL PROF.ALDO RAIMONDIIllustrazione del Popolo TORINOCorso Valdocco, 2

Rispondo solo oggi allaVostra stimata richiesta del 28novembre scorso, relativa ai datisulla chiesa e campanile di Livi-nallongo. I pochi dati che ho potuto racco-gliere si possono riassumere:

1) La chiesa di Pieve di Livi-nallongo, eretta ab immemo-rabili, e dedicata a S. GiacomoApostolo, esisteva con certezzafin dall’anno 1238, perché si hala prova che in tale epoca offi-ciava a Pieve di Livinallongo ilprimo sacerdote con funzioni dicurator d’anime, come ce ne faricordo la storia locale. Nel 1336abbiamo certezza che la chiesaera eretta a Parrocchia come silegge da un antico documento:”... Eclesia S. Jacobi Livinalli-longo diocesis et dictionis Brixi-nensis”.

L’attuale chiesa, ai suoitempi, era una semplice cappellache col volger degli anni è stataampliata, più volte, allun-gandola e probabilmente soprae-levandola.

2) Non consta se il campanileche gli sta a lato sia stato co-struito contemporaneamentealla chiesa: non si hanno docu-mentazioni in merito; si ritieneche il campanile sia stato co-struito dopo dell’ampliamentodella chiesa o della cappella,perché si può notare che il cam-panile in parola non è perfetta-mente simmetrico con la chiesa.

3) Le vicende della chiesa edel campanile furono varie: nel1350, sia la chiesa che l’annessocamposanto (camposanto chesolo dal 1822 si trova ove è al pre-sente) ebbero a subire la profana-zione da parte degli sgherri deiConti Avoscan e solo nel 1356furono riconsacrati; altra profa-nazione con saccheggio e deva-stazione ebbe a subire la chiesapredetta durante l’anno 1487,mentre infuriava la guerra fra la

Rep. Veneta e Sigismondo contedel Tirolo.

4) Tanto la chiesa che il cam-panile andarono più volte di-strutti dagli incendi: notevoliquelli del 29 gennaio 1687 e del18 agosto 1915 in cui andaronodistrutte quasi tutte le case diPieve; il primo sviluppatosi ca-sualmente, il secondo invece indipendenza di operazioni bel-liche.

Dopo l’incendio del 1915 siala chiesa sia il campanilevennero ricostruiti quasi a nuovonegli anni 1920-21-22, dal Mini-stero delle Terre Liberate, inconto riparazioni di guerra. Dittaappaltatrice dei lavori è statal’impresa costruzioni DeluganPietro e figli, Ing. ed Archit. inMerano.

Nella ricostruzione sia dellachiesa che del campanile si è loromantenuto in tutto e per tutto lostile originario. L’avvolto dellachiesa, che in origine era co-struito in una spessa e massicciaarcata di pietrame è stato invecerifatto con un nuovo metodo, piùrazionale e moderno, cioè con unsistema di graticcio ed armaturein acciaio con uno speciale im-pasto di gesso che raggiungeappena i 10 o 12 cm. di spessore,dando a tutto l’insieme resi-stenza, leggerezza ed eleganzadi linee specie nei costoloni cheformano l’arcata dell’avvolto.

Il campanile che pur essomantiene la sua antica linea e chein origine, prima della guerra1915-18, raggiungeva i 62 metri,è stato ricostruito con la gugliasei metri più bassa, per cui oratocca solamente i 56 metri di al-tezza. Le campane che pur esse an-darono disperse per fatto diguerra e che ai suoi tempi costi-tuivano uno dei migliori concerticampanari della vallata del Cor-devole e di quelle contermini,vennero rimpiazzate con altret-tante fuse dalla fonderia Giu-seppe Brighenti-Bologna.

Con ciò credo, egregio Pro-fessore, di avervi dato quelle no-tizie che potevano interessarvinei riguardi della chiesa e delcampanile e nel mentre Vi rin-grazio anticipatamente pelpiacere di avere a suo tempo la ri-produzione fotografica della miachiesa, porgoVi i miei ossequi.

Il parroco Decanodon Luigi Pescollderung Nadia Chiocchetti e Hilda Pizzinini.

“La Ladinia? Fajónla cugnësemprumadedut ai Ladins”.

Coscita la prescidenta onorara de laGenerela Hilda Pizzinini a la prejentaziondel liber “Enconton la Ladinia”

La Copertina del Liber.

(Publicazions) “Mpruma fa-jësse cugnësce ai Ladins nstësc ciche i é”. Taienta e senziera cometrès, coscita l’à esordì nte suo in-tervent l’ex prescidenta de la Ge-nerela Hilda Pizzinini a la prejen-tazion del liber de NadiaChiocchetti “Enconton la La-dinia” che l’Union dei Ladins daFodom l’à metù a jì ntel sèlf delTaulac a La Plié. La publicazionl’é nasciuda da na scomenciadivametuda a jì ntel 2006 dal nloutaprescident de la Consulta Ladinada Bolsán Helmut Moroder, per fècugnësce ai tosac de le scòle de lazité. Na zité ulàche oramèi vifdeplù etnie ruade adalèrch nteiultimi agn e puoch sa de storia ecultura de chësta tièra. Ma ulàche imedemi todësc e taliagn, a le oute, icugnësc puoch dei Ladins che vif apuoc chilometri da lori. L è stadacoscita che Nadia Chiocchetti, cola colaborazion de deplù studiousce espèrc, l’à metù auna sto bel liberper talián e todësch, dé fòra a duc itosac de le scòle da Bolsán chetolarà pèrt al proget (bele 3000 finades), che à l fin didatich de dé nanfarinada de storia, cultura elingaz dei Ladins ai nia Ladins.

O forsci mprumadedut fossa delcajo ai Ladins nstësc, coche à ditHilda, che l’à curé la traduzion deitesc. “Mossón cugnësce nos ci cheson per podei jì nnavánt ntralengac e culture che i à autre men-talité”. Ence chilò fòra, ulàche sepensa che i abe trop, a la jent i èmáncia mpò cotánt per ester capazide ester Ladins.

Co vade ncora fòra per le scòle”l’à dit ncora,” ai tosac i è conte lelejende ladine, che i genitori noconta plu ai tosac. Nveze i è de granmportánza, perciéche i è storieliade al teritòrio. De personagi chese veiga a la televijion n’on benassè. Pense che chëst siebe n liberche fossa polito che nta Fodom lvade ence nte le scòle, se se cia-fieia. Ma mpruma l desse ai ge-nitori de la Ladinia, ai Ladins.L’autrize del liber, l’à conté

nvalgune esperienze fate nte lescòle de Bolsán co l’é juda a tignì leore de lezion soura la culturaladina. “Ilò i tosac i sa vèlchamiachi che i è i Ladins e i à ence navijion pojitiva. Coscita no n éè aTrënt e pense gnánca a Belum.

L é ste n piazer fè sto laour coitosac che i fajëva dománde scialdinteresciánti. Valgugn, souradutchi de genitori africagn, i da-manëva perciéche la bandieraladina no l’à ite chèlche simbol.

Chëst forsci perciéche coscita lè nte sua cultura. Troc i se fajëva demarevoia de coche pòbe souraviven lengaz che no ven douré ntegliejia, a jì a compré l giornal o suinternet o che à puoce coscitapuoce ore de nsegnament ntescòla. N lenga che no n à n Statulàche l ven decorëst”. L liber l ésaurì da consulté, come na sòrt desussidiar, apòsta per tosac. Auna ale notize su storia, cultura e lengaz,l é metù ite na bela rizerca sui co-gnoms che se ciapa deplù nte ognival, le speise liade a le feste e lestagion del ann, i vegli teriòi danviade, come l “Troi Paian” o la“Strada de la Vëna” e nvalgune le-jende, come chëla de l’Aurona.“Se s’à reisc” l’à saré ite Nadia,”sepo’ ence jì fòravia”, capazi de aveivèlch da mostré”.

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«Le nuove del Pais» 17

DIARIO DELDr. ALOIS VITTURa cura del dr. PAOLO DALLA TORRE

e FRANCO DELTEDESCO

UNDICESIMA PUNTATA

9.VIII.Fuoco di artiglieria su Cherz du-

rante il quale una granata colpiscela casa di Josef Crepaz sopra Ra-galla?.10. VIII.

Debole fuoco di artiglieriacontro i forti, ripreso la sera anchecontro la sella del Sief e Tra i Sassidove veniva inoltre fermato un at-tacco di fanteria. Nella nottesgombero della caverna.11. VIII.

Massiccio fuoco di artiglieriacontro Col di Lana e sella del Sief.Durante una passeggiata di pio-nieri germanici sono fatti prigio-nieri 2 italiani.- a Contrin.12. VIII.

Pomeriggio mentre andavo at-traverso la gola di Ruacei versoRuaz, quando sono stato sul pontedi Ruacei una granata da 15 cm èscoppiata sopra di me sulla roccia ealcune schegge di roccia mi col-pirono provocandomi unematoma sulla spalla sinistra. Pas-sando da Cherz verso Renaz sonoandato dal collega dr Schwamm-berger che era malato per unabronchite, cecità all’occhio destroe vista ridotta all’occhio sinistro.Poi passando da Varda sonotornato sull’altipiano di Cherz. In-formando Onlt.Zeyer del refertoquesto mi disse: “non s’interessipiù della cosa, di questo decide-ranno altri”. Alle 5 del mattinoviene trovato da artiglieri tedeschia Cherz. Va all’ospedale di guarni-gione nr. 10 a Brunico. 14. VIII.

Molto depresso e malato fisica-mente chiedo perciò un permessodi 24 ore e vado dal medico assi-stente dr. Brunner a La Villa peruna visita. In seguito ho avuto altri3 giorni per una visita specialisticaa Brunico. Alla sera ho potutoandare a trovare mia madre soffe-rente per un cancro allo stomaco ecostretta a letto già dal 14 maggio.Il dr. Hellweger mi sostituisce.15. VIII.

Viaggio a Brunico.- Intensofuoco su Cherz e Contrin dovevengono distrutte due case.16. VIII.

Per l’ispezione dell’ ArciducaFranz Slavator all’ospedale dellariserva a Brunico e partenza delcapo della sanità della divisioneRgtsa. Dr. Vogelweider passo lavisita dal AA dr. Pupp - rep. di chi-rurgia della casa degli ammalatidella Landwehr: gastrite - riguar-darsi, osservare una certa dieta oandare in ospedale.17. VIII.

Quando alle 7 e 30 del mattinosono arrivato a S. Andrea - Nieder-rutzner la cara Gusti con Mili erasalita alla Plose. Così dopo una

(Il Museo di Livinallongo, nelringraziare il Dr. Paolo DallaTorre per aver messo a disposi-zione il diario del Dr. Alois Vittur,precisa che è fatto assoluto divietodi usare il diario o parte di essosenza uno specifico consenso).

All’entrata di unagalleria, un’inci-sione su un getto incemento, ricorda iltempo di guerra.

LA PIPAE IL PETTINE

Era un matrimonio povero. Lei filava alla porta della sua

baracca, pensando a suomarito. Tutti quelli che pas-savano rimanevano attrattidalla bellezza dei suoi capelli,neri, lunghi, luccicanti.

Lui andava ogni giorno almercato a vendere un po’ difrutta e si sedeva sotto l’ombradi un albero per aspettare iclienti.

Stringeva tra i denti una pipavuota, non aveva soldi percomperare un pizzico di ta-bacco.

Si avvicinava il giorno delloro anniversario di matri-monio e lei non smetteva dichiedersi che cosa avrebbepotuto regalare al marito. E conquali soldi? Le venne un’idea.

Mentre la pensava, ebbe unbrivido, però dopo aver decisosi riempì di gioia: avrebbevenduto i suoi capelli per com-perare il tabacco a suo marito.

Già immaginava il suouomo sulla piazza seduto da-vanti alla frutta, dando lungheboccate alla sua pipa: aromi diincenso avrebbero dato al pa-drone della piccola bancarella,la solennità e il prestigio di unvero commerciante.

Vendendo i suoi capelli ot-tenne solo alcune monete, peròscelse con attenzione il tabaccopiù pregiato.

Alla sera, ritornò il marito,arrivò cantando. Portava nellesue mani un piccolo pacchetto,c’erano alcuni pettini per lasposa, li aveva acquistati dopoaver venduto la sua pipa.

(Tagore)

L’amore è puro dono, puragioia di pensare all’altro, di to-gliersi dal centro della propria vitaper lasciare all’altro lo spazio dionore.

breve passeggiata con i piccoliverso mezzogiorno sono tornato aBressanone per partire alle una perBrunico. All’ultimo momento è ar-rivata di corsa la povera Gusti ecosì ho lasciato perdere il treno eho potuto passare alcune ore felicicon lei e alla sera vedere i prepa-rativi a Bressanone per il com-pleanno del Kaiser. Alle 2 di nottesono partito.18. VIII.

Dovevo stare a Corvara e os-servare per un po’ di tempo l’op-portuna dieta. Ci ha pensato Obst.Sparber:” Lei nei prossimi 3 giornipasserà dai reparti operai nei

settori 9/a Fanes - Valparola -S.Cassiano, 9/b Incisa - Col di Lana- Laste e 9/c Campolongo e Arabbae controllerà l’idoneità al servizio.Gli scartati devono essere mandatiindietro a lavorare legname”.

Questa è stata la festa dell’impe-ratore 1915.

Nel pomeriggio dopo un canno-neggiamento di Cherz e Contrincome rivincita obici tedeschi da 15cm colpiscono e incendiano Pieve.La 2. granata distrugge il tettosopra la cella campanaria.

Alla 4. granata si alzano lefiamme dal fienile di Franz Vinazere tutto il patrimonio è trasformatoin un cumulo di macerie. - Gli ita-liani che si erano appostati con unamitragliatrice sul campanilefuggono verso l’ospedale.

19. VIII.Con tutto il malessere addosso

mi trascinai su fino a Incisa dovecon un freddo molto rigido visitai600 operai di 5 reparti. Dopo sonoandato a Contrin e la sera sono ri-masto lì.

L’ospedale di Pieve viene dan-neggiato seriamente da 4 granatepartite da Cherz - 2 suore e moltidei 90 ricoverati riportano graviferite. Crolla il tetto dell’hotelTirol.20. VIII.

Visita a 4 reparti di operai aIncisa. Nel pomeriggio vengonoincendiate Arabba e Varda da

colpi di cannone del Padon. Re-stano solo la chiesa, l’albergoArabba e Pordoi e i masi isolati,Arabba Nuova e le baracche nelbosco della chiesa a sudest di essanon sono colpiti. La sera hodormito a Contrin.21. VIII.

A Corvara e S. Cassiano: visitadel reparto operai von Oleine neltorrente Sarè e pernottato a S. Cas-siano.22. VIII.

Visita del reparto operai Oblt.Riehl a Costadedoi, poi sotto unaforte bufera di neve e un freddopungente sono andato sul La-gazuoi e lì a Sotgia ho visitato 2 re-parti Koruna e Hisinger e il repartoBelizni.

A sera tardi, circa le 11 sono ar-

rivato a Pescol per far visita allamamma gravemente ammalata.23. VIII.

La povera mamma con il cancroallo stomaco non resisterà a lungo,è molto debole con decubiti, nonriesce più a parlare - senza speranzavicina alla morte - così l’ho vistaper l’ultima volta. 8 ore dopo cheero partito, alle 8 di sera è stata li-berata dal suo male. 19.VIII. 1915RIP (continua)

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18 «Le nuove del Pais»

“È ora di far conoscere la veritàsull’aereo del Pizac”

Il B-24D Liberator in volo verso l’obbiettivo in territorio germanico.

Gottardo De Cassan, pri-missimo ispiratore di tutta la ri-cerca nell’estate del 1965.

Il mistero del “B-24 Libe-rator”, il bombardiere cadutosul Pizac il 19 dicembre del 1943e del suo equipaggio, in tutto 10soldati americani, non è ancorastato risolto. Ma Giorgio Pie-trobon, l’ex sergente deglialpini che da ormai più di diecianni indaga su questo tassello,per certi versi rimasto nascostoe dimenticato della storia re-cente di Fodom, non hanessuna intenzione di arren-dersi. E vuole far conoscere allapopolazione quanto ha sco-perto finora. “Molti testimonidi quella vicenda stanno scom-parendo” spiega.

“Per rispetto verso di loro eper un senso di dovere nei con-

fronti dei figli e dei nipoti, èvenuta l’ora di organizzare un’incontro, una serata, perrendere pubblici i risultati dellamia ricerca su quanto è av-venuto in quella quarta do-menica di Avvento del 1943.”La speranza, nemmeno tantocelata, di Pietrobon, è chequesto stimoli chi può avereancora qualche reperto, docu-mento, foto o altro a metterlo adisposizione per fare luce, unavolta per tutte, sul mistero delPizac.

Il fattoIl quadrimotore “B24 Libe-

rator” stava tornando dal bom-bardamento di Augusta in Ba-viera quando, per cause rimastesconosciute, andava a schian-tarsi contro la nera roccia delPizac, sopra Arabba. Del fattoPietrobon ne viene a cono-scenza nel 1965, quando erasergente di complemento deiPionieri Alpini della “Cadore”nella Caserma “Gioppi” di

Arabba, da un anziano delluogo, Gottardo De Cassan.Una volta in pensione dopo unavita da insegnante, nel 1999Pietrobon si ricorda di quel av-venimento e comincia a cercarequalche notizia in più. La ri-cerca lo appassiona subito,anche perché viene a sapereche in quella stessa domenicadel 1943, tra Innsbruck ed Au-gusta, precipitarono altri 11 ve-livoli che facevano parte dellastessa missione che aveva comeobiettivo una fabbrica di aerei aMetterschmitt, vicino ad Au-gusta.

Oltre a quello del Pizac, altridue caddero in territorioladino; uno a Pian dei Schia-

vaneis, ai piedi del Passo Sella,in Val di Fassa ed uno a Col-fosco, in Val Badia. Pietroboncomincia a chiedere notizie,contatta persone anziane e benpresto da cantine e soffittesaltano fuori reperti di quel-l’aereo che nel frattempo,spesso erano diventatati manicidi pentole, paioli, pezzi di at-trezzature.

Le lamiere del bombardiereerano una vera manna per queitempi di ristrettezze. Dopo loschianto i resti furono letteral-mente saccheggiati per essereriusati poi dall’ingegno degli ar-tigiani del luogo per le più di-sparate necessità. E poi eccospuntare le prime foto che mo-strano l’aereo in mezzo allaneve ed i resti dei membri del-l’equipaggio che vengonoportati a valle con le slitte. Diloro si perderà ogni traccia.Non vengono annotati nelLibro dei Morti della chiesa diArabba, dove erano statiportati per qualche giorno per

poi essere trasferiti chissà dove.Il paese era occupato dalle

truppe tedesche. La Sod, laSüdtiroler Ordnung Dienst”, ilservizio istituito dal regime na-zista, nel quale erano stati re-clutati anche molti fodomi,faceva buona guardia e si erapreoccupata di far sparire tuttoe far stare ben lontani i curiosi.Un aereo americano con il suoequipaggio, poteva essere unpotenziale pericolo. Docu-menti ufficiali sul quelloschianto sembra non ne esi-stano. No nell’archivio co-munale, no su internet enemmeno dalle autorità mi-litari

Testimoniche scompaiono

“Nel periodo in cui ho viag-giato altrove sulle tracce di altricontemporanei abbattimenti”racconta Pietrobon, “sonomancati in valle testimoni ca-rissimi e coadiutori volonterosi:Vittorio Zorz, Igino Delfauro,Albino Sief di Sief, WalterFurgler, Teresa Pezzei e Aldo.Altri amici e amiche hannodovuto lasciare le proprie abita-zioni per la casa di Riposo. Ho

vissuto questa sco-perta come unaenorme ingiustizia.Erano tutte personemolto interessate aconoscere l’interastoria di cui miavevano regalato unvivido frammento dimemoria o per la solu-zione della quale miavevano suggeritoidee, nomi e indirizzi.Di quel aereo si co-nosce il modello, manon il numero di ma-tricola, la consistenzadell’equipaggio, 10

soldati, mai ufficialmente iden-tificati. Anche l’episodio è statotrattato dagli stessi comandistatunitensi con procedure inu-suali. Le modalità dell’abbatti-mento sono state verbalizzatedagli equipaggi in missionenella stessa formazione già nelpomeriggio al rientro nelle basipugliesi, ma trascurate nel con-teggio delle perdite del giorno.A questo punto la soluzionedegli aspetti oscuri dell’eventodeve passare in secondo piano.Può attendere ancora. Prendopiuttosto coscienza che inqualità di unificatore di tantevoci ho la responsabilità e ildovere di fare in modo chequanto prima possibile i super-stiti testimoni, decine e decinedi uomini e donne, accompa-gnati da figli e nipoti, possanoora vedere apprezzati i propricontributi e insieme assisterealla ricostruzione visiva resapossibile in una ricerca di anni,così gigante da poter essere de-finita quasi una saga, purtroppocruenta, totalmente tragica.Parte di una battaglia aerea maiindagata nella sua totalità. Tral’altro una della quattro tappedi un percorso tematico storicoche si snoda intorno al gruppoSella e di cui sono ormai l’unicodepositario.”

(Continua)

Vitorio da Jòrc e Berto de Toratia con una placchetta d’acciaio riccadi dati.

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«Le nuove del Pais» 19

Parrocchia di Colle

Pensieri... di mezza estateOssia di fine anno pastorale

Abbiamo concluso l’Annopastorale che Papa Bene-detto ha voluto che la Chiesacattolica dedicasse al Sacer-dozio ministeriale. L’iconache Benedetto XVI ci ha of-ferto per comprendere l’i-dentità, la spiritualità e lamissione del Presbitero perl’inizio del terzo millennio èla figura e l’opera del SantoCurato d’Ars, un prete dicampagna vissuto nel trava-gliato periodo post-rivolu-zionario francese, che dedicòtutta la sua vita per riportare“Dio alle anime e le anime aDio”. Il Papa ha volutoorientare la riflessione su unministero sacerdotale atempo pieno, vissuto in unadimensione di mente e dicuore oblativa per la causadel Regno di Dio, connotatada un impegno personaleorientato a quella perfezionee quella ascesi cristiane chepermettono a ogni prete dipoter affermare con gioia: “enon vivo più io, ma Cristovive in me“ (Gai 2,20), e “Ilmio tempo è per l’annuncio”opportune et importune”(2Tim 4,2) affinché si abbia lavita e la si abbia in abbon-danza (cf. Gv 10,10)“.Il nostro Vescovo Giuseppesi augurava “che lo Spiritodel Signore ci sollevi su ali diaquile (Es 19,4) soprattuttonella preghiera e ci faccia

vivere tutti, con coscienzalimpida, la vocazione batte-simale: laici, sposi e genitori,sacerdoti, consacrati, giovanie adulti, donne e uomini”. Gliorganismi diocesani compe-tenti hanno preparato uncammino, legato allo svol-gersi dell’Anno liturgico, cheva dalla considerazione delsacerdozio comune a quelloministeriale. Per ogni tappasono state predisposte delleschede con il classico svi-luppo: vedere, discernere,agire.

Agli incontri erano invitatitutti i cristiani che hanno acuore la propria formazionee lo sviluppo della vita eccle-siale, e in primo luogo imembri dei Consigli Parroc-chiali, che liberamente sisono resi disponibili adoperare per la pastorale. Adir il vero, la frequenza aquesti incontri ha lasciato adesiderare: all’ultimo poinon si è presentato nessuno.

Cause e motivazioni? Cia-scuno le ricerchi da sè.Peccato che si siano perduteoccasioni di arricchimentospirituale!Ciò che non deve concludersiè il nostro impegno a pregareincessantemente, affinché ilSignore faccia crescere anchenella nostra Chiesa dio-cesana tante e sante voca-zioni al sacerdozio, e a la-

vorare generosamente percoltivare tutti i piccoli germidi vocazione che possonopresentarsi nella nostra par-rocchia.

* * *Un’altra opportunità per

approfondire la nostra fedecristiana, a partire dalla co-noscenza della Parola di Dio,è data dal Gruppo di ascoltodella Parola di Dio, dove ci siapplica a conoscere e apregare la Parola rivelata.L’evangelista Luca ci ricordail rimprovero di Gesù ai duediscepoli che si allonta-navano da Gerusalemmeverso Emmaus, delusi e ama-reggiati per la morte delMaestro. “Voi non capite e sietelenti a credere in tutto ciò chehanno detto i profeti”. E, co-minciando da Mosè e da tuttii profeti, spiegò loro in tutte leScritture ciò che si riferiva aLui.

Così Gesù aiuta i due adaprire gli occhi su un oriz-zonte più ampio di quellodella loro breve esperienzavissuta con il profeta di Na-zaret. Vuole che riflettano te-nendo conto della grande

storia del loro popolo, unastoria dentro la quale Dio hamanifestato i suoi pensieri,le sue scelte.

Li aiuta a mettere in discus-sione le loro idee, i loro pre-concetti, il corso dei loro de-sideri. Si capisce comel’ascolto e la riflessione sulleScritture è di capitale impor-tanza.

Ascoltandole e medi-tandole è come se fossimoraggiunti dalle confidenze diDio, così da essere aiutati aconoscere il cuore di Dio, lalogica delle sue scelte, le suepreferenze, i suoi desideri, isuoi progetti.

Alla luce delle Scritture,questo Gesù che è fedele aDio e alla sua missione infavore degli uomini fino aldono della vita è proprioqualcuno di cui restaredelusi?

Un po’ di buona volontàpuò portare qualcuno aprovare il gusto di conosceree pregare la Parola di Dio,perché diventi ragione divita. Il Gruppo si riunisceogni martedì.

d. Sergio, parroco

I bambini impegnati nella rappresentazione della parabola del “Fi-gliol prodigo”, organizzata dalle suore.

Il 28 marzo, Domenica delle Palme, si è celebrata la festa della PrimaRiconciliazione per: Dell’Andrea Walter, Frena Francesco, TroiCaterina, Troi Mattia.

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20 «Le nuove del Pais»

MOMENTI SPECIALI...Domenica 28 marzo: una

data che probabilmente ri-marrà impressa per semprenella memoria di Walter,Francesco, Caterina e Mattia.

In tale data sono diventatiufficialmente amici di Gesùtramite il sacramento della Ri-conciliazione. La prepara-zione era già iniziata qualchemese prima, esattamente dadicembre, sotto la guida delparroco per poi culminare il21 marzo con il ritiro spiritualepresso le suore di S. Giovannia Livinallongo.

Durante il ritiro essi hannopotuto approfondire la cono-scenza della parabola del Fi-gliol Prodigo, compren-dendone il messaggioglobale e pure i significati chesi rivelano forse più nascosti allettore comune.

Al tutto è seguito un disegnodove ogni ragazzo ha potutodare libero sfogo alle proprieidee riguardanti l’incontro trail padre e il figlio e la possi-bilità di costruire un breve tea-trino con il materiale gentil-mente offerto da SuorFrancesca, che con la sua sim-patia ha accompagnato ibambini per tutto il pome-riggio.

Le stoffe per gli abiti, il car-toncino per i gioielli e per idenari... tutto questo ha sti-molato la fantasia dei ragazzie nel complesso il lavoro è benriuscito, pure alcune mammehanno assistito soddisfatte aciò che i bambini avevanorealizzato.

Al tutto è seguito il “ban-chetto” dove avrebberodovuto gustare il delizioso ” vi-tello grasso” preparato daSuor Flavia...che in realtà si èrivelato essere una squisitacioccolata calda accompa-gnata dai dolci che le mammegentilmente avevano pre-parato! La giornata si è con-clusa poi con un momento diraccoglimento nella cappelladove i bambini hanno af-fidato a Gesù le paure, i de-sideri e le aspettative per lasettimana che li attendeva.

E così è poi arrivato il giornotanto atteso: i ragazzi si sonoritrovati alle 3 del pomeriggioin chiesa dove, dopo aver ri-percorso le vicende dellapecora Bianchina e dopo averrinnovato le promesse delbattesimo di fronte al fontebattesimale, hanno potutoaccostarsi per la prima volta alsacramento della Riconcilia-zione. Il tutto è stato accompa-gnato da canti e preghiere.

La figura della pecoracandida ha voluto far com-

prendere ai ragazzi l’impor-tanza che assume avereun’anima pura, lavata dalpeccato, candida come il vellodi una pecora per essereamici di Dio.

Con queste parole i ragazzihanno descritto la lorogiornata:

“Il momento più signifi-cativo per me è stato quandosono andato al fonte batte-simale; don Sergio ci avevadetto di portare la veste delbattesimo e la candela. Dopoaverla accesa abbiamo ap-poggiato la veste su unbraccio e abbiamo recitatouna preghiera”.

Walter

“Il pomeriggio della Do-menica delle Palme io e i miei

compagni ci siamo ritrovati inchiesa per il nostro primo in-contro con Gesù.

Il momento che mi è pia-ciuto di più è stato quando ilDon mi ha perdonato ipeccati; inoltre mentre i mieicompagni si confessavanonoi abbiamo cantato”.

Francesco

La domenica precedenteeravamo stati a S. Giovannidalle suore a fare la pre-parazione alla Confessio-ne e lì abbiamo recitato laparabola del Figliol Pro-digo.

La cosa che mi è rimastapiù impressa è stata quandoDon Sergio alla fine ci haconsegnato il tao, simbolo diamicizia. Inoltre quando ab-biamo tenuto in mano lacandela e la veste ho provato

ad immaginare quando lamia madrina mi ha tenuto inbraccio durante il battesi-mo...deve essere stato bel-lissimo!”.

Caterina

“Il momento che mi è ri-masto più impresso della miaprima Confessione è statoquando sono ritornato adessere amico di Dio; in quelmomento mi sono sentitorinato e più leggero perché miero finalmente liberato daogni peccato.

Mattia

Dopo la cerimonia i ragazzicon i loro genitori, i nonni, lacatechista e il parroco si sonoritrovati nella sala parroc-chiale per un piccolo rinfrescogentilmente organizzatodalle mamme.

Giulia

La nostra prima ComunioneDomenica 11 aprile 2010 ab-

biamo ricevuto la prima Co-munione.

Eravamo tutti emozionati,ma la vicinanza di amici, com-pagni di classe e parenti ci hafatto sentire membri di unagrande comunità e amici diGesù.

La nostra preparazione è co-minciata all’inizio dell’Av-vento; a guidarci e ad indiriz-zarci sulla giusta strada è statodon Sergio, il quale, anche se avolte un po’ troppo severo, ciha aiutato ad andare avanti peril raggiungimento della meta:incontrare e conoscere Gesù.

Ci sono stati, accanto ad in-contri impegnativi, anche mo-menti di conoscenza e di arric-chimento, che ci sono statiproposti in maniera più diver-tente, come ad esempio la“cena ebraica”.

Il 21 marzo siamo andati aCol Cumano per il ritiro spiri-tuale e in quella occasione ab-biamo incontrato suor Inno-cenza che ci ha insegnato aconoscere meglio Gesù e ad ap-profondire alcuni passi delVangelo.

È stata una giornata moltodivertente grazie anche a suorInnocenza, la quale era moltosimpatica e spiritosa, giornataterminata con la santa Messa.

I bambini

Domenica 11 aprile, 2a di Pasqua, hanno partecipato pienamente allaS. Messa con la Prima Comunione:Colcuc Giacomo, Colcuc Marianna, Lezuo Michela, LezuoTommaso, Masarei Riccardo, Sief Emanuele.

NB. Nella “Cena Ebraica” si èvoluto ricordare la cena pa-squale fatta da Gesù coi suoiapostoli, prima di istituire l’Eu-caristia; rito pasquale col qualegli Ebrei rivivono quanto è av-

venuto nella prima pasqua ce-lebrata in Egitto nel grandeevento della liberazione dallaschiavitù.

I contenuti salvifici di quelprimo “passaggio” sonosempre stati attuali e operanti:Gesù si è inserito in questo mi-stero per realizzare la NuovaAlleanza. Perciò, celebrareancor oggi la “Cena pasqualeebraica” -anche se in modomolto ridotto - ci aiuta a capire

meglio la storia della salvezza ela ricchezza del mistero pa-squale.

I ragazzi poi si sono anche di-vertiti ad adottare un abbiglia-mento quanto più simile pos-sibile a quello descrittodall’Esodo.

Il variegato menù era un in-sieme di cibi simbolici: dal-l’uovo al sedano, dall’agnelloalle erbe amare, dalla mar-mellata alle coppe di vino.

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«Le nuove del Pais» 21

Dipende in che cosal’uomo è somigliante a Dio!Di sicuro Dio non intendevadire che l’uomo dovesseavere la faccia, il colore dellapelle, l’altezza uguali a lui,altrimenti ora saremmotutti dei gemelli fra di noi!Allora cosa intendeva? Percapirlo possiamo pensareanzitutto a un uomo e una

donna che si amano,formano una famiglia ehanno dei figli, diventandopapà e mamma.

Così sono immagine diDio perché lui è Amore e poiperché collaborano con lui a“creare” la vita dei figli.Come Dio, l’uomo e la donnasono capaci di donare la vita:in questo gli assomigliano!

Poi, per capire cosa significa“immagine e somiglianza”,possiamo pensare agliamici: con loro ci divertiamoperché sono diversi da noi,ma anche un po’ uguali a noiperché ci piacciono le stessecose...

Dio crea l’uomo e la donnaperché siano suoi amici,quindi devono essere un

po’uguali a lui!Siccome non si può essere

amici “per forza”, ma bi-sogna volerlo con il cuore,questo significa che Dio creal’uomo e la donna liberi:possono decidere di essereamici di Dio o rifiutare lasua amicizia!

Da: “I perché della Bibbia”di Roberta Taverna

Se Dio ha fatto l’uomo a sua immagine esomiglianza perché siamo tutti diversi fra noi?

Conclusione anno catechistico

In occasione della festa di fineanno catechistico è stata orga-nizzata una gita a San Cassianoper percorrere il sentiero di me-ditazione dedicato a San Klausvon der Flüe. Venerdì 28 maggioinfatti i ragazzi di Colle e Selva,leloro catechiste e il parroco si sonorecati fino alle pendici del passoValparola e, nonostante lapioggia, hanno percorso la ViaLucis con preghiere e medita-zioni recitate a turno da ognigruppo catechistico.

Questo sentiero fra il bosco èparticolarmente suggestivo econduce ad una chiesetta de-dicata a Santa Maria di Lourdes.Lungo l’itinerario sono collocatidei lavori realizzati dallo scultorebadiotto Otto Irsara; essi riper-corrono le riflessioni più signifi-

cative che hanno caratterizzatola vita del santo. La condizionedell’eremita Klaus von der Flüeinduce infatti a una riflessione sulcammino alla sequela di Cristo.Egli vuole insegnare al mondoche pure nel nostro tempo, no-nostante il benessere materiale,la cosa più importante è seguireGesù per far sì che la fede, la spe-ranza e la carità come pure la fi-ducia in Dio possano diventareesperienze concrete nella vitaquotidiana di ognuno.

I ragazzi si sono dimostrati at-tenti e partecipi, così alla fine èstata la volta del gelato offerto dadon Sergio. Dopo un pomeriggiocosì intenso, all’insegna dellameditazione ma pure del diverti-mento non resta che dire ARRI-VEDERCI A SETTEMBRE!

Al termine del percorso i bambini posano felici davanti alla Chiesavotiva in attesa del “ristoro”.

Di fronte alla scelta del percorso i bambini hanno aggredito quellopiù faticoso.

Alcuni momenti significatividella “Cena Ebraica”

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22 «Le nuove del Pais»

La festa degli alberiIn occasione della tradi-

zionale giornata della “festadegli alberi” i bambini dellascuola primaria e dell’infanziadi Colle S. Lucia e di Selva diCadore si sono ritrovati nella in-cantevole cornice del paso Giau.All’appuntamento fissatopresso il rifugio Fedare, gestitodalla famiglia Troi, maestre ealunni si sono presentati pun-tuali e pronti a trascorrere unabella giornata in mezzo allanatura.

Ai bambini sono stati ancheofferti alcuni momenti di intrat-tenimento e di approfondi-mento: la prima attività propostaè stata una lezione tenuta dagliagenti del Corpo di Polizia pro-vinciale che hanno portato ibambini ad un avvicinamento

Lancio dell’acqua.

all’ambiente naturale con inte-ressanti e coinvolgenti spiega-zioni.

Per i bambini della scuola del-l’Infanzia si è invece prodigato“barba Angelo de Ru” che conmaestria e pazienza ha loro mo-strato alcune lavorazioni con illegno.

Un terzo momento proposto atutti i bambini ha invece ri-guardato una breve esercita-zione con simulazione di spe-gnimento di incendio boschivocui hanno preso parte uomini delComando Provinciale dei Vigilidel Fuoco di Belluno con 4 unitàdel Distaccamento Volontariodi Colle S. Lucia e uomini delCorpo Forestale dello Stato conl’intervento di un elicottero ap-positamente attrezzato.

Presenti alla manifestazione iSindaci dei Comuni di Colle eSelva di Cadore e numerose altreautorità.

Un ringraziamento parti-colare al Corpo Forestale dello

Stato, alla Polizia Provincialedella Provincia di Belluno e alComando Provinciale dei Vigilidel Fuoco di Belluno per la col-laborazione e la disponibilità di-mostrata.

La canzoncina dei bambini della scuola dell’infanzia.

Bambini ed elicottero forestale.

Il “Maso”, Teresa e il prof. Giovanni de ToniQuando si tornava dal

Belvedere verso Colle (S.Lucia), improvvisamente cisi trovava davanti ad unadistesa di prati di un verdesmeraldo, in salita.

In alto, su questo pendio,spiccava con evidenza unapiccola casetta bianca cir-condata da alberelli dafrutta di varie specie chenon disturbavano affatto ilpanorama. Accanto ad essirisaltava un bell’orticelloricco di fiori e di verdura,che venivano ammirati datutti i passanti e,collegato aquesti elementi, sorgeva unmaestoso grande fienile conla sottostante stalla, che ser-vivano al sostentamentodella famiglia.

Qui nacque Teresa.La casa era avvolta dal soledel presto mattino fino atarda sera. Di fronte, oltre ilfondovalle, si stagliava po-derosa e verticale la parete

del Civetta, affiancata dagraziose torrette vezzeg-gianti.

Dalla stalla uscivano glianimali più vari: mucche,capre e pecore, ed anche ilgatto; da una piccola bi-cocca sgusciava una schieradi galline sorvegliate da unvivace gallo, che annun-ciava di buon mattino l’ap-parizione del sole. Tuttoquesto costituiva il piccolomondo unitario in cuiTeresa ebbe la fortuna divivere assieme ai suoi ge-nitori e fratelli.

Inoltre quattro sentiericonvergevano verso questopiccolo nido e sembravanoinvitare i villeggianti ad unavisita piena di scoperte.

La bambina che abitava inquesto piccolo regno eragracile; a due anni e mezzonon riusciva ancora a starein piedi: era stata visitata davari dottori, ricoverata in

importanti ospedali. Ma ilrisultato era sempre ne-gativo.

Un giorno, giunse per lastradetta più comoda undottore per ammirare la ma-gnificenza di questo piccolocosmo e fu accolto gentil-mente nella piccola abita-zione: era il più illustre pe-diatra d’Italia, il prof.Giovanni de Toni.

(Questi, assieme al sig.Gaslini, aveva fatto sorgereil più importante ospedalepediatrico d’Italia, e si erafatto costruire a Colle S.Lucia la prima e caratteri-stica villetta del paese.)

Egli entrò in casa e, ve-dendo la piccola inferma, sipropose di visitarla. Laesaminò scrupolosamentee, alla fine, le prescrisseun’unica medicina: man-cavano solamente il pre-stigio di un medico ed un

Giugno 1956: Teresa davanticasa nella piccola frazione diTie. segue a pagina 23

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«Le nuove del Pais» 23

farmaco.Dopo un mese la piccina

si staccò da sola dalla suaculla, raggiunse il tavolodella “stua” senza l’invito el’aiuto di nessuno. In pochigiorni poté uscire da solaanche di casa a contemplarele meraviglie dell’universo.

Teresa poté continuare asviluppare regolarmente lesue capacità fisiche e intel-lettuali, che erano nascoste,anche nella scuola ele-mentare come nelle scuolesuccessive, e poté dimo-strare l’importanza del suopiccolo mondo anche nellascuola, nel paese doveviveva, e nella culturaladina dove si era inseritacon lucidità e competenza,come risulta dalla sua in-tensa attività e dai suoiscritti.

Seconda parte(Continuazione)

Già dalla scuola ele-mentare Teresa riuscì a mani-festare la sua tendenza all’os-servazione. Quando tornavaa casa si soffermava, senzabadare allo stuzzicante ap-petito del mezzogiorno, adosservare i numerosissimifiori dai più svariati coloriche crescevano nei prati na-turali; gli animaletti dalleforme più caratteristiche chesi aggiravano fra l’erbaverde; dalle finestre della suacasa poteva scorgere facil-mente gli animali selvaticiche molto di frequente si av-vicinavano alla sua casaisolata.

Dalle conoscenze imma-gazzinate in tenera età,poteva rivelare in classe aisuoi compagni le sue sco-perte personali e, più tardi,con la collaborazione dei col-leghi e colleghe e special-mente con l’affiatamento delprof. universitario DinoDibona ebbe la possibilità dicompilare preziosi testi di-dattici assieme con gli alunni,come risulta dai libretti“Biotopi di Livinallongo”per lo studio dell’ambientelocale e da “Arabbacadabra”per incitare gli allievi a spri-gionare la propria fantasia el’interesse per il creato.

Il suo amore per la culturala stimolò ad organizzareconcorsi di poesia a caratterenazionale in lingua italiana enelle forme regionali più ti-piche, come risulta dal consi-stente volume “Mendranze npoejia”.

Volle integrare la raccoltadi libri di storia già esistentiin paese con riferimento allaPrima Guerra Mondiale e alCol di Lana con il volume“Lettere di Guerra di un Uffi-

Castello di Andraz, 21 agosto 1988: Teresa - al centro - in un mo-mento della rievocazione storica in occasione del “Bicentenario delleDolomiti”.

ciale del Genio”.In collaborazione con il

Comune di Livinallongo edel prof. universitario di filo-sofia di Padova GregorioPiaia si impegnò in un appro-fondito studio sulla storia delCastello di Andraz e del più

illustre personaggio, il Car-dinal Cusano, uno dei più af-fermati filosofi e studiosi eu-ropei del l400, amico intimodell’umanista Enea SilvioPiccolomini, salito al seggiopontificio col nome di Pio II.

Dalla finestrella della sua

casetta Teresa poté ap-prezzare appieno i coloridella bandiera ladina: ilverde dei prati circondanti lacasa, la parete del Civetta ri-vestita da bianca candidaneve, e, sopra questa mon-tagna, l’azzurro del cielo.Anche questa visione le servìad attivarsi con interessenella cultura ladina.

In occasione della GranFesta “Cultura d’Istà 2008”,organizzata dallo stessoComune, contribuì alla pienariuscita in qualità di As-sessora alla Cultura.

Ella si dedicò con costantededizione in attività sociali,religiose e nel canto.

Possiamo ritenerci felici,noi di Colle, di aver dato aPieve di Livinallongo unavera maestra.

È bene che anche noi pren-diamo conoscenza di quantoha fatto Teresa attraverso lesue attività e i suoi scritti.

Mo Tita

Terminata la secondaguerra mondiale, gli uomini ri-tornavano alacremente acasa; chi proveniente dalfronte, chi aveva provato la du-

rezza dei campi di prigionia,ognuno accomunato dallasperanza di dimenticarequanto più velocemente pati-menti, restrizioni e sofferenze,

per porsi speranzosi dinnanziad un futuro apparentementefosco ed incerto. Occorrevapartire dalle flebili relazioni so-ciali che lo sconquasso bellico

Poesia scritta da don Stefano Agostini di Colle Santa Lucia, per ricordare la sua coscritta Teresa Pezzei

Teresa da TiePiù di un mese.Abbiamo salutato Teresa.La Teresa da Tie.Non guardava certo in basso.Lontano e in alto:il suo pensiero e la sguardo.E poi dentro. Nel cuore dei bambini.Dentro i paesi, dentro le piccole frazioniChe racchiudono come le ostrichePerle preziose, l’amicizia, la stima, la sincerità.Non poteva che essere maestra.Con la vitaCon il colore intenso degli occhi.Con la parola.Con amore per le cose del cielo.Il suo destino è stato quello dei fiori del monte.Nei prati sotto le rocce.Il viandante coglie quello più bello.

Quello che gli cattura la vista con il colore,con la forma, come oggetto raro e prezioso.Succede alle stelle alpine.Chi raccoglie quelle più piccole?Succede con le nigritelle?Chi fa incetta di quelle minuscole?Doveva essere davvero un fioreSplendidoSe un giorno l’Altra Vita l’ha chiamatoDal prato dei verdi coloriPer mettertiEternaIn bella presenzaNei saloni del cielo.Nel fiore degli anniFermata la vitaRiprendi la Gioia di vivereNel Giardino di Dio.

Stefano dala Kiza

Scorci di storia collese... il profilodi Angelo Agostini “Kiza”

Dedicato a mia cugina Ana Silva AgostiniPRIMA PARTE

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24 «Le nuove del Pais»

aveva fortemente incrinato equando non era stata la guerraa produrre i suoi effetti nefasti,erano intervenute le malattie esoprattutto la vecchiaia a de-terminarne i numerosi cam-biamenti avvenuti nel corsodei 4 e più anni di lontananzada casa. Ma oltre all’arduo enon facile tentativo di recu-perare e riallacciare gli affetticon i sopravissuti, chi avevafatto fortunatamente ritornodoveva anche preoccuparsi diripristinare un’economia pos-sibile ed immediata.

Soprattutto i settori tradi-zionalmente più provati daglieventi, come quello agricolo,presentavano le maggiori in-certezze per ipotizzare una ri-partenza a breve e nei casi incui queste unità terriere eranocollocate nelle zone alpine losforzo appariva addirittura in-sostenibile. Qui i piccoli eframmentati appezzamenti diterreno, modellati dalla tradi-zione e destinati alla mono-coltura, le stalle con il be-stiame falcidiato e ridotto apochi capi nella miglior pro-spettiva, erano elementiostativi e drammaticamenterealistici per sperare in una ri-presa. Vi si poteva contrap-porre la tempra di uominitenaci, abituati a vivere distenti, semmai ci si può abi-tuare a questo, con una vo-lontà e una forza fisica inesau-ribili.

Ma anche dinnanzi a tantocoraggio e determinazione, lafame e la disperazioneavevano spesso il soprav-vento.

La famiglia Agostini, “chidala Kiza” originaria della fra-zione di Rucavà ma poi trasfe-ritasi nel corso dei secoli inquella più agevole di Villa-grande in Colle, non fuestranea, come tantissimealtre persone del paese, alladurezza dell’immediato dopo-guerra. T’antè che all’internodella famiglia gli 11 figli (duegemelli moriranno in teneraetà) di Felice (cl.1880) e diRosa Pallua “dei Pelele”(cl.1888), decisero sul dafarsi. Qualcuno optò per ri-manere in seno alla famigliacome fecero Giovanni, Ber-nardo, e la più giovane Silvia,altri ne uscirono, pur tuttaviarimanendo nei pressi dellacasa paterna, nella fattispeciedella vicina Cortina d’Am-pezzo, come scelse di fare Ca-rolina, altri si trasferirononella confinante provincia diBolzano, come nel caso diTeresa ed Ida dettaCandida. Per qualche altro ladecisione fu ben più radicale esofferta.

Così comincia la triste, maanche per certi versi bellissima

quanto singolare, storia diAngelo (classe 1920). Non ful’unico figlio a conoscere la du-rezza dell’emigrazione, in-quantoché sia Carlo (Cl.1918)che Filomena (Cl. 1913) volleroparimenti legarsi allo stessodestino. E per tutti la confi-nante Francia prometteva larealizzazione di un sogno,benché a volte l’acerbo saporedella vita aveva loro insegnatol’adozione di atteggiamentiprudenziali; la consapevo-lezza era tale infatti, che nullaera facile e altrettanto chenulla si andava regalando.Loro questo lo sapevano beneper averlo provato di personafin dalla prima fanciullezza.

Ma occorreva provarciugualmente e l’occasione sipresentò. Era bastevoleaderire alla richiesta di“braccia da lavoro” che le au-torità francesi avevano girato aquelle italiane - la quota di ma-nodopera riservata a Colle

venne determinata in trediciposti - come in effetti i tre fra-telli poi fecero. Filomena fu laprima a partire, e troverà variimpieghi, perlopiù nel settoredella ristorazione. Si stabiliràdefinitivamente in Francia esolo in qualche occasione faràvisita in Italia. A Filomena,detta “Mena” seguì Angelo chefinì nelle miniere alsaziane,dove vi permase per un pe-riodo limitato, ma sufficienteper contrarre la silicosi. Il terzofratello, Carlo, partirà da casaper ultimo e dopo quasi unventennio di lavoro nel settoreagricolo e dei trasporti faràgiocoforza ritorno in Italiacausa la malattia che colpirà lasua famiglia.

Deluso dalle prospettive,Angelo, che era tra l’altro unvalente muratore, tanto cheparteciperà alla ristruttura-zione del duomo di Bolzano,fortemente danneggiato dallebombe anglo-americane e alloscavo delle fondamenta sullequali in seguito sorgerà l’abita-

zione della sorella Teresa neipressi di Bolzano, prese il co-raggio a piene mani e decise divarcare le soglie dell’oceanoAtlantico, per verificare dipersona se in quelle terrelontane esistesse davvero l’el-dorado, come lo andava som-messamente sostenendo unpensiero.

Un pensiero strano questo,di cui nessuno ne conosceval’esatta fonte, ma che era riu-scito comunque ad insinuarsilentamente facendo breccianegli animi sprovveduti e di-sinformati delle persone, e chelo spirito di auto convinci-mento restituiva al mittentecome se si trattasse di unacomprovata verità. Uno stranasituazione, fatta nell’insiemedi speranza e illusione, comein un gioco alterno e perversoma anche soprattutto senzafine; d’altro canto ogni altraopzione appariva loro ancorpiù improba e disgraziata,

visto che nell’immediato pe-riodo post-bellico venne amancare nel 1946, all’età di 58anni il capofamiglia, Felice,nell’insieme l’unità redittualee guida spirituale della fa-miglia. La moglie Rosa invecelo seguirà un decennio dopo.

E sotto questo auspicio,con triste ma fiducioso animo,Angelo, conseguito il passa-porto s’imbarcherà il 16 set-tembre 1949 da un porto ita-liano sconosciuto, ma chepoteva essere quello piùvicino di Trieste o, in alter-nativa, quello meno agevole diGenova.

La nave dal nome anomalo“Salta” impiegò poco più diun mese per tagliare diagonal-mente tutto l’oceanoAtlantico per attraccare aBuenos Aires, dopo una rottadi circa 7000 miglia. Ad atten-derlo sul molo il viso rassere-nante di un altro collese - Lu-dovico Lezuo (classe 1897),persona, questa, che diverrà inseguito suo suocero e che lo

precedette nella triste espe-rienza migratoria di circa unquarto di secolo, giacché s’im-barcò già nel 1923. Anche perlui il ritorno dal fronte delMonte Bianco e le difficoltàsocio-economiche soprav-venute al periodo post bellicodella prima guerra mondiale,lo avevano infatti indotto all’e-migrazione, legando così lasua sorte a quella delle migliaiadi italiani, che nell’arco dei cin-quant’anni, a cavallo tra l’800e l’inizio del secolo suc-cessivo, partirono a frotte fi-duciose di un avvenire pos-sibile e dignitoso nelleAmeriche.

A Colle, Ludovico avrebbelasciato gli affetti migliori e lasua bella Caterina Bernardicl. 1895, che lo raggiungerà di lìa poco, diventandone poi lamoglie nel gennaio 1925.

Giunto in Buenos Aires,Angelo venne accolto dunqueda Ludovico che oltre ad ospi-tarlo nella propria abitazione,lo introdusse nel mondo dellavoro, laddove Angelo riu-sciva ad esprimersi al meglio,come nel settore edile. La suamaestria ben presto si affermòe lo portò ad operare all’edifi-cazione di numerosi edifici, tracui l’Hotel Sheraton di BuenosAires.

Ma nel frattempo egli si eraconiugato con Maria IsabelLezuo, nata nel febbraio del1925, e acquistato su suggeri-mento dello stimatissimocugino Pallua Walter un ap-pezzamento di terreno a El Pa-lomar in periferia di BuenosAires, inizierà la costruzione diquella che diverrà più tardi lasua abitazione. Nell’autunnodello stesso anno lo colse l’i-naspettata gioia di un figlio,Silvio Alfredo. Il momentoper lui magico si concludepoco dopo e in modo tragicoper la prematura morte delneonato. Un colpo durissimoquesto che lo segnerà persempre, anche perché sul na-scituro e come spesso accadenel rapporto generazione trapadre-figlio, egli riversava granparte delle sue aspettative divita.

Due anni dopo, nel 1957 locolse un nuovo evento, con-nesso alla nascita di unabambina, Ana Silvia, che di-venuta adulta si coniugherànel corso del 1986 con EmilioBorgia, persona con originiitalo/tedesche. Ma secondol’alternanza della gioia edolore, ad Angelo il destino ri-servava un’ulteriore ama-rezza. Nel 1986 infatti e all’età’di 58 anni, di cui soli 28 di vitaconiugale, decedeva anche lamoglie.

Maria Isabel(continua)

Passaporto di Agostini Angelo

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«Le nuove del Pais» 25

COMUNITÀ IN CAMMINO

BATTESIMO:

1/2010: Frena Federico, diPaolo e Circelli Angela Rita,da Pian, n. il 10 febbraio ebattezzato il 20 giugno inchiesa parrocchiale. 1a Riconciliazione:

Il 28 marzo, Domenica dellePalme, si è celebrata la festadella Prima Riconciliazioneper:Dell’Andrea Walter, FrenaFrancesco, Troi Caterina,Troi Mattia.

1a Comunione:Domenica 11 aprile, 2a di

Pasqua, hanno partecipatopienamente alla S. Messa conla Prima Comunione:Colcuc Giacomo, Colcuc Ma-rianna, Lezuo Michela, LezuoTommaso, Masarei Riccardo,Sief Emanuele.

Frena Federico nato a Brunico il10 febbraio 2010.

Federico Frena con i genitori Paolo e Angela, la madrina Grazia Del-monego, il Parroco don Sergio, e il cuginetto Mattia nel giorno delbattesimo, tenutosi nella parrocchia di Colle Santa Lucia il 20 giugno2010.

1/2010 Vallazza Carlo Al-berto, di anni 79, da Pian, m.in casa il 22 maggio e sep. il25.

Agostini Elisa.

24/2009 Lezuo Alessandro, dianni 79, da Colle S. Lucia, m. adAdelaide, South Australia, ot-tobre 2009.

ESEQUIE CRISTIANE:

Classe 1930La poesia è stata scritta nel 1980, anno in cui i coscritti del

1930 si sono incontrati sul Giau per festeggiare insieme i 50anni. Si riporta tale scritto con relativa foto per ricordare coloroche ormai non ci sono più, e purtroppo sono parecchi.

Dijon pur la verità sion contenc de se ciatàchi pi chi manco avè valc da ve contà

Ie tant bele noste monte contenc noi vignon susenza desmentiè la fadia de noste mareche en te zeston tanc i a portà su

Me recorde tant pulitointant che la jufa bel adajio cuoseva en te ciaudrindisevane biei valenc l angelideipur che no ne mandea se lavà en te chi ruei

Mare disevane l aiva la e fredajon ite da mesdìma in chel dì el musol eva da lavà che el sol jiva a fiorì

E prest i ciamava molè chele vacieno stè a ne fa danà en cuoi naon tant da restelàSte vacie molevane eindarè noi tornevane a se saudàma prest i ciamavache en te rodela le vace le magnavaDut chel che da daut i diseva chele crode rebombevaen te Lavoi nia no pasava che fora n Pieza duc el savaEn an su ste mont da mez in suen bon setor le vignù sùsto prà dut content el sa vardànoi restava che guzàMa indoman co le sta ora de disnàen dubio atroze ie vignùche el disnà con lat de cioura el sie sta fae de sen ji a cesa l a cuasi manazàSta puore tiradgumla eva grama da no die la ia dit: da valent no sta a ten ji.vade ai pree en goz de lata meda Mariana sun l Avoie stasera te fase bogn i papazuoiAon en cuoi con noina siora vignuda da dalonzvoi me tirà apede e i domandàse la se regorda cuantche i bagoc de chi Melei apo besàChi canaie de setori feva na traina da no dìper vede ste tiradum a se avilìVolese la menà fora en Valciarnaraa se cuiè la pi bela stela alpinama no son gnanca segur che noi vegne da bragèSe auguron de sta bene tirà inavant meo che podònE no ne mancia pi niaSe podon pasà encora en bel di in compagnia.

Lezuo Marina

In piedi da sinistra:Pallua Emma, Val-lazza Carlo, Lezuo Ro-dolfo, Frena Mar-gherita, PallabazzerAgnese, PallabazzerLivia, Colcuc Paolina,Bernardi Gisella, TroiMaria, PallabazzerLivio, Pezzei Maria,Dariz Maddalena.Seduti da sinistra:Chizzali Giuseppe,Masarei Lucia, DarizMaria e Frena Lino.

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26 «Le nuove del Pais»

A Federico...Un tenue vagitoscuote oggi il cielos’inerpica pianopei monti innevati.Disbriga ed affascinale attese remotedi sogni che, umani,san di creato.

Vita nuovafra le dita si stringegià cerca il suo ioconfuso da accentie da suoni inauditi,di terre lontanesobrie oltremodoperché solo garanti d’umane virtù.

E tu, Federico,già nel buio cerchichi ti vorrà sempre benema l’assenza forzosali tiene lontanistringendo rosarirecitando preghiere.

In un ponte idealesorretto da fedela lontananzascomparebraccia tese,mani unite,strette in abbraccioideale ma...intintedi vera gioia infinita.

Un giorno, quandoorizzonti e frontieresaran ben definiti,quando la vita sorridee ti spinge fra i montipiù alti a scalare le cimedell’umana esistenzatra sentieri sassosiscoscesi, zigzagando,non sarai mai soloaccantoavrai anche noiad indicarti la viaa reggerti il piedea scansare quei sassiche intralciano il passo.

I nonni Pietro e Teresa

La gita primaverile è di-ventata ormai un appunta-mento fisso e anche in questo2010 non è mancata l’occa-sione di ritrovarci insieme peruna giornata spensierata datrascorrere in compagnia.

Quest’anno la gita è statarealizzata in collaborazionecon la Croce Bianca di Colleche ha partecipato all’orga-nizzazione e al sostegno dellespese.

Ogni anno cerchiamo ditrovare proposte nuove e in-teressanti e questa volta ab-biamo pensato ad una visita alMuseo della Guerra di Ro-vereto.

Di buon mattino, moltonumerosi, domenica 16maggio siamo dunque partitialla volta di Rovereto dove

due esperti e competentiguide ci hanno accompa-gnato nella visita al museo.

Divisi, per motivi organiz-zativi, in due gruppi, abbiamopercorso le varie sale del Ca-stello sapientemente allestitee con cimeli preziosi e testi-monianze importanti sullaprima guerra mondiale.

Terminata la visita cisiamo spostati verso il Lago diGarda per un pranzo, dimo-stratosi all’altezza delle aspet-tative, nei pressi di Varone.

La giornata è poi prose-guita con la visita alla forrache ospita le cascate diVarone, visita che ha incu-riosito, divertito e bagnatoadulti e bambini.

Sulla strada del rientronon è mancato l’ormai con-

sueto appuntamento con lavisita alle cantine e con degu-stazione di vini.

La bella giornata si è poiconclusa con il rientro intarda serata a Colle, magariun po’ stanchi ma, a quanto èstato appurato, soddisfatti.

Un grazie a Andrea e aGianluca che si sono oc-cupati in prima persona dellaparte organizzativa, sonoormai diventati dei veriesperti in individuazione dimete e ristoranti! Grazieanche a tutti i partecipantialla gita che hanno aderitonumerosi, eravamo alla finein 74, alle proposte fatte.

Arrivederci dunque, sevorrete, alla prossima pri-mavera.

Moreno

Dai Vigili del Fuoco di Colle S. Lucia

Teatro di genitori per i bambini

Il 30 maggio u.s. nella exsala la “Ciacola” di Selva diCadore si è tenuto unpiccolo teatro rappresen-tante la storia rivisitata di Pi-nocchio chiamata “Pa-nocchio”.

Il tutto ha avuto inizio amarzo durante una riunionecon i genitori e le insegnantidella scuola d’Infanzia diSelva di Cadore, quando ungenitore ha proposto di farequalcosa di diverso dalsolito, ossia impegnarci noigenitori in uno spettacoloper i bambini.

Dato il parere positivo deigenitori presenti e sentiti gliassenti, i numeri per poteriniziare c’erano; così con lagrande disponibilità delledue insostituibili maestre, cisiamo dati appuntamentotutti i mercoledì presso lascuola per le prove dellebattute e successivamenteper iniziare ad elaborarescene, costumi, movimentie tutto ciò che riguardaval’allestimento del teatro.Penso che per tutti i parteci-panti sia stata una bellaesperienza sia perché ha

permesso a noi genitori distare un po’ assieme, di co-noscerci meglio e poter ela-borare un qualcosa di co-mune per i nostri bambini aldi fuori dei programmi sco-lastici.

Un altro dato importanteè stato che, da quanto ab-biamo appreso dopo lospettacolo, i nostri sforzi edil nostro impegno hannoavuto un buon risultato inquanto il teatro è stato ap-

prezzato da chi è venuto avederci, è piaciuto aibambini, e da non sottova-lutare, il quanto ci siamo di-vertiti noi nelle prove, inscena ed anche dopo.Spero che ci possano esserealtri momenti così nelprossimo avvenire. Per ilmomento ringrazio tuttiquelli che hanno colla-borato perché il teatro ve-nisse realizzato ed avessequesto bel risultato.

Ilaria

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«Le nuove del Pais» 27

DALLA CROCE BIANCADI COLLE S. LUCIA

Durante l’anno 2009,come negli anni precedenti,l’Associazione ha svoltocome compito primario il soc-corso in emergenza e il tra-sporto degli ammalati verso lestrutture ospedaliere, per taleservizio l’ambulanza ha per-corso complessivamente km.6203.

I volontari, inoltre, si sonoresi disponibili, come neglianni precedenti, per il tra-sporto delle provette delleanalisi dall’ULSS di Caprileal laboratorio analisi diAgordo e per questo serviziosono stati percorsi Km 3779.

Per mantenere un’ade-guata e corretta prestazionedurante i soccorsi, i volontarihanno seguito dei corsi di ag-giornamento coordinati dalSUEM 118 e dall’ULSS n.1del Pronto Soccorso diAgordo.

Con grande soddisfazionee piacere, in autunno, si sonoaggiunte all’Associazione 4nuove volontarie: FrenaGiulia, Bernardi Orsolina,Bristot Mara e NicolaiSerena, le quali durantel’anno svolgeranno dei corsiformativi per il primo soc-corso e per il trasporto inemergenza.

A questo proposito si ri-corda che l’Associazione èsempre aperta ad accoglierenuove leve, per diventare vo-lontari e mettere la propriadisponibilità per un servizioutile ed indispensabile alpaese.

(Si ricorda che “L’unionefa la forza” specialmente in unpiccolo paese come il nostro).

Sempre nell’arco del 2009è stato incassato dallo Statol’importo di 2.578,61, ri-guardanti il 5 per mille de-stinato dai cittadini nelleproprie dichiarazioni deiredditi, confermando così laloro stima nei confronti del-l’Associazione per l’attivitàsvolta, tale somma verrà uti-lizzata per l’acquisto di mate-riale sanitario e altro.

In autunno, in collabora-zione con il Soccorso Alpinodella stazione Val Fiorentina,è stato presentato un pro-getto al CSV (Centro Servizidi Volontariato di Belluno)per l’ acquisto di un mani-

chino, un defibrillatore se-miautomatico e un saturi-metro (misuratore dell’ossi-genazione sanguigna), cheverranno utilizzati all’internodelle Associazioni per le eser-citazioni dei volontari.

Inoltre, nell’ambito dellostesso progetto, sono stati ac-quistati due misuratori dipressione automatici digitali,i quali vengono messi a dispo-sizione di tutti i soci, perciò sequalcuno ne avesse bisognopuò rivolgersi al Presidentedell’Associazione PezzeiPaolino.

Quest’estate, in collabora-zione con il CSV di Belluno eil Coordinamento Agordinoe Zoldano è stato avviato uncorso di avvicinamento al vo-lontariato per i ragazzi dai 14ai 18 anni, purtroppo nelnostro paese non ci sono stateadesioni, ci auguriamo che, sel’iniziativa si ripeterà anche ilprossimo anno, qualcunopartecipi.

L’Associazione “Insieme sipuò...” ha mandato notizie ri-guardanti “Oliva”, labambina adottata a distanza,dichiarando che frequentaregolarmente la classe Vpresso la missione e non haavuto particolari problemi disalute.

Il Consiglio Ammini-strativo, tramite il bollettino,vuole ringraziare tutti i vo-lontari, perché con il lorolavoro permettono all’ Asso-ciazione di esistere e dioperare, inoltre ringraziatutti coloro che annualmenteversano la quota associativa.

Il Presidente

CROCE BIANCA COLLE SANTA LUCIABILANCIO CONSUNTIVO DAL 01.01.2009 AL 31.12.2009FONDO CASSA AL 31/12/2008 28.606,95

ENTRATETESSERAMENTI 2009 1.652,00TESSERAMENTI 2010 445,00CONTRIBUTI VOLONTARI 337,30RIMBORSO 5 x 1000 ANNO 2007 2.578,61

RIMBORSI KM ULSS 2008 3.869,39

RIMBORSI KM ULSS 2009 5.893,31VIAGGI EXTRA CONVENZIONE 2.005,43INCASSI VARI 938,34INTERESSI ATTIVI C/C BANCA 98,84ABBUONO ATTIVO SU FT. CL TECH 0,02

TOTALE ENTRATE 17.818,24USCITE

ASSICURAZIONI 1.561,00MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA 219,00ASSICURAZIONE RC AUTO 572,50ACQUISTO CARBURANTE 865,71SPESE POSTALI 68,74CANCELLERIA 234,22SPESE AMMINISTRATIVE 400,61ACQUISTO DIVISE 6.800,40SPESE VARIE 1.889,40RIFORNIMENTO BOMBOLE OSSIGENO 65,34BOLLETTE TELEFONOE SPESE TELEFONINO 913,00ATTREZZATURA AMBULANZA 184,78SPESE GESTIONE C/C BANCARIOE CARTA 56,05INTERESSI DEBITORI C/C 101,12ASSISTENZA AMBULANZA 381,84QUOTA COORDINAMENTO 155,00RIMBORSO A VOLONTARI PER TRASPORTO PROVETTE 944,80TOTALE USCITE 15.413,51

FONDO CASSA INIZIO ANNO 28.606,95ENTRATE 17.818,24TOTALE 46.425,19USCITE 15.413,51FONDO CASSA AL 31/12/2009 31.011,68di cui in buoni postali 10.250,00cassa 313,48c/c 9.993,88libretto postale 10.175,34carta prepagata 278,98

31.011,68

Benefattori in denarodella PARROCCHIA

Colleselli Emma; Lezuo Teresina; Agostini Angelo; a ric. DarizGermano, la moglie; Frena Paolina (Bressanone); Pallua Adele; fam.Pallua Modesto; Vallazza Sofia; Dell’Andrea Armando; Lezuo Frida;Sief Maria; Chizzali Erminia; Troi Rita; fam. Bonata; fam. Pezzei Co-stante; mo Sommavilla Tita; occ.batt. Ongaro Valentina, nonna Angelicae zia Vally; occ.fun. Vallazza Carlo, la moglie Marta e la sorella Rosita;Chizzali Anna Maria; Codalonga Guido; occ.Batt. Frena Federico, i ge-nitori e nonna Marina; Parissenti d. Riccardo.

Sostenitori delBOLLETTINO parrocchiale

Sief Paola (BS); Fratelli Colleselli (Brunico); d. Giuseppe Clara (Bres-sanone); Frena Agostini Elvira (Bressanone); Dariz Giuseppe; DarizMaddalena; Gallati Anni (CH); Miglioranza Pia (VI); Crepaz; Frena Ge-noveffa (Corvara); Codalonga Francesca (TV); Chizzali Aurelio,Grazia, Daniele; Colcuc Teresa, Deltedesco Rita e Nadia; ColleselliLuca; Pallua Lidia; Piai Rosanna; Piai Gabriella; Forner Gabriele(Monfumo); Pezzei Costantino; Agostini Mercedes; fam. BrancaleoneRenzo e Cecilia (Cencenighe); Pezzei Angelo; Troi Angelica; P.A.;Chizzali Anna Maria; Groppa Ivan e Monica (Cencenighe); PalluaRomeo (Liechtenstein); Codalonga Riccardo; Lezuo Alessio (Corvara);Sommavilla Francesco; Vallazza Ganz Sofia (Agordo); Lezuo Teresa;Barth Erich (Bressanone); Rudiferia Francesca; Colcuc Cristina.

Oliva, la bambina adottata a di-stanza.

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28 «Le nuove del Pais»

Parrocchia di Arabba

Le più bisognose...Arabba da sempre ha due

feste a cui tiene particolarmentee che sono “sue”. I santi Pietro ePaolo, e il patrocinio della Ma-donna del Monte Carmelo, laterza domenica di luglio.

Tutte le altre feste e proces-sioni sono comuni a tutte le par-rocchie cattoliche. Ma la proces-sione e la devozione alla“Regina Carmelitana” com’èscritto all’ingresso della suacappella ad Arabba, è propriosua.

Certo, la Madonna delCarmine si venera con solennitàe festa a Selva di Cadore, a Laste,un bell’altare lo ha anche lachiesa di San Leonardo in Badia,uno nella decanale di Ampezzo,ma Arabba possiede altare,statua e gonfalone, oltre al-l’antico registro della Confra-

ternita, datato 6 luglio 1681.La particolarità che mi fa

amare più di tutti gli altri quadriproprio quello di Arabba, è lapresenza delle anime del Purga-torio, immerse nelle fiamme, mache gli angeli si affrettano asalvare e portare in cielo verso laMadonna.

Davanti a questo altare siprega con più fervore la pre-ghiera insegnata dall’angelo aipastorelli di Fatima: “Mio Dio,porta in cielo tutte le anime, spe-cialmente le più bisognose dellatua misericordia!”.

Davanti alla Madonna checonsegna lo scapolare a SanSimone Stock, hanno pregatogenerazioni non solo di Arabba,ma di tutta la vallata di qua e di làdel passo Campolongo. Difronte a questa statua e a questo

altare ardono ogni anno migliaiadi candele, che fanno salire laloro luce verso il cielo, per ri-schiarare le tenebre delle nostreanime.

Maria è madre di miseri-cordia, che stende il suo mantosopra ciascuno dei suoi figli. Ilsignificato di quei due piccolirettangoli di stoffa (scapolare oabitin in fodom) è proprio in sestesso una preghiera: stendi iltuo manto, la tua protezione su dinoi, o Maria, fa’ che ci rive-stiamo delle tue virtù e del tuoamore verso Dio, perché pos-siamo avere fiducia di arrivareun giorno anche noi lassù.

Quante anime si trovano inPurgatorio, nell’attesa di essereliberate dalle nostre preghiere!Dall’offerta di Sante Messe e diopere di bene. Nei racconti dimistici e santi che hanno potutoavere rivelazioni e contatti conle anime del Purgatorio, la penapiù dura da superare è quella perchi ha giudicato senza miseri-cordia gli altri, per chi sulla terraha imbrogliato sulle eredità erubato agli altri senza rimediareprima della morte, e per i maldi-centi. Molti santi hanno potutoparlare con le anime del Purga-torio, ma loro non lo hanno maichiesto.

Dio lo ha permesso. Chi tor-menta le anime, si fa dare mes-saggi, o diffonde messaggi veri epresunti da parte delle anime,

non viene da Dio, ma dal ma-ligno. Anche nella nostraDiocesi e nelle diocesi delVeneto, i vescovi invitano a nonprestare fede a chi si presenta di-cendo che parla con le anime delPurgatorio.

Tutti coloro che nel passatohanno avuto esperienze di col-loquio con le anime assicuranoche quelle già giunte in Paradisonon parlano più qui sulla terra.Solo le anime in pena del Purga-torio parlano, non rivelano mai ilfuturo, perché lo conosce soloDio, e soprattutto se viene daparte di Dio, invitano a fareopere di bene per la loro libera-zione dal Purgatorio, ma nondanno mai messaggi “segreti”. Ildemonio su questo è furbo esfrutta il dolore della gente perinsinuarsi come serpente ve-lenoso nell’anima dei parenti,mettendo più fiducia nei mes-saggi “segreti” che nelle pre-ghiere rivolte a Dio, o nella Con-fessione e Comunione offertaper i cari defunti. Confessione eComunione sono i soli strumentiche aiutano le anime ad entrarein Paradiso. Tutto il resto servepiù a noi che a loro.

Quando andiamo davanti al-l’altare di Arabba, preghiamocon fiducia la Madonna, ma so-prattutto diciamo che ci aiuti aben confessarci e ben comuni-carci a favore dei nostri cari de-funti.La pala dell’altare della Madonna del Monte Carmelo.

Pala dell’altare del Carmine: particolare con le anime del Purgatorio.

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«Le nuove del Pais» 29

SANTI PIETRO E PAOLOMartedì 29 giugno

splendeva un caldo soleestivo anche nella nostravallata.

Sul far della sera, quandoil tramonto accendeva dirosso i monti circostanti,poco prima delle otto, ini-ziava a suonare la piccolacampana del campanile diArabba, a cui si sono ag-giunte in fretta le due sorellemaggiori, e con rintocchi so-lenni pure la grana, che siscomoda solo nelle feste piùgrandi e solenni.

La piazza era tutto un bru-lichio di gente che si af-frettava verso il portone dichiesa, come piccole file diformiche chiamate dallaregina.Le file dei fedeli che si av-viavano con passo lesto esorriso sulle labbra, salu-tandosi con ampi segni delcapo o veloci cenni di mano,erano pronti per festeggiare iPatroni di Arabba e del De-canato.

Pietro, il pescatore, ePaolo, il dottore della Legge.Pietro l’uomo semplice e ge-neroso chiamato per primo escelto tra tutti a tenere leredini della Chiesa di Cristo.

Paolo l’uomo intelligentee acuto, tormentato dallagloria di Dio, scelto daCristo per portare il Vangeloa tutti i popoli.

Essi sono i Patroni dasempre della vallata di Livi-nallongo, ai piedi dellachiesa a loro dedicata sulPlan de gliejia vegla, venivanosepolti tutti i battezzati daCaprile, Colle, Pieve e tuttele frazioni circostanti attra-verso l teriol de i morc.

Il primo punto di ritrovoper i battezzati fodomi ecolesi, era proprio qui.

Nel silenzio della seravolgo lo sguardo dal portonedi chiesa e mi attardo aguardare la croce e le rovinedi quel plan de gliejia vegla.Immagino le fatiche che iprimi cristiani della vallatafacevano per essere presentia questa stessa Messa che misto accingendo a celebrare.

E mi lascio prendere dallamalinconia... stasera non cisaranno altri preti. Stasera lachiesa basterà a raccoglieretutti e forse qualche pancaresterà vuota. I patroni nonsono più sentiti così impor-tanti per la vita della vallata.

Eppure essi sono statiscelti dai nostri avi, e nonmancheranno neppurequesta sera di lanciare il lorosguardo benevolo su di noi,che siamo presenti, e sullefamiglie, che rappresen-tiamo.

Anche il Decanato ormaiè ridotto l’ombra di se stesso.In cinquant’anni si è passatida una decina di preti a due,visto che a Colle il parrocorisiede in Selva.

Avanti, apro la porta dichiesa, avanzo verso il belaltare ornato da fiori e dai re-liquiari.

La Messa è solenne, masenza nessun chierichetto.Tutti in vacanza? Oppure acena? O davanti la televi-sione? Se le famiglie nonsentono più l’esigenza dipartecipare alla Messa deipatroni, può forse il parrococon una telefonata pregareuna presenza?

Pietro con le chiavi inmano: le chiavi del regno deicieli non le ha più in manoDio. Gesù, il Figlio le ha con-segnate a un uomo, e attra-verso Pietro a ciascuno dinoi.

Non è Dio che apre echiude le porte del Cielo.Ciascuno di noi ha quelledue chiavi per aprire echiudere davanti a sé leporte della salvezza eterna.Ma troppo spesso ce ne di-mentichiamo...

Paolo con la spada inmano: la spada della Paroladi Dio, capace di scendere

nel punto più profondo eintimo della nostra anima ecapace di farci cambiare vitase ci lasciamo “tagliare” conquesto bisturi, che taglia danoi la cancrena del peccato.Ma troppo spesso siamo affe-zionati al nostro mar-ciume...

Oh Santi apostoli Pietro ePaolo, pregate per noi, chericorriamo a voi.

Proteggete la nostra valle,e la fede delle nostre fa-miglie!

s. vito

Gonfalone della Chiesadi Arabba, San Paolo.

Gonfalone della Chiesa, San Pietro.

Gliera di Soraruaz, estate 2010, si prepara a nuova vita.

Giovedì 24 giugno,quando mancava mezz’oraalle otto della sera, comin-ciava la Messa solenne nellachiesa di san Giovanni Bat-tista in Soraruaz. Le autoferme cominciavano daPecei e scendevano in bel-l’ordine fino a Fosel, occu-pando ogni spazio libero aSan Jann.

Il primo benvenuto lodava l’ambiente semprecurato dalle suore con fiori elegna impilata in bel-l’ordine, col prato rasato difresco e quel sapore di festeantiche che lasciano ilsapore buono nella mente enei cuori. La Messa procedespedita, con coro e chieri-chetti. Al momento dellapredica viene aggiunta unaparte speciale: è un saluto informa di lettera a SUORLARA, che dopo anni dipermanenza lascia la nostravallata e le nostre comunitàcristiane per recarsi conaltre consorelle ad aprireuna nuova comunità di Di-scepole del Vangelo inFrancia.

Più di qualcuno in chiesasi asciuga le lacrime. SuorLara si è fatta apprezzareper la sua semplicità, il suosorriso e la sua laboriosità.Dispiace lasciar partire unmembro della nostra Co-

munità. Sì, perché ormai suorLara era diventata una dellenostre, pratica delle nostreusanze, capace di sopportare inostri difetti, e di esaltare lenostre virtù.

Il Parroco-curato ha sottoli-neato l’importanza e la graziadi avere in mezzo a noi una co-munità religiosa, che attra-verso i voti di povertà, castità,obbedienza e vita fraterna, te-stimonia come si possa ancoroggi incarnare il richiamo aiCieli nuovi e alla Terra nuova,che Gesù è venuto ad inau-gurare con la sua incarnazione,morte e risurrezione.

Anche suor Lara ha preso laparola per ringraziare dell’af-fetto e del cammino fatto in-sieme, assicurandoci le suepreghiere e che non mancheràdi trascorrere le vacanze estiveancora qui, a San Giovanni.

Le Comunità di Arabba, SanGiovanni e Ornella, hannovoluto, tramite il parroco,donare una statua della Ma-donna a suor Lara. Non è ap-poggiata su una nuvola, o incima al globo terrestre, ma ha ipiedi ben piantati a terra, con isandali, pronta a portare ilBambino Gesù a tutti quelli cheincontra. Questo è l’augurioche anche da queste colonnedel Bollettino desideriamo farea suor Lara e alla Comunitàdelle Discepole del Vangelo.

SAN GIOVANNI BATTISTA

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30 «Le nuove del Pais»

Rosalba e la gran fana de tripa.

Un insolito pranzo, direte voi,per dei bambini, e per di più inEtiopia!

Ma proprio questo “menù” ciha consentito di aiutare il nostrocaro Padre Bepo Detomaso, cheda tempo ci aveva scritto del pro-getto per un asilo a Daye, uno deitanti poveri villaggi di una suaparrocchia con tanti bimbi.L’asilo sarebbe un punto di rife-rimento per le povere famiglie,sia dal punto di vista igienico sa-nitario che educativo, inoltre ibambini avrebbero un pasto ga-rantito al giorno. Come si può ri-manere indifferenti davanti atanti bimbi che chiedono aiuto!

Così eccoci ad organizzare lasagra dei SS. Pietro e Paolo adArabba, ed ecco che la DivinaProvvidenza ci viene incontronelle sembianze del nostro ma-cellaio Checco, che ci chiede se

può donarci 50 kg di trippa. Conla loro bravura, i cuochi Rosalbae Siro, per più giorni hannopulito, cotto e cucinato le trippe,trasformandole in una squisi-tezza! Poi crafons, crafons mòri,canifli, strudel, kropfen e altreleccornie cucinate con abilitàdalle nostre donne volenterose.

Ad essere sinceri, eravamo unpo’ in pensiero a vedere tuttoquel “ben di Dio”, pronto peressere venduto e credevamo diaver esagerato nelle quantitàpreparate, invece, già alle ore 11del giorno della sagra, sia i dolciche le trippe erano terminati!

Chi volesse contribuire adaiutare Padre Bepo, puòchiamare Marilena al numero:0436 79180 oppure Rita, alnumero: 0436 7291.

Diovelpaie ben tánt a duc chiche à contribuì e che à daidé pro.

Marilena

Padre Bepo in Etiopia.

Elezioni dei nuoviconsigli parrocchiali

In maggio si sono svolte leelezioni per il nuovo consigliopastorale parrocchiale e per ilnuovo consiglio di ammini-strazione della parrocchia.

Dopo varie rinunce e con-ferme, risultano eletti:

CONSIGLIOPASTORALE

1 Grones Roberto di Freinedi Arabba;

2 Crepaz Jacob di Gliera diArabba;

3 Del Negro Jessica di Co-lesel di Arabba;

4 Lezuo Sala Iris di Paluaciadi Arabba;

5 Grones Andreina di Pa-luacia di Arabba;

6 Crepaz Azzalini MariaTeresa di Colesel diArabba;

7 Pellegrini Lorenzo diCrepaz di Soraruaz;

8 Lezuo Xaiz Cecilia di Pa-luacia di Arabba;

9 Demattia Martini Maria diQuellecase di Ornella;

10 Crepaz Roberta di Pre-cumon di Arabba.

11 Pellegrini Adalberto diArabba;

12 suor Flavia rappresen-tante Comunità religiosa.

CONSIGLIOAMMINISTRATIVO1 Grones Roberto di Freine

di Arabba;2 Crepaz Jakob di Gliera di

Arabba;3 Pellegrini Lorenzo di

Crepaz di Soraruaz;4 Palla Stefano di Arabba;5 Masarei Delunardo

Nerina di Quellecase diOrnella;

6 Demattia Noè di Alfauro;7 Crepaz Giuseppe de Fe-

lizon, di Colesel diArabba;

8 Denicolò Maurizio, di Co-lesel di Arabba;

9 Xaiz Franco, di Paluacia diArabba;

10 Pellegrini Adalberto, diArabba;

11 Lezuo Corrado, di Pa-luacia di Arabba;

12 suor Flavia rappresen-tante Comunità religiosa;i sourastanc delle Viji-nanze per diritto di Statutodel Consiglio Ammini-strativo di Arabba.

Un ringraziamento aimembri uscenti dei Consigli,un grazie a chi è rimasto, unbuon lavoro ai neo-eletti. I dueconsigli restano in carica finoal termine dell’anno 2014, perun totale di 5 anni.

Cara mama!En cuoi che te festege 90

agn, volon te fè tànc ma tàncde auguri de ben e sanité!

Volon te dì en gran Dio-telpaie per dut chël che tàs fate te feje encora per duc nos,

Diotelpaie mama per icuintai de balòte, smòrn,scianscioni, crafons, canifli,ròst e golasc de cièrf e capriolche tàs cujiné.

Diotalpaie mama per i

cuintai de ben e AMOURche te nàs doné, de dute leròbe che te nàs ensigné,

ma lascetelo dì... tàs paence trop cridé.... e te conti-nuepa al fè... speron che te ten àbe nentenù, ades l epa orade lascé su...

Onpa en cin scherzé, adesde cuor volon te ringrazié...ele scuse de dut volon te fè...Marilena, Monika, Gottfried

NEWS da “Insieme si può... Fodom”

“Trippa per unasilo in Etiopia”

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«Le nuove del Pais» 31

La chiesa di ArabbaQuesta foto ci è stata

fornita gentilmente dallafamiglia Marchi.

Molte famiglie custodi-scono ancora questa foto,che don Luigi Daberto havoluto stampare nel pe-riodo tra le due guerre.

Come si può notare la de-corazione pittorica è ri-masta tale e quale.

Notiamo però le diffe-renze sostanziali.

Balaustre: le balaustreerano poste all’ingressodella zona dell’altare.Quelle di Arabba sono cu-stodite nella soffitta dellacanonica, ancora in ottimostato.

Esse venivano chiuse conun cancello, per sottoli-neare la separazione tra lecose del Cielo (Gesù vivo epresente nell’Eucaristia) ele cose della Terra (la genteche assisteva alla Messa).

Se qualcuno si accostavaalla Comunione il sacre-stano faceva scendere la to-vaglia che si vede ripiegataall’indietro, e ci si dovevainginocchiare sul gradinoper ricevere sulla lingua laparticola.

Archetti laterali: l’al-tare maggiore era staccatodalla parete di fondo e vi cisi poteva girare attorno.

Per unire l’altare allepareti sotto le finestre,

erano costruiti due archi la-terali, in legno dipinto(anche questi sono in sof-fitta della canonica).

Sopra i due archi su dellemensole erano collocate adestra la statua di San Giu-seppe col Bambino Gesù deltutto simile a quello del-l’altare di san Giuseppe aOrtisei (portata nelle pro-cessioni dai vegli), e a si-nistra la statua dell’Angelocustode col bambino (por-tata nelle processioni daijoven).

I due archi erano chiusida due pesanti tende, chedavano colore ed eleganzaall’insieme.

Gradini: l’altare mag-giore era posto su tregradini in arenaria grigiavenata di rosso, mentre orasi trova sollevato su due soligradini.

Il terzo e ultimo gradinonon esiste più.

Targa del privilegio:sopra la pala dell’altarmaggiore si intravede unatarga ovale, con cornice de-corata. Su quella tavola erascritto “Altare privile-giatum” con la data del pri-vilegio.

Voleva dire che il Vescovoaveva arricchito la Messache veniva celebrata suquell’altare di un’indul-genza speciale. Essa è stata

rubata e non più ritrovata,insieme alle due tested’angelo che si trovavanoall’inizio dell’arco dellapala d’altare.

Tabernacolo: sopra iltabernacolo c’erano dueangeli inginocchiati, di cuisi è salvato uno solo, che sitrova in canonica.

Uno portava la navicelladell’incenso (rubato), l’al-tro il turibolo (salvato).Sopra il tabernacolo alcentro si trovava l’AgnusDei, l’agnello in legno, stesosu un libro con i sette sigilli,rappresentante l’Agnellodell’Apocalisse.

Si trova mezzo distruttonella soffitta della Chiesa.

Candelieri solenni:erano grandi e belli in ar-gento, e sono stati rubati.Sostituiti con altri sei inottone.

Targa del cardinale: lamemoria del cardinale sitrovava sul lato sinistrosopra la balaustra, adessosi trova all’ingresso dellacappella della Madonna,prima il profilo del Car-dinale Merry del Valguardava l’altare mag-giore, ora invece è un po’fuori posto.

Confessionale: doveora si trova il fonte batte-simale, si nota il grandeconfessionale in legno di-pinto (andato distrutto).

Per permettere di ingi-nocchiarsi agevolmente,nel muro a sinistra era ri-cavata una nicchia (oramurata).

Anche la decorazione pit-torica era diversa.

Vetrina della Ma-donna: sopra il confes-sionale si trovava un ar-madio in legno dipinto convetri ai lati, che custodiva laMadonna del Rosario(portata nelle processionedalle donne sposate). Ora lavetrina non esiste più, e laMadonna è custodita in sa-cristia.

La Madonna del Car-mine che ora si trova sul-l’altare, era invece sempretenuta in sacristia nellasua nicchia usata per la pro-cessione di luglio e le altreprocessioni (portata nelleprocessioni dalle jovene), insacristia nella nicchia sitrova ora la Madonna Im-macolata.

Banchi per i bambini:davanti al confessionale si

trovavano due file di piccolibanchi per i bambini, sonodistrutti e alcuni pezzi sitrovano in soffitta dellachiesa.

Altare del Crocifisso: asinistra si può intravvederel’altare del Crocifisso (oradi san Giuseppe).

Questo altare custodivail bellissimo Crocifisso cheora si trova sopra il fontebattesimale al posto dellavetrina della Madonna.

Attorno al Crocifisso sitrovavano tre angeli che so-stenevano il calice per rac-cogliere il sangue dallemani e dai piedi di Gesù, esono stati rubati.

Nei venerdì di Qua-resima le Messe venivanocelebrate a questo altare,con concorso di popoloanche dalla Val Badia e dalresto di Fodom e Colle,perché ritenuto miracoloso.

Madonna del Per-petuo Soccorso: sopral’altare del Crocifisso sitrovava il quadro con labella cornice della Ma-donna del Perpetuo Soc-corso, che si venera a Roma,e che si trova anche in altrenumerose chiese dellaDiocesi di Bressanone. Nonsi sa più dove sia.

È sostituita da un volto diCristo, dono di Aldo Gro-nes.

Pavimento: il pavi-mento era di cementogrigio, sostituito da marmogiallo in anni recenti. Il ce-mento grigio si avvicinavadi più alla bellissima pietraarenaria su cui sono in-nalzati gli altari laterali el’altar maggiore.

Soglia: la vecchia sogliadella chiesa, con il caratte-ristico solco consumato dagenerazioni, in pietra lo-cale, è stato sostituito inanni recenti da una sogliain granito, così come igradini esterni, e la porta inlarice rivestita di pannelliin legno di rovere.

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32 «Le nuove del Pais»

PICCOLA CRONACA ARABBA E DINTORNI...

Festa della mamma

La seconda domenica dimaggio, si è tenuta con un tempopurtroppo incerto, la festa dellamamma nella cappella di Cherz.La gente era un po’ meno delsolito, perché a Pieve si eratenuta la festa delle Prime Co-munioni.

Nonostante questo la Messa ela festa che ne è seguita hannoavuto un bel riscontro. Comeogni anno sono stati affidati al-l’intercessione e alla protezionedi Maria i bambini nati l’annoprecedente, il 2009. Tantibambini fodomi (e le loro fa-miglie) non sanno neppure che illoro nome è scritto insieme aquello dei loro amici accanto allaMadonna di Cherz. Ma questopiccolo atto di affidamento, cheviene celebrato ogni anno consemplicità, un giorno ri-splenderà come una perla pre-ziosa, specialmente nel mo-mento in cui ci presenteremodavanti a Dio. Maria dirà a suoFiglio: “Lasciali passare, questisono miei!”.

Cherz

La cappella è stata rinfre-scata in occasione di una con-sistente caduta di malte al-l’interno della sacrestia: laparete dietro l’altar maggioresi è quasi scrostata per intero,e quindi è stato necessario

Mont da Chierz, anni 30: berba Bepo Patin paster, col fiol TonePatin, Tone Tondo e Maria Pecula visei de le vacie. Passati gli anniduri della distruzione della Prima Guerra Mondiale, e rialzati confatica le case, i fienili e le stalle, anche i pascoli un po’ alla volta tor-narono alla normalità.

La Madona dei Bec de Roces, 15 agosto 1992: la statua della Ma-donna sale ancorata al seggiolino dell’impianto di risalita verso i Bec,dopo essere stata in Chiesa ad Arabba ad accogliere con le suebraccia aperte e gli occhi bassi le invocazioni dei suoi figli. Anchequest’anno Ella ci attende per Santa Maria Maiou ad Arabba e suiBec.

rifare le malte, il fino e dare ilcolore. Così ormai si è prov-veduto a risanare anche laparete di fianco ai banchidegli uomini, che aveva bi-sogno di manutenzione.

Un ringraziamento perquesto al sourastant Marino,agli uomini della frazione chehanno prestato gratuita-mente la loro opera, alComune che ha elargito ilmateriale necessario, alledonne che hanno prov-veduto con solerzia alle pu-lizie, in modo che per la festadella Mamma la cappella ri-

splendeva e profumava dibello e di pulito! Diovelpaie

Benedizione mezziDopo la festa di San Flo-

riano, anche il giorno di Pen-tecoste abbiamo benedettoancora alcuni mezzi.

Questa volta si trattava deinuovi mezzi del Soccorsoalpino. Dopo la Messacantata solenne, ci si è spo-stati all’esterno per la benedi-

zione, e per ascoltare gli inter-venti delle Autoritàintervenute, sia della vallatache a livello provinciale.

L’augurio è stato quello dinon dover più adoperare perrecuperare o cercare personedecedute in montagna, ma di

essere sempre strumento disalvezza e assicurazione di as-sistenza nelle difficoltà che sipresentano sui nostri monti,che a volte, diventano luoghidi morte a causa della impre-vedibilità della natura, o dellaleggerezza con cui la si sfida.Festa del SignourUna bellissima giornata ci haassistito per la Messa solennee la seguente processionesulla piazza di Freine per la

domenica del Corpus Do-mini. I quattro bellissimialtari preparati agli angolidella piazza, con le tovagliebelle ricamate, i fiori, e l’assi-stenza dei tanti volontari evolontarie che si prestanoogni anno per portare tutto ilnecessario alla festa.

Emoziona sempre sentire icantori intonare il bel “Pangelingua” a più voci, il cantodegli inizi dei quattroevangeli, le benedizioni altempo e i rintocchi dellecampane, mentre tutti i fedelisi inginocchiano fino a terra.Che il Signore ci concedasempre di poter vivere con so-lennità queste belle feste.

Festa del Cuor di GesùLa domenica dopo il

Corpus Domini, altra Messasolenne, in onore del Cuor diGesù, presente la Schützen-kompanie Buchenstein.

Dopo la Messa proces-sione col Santissimo e lastatua del Cuor di Gesù at-torno alla Chiesa, canto dei

Cappella di Cherz “liberata” dal grande frassino e dagli abeti.

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«Le nuove del Pais» 33

Gita di fine catechismo al santuario dei Santi Vittore e Corona aFeltre: chi riconosce i nostri “scoiattoli”?

All’ombra di un bell’albero, in mezzo al prato, una chitarra, tantevoci, un’unica allegria!

Foto di gruppo davanti al portone della Basilica di San Vittore il 2giugno 2010.

quattro evangeli e benedi-zioni, tanto quanto il giornodel Corpus Domini. Que-st’anno gli scizeri han dovutofarsi aiutare da alcuni uominie giovani presenti per portarfuori tutto il necessario per laprocessione. Ancora unavolta Arabba paga lo scotto diessere frazione, e quindi nellemaggiori feste vedere l’esododelle curazie verso la Pieve.Ma fin quando si riuscirà atener duro, noi non mol-leremo. Poi faremo quel cheriusciremo.

La sera di quella stessa do-menica, nonostante lapioggia sono stati accesi ifuochi in onore del Cuor diGesù sulle cime attorno alpaese, grazie all’opera degliscizeri.

Sella Ronda HeroSabato 26 giugno Arabba

ha visto transitare numerosi

ciclisti, ma non con le bici dacorsa, ma con quelle da mon-tagna. Come dice la parola in-glese, Hero, erano degli eroi,poiché la sfida era attra-versare il comprensorio delSella Ronda il più possibile suisentieri e non sulla strada.Partiti dalla Val Gardena,scesi a Corvara e poi Campo-longo - Arabba, si sono ar-rampicati fino a Ornella e dalì fino ai Pescoi, su per la Montd’Ornela, per poi scendere dalì fino al Pordoi sotto l SasCiapel. In qualche punto isentieri erano stati aperti dalgatto delle nevi, per la pre-senza ancora di un buonmetro di neve!

Sella Ronda bike dayDomenica 27 giugno

chiusura totale dei quattropassi del Sella Ronda: Cam-polongo, Pordoi, Sella eGardena. Una moltitudine di

circa 15.000 persone e forsepiù, ha invaso in bicicletta lestrade completamentechiuse al traffico dalle 8.30del mattino fin dopo le 3 delpomeriggio. Quest’annoArabba si è colorata della pre-senza della Corpo Musicaleda Fodom, del gruppo folk,dello stand degli Schützen, edai colori delle donne colguant da fodomaper far vederea tutti che Fodom è una realtàviva, in cui è bello venire asoggiornare.

Maratona dles Dolomites

Dopo il riconoscimentodelle Dolomiti da parte del-l’Unesco quale Patrimoniodell’umanità, quest’annoquasi novemila partecipantihanno preso parte alla Ma-ratone dles Dolomites,giunta alla 24a edizione.Questa volta tutta la vallatafodoma era bloccata altraffico dalle 6.30 del mattinofino alle 3 del pomeriggio. Ilgiro più corto prevedeva lapartenza da La Villa in Badia,Campolongo, Arabba,Pordoi, Sella, Gardena, Col-fosco e di nuovo a La Villa. Il

secondo percorso prevedevainvece dopo Colfosco, di at-traversare di nuovo Corvara,Campolongo, Arabba, scen-dere a Pieve, salire al Fal-zarego, Valparola, San Cas-siano e arrivo a La Villa. Ilterzo e più impegnativoinvece, arrivati a Cernadoi,girare per Colle Santa Lucia,salire il Passo Giau, scenderea Pocol, arrivare al Falzarego,Valparola e arrivo a La Villa.

Impressionante vedere il“serpentone” compatto di ci-

clisti arrivare già alle 6.50 inpiazza ad Arabba. Impossibileattraversare la strada, sia perla velocità dei ciclisti, sia perla vicinanza l’uno all’altro!

Trans-AlpMercoledì 30 giugno

Arabba è stata attraversatada un’altra comitiva di 1200ciclisti, che correvano acoppie, partite dalla Baviera,dovevano attraversare leAlpi, scalando i passi dolo-mitici per arrivare infine alLago di Garda. Anche unpezzo di Fodom era rappre-sentato dalla coppia LucaPalla - Filippo Beccari, chebene hanno figurato in mezzoa tutti gli altri! Da notare chesono “feroci” sia in bici, checon gli sci! Estate e invernosempre protagonisti, porta-colori della nostra vallata!!

Estate ragazziLa Parrocchia di Arabba

ha appoggiato e collabora vo-lentieri con un gruppo di vo-lenterose mamme, che sisono organizzate per uncentro estivo a favore dei figlidi residenti che lavorando

entrambi desideravano unluogo protetto e sicuro in cuilasciare i bambini.

Il Centro estivo funzionatutta l’estate e può esseresfruttato anche per poche oreal giorno o per l’interagiornata.

L’unione fa la forza vieneda dire, ma anche aiutati cheil Ciel t’aiuta.

Un buon lavoro, e che sia laprima di molte estati piene disoddisfazioni e gioia di stareinsieme.

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34 «Le nuove del Pais»

LA VOCEDEI REGISTRI

BATTESIMIgennaio - giugno 2010

1. ALESSIA Franzini daArabba, di Alessandro eCatia Crepaz, nata aBelluno il 01.10.09 e bat-tezzata ad Arabbal’11.04.10.

2. ALLISON Palla, da LeRove di Renaz, di Ciro eLorena Crepaz, nata aBrunico il 21.11.09 e bat-tezzata ad Arabba il17.04.10.

3. KATE Pellegrini, daArabba, di Adriano eHelga Soraperra, nata aCavalese il 10.01.10 e bat-tezzata ad Arabba il06.06.10.

MATRIMONIgennaio- giugno 2010

1. VINCENZO Amicone eSERENA De Cassan, daSorarù-Arabba,l’08.05.10 ad Arabba.

MORTIMorti e sepolti inParrocchia di Arabbagennaio-giugno 2010

1. GIULIANA Delfauroved. Grones, da Arabba,morta a Villa San Giu-seppe il 07.01.10, sepoltaad Arabba.

2. TERESA Pezzei inCrepaz, da Arabba,morta il 24.03.10, sepoltaad Arabba.

3. MARTIN Grones, daArabba, morto a Bolzanoil 28.12.09, tumulate leceneri ad Arabba il07.05.10.

4. WALTER Furgler, daArabba, morto il23.05.10, sepolto adArabba.

Morti originari di Arabba se-polti fuori parrocchia

1. AIDA Delfauro, daArabba, morta a CanalSan Bovo il 13.01.10, se-polta a Canal San Bovo.

Morti da Soraruaz gennaio - giugno 2010

1. EMILIO Crepaz, daCherz, morto a Belluno il12.01.10, sepolto aBelluno.

2. MARIO Crepaz, daCherz, morto a La ValleAgordina il 13.03.10, se-polto a Pieve.

Morti da Ornella sepolti aPieve gennaio - giugno 2010

1. ANTONIO Martini, daOrnella, il 23.01.10, se-polto a Pieve.

2. FELICE Dorigo, da Or-nella, morto a Villa SanGiuseppe il 10.04.10, se-polto a Pieve.

Morti originari da Ornellae sepolti fuori parrocchiagennaio - giugno 2010

1. RITA Martini ved. Pal-lua, da Ornella, morta inArgentina il 17.04.10, se-polta in Argentina.

Daniel coscritto e sorri-dente riceve dal par-roco di Arabba, padreAgostino, la crocetta aricordo della Messadella coscrizione. Sonopassati due anni dallasua improvvisa scom-parsa, ma è come sefosse ieri...

Il Decano seduto sulla famosa Cattedra del Vescovo asan Vittore, che dicono faccia passare il mal dischiena!

Don Claudio e don Paolino aPortavescovo durante uno deipassati incontri dei “preti sullaneve”. Dopo anni tra le mon-tagne e le piste da sci, donPaolino scende a valle, a pren-dere il posto di don ClaudioSacco nella Parrocchia di Mas-Peron in comune di Sedico.

La Madonna deiBec de Roces inchiesa ad Arabba.

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«Le nuove del Pais» 35

NOTIZIEDAL COMUNE

luglio 2010Impianti a Fune

È stato concesso alla Ditta Impianti a fune Col di Lana l’usodi una porzione di terreno in località Soura Cengle, per ubi-carvi la stazione di monte della nuova seggiovia quadripostoad attacchi fissi “Cherz 1” che sostituirà, probabilmente per lastagione invernale 2011/12, l’attuale biposto.

Urbanistica

Approvata la variante parziale al P.R.G. per l’ampliamentodell’ Hotel Malita, finalizzato all’aumento della superficeutile della cucina e dell’ingresso principale.

Varie

● È in fase di affidamento l’incarico per la sostituzione di 78punti di illuminazione pubblica distribuiti nelle varie fra-zioni, ormai obsoleti e alcuni funzionanti giorno e notte, conaltrettanti apparati dotati di lampade a basso consumo e coninterruttori crepuscolari che permetteranno un notevole ri-sparmio di energia elettrica. Il costo complessivo dell’ope-razione ammonta a 27.478 tale importo viene in parte fi-nanziato da un contributo di 6.646 del Consorzio BIM.

● Dal 7 giugno 2010 è in vigore il nuovo orario di apertura del-l’ecocentro di Renaz, di seguito esposto:

Maggio

GiugnoBASSA STAGIONE Fino al 15 Luglio

Dal 15 SettembreOttobreNovembre

Lunedì Dalle 9.00 alle 13.00

Mercoledì Dalle 14.30 alle 18.30Sabato Dalle 14.30 alle 18.30

DicembreGennaioFebbraio

ALTA STAGIONE MarzoAprileDal 15 LuglioAgostoFino al 15 Settembre

Lunedì Dalle 9.00 alle 13.00Mercoledì Dalle 14.30 alle 18.30 Giovedì Dalle 9.00 alle 13.00 Venerdì Dalle 14.30 alle 18.30 Sabato Dalle 14.30 alle 18.30

● Viste le richieste dell’”Unione per l’Assistenza Civile Vigilidel Fuoco Volontari di Livinallongo” è stata approvata l’ac-quisizione gratuita al patrimonio Comunale delle unità im-mobiliari costituenti la sede dei Vigili del Fuoco Volontari diLivinallongo in località Alfauro, e stabilito che le unità ac-quisite saranno destinate gratuitamente all’uso dei Vigilidel Fuoco Volontari di Livinallongo.

● È stato rilasciato il permesso al completamento della di-scarica in località Vara Scura (Frazione di Ornella), dopoaver verificato l’ottemperanza, da parte della Ditta eser-cente delle prescrizioni precedentemente emesse. L’attivitàdovrà svolgersi nel rispetto della condizione di circolazionecon i mezzi di cantiere sulla viabilità esterna alla strada perPè d’Ornella e delle altre condizioni della convenzione giàstipulata in merito alla manutenzione della strada co-munale di Ornella.

D. Maurizio

L’ANGOLODELLOSPORT

È in pieno svolgimento la 37a

edizione del Torneo Agordino diCalcio al quale partecipa lasquadra del Fodom. La forma-zione allenata da Foppa Robertocon la collaborazione di CrepazMassimo si è ben comportata nellaprima fase a gironi rimanendo im-battuta per tutte le sette partite di-sputate.

Cinque sono state infatti le vit-torie e due i pareggi che hanno per-messo di concludere il girone al se-condo posto in classifica allespalle del Cencenighe e di ottenerein questo modo l’accesso diretto aiquarti di finale.

Soddisfazione anche perDavide Crepaz e Alex Martini cheinsieme hanno realizzato ben 15marcature.

Arcigno anche il reparto di-

fensivo che ha subito soltanto settereti in altrettanti incontri.

È iniziato anche il torneoagordino riservato agli “under14”. La squadra quest’anno è af-fidata nuovamente alla guidatecnica di Sandro Soratroi eAndrea Palla che si trovano adover gestire un gruppo di circa 35giocatori. Nelle prime partite sonoarrivate due vittorie e altrettantesconfitte che per il momento ri-legano la giovane formazione delFodom a metà classifica.

Pienamente aperto il discorsoper quanto riguarda l’accesso allefasi finali del Torneo.

Domenica 1 agosto sul nuo-vissimo campo sintetico di Cer-nadoi si disputeranno le finali delTorneo Agordino di calcio sia perquanto riguarda gli amatori sia pergli “under 14”. Si tratta di unevento di grande importanza vistoil risalto mediatico che da alcunianni ha assunto questa manifesta-zione calcistica.

Saranno ben otto le formazioniimpegnate nel corso dellagiornata.

OFFERTEPER LA CHIESA E LEOPERE PARROCCHIALI

Roilo Filomena in mem.figlia Maria; N.N. in occ. PrimaComunione; N. N. per chiesa diPian; Daberto Berto; GronesRemo, Brunico; CrepazPaolina; Crepaz Paolino (Mis-sioni); Pezzei Giacomina,Cortina; Pellegrini Michele; La-scito di Crepaz Veronica allachiesa (500); Suor BenignaTestor in mem. sorella Caterina;

Uscite: per gasolio nel 2010(8.320); per Enel (624,54).

Altre offerte: per carità dio-cesana (140); per carità del Papa(280).

PER LE CHIESEFRAZIONALI

Digonera: in mem. VallazzaOliva, nipote Giovanni; LongoFlora; in occ. laurea di CristinaAvoscan, i genitori Santina eTomaso; dalla festa di S. Giu-seppe (600);

Larzonei: Bassot Nevio; fra-telli Gabrielli;

Corte: nel matrimonio diBarbara Delazer e Costa Denis;

Andraz: nel battesimo diLuca Savigni, i genitori.

Uscite per progetti dei re-

stauri interni della chiesa:6160 euro.

BOLLETTINO: Sorarui Mi-rella, Londra; Palla M. Concettae Patty; Andrich Ugo; DavareGiacomo, Laste; Faber Lo-redana, Asiago; Faber Leo-poldo; Daberto Alberto; TreboElio; Dorigo Antonio e Primo;Dorigo Bernardino; Discepoledel Vangelo; Testor Ottavio,Germania; Clement Dino;Davare Pietro; fam. Da Rin (far-macisti); Denicolò Adele; SoiaDino, Caviola; Sief Evelina,Agordo; Sief Ivan, Oxford;Davare Geltrude, Laste; Delu-nardo Eugenio; Sief Anita,Taibon; Costa Silvia; NicolaoAvita, Australia; Roilo Livio,Agordo; Donatelli Rina, Vododi Cadore; Simonetta, Falcade;Murer Marina; Demattia Ca-terina, La Villa; Daurù Ida, Vi-cenza; Cereda Anna, Brianza;Vallazza Maria Giuliana,Cortina; Delfauro Lidia,Genova.

Nota: Ringrazio vivamenteper le varie offerte sia per lechiese, sia per il bollettino, le cuispese di spedizione dopo l’en-trata in vigore col 1o aprile 2010,di un decreto ministeriale, sonoaumentate del 300%.

Segnalate eventuali dimenti-canze.

CORREZIONENell’ultimo numero de

“Le Nuove del Pais” (n. 2) èstato riportato l’elenco dei sa-cerdoti di Livinallongo. Al n.6 è stato scritto: DabertoLuigi n. il 21.02.1868 e m. a S.Lorenzo Pusteria il30.12.1948. In questa frase ci

sono due errori: il cognome eil giorno della nascita chesono invece, rispettiva-mente: Demattia e 22/02/1868 come risulta dallibro dei battesimi.

Inoltre al n. 15; Crepaz An-tonio è sbagliata la data dellamorte; non il 1954, ma il 1964.

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36 «Le nuove del Pais»

I numeri dicono tanto manon possono dire tutto, infatti,67 iscritti al primo corso acca-demico sono tanti, di là delleaspettative.

Questo dimostra che il desi-derio di acquisire nuove cono-scenze, è sentito profonda-mente in tante persone chehanno raggiunto un’età in cuinell’immaginario collettivo sipensa se ne stiano in casa a farei soliti e ripetitivi lavori, aleggere, forse, il giornale o aguardare la tv. L’individua-lismo è in agguato e si affermaanche nelle nostre piccole co-munità.

Il segno di una tendenzacontraria si intravede nel desi-derio di progredire nella cono-scenza, di saper cogliere e va-gliare i problemi complessiche ci stanno davanti, diascoltare le tante voci che ci as-salgono per poi decidere auto-nomamente. Questa è libertà.

Lo hanno capito i 67 iscritti efrequentanti l’università degliAdulti-Anziani della sezioneAlto Cordevole, che hannoconcluso il primo anno acca-demico il 28 maggio, alla pa-lestra di Caprile assistendo aduna rappresentazione teatraleofferta dalla compagnia ”Attori per caso”.

Il giorno dopo ben 36 eranoa Cortina per il VII convegnoprovinciale cui hanno parte-cipato oltre 600 persone si-stemate nel palazzetto dellosport perché non c’era altrastruttura in grado di accoglieretante persone.

Durante l’anno la percen-tuale dei presenti alle lezioni èstata molto alta, si va da unmassimo del 60% ad unminimo del 55%.

I corsisti provengono dai seicomuni dell’alto Cordevole.Due signore provenienti dallaVal Badia non sono maimancate alle lezioni.

I temi trattati nei dodici in-contri sono stati vari: dalla let-teratura, all’arte, dal fe-nomeno dell’emigrazione allamedicina, dalla meteorologia,alla storia locale. I docenti chein provincia sono 415 offronole loro competenze sempre ecomunque gratuitamente.

Due sono state le uscite di-dattiche: visita al centro Va-langhe di Arabba e alla latteriadi Renaz e poi al planetario di

San Tomaso Agordino.Ai corsisti era stata offerta la

possibilità di sviluppare untema da titolo “Non è maitroppo tardi”

Le sorprese non sonomancate: infatti, 13 hanno ri-sposto puntualmente met-tendosi al primo posto comenumero, tra le dodici sezioniprovinciali.

Si diceva prima circa inumeri che dicono tanto manon tutto. Dai temi cogliamoalcune sintetiche espressionidove si può cogliere, con sem-plicità, ma anche con obiettivachiarezza, qual è lo statod’animo in cui ci si esprimedopo il primo anno di fre-quenza.

“NON È MAI TROPPOTARDI”.

É come dire: - c’ è un’oppor-tunità, coglila, sei ancora intempo; è una frase che ti dà lacarica, un motto che do-vremmo fare nostro nellepiccole e grandi decisioni delvivere quotidiano”.

“Da piccola sognavo di stu-diare, la mia famiglia erapovera, mio padre minatore.Per la mancanza di mezzi sonostata costretta a lavorare subitodopo le elementari. E i sognisono subito tramontati.

Ora grazie all’universitàdegli adulti-anziani posso co-ronare il mio sogno”.

“È la sete di cultura che miha spinto a aderire con entu-siasmo alla neonata universitàdel mio paese”.

“Mi son detta: si può rico-minciare! L’università mi haaiutato dopo che il mondo mi ècrollato addosso con la mortedi mio marito”.

“Frequentando l’universitàè cambiato lo stile di vita, oggisono molto contenta, felice.All’università ho trovatoun’altra casa: mi trovo doppia-mente contenta”.

Il presidente provincialeprofessor Attilio Menia il 24giugno, ad Alleghe sede deicorsi, ha riunito i collaboratoridella Sezione per pro-grammare il calendario e iltema delle lezioni per ilprossimo anno. Nel mese disettembre il calendario saràesposto in tutti i Comuni del-l’Alto Cordevole e si racco-glieranno le iscrizioni.

Celestino Vallazza

Universitàdegli Adulti - Anziani:

ottimo il consuntivodel primo anno accademico

Piccole cose preziose agli occhi di Dio

❏ Sorridi nella monotonia deldovere quotidiano.

❏ Taci quando ti accorgi chequalcuno ha sbagliato.

❏ Elogia il fratello che ha operato ilbene.

❏ Rendi un servizio a chi ti è sotto-posto.

❏ Partecipa al gioco dei fanciulli, iprediletti di Dio.

❏ Stringi cordialmente la mano alfratello che è nella tristezza.

❏ Parla con dolcezza agl’impa-zienti e agl’importuni.

❏ Guarda con affetto il fratello checela un dolore.

❏ Saluta affabilmente gli umili.❏ Riconosci umilmente la tua de-

bolezza.❏ Rammaricati sinceramente del

male fatto.

ANAGRAFENATI

1) VERGINER Denise (SanMartino in Badia) nata aBrunico (BZ) l’11.02.2010.

2) COLLESELLI Giorgia(Varda) nata a Belluno il15.05.2010.

3) SIEF Ilenia (Brenta) nata aBelluno il 16.05.2010.

4) SOTGIU Yana Lucia (Al-fauro) nata a Brunico (BZ) il24.05.2010.

5) FESTA Gianni (Salesei diSotto) nato a Brunico il01.06.2010.

6) FEDELI Alessandro (Arab-ba) nato a Belluno l’8.06.2010.

MATRIMONI1) MARTINI Marco (Arabba)

con TOMÈ Elena (Agordo) il12.06.2010 ad Agordo.

2) DENICOLO’ SIMONE(Agai) con DAL PONT Chiara(Taibon agordino) il19.06.2010 a Taibon Agordino.

1) FURGLER Walter (Arabba)nato ad Arabba il 27.12.1941 edeceduto ad Agordo il23.05.2010, coniugato conBrunetti Annetta, padre di trefigli.

2) VALLAZZA Oliva (Pian diSalesei/Sorarù) nata a Pian diSalesei il 19.03.1921 e de-ceduta ad Agordo il27.05.2010, nubile.

3) FOPPA Maria Elisabetta(Gruoppa/Bolzano) nata aGruoppa il 18.06.1947 e de-ceduta a Bolzano il 27.05.2010,vedova di Delmonego Giu-seppe madre di tre figli.

4) VALLAZZA Enrico “Ma-rins” (Contrin/San Vito diCadore), nato a Contrin il24.03.1936 e deceduto a Pievedi Cadore il 10.06.2010, co-niugato con Crepaz Silvana,padre di tre figli di cui unomorto.

5) DELTEDESCO FIORA(Andraz/Limana) nata aBolzano l’11.11.1927 e de-ceduta a Belluno il 15.06.2010,vedova di Colle Luigino,madre di quattro figli di cui unomorto.

MORTI