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La quarta rivoluzione industriale LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE L’espressione “quarta rivoluzione industriale” è usata per indicare due fenomeni, diversi ma in parte sovrapposti, che stanno agendo e trasformando la nostra contemporaneità. In una prima accezione, più ampia, il termine intende il cambiamento che stanno portando le tecnologie digitali - internet in primis, ma anche le comunicazioni mobili a banda larga, le architetture Cloud, l’High Performance Computing, il Software Defined Everything, etc. - in tutti gli ambiti dell’economia e della società. La quarta rivoluzione industriale, dopo la prima innescata dalla macchina a vapore (fine 1700), la seconda innescata dal paradigma della produzione di massa (inizi del 1900) e la terza legata dall’avvento dei primi computer nelle fabbriche e nei servizi (1960-1970), segna un nuovo cambiamento epocale, che non si limita al comparto industriale. Essa infatti tocca la società nella sua interezza: l’economia e i meccanismi di creazione e distribuzione della ricchezza, la produttività, il lavoro e le professioni, la comunicazione, la cultura e l’istruzione, la politica. In una seconda con quarta rivoluzione industriale si fa specifico riferimento all’applicazione delle nuove tecnologie digitali nel comparto industriale e manifatturiero (Smart Manufactoring). Questa seconda accezione è meglio definita e capace di rappresentare la sua vera novità alla luce delle profonde trasformazioni già avvenute in altri settori, come le telecomunicazioni, i servizi finanziari, i media, il commercio, il turismo e la mobilità, solo per citarne alcuni. I SETTORI EMERGENTI Le tecnologie “abilitanti” di Industria 4.0 sono ambiti piuttosto eterogenei per numero di progetti collaborativi finanziati e risorse ottenute dai programmi europei. I più ampi e di maggior peso finanziario sono: “advanced manufacturing solutions” e “augmented reality” (oltre 1 miliardo di euro di risorse assegnate in Europa dal 2008 in ciascuno dei 2). Di seguito l’elenco completo delle tecnologie: 1. Advanced Manufactoring Solutions L’ammodernamento delle attrezzature è fondamentale per svecchiare il parco macchine e fare il salto nella robotica, ma è altrettanto corretto non dimenticare la parte software, cuore pulsante della partita. Quindi il passo in avanti non Pagina 1 di 18

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La quarta rivoluzione industriale

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALEL’espressione “quarta rivoluzione industriale” è usata per indicare due fenomeni, diversi ma in parte sovrapposti, che stanno agendo e trasformando la nostra contemporaneità. In una prima accezione, più ampia, il termine intende il cambiamento che stanno portando le tecnologie digitali - internet in primis, ma anche le comunicazioni mobili a banda larga, le architetture Cloud, l’High Performance Computing, il Software Defined Everything, etc. - in tutti gli ambiti dell’economia e della società. La quarta rivoluzione industriale, dopo la prima innescata dalla macchina a vapore (fine 1700), la seconda innescata dal paradigma della produzione di massa (inizi del 1900) e la terza legata dall’avvento dei primi computer nelle fabbriche e nei servizi (1960-1970), segna un nuovo cambiamento epocale, che non si limita al comparto industriale. Essa infatti tocca la società nella sua interezza: l’economia e i meccanismi di creazione e distribuzione della ricchezza, la produttività, il lavoro e le professioni, la comunicazione, la cultura e l’istruzione, la politica. In una seconda con quarta rivoluzione industriale si fa specifico riferimento all’applicazione delle nuove tecnologie digitali nel comparto industriale e manifatturiero (Smart Manufactoring). Questa seconda accezione è meglio definita e capace di rappresentare la sua vera novità alla luce delle profonde trasformazioni già avvenute in altri settori, come le telecomunicazioni, i servizi finanziari, i media, il commercio, il turismo e la mobilità, solo per citarne alcuni.

I SETTORI EMERGENTILe tecnologie “abilitanti” di Industria 4.0 sono ambiti piuttosto eterogenei per numero di progetti collaborativi finanziati e risorse ottenute dai programmi europei. I più ampi e di maggior peso finanziario sono: “advanced manufacturing solutions” e “augmented reality” (oltre 1 miliardo di euro di risorse assegnate in Europa dal 2008 in ciascuno dei 2).  Di seguito l’elenco completo delle tecnologie:

1. Advanced Manufactoring SolutionsL’ammodernamento delle attrezzature è fondamentale per svecchiare il parco macchine e fare il salto nella robotica, ma è altrettanto corretto non dimenticare la parte software, cuore pulsante della partita. Quindi il passo in avanti non andrà fatto solo con la sostituzione di macchine a controllo numerico e robot, perché solamente grazie al connubio hardware-sofware si potrà fare il salto di qualità. 

2. Additive Manufactoring (stampa 3D)La stampa 3D è ad oggi, una rivoluzione che si aggancia e integra con i processi legati alla Smart Manufacuting e all’IoT. Per queste ragioni, si parla più propriamente di Manifattura Additiva. Uno degli elementi peculiari di tutte le tecnologie di stampa 3D è la possibilità di realizzare, in un unico processo di stampa, oggetti che tradizionalmente sono realizzati in diversi componenti singoli, successivamente da assemblare.

3. Augmented RealityÈ una rappresentazione dell’ambiente reale e fisico, che viene “aumentata” (o supportata) da input sensoriali generati dal computer quali suoni, video, acceleratori grafici o GPS data. Lo spettro degli impieghi potenziali è molto ampio, sebbene siano emersi dei campi di applicazioni nei quali la realtà aumentata ha dato prova di migliorare le prestazioni di processi e persone e allo stesso tempo abbattere i costi in diverse aree aziendali. Essa può essere usata nella produzione, nella manutenzione e assistenza remota, nel training, nel controllo qualità, nel safety management, nel design e visualizzazione, nella logistica. 

4. SimulationCapacità di simulare in anticipo, e evitare errori nella fase progettuale, proprio perché tutto quanto ricondotto a un modello virtuale. Ogni oggetto prodotto, ad esempio l’automobile, ma anche le linee che consentono di produrre l’automobile, sono progettate e

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simulate in anticipo, con software collaborativi dove tutte le informazioni progettuali risiedono. Si hanno tutte le informazioni necessarie per arrivare alla produzione fisica reale di un oggetto. Quanto più riusciamo a simulare e quindi ad avere un gemello virtuale, e più questo anticipa l’emissione in commercio di un prodotto.

5. Horizontal/Vertical IntegrationLa fabbrica digitale, o Internet Industriale, apre le porte a una ricchissima serie di modelli di business a livello di produzione, grazie all’integrazione digitale di tutti gli attori dei processi aziendali, come fornitori, partner, clienti.  Ad esempio vengono sviluppate e messe a disposizione delle imprese delle piattaforme che consentono di sviluppare e gestire dei marketplace collaborativi a livello di imprese manifatturiere. Con l'integrazione verticale entra in gioco la possibilità di disporre di soluzioni che permettono la comunicazione e l’integrazione con i servizi digitali di factory. 

6. Industrial InternetI prodotti basati sull'Internet of Things diventano oggetti “intelligenti” e attivi, che partecipano al processo di produzione, trasferiscono informazioni e mantengono un legame informativo con la produzione anche dopo che sono usciti dal ciclo produttivo per entrare nel mondo dei clienti. I prodotti nell'Industria 4.0 diventano “intelligenti”, "conoscono" e partecipano al loro lifecycle, interagendo con la produzione in modo dinamico.

7. CloudParadigma di erogazione di risorse informatiche, come l'archiviazione, l'elaborazione o la trasmissione di dati, caratterizzato dalla disponibilità on demand attraverso Internet a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili.

8. Cyber-SecurityConosciuta anche come computer security o IT security, è la protezione dei sistemi dei computer dal furto o danneggiamento di hardware, software o le informazioni contenute in esso, così come la distruzione o il dirottamento dei servizi che vengono offerti.

9. Big Data and AnalyticsProcesso per esaminare grandi strutture di dati, per scoprire modelli nascosti, correlazioni sconosciute, andamenti di mercato, preferenze dei consumatorie altre utili informazioni di business.

L’ITALIA È PRONTA AL NUOVO PARADIGMA TECNOLOGICO?Il livello di digitalizzazione in Italia

Le imprese italiane:Il nuovo contesto per le imprese è la digitalizzazione dell’economia. Una tendenza che ha avuto un vero e proprio salto di qualità negli ultimi anni con l’accesso a Internet in mobilità e la crescita del numero di persone interconnesse, e che è destinata ad accelerare sulla spinta di Big Data, Cloud, Internet of Things, Addittive Manufacturing, e altro ancora. La trasformazione richiesta non è solo tecnologica. Deve riguardare l’intera sfera organizzativa, perché il cambiamento non è un problema della sola funzione IT, ma una priorità per i vertici aziendali, e richiede l’inserimento di competenze del tutto nuove, difficili da reperire e che impongono nuovi percorsi formativi. I cambiamenti si estendono dalle relazioni di filiera (azienda-clienti, azienda-fornitori, azienda-stakeholder esterni) sino a quelle fra azienda e dipendenti (smart working): con una maggiore autonomia delle persone nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. La tempestività nel rispondere ai cambiamenti del contesto, o addirittura nell’anticiparli, è sempre più determinante. Questa capacità di risposta chiede di

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sviluppare flessibilità e dinamicità interne che difficilmente si sposano con i modelli di business tradizionali e che richiedono le nuove filosofie di sourcing dell’innovazione digitale.

L’INDICE DESI È l’indice della

digitalizzazione della società e dell’economia della Commissione Europea

È composta da 5 dimensioni

È la sintesi in totale di 30 indici

Il peso attribuito a ciascuna dimensione è proporzionale all’importanza attribuita alla stessa da parte della Commissione Europea ai fini della valutazione del livello di digitalizzazione: la connettività e il capitale umano hanno entrambi un peso pari al 25%, l’uso di internet ha un peso del

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15%, l’integrazione della tecnologia digitale del 20% e infine i servizi pubblici digitali del 15%.

L'Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell'UE secondo l'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione europea (DESI) 20162. L'Italia fa parte del gruppo di paesi che stanno recuperando il ritardo: pur collocandosi ancora al di sotto della media UE, nell'ultimo anno ha compiuto progressi più rapidamente rispetto alla media. La dimensione capitale umano (vale a dire le competenze digitali) costituisce l'ambito in cui l'Italia ha realizzato i maggiori progressi; tuttavia, i livelli di competenze digitali rimangono bassi e ostacolano gli sviluppi in termini di uso di Internet da parte dei cittadini e di integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese. L'Italia registra prestazioni

medie nei servizi pubblici digitali. Sul piano della connettività, l'Italia è quasi all'ultimo posto a causa di un insufficiente livello di offerta e domanda di banda larga ad alta velocità. Nel 2015 il governo italiano ha adottato una strategia per la crescita digitale4 e una strategia per lo sviluppo della banda ultra-larga, che riguardano diversi campi d'azione: connettività a banda larga, eGovernment, giustizia digitale, competenze digitali e TIC per la sanità, l'istruzione, la cultura, il turismo e l'agricoltura.

ConnettivitàÈ una della è una delle dimensioni dell’indice DESI. Condizione necessaria per lo sviluppo di una società digitale è la capacità dei suoi membri di connettersi ad internet. Ai giorni d’oggi una semplice connessione ad internet non è più sufficiente. Al fine di beneficiare dell’intero spettro di crescita generato da Internet, cominciano ad essere desiderabili connessioni ad internet ad alta velocità, se non proprio obbligatorie. Quindi la connettività è un’infrastruttura necessaria dell’economia e della società digitale.

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DESI Connectivity Dimension calculated as the weighted average of the four sub-dimensions: 1a Fixed Broadband (33%), 1b Mobile Broadband (22%), 1c Speed (33%), 1d Affordability (11%).

Percentuale di grandi imprese che hanno a disposizione una connessione fissa e veloce

Indicatore: n. di grandi imprese (più di 250 dipendenti) che hanno una connessione fissa e veloce (minimo 30 mbs) Eurostat

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Percentuale di piccole e medie imprese che hanno a disposizione una connessione fissa e veloce

Indicatore: n. di piccole e medie imprese (da 10 a 249 dipendenti) che hanno una connessione fissa e veloce (minimo 30 mbs) Eurostat

Capitale umanoLa connettività deve essere accompagnata con le competenze appropriate per poter beneficiare dei vantaggi connessi ad Internet e alle miriadi di possibilità intrinseche della società digitale. Queste skills partono dalle capacità basilari che permettono agli individui di prendere parte alla società digitale ed essere consumatori di beni e servizi digitali, alle competenze più avanzate, che permettono alla forza lavoro di sviluppare nuovi beni e servizi digitali e di beneficiare della tecnologia per accrescere la produttività e la crescita economica. Dunque, le competenze digitali sono anch’esse una necessaria infrastruttura per una economia ed una società digitali.

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DESI Human Capital Dimension calculated as the weighted average of the two sub-dimensions: 2a Basic Skills and Usage (50%), 2b Advanced skills and Development (50%)

Numero di computer per ogni 100 studenti (high secondary school)

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Percentuale di individui che posseggono conoscenze digitali di base

Previsioni % di lavoro distrutto e modificato da parte dalla digital innovation nei settori a medio-alto rischio

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La digitalizzazione sta cambiando il mondo del lavoro, i cambiamenti demografici, la globalizzazione. Le nuove tecnologie stanno cambiando la natura del lavoro e delle professioni. La digitalizzazione ha un potere di influenza nel futuro del lavoro per il prossimo decennio con il continuo aumentare della potenza dei computer. I big data, la penetrazione di Internet, l’intelligenza artificiale, l’Iot, le piattaforme online stanno radicalmente cambiando dei tipi di professione che serviranno in futuro e come, da quando e da chi esse saranno ricoperte. Questo ha scatenato un dibattito circa l’incertezza del più grande cambiamento in atto del mercato del lavoro, della crescente disuguaglianza e anche la disoccupazione tecnologica di massa. La storia economica suggerisce che le più grandi innovazioni come la macchina a vapore, l’elettricità e la catena di montaggio possono essere distruttive, questi cambiamenti possono provocare una sostanziale perdita di lavoro nel breve periodo anche se ciò potrebbe essere compensato nel lungo termine dalla creazione di più produttivi e gratificanti impieghi con sostanziali miglioramenti negli standard di vita. Ma le lezioni del passato potrebbero non essere sempre applicate al futuro, mentre l’innovazione tecnologica è positivamente associata con l’occupazione in tutti i settori, l’IA e la digitalizzazione cambia le mansioni altamente routinizzate. Il rapido progresso nell’ambito dell’IA sta mostrando come si stia ampliando lo spettro di attività che possono essere svolte da macchine.

Uso di InternetI cittadini che hanno a disposizione di una connessione ad internet e delle capacità necessarie di beneficiare di essa possono fare una moltitudine di attività online. Queste possono essere la fruizione di contenuti online (musica, film, tv, etc.), le moderne attività di comunicazione (Skype, etc.), fino all’e-commerce.

DESI Use of Internet Dimension calculated as the weighted average of the three sub-dimensions: 3a Content (33%), 3b Communication (33%), 3c Transactions (33%)

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Integrazione della tecnologia digitaleDal lato delle imprese, la digitalizzazione è uno dei maggiori fattori della crescita economica. L’adozione della tecnologia digitale per aumentare l’efficienza, ridurre i costi o permettere un legame più stretto con i consumatori, collaboratori o altri stakeholders è un requisito obbligatorio per essere competitivi. Questo, insieme con l’abilità nell’utilizzo di internet come canale di vendita, può contribuire significativamente alla modernizzazione delle aziende e al loro successo.

DESI Integration of Digital Technology Dimension calculated as the weighted average of the two sub-dimensions: 4a Business digitization (60%), 4b eCommerce (40%)

Servizi pubblici digitaliL’interazione tra cittadini e imprese con il settore pubblico può essere migliorato e può avvenire in maniera più efficiente grazie all’utilizzo di tecnologie digitali. Tali guadagni di efficienza si materializzano sia dalla parte della Pubblica Amministrazione sia dal lato delle imprese. La PA può avere vantaggi dalla tecnologia per rispondere meglio e sempre di più alle esigenze delle imprese e dei cittadini mentre allo stesso tempo realizzare significative riduzioni dei costi. Con servizi pubblici più accessibili e diretti, i cittadini e le imprese guadagnano in efficienza, sia in termini di migliore fruibilità che di riduzione del tempo impiegato.

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DESI Digital Public Services Dimension calculated as the weighted average of the two sub-dimensions: 5a eGovernment (67%), 5b eHealth (33%)

Nonostante il fatto che l’Italia presenta un basso profilo per quanto riguarda la digitalizzazione è necessario considerare che le dimensioni analizzate dall’indice DESI rappresentano i punti cardine sui cui si basa l’Agenda Digitale italiana, attraverso cui viene recepita una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020 (Agenda Digitale).

A fronte dei numerosi vantaggi connessi all’utilizzo di alcuni strumenti abilitanti connessi alla quarta rivoluzione industriale (Internet, Cloud, Iot, Vertical/Horizontal Integration etc.), non sono trascurabili i numerosi problemi connessi a tali strumenti. Uno di questi è sicuramente quello dell’Internet Security. Internet Security:A fronte di un ampio accesso alla Rete da parte delle imprese, il 42,9% di esse dispone di una politica di sicurezza ICT formalmente definita; l’Italia si colloca al quarto posto tra i Paesi europei, circa 11 punti percentuali sopra la media europea del 32% (Figura 16). Nella definizione dei rischi, circa la metà di queste imprese ha considerato tutti quelli relativi a distruzione o corruzione dei dati, divulgazione di informazioni riservate e indisponibilità dei servizi informatici. Le grandi imprese sono più sensibili verso tali rischi: il 79,4% dispone di una policy di sicurezza ICT e il 69,1% ha valutato tutti i rischi richiesti. A livello settoriale, le imprese delle telecomunicazioni hanno adottato una politica della sicurezza nel 79,1% dei casi; seguono quelle dell’informatica (69,2%) e delle attività editoriali (68,0%); in coda si posizionano le imprese della ristorazione (18,0%) e dei servizi postali e attività di corriere (19,8%). Il 62,3% delle imprese dotate di una politica di sicurezza ha dichiarato che essa è stata definita o aggiornata nel corso degli ultimi 12 mesi.

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PIANO NAZIONALE INDUSTRIA 4.0Direttrici chiave:

Investimenti innovativi: Proroga Superammortamento e introduzione Iperammortamento:

o Superammortamento:DURATA: proroga per tutto il periodo di imposta 2017 e possibilità di proroga per il primo semestre del 2018OGGETTO: Articolo 1, commi da 91 a 94 e 97, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 - Maggiorazione del 40 per cento del costo di acquisizione dei beni materiali strumentali nuovi (c.d. “super ammortamento”).SCOPO: misura finalizzata ad incentivare gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi attraverso una maggiorazione percentuale del costo fiscalmente riconosciuto dei beni medesimi, in modo da consentire, ai fini della determinazione dell’IRES e dell’IRPEF, l’imputazione al periodo d’imposta di quote di ammortamento e di canoni di locazione finanziaria più elevati.SOGGETTI: La disposizione si applica a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano.La maggiorazione del 40 per cento riguarda solo i beni “materiali” e, di conseguenza, non può spettare per beni immateriali. I beni devono essere di uso durevole ed atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo produttivo dell’impresa. o Iperammortamento: Con il nuovo iperammortamento al 250%, gli imprenditori hanno la possibilità di beneficiare di un bonus ammortamento al 250% della spesa effettuata. Ciò significa che le spese inerenti il settore dell’industria 4.0, ovvero, i settori altamente innovativi, saranno ammortizzabili negli anni per un importo pari al 250% del loro valore. TOT. Ammontare incentivi fiscali: circa 8.4 miliardi (Sole 24 Ore)

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Aumento del credito d’imposta alla ricerca :o Oggi:

OGGETTO: Articolo 3 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, come modificato dal comma 35 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità 2015) – Credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo.Per i periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino al periodo in corso al 31 dicembre 2019, a tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo, un credito di imposta pari al 25 per cento delle spese incrementali sostenute rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015. La misura del credito è elevata al 50 per cento per le spese relative al personale altamente qualificato e per quelle relative a contratti di ricerca c.d. “extramuros” (contratti con Università, enti di ricerca e altre imprese, comprese le start-up innovative).Il credito di imposta spetta fino a un importo massimo annuale di 5 milioni di euro per ciascun beneficiario, a condizione che siano sostenute spese per attività di ricerca e sviluppo almeno pari ad euro 30.000.

SOGGETTI: “tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano nonché dal regime contabile adottato, che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo”.

o Domani:Limite massimo aumentato a 20 milioni di euro. Aumento del credito di imposta a tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo dal 25% al 50% delle spese incrementali sostenute rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015Tot. Ammontare incentivi fiscali: oltre 3 miliardi

Agevolazioni a favore di investimenti agevolati in startup:Le agevolazioni si applicano ai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, nonché ai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle società che effettuano un investimento agevolato. L'investimento agevolato può essere effettuato indirettamente per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative; I soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche possono detrarre dall'imposta lorda, un importo pari al 19 per cento dei conferimenti rilevanti effettuati, per importo non superiore a euro 500.000, in ciascun periodo d'imposta ai sensi del presente decreto.Con il Piano: detrazione fiscale dal 19 al 30%, aumento del tetto massimo da 500.000 euro a 1 mil. di euro per contribuente

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COMPETENCE CENTER E INNOVATION HUB

Creazione di pochi ma selezionati poli di ricerca specializzati nei settori di Industry 4.0 collegati con università e centri di ricerca italiani ed europei.

ESTENSIONE BANDA ULTRALARGAObiettivo: 100% delle aziende coperte a 30mbs e almeno 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, entro il 2020, tramite investimenti pubblici e privati.La metodologia seguita sarà, secondo l’Agenda Digitale del Governo, investire nelle infrastrutture secondo il livello di domanda nel Paese, partendo dalle aree a più alta concentrazione di imprese, garantendo una copertura internet a velocità di 100 Mbps e in via aree residuali dovranno essere eventualmente coperte attraverso un fondo pubblico perduto per garantire una connessione pari ad almeno 30 Mbps. Per le cosiddette aree isolate (a bassa concentrazione di imprese) si opterà per garantire una connessione satellitare.

CONCLUSIONIIl percorso che porterà le imprese italiane ad abbracciare, sia concettualmente che concretamente, il concetto di “smart manifacturing” sarà a nostro avviso molto lungo. Lo stesso piano progettato dal Governo, Industria 4.0, che è fortemente incentrato su agevolazioni fiscali, non può essere considerato come una definitiva rampa di lancio per le imprese italiane verso la modernizzazione che il nuovo paradigma tecnologico sta imponendo sempre più per garantire adeguati livelli di competitività. Le ragioni sono molteplici, e riguardano, oltre che problematiche collegate alla arretratezza culturale in termini di digitalizzazione e di nuovi strumenti “smart”, anche e soprattutto di tipo strutturale: 

• Specializzazione settoriale e ridotta dimensione aziendale delle imprese italiane• Maggiore ricorso al capitale di debito rispetto al capitale azionario • Scarso sviluppo delle Venture Capital • Diritto fallimentare troppo penalizzante• Sistema giudiziario inefficiente

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La quarta rivoluzione industriale

• Carenza di offerta di lavoro qualificato• Rapporti deboli tra università• Inefficienza degli incentivi pubblici• Rigidità del mercato del lavoro• Alto livello del debito pubblico italiano (che frena gli incentivi pubblici)• Elevate tasse sulle imprese (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori,

etc.)

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