INDICE · della Radio Vaticana ... Finanze ed esperta della Banca Mondiale, nonché membro della...

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1 Pubblicazione speciale realizzata in occasione della visita al Papa dei vescovi del Mozambico Città del Vaticano, 21-26 maggio 2007 A cura del SeDoc Servizio Documentazione della Radio Vaticana INDICE La Repubblica del Mozambico P. 2 Cenni storici P. 2 Struttura ecclesiastica P. 4 Cenni storici sulla Chiesa P. 6 Sfide e priorità della Chiesa in Mozambico oggi P. 8 Dalle notizie della Radio Vaticana P. 9 Il documento dei vescovi a dieci anni dagli accordi di pace P. 31

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Pubb l i caz i one spec i a l e rea l i z za ta i n occas ione de l l a

v i s i t a a l Papa de i vescov i de l Mozambi co

C i t t à de l Vat i cano , 21-26 magg io 2007

A c u r a de l SeDo c – Se r v i z i o Do c ume n t a z i o ne d e l l a R ad i o V a t i c a na

INDICE

La Repubblica del Mozambico P. 2

Cenni storici P. 2

Struttura ecclesiastica P. 4

Cenni storici sulla Chiesa P. 6

Sfide e priorità della Chiesa in Mozambico oggi P. 8

Dalle notizie della Radio Vaticana P. 9

Il documento dei vescovi a dieci anni dagli accordi di pace P. 31

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REPUBBLICA DEL MOZAMBICO

Paesi confinanti: Tanzania a Nord, Malawi a Nord e Ovest, Zambia a Nord-Ovest, Zimbabwe a Ovest, Sudafrica e Swaziland a Sud-Ovest Superficie: 799.380 Km² Capitale: Maputo Altre città: Beira, Nampula, Quelimane Forma di governo: Repubblica presidenziale. Presidente: Armando Emilio Guebuza (FRELIMO)

eletto il 2 dicembre 2004, in carica dal 2 febbraio 2005 Primo Ministro Luisa Dias Diogo (dal 17 febbraio 2004) Assemblea della Repubblica: seggi in base alle elezioni dell'1 e 2-XII-2004: FRELIMO (Fronte di liberazione del Mozambico), 160; Unione elettorale (guidata dalla RENAMO, Resistenza nazionale), 90 Popolazione: 16.099.246 (cens. 1997); 19.420.036 (stima 2005) Gruppi etnici: Bantu: 99%, meticci: 0,5%, bianchi 0,1%; indiani: 0,1%, altri: 0,3% Lingua: Portoghese (ufficiale), Swahili e altri dialetti bantu Religione: Animista 25,8%, Cattolici: 23,8%; non religiosi/atei: 23,1

%; musulmani 17,8%; protestanti: 7,8%, altri 1,7% Moneta: Metical del Mozambico Membro di: Commonwealth (unico Paese che non ha fatto parte dell'Impero britannico), OCI, ONU, SADC, UA WTO, associato UE [Dati: De Agostini 2007]

CENNI STORICI

I primi abitanti del Mozambico furono probabilmente i San (boscimani), soppiantati poi da popolazioni bantu provenienti da nord. I primi insediamenti Bantu risalgono al IV secolo. Nel VII secolo arrivarono commercianti arabi e orientali, che costruirono piccoli empori sul mare o sulle rive dei fiumi. Secondo alcuni il nome Mozambico deriverebbe da questi mercanti, detti ―muzambases‖, mentre una leggenda lo fa discendere dal nome del

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capo Mussa Mbiki.

Il 2 marzo 1498 giunse l'esploratore portoghese Vasco da Gama. I mercanti portoghesi ben presto soppiantarono gli arabi per il commercio. Nel 1752 fu costituito il Governo generale coloniale del Mozambico, che fino ad allora dipendeva dal Governo di Goa. Nel 1891, il Trattato anglo-lusitano pose fine ai conflitti tra inglesi e portoghesi per estendere i rispettivi domini e stabilì le frontiere odierne tra Mozambico, Zambia e Zimbabwe. Tra il 1885 ed il 1902 i portoghesi si impegnarono in 15 grandi campagne militari che, al prezzo di saccheggi, incendi e stermini di

civili, soggiogarono tutte le popolazioni del territorio. Con la salita al potere del dittatore portoghese Salazar, nel 1926, aumentò il lavoro forzato nelle piantagioni e la discriminazione razziale. Nel 1951 le colonie divennero Province d‘Oltremare, ma la discriminazione degli indigeni, le leggi sul lavoro forzato e sulle coltivazioni obbligatorie vennero aboliti solo dopo il 1961. Nel 1960, nonostante la repressione delle truppe coloniali, cominciarono a diffondersi gli ideali di indipendenza. La guerriglia iniziò nel 1964 nelle province del Nord, per iniziativa delle Forze Popolari di Liberazione del Mozambico (Fplm), il braccio armato del

Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) fondato da Eduardo Chivambo Mondlane assassinato nel 1969. Con la "Rivoluzione dei garofani" del 25 aprile 1974 i militari portoghesi deposero il dittatore Marcelo Caetano e decisero di intavolare trattative con i movimenti della guerriglia nelle colonie (Negoziati di Lusaka, 5 giugno 1974). Dopo quasi cinque secoli di dominio portoghese il Mozambico ottenne l‘indipendenza il 25 giugno 1975. Il Frelimo si autocostituì partito unico (marxista-leninista) e decine di migliaia di portoghesi (coloni, tecnici, professionisti, impiegati e missionari) lasciarono il Paese. Il Governo nazionalizzò i servizi sociali, le industrie, le banche, il

commercio con l'estero.Il Mozambico continuava ad essere coinvolto nella lotta armata dello Zimbabwe contro il regime di Jan Smith. Iniziarono attentati e sabotaggi, con l'appoggio dei gruppi locali scontenti del regime. Prese forma la guerriglia della Resistenza Nazionale del Mozambico (Renamo) finanziata dal Sudafrica, che rese insicura la maggior parte del territorio e paralizzò le attività. Il Paese è stato soggetto al regime a partito unico del Frelimo fino al 30 novembre 1990, quando la nuova Costituzione ha aperto al multipartitismo.

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Gli Accordi di Roma del 4 ottobre 1992, siglati dopo 27 mesi di

trattative con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, hanno poi posto fine alla guerriglia condotta dalla Renamo. Si è delineata quindi una ridefinizione dell'assetto istituzionale e politico in senso democratico, sotto la supervisione dell'ONU. Questa fase transitoria ha condotto a libere elezioni nel 1994, vinte dal Frelimo, con la rielezione del presidente Chissano. Il 16 novembre 2004 è stata approvata una nuova Costituzione che prevede, tra l‘altro, l‘istituzione di un Consiglio di Stato e la creazione di 10 assemblee provinciali. Nello stesso anno, dopo quasi un ventennio al vertice dello Stato, il Presidente João Chissano ha

rinunciato a ripresentarsi alle elezioni, vinte da Armando Emilio Guebuza (sempre del Frelimo), in carica dal febbraio 2005. Sempre nel 2004, per la prima volta ha assunto la carica di Primo Ministro una donna, Luisa Dias Diogo del Frelimo, che è anche Ministro delle Finanze ed esperta della Banca Mondiale, nonché membro della commissione ristretta sulla riforma delle Nazioni Unite. Dopo la guerra civile finita nel 1992, il Mozambico sta lentamente migliorando i suoi standard socio-economici e nel settore scolastico sta raggiungendo l‘istruzione di base per tutti, uno dei cosiddetti ‗Obiettivi del Millennio‘ fissati dall‘Onu per dimezzare la povertà entro il 2015. Merito anche della nuova politica economica del Primo

Ministro Luisa Dias Diogo, la cui strategia ha come obiettivo di ridurre la povertà, modernizzando il Mozambico. Tra i segnali positivi: lo sforzo per sfruttare le risorse naturali e attirare investimenti internazionali, i grandi progetti (gasdotto, fonderia, diga), e una migliore gestione monetaria. Resta comunque alta la conflittualità politica, mentre la tensione sociale rende ancora instabile il Paese. [Fonti: Fides e agenzie varie]

LA CHIESA IN MOZAMBICO

Struttura

Conferenza episcopale

Confêrencia episcopal de Moçambique (CEM)

Presidente Mons. Tomé MAKHUELIHA,

arcivescovo di Nampula

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Vice-Presidente

Mons. Francisco CHIMOIO, arcivescovo di Maputo

Nunzio apostolico

Mons. George PANIKULAM, arciv. tit di Arpaia

Circoscrizioni ecclesiastiche

La Chiesa cattolica è presente nel territorio mozambicano con tre

arcidiocesi metropolitane e nove diocesi suffraganee così distribuite:

Arcidiocesi di Maputo (metr.) Mons. Francisco CHIMOIO

Suffraganee:

Diocesi di Inhambane:

Mons. Adriano LANGA

Diocesi di Xai-Xai:

Mons. Lucio Andrice Muandula

Arcidiocesi di Beira (metr.) Mons. Pedro Jaime GONÇALVES

Suffraganee:

Diocesi di Chimoio

Mons. Fracisco Joao SILOTA

Diocesi di Gurué Mons Manuel Chuanguira MACHADO

Diocesi di Quelimane

Mons. Bernardo Filipe GOVERNO

Diocesi di Tete Mons. Paulo MANDLATE

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Arcidiocesi di Nampula (metr.):

Mons.. Tomé MAKHUELIHA

Suffraganee:

Diocesi di Vichinga Mons. Hilàrio DA CRUZ MASSINGA

Diocesi di Nacala

Mons. Germano GRACHANE

Diocesi di Pemba Mons. Ernesto MAGUENGUE

CENNI STORICI SULLA CHIESA

La storia dell‘evangelizzazione del Mozambico è strettamente legata a quella della colonizzazione portoghese. Essa si può dividere in sei periodi.

Una prima fase è quella che va dal 1498 al 1560. In questo periodo l'evangelizzazione è caratterizzata da iniziative sporadiche collegate alla presenza dei portoghesi: ci sono conversioni, ma si tratta di un fenomeno sporadico e di dimensioni ridotte. Tra il 1560 ed il 1783 si verifica un massiccio arrivo di missionari: Gesuiti (1560), Domenicani (1563), Fratelli di S. Giovanni di Dio (1681), Agostiniani, Francescani e Cappuccini di Goa (1760). In questa fase, il territorio corrispondente all'attuale Mozambico dipendeva ancora dalla diocesi di Goa, in India.

Una terza tappa, corrispondente agli anni 1783-1940, è caratterizzata dal fatto che l'opera di evangelizzazione della Chiesa mozambicana gradualmente cessa di far riferimento a quella di Goa. Vi è un arrivo consistente di religiosi: Suore di San Giuseppe di Cluny, Salesiani, Francescani, Verbiti. L'evangelizzazione peraltro subisce numerose interruzioni, dovute a difficoltà di varia natura e ad autentiche persecuzioni. La ripresa inizia nel 1920, quando ritornano in Mozambico numerose Congregazioni religiose, e viene sancita dal

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Concordato tra Santa Sede e Portogallo (1940), che comprende

un "Accordo missionario". La quarta fase è quella tra il 1940 ed il 1975. Con l'"Accordo missionario" tra Governo portoghese e Santa Sede viene creata la gerarchia in Mozambico: si erigono due diocesi ed una arcidiocesi. L'evangelizzazione guadagna in organizzazione e dinamismo. Si creano missioni e scuole, centri sanitari e laboratori. Iniziano ad arrivare missionari non portoghesi. Anche il numero delle diocesi cresce: alla vigilia dell'indipendenza sono nove. La storia dell'evangelizzazione durante l'epoca coloniale non è peraltro priva di

macchie: basti considerare la schiavitù praticata dai missionari e al razzismo diffuso nella gerarchia cattolica, composta esclusivamente, fino all'indipendenza, da vescovi portoghesi (i primi due vescovi nativi sono stati ordinati solo il 9 marzo 1975). Con l‘indipendenza si apre il quinto periodo (1975-1992), segnato dalla salita al potere del partito marxista-leninista del Frelimo e dal conflitto tra quest'ultimo e la guerriglia della Renamo durato 16 anni: un tempo difficile per l'evangelizzazione. Molti missionari sono costretti ad andarsene; le missioni vengono nazionalizzate e presto chiudono a causa della guerra civile. In questo periodo, segnato dalle

due Assemblee Nazionali di Pastorale di Beira (1977) e di Matola (1991), la Chiesa fa due scelte strategiche: costruire piccole comunità cristiane (per sopperire alla scarsità di sacerdoti venuti a mancare dopo il rimpatrio dei missionari) e impegnarsi per la pace. Queste due scelte consentono alla Chiesa di resistere e giungere alla sesta tappa, che è quella che va dal 1992 ai giorni nostri. E' un tempo in cui si riattivano le missioni e la Chiesa può dedicarsi liberamente a consolidare la sua presenza in tutto il Paese al servizio del Vangelo alla luce delle indicazioni del Sinodo per l'Africa,

contribuendo in prima persona anche alla ricostruzione del tessuto sociale distrutto dalla guerra. [Fonte principale: Fides]

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Alcune sfide e priorità della Chiesa in Mozambico oggi

La Chiesa in Mozambico si presenta oggi come una realtà articolata, ma guidata da un episcopato animato da uno spirito di profonda comunione, nonostante l‘eterogenea composizione anagrafica, etnica, geografica e culturale dei suoi membri. I cattolici nel Paese sono quasi il 24 % della popolazione e convivono con i seguaci delle religioni tradizionali africane (25,8%), musulmani (17,8%); protestanti (7,8%) e anche una fetta significativa di non credenti (23,1 %). Per quanto riguarda i fedeli, la principale sfida sembra essere quella della formazione alla fede soprattutto delle nuove generazioni. Il numero

dei battezzati non corrisponde infatti a quello dei cattolici praticanti: non pochi giovani dopo la cresima si allontanano dai sacramenti e dalla vita della parrocchia. Un dato positivo è costituito, per altro verso, dalla discreta presenza dei movimenti laicali. Tra questi si segnalano la comunità di Sant‘Egidio, artefice della pace nel Paese, ma anche movimenti giovanili locali come quello dei cosiddetti ―Iniziati‖, impegnato in originali iniziative di inculturazione del Vangelo nella cultura africana. Numerose anche le associazioni devozionali femminili. Sul fronte delle vocazioni, mentre si registra un buon numero di vocazioni religiose, non si può dire altrettanto per le vocazioni

sacerdotali. Nell‘uno come nell‘altro ambito, si avverte anche qui l‘importanza della qualità della formazione. Promozione delle vocazioni locali, coinvolgimento dei fedeli, formazione, inculturazione: queste dunque alcune delle priorità della Chiesa mozambicana oggi che ha posto al centro del suo ultimo piano pastorale la famiglia (si veda in proposito anche la battaglia in corso in questi mesi contro la legalizzazione dell‘aborto). Ma essa continua ad essere attivamente impegnata anche nella lotta contro le numerose piaghe che ancora affliggono il Paese: povertà diffusa, analfabetismo, degrado delle città, corruzione, Aids, violenza. Una

violenza a cui essa è direttamente esposta, come conferma purtroppo l‘assassinio del gesuita brasiliano Waldyr dos Santos e della volontaria portoghese Idalina Neto Gomes ad Angonia nel novembre 2006. Rispetto al passato, si rileva una maggiore collaborazione con le autorità politiche, che hanno incoraggiato la presenza della Chiesa soprattutto nel campo sanitario e educativo. Da segnalare a questo proposito l'Università Cattolica Mozambicana. Istituita a Beira nel 1996 con due facoltà, oggi l'ateneo è una realtà in pieno sviluppo. [Fonti varie-lz]

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Dalle Notizie della Radio Vaticana

FIORISCONO LE VOCAZIONI IN MOZAMBICO USCITO DA 15

ANNI DI GUERRA CIVILE MAPUTO, 27 ott ‘95 - Un sorprendente numero di vocazioni religiose si sta sviluppando nel Mozambico scosso da 16 anni di guerra. Ne è prova la recente professione religiosa di 16 novizi del vice provincia cappuccina provenienti dal noviziato di Lusaka. La vice provincia del Mozambico, che vide tre cappuccini italiani uccisi nella Pasqua del 1989, conta oggi 38 frati distribuiti in 6 case. Oltre ai francescani,

anche altri ordini e congregazioni, soprattutto diocesane, registrano una fioritura di vocazioni. (Aimis - Mancini)

IL GOVERNO AUTORIZZA L’APERTURA DELLA PRIMA UNIVERSITA’ CATTOLICA

NAMPULA, 26 gen ‘96 - Il governo del Mozambico ha autorizzato l'inizio delle attività dell'università cattolica. Le autorità accademiche, da parte loro, hanno già elaborato un calendario degli studi per il 1996. Il progetto prevede l'apertura a Nampula, nel nord del Paese,

della Facoltà di giurisprudenza, e a Beira, nel centro del Mozambico, di quella di economia e commercio. La Conferenza episcopale ha indicato le due località tenendo conto che nel Mozambico meridionale vi sono già strutture universitarie. All‘Università cattolica del Mozambico un contributo particolare è giunto dall'Italia. La Conferenza episcopale italiana, infatti, ha devoluto 4 miliardi di lire da destinare in prevalenza a borse di studio. Il contributo si aggiunge a quello di 1 miliardo e 200 milioni di lire devoluto precedentemente. (Avvenire - Mancini)

I VERBITI TORNANO IN MOZAMBICO

MAPUTO, 13 mar ‘97—Dopo 85 anni di assenza, la Società del Verbo Divino torna in Mozambico. Il prossimo 25 marzo infatti quattro verbiti apriranno una stazione missionaria, riprendendo il lavoro iniziato nel 1911, quando il Paese era ancora una colonia portoghese, e bruscamente interrotto, dopo una serie di vicissitudini, durante la Prima Guerra Mondiale. Si tratta dei padri Daniel Malamba, angolano, Daniel Gutierrez, messicano, Manuel Abreu, portoghese, Gervasio Ronchi, brasiliano. In preparazione a questa missione il generalato

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della Società del Verbo Divino, ha organizzato per loro un corso di

preparazione di due mesi in Portogallo e a Roma. Il superiore provinciale dei verbiti dell'Angola, il messicano p. Gustavo Villavicencio, ha deciso di fare svolgere a Luanda la "cerimonia di invio", non solo per facilitare l'invio del materiale necessario per la nuova missione, ma anche per sottolineare che la chiesa angolana, nonostante le sue difficoltà e necessità, è disposta a dare il proprio contributo alla Chiesa universale. (Fides - lz)

APERTA UNA NUOVA STAZIONE MISSIONARIA DEI

MISSIONARI DI MARYKNOLL LICHINGA, 28 ott ‘97 - La Società delle Missioni estere di Maryknoll ha recentemente aperto una nuova stazione missionaria nella diocesi di Lichinga, nell'estremo nord-ovest del Mozambico. Nella nuova missione sono stati inviati tre religiosi dell'istituto, che dopo avere studiato la lingua locale, verranno assegnati alla vasta parrocchia locale di Metangula. L'arrivo di questi missionari e' un altro segno del difficile ritorno alla normalità in Mozambico, uscito da poco da una lunga e sanguinosa guerra civile, ed e' motivo di grande speranza per il futuro della Chiesa del paese, dove si sta sviluppando un

sorprendente numero di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. (Fides - lz) “RADIO ENCONTRO” EMITTENTE PER BAMBINI FONDATA DAI

COMBONIANI MAPUTO, 12 feb ‘98 - Una radio per bambini e condotta da bambini. E' quanto hanno realizzato i comboniani a Nampula, in Mozambico. L'emittente si chiama "Radio Encontro", ed è nata tre anni fa per aiutare minori dispersi a causa della guerra a ricongiungersi con le

proprie famiglie. Un compito svolto con successo. Grazie agli annunci di "Radio Encontro" tantissimi bambini hanno potuto ritrovare i loro familiari. oggi "Radio Encontro" non si occupa solo di minori rimasti senza famiglia e ospita diversi programmi per bambini e fatti da bambini animati da una giovane conduttrice, Celia do Rosario. Si tratta di programmi di riflessione e approfondimento in cui i giovani ospiti vengono invitati a parlare di religione, di scuola, dei loro rapporti con i loro genitori e familiari, di amicizia. (Nigrizia: feb - lz)

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CENTO ANNI DI PRESENZA IN MOZAMBICO DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA

MAPUTO, 13 feb ‘98 - La famiglia francescana in Portogallo e in Mozambico festeggia quest'anno il primo centenario della sua presenza in questo paese africano. I primi missionari francescani giunsero infatti in Mozambico nel 1898, sette anni dopo la restaurazione dell'ordine dei Frati minori in Portogallo, che era stato soppresso nel 1834. Attualmente essi hanno missioni nelle diocesi di Beira, Chimoio, Inhambane, Xai-Cai e Maputo. I festeggiamenti del

centenario sono iniziati lo scorso mese di gennaio, con una solenne celebrazione presso l'Università cattolica di Lisbona. Erano presenti, tra gli altri, il ministro generale dell'ordine dei frati minori, il vescovo ausiliare di Maputo, mons. Adriano Langa e importanti personalità politiche. Nel suo intervento mons. Langa ha ricordato le priorità dei francescani in Mozambico e in tutto il continente africano: la formazione, il consolidamento delle strutture esistenti, la necessità di nuove fondazioni. il provinciale dei francescani portoghesi, padre Mario Silva, ha da parte sua ripercorso prevemente i momenti salienti della presenza francescana nel paese, sottolineando come questa sia

sempre stata caratterizzata dal non allineamento politico con il potere costituito e da una attenzione prioritaria alla solidarietà con i più bisognosi. (Fides - lz)

NEL 1998 CELEBRATO IL V CENTENARIO DELLA PRIMA MESSA IN MOZAMBICO

MAPUTO, 5 mar ‘98 - La Chiesa mozambicana celebra quest'anno il quinto centenario della prima Messa nel Paese. La prima celebrazione

eucaristica sul suolo mozambicano venne infatti celebrata dai missionari che accompagnavano il navigatore portoghese Vasco de Gama l'11 marzo del 1498. L'evangelizzazione ha subito numerose interruzioni a causa di difficoltà di varia natura, tra cui vere e proprie persecuzioni. Essa riprese nel 1920, quando diverse congregazioni religiose poterono tornare nel Paese e venne sancita nel 1940 dal Concordato tra Santa Sede e Portogallo. In occasione della ricorrenza, i vescovi mozambicani hanno pubblicato una lettera pastorale per ricordare il significativo anniversario. La

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prima messa sul suolo mozambicano, scrivono tra l'altro i presuli,

"non solo ha costituito la prima attività missionaria, ma ha segnato l'inizio della presenza di Gesù Cristo nel nostro paese sotto le specie sacramentali del sacrificio eucaristico". Quanto al ricco programma delle celebrazioni, i vescovi ricordano che esse si inseriscono nel cammino tracciato dal Santo Padre per la preparazione al Grande Giubileo del 2000 e quindi ne ripercorrono le tappe più importanti. I festeggiamenti culmineranno il 16 agosto prossimo a Maputo, con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dll'Inviato Speciale del Papa, cui e' stato invitato tutto il clero, i religiosi e le religiose e i fedeli del Mozambico. in conclusione, i vescovi ricordano che il seme

gettato 500 anni fa e' germogliato e cresciuto nonostante le vicissitudini storiche. Oggi la Chiesa e' attivamente impegnata nella promozione umana, nel campo dell'educazione, dello sviluppo e in quello sanitario e soprattutto nella ricostruzione del tessuto socio-ecclesiale del Paese, uscito da poco da una lunga e sanguinosa guerra civile. (Fides- lz)

VESCOVI MOZAMBICANI PREOCCUPATI PER LA RIPRESA TENSIONI CON L’AVVICINARSI DELLE ELEZIONI

AMMINISTRATIVE DEL GIUGNO 1998

MAPUTO, 8 mag ‘98 - I vescovi del Mozambico sono molto preoccupati per le crescenti tensioni politiche nel Paese. Vi e' il rischio di una nuova guerra civile. Con l'avvicinarsi della data delle elezioni amministrative, previste per il 30 giugno prossimo, si stanno infatti moltiplicando gli episodi di violenza, mentre alcuni esponenti politici minacciano di boicottarle. In una dichiarazione resa nota in questi giorni, i presuli mozambicani rilevano che le elezioni dovrebbero invece costituire per il popolo del Mozambico un'importante occasione per partecipare attivamente e liberamente alla ricostruzione del

Paese, devastato da 27 anni di guerra civile. Essi esortano quindi i politici a non strumentalizzare questo appuntamento elettorale, ricordando alle due principali formazioni politiche, il "Frelimo", il Fronte di Liberazione del Mozambico oggi al potere, e l'ex movimento guerrigliero "Renamo", l'impegno che si sono assunte con la firma dell'accordo di pace ad "instaurare la pace in tutto il paese, a stabilire la democrazia e a promuovere la riconciliazione nazionale". (Apic-lz)

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LE UNIVERSITA' CATTOLICHE GARANTISCONO IL FUTURO DEL

MOZAMBICO E DI TUTTA L’AFRICA: COSI’ MONS. JAIME GONÇALVEZ

BEIRA, 27 ago ‘98 - "Le università cattoliche possono essere uno degli strumenti in grado di garantire all'Africa di essere il continente del futuro": e' quanto ha dichiarato all'agenzia Fides mons. Jaime Gonçalvez, arcivescovo di Beira in Mozambico, uno dei più attivi sostenitori dell'apertura nella sua diocesi della prima università cattolica del Paese. Inaugurata nel '96 per volontà della Conferenza episcopale mozambicana, l'Università cattolica del Mozambico è oggi

in grande sviluppo. Tre facoltà Economia e Commercio, Giurisprudenza e Scienze dell'educazione sono già pienamente operative e presto apriranno le facoltà di Medicina e di Agraria, mentre è in fase di studio l'apertura delle facoltà di Teologia e di Filosofia. Come ha spiegato il vescovo di Beira, l'istituzione di una università cattolica è stata fortemente voluta dai vescovi mozambicani per preparare una classe dirigente formata ai valori cristiani. "Le università cattoliche - ha detto - possono contribuire allo sviluppo del continente con un umanesimo cristiano", ponendosi come alternativa a quelle statali "spesso troppo politicizzate". In particolare, quella del mozambico può essere anche "uno strumento per la riconciliazione

nazionale". Nella stessa direzione si stanno muovendo altri episcopati africani: come è noto, il prossimo settembre inizieranno i corsi di una nuova università cattolica nella Repubblica Democratica del Congo, con sede a Uelé, mentre i vescovi sudafricani hanno in progetto l'apertura della prima università cattolica in questo Paese. Il nuovo istituto si chiamerà "Saint Augustin College" e avrà sede a Johannesburg. (Fides - lz)

A MAPUTO NUOVA SEDE DELL'ISTITUTO

SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE MAPUTO, 14 apr ‘99 - E' stata inaugurata, ieri 13 aprile, a Maputo la nuova sede dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose. All‘inaugurazione, insieme con i vescovi della Conferenza episcopale del Mozambico, hanno partecipato numerosi superiori maggiori. L'Istituto infatti è un'opera delle associazioni dei religiosi ed è destinato soprattutto alla formazione accademica dei religiosi e delle religiose. Essendo affiliato all'Università Cattolica Mozambicana,

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l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Maputo ospita anche

studenti laici e rimette un titolo di studio legale. I corsi hanno la durata di 4 anni. (Misna 14 apr. - MANCINI)

RISPONDERE AI PROBLEMI DI UNO DEI POPOLI PIÙ POVERI DEL MONDO

MAPUTO, 17 gen ‘99 - Per trasmettere il Vangelo nel Mozambico i missionari devono rispondere ai problemi di un popolo che resta uno dei più poveri del mondo. L‘osservazione viene da un missionario italiano della Consolata, padre Gianfranco Graziale, in Mozambico dal

1991. Come è noto, venerdì 14 gennaio, si è insediato a Maputo il nuovo parlamento mozambicano eletto nel voto del 3-5 dicembre. 133 parlamentari appartengono al Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo), 117 alla Resistenza Nazionale Mozambicana (Renano) ed altri 10 a più piccole formazioni. ―Il Mozambico – spiega il missionario – è uno dei pochi paesi africani in cui la pace è stata finalmente raggiunta. LaChiesa aveva iniziato a lavorare capillarmente per la riconciliazione già prima della firma della pace. Riconciliare dal basso è stata una intuizione profetica per la Chiesa‖. (Fides 14 gen. – MANCINI)

I MISSIONARI A FIANCO DELLE POPOLAZIONI COLPITE DALLE INONDAZIONI

MAPUTO, 1 mar 00 – ―In Mozambico non esiste memoria di inondazioni come questa‖. Sono le prime parole dell‘italiana suor Daniela Maccari, missionaria comboniana in Mozambico Le recenti inondazioni causate dal passaggio di un ciclone hanno messo in ginocchio il Mozambico. ―E‘ il diluvio – aggiunge la suore intervistata dall‘agenzia Misna – e quasi un terzo del paese è sott‘acqua‖. Ancora dall‘Italia, l‘Associazione degli Amici di Raoul Follerau (Aifo) traccia un

bilancio della situazione nelle provincie mozambicane di Maputo, di Gaza, di Inhambane e di Sofala. Dappertutto l‘acqua ha sommerso terreni, villaggi, migliaia i capi di bestiame affogati, centinaia le persone morte. L‘Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che in Mozambico ci siano oggi 44 mila bambini sfollati di età inferiore ai 5 anni insieme con 11.200 donne incinte. Le missioni cattoliche, al pari di altre iniziative di soccorso, sono tutte mobilitate. Una testimonianza ci giunge da don Tarcizio Morai, un salesiano portoghese che ha inviato consistenti aiuti. Il sacerdote ribadisce come la Chiesa sia

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presente ed operi nel Mozambico già da tempo attraverso i suoi collegi

e i suoi centri missionari. ―Di fronte a questa nuova emergenza egli aggiunge -, però, è necessario sostenere i nostri fratelli. Il paese è di per sé in difficoltà dopo 30 anni di guerra, la calamità che si è abbattuta sulla regione ha peggiorato la situazione. E‘ la comunità internazionale a questo punto che deve farsi carico di questa difficile situazione, intervenendo con tempismo‖. Marais. I missionari e le missionarie in loco sono in tutto 120, tutti appartenenti a 24 congregazioni che prestano servizio sia in Mozambico che in Nigeria dove, peraltro, proprio in queste ultime settimane si sono registrati scontri tra cattolici e musulmani che hanno fatto registrare centinaia

di vittime. Tra le religiose presenti possiamo ricordare le Suore Mercenarie, le Missionarie Figlie del Calvario, le Carmelitane del Sacro Cuore di Gesù, le Domenicane del Rosario e le Francescane della Madre del Divino Pastore. (Misna 1 mar., Com. 1 mar., Aci 29 feb. - DIONISI)

IN UNA LETTERA PASTORALE I VESCOVI DEL MOZAMBICO ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE PER LA PERSISTENTE

VIOLENZA NEL PAESE

MAPUTO, 27 nov 00 – Le preoccupazioni dei vescovi del Mozambico per la situazione di violenza sono ribadite in una nota pastorale indirizzata alla comunità cristiana e agli uomini di buona volontà. La nota è stata diffusa all‘indomani delle violente manifestazioni dell‘opposizione che, il 9 novembre, hanno causato almeno 40 morti e 150 feriti. I vescovi rilevano che ―la situazione si è deteriorata, passando dalla tensione e dal malessere alle minacce, alle intimidazioni generalizzate, alla violenza verbale, alle persecuzioni di individui, agli attacchi a mano armata, agli arresti, per giungere, oggi, alla morte di innocenti, in un crescendo di violenza fisica e di disordine

sociale‖. Quanto i pastori del Mozambico abbiano visto giusto lo dicono altri cruenti fatti di cronaca. L‘uccisione di un giornalista famoso per le sue battaglie contro la corruzione, la morte misteriosa per soffocamento in un carcere del nord di un centinaio di detenuti.. Da qui l‘appello degli stessi pastori a tutte le istanze della società mozambicana, ma anche alla comunità internazionale, perché si riprendano le vie del dialogo per preservare la pace. ―In particolare – scrivono i vescovi del Mozambico – facciamo il nostro appello alle comunità cristiane, perché siano fermento di vera democrazia nel

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nostro Paese e le esortiamo a chiedere insistentemente a Dio la pace

e la riconciliazione. A tale scopo – aggiungono i vescovi – raccomandiamo giornate di preghiera per la pace, che Gesù ci ha promesso quando disse „vi dò la pace, vi dò la mia pace, non come ve la dà il mondo‟‖. ―Speriamo – conclude la nota dei vescovi del Mozambico – che le benedizioni abbondanti di questo anno giubilare e le preghiere di tutta la comunità cristiana nelle feste del Natale, che si approssima, ci garantiscano quella riconciliazione e quella pace che tutti desideriamo‖. (Nota 10 nov. – MANCINI)

L’IMBISA DENUNCIA CAMPAGNA DEL FRELIMO CONTRO LA CHIESA

BEIRA, 22 dic 00 - Il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo) al potere, sostenuto dai mezzi di comunicazione, sta organizzando una campagna contro la Chiesa. Lo ha dichiarato un comunicato dell'Imbsa, l' Assemblea interregionale dei vescovi dell'Africa del Sud, che comprende Angola, Lesotho, Mozambico, São Tomé e Principe, Zimbabwe. Secondo l'Imbsa si starebbe preparando un complotto, soprattutto ai danni dell'arcivescovo di Beira, mons. Jaime Pedro Gonçalves, che ha ricevuto ripetute minacce di morte. Alcuni giorni fa

mons. Gonçalves, preso di mira come capro espiatorio, ha ricevuto false accuse dal segretario del Frelimo nella provincia centrale di Sofala, Filipe Paunde. Il funzionario ritiene mons. Gonçalves un sostenitore del partito avversario, la Renamo e della divisione del Paese. Analoghe accuse sono comparse su Noticias, il giornale di Maputo. Stando ad alcune telefonate anonime e a dichiarazioni riportate dalla stampa locale, sarebbe in atto un piano preciso per eliminare fisicamente l'arcivescovo. Il complotto sarebbe già stato pensato da molto tempo, a causa delle posizioni prese da mons. Gonçalves in difesa della verità, della giustizia e della pace. Una prova

dell'esistenza del complotto è il tentato agguato, fortunatamente sventato, organizzato ai danni dell'arcivescovo, in occasione della visita pastorale alla parrocchia di Munhava il 3 dicembre scorso. L'arcivescovo è stato però avvertito dell'agguato e ha mandato al suo posto il vicario generale Manuel Mucaro, il direttore della Segreteria diocesana per l'Attività pastorale, Alekandre Andicene, e il parroco di Mundhava Jocundo. Domenica 17 dicembre, si è tenuta una cerimonia di ordinazione di un prete e di un diacono nella parrocchia di Macuti. C'era il forte rischio di una manifestazione di protesta contro mons.

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Gonçalves e di un intervento della polizia per completare il piano.

Tutto si è svolto, per fortuna, regolarmente. L'arcivescovo per l'occasione aveva più volte richiamato i fedeli alla calma e alla prudenza.

IL QUOTIDIANO MOZAMBICANO “SEMANA” RICONOSCE IL RUOLO IMPORTANTE SVOLTO DALL’EPISCOPATO NELLA VITA

DEL PAESE BEIRA, 9 GEN ‘01 – La Conferenza episcopale del Mozambico è stata riconosciuta come figura rilevante per la vita del paese nel corso del

2000. Il riconoscimento è giunto dal quotidiano indipendente di Maputo Semana. Secondo il giornale, i vescovi del Mozambico si sono segnalati nel 2000 per la loro solidarietà nelle gioie e nelle pene, che hanno segnato la vita dei mozambicani. I vescovi, infatti, hanno fatto sentire la loro voce in difesa dei diritti dell‘uomo e per promuovere la pace nazionale in ogni tempo e senza falsi pudori. Il quotidiano Semana ha altresì voluto menzionare l‘opera svolta dalla Croce Rossa del Mozambico. (Dia– MANCINI)

LA CHIESA SEMPRE VICINA ALLE POPOLAZIONI COLPITE

DALLE CALAMITA’ NATURALI MAPUTO 28 feb ‘01 – A distanza di un anno, una nuova ondata di alluvioni si è abbattuta sul Mozambico. Si contano a migliaia gli sfollati, 41 persone sono rimaste uccise. Critica la situazione a valle della diga di Cahora Bassa sullo Zambesi. Le autorità mozambicane hanno dato l'ordine di aprire le paratie di deflusso della diga, per evitare che crolli. Le città più a rischio del Mozambico sono Luabo e Marromeu. Le piene si sono estese ad altri paesi attraversati dallo Zambesi, in Malati, in Zambia e nello Zimbabwe. "Alleviare la

sofferenza dei fratelli" è l‘appello che la Conferenza episcopale, riunita a Maputo, ha inviato a tutte le comunità di fedeli del Mozambico sottolineando il proprio "sacro dovere di essere solidale con tutto il popolo che soffre in generale e, in particolare, con tutte le persone colpite dalle calamità di vario genere che si abbattono con una certa frequenza sul nostro paese". I vescovi rivolgono ai loro fedeli una parola di comunione, di solidarietà e di incoraggiamento, chiedendo alle comunità cristiane di pregare, di organizzarsi edi prendere iniziative concrete in aiuto alle vittime delle alluvioni, riunendo tutti gli

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aiuti possibili in denaro e in altri beni, quali alimenti, medicinali,

vestiti, coperte, sementi, attrezzi agricoli e materiale edile. I vescovi raccomandano ancora a Caritas Mozambico, alle Caritas diocesane e parrocchiali di "raccogliere e canalizzare con una certa rapidità gli aiuti per alleviare la sofferenza dei loro destinatari". L‘appello è firmato da mons. Francisco Joao Silota, vescovo di Chimoio e presidente della Conferenza episcopale del Mozambico. Il cardinale Alexandre José Maria dos Santos, arcivescovo di Maputo, chiede aiuto anche alla comunità internazionale. "L'arcidiocesi di Maputo considera urgente la costruzione di nuove abitazioni per gli alluvionati rimasti senza tetto – dice il porporato - ma ci stiamo dibattendo anche con il problema del

duomo, rimasto in uno stato davvero deplorevole". (Fides – MANCINI) REALIZZARE LA MISSIONE NELLA SOCIETA’ MOZAMBICANA IN

MANIERA PROFETICA: IL RUOLO DELLE RELIGIOSE

MAPUTO, 29 mag. 01 – Le religiose devono vivere nella realtà e realizzare la missione all‘interno della società, in maniera profetica, fedeli alla loro vocazione, per dare risposta ai due grandi problemi che oggi affliggono il paese: la povertà e l‘Aids. Con questa

consapevolezza, le 100 religiose di 17 diverse Congregazioni sono uscite dalla riunione che si è svolta nei giorni scorsi nel monastero Mater Dei, vicino Nampula. All'incontro ha partecipato anche il vescovo della città, mons. Tomé Makhweliha, dei Sacerdoti del Sacro Cuore. L'appello a vivere nella società non deve comunque far dimenticare la chiamata ad una vista di preghiera e di spiritualità. Come punto di incontro tra le due esigenze, è stato portato l'esempio di un monastero di clausura in Italia, dove una religiosa ha il compito comunicare alle consorelle quanto ha appreso dai giornali e dai notiziari radiofonici, in modo che le attività di preghiera possano

svilupparsi in riferimento concreto alla realtà. Nel suo intervento, il vescovo locale ha ribadito che "la missione continua": "dobbiamo continuare ad essere missionari e religiosi nello stile di Gesù che ha inviato i suoi discepoli". Tra l'altro, mons. Makhweliha parteciperà ad ottobre al Sinodo dei Vescovi come rappresentante della Conferenza episcopale del Mozambico. Nel passare in rassegna le problematiche specifiche della vita consacrata, nel corso dell'incontro è stato ribadito che ogni diocesi dovrebbe avere un centro per le vocazioni, cui le singole parrocchie possano raccordarsi. (Vid 24 mag. - MANCINI)

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FIRMATO ACCORDO DI INTENTI TRA IL MINISTERO

DELL'EDUCAZIONE DEL MOZAMBICO E LA CONGREGAZIONE SALESIANA

MAPUTO 13 ott ‘01 - "La firma di un Accordo di intenti tra il Ministero dell'Educazione del Mozambico e la Congregazione Salesiana, lo scorso 1 ottobre, ha significato il riconoscimento da parte del Ministero, del lavoro che i salesiani stanno realizzando di anno in anno in questo paese africano". Lo ha dichiarato don Valentín de Pablo, Superiore della Delegazione Salesiana del Mozambico. Per parte mozambicana la viceministro della pubblica istruzione ha deto che il

significato di questo Accordo di intenti sta nel "dare un supporto legale e ufficiale alla realtà di collaborazione che attualmente esiste tra il Ministero e la Società Salesiana e aprire itinerari per una collaborazione futura". Questa collaborazione si sta rendendo concreta con decisioni e con iniziative come il riconoscimento delle scuole, il contratto per gli insegnanti e il sostegno didattico o economico. L'accordo che si è recentemente firmato si stava preparando fin dal 1998, proposto dalla allora direttrice nazionale dell'insegnamento tecnico. Per diverse circostanze, come le elezioni nel paese o i cambi ministeriali, la firma di questo documento si era rimandata. (Ans – MANCINI)

LA COMMISSIONE EPISCOPALE GIUSTIZIA E PACE DEL

MOZAMBICO HA ATTIVATO IL PROPRIO SITO

MAPUTO, 26 mar ‘03. – La Commissione episcopale Giustizia e Pace del Mozambico ha attivato il proprio sito www.juspax.co.mz "Obiettivo del sito – spiega un comunicato – è di unirsi nella grande rete per vedere quello che andiamo pubblicando come piccole e grandi conquiste che stiamo realizzando come Chiesa Cattolica in

Mozambico, per dare a questo Paese – aggiunge il comunicato – più pace, più giustizia, più democrazia, e a tutti i mozambicani il diritto ad una vita più degna". (Comunicato 25 mar. – MANCINI)

CHIESA MOZAMBICANA CELEBRA L’ANNIVERSARIO DELLA

VISITA DEL PAPA

MAPUTO 17 set ‘03 - Giovanni Paolo II ha visitato il Mozambico un'unica volta, quindici anni fa, dal 16 al 19 settembre del 1988. La

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Conferenza episcopale del Mozambico (CEM) vuole commemorare

questo anniversario nella cornice dei 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e perciò ha organizzato una serie di iniziative. Le elenca mons. Jaime Pedro Gonçalves, arcivescovo di Beira e presidente della stessa CEM, in un comunicato del Consiglio permanente indirizzato a tutte le comunità cattoliche mozambicane. Le iniziative sono tre: un simposio nel seminario maggiore San Pio X di Maputo; una Santa Messa di ringraziamento sempre a Maputo nel Padiglione di Maxaquene; terza, infine, l'assemblea ordinaria della Conferenza episcopale. I tre avvenimenti occuperanno la settimana dal 17 al 24 di ottobre. Il comunicato ricorda ai fedeli quanto Giovanni Paolo II ha

fatto per il Mozambico. Il viaggio pastorale nel 1988, innanzitutto, quando il Papa indirizzò "al popolo mozambicano e alle sue autorità messaggi di pace e di speranza. Esortò i vescovi ad un impegno maggiore per trovare la pace al popolo mozambicano". Giovanni Paolo II, continua il messaggio, "accettò di seguire ed appoggiare le conversazioni di pace tra il nostro governo e la Renamo a Roma. Dopo la firma dell'Accordo Generale di Pace ricevette in udienza le due delegazioni impegnate nel processo di pace ed indirizzò al popolo mozambicano un messaggio di gioia e di soddisfazione per la restituzione della pace a tutti noi". Il messaggio dei vescovi mozambicani ricorda ancora l'interessamento del Papa presso la

comunità internazionale quando il Mozambico subì la grande alluvione del 2000. A fronte di ciò i vescovi auspicano che le autorità del Paese e tutti i cittadini, in occasione dei 25 anni di pontificato, "procurino di perpetuare con qualche segno indelebile il passaggio e la permanenza nel nostro amato Paese di un uomo di Dio e del bene e una figura internazionalmente ammirata qual'è Papa Giovanni Paolo II. Per parte nostra - annunciano i vescovi - è nostra intenzione intitolare a Giovanni Paolo II la sede della nostra Conferenza episcopale che è in progetto di costruzione". (Comunicato 22 ago. – MANCINI)

LA CHIESA IN MOZAMBICO E’ MOLTO ATTIVA SUL PIANO SOCIALE: COSI’ MONS. ADRIANO LANGA, AUSILIARE DI

MAPUTO MAPUTO, 21 ott ‘03 - La Chiesa in Mozambico è attiva sul piano sociale. Lo rileva mons. Adriano Langa, ausiliare di Maputo, in un'intervista all'agenzia di stampa cattolica Apic. "Sono molte le attività sociali della Chiesa", rileva mons. Langa, che vanno dalla promozione

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della donna, all'educazione, alla sanità. Caritas Mozambico porta

assistenza ai bisognosi, sostiene le vittime di calamità naturali e coinvolge tutta la Chiesa mozambicana nella lotta alla povertà. Due sono i problemi maggiori: la cronica mancanza di luoghi per la preghiera e la diffusione delle sette. "Non abbiamo chiese parrocchiali sufficienti - specifica l'ausiliare di Maputo - per accogliere le folle di fedeli che vengon0o per partecipare alla Messa domenicale. In certa parrocchie - aggiunge il vescovo - bisogna 'binare' e 'trinare', di fronte alla mancanza di posti sufficienti per i fedeli". Le sette costituiscono l'altro problema, esse proliferano alcune dichiarandosi anche cattoliche. Per frenare questo fenomeno la ricetta per mons. Langa è

rappresentata dalla "buona evangelizzazione delle persone affinché non si lascino manipolare". "E' una sfida per la nostra religione - rileva l'ausiliare di Maputo - il modo che usiamo per fare catechesi, l'evangelizzazione più in generale, e le nostre celebrazioni danno forza a quelli che vanno in chiesa, ed accade che essi siano sufficientemente saldi nella loro religione per poter accogliere un'altra cosa". (Dia 16 ott. - MANCINI)

NEL MESSAGGIO DEI VESCOVI PER LE AMMINISTRATIVE DEL 19 NOVEMBRE 2003, PREOCCUPAZIONE PER PERSISTENTE

VIOLENZA POLITICA, CORRUZIONE,

MANCATO SVILUPPO E AIDS MAPUTO, 29 ott ‘03 - ―Chiediamo a tutti i mozambicani di riflettere sulla realtà socio-politica ed economica nella quale viviamo e di assumersi il compito di scegliere, attraverso il voto, i canditati capaci di dare soluzioni ai problemi che colpiscono la società mozambicana e di migliorare le sue condizioni di vita‖. È il messaggio lanciato dai vescovi del Mozambico in vista delle elezioni amministrative del 19 novembre. Il messaggio è contenuto in un documento intitolato appunto ―Giustizia e trasparenza nelle elezioni‖. In esso i pastori rilevano come il

Mozambico, uscito da una lunga guerra civile, abbia fatto progressi negli ultimi anni. Nondimeno vi sono alcuni fatti che ancora inquinano la vita politica. In primo luogo le intimidazioni che sono avvenute e che continuano durante la campagna elettorale. ―E' urgente - ammoniscono in proposito i vescovi - istituire e applicare meccanismi concreti e corretti perché queste anomalie siano superate per garantire l‘esercizio dei diritti democratici‖. La corruzione, la disparità tra ricchi e poveri, le deficienze del piano di sviluppo economico, la diffusione dell‘Aids sono altri gravi problemi, che il Mozambico deve tentare di risolvere. Perciò i

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vescovi concludono il loro documento esortando tutti i mozambicani di

buona volontà, e in particolare i credenti ―perché facciano dell‘atto elettorale una manifestazione politica della loro fede. Chiediamo a tutti i credenti di pregare affinché le prossime elezioni siano una vera festa di cultura della democrazia e della pace nel nostro paese‖. (Fides 28 ott. - MANCINI)

LE DENUNCE DELLA CHIESA CONTRO IL TRAFFICO DI BAMBINI E DI ORGANI IN

MOZAMBICO

1) NAMPULA, 5 feb '04 – L'impegno delle Serve di Maria di Nampula, in Mozambico, contro il traffico degli organi di esseri umani finora ha portato a quattro attentati contro le suore, tutti per fortuna andati a vuoto. Lo denunciano le stesse religiose, che hanno denunciato alla polizia gli attacchi cui sono state oggetto dopo le ripetute denunce di sparizioni ed assassinii di giovani, a quanto pare tutti orchestrati in funzione del traffico di organi di esseri umani che è fiorente nella regione. Le vittime sono soprattutto i minori. La collocazione particolare del convento, che è situato sulla strada che va all'aeroporto, ha consentito alle religiose di raccogliere informazioni precise e circostanziate su quanto accade, risalendo fino all'ottobre

2002, data di inizio di misteriose sparizioni dei cosiddetti "ragazzi di strada". Alcuni degli stessi minori, rifugiatisi nel convento, hanno dettagliatamente descritto luoghi e situazioni di violenza. Nonostante le ripetute denunce, la polizia è rimasta inattiva mentre le religiose – quattro spagnole ed una brasiliana – sono state fatte oggetto di minacce e attentati. Adesso con un comunicato stampa, ripreso anche da alcuni giornali, spagnoli, le suore escono allo scoperto, sottolineando che soltanto una più precisa pressione internazionale potrà costringere le autorità mozambicane e fare luce sugli episodi rompendo il muro di omertà.

(Vid. 4 feb) 2) NAMPULA, 9 feb 04 - Sarebbero almeno ottanta i bambini e le bambine vittime di un traffico di organi nella provincia di Nampula, nel nord-est del Mozambico. "Il fenomeno è relativamente recente – e anche se vengono segnalati casi in varie zone del Paese, sembra ormai chiaro che il centro di questi traffici si trovi a Nampula". L'attenzione internazionale sul caso è stata richiamata nei giorni scorsi da due suore, una spagnola e l'altra brasiliana, che operano in un

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orfanotrofio di Nampula e che hanno inviato ad alcuni organi di

stampa europei messaggi e informazioni sul macabro traffico che avrebbe colpito anche quattro bambini di cui si prendono cura. Le religiose hanno fatto sapere di essere in possesso di fotografie di cadaveri di bambini privi di organi e di avere le testimonianze di alcune vittime che sono riuscite a fuggire e a salvarsi. L'intera Chiesa cattolica mozambicana, dai missionari ai vescovi,che recentemente hanno parlato della faccenda direttamente con il presidente Joaquim Chissano, è coinvolta in prima linea nel fare piena luce su questo traffico, tanto che alcune religiose starebbero collaborando alle indagini a fianco degli inquirenti. L'area di Nampula è considerata, sin

dai tempi della guerra civile, una sorta di 'zona franca'. (Misna 9 feb. - MANCINI) 3) MISANO, 6 apr 04 - Sono oltre centomila le firme raccolte in un mese dai religiosi dell'Ordine dei Servi di Maria di Misano Adriatico (Rimini) per i bambini di Nampula, la città al Nord del Mozambico da tempo al centro della tragica vicenda della tratta dei minori finalizzata anche all'espianto e al commercio dei loro organi. L'allarme lanciato dalle suore missionarie Serve di Maria del Monastero Mater Dei di Nampula, e rilanciato dalle inchieste giornalistiche in tutto il mondo - si legge in una nota - ha alzato il livello di attenzione su una vicenda che

altrimenti si sarebbe continuata a consumare nel silenzio e nell'indifferenza generale, anche per la difficile situazione ambientale e i sospetti di collusione tra le autorità locali e i trafficanti. Alla fine del mese di febbraio una missionaria luterana di nazionalità brasiliana, Doraci Julita Edinger, che denunciò il turpe traffico già nel 2001, è stata assassinata a colpi di martello a Nampula. ''Le sparizioni di bambini e i ritrovamenti di cadaveri orrendamente mutilati purtroppo continuano, anche se la frequenza è fortunatamente diminuita da quando la comunità internazionale ha iniziato a fare pressione sul governo mozambicano - sottolinea padre Benito Fusco

del segretariato missioni e pace dei Servi di Maria -. Recentemente il parlamento europeo ha deciso di avviare, attraverso Europol, indagini proprie anche per sostenere gli inquirenti locali in un'inchiesta che per ragioni facilmente intuibili si presenta difficile e complicata''. La raccolta di firme, lanciata già dal mese di febbraio dai Servi di Maria di Misano Adriatico, ha ricevuto adesioni dall'Italia e dall'estero e si concluderà il 7 di aprile. E' ancora possibile sottoscrivere l'appello anche on line, compilando il form che si trova all'indirizzo: www.missioniosm.it (Ansa 5 apr.)

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4) NAMPULA – La scomparsa e il traffico di organi di centinaia di bambini mozambicani di Nampula continua ad essere al centro della campagna di sensibilizzazione e di denuncia dell'Ordine di Servi di Maria. Nel mese di marzo i frati e le religiose della congregazione hanno lanciato un appello a tutte le realtà sociali, politiche, religiose e istituzionali affinché le autorità competenti nazionali ed internazionali intervenissero efficacemente, a fronte dell'inerzia e dell'incapacità degli organi di polizia locale e delle minacce di morte ricevute dalle suore missionarie. Il problema è stato sollevato per la prima volta lo scorso febbraio dalle Serve di Maria, dallo stesso arcivescovo di Nampula,

monsignor Tomé Makhweliha, dalla Conferenza dei religiosi del Mozambico (Cirm) e dalla Conferenza delle religiose del Mozambico (Conferemo). Per arrivare nel cuore delle istituzioni, l'Ordine si è attivato con una raccolta di firme (ad oggi se ne contano oltre 150mila) che verranno consegnate al Presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, al Presidente del Parlamento Europeo, Patrick Cox e al Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi. Il dossier di quanto sta accadendo in questa parta di Africa è stato già inviato al presidente irlandese Bertie Ahern (attuale guida del Consiglio d‘Europa) e all'Alto Commissariato dei Diritti Umani di Ginevra. Secondo p. Claudio Avallone, segretario generale della Commissione

Giustizia e pace dell‘Ordine ―Molti bambini hanno raccontato di loro coetanei rapiti da uomini bianchi. L‘età media è di tredici anni e non è possibile stabilire un numero preciso di scomparsi‖. Il religioso ha trascorso alcuni mesi a Nampula a seguito delle denunce delle suore e ha riferito di una ―sensibile diminuzione‖ dei bambini di strada. ―Non potendo contare su censimenti o su statistiche certe, ci siamo attenuti alle stime fornite da alcune congregazioni che operano sul posto e che forniscono ai ragazzi i pasti quotidiani‖ ha detto p. Avallone. ―A Natale i bambini di strada che si rivolgono alle mense sono solitamente un centinaio. Quest‘anno sono stati serviti solo sette pasti‖. Parlando più

specificamente del fenomeno, il sacerdote ha precisato: ―Gli organi vengono asportati dai cadaveri e destinati al traffico internazionale e alla sperimentazione farmacologia. Una buona parte viene utilizzata anche per i riti tribali‖. Il religioso ha inoltre rivelato che la polizia locale ha mostrato una certa ―connivenza‖ con gli autori degli efferati delitti e che al momento le indagini sono affidate ad una delegazione parlamentare e, per quel che riguarda la competenza internazionale, all‘Interpol. La motivazione di tale impegno dell‘'Ordine dei Servi di Maria è tutta nelle parole del Priore generale, fr. Angel M. Ruiz

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Garnica: ―Per l'ideale di servizio e di solidarietà che ha ispirato fin dalle

origini la nostra congregazione, non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza e al bisogno. Cerchiamo di restare sempre in ascolto della voce dei più poveri e di impegnarci perché questa voce abbia l'eco più vasta possibile, tramite i mezzi di comunicazione e l'intervento di coloro che hanno ricevuto il compito di guidare la società civile‖. (14 apr. – DIONISI) 5) ROMA, 26 ott'04 - "Sono diminuite le sparizioni dei bambini per traffico di organi in Mozambico e i governi si occupano con maggiore

attenzione di questo triste fenomeno". A darne notizie sono i frati Patrick M. Carroll, Benito M. Fusco e suor Juliana Maria Calvo Ariño, servi di Maria, che sono stati ricevuti, nei giorni scorsi a Roma, dalla Commissione affari esteri e diritti umani del Parlamento Italiano. Suor Juliana, priora del monastero di Nampula, ha raccontato della macabra scoperta, diversi mesi fa, dei corpi di bambini mutilati e dell'esitazione della polizia locale: "Quando scomparivano bambini o venivano trovati i loro colpi mutilati, i genitori della zona venivano sempre più numerosi al monastero a chiedere aiuto". Il coinvolgimento dell'opinione pubblica internazionale ha però "indotto la Polizia nazionale e gli organismi politici a intervenire e così, nella

zona di Nampula, sono diminuite sensibilmente le sparizioni". Però, ha aggiunto, "in altre zone del Mozambico le sparizioni di bambini continuano; è necessario, perciò, che la protesta continui". Fra Benito M. Fusco ha insistito sulla necessità di un maggiore coinvolgimento politico a livello internazionale per fare pressione e dare sostegno ai governi nell'affrontare questo problema, mentre fra Patrick M. Carroll ha parlato del progetto dell'Ordine dei Servi di Maria di raccogliere firme (è stata già raggiunta la cifra di 259.000) per sollecitare iniziative politiche in merito al traffico di bambini e di organi. L'iniziativa ha ottenuto una risposta da alcuni governi nazionali (Italia,

Spagna, Portogallo, Mozambico) e sul piano internazionale dalla Commissione dell'Unione europea. (Sir, Misna 25 ott. - MANCINI)

LA FORMAZIONE DEI SACERDOTI E LA CELEBRAZIONE DELL'EUCARISTIA I TEMI AL CENTRO DELLA PRIMA

ASSEMBLEA 2005 DEI VESCOVI MOZAMBICANI MAPUTO 30 apr ‘05 - La formazione dei sacerdoti e la celebrazione dell'Eucaristia sono stati al centro della prima assemblea di

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quest'anno dei Vescovi del Mozambico. L'assemblea ha avuto luogo a

Maputo agli inizi di aprile e l'agenda dei lavori è stata modificata dopo l'annuncio della morte di Giovanni Paolo II. "La formazione dei nuovi sacerdoti in Mozambico - si legge in una nota degli stessi vescovi - è una delle grandi preoccupazioni della Conferenza Episcopale. In accordo con i nostri istituti missionari - continua la nota -, che con grande dedizione hanno la responsabilità della formazione dei nuovi sacerdoti nei seminari mozambicani, le diocesi stanno inviando sacerdoti diocesani nelle università di Roma e di diversi paesi per prepararsi idoneamente alla formazione dei seminaristi". Quanto all'Anno dell'Eucaristia, i vescovi del Mozambico fanno propria la

raccomandazione di Giovanni Paolo II circa "la dignità e il ispetto nella celebrazione del sacrificio della Messa in modo che sia al centro della vita cristiana". (Fides - MANCINI)

INCONTRO DEI VESCOVI LUSOFONI IN MOZAMBICO MAPUTO 15 set. 06— "Il portoghese è parlato nel mondo da circa 250 milioni di persone e rappresenta una delle lingue maggiormente utilizzate nel mondo cattolico, Questa base comune ha permesso ai Vescovi presenti di discutere con grande libertà e fraternità sulla vita

della Chiesa e della missione nella comunità da loro rappresentate". Lo ha rilevato Mons. Odilo Pedro Scherer, Vescovo ausiliare di San Paolo e Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Brasile, in un articolo sull'incontro delle Conferenze Episcopali dei Paesi lusofoni che si è tenuto a Maputo, capitale del Mozambico, nella scorsa settimana. Nella riunione i Vescovi lusofoni hanno presentato la situazione religiosa, politica, sociale ed economia delle loro nazioni, le loro preoccupazioni pastorali e le sfide all'evangelizzazione, oltre che formulare delle proposte di aiuto reciproco, specialmente nel campo

missionario e della formazione degli agenti d'evangelizzazione. In particolare Mons. Scherer si sofferma sulla realtà delle Chiese africane di lingua portoghese. "In Angola - scrive - la Chiesa vive la situazione tipica di un Paese giovane, uscito da poco dalla guerra civile lunga e lacerante e che tenta di consolidare le istituzioni, anche se fragili, della democrazia" scrive Mons. Scherer. "Preoccupa la grande povertà della maggioranza della popolazione. Il cattolicesimo Þ considerato una religione tradizionale manca di un'evangelizzazione più approfondita. Vi sono

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diverse vocazioni, però lungo il cammino verso il sacerdozio vi sono

molti abbandoni". Anche il Mozambico dal punto di vista sociale è simile, per alcuni versi, all'Angola, perché "è un Paese giovane che ha affrontato la guerra per l'indipendenza, seguita da una lunga e dolorosa guerra civile. La democrazia ha dovuto affrontare diverse resistenze per affermarsi sugli effetti del regime marxista. I cattolici rappresentano il 24% circa della popolazione. La Chiesa gode di libertà e di considerazione nella società". Il Mozambico è un buon esempio di collaborazione tra le diverse Chiese lusofone. Nel Paese africano operano infatti 25 missionari e

missionarie brasiliani che operano nella zona di Maputo. In questo contesto la Chiesa opera per "il consolidamento della pace, l'inculturazione delle fede e della promozione umana". In Guinea Bissau i cattolici sono circa il 15% della popolazione. Anche questo Paese subisce ancora le drammatiche conseguenze di una lunga guerra civile. La Chiesa cattolica porta il suo contributo al sostegno delle istituzioni democratiche e all'affermazione della cultura della pace. "I Vescovi incoraggiano le organizzazione di base della vita sociale di cultura popolare per affermare i valori della solidarietà, del rispetto degli anziani e dei valori tradizionali familiari". (Fides— MANCINI)

VIOLENZE CONTRO I MISSIONARI IN MOZAMBICO

ANGONIA, 7 nov. 06 - Viene sepolto oggi ad Angonia, in Mozambico, il corpo del gesuita brasiliano Waldyr dos Santos, 69 anni, ucciso con arma da fuoco ieri nella missione gesuita di Fonte Boa ad Angonia. Insieme con lui è stata uccisa a coltellate Idalina Neto Gomes, 30 anni, una volontaria portoghese dell‘associazione ―Laici per lo sviluppo‖. Il suo corpo verrà riportato in Portogallo. Un missionario di Tete, capoluogo dell‘omonima provincia mozambicana, ha detto che

quello che è successo ieri ―alla residenza dei gesuiti è solo l‘ultimo atto di una serie di episodi violenti ai danni di missionari nella zona di Agonia‖. ―Negli ultimi mesi - ha aggiunto il missionario - ci sono stati almeno cinque attacchi violenti contro religiosi e missionari. Padri e suore sono stati derubati e picchiati in più circostanze, ma non c‘erano state ancora vittime‖. Colpiti da queste violenze sono stati missionari comboniani, gesuiti, le suore francescane e le missionarie Figlie della Carità di San Vincenzo de‘ Paoli. Il vescovo di Tete, mons. Paulo Mandlate, ha ripetutamente chiesto alle autorità locali di garantire la

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sicurezza del personale religioso e missionario.

(Misna - MANCINI)

ALTRO ARRESTO PER L’UCCISIONE DEL GESUITA WALDYR DOS SANTOS

MAPUTO, 21 nov. 06 Un altro uomo è stato arrestato, portando a tre il numero dei fermati, dalle autorità del Mozambico perché sospettato di essere coinvolto nell‘omicidio del gesuita Waldyr dos Santos, 69 anni, brasiliano, e della volontaria portoghese Idalina Neto Gomes, 30 anni, uccisi il 6 novembre scorso ad Angonia, nella provincia nord-

occidentale di Tete. Il terzo sospetto Þ stato prelevato dalla polizia venerdì scorso nella città di Ulongue. La magistratura mozambicana dovrebbe formalizzare le accuse nei confronti dei tre sospettati. ―Vogliamo risolvere questo caso il più velocemente possibile‖, ha detto il procuratore della repubblica nella provincia di Tete, Arone Nhaca, il quale ha aggiunto che alla ricerca del terzo sospettato hanno collaborato tutte le forze di sicurezza nazionali. Secondo Nhaca, sarebbero ancora latitanti due membri del commando che all‘alba del 6 novembre scorso fecero irruzione nella casa dei gesuiti di Fonte Boa ad Angonia. Nell‘assalto alla residenza dei gesuiti, altri due religiosi erano rimasti feriti e si troverebbero ancora ricoverati all‘ospedale di

Angonia. Le loro condizioni sono segnalate in miglioramento. Da mesi si sono intensificate le aggressioni contro missioni e parrocchie, con furti di denaro e auto che vengono poi contrabbandate facilmente oltre confine, non solo in Malawi, ma anche nei vicini Zambia e Zimbabwe. (Misna - MANCINI)

I VESCOVI DEL MOZAMBICO: I BUONI RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI,

PREOCCUPAZIONE PER LA VIOLENZA E LA CORRUZIONE

MAPUTO, 12 dic ‘06 - In un documento pubblicato al termine della loro recente assemblea plenaria, svoltasi il mese scorso, i vescovi mozambicani hanno lanciato l‘allarme sul ―clima di violenza che si va estendendo dalle città alle zone dell‘interno e si manifesta nel banditismo, negli assalti a mano armata, nelle rapine alla luce del giorno, negli atti di vendetta‖. Nella loro analisi dei problemi socio-economici del Paese, i presuli rilevano come l‘alto tasso di disoccupazione costringa ―i giovani al vagabondaggio, a vivere di furti

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e a cadere vittime della droga‖. Anche la corruzione dei funzionari

pubblici contribuisce a indebolire la coesione sociale e a minare la pace nel Paese. I vescovi ricordano che negli ultimi mesi diversi sacerdoti e missionari sono stati vittima di questo clima di insicurezza. Per quanto riguarda invece le relazioni tra Stato e Chiesa, la Conferenza episcopale si compiace dei buoni rapporti di collaborazione che si sono stabiliti in diverse diocesi con le istituzioni locali, in particolare nel campo dell‘educazione. Allo stesso tempo però, ribadisce il diritto della Chiesa ad intervenire su tematiche importanti come la famiglia, l‘aborto e il divorzio per contestare quelle ―leggi che offendono gravemente la verità e la giustizia‖.

Sul piano ecclesiale, infine, il documento afferma che ―dalla lettura delle relazioni e delle statistiche di ciascuna diocesi emerge l‘impressione di una crescita notevole nella fede, frutto del lavoro incessante di sacerdoti, religiosi e religiose, animatori e catechisti‖. I vescovi inoltre si felicitano perché diverse parrocchie e comunità hanno avviato il cammino verso l‘autosufficienza finanziaria, ma chiedono anche un maggiore impegno per la promozione delle vocazioni. (Fides – ZENGARINI)

ABORTO, LOTTA A POVERTÀ E CRIMINALITÀ AL CENTRO

DELL’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI VESCOVI MOZAMBICANI DELL’APRILE 2007

MAPUTO, 10 mag ‘07 - Il progetto di legge sull‘aborto, le attuali sfide della società mozambicana il programma del governo contro la povertà e la criminalità dilagante sono stati i temi principali affrontati dalla recente assemblea ordinaria dei vescovi del Paese, svoltasi nella seconda metà di aprile a Matola, periferia di Maputo. Sull‘interruzione volontaria della gravidanza, i vescovi mozambicani hanno preparato una nota pastorale intitolata “Sì alla vita, no alla morte, contro

l‟aborto provocato”, in cui esortano i fedeli, le autorità e tutte le persone di buona volontà a non lasciarsi condizionare dalle pressioni ideologiche e dalle argomentazioni a favore della sua legalizzazione. Nel comunicato diffuso al termine dell‘Assemblea si ribadisce che ―l‘aborto è un crimine contro la vita e, in Mozambico, è un‘offesa alla Nazione che dispone di territori immensi e di fonti di ricchezza da usare per il bene comune e per la crescita della popolazione‖. Altri argomenti in primo piano alla sessione sono state le attuali emergenze sociali del Mozambico: in particolare la povertà e la

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criminalità. I vescovi giudicano con favore i piani di intervento del

governo per sradicare la ―povertà assoluta‖, ossia la miseria, l‘indigenza e l‘ignoranza della gran parte della popolazione. Ma essi ricordano anche che la crescita economica deve andare di pari passo con la crescita del ―livello morale e intellettuale‖ del Paese, poiché ―non è con il crimine che si eleva il tenore di vita del nostro popolo, ma con la formazione umana, intellettuale e morale‖. Il riferimento al crimine scaturisce dalla drammatica situazione dell‘ordine pubblico in Mozambico. Di fronte a questa situazione, i presuli affermano che è compito dello Stato intervenire per la sicurezza e ribadiscono l‘impegno della Chiesa a collaborare per educare la gente alla legalità

e alla convivenza pacifica. Al termine dei lavori, l‘assemblea ha infine diffuso un messaggio di solidarietà con le vittime delle recenti inondazioni, del ciclone Fàvio e dell‘esplosione della polveriera di Malhazine a Maputo. Nel riconoscere gli sforzi del governo per soccorre le popolazioni colpite, i presuli hanno sollecitato le autorità ―a tenere in debito conto gli indennizzi alle vittime‖. (Comunicato – ZENGARINI)

NOTA PASTORALE DEI VESCOVI DEL MOZAMBICO CONTRO L’ABORTO

MAPUTO, 12 mag 07 - I Vescovi del Mozambico in una nota pastorale, diffusa al termine della loro recente plenaria, esprimono la loro profonda preoccupazione per la diffusione dell‘aborto e per una sua possibile liberalizzazione. La nota si intitola ―Sì alla vita e no alla morte, contro l‘aborto provocato‖. Nel documento si delinea un quadro preoccupante del Mozambico: aumento dei neonati abbandonati nella spazzatura, degli aborti assistiti negli ospedali e di quelli eseguiti privatamente, spesso su istigazione della famiglia che non vuole avere una ―figlia disonorata‖. Suscita particolare preoccupazione nei vescovi il dibattito sulla completa liberalizzazione

dell‘aborto, della sua legalizzazione e depenalizzazione. Un dibattito, sottolineano i vescovi, ispirato da una serie di atti internazionali quali la Conferenza di Vienna sui Diritti Umani, la Conferenza de Il Cairo sulla Popolazione del 1994, la Conferenza di Pechino sulla donna del 1995, la Piattaforma d‘Azione di Pechino del 2005 che tutela i diritti alla salute riproduttiva della donna. Ma è soprattutto il cosiddetto ―Protocollo di Maputo‖, adottato dalla Sessione Ordinaria dell‘Unione Africana nel 2003, a ispirare i sostenitori della liberalizzazione dell‘aborto. La nota ricorda che il Mozambico è uno dei 15 su 53 Stati

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africani che hanno ratificato il Protocollo il cui articolo 14 riconosce

apertamente il diritto della donna all‘aborto. I vescovi mozambicani, pur riconoscendo gli aspetti positivi del Protocollo, lamentano il fatto che la sua ratifica da parte del Parlamento di Maputo sia avvenuta ―senza una precedente divulgazione del testo in modo da rendere possibile un dibattito sul suo contenuto‖. L‘art. 14 del Protocollo, secondo la nota pastorale dei vescovi, è contrario alla multisecolare tradizione africana e mozambicana di rispetto e di amore per la sacralità della vita umana, oltre ad essere in contrasto con la dottrina qual è espressa nel Catechismo della Chiesa cattolica, nei documenti conciliari e nell‘Esortazione post sinodale ―Ecclesia in

Africa‖.―Esortiamo i nostri fedeli- concludono i vescovi -, i nostri concittadini, in particolare coloro che sono investiti dell‘autorità, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a riflettere seriamente sulla necessità urgente di difendere la vita di tutti i componenti del popolo mozambicano, sia di quelli già in vita, sia i nascituri, sia degli altri seriamente minacciati nella loro esistenza, ora dal flagello del Aids/Hiv, ora dalle diverse malattie endemiche e da un aumento delle pratiche abortive. No all‘aborto, sì alla vita‖. (Fides – MANCINI)

DIECI ANNI DOPO GLI ACCORDI DI PACE. IL DOCUMENTO DEI VESCOVI

Repensando os 10 anos de Paz (1992-2002)

Actas do Simpósio "Processo da Paz antes e depois do Acordo Geral" realizado pela Conferência Episcopal de Moçambique nas Comemorações dos 10 anos da Paz Ed. CEM-Maputo- Mz

Antes do AGP (Acordo Geral de Paz), perante os horrores da guerra civil no País, a Igreja Católica, através da CEM (Conferência Episcopal de Moçambique) empenhou-se, a tempo e a contratempo, no anúncio do diálogo como sendo a via mais correcta para se alcançar a paz. Haja em vista as famosas Cartas, Notas e Comunicados Pastorais, os sucessivos encontros com os dirigentes das partes em conflito, as diversas sessões de catequese e homilias, bem como a organização e realização de cursos de formação para os Animadores da Reconciliação (Integradores Sociais), culminando, tudo isto, com a

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participação da própria Igreja na mediação do histórico AGP, em

Roma. Consciente da necessidade de preservação e consolidação da Paz e unida a todas as forças vivas da sociedade moçambicana, a Igreja Católica foi organizando e realizando, após o AGP, ao nível de todo o País, sucessivos cursos de formação sobre Direitos Humanos, Democracia, Cidadania, Eleições etc. Dez anos depois da Assinatura do AGP (1992-2002), é momento de fazer uma análise e avaliação para verificar se o trabalho realizado

teria sido eficiente e ao encontro das expectativas do Povo. Daí a organização e realização dum Simpósio como momento privilegiado para uma reflexão crítica e construtiva sobre como se viveu o Processo de Paz e para colocação de propostas concretas em ordem ao aprofundamento da vivência desta Paz rumo ao futuro. Como método para esta avaliação, a CEM achou por bem chamar os actores do Processo de Paz: - Os mediadores que desempenharam um papel preponderante nas conversações de Roma;

- As partes em conflito que se comprometeram definitivamente a assinar o AGP e a fazer viver o espírito do mesmo Acordo; - A sociedade civil que constitui o grupo alvo ou os beneficiários desta Paz. Estes três actores que, de diferentes maneiras, contribuíram para a Paz, sentaram-se juntos nos dias 1,2 e 3 de Outubro de 2002, no salão nobre do Seminário Maior Teológico S. Pio X, em Maputo, não para chorar pelo “leite derramado” mas para um diálogo franco e aberto em ordem a que, dos dez anos de Paz vividos até então, se possa tirar lições para o futuro. Assim foi o Simpósio!

Gratificante foi observar como resultou acertada a ideia do Simpósio pois nele participaram mais de 300 pessoas entre representantes do Governo e Partidos, entidades diplomatas e religiosas, bem como da sociedade civil em geral. Mais, do que o número de pessoas a abarrotar pelo salão do Seminário, empolgante foi a qualidade e o nível das discussões e do diálogo havidos. Neste livro, o leitor poderá, entre outros, inteirar-se de três capítulos fundamentais: - Os Caminhos da Paz: É um capítulo de singular importância pelo

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resgate da memória histórica que ele apresenta, através da narração

de factos inéditos que envolveram o sinuoso caminho da preparação do diálogo para a Paz, até à consumação das conversações para o AGP. Pela CEM se pronuncia o Arcebispo da Beira, D. Jaime Pedro Gonçalves, secundado pelo Cardeal Arcebispo de Maputo, D. Alexandre José Maria dos Santos. O CCM (Conselho Cristão de Moçambique) faz-se eco na pessoa do seu Presidente, o Reverendo Dinis Matsolo, apelando hoje para a unidade das Igrejas que na altura se deram as mãos na busca dos caminhos da Paz. Da Comunidade de S. Egídio, Roma, D. Mateo Zuppi, muito singela e eloqüentemente refere-se à forma do envolvimento da sua Comunidade no processo

moçambicano de Paz e, sobretudo, no diálogo de Roma. E´ interessante e gratificante o papel que as Igrejas desempenharam no processo de Paz em Moçambique. - Os Compromissos da Paz: Neste capítulo as partes em conflito, Renamo e Frelimo, respectivamente nas pessoas do Sr. Marcelino Francisco Xavier e do Dr. Eneas Comiche, procuram reviver e actualizar os compromissos e a responsabilidade assumidos em Roma, em ordem à promoção dos princípios de unidade e reconciliação nacional com projecção para um futuro de paz, estabilidade e progresso. - Luzes, Sombras e Esperanças da Paz: É o capítulo privilegiado da

Sociedade Civil, no qual ela faz uma avaliação do desenvolvimento do processo de Paz depois do AGP, apontando em que é que esta Paz beneficiou efectivamente o Povo e o que falta ainda para satisfazer este mesmo Povo. E mais do que uma simples análise dos dez anos de Paz, a Sociedade Civil exprime, de uma forma contundente é inequívoca, o que ela quer e espera que seja, no concreto, a preservação e a consolidação da Paz, por parte de todos os moçambicanos, de modo a garantir o bem-estar e um desenvolvimento que se identifique com a segurança sócio-económica, cultural e política.

No livro, o leitor poderá encontrar ainda, antes e depois dos três capítulos fundamentais, discursos e depoimentos de diversas entidades que quiseram associar-se ao Simpósio, dando-lhe a credibilidade e a importância de que o mesmo se revestiu. Em nome da CEM, a Comissão Episcopal de Justiça e Paz e a Caritas Moçambicana, executivos a quem a própria CEM responsabilizou a tarefa da preparação e realização do Simpósio, aproveitam esta

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oportunidade para dizer que foi gratificante trabalhar para uma causa

tão justa. Ao mesmo tempo agradecem a todos os que, sem limites e sem esperar qualquer tipo de gratificação, fizeram com que o Simpósio fosse um sucesso e alcançasse os objectivos pretendidos. Que cada moçambicano faça a sua parte concreta para que a vivência da Paz no País seja cada vez mais consolidada.

DISCORSO DI BENEDETTO XVI AI VESCOVI DEL MOZAMBICO

Ud ienza de l 26/05/2007

NB. I l bo l le tt ino de l VIS de i g iorn i 26 -28 maggio è mancante . Per completezza , s i a l lega i l serv iz io su l l ’ud ienza de l Papa rea l izzato dal Rad iog iornale

i ta l iano de l le ore 14:

L‘annuncio missionario deve restare la priorità tra le priorità per la Chiesa in Mozambico, che pure si confronta con mille difficoltà socio-pastorali: lo ha raccomandato stamanI Benedetto XVI ai vescovi del Paese africano, nell‘indirizzo di saluto al termine della loro visita ad

Limina. Il servizio di Roberta Gisotti: Sono tanti e complessi gli ostacoli che si frappongono all‟evangelizzazione di oltre la metà della popolazione del Mozambico, ha osservato Benedetto XVI, dopo avere ascoltato il presidente della Conferenza episcopale mozambicana, l‟arcivescovo Tomè Makhweliha, illustrare con preoccupazione i mali di questo Paese, tra i più ricchi dell‟Africa per risorse naturali e con grandi potenzialità economiche, eppure in stato di povertà assoluta. Un Paese preda della corruzione generalizzata e della criminalità, dello sfruttamento della manodopera

e delle donne, del traffico della droga e degli esseri umani, del commercio sessuale. Ha puntato il dito, il presidente dei vescovi del Mozambico, sull‟attuale ordine economico internazionale, governato dalle multinazionali e dalla globalizzazione. In questa critica situazione, il Papa ha invitato i presuli mozambicani ad essere quanto più presenti in tutte le comunità delle loro diocesi, prestando paterna attenzione alle condizioni di vita umane e religiose, e di essere accanto ai sacerdoti per ascoltarli, guidarli e incoraggiarli

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nel loro spesso arduo servizio pastorale, e di valorizzare i movimenti

ecclesiali e le nuove comunità “provvidenziali per un rinnovato impulso missionario”. Benedetto XVI ha raccomandato di approfondire la fede attraverso tutti i mezzi a loro disposizione: la catechesi dei giovani e degli adulti, gli incontri e la liturgia con l‟inculturazione che s‟impone. “Senza questa formazione profonda - ha osservato - la fede e la pratica religiosa divengono superficiali e fragili”, inadeguate a contrastare “l‟indifferenza religiosa, il materialismo e il neopaganesimo, fenomeni che dominano oggi nelle società dei consumi”.

Essenziale anche la formazione nei seminari a fronte della crisi vocazionale e la formazione permanente di tutti gli operatori apostolici, sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e animatori di movimenti e comunità. Ogni cristiano - ha sollecitato Benedetto XVI - offra il suo contributo “per combattere le ingiustizie, elevare il livello della vita delle persone e dei gruppi sfavoriti, per educare alla rettitudine dei costumi, alla tolleranza al perdono e alla riconciliazione. Si tratta di un‟opera di primaria importanza che serve al bene del Paese”, che i pastori della Chiesa debbono ispirare e sostenere conservando la libertà che è propria della Chiesa nella sua missione

profetica, mantenendo ben chiara la distinzione tra questa missione pastorale e i programmi e i poteri politici. Infine l‟importanza di sostenere la famiglia e il matrimonio cristiano “messo a dura prova - ha sottolineato il Papa - da una società detta moderna, pervasa dalla sessualità e dall‟individualismo”.