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Facoltà di Lettere e FilosofiaDiscipline della Mediazione Linguistica

a.a. 2007-2008 – II semestre

LINGUISTICA APPLICATA

PROF.SSA CLARA FERRANTI

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LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

CLARA FERRANTI

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Contenuto Definizione di CNV Sistemi di CNV La CV Rapporto tra CV e CNV Il sistema paralinguistico Il sistema cinestesico Il sistema aptico Il sistema prossemico Il sistema cronemico Il sistema vestemico

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DEFINIZIONE DICOMUNICAZIONE NON VERBALE

La CNV è una comunicazione extra-linguistica che accompagna e talvolta sostituisce il parlato

Essa comprende una molteplicità di processi comunicativi che coinvolgono la voce, la mimica facciale, lo sguardo, i gesti, la postura, il contatto e la distanza interpersonale, la sincronia comunicativa, l’abbigliamento e il trucco

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I SISTEMI DI COMUNICAZIONENON VERBALE

I vari sistemi di CNV sono:

• il sistema paralinguistico

• il sistema cinestesico

• il sistema aptico

• il sistema prossemico

• il sistema cronemico

• il sistema vestemico

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Volontà e automatismo Nelle sue diverse manifestazioni, la CNV è

caratterizzata da meccanismi automatici che implicano una certa dose di inconsapevolezza; è tuttavia sempre presente un grado variabile di consapevolezza metacomunicativa

Tale consapevolezza è una variabile interiore culturale e individuale che non può prescindere da alcun tipo di manifestazione comunicativa

Per quanto riguarda la CNV, essa agisce sulla regolazione volontaria dell’attenzione e delle modalità espressive di CNV

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LA COMUNICAZIONE VERBALE

La CV è la comunicazione linguistica che si attua attraverso uno scambio di atti linguistici tra due o più interlocutori

L’atto linguistico è un messaggio verbale o scritto codificato da un mittente e decodificato da un destinatario attraverso l’uso della lingua, cioè di un sistema condiviso di segni linguistici• Esso è parte dell’evento linguistico che consiste nella

concatenazione di più atti linguistici

• L’evento linguistico è a sua volta parte dell’evento comunicativo

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La decodificazione

La decodificazione del messaggio è un atto interpretativo delle significazioni verbali e delle segnalazioni non verbali paralinguistiche, cinestesiche, aptiche, prossemiche, cronemiche e vestemiche

È resa possibile dalla condivisione cognitiva dei diversi sistemi di CV e CNV

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RAPPORTO TRA COMUNICAZIONE VERBALE E COMUNICAZIONE NON VERBALE NELL’EVENTO

COMUNICATIVO

Nell’evento comunicativo il sistema di codificazione linguistica interagisce con uno o più sistemi di comunicazione extra-linguistica, automaticamente e/o volontariamente messi in atto

Alla CV è affidata l’efficacia significazionale alla CNV è affidata l’efficacia relazionale

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Autonomia e interdipendenza semantica

I diversi sistemi semiotici della CV e della CNV, pur mantenendo ciascuno la propria autonomia, sono legati da un rapporto di integrazione e interdipendenza semantica

Tutti i sistemi concorrono infatti alla generazione e all’elaborazione del significato globale di un atto comunicativo

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IL SISTEMA PARALINGUISTICO

Concerne la prosodia, cioè l’andamento e la dinamica del flusso fonatorio

Le componenti paralinguistiche del messaggio comunicato sono le unità prosodiche della catena parlata nel suo insieme

Tali componenti sono quelle che consentono il riconoscimento di una voce familiare vs. una voce sconosciuta, una voce giovane vs. una voce anziana, un tono arrabbiato vs. un tono benevolo

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Le unità prosodiche

Durata, intensità, altezza, accento, tono, intonazione, velocità dell’esecuzione (o dell’eloquio), pause piene (ehm mmh) e pause vuote (silenzio)

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I tre fattori prosodici

Durata, intensità e altezza sono i fattori prosodici che condizionano la prosodia della catena parlata

Nell’emissione del flusso fonatorio i tre fattori sono sinergici, ma la prevalenza dell’uno sull’altro determina il tipo di fenomeno prosodico

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durata

È il tempo della tenuta di un fono della catena parlata. Quando l’allungamento è intenzionale ha una funzione enfatico-espressiva

(es. beeello!!)

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intensità

È il volume dell’emissione fonica. Può andare dal pianissimo al fortissimo

Dal punto di vista prosodico è correlata all’accento d’intensità

Dal punto di vista relazionale la sua variazione esprime diverse intenzioni (aumento dovuto a: arrabbiatura, ambiente disturbato, richiamo dell’attenzione, sordità, ecc.)

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altezza (1)

È la frequenza dell’emissione fonica. Determina la sensazione psicoacustica di acutezza della voce su una scala che va dal grave all’acuto.

Costituisce il fattore fondamentale di caratterizzazione delle voci maschili, femminili e infantili

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altezza (2)

Dal punto di vista prosodico è correlata al tono e all’intonazione

Dal punto di vista relazionale la sua variazione è correlata al significato implicito del messaggio

(modulazioni volontarie del tono)

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L’accento d’intensità È la messa in rilievo di una sillaba

rispetto alle altre tramite la variazione prevalente dell’intensità

Funzioni:• Contrastiva messa in rilievo della

sillaba tonica

• Demarcativa segnalazione del confine di parola

• Oppositiva distintiva di significato (es. fini/finì)

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Il tono

È la messa in rilievo di una sillaba rispetto alle altre tramite la variazione prevalente di altezza

Le modulazioni volontarie del tono della voce, basso-medio-alto, concorrono al significato implicito del messaggio (può denotare imbarazzo, gravità del messaggio comunicato, falsità, ecc.)

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L’intonazione

È l’andamento melodico del flusso fonatorio dato dalle variazioni di altezza nel corso dell’intero enunciato

Ogni lingua presenta una tipologia di intonazione della frase, con diversi schemi intonativi (es. discendente, ascendente, sospensivo) legati al tipo di frase prodotta (es. affermativa, imperativa, interrogativa, incompleta)

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Intonazione e intenzione

I profili intonativi delle frasi sono fondamentali per la corretta interpretazione delle intenzioni comunicative del mittente:

• affermativa = asserzione

• imperativa = comando

• interrogativa = domanda

• incompleta = sottinteso

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Velocità dell’esecuzione

È responsabile dei fenomeni di iperarticolazione e ipoarticolazione, cioè di un parlato più accurato e scandito, ovvero più informale e trascurato

La gradazione della velocità dell’esecuzione, che va dal più lento al più celere, è descritta con i termini del movimento musicale: Adagio, Lento, Andante, Allegro, Presto

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Velocità e registri sociolinguistici

Il parlato più accurato e più lento è associato ai registri formali, colti• Caratterizzato dalla conservazione dei tratti

articolatori Il parlato più trascurato e più rapido è

associato ai registri informali, colloquiali• Caratterizzato dalla riduzione o caduta di foni o

sillabe (aferesi, sincope, apocope) e da fenomeni coarticolatori

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Il silenzio

È una strategia della comunicazioneHa natura ambigua e il suo significato

varia in relazione al contesto situazionale, al tipo di rapporto esistente tra i partecipanti all’atto comunicativo, alla cultura di riferimento

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Funzioni del silenzio

Alcune possibili funzioni:

•Valutazione

•Rivelazione

•Attivazione

•Sfida

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IL SISTEMA CINESTESICO

Comprende i movimenti del corpo, del volto e degli occhi

La postura, la gestualità e l’espressione che accompagnano il parlato sono l’oggetto di studio della cinesica

Sono componenti cinestesiche:

1. Mimica facciale 2. Sguardo

3. Sorriso 4. Gesti

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Mimica facciale

I movimenti del volto costituiscono un sistema semiotico privilegiato di segnalazione in situazioni cognitive, emotive e interattive

Le ricerche elettromiografiche sui muscoli facciali hanno messo in evidenza un flusso continuo di informazioni nervose in condizioni emotivamente e cognitivamente attivate

Gli studi mirati alla codificazione e classificazione dei movimenti facciali hanno individuato 44 unità di movimento delle componenti anatomo-fisiologiche e oltre 7000 espressioni facciali

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Valore e funzioni

Le espressioni facciali servono per manifestare determinati stati mentali ed emotivi dell’individuo, le esperienze, le intenzioni, gli atteggiamenti interpersonali

Come meccanismo automatico o volontario, la mimica facciale riveste un valore emotivo o una funzione comunicativa

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Valore emotivo

In quanto può rappresentare la manifestazione immediata, spontanea e involontaria delle emozioni, la mimica facciale ha un valore emotivo e pertanto un significato oggettivo indipendente dal contesto situazionale (espressione di gioia o di dolore universalmente intelligibile)

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Funzione comunicativa

In quanto manifestazione più o meno controllata e volontaria delle emozioni, delle intenzioni, degli atteggiamenti e degli obiettivi dell’individuo, la mimica facciale ha una funzione comunicativa e sociale, anche se isolatamente prodotta (socialità implicita), pertanto ogni espressione ha un significato variabile in funzione del contesto situazionale (espressione incerta, ironica, maliziosa)

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Sorriso

È uno dei segnali fondamentali della specie umana formalmente e funzionalmente diversificato, a differenza dell’omologa espressione facciale delle scimmie usata come atto univoco di difesa o di sottomissione

Gli studi sulla classificazione dei movimenti facciali hanno individuato 19 configurazioni diverse di sorriso

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Funzione del sorriso

Legato alla manifestazione volontaria o involontaria delle emozioni, il sorriso riveste tuttavia importanti funzioni nell’interazione sociale:

• regolatore dei rapporti sociali

• promotore dell’affinità relazionale

• strumento informativo

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Sguardo Rappresenta una potente modalità comunicativa Intensità, durata e direzione dello sguardo variano

in relazione:

• ai diversi contesti e al grado di intimità (familiare o estraneo)

• all’emozione sottostante (gioia, imbarazzo, vergogna, disgusto)

• al valore sociale in un dato contesto culturale (fissazione oculare può avere valore di sfida, sincerità, pericolo, minaccia)

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Funzione dello sguardo

Il contatto oculare permette l’instaurarsi di qualsiasi tipo di rapporto interpersonale, positivo o negativo, e ha la funzione di feedback sulla situazione relazionale in atto

Nella conversazione assume la funzione di segnale d’appello per comunicare la propria disponibilità a iniziare un’interazione o, nella conversazione già avviata, di regolatore della turnazione

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Gesti

Costituiscono un modo spaziale di rappresentazione simbolica e semiotica autonoma o in sincronia con le rappresentazioni linguistiche ad esse associate

I gesti possono essere condivisi da una o più culture (gesti convenzionali: gesto OK) o essere creati dal parlante in maniera personalizzata (gesti non convenzionali: il gesticolare individuale)

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Gesti convenzionali

Sono gesti con significato autonomo e globale e pertanto possono sostituire il linguaggio verbale

Sono parte integrante del discorso: esiste una continuità funzionale tra gesto e parola in quanto i gesti integrano e specificano il significato attivato dal linguaggio

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Gesti non convenzionali

Sono gesti scevri di un significato autonomo e globale e pertanto accompagnano e si sincronizzano con il linguaggio verbale, conferendogli un ampliamento a livello visuospaziale

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Gesti e pragmatica

Pragmaticamente, i gesti sono marcatori dell’atteggiamento del parlante nei confronti di ciò che sta dicendo e, al tempo stesso, manifestano le sue aspettative nei confronti di come il destinatario deve intendere le sue parole

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IL SISTEMA APTICO

Aptica: è il sistema di contatto corporeo, cioè l’insieme delle azioni di contatto che possono intervenire tra gli interlocutori di un atto comunicativo (mano sulla spalla, schiaffetto, carezza)

Il toccare l’altro influenza la natura e la qualità della relazione ed esprime diversi atteggiamenti interpersonali

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IL SISTEMA PROSSEMICO

Prossemica: è il sistema di percezione, organizzazione e uso dello spazio e della distanza interpersonale

Nella mutua regolazione della distanza spaziale tra gli interlocutori si individuano delle zone in base al tipo di relazione interpersonale: zona intima (0-0,5 cm), zona personale (0,5-1m), zona sociale, zona pubblica

Il rispetto o il venir meno del rispetto della distanza spaziale assume pertanto importanti significati a livello comunicativo

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IL SISTEMA CRONEMICO

Cronemica: è il sistema di percezione, organizzazione e uso del tempo per la scansione delle attività e dell’esperienza individuali

Tale percezione e uso del tempo da parte di un soggetto dipende dal suo specifico ritmo personale, fisiologico e psicologico

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Cronemica e comunicazione

Nella comunicazione, alla sintonia tra i ritmi biologici dei soggetti che interagiscono corrisponde una sincronia comunicativa, cioè la capacità di instaurare un flusso comunicativo regolare e fluido

Lo sfasamento tra ritmi biologici può invece essere causa di distonie e disagi comunicativi

Parte dell’efficacia comunicativa dipende dunque da una cronemica adeguata degli interlocutori durante l’interazione

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IL SISTEMA VESTEMICO

Vestemica: è il sistema semantico dell’apparenza fisica, in relazione all’abbigliamento e agli ornamenti

Tale sistema di CNV concorre alla creazione dell’immagine di sé in funzione dei rapporti interpersonali, da quelli intimi a quelli pubblici

Ogni cultura attribuisce infatti un valore al modo di vestirsi, al trucco e agli oggetti indossati, tale da influenzare l’interazione

Nella comunicazione, parte dell’efficacia relazionale è affidata alla vestemica (cfr. le relazioni di dominanza e di persuasione)

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Riferimenti bibliografici

Albano Leoni F., Maturi P., Manuale di fonetica, Roma 2002 (pp. 23-25, 62-79)

Anolli L. (a c. di), Psicologia della comunicazione, Bologna 2002.

McNeill D. (ed.), Language and gesture, Cambridge-New York 2000.