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© 2018 ProgeditPrima edizione luglio 2018

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Progedit

Maria Luisa Troisi Della Marca

Invito alla lettura di Saverio Abbruzzese

Illustrazioni di Stefania Maria Vanessa Lepore

Cronacheda una cameretta

Fiabe per bimbida 0 a 99 anni

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Paura

L’ora della nanna è un momento speciale. La sera si concentrano tutti i pensieri che riguardano la giornata trascorsa, tra gioie e dolori. È anche il momento in cui le bimbe sono più sensibili e si lasciano andare a confidenze speciali e a doman-de anche molto impegnative. Questa sera tra do-

mande da un milione di dollari, del tipo “Quando è nato Dio?” o “Che vuol dire per sempre?”, è stata dura. Ma non è finita. Perché, ogni volta che una delle mie piccole arriva ai quattro anni, scatta la paura dei mostri. Ed è così che, mentre le altre dormono serenamente soddisfatte (chissà?!) delle mie risposte, la princi-pessa di turno non mi fa (stranamente) domande, ma si stringe a me, per chiedermi protezione e affetto. Non so se sia una scusa per avere l’esclusiva sulla mamma, una sorta di tacito accordo tra sorelle, per rendere più arrendevole la sottoscritta che a quell’ora ha da fare giusto un migliaio di cose (sistemare vestiti, cestini e cartelle, pensare all’abbigliamento per la diretta dell’indomani, a quello delle bambine, oltre che passare un po’ di tempo con il suo bel maritino che sta riordinando la cucina). Tuttavia, agli abbracci delle mie bimbe non resisto e mi stendo sul letto della piccola che tanto non molla la presa. Un senso di serenità pervade il mio animo. Le mie gambe stentano a crederci: “Siamo fermi e a riposo alle nove di sera!” “Grazie, piccola” penso, “ci voleva proprio.”

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Andrew, il bimbo che fa…anzi, ha paura!

Andrew era un bambino di cinque anni molto bra-vo e intelligente, ma anche molto furbo. Gli piace-va prendere in giro gli amici e faceva spesso piccoli scherzi ai compagni di classe.

Un giorno decise di far spaventare la sua mam-ma e il suo papà fingendo di essere un fantasma, come quello che aveva visto in televisione. La mam-

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ma e il papà lo smascherarono dopo un poco e poi giocarono tutti insieme. Una sera, però, venuta l’ora di andare a letto, Andrew cominciò stranamente ad avere paura. La scrivania gli sembrava la tana di un mostro, i vestiti sulla sedia erano diven-

tati dei fantasmi, i soldatini si muove-vano nel buio e il letto non era più un posto sicuro.

“Mamma, papà, aiuto!” gridò il pic-colo a squarciagola.

“Che succede?” chiesero i genitori spaventati correndo nella sua stanza.

“Ci sono i mostri!” disse Andrew spaventato.

“Ma come, proprio tu che prendi in giro tutti, adesso hai paura?” disse il papà Vincenzo. “Non ti preoccupa-re, ora mi metto vicino a te, così puoi

dormire sereno.” E il piccolo si addormentò rassicurato. Ma da quel giorno, ogni sera, per Andrew la notte si trasformava in un incubo. Sognava mostri, fantasmi, serpenti e non riusciva ad addormentarsi se non aveva vicino il papà o la mamma.

Il giorno dopo, a scuola, la maestra fece fare un disegno ai bambini sul tema ‘Le mie paure più grandi’. C’era chi disegnò di cadere dalle scale, chi, invece, un enorme broccolo nel suo piatto, chi aveva paura di rimanere da solo e chi, come An-drew, disegnò dei mostri.

“Com’è bello il tuo disegno” disse la maestra Stefania. “Bello?!” aggiunse Andrew “È orribile e mi fa paura.” “Paura?” rispose la maestra. “Ma guarda” disse, “non pensa-

vo che un bambino come te potesse avere paura dei mostri.” E continuò: “Metti il foglio per terra e dammi la mano.” An-drew fece come gli aveva detto la maestra Stefi e, con un salto, balzò con lei dentro il disegno.

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“Dove siamo?” chiese Andrew preoccupato. “Siamo nel tuo disegno. Vuoi vedere da vicino il tuo mo-

stro?” “No! Assolutamente no!” gridò il bambino spaventato. “Va bene” disse la maestra, “allora vado io.” La maestra Ste-

fania si avvicinò al mostro disegnato e cominciò a ridere a cre-papelle. A quel punto il bambino, incuriosito, si avvicinò alla maestra e le disse: “Perché ridi?”

“Ma guarda” gli rispose, “il tuo mostro ha il nasino di un ma-iale, gli occhi di un elefante, le mani di un coccodrillo e il sederi-no di una zebra. A chi può far paura un essere così buffo? Non certo a un tipo tosto come te. Dai, proviamo a sconfiggerlo a colpi di matita e colori, forza!”

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PAM PAM, una pennellata di marrone, un po’ di mati-ta magica e in un attimo quel mostro diventò un bellissimo cagnolino con cui Andrew co-minciò a giocare.

“Forza, Andrew” disse la maestra, “è ora di tornare in classe.”

“No, voglio giocare ancora con il mio mostriciattolo” ri-spose divertito il bambino.

“Lo potrai disegnare ogni volta che avrai paura dei mostri” gli disse la maestra.

“Va bene” rispose il bambino che, con un salto, tornò in classe e raccontò ai suoi amici l’avventura incredibile che aveva vissuto.

Giunse la sera, e quindi l’ora di andare a letto, e Andrew co-minciò ad avere paura come sempre. Il papà Vincenzo, allora, si avvicinò per tranquillizzarlo, ma questa volta il bambino era armato. Saltò giù dal letto, prese matite e foglio e disse al papà, che lo guardò sorpreso: “Puoi andare via, ho una battaglia da combattere.”

Andrew tirò fuori tutto il suo coraggio e disegnò il mostro di cui aveva una paura tremenda. Subito dopo lo distrusse a colpi di matite colorate, trasformandolo nel cagnolino con cui aveva giocato tanto. Poi tornò a letto ricordando come si era divertito con la maestra Stefania a scuola. Mentre pensava e rideva si chiusero gli occhi e Andrew si addormentò sereno. Non aveva più paura, era diventato più forte. E da quel giorno smise di far spaventare i suoi amici e si ricordò quell’insegnamento della maestra Stefi per sempre.

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Cara mamma e caro papà, quando andiamo a nanna la sera, abbiamo bi-

sogno di coccole e attenzioni. Spesso la stanchez-za ci fa sentire fragili e abbiamo paura di non riuscire a

contrastare i nostri pensieri negativi. La paura dei mostri, delle streghe, dei fantasmi rappresenta la nostra insicurezza, le-gata alla percezione della nostra vulnerabilità. Ma è naturale, fa parte della nostra crescita. Siamo dei bambini! Dobbiamo avere paura per provare a combatterla e scoprire che siamo coraggiosi! Voi, però, che siete grandi e che sapete che i mostri non esistono, dateci attenzione e parlateci con serenità, facendoci affrontare le nostre paure senza sottovalutarle. Aiutateci a capire che le difficoltà esistono, non nascondetele, ma parlatecene nei modi e nel linguaggio giusto. Dateci, inoltre, dei consigli utili e soprattutto concreti per affrontare le nostre paure. Non dite: “Non è nien-te!” perché così ci fate arrabbiare, oppure ci fate sentire ancora più soli e incompresi. Con il vostro sostegno, invece, cresceremo più forti. Con la consapevolezza che è normale avere paura, ma che noi possiamo combatterla. Prima di addormentarci, poi, una storia raccontata a bassa voce e una canzoncina bisbigliata po-tranno trasformare i nostri incubi in sogni d’oro.

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Indice

Invito alla lettura di Saverio Abbruzzese 1Introduzione 7

Babbo Natale… pensaci tu! 13La natura… che scoperta! 21Chiacchiere e corone 27La Forchetta Magica 35La televisione? L’adoro… anzi no! 43Andrew, il bimbo che fa… anzi, ha paura! 49Uffa, perché sono così piccolo? 55L’albero delle mele magiche... e gustose 59Pippo cambia casa 65I piselli magici 71Cicogna in arrivo 77Casa multicolor 85Marmellata popstar e il libro magico 91Luchino, piccolo grande eroe 97

Ringraziamenti 103