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La figurazione delle cose invisibili Depicting invisible things MARZONA

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La figurazione delle cose invisibiliDepicting invisible things

MARZONA

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Con il patrocinio di:

COMUNE DI TARCENTOCITTÀ DI TOLMEZZO

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATOE AGRICOLTURA DI UDINE

COMUNITÀ MONTANA DEL TORRE, NATISONE E COLLIOSAN PIETRO AL NATISONE

Desidero ringraziare:

Fabrizio Deotto per l’impegno e la competenzaErmes Dorigo per la stima che nutre nei miei confronti, da me ricambiataRuggero Sicurelli, per aver interpretato al meglio il mio pensiero

Tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione di questo evento

Ringrazio di cuore Piero e Valeria, perché di sì.

Un ringraziamento particolare al sindaco di Tarcento Lucio Tollise a Sergio Ganzitti Assessore alla Culturache mi hanno ospitato e assecondato nelle mie richieste

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MARZONA

La figurazione delle cose invisibiliDepicting invisible things

TARCENTO - PALAZZO FRANGIPANE 27 agosto - 25 settembre 2005

OPERE RECENTI / RECENT WORKS

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Poter integrare i programmi in ambito culturale a eventi ed iniziative rivolti al settore

della promozione turistica quali interlocutori attenti all’offerta di scambi con realtà vici-

ne per geografia, lingua e tradizioni, trova pieno consenso in questa Amministrazione.

A questa esigenza, rispondiamo con l’ipotesi di interscambio che viene ad eviden-

ziarsi in questa prima importante rassegna in collaborazione e cooperazione con il

consorzio Porta della Carnia.

Ospite virtuale, Tolmezzo, nella persona di un suo attento rappresentante della cultu-

ra pittorica contemporanea, Renzo Marzona, nella preziosa cornice di Palazzo

Frangipane.

Traspare forte la volontà ormai sempre più manifesta da parte di tutti di porre maggiore

attenzione allo studio e alla ricerca delle identità comuni al Friuli, alle sue genti, al suo

territorio e alla sua storia, uniti nell’intento di definire un’immagine adeguata ad esse-

re prodotta all’esterno come valore aggiunto all’indubbia qualità di vita che il Friuli può

offrire al visitatore attento.

Lucio TollisSindaco di Tarcento

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Nell’intento di sostenere iniziative che portino alla valorizzazione, promozione e cono-scenza delle specificità della Carnia, viene a collocarsi questa manifestazione, inaccordo e sinergia con la municipalità tarcentina.

“L’idea nasce dalla volontà del nostro ente di intessere rapporti di comunicazione einterscambio, anche attraverso eventi culturali, che possano portare, nel tempo, allatracciatura di una mappa territoriale delle valenze friulane, dipanando un “Filo diArianna”; ipotetico legante tra pianura, zona pedemontana e… la montagna appunto.”

A Marzona, l’importante compito di inaugurare quella che si spera possa essere unaproficua stagione di scambi di know-how intesi al miglioramento della qualità della vitadella nostra regione, sempre più consapevoli dell’importanza di generare flussi turisticiche possano favorire nuove forme di sviluppo imprenditoriale, non ultime in montagna.

Primo di una serie di testimonials quindi, Garzona vuole partecipare l’attenzione cheanche e non solo l’arte figurativa presta alle realtà esterne, consapevoli che il con-fronto con la contemporaneità e il resto del mondo, debba essere inteso come unsegnale forte di disponibilità all’accoglienza e all’integrazione delle varie culture.

La promozione artistica, viene suggerita quindi come stimolo al confronto costruttivoe di collaborazione tra territori vicini, simili per storia e cultura, che devono e voglionopartecipare alla definizione di un prodotto turistico all’altezza della situazione.

Attraverso la contemporaneità e non solo, parliamo della nostra storia e, soprattutto,apriamoci a nuovi confronti anche se ci possono sembrare difficili, con quello checredo nessuno sia in grado di poter ipotizzare possa succedere nei prossimi anni diquesto millennio.

Sandro MichelliPresidente Porta della Carnia s.c.a.r.l.

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Il filo rosso rintracciabile nelle opere diMarzona selezionate dall’autore per lamostra di Tarcento (Palazzo Frangipane) èquello rinviante alla nozione di paradossa-lità. Il filo di Arianna in discussione ci porta aprendere in considerazione la seguenteaffermazione di L. Wittgenstein, che l’autorericonosce come ispiratrice della sua mostra:

“Volevo determinare i confini di un’isola. Allafine ho scoperto le frontiere dell’oceano, valea dire più vedo e capisco e più voglio vederee capire”.

Al centro dell’affermazione del nostro filosofotroviamo il concetto di confine. In relazioneai ‘confini dei saperi’ la speculazione filosofi-ca ha ci ha posti di fronte al paradosso quigraficamente rappresentato, che può esser-ci utile a capire meglio alcuni passaggi delpercorso espressivo di Renzo Marzona. Perfar ciò, riteniamo opportuno mettere a con-fronto le due figure geometriche seguenti.

Come si vede si tratta di due cerchi.Supponiamo che entrambi rappresentino l’a-rea delle conoscenze proprie di due sogget-ti. Ciò che sta nel cerchio è il depositosapienziale dei nostri protagonisti. Ciò chesta all’esterno, i limiti della loro ignoranza. Ilparadosso è riscontrabile nel fatto che piùaumenta la conoscenza più crescono i limitidell’ignoranza, o meglio si ampia il livello diconsapevolezza della propria ignoranza.La figurazione delle “cose invisibili” ci ponedi fronte ad una paradossalità simile: piùabbiamo la consapevolezza che la verità

La figurazione delle cose invisibiliRuggero Sicurelli

ultima delle cose che ci circondano tende asfuggirci, più sentiamo l’urgenza di catturarequesta verità in forme rappresentative a noicongeniali. Renzo perfeziona questa opera-zione attraverso la pittura e lo fa in un modooriginale, ordinato ed intelligente. Proviamoa seguire alcuni passi significativi del suopercorso.Opere esemplari nelle quali è ravvisabile laparadossale nozione di “limite non delimi-tante” sono quelle rinvianti alle ‘composizio-ni cifrate’, dall’autore incluse in quella cheegli chiama “il periodo delle lettere” ed inquelle “minimaliste”, più recenti, sature divalori musicali.Le lettere dipinte da Renzo non sono, oalmeno non lo sono in senso stretto, la rap-presentazione grafica del loro corrisponden-te suono. Esse sono un pretesto pittorico,che si pronuncia sulla scia degli insegna-menti di Braque e Picasso, avente un respi-ro poetico. Assemblate, le lettere non gene-rano parole dal senso compiuto, ma compo-sizioni pittoriche che hanno una loro com-piuta armonia. Non solo: il fatto che, suppo-niamo, i contorni della lettera “A” siano perl’appunto quelli di questa lettera non è in séun fatto rilevante. Cerchiamo di spiegarci.Il profilo della lettera di cui sopra potrebbeessere ambiguo fino a perdere la sua rico-noscibilità ‘letterale’, senza rischi per la com-posizione pittorica nel suo complesso.Relativamente alla loro ‘verità’ intima, i con-torni della lettera in discussione dicono einsieme tacciono qualcosa, mentre la lorodecodificazione dipende dalla natura delcontesto espressivo.

Un modo per decodificare le trame ‘letterali’perfezionate da Marzona può essere quellorinviante ad un codice segreto in forza alquale l’artista racconta qualcosa di sé, chesi dispiega all’insegna di un altrimenti ‘nondicibile’. Questo racconto razionalmente

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irraccontabile afferirebbe alle verità profon-de nascoste nel suo animo. Un simile trac-ciato interpretativo ha una sua ragion d’es-sere, la quale però non si radica nell’indi-spensabilità del pronunciamento ‘letterale’.Al posto delle lettere ci potrebbe esserequalsiasi informe traccia di colore, poiché ilresoconto finale sarebbe sostanzialmente lostesso.

Simili considerazioni potrebbero essere fatteper la ricerca ‘minimalista’ a carattere geo-metrico dell’autore. A proposito, i suoi ultimi“contrappunti lineari” non possono esserecompresi mettendo fra parentesi la storiaespressiva di Marzona. Infatti, è riconoscibi-le una continuità espressiva che va dalle sueprime tele a vocazione paesaggistica aquelle astratto-geometriche recenti. Insostanza la struttura profonda è la stessa.Ciò che oggi Renzo ci propone è un prodot-to ottenuto ‘per via di sottrazione’. Il tentativoè quello di tendere alla purezza attraverso laricerca minimalista.

Anche in questo caso, per capire le sueopere occorre procedere come fa l’archeolo-go: procedere dalla superficie verso leprofondità del suolo. Il tutto supportato dallacuriosità di capire “ciò che ci sta sotto”. Sipassa cioè dall’apparenza all’essenza. Nelprimo caso la lettura di ciò che si vede èfavorita dall’intelligibilità dei codici. Se osser-vo una montagna dipinta l’idea di montagnaè da me immediatamente recuperabile: ilrecupero mnemonico delle montagne da meviste nel corso della mia storia personale miconsente un raffronto con quelle dipinte dal-l’artista e mi permette di dare un giudizioestetico fondato sulla variabile ‘coerenza’,oltre che godere il piacere di riattualizzare leemozioni vissute nelle mie pregresse espe-rienze montane.

Le cose cambiano quando la restituzioneminimalista mi porta lontano dall’attualità deimiei ricordi. Nell’occasione più che ciò chevedo ed ho visto è importante ciò che sentonel qui e ora dello sguardo gettato verso l’o-pera d’arte che ho di fronte. Ora, qualsivo-glia stimolo visivo capace di catturare lanostra attenzione suscita in noi l’attivazionedi una inalienabile domanda di senso. Perrispondere a questo implicito “Cos’è?”,siamo in questo caso costretti a ricorre ad unlinguaggio non immediato. Il riferimento è allinguaggio metaforico. E qui ci viene in soc-corso la musica.La lettera sta alla poesia come il tracciatogeometrico sta alla musica. Questa ci sem-bra l’equazione vincente per avvicinarcinel migliore dei modi alla verità profondache sta alla base del dipingere del nostroprotagonista.

Ora, il minimalismo geometrico di Marzonapoggia su delle memorie sia visive che acu-stiche. Delle prime abbiamo detto. Delleseconde è necessario precisare che l’autoreè stato suggestionato dai repertori musicalidi artisti minimalisti quali M. Nyman, P. Glasse J. Cage.

Ebbene, è proprio quest’ultimo l’artistache qui ci piace ricordare con maggiorpuntualità. Questo perché si tratta di ungeniale musicista e di un raffinato e creati-vo pittore.

Le sue opere sono da guardare e da ascol-tare insieme. Da ascoltare in riferimento adaccordi cromatici diversamente ben armo-nizzati fra loro. La stessa considerazionevale per Renzo Marzona, il quale si affida adun fare artistico trasversale, implicante ilpassaggio per i domini propri della poesia,della musica e della pittura.

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Depicting invisible thingsRuggero Sicurelli

The red thread which runs through the worksselected by Marzona for his show inTarcento, like Ariadne’s thread, recallsnotions of the paradoxical and brings tomind Wittgenstein whose words inspired thisexhibition:

I set out to circumscribe an island and endedup discovering the boundaries of an ocean,in other words: the more I see and under-stand the more I want to see and understand.

At the heart of Wittgenstein’s words lies theconcept of boundaries, and it is these ‘boun-daries of knowledge’ which bring us to theparadox illustrated below and which canhelp us better understand some of the deve-lopments in Marzona’s work. Compare thesetwo figures:

As you can see there are two circles.Imagine that each of these circles repre-sents the knowledge of two individuals.Inside the circles is the store of knowledge ofour protagonists, outside the circles are thelimits of their ignorance. The paradox lies inthe fact that the larger the area of knowled-ge the longer the boundary with ignorance:or better, the more we know, the more we areaware of our ignorance.

Depicting invisible things is a similar para-dox: the more we are aware that the ultimatetruth of the things which surround us tends toelude us, the more urgently we want to cap-ture this truth in some representative form.

Renzo uses painting for this purpose anddoes so in an original, ordered and intelli-gent way.

The works in which the paradox of ‘non-limi-ting limits’ is most recognisable are his‘encoded compositions’ which appear inwhat the artist refers to as his ‘letter period’and in his more recent minimalist works, richin musicality.

The letters painted by Renzo are not, at leastnot in the strictest sense, an illustration oftheir corresponding sound. They are an arti-stic pretext which follows in the footsteps ofBraque and Picasso, with a poetic feel.

When put together the letters don’t spell outrecognisable words but are artistic composi-tions with their own harmony. What’s more:the fact that the outline ‘A’ corresponds tothe letter with the same form is irrelevant. Letus understand this.

The outline of the letter could be indistinct tothe point that the letter is no longer recogni-sable but the composition would remain thesame. The outline of the letters speaks andwithholds at the same time and decoding itdepends on its context. To better appreciatethe creativity of the artist when we look at hiscanvases we should try not to hear thesounds of individual letters represented butlet the music of the composition emerge.

One possible way of decoding the ‘letter’theme used by Marzona would be to goback to the idea of a secret code with whichthe artist expresses something about him-self, saying the ‘unsayable’.This tale which can not be told rationallypoints to the profound truths hidden in hissoul.

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A similar interpretative scheme has its rai-son d’être, but one which is not rooted inthe inevitability of a ‘literal’ pronunciation.Instead of the letters there could be anyshapeless stroke of colour and the resultwould be substantially the same.

The same could be said for Marzona’sresearch into geometric minimalism.Indeed his most recent linear counter-points cannot be understood by ignoringMarzona’s artistic background.

There is a recognisable continuity ofexpression from the first landscapes to themore recent geometric abstracts.

Deep down the structure is the same. WhatRenzo gives us now has been arrived atthrough subtraction. Heading towards puritythrough minimalist research.

To understand his works, we need to pro-ceed like archaeologists and work fromthe top down. Out of a desire to under-stand what lies beneath, we pass fromappearance to the real essence of things.

At first our understanding is helped by theintelligibility of the codes. If I look at amountain in a painting my idea of how amountain should be is immediately appa-rent, based on all the different mountains Iremember seeing in my life.

As such it is easy for me to compare theseimages with those painted by the artistand to judge the work on its ‘coherence’ aswell as the pleasure of reliving the emo-tions experienced in my previous contactswith mountains.

Things change when a minimalist rende-ring is a long way from my real memories.In this case what is most important is howI feel in the here and now with the canvasbefore me and not what I actually see orhave seen before.

Any visual stimulus which captures ourattention inevitably makes us question itsmeaning. To reply to this implicit ‘What isit?’ we are forced to make do with anotherless immediate language, the language ofmetaphor. Here music can help us.

Letters are to poetry as geometric shapesare to music. This for me is the way to thetruth at the heart of Marzona’s work. Hisgeometric minimalism is founded on visualand acoustic memories.

“The former has already been discussed;where the latter is concerned, it should besaid that the artist has been inspired byminimalist musicians such as MichaelNyman, Philip Glass and John Cage.”

And it is indeed Cage who is the key ele-ment here, an ingenious musician and arefined and creative artist whose workscan be both looked at and listened to, inparticular for their chromatic chords whichharmonise so well.

The same can be said of Marzona, whoplaces his trust in artistic universalism,which involves a voyage through his domi-nions of poetry, music and painting.

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L. Wittgenstein

Volevo determinare i confini di un’isola.Alla fine ho scoperto le frontiere dell’oceano.

I set out to circumscribe an islandand ended up discovering the boundaries of an ocean

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2004 / 2005

cm 50 x 70 + cm 30 x 70

legno - acrilico e smalti

wood - acrilic and enamel

Senza titolo

Untitled

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2004 / 2005

cm 99 x 74

acrilico su tela

policarbonato - alluminio

acrilic on canvas

polycarbonate - aluminium

Paesaggio immaginario 4’33’’Omaggio a J. CageDell’ arcinoto compositore americano, è il brano più famosodell’antologia “Silence”.Consiste nell’aprire la finestra di casa per 4 minuti e 33 secondie ascoltare i suoni e rumori provenienti dall’esterno.Egli dice: Ogni suono (immagine) è sempre nuovo se ascoltato(guardato) con mente libera.

Imaginary Landscape 4’33’’Tribute to J. CageThe best known track from the famous American composer’s“Silence” anthology. The track is about opening the windowof one’s house for four minutes and thirty three seconds andlistening to the sounds and noises which come from outside.He says: Every sound (image) is new if you listen to (look at) it withan open mind.

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2004 / 2005

cm 99 x 74

acrilico su tela

policarbonato - ferro

acrilic on canvas

polycarbonate - iron

Senza titolo

Untitled

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2004 / 2005

cm 99 x 74

acrilico su tela - policarbonato

acrilic on canvas - polycarbonate

Senza titolo

Untitled

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2004 / 2005

cm 110 x 80

acrilico su tela - policarbonato

acrilic on canvas - polycarbonate

Senza titolo

Untitled

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2004 / 2005

cm 99 x 74

acrilico su tela

policarbonato - ferro

acrilic on canvas

polycarbonate - iron

Senza titolo

Untitled

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2004 / 2005

cm 100 x 150 (2 elementi)

acrilico su tela

policarbonato - alluminio

acrilic on canvas

polycarbonate - aluminium

… nei giorni che seguirono nevicò molto… e tutto si trasformò, la luce divenne immobile come in un liquidoche si fosse coagulato restando trasparente. In quella rarefazione certi rumori morivano come se si estenuassero.

... it snowed a lot in the days that followed… and everything was transformed. Light became as immobile as a liquid which has set and yet remained transparent.In this state of rarefaction certain sounds faded away and died.

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2004 / 2005

cm 120 x 70 (2 elementi)

acrilico su tela

policarbonato - alluminio

acrilic on canvas

polycarbonate - aluminium

Il Conte PaoloDedicato all’avvocato di Asti

Count PaoloDedicated to the lawyer from Asti

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2004 / 2005

cm 20 x 15 x 1,5 (6 elementi)

acrilico su tela

policarbonato - vetro

acrilic on canvas

polycarbonate - glass

Piccolo canone gialloCanone: Composizione musicale a più voci nella quale i varistrumenti si rincorrono e dialogando si intrecciano come inun chiacchiericcio.“Fra Martino” è un’esempio popolare di canone.

Little yellow canonCanon: a musical composition for different parts in whichthe various instruments chase each other and mingle intonoisy chatter.“Brother John (Frère Jacques)” is an example of a popular canon.

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2004 / 2005

cm 90 x 60 x (2 elementi)

ferro - smalti

policarbonato

iron - smalti

polycarbonate

Due pezzi a forma di tangoErik Satie, compositore francese 1866 /1925 coetaneo diToulouse Lautrec, Degas ecc., aveva anche lui i suoi detrattorii quali dicevano che le sue musiche parevano dei funghi. Per tutta risposta egli compose una serie di “Brani a formadi fungo”.

Two tango-shaped piecesEven Erik Satie, French composer 1866-1925 and contemporaryof Toulouse Lautrec, Degas, etc, had his critics, who declaredthat his music resembled mushrooms.In response to this criticism he composed the series“Mushroom–shaped pieces”.

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2004 / 2005

cm 120 x 140

acrilico e olio su tela

policarbonato

acrilic and oil on canvas

polycarbonate

Senza titolo

Untitled34

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Il percorso artistico di Renzo Marzona dal1994 al 2000 si può definire spiraloide acono, ascendente e discendente, dal puntodi vista psicologico e intellettuale, e labirinti-co dal punto di vista formale, in cui s’alterna-no e contraltano contrappunti pittorici diversi,ma unificati da un lineare e continuo filod’Arianna, che permette all’artista di non per-

dersi: il labirinto inteso come luogo dove ci sismarrisce per perdersi e/o per ritrovarsi odove ci conduce, attratti dall’indicibile, l’in-quietudine e la curiosità conoscitiva e il fasci-no enigmatico della mostruosità sublime delMinotauro, l’animalesco umano, istinti bestia-li e caos di sensi, sentimenti, passioni, emo-zioni, pensieri, da ordinare e armonizzarenell’interiorità, fidando solamente - il filod’Arianna - sulla personale salda padronan-za pittorica, sulla certezza di una personale

tradizione, su un locus psicologico e menta-le, vero e proprio indelebile imprinting pri-mordiale; un labirinto, in cui l’essere ‘gettato’determina nell’artista la presa di coscienzache nella profondità della propria interiorità, aturbarne l’intimità, la riservatezza, la distanzadal reale, il mondo non oggettivo ma trasfi-gurato dalla propria tonalità emozionale, si èintrusa con forza e violenza la Storia con latragicità delle guerre (un riferimento esplicitoalla tragedia jugoslava lo troviamo nel tre-mendo Il cecchino del 1994 o in Trincea eUn’ombra dello stesso anno) e dei genocidi,della fame e della emarginazione (Periferia),modificando la grammatica delle emozioni,che fino a quel momento l’aveva caratteriz-zata, e il contenuto emozionale stesso, inquanto l’esterno, il mondo, la realtà sociale siè sovrapposta, accostata, incrociata al liri-smo individuale, all’idillio cromatico interno,determinando tensioni e fratture e innescan-do un processo di autocoscienza e dicoscienza, che gli impone, per onestà intel-lettuale e per necessario impulso creativo, dipassare dalla grammatica alla sintassi, ricer-cando nuove forme espressive, funzionali adesprimere questo mutamento interiore; unasorta di conflagrazione mitigata da una sere-na meditazione, com’è nella sua indole,senza rotture violente, ma con la distanzache richiede una riflessione epistemologicasul suo linguaggio pittorico e sulla sua perdi-ta di significazione. Non si tratta della con-sueta ‘crisi creativa e di ispirazione’ con con-nesse crisi depressive, ma di una insoddisfa-zione di sé che lo porta ad uscire da se stes-so, ad abbandonare il ‘nido’, in cui si sentivaprotetto, a mettersi in viaggio pur con unagrande nostalgia del ritorno, ad intraprende-re, non senza esitazioni e incertezze, unasorta di rito di iniziazione, che segna la fine,ma non la perdita, del locus amoenus dell’in-fanzia e della giovinezza e l’entrata nella

L’Ulissismo di Renzo MarzonaErmes Dorigo

Cecchino 1994Olio e tecnica mista su tela - Cm 120 x 100

Collezione PrivataBanca di Credito Cooperativo - Cervignano del Friuli (UD)

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maturità, ovverosia nella modernità, con unapittura, in questo caso, di testimonianza - nonsi addice a Renzo il termine éngagementtroppo chiassoso e piazzaiolo -, di denuncia,di partecipazione al dramma dei deboli e deisofferenti, portandolo ad un discorsivo rac-conto allusivamente polemico, finalizzato afissare la ‘casualità’ dell’ispirazione pittoricae nello stesso tempo a sottolinearne il signifi-cato implicito.Un viaggio iniziatico, con tutti i dubbi leincertezze le paure che esso comporta,richiede una guida esperta e fidata, perchési tratta di solcare i cieli d’Europa, varcarel’oceano, volare nel tempo che, anche nellasimultaneità della globalizzazione, ha unasua profondità e scansione. Questa guida èAfro, un ‘amore’ e, come tale, rispettosodelle individualità, dialettico non appiatti-mento sul modello; non solo l’artista consen-taneo per appartenenza alla stessa terrafriulana e per il forte legame, pur nellamodernità delle forme, col tonalismo venetocon le sue sovrapposizioni di trasparenzeamorfe, ma anche il pittore di fama interna-zionale, che gli fa esperire una contempora-neità, che porta Marzona ad approfondire ead approdare ad una sintesi astratta e aduna gestualità controllata di rapporti croma-tici e di superficie, intesi a raggiungere e adesprimere un’armonia ed un equilibrio com-positivi non retorici, ma sommessi, con raffi-nati accostamenti cromatici, che alludono,per quanto riguarda soprattutto i monocromie le grandi campiture di colore, anche ad unsotterraneo insegnamento del venetoGiuseppe Santomaso più che di EdmondoBacci, rendendolo consapevole e raffinato,mitigando l’autocompiacimento coloristicoper dare spazio ad una pittura sommessa,che rifiuta l’esibizione edonistica.Uscire da se stesso significa non solo farsicarico dei problemi del mondo, ma anche

tenere conto degli effetti del colori sulla psi-cologia dello spettatore, ad esempio con unasintesi sottrattiva con pigmenti che attenuanoin un colore la capacità di riflessione, assor-bendo la luce o con tele monocrome isolatecon inserimento anche di oggetti o conmonocromi di colore diverso accostati o conmonocromi divisi da linee verticali e con tuttele tecniche dell’antagonismo tricromatico,per cui coppie antagoniste si annullano odeterminano processi di assimilazione e didissimilazione percettiva, trasformando inte-riormente il fruitore coinvolto in una persona-le, se pur stimolata, nuova esperienza psico-logica: io non scrivo da critico, ma da fruito-re colto, che vuole sperimentare nella propriapsiche e nella propria mente il coinvolgimen-to interiore delle implodenti rappresentazionidi Marzona. In questo viaggio a spirale,come Dante nell’ascesa del monte delPurgatorio sulle cui pareti sono rappresenta-te in bassorilievi di marmo azioni ed operevirtuose, Marzona ha modo di contemplare,ripercorrere e rimeditare, attraverso exem-pla, le tappe fondamentali dell’arte contem-poranea, selezionando quelle che più avver-te consone al suo mondo interiore e alla cifrastilistica fino a questo momento acquisita.Quanto all’inserimento nei quadri di parolee lettere, l’artista ha modo di osservare tragli esempi vicini, la poesia concreta, non lapoesia visiva che è altra cosa, in cui ilsignificante si costruisce come significatoe, ad esempio, Jean Michel Basquiat eKurt Schwitters; tra quelli lontani il loroinserimento in opere di Braque, Picasso,Gris, Magritte ed altri, con finalità e inten-zioni diverse rispetto a quelle che lui per-segue nella sua nuova stagione pittorica,coincidente con gli anni che delimitavoall’inizio, e che come novità assoluta riveladi aver messo a frutto l’esperienza, anchese mediata, della commistione delle arti,

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per cui nella sua pittura confluisconomodelli scultorei e il linguaggio verbale.Quest’ultimo e le gradi campiture di coloremeritano un approfondimento: sembra quasiche il colore ad un certo punto si ribelli allasua funzionalità policroma e si ponga comesoggetto della rappresentazione, così comeil linguaggio abbandona la rigida funzionalitànella struttura della saussuriana langue e illegame col senso, per farsi unicamente paro-le, fonema: il significante si libera dallasubordinazione al significato, ma si ponecome significato in sé e per sé - il significatodel significante -, esplorando le sue autono-me possibilità costruttive di senso ( si pensialle textures, in cui lettere parole si propon-gono come strutturazione e significazionead un tempo).

Perché, invero, nella nuova barbarie, in cui èprecipitata l’umanità, nell’afasia vacua delrumore dei media, nella perdita semanticadei linguaggi è necessario rifondare il lin-guaggio stesso; per cui tali lettere o paroleimpronunciabili sono come dei graffiti di unapreistoria che vuole preludere ad una storiaaltra, fondata sul senso, sullo scambio, sullacomunicazione (paradigmatiche in questosenso, le tavole azzurre di Pagine di un dia-rio intimo del 1998, pigmentate per cui un

colore retrocedente diviene avanzante, nellequali le lettere bianche paiono o emergerecome linguaggio aurorale o slontanarsi e per-dersi come irraggiungibili).Il viaggio purgatoriale si conclude nell’Eden,nel mondo della bellezza sublime, della paceinteriore, dell’armonia dell’uomo con l’Essere,dell’innocenza primordiale, visibile ma inaf-ferrabile. Marzona non è Dante e non spiccail volo verso il Paradiso, ma è un Ulisse, desi-deroso di conoscenza, ma con una profondanostalgia del proprio locus, per cui discendee ritorna nella sua patria, rinnovato dalleesperienze contemplate e conservando den-tro di sé lo struggimento della visione di quelluogo ideale, cui lui aspira attraverso le sueopere di moderna classicità, per l’armoniapolicromatica e tonale, per la raffinatezza e lagrazia dell’esecuzione, per quel senso diserenità e di calma, che infondono i suoi qua-dri, anche quando percorsi da tensioni dram-matiche, privi di artifici retorici, illustrativi edecorativi: francescani nella forma e nei sen-timenti. Una aspirazione al Bello, che loaccomuna a quanti vivono con disagio nellavolgarità della società contemporanea e chesono consapevoli che salvaguardare laBellezza non è un fatto puramente estetico,ma di civiltà: questo ce l’ha insegnatoFoscolo, derivandolo dagli antichi, col mitocivilizzatore delle Grazie: un ulissismo, checertamente caratterizzò un’epoca culturale,romantico-neoclassica, ma che è stato d’a-nimo e tonalità interiore di quanti avvertonodentro di sé inquietudine e insofferenza peruna quotidianità banale e degradata e aspi-rano ad un mondo ideale, che sanno chenon potrà mai essere rinnovato, ma delquale possono comunque vedere delle trac-ce, venate di malinconia, in artisti che con-tribuiscono a mantenere viva questa tensio-ne, quasi metafisica, verso l’alto e l’aspira-zione alla persistenza di certi valori, etici ecivili, perenni.

Grande muro 1995Tecnica mista su tela - Cm 150 x 220

Collezione PrivataOspedale Civile di Tolmezzo (UD)

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Marzona - UlyssesErmes Dorigo

Marzona’s work in the period 1994 to 2000could be described as a spiralling cone,climbing and descending from a psycholo-gical and intellectual point of view but laby-rinthine in terms of form. Different technicalcounterpoints alternate and contrast withone another but there is nevertheless anunbroken Ariadne’s thread running throughthem and preventing the artist from losinghis way. By ‘labyrinth’ I mean a place intowhich it is possible for him to disappear, tolose and/or to find himself again, or a placeto which he is drawn, attracted by the‘unsayable’, the restlessness, cognitivecuriosity and the enigmatic charm of thesublime monstrosity which is the Minotaur.Drawn by the animal-like human, by bestialinstincts and a chaos of the senses, feelings,passions, sentiments and thoughts which wethen have to balance and make sense of.The artist has to put his faith in Ariadne’sthread: his control over his art, his own back-ground and traditions, a psychological andmental locus, real indelible primordialimprinting. When someone is thrown into this labyrinth itawakens the artist’s conscience, disturbs hisintimacy, his reserve, his distance from thereal world, a non objective world which istransfigured by his own emotional shades. Itis into this world that history violently burstsin with the tragedy of genocide, starvation,war [(explicit references to the tragedy ofYugoslavia are found in the harrowing Il cec-chino (The Sniper), Trincea (Trench) andUn’ombra (A Shadow) all painted in 1994)]and marginalisation (Periferia, Outskirts).These events change the grammar of emo-tions, which up until that moment had cha-racterised the artist’s conscience, and chan-ge the emotional content itself. The outsideworld, and social reality is intertwined withand overlaid on individual lyricism, on thecolourful interior idyll, creating tension and

fissuring and setting off a process of selfawareness and conscience which then for-ces, for reasons of intellectual honesty andthe creative impulse, to pass from grammarto syntax, looking for new expressive formswith which to express this inner change. Likea onflagration subdued by calm meditation,as is its nature, without violent rupturing, butwith the distance needed for epistemologi-cal reflection on its artistic language and itsloss of signification. This is not the usual ‘crisis of creativity andinspiration’ with its ensuing episodes ofdepression, but a dissatisfaction with the selfwhich entails his coming out of himself,abandoning the nest, where he felt protectedand embarking on a voyage, though longingfor the return home. To undertake withouthesitation or uncertainty a sort of initiationrite which signals the end, but not the loss, ofthe locus amoenus of his childhood andyouth and the onset of maturity, or modernity,a depiction in this case of testimony - enga-gement is too rough a term, too crude toapply to Marzona - of exposure, of participa-ting in the drama of the weak and suffering,which brings him to a discursive and allusi-vely polemic tale, designed to tie down thechance nature of artistic inspiration whileunderlining its implicit meaning.At the start of a journey, with all the doubts,fears and uncertainties which accompany it,one needs a reliable and experienced guideto help traverse the skies of Europe, cross theocean, fly through time, which, notwithstan-ding globalisation, still has breadth anddepth. Marzona’s guide is his idol, not justbecause of their shared Friulan origins andthe close ties with Veneto tonality, but also inhis guise as world famous artist, who urgeshim to experiment with contemporaneity, whoencourages Marzona to dabble further andachieve an abstract synthesis and a control-led gestuality in the use of colour and surface.

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These work together to achieve and expressa harmony and balance which is unrhetori-cal, subdued, with a refined juxtaposition ofcolour, where the monochromes and largeswathes of colour suggest the influence ofGiuseppe Santomaso of the Veneto morethan that of Edmondo Bacci . Making himaware and refined, gratified not only by hisart-making and its chromatic and decorativeoutcome but giving rein to a subdued, reflec-tive style which refutes hedonistic exhibitio-nism.Coming out of oneself not only means takingon the problems of the world but also beingaware of the effect of colours on the psycho-logy of those who view your work as with pig-ments which soften the reflective capabilitiesof a colour and thus absorb light; or isolatedmonochrome canvases with objects inser-ted; or differently coloured monochromeworks placed alongside each other; ormonochromes divided by vertical lines ortechniques using three clashing colourswhere clashing pairs cancel each other outor start processes of perceptive assimilationand dissimilation. These effects, thoughexternal, set off a transformation within theviewer, provoking a new and personal psy-chological experience. I am not speakinghere as an art critic but as an experiencedobserver who wants to feel within his psychethis inner response to Marzona’s implodingworks.

On this spiralling journey, like Dante climbingMount Purgatory the walls of which aredecorated with marble carvings of virtuousdeeds, Marzona can, through exempla, con-template and meditate on the fundamentalstages in the development of contemporaryart, choosing those which best suit his inte-rior world and his encoded style. Marzonahas been influenced along this journey bythe above-mentioned Santomaso, who after

the break up of the Fronte Nuovo delle Arti(New Arts Front) was in his turn drawntowards the new ideas coming out ofAmerica.

In Marzona’s works which include words andletters we are reminded of Jean MichelBasquiat and Kurt Schwitters, where lettersrepresent a concrete, non-visual, poetrywhere the meaningful becomes meaning.These works are also vaguely reminiscent ofthose of Braque, Picasso, Gris and Magritteto name but a few, where letters and wordsare used to different effect and for a differentpurpose than Marzona’s in the new phase ofexpression of the years 94-00. It was in thisperiod that Marzona embarked upon a com-pletely new experience, even though indi-rectly, by combining different artforms whe-reby in his paintings sculpture and verballanguage flow together. This language andthe large colour field works deserve moreattention. It almost seems as if, at a certainpoint, colour rebels against its function andbecomes instead the subject of the painting;similarly language abandons its function aspart of Saussurian langue and meaning, soas to become merely word or phoneme. Themeaningful is no longer subordinate to mea-ning, but becomes meaning itself –the mea-ning of the meaningful –and explores itsautonomous opportunities to constructsense (here I’m thinking about textureswhere letters and words simultaneously pro-vide both meaning and structure).Humanity finds itself in a new age of barba-rism, the vacuous din and aphasia of themedia and the semantic impoverishment oflanguage mean that it is time to recreate lan-guage itself. As such Marzona’s unpronoun-ceable letters and words act as a kind ofprehistoric graffiti, a prelude to a new history,founded on sense, interchange and commu-nication. Pagine di un diario intimo (Pages

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from a private diary, 1998) is the perfectexample of this where colours recede only toadvance again and where the white lettersappear or emerge like a dawning languageonly to fall away and fade as if unreachable.This purgatorial journey ends in Eden, in aworld of sublime beauty and interior calmwhere man is in harmony with the SupremeBeing and a world of primordial innocencewhich is visible yet beyond our reach.Marzona is not Dante who flies off towardsParadise but a Ulysses who wants to broa-den his knowledge while at the same timepining for home. He returns to his homeland,filled with a new energy from his experiencesand retaining within himself the destructionof the image of that ideal place. A placewhich he aspires to through his modern clas-sics, through his polychromatic and tonalharmony, with his subtle and graceful execu-tion, and that sense of peace and calmwhich infuses his paintings even when theycontain dramatic tension, free of artificialrhetoric, illustrative, decorative: Franciscanin form and sentiment. Marzona aspires to the Beautiful, somethingshared by all those who live uncomfortablywith the vulgarity of contemporary societyand who know that safeguarding Beauty isnot just about aesthetics but about civilisationitself. This is what Foscolo, himself inspiredby Antiquity, taught us in the civilising myth ofthe Grazie (the three Graces), a Ulyssismwhich certainly characterised a cultural era(romantic-neoclassical) but which alsoexpresses the internal state of mind andtonality of those who feel unease and intole-rance with today’s banality and degradationand who aspire to an ideal world. We knowthat this world can never return but we seethe traces, veins of melancholy in artists whocontribute to keeping this almost metaphysi-cal tension alive and who aspire to certainvalues, both ethical and civil, everlasting.

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Selezione esposizioni personaliSelected solo exhibitions

1988 Palazzo Frisacco Tolmezzo Ud.

1989 Galleria P. Diacono Cividale del F. Ud.

1993 Torre Savorgnan Savorgnano Ud.

1993 Palazzo Sonvilla S. Daniele Ud.

1994 Galleria La Loggia Udine

1994 Galleria Schroder Augsburg (D)

1994 Galleria La Roggia Pordenone

1995 Galleria Bertrand Kass Innsbruk

1995 Saletta d’Arte Paolini Nezzo Urbino

1995 Museo Statale Villa Merkel Esslingen (Stoccarda)

1995 Manin Galleria D’arte Udine

1996 Galleria Bertrand Kass Innsbruck Austria

1997 Galleria Rubens Gradisca d’Isonzo Go.

1998 Galleria Libreria Il Secondo Rinascimento Ferrara

1998 Pal. Frisacco Tolmezzo “Le Risonanze del Terzo Millennio”

1998 Galleria Prisma - Verona

1999 Galleria GEIGER - Cornwestheim (Stoccarda) 8 opere recenti

1999 Casa della Contadinanza Castello di Udine

1999 Gewolbegalerie - Klagenfurt (A) con a N. Burkart

2000 Sede Formae Mentis -piazza S. Biagio Cividale “Percorsi dell’Arte “

2001 Rosegg (A) Galleria Sigoronia Triangolo ( Italia Austria Slovenia )

2001 Ludwigshafen - PFALZBAU Theater - con N. Burkart

2002 Klagenfurt - Landhaus. Con N. Burkart

2004 Asti - Galleria “Il Platano”. Selezione opere ’94/2004

2004 Salisburgo - Berchtoldvilla. Opere recenti

2005 Tarcento Ud Palazzo - Frangipane. “La figurazione delle cose invisibili”

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Selezione esposizioni collettiveSelected group exhibitions

1986 Udine - Centro Friulano Arti Plastiche 12 pittori della Regione

Con la collaborazione della scuola di Grafica di Venezia:

1983 Trieste - Galleria TK

1983 Molhouse - Grafica Internazionale

1983 Lione Atelier Alma

1984 Roma Galleria Villa Giulia

1984 Salzuflen - Grafica internazionale

1984 Venezia - Galleria del Segno Grafico

1986 Venzone Ud Palazzo Municipale

1987 Latisana - Palazzo Molin Vianello

1997 Lubiana / Udine - Biennale INT. ART.

1989 Villach (A) Congress Haus

1989 Conegliano Veneto - Casa Fenzi

A cura del Circolo Calligrafico “INCIPIT” di Staranzano

1995 Petternbach (A) Museo Bartlhaus

1997 Staranzano -GO- Biblioteca Comunale

1997 Moggio Udinese ”Verso il duemila le risonanze della forma” Giuseppe

1997 Rosazzo Abbazia “Il Racconto della Luce”

1998 Rosazzo Abbazia Trasparenze (canto al fiume Natisone)

1998 Montese - Mo - Museo della Rocca di Montecuccoli

1998 Trieste - Centro di Fisica Teorica “Light - Luce”

1998 Tolmezzo - Palazzo Frisacco “Le Risonanze del Terzo Millennio”

1999 Verona Galleria Prisma

1999 Jesolo - Sala Tintoretto Artisti di Mane Die

2001 Muzzana del Turgnano Ud - Villa Muciana (oltre l’immagine)

2002 Cividale Ud - Chiesa di S. Francesco

2002 Cividale Ud - Banca Popolare di Cividale

2002 Cividale - Spazio Corte 4 Cividale del Friuli - Coll Formae Mentis.

2004 Salisburgo (A) - Arte Mira Med.

2005 Corno di Rosazzo Ud - Villa Gabassi.

2005 Bologna – Galleria Grid-o.

2005 Hilversum (NL) - Galleria Cocea Art/ Havenrstraat

2005 Salisburgo (A) – Arte Mira Med.

2005 Tolmezzo Palazzo Frisacco Memoria: idea di libertà Anniversario della liberazione

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Curatore della mostra / Exhibition curator Fabrizio Deotto

Organizzazione e segreteria / Organiser and secretary Porta della Carnia s.c.ar.l.

Coordinamento, progettazione grafica e allestimento / Designer and co-ordinator Fabrizio Deotto - Gianna Erice

Testi critici (1994 - 2003) / Reviews and articles (1994 - 2003) Ermes Dorigo

Testi critici (2003 - 2005) / Reviews and articles (2003 - 2005) Ruggero Sicurelli

Traduttori dei testi / Translators Kip Kelland - Liz Kalton

Referenze fotografiche / Photographs Studio Doriguzzi Tolmezzo

Fotolito e Stampa / Printed by Tipografia Menini

Alla realizzazione della mostra hanno collaborato inoltreThanks also to the following for their assistance with this exhibition

Gianna Genero Presidente Art100 - Tarcento (UD)

Nazareno Orsini Presidente Pro Loco - Tarcento (UD)

Anna Marzona Promotrice culturale - Tolmezzo (UD)

Azienda agricola ERMACORA VIGNAIUOLI IN IPPLIS (UD)

TOLMEZZO - TARCENTO - GEMONA

con il contributo di:

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La figurazione delle cose invisibiliDepicting invisible things

MARZONA