Vincenzo Bianchi. Fotografie surrealiste

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Civica raccolta del Musinf di Senigallia CATALOGO GENERALE

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ARCHIVI DELLA FOTOGRAFIA

DIRETTI DA CARLO EMANUELE BUGATTI

VINCENZO BIANCHI

FOTOGRAFIE SURREALISTE

Civica raccolta del Musinf di Senigallia

CATALOGO GENERALE

QUADERNI MUSINF / SENIGALLIA

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Una nuova acquisizione del Musinf La serie di fotografie surrealiste di Vincenzo Bian-chi entra a far parte dell’archivio storico della foto-grafia del Museo comunale d’arte moderna di Se-nigallia dopo un laboratorio di stampa, realizzato con i giovani e che l’Autore ha voluto, secondo il suo stile, di assoluta avanguardia tecnologica. Co-me si conviene ad un artista, che ha sempre carat-terizzato i suoi interventi, ricordando che la parola greca per dire arte è “tecnè”. Vincenzo Bianchi è un autore che, per tanti anni, è stato in Italia il precursore dell’uso dell’olografia e del laser nell’espressione artistica. Presente, con le sue sculture in pietra e in bronzo, in tanti musei in tutto il mondo, Vincenzo Bianchi è stato direttore dell’Accademia di Belle arti di Macerata e titolare della prima cattedra di scultura dell’Accademia di Belle arti di Firenze. In Giappone c’è persino un premio a lui intitolato e che consente ai giovani ar-tisti Giapponesi vincitori di frequentare un corso di studi artistici in Italia. Suo è il bronzo di Santa sco-lastica, nel chiostro del Monastero di Subiaco Suo è il monumento a Giacomo leopardi nel bosco dei poeti di Struga, in Macedonia, sua è la scultura del danzatore della luna nel giardino dell’infinito al Centro nazionale di studi leopardiani a Recanati. Ha fondato, ci tengo a ricordarlo, con l’adesione mia, ma anche quella, ben più autorevole, del Pre-mio Nobel Rubbia, il Museo degli artisti per la pace

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di Cervara di Roma ed oggi, su indicazione della Fondazione rumena “Brancusi”, sostenuta dai sin-daci di Hisoshima e Nagasaki, è lui stesso candi-dato al Premio Nobel per la pace.

Carlo Emanuele Bugatti

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VINCENZO BIANCHI

IL FILO DI ARIANNA

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Viaggio c on il m io Io attravers o i l labir int o del mio Sé s ulla rett a del la vita che ha come c oordinat e gli e lementi dimen-sional i dì v e locit à - s pazio - tempo la c ui s omma ha i l ri -sult at o di O = click -f otografia, attimo in cui le tre dimensio-ni si annullano. Il punt o zero O è la c hiav e che apre le port e alla nuov a dimensione dov e non è più la luc e elemento so-stanziale dì m is uraz ione del c amm ino per attrav ersare lo spazio c osmico dov e v eloc ità - t empo vivono la loro vit a. La nuov a non dimensione ha c ome element o unic o il pen-siero che unis ce le tre c oordinat e dell'int uizione della luc e visibi le, lo s pazio m is urabi le e il t empo v ivib ile. Nel gomi-tolo del f i lo dell ’ inc ognit o è racc hius a la s ic urez z a del m io viaggio, il m itic o "fi lo d'Ar ianna", c he, pur non ga-rant endomi la s ic urez z a del r it orno dal viaggio, c onduc e per mano i l m io pens iero dandogl i tranqui ll it à nel l’ intro-durm i nel buio dell' en igma dov e la v elocit à è z ero, i l tempo è z ero e il m io pensiero nav iga s enza c oordinat e. Nell'attimo z ero O i l mio pens iero s enz a f orma si immerge nella mat eria primordiale per sc egliersi la c av erna dov e approda per adagiarsi e s entire la forma sfer ic a dell'amore oltre l'infinit o, trasforma la c av erna dal la f orma sf er ic a in s ol ido c ubo dov e l' ec o del le armonie c elest i s i rac c o-glie per insegnargl i a pregare con il compass o e il doppio dec imetro. All' angolo del c ubo dov e l' ombra s i ripos a, i l mio pensiero sì rif lett e nello s pecc hio del t empo c reati -vo in inf init e f orme piene di mist ero s ac rif ic a le. Nel la gabbia c he i l v uot o dello s paz io ha c ostru it o, il m io Sé s i coagula in f orma di f oglia st acc at as i dal l' albero del l'igno-to e g ioc a c on i l trapezio della v it a moss o da un fi lo le-gat o ad un punt o o lt re l' or iz z ont e, il mio I o danz a c on le p iume di uc c el l i gher m i t i dal l ' ombra d el t empo s ot t o la luc e v es t i t a dì b i anc o c he n as c e dal l'osc ur ità et er-

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na. Imprig ionat o nel la ret e c he il ragno del destino ha cost ruit o, il silenz io mut o racc hius o nella nuv ola grigia sos pesa nel b lu del c ie lo ha rifless o il suo negativo sull' on-da del mare scaldato dal sole. La dinamica del vento soffiato dall'ignoto comprime il mio Sé contro il muro del mistero facen-dolo es plodere e generando nuov e dimens ioni dove la def ormazione è il lum inat a dal la luc e nasc ost a della vita. Lent ament e i l res pi ro del t empo del l'ignot o c ost ru isc e a forma di uov o il m io I o che in c ompagnia del mio Sé si inc ammina lungo il piano dello specc hio s enza orizz onti dove s uss ulti di esplosioni di attim i dì fu lmine illuminano momenti dì c ambiament o di perc ors o. La luc e del fulm ine che acc ende la candela del mito illumina il loro cammino, mano sc onosciuta la spegne per generare la notte il cui tepo-re avvolge il mio Io e lo separa dal mio Sé. La c andela spenta togl ie la luce a l rit o per non illum inare i g ioc hi che s i r ipeto-no nella c asa della matr iosc a in c ui si s ent e il res piro af -fannos o del popolo degli Io/ Sé c he c orre vers o la poltro-na per s edersi c on la c orona illuminat a di nero. Il mio Io stanco per il lungo viaggio ricerc a il mito dello spirito dove si immerge per vivere il tempo c he non c'è, la luce è s pent a, spent o è il ruolo del pensiero…

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La t erra, luc e di un immenso fuoco, che il tempo ha consumat o, naviga in et erno nel mare nero senza lidi. Un v ent o dal nome sconosciuto la spinge nel pozzo dov e finisc e il sole. Laggiù nel buio che non ha fondo una mano invisibile l'acc arezz a, mentre lent amente il t empo muore. Il nulla si rivela al mio pensiero, illum inato dalla luc e dell'armonia dell' amore. Il silenz io dell'ombra del tempo avvolge il mio Io e il mio sé sotto la copert a dei sogni. Uniti per mano vivono la fine del viaggio della dimensione zero .

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VINCENZO BIANCHI

LA VITA E LE OPERE

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Vincenzo Bianchi, ritratto da Alfonso Napolitano

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Vincenzo Bianchi è nato a Fontana Liri nel 1939. Risiede ad Isola del Liri. E’ stato titolare della pri-ma cattedra di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.Ha insegnato scultura nelle Accademie di Belle Arti di Catanzaro, Frosinone, Urbino. Ha diretto l’Accademie di Belle arti di Macerata. E’ cu-ratore del Museo d’arte antica e moderna di Casa-mari.Vasto è l’elenco degli importanti monumenti, che ha eseguito è che lo impongono ormai come uno dei maggiori scultori italiani del secondo Nove-cento. E’ sufficiente ricordare che sua è la scultu-ra in bronzo del danzatore della luna, recentemen-te posta dal Comune di Recanati e dal Centro Stu-di leopardiani sul colle dell’infinito a Recanati. Suo è il bronzo di Santa Scolastica nell’abbazia omoni-ma, sue sono le imponenti sculture di Cervara di Roma. Suo, ancora è il monumento a Leopardi, posto nel bosco dei poeti in Macedonia. Suo è l’-ambone della chiesa del Santo Sepolcro in Geusa-lemme, chiesa per la quale sta preparando anche l’altare. E’ stato lo stesso Papa Giovanni Paolo II a inaugurare il monumento eseguito da Bianchi sul Monte Nebo. Dell’esperienza dell’incontro con Pa-pa Wojtiwa su Monte Nebo, Bianchi ha scritto una cronaca in forma poetica, in corso di pubblicazione nei Quaderni del Musinf, con la prefazione di Carlo Bugatti, che è anche l’autore del libro “Bianchi per Recanati”, dove sono riprodotte le porte della pa-ce, realizzate recentemente dallo scultore per la città leopardiana. L’attività internazionale di Bian-chi si è articolata, negli ultimi anni, attraverso u-n’intensa collaborazione con il Museo di Nijgata e

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con la l’associazione Setsuryosha., presieduta da Sasage Keniki. L’attività di sperimentazione di Bianchi, nel campo dell’incisione, si è svolta spe-cialmente attraverso i corsi ed i laboratori del Mu-seo comunale d’arte Moderna di Senigallia, alla cui fondazione Bianchi ha partecipato, insieme ad arti-sti del livello di Umberto Mastroianni, Victor Vasa-rely, Virgilio Guidi, Orfeo Tamburi, Remo Brindisi, Arnoldo Ciarrocchi, Gastone Breddo, Renzo Bia-sion. Pur restando legato alle tradizionali tecniche xilografiche e calcografiche è stato uno dei primi in Italia a sperimentare le varie applicazioni del la-

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Realizzato nel mese di Aprile 2008 presso il laboratorio di stampa calcografica e digitale

del MUSINF di Senigall ia con la collaborazione

di Giada Romano

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