VENERDÌ 28 GENNAIO 2011 GIORNALE DI BRESCIA … · dell’azione con tutte le convenzioni del...

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Il gusto della cucina brescianain un libro (e oggi al Tg2)

«Ho letto sessantatré libri diEmilio Salgari, uno in più diquelli che aveva letto CheGuevara, e per me questo

scrittore è molto più interessante di Bucharinperché i suoi eroi sono frementi e passionali eil suo aspetto antimperialista e rivoluzionariova necessariamente rivalutato».Lo scrittore messicano Paco Ignacio Taibo IIricorda il prolifico autore di romanzi (una no-vantina) che ha accompagnato la sua infanziae la sua adolescenza. La sua vena creativa, chefecela fortunadi moltieditori, nonsalvò Salga-ri da una vita grama perseguitata dalla sfortu-na (la moglie finì in manicomio e questo dolo-re forse fula causa del suo suicidio) e dall’assil-lo del denaro, che lo costringeva a produrreogni giorno un determinato numero di paginein cui Sandokan e i suoi straordinari compa-gni lottavano sempre con rinnovato vigore.A cento anni dalla morte del romanziere, nonsorprende quindi che lo scrittore messicanoabbia voluto rendergli omaggio in un roman-zo in cui sono protagonisti gli indimenticabilipersonaggi creati dalla sua fantasia: «Ritorna-no le tigri della Malesia (più antimperialisteche mai)», Marco Tropea ed. (346 pp., 16,90€).Pensato come un pastiche in cui intreccia av-ventura, sesso e politica, il romanzo vede ilportoghese Yanez de Gomera e il principe ma-lese Sandokan ormai con i capelli grigi masempre con la stessa aura energica: sentendominacciati i loro beni e le loro vita da una forza

malignache li attacca avvolgendoli inuna neb-bia verde, sono costretti a lasciare il loro rifu-gioe a riunireancora una volta leTigri di Mom-pracem per combattere un nemico che assu-me forme mostruose.Perché un romanzobasato sui personaggi sal-gariani e non una biografia di Salgari comegià aveva fatto per Pancho Villa e Che Gueva-ra?Perchévolevo scrivere unromanzo d’avventu-ra e non un saggio. Nel libro c’è tutta la tensio-ne di un bambino che legge seduto sul bordodel letto pieno d’emozione domandandosi:«Ma adesso li cattureranno, cosa succederà?»Volevo ricreare questo modo di leggere per-ché in Salgari ci sono elementi molto interes-santi che permettono un’estrapolazione dellaletteratura del diciannovesimo secolo per tra-sporla ai giorni nostri.Quali sono questi elementi?Innanzitutto l’aspetto esotico, ipersonaggi in-tegri e pieni d’onore, una scrittura letterariache consente di passare da un’azione all’altra,e poi tutto il contenuto politico e l’antimperia-lismo delle Tigri. Queste componenti messeinsieme mi hanno ispirato un romanzo d’av-ventura sulla scia di Salgari con i suoi stessipersonaggi, perché in loro si rispecchia l’ardi-mento e il valore. Inoltre, dopo aver scritto treo quattro biografie, quattordici gialli e noir, hopensato che non potevo più restare chiuso inquello che avevo già sperimentato e ho decisodi cimentarmi nell’impresa di rilanciare il ro-

manzo d’avventura.Inserendo il fondamentalismo islamico nellavicenda, voleva aggiornare i fatti raccontati?Nel romanzo non c’è solo il fondamentalismoislamico. C’è anche il dottor Moriarty di Co-nan Doyle, la personificazione del male nellaletteraturadell’800. C’è Kipling che fa ilgiorna-lista e un rivoluzionario della Comune di Pari-gi; c’è un abitante del Borneo nudo in mezzoalla giungla; c’è un personaggio che viene dal-la letteratura d’avventura tedesca, operatoridellafinanzamondiale, banchieri filippini alle-ati di José Martì e molti altri. Tutto quello che èvenuto fuori dal grandissimo armadio dellamia infanzia e giovinezza, l’ho messo dentro ilromanzo. E ogni tanto mi veniva in mente unadomanda strana tipo: gli albatros come vola-no? I coccodrilli come fanno l’amore? Quantereligioni cisono in una barca come la Mentiro-sa del romanzo? Quali sono le tensioni fra gliimperi? Tutte queste domande mi hanno co-stretto ad attenermi al metodo salgariano: in-ventare il mondo con il solo l’ausilio di pessi-me enciclopedie.La sua idea d’avventura coincide in tutto conquella salgariana?Sono parenti che hanno un secolo di distanza.Le differenze sono essenzialmente di naturaletteraria.Nel XIXsecolo la letteratura d’avven-tura era prigioniera della concezione infantiledell’azione con tutte le convenzioni del caso:non ci dovevano essere parolacce nel testo,ma c’erano tantissimi punti e dialoghi assolu-tamente non necessari. Volevo rimodernarela letteratura dei feuilleton, ma riuscendo aconservare alcuni elementi che mantenesse-ro il tono e suonassero come spartiti musicaliincorrotti nel tempo.L’idea di giustizia di Sandokan è attuale anco-ra oggi?L’idea di giustizia di Sandokan è molto legataal delitto e alla vendetta: nelle società in cui lagiustizianonha modo diprosperare e dove im-pera l’abuso, il diritto alla vendetta è sacro.Perché a distanza di un secolo il fascino diSandokan dura ancora?Sandokan è un ribelle senza limiti che vuolecambiare il destino di un’intera regione, e nel-la letteratura le sue imprese producono realtà.Una realtà solida, forte che si sovrappone allarealtà vera. Un personaggio letterario possie-de una sua vita all’interno dell’inconscio col-lettivo, e una qualità di realtà più potente diquella che gli ha conferito il suo creatore: DonChisciotte è più reale di Cervantes; MadameBovary è più vera di Flaubert, e Jean Valjean, ilprotagonista dei Miserabili è più famoso diVictor Hugo.Avrà un seguito questo romanzo?Me l’hanno chiesto in tanti, da quando il libroèuscito in Argentinae in Colombia, mafranca-mente non lo so. Ho avuto anche la tentazionedi riscrivere altri romanzi d’avventura come «Itre moschettieri». Se un giorno dovessi riscri-verlo si chiamerà «I quattro moschettieri». Se-guendo questa linea vorrei riportare la lettera-tura d’avventura entro l’alveo del XXI secolo,con tutto il suo fascino in grado di rapire e farsognare.Di cosa parlerà il suo prossimo romanzo?L’unico progetto che ho strutturato e messo inpiedi con cento pagine di note, è un romanzoambientato in Africa negli stessi anni del ritor-no delle Tigri della Malesia. Ma dire altro inquesto momento sarebbe dire, perché sto an-cora elaborando delle idee.

Francesco Mannoni

«Il vecchio e il cielo», poesia per palcoscenicoOggi, all’Aab, Lucia Mor presenta il testo di Cesare Lievi edito da Marsilio

PACO IGNACIO TAIBO II

Nella rubrica «EatParade» del Tg2,oggi, alle 13.45 ,verrà presentato il

libro «Sèt gröste de formài -Sette croste di formaggio»(Massetti Rodella Editori).Il curioso progetto editoriale- che promuove i sapori tipicidel territorio bresciano e cheè nato parallelamente alla se-sta edizione del «Natale nellePievi» - è scaturito dall’incon-tro tra uno chef, Roberto Ab-badati, un pittore, Piero Tra-

monta,uncritico d’arte,Mau-rizio Bernardelli Curuz, unagiornalista, Maria Zanolli, eun assaggiatore di formaggi,Lino Magri. L’opera, curatadal regista Pietro Arrigoni, èun «viaggio» che coinvolgetutti i sensiper ricondurli sìal-la tradizione, ma anche congusto moderno.La puntata di «Eat Parade»verrà replicata domani, dopolamezzanotte, e sarà disponi-bilesu www.tg2.rai.it nellase-zione rubriche.

CULTURA&SPETTACOLI

Il regista edrammaturgoCesare Lievi

«Il mio Sandokanfratello di Che Guevara»In un romanzo-pastiche lo scrittore messicanoreinventa le avventure delle Tigri di Mompracem

Omaggio a Salgari■ Nel nuovo romanzo, Paco Ignacio Taibo

II (qui sopra) intende rendere omaggio al

Salgari «rivoluzionario». Nella foto in alto il

Sandokan televisivo Kabir Bedi

Una resa dei conti, maanche un’apertura almistero e un ridimen-sionamento di sé, che

troppa razionalità avevano nega-to. Questo pare «Il vecchio e il cie-lo», il testo del regista e dramma-turgo gardesano Cesare Lievi(Marsilio ed., pp. 93, 10 euro),che si presenta oggi, venerdì, alle18,15 all’Associazione Artisti Bre-sciani, vicolo delle Stelle 4 in cit-tà, per iniziativa della Cooperati-va Cattolico-democratica di Cul-tura e dell’Aab.

Ad intervistare l’autore, oggi di-rettore del Teatro Giovanni daUdine,saràla prof. LuciaMordel-l’Università Cattolica. Nella bellaintroduzione, Peter Iden sottoli-nea, nei precedenti lavori di Lie-vi, la «frattura con la normalità».«Poeta di straordinarie e origina-lissime capacità - prosegue Iden- egli non descrive il reale, ma lopenetra».«Il vecchio e il cielo» propone lafigura di un ex preside («il signo-re»),che avendoraggiuntola pen-sione si aspetta di cominciare

«unanuova vita». Va alla posta, ri-tira la sua prima pensione, poi inun bar offre un caffè ad un barbo-ne e lo invita a fare una doccia incasa sua. Da lì inizia la «frattura»,che porterà il personaggio aduna nuova consapevolezza.Il testo ha debuttato a Udine e sa-ràinscena alPiccoloTeatro diMi-lano dal 3 al 9 maggio. All’Aab re-staaperta fino al 2 febbraio la mo-stra «Daniele Lievi. Il teatro. I se-gni», a cura di Bianca Simoni edElena Cantarelli (dalle 16 alle19,30; lunedì chiuso). p. car.

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