Post on 10-Mar-2016
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PARTE II
VEDERE L'INVISIBILE
PROPOSTA PROGETTUALE
L’approccio progettuale non e’ sistemico solo dal punto di
vista territoriale, ovvero un sistema di piu’ borghi, ma an-
che a livello organizzativo: infatti l’intervento prevede piu’
tipologie di azioni e quindi l’interazione di piu’ attori.
In particolare esso si puo’ sintetizzare in tre strumenti
principali, gli uni fondamentali per gli altri.
Il primo di informazione e divulgazione: esso prevede la re-
alizzazione di un portale web, strumento espositivo tecno-
logico, che permette di ampliare, attraverso una diffusione
capillare delle informazioni, il numero di possibili fruitori.
Questo archivio on-line costituisce un museo del sistema
diffuso dei beni materiali e immateriali legati ai borghi e un
servizio di supporto all’offerta turistica locale.
Il secondo di promozione e sensibilizzazione, si traduce in
un sistema di eventi guidati da creativi ed artisti in grado
di fare da volano al progetto di valorizzazione.
APPROCCIO PROGETTUALE
Tali episodi, in un rinnovato accordo con lo spazio urbano,
innescano processi di ibridazione tra arte e spazio urbano,
tra arte e vita quotidiana, una “messa in scena” in grado di
“fare spazio”, “fare cultura” dimostrando non solo la pos-
sibile convivenza tra manufatti artistici contemporanei e
contesti storici, ma anche la possibilita’ di una valorizzazio-
ne dei luoghi attraverso la lettura dell’esistente, l’interpre-
tazione creativa e la trasformazione del reale.
Infine Il terzo strumento di fruizione ed esperienza ovvero
dispositivi minimi, “stanze” che si siedono nel paesaggio e
guidano il fruitore nella sua lettura.
Dei tre strumenti, informazione e divulgazione, promozio-
ne e sensibilizzazione, fruizione ed esperienza la presente
ricerca privilegia il terzo punto proponendo delle soluzioni
progettuali di micro-infrastrutture capaci di insediarsi nel
territorio e instaurare con esso una relazione intima e po-
etica.
Per intervenire nel paesaggio in modo compatibile con le
caratteristiche ambientali dei luoghi si e’ ricorso ad una
attenta e approfondita lettura per cogliere, rilevare e valo-
rizzare quel palinsesto di orme e memorie “incise” nel terri-
torio, segni detentori dell’identita’ dei luoghi stessi e della
popolazione che vi abita:
“Interrogare il genio del luogo richiede un ipotesi interpre-
tativa, in qualche caso gia’ il presupposto di un intenzione
progettuale. Significa indagare i luoghi come fossero map-
pe iniziatiche o volti: un’indagine quasi fisiognomica ne
evoca i caratteri e il paesaggista ne trova i punti giusti da
mettere in tensione, come un geoamante o un agopunto-
re, cercando di comprenderne la potenziale vocazione per
aiutarla ad emergere, se necessario, mediante interventi il
piu’ possibile discreti.” (18)
A partire dalla lettura del territorio le soluzioni progettuali
mirano ad abitarlo, a interagire con esso, a farlo proprio
e a diventarne parte integrante. Abitare come ri-siedere,
sedersi nel paesaggio, far sedere l’architettura. Un ogget-
to inserito in relazione col territorio diventa esso stesso
paesaggio.
Abitare come ri-siedere,
sedersi nel paesaggio.
Se l’intervento e’ all’ interno del borgo, un ter-
ritorio denso, in cui si e’ circondati da una moltitudine di
segni, segni soprattutto del “fare umano”, le stanze sono
minime, occupano una porzione di suolo circoscritta, in-
staurano un dialogo col preesistente. Cosi’, ombre, luci,
incavi, pieni e vuoti danno vita ad una sorta di architettura
silenziosa, costituiscono un racconto fatto non di parole
ma di forme e materia che fa immaginare qualcosa che
c’era prima. Il fruitore e’ invitato a sostare su aspetti della
realta’ che lo circonda che altrimenti passerebbero inos-
servati, lo guida a costruire relazioni tra l segni visibili e
quelli invisibili.
Gli interventi pero’, non mirano a congelare le condizioni
del passato, si approcciano alla memoria “non come fonte
di nostalgia o mezzo di costruzione mitica di una presun-
ta identita’, ma semmai come strumento per ristabilire un
rapporto sofferto con il proprio passato da riacquisire e
rielaborare come fonte di forza e di immmaginazione, co-
scienza dei traumi, momento di autocritica e responsabi-
lita’.” (19)
Essi promuovono un’evoluzione in rapporto con le esigen-
ze del presente, dimostrano la possibile convivenza tra
opere contemporanee e contesti storici.
Differentemente, se l’intervento si rapporta con
una scala piu’ grande, l’intero borgo diventa un se-
gno tra tanti altri, la visuale si dilata, ci si trova immersi in
un paesaggio piu’ ampio, in cui spesso e’ la natura a fargli
da protagonista. Nuove stanze si siedono nel territorio,
offrono pause e guidano il viaggiatore a cogliere l’anima
del posto.
A suggerire il tipo di intervento e’ la specificita’ del luogo,
la natura disegna il progetto. Stanze a cielo aperto che si
modellano a seconda del rapporto che si vuole instaurare
con esso: contemplazione, interazione, rievocazione.
“Guardare il paesaggio non e' mai mera contemplazione,
ma e’ un processo altamente selettivo nel quale l’ attore
raccoglie indicazoni sul modo in cui, nel suo rapporto con
il mondo, deve agire per soddisfare i suoi bisogni o inte-
ressi” (20)
Charles Morris
STANZA
come PENSAToIo
come oSSERvAToRIo
come CoNTENIToRE
come QUINTA
come PAUSA
come GUIDA
come TRACCIA
come NIDo
come INTERMEDIARIo
come ATToRE
come SPETTAToRE
come GESTo
come ...
OSPITI
INASPETTATI
nel borgo abbandonato di
Frattura vecchia
Piccole stanze che offrono lo stretto
indispensabile per soffermarsi, risco-
prire il piacere dell’abitare, dei gesti
semplici, come direbbero gli Smith-
son, “the pleasure of use”.
Architetture semplici e misurate,
in cui i protagonisti sono le piccole
cose di cui l’uomo si circonda, gli af-
fetti, le abitudini, l’ambiente nel qua-
le si inserisce.
FRATTURA VECCHIA
Frattura Vecchia e’ un piccolo
borgo facente parte del comu-
ne di Scanno. Conta poco piu’
di una trentina di case comple-
tamente abbandonate.
Immersa nella natura e punto
di incontro di molti sentieri, e’
luogo di sosta per escursionisti
che spesso si accampano con
semplici tende.
A guidare l’intervento e’ la realta’ fisica del borgo che at-
traverso un’attenta lettura, viene fatta propria.
Esperienza diretta, rilievi, e fotografie, ricostruiscono le
sequenze, i ritmi, le ripetizioni, che definiscono la sintassi
del costruito.
COSTRUITO
RUDERI
VUOTI
La lettura testuale, come prassi di osservazione in grado
di interpretare i diversi segni, e’ strumento fondamentale
per cogliere il genius loci del luogo, e per porsi nei suoi
confronti in modo rispettoso.
I nuovi volumi quindi si inseriscono occupando parzialmen-
te lo spazio delimitato dai vecchi muri perimetrali.
Non li soffocano, li lasciano liberi di raccontare la loro sto-
ria: i muri, con i suoi pieni, vuoti, ombre diventano il testo
per leggere il passato.
Il visitatore diventa come l’uomo di Munari descritto da
Umberto Eco:
“L’uomo di Munari e' costretto ad avere mille occhi, sul
naso, sulla nuca, sulle spalle, sulle dita, sul sedere. E si
rivolta inquieto, in un mondo che lo tempesta di stimoli
che lo assalgono da tutte le parti...” (21)
Il borgo, scatola di memoria, diventa
contenitore nel quale inserire piccoli
volumi, i nuovi suoi abitanti. Questi
offrono un rifugio e un’esperienza
per tutti i sensi alle persone che,
nel loro cammino nella natura e alla
ricerca di memoria si imbattono in
Frattura Vecchia. I nuovi “ospiti inat-
tesi” rispondono alle necessita’ base: una stanza dove stendersi e potersi
abbandonare al mondo onirico, una
dove rilassarsi e poter sognare ad oc-
chi aperti e una dove poter andare in
bagno e godere di un panorama stra-
ordinario, ma senza pero’ rinunciare
alla propria intimita’.
Unita’ minime e modulari, che si pos-
sono assemblare a seconda dell’esi-
genza, si spargono all’interno del
borgo e lo ripopolano. A loro volta
ospitano il viaggiatore offrendogli un
appoggio dove poter sostare, ripo-
sare, fargli recuperare le energie per
il nuovo tratto di strada che dovra’
compiere.
IL PIACERE DI RIPOSARSI
PIANTA copertura
scala 1: 50
4,90
0,20
0,00
PIANTA livello 0
scala 1: 50
0,00
0,20
SEZIONE A-A’
scala 1:50
la scatola, nonostante sia
autonoma e indipendente
rispetto al contesto in cui
e’ inserita, fa interagire vi-
sivamente il visitatore nei
confronti di cio’ che c’e’.
Internamente la struttura in
pannelli autoportanti viene
lasciata a vista, offrendo al
visitatore un ambiente ac-
cogliente.
A
A’
B B’
C C’
SEZIONE B-B’
scala 1:50
Le nuove e le vecchie archi-
tetture dialogano tra di loro,
niente e’ lasciato al caso, un’
apertura davanti al muro
come finestra sull’arte del
fare, sulla materia del co-
struire; un’apertura invece
che traguarda oltre il recinto
di pietra, verso una vista.
SEZIONE C-C’
scala 1:50
Una porta, per uscire in un
altro interno, una stanza
a cielo aperto, un hortus
conclusus definito dagli esi-
stenti muri perimetrali.
Legno e pietra, leggerez-
za e pesantezza. Nuovo e
vecchio giocano tra di loro,
uno lo sberleffo dell’altro
ma sempre nel reciproco ri-
spetto.
SEZIONE D-D’
SEZIONE E-E’
Esternamente la scatola e’
rivestita in CORTEN mate-
riale che resiste agli agenti
atmosferici e non ha biso-
gno di manutenzione. Inol-
tre il suo particolare roman-
ticismo, in contrasto con il
bianco delle pietre le esalta.
SEZIONE D-D’
SEZIONE E-E’
D
E E’
D’
F
F’
G
G’
SEZIONE G-G’
SEZIONE F-F’
DETTAGLIO scala 1:10
serramento Forster normal 10 in corten
isolante in silicato di calcio sp.50 mm
pannello strutturale in legno massiccio a strati incro-ciati (sp. 78 mm).
vite EFG PoerCut (diam. 4 mm)
angolare in acciaio (60x70x2) mm
ancoraggio meccanico HB - B
IL PIACERE DI ANDARE IN BAGNO
PIANTA COPERTURA
scala 1: 50
0,00
0,10
-5,80-5,80
PIANTA LIVELL0 -0,50 m
scala 1: 50
-1,30
-0,87
-5,80-5,80
SEZIONE A-A’
scala 1:50
Camminando tra i vicoli del borgo
il nuovo ospite quasi non si scor-
ge, sembra nascondersi dietro le
vecchie mura preesistenti. In un
primo momento sembra solo es-
sere una piattaforma di avvista-
mento di tutta la vallata, solo un
cartello avverte il viaggiatore che
non e’ solo un piano, ma ben altro: al di sotto di esso infatti si svilup-
pa un intero volume che accoglie
un bagno. Unita’ minima fatta dei
soli elementi essenziali, un water
e un lavandino.
A A’
C C’
B’
B
SEZIONE B-B’
scala 1:50
SEZIONE C-C’
scala 1:50
la particolare posizione,
celato su tre fianchi dalle
mura preesistenti e a stra-
piombo sulla valle, permette
al nuovo volume di offrire
un piccolo luogo appartato,
riservato ma senza rinun-
ciare alla vista panoramica.
L’interno in legno, materiale
dai colori caldi, permette di
creare un ambiente ovat-
tato e accogliente in cui il
fruitore riesce a trovare la
propria intimita’.
SEZIONE D-D’
scala 1:50
il nuovo volume si innalza
su un grande pilastro a recu-
perare il dislivello del crinale
scosceso quasi a diventare
“una stanza sull’albero”.
D
E
D’
E’
F F’
SEZIONE E-E’
scala 1:50
SEZIONE F-F’
scala 1:50
DETTAGLIO scala 1:10
lamiera in acciaio zincato sp. 2 mm
profilo ipe 140
profilo U 140
profilo tubolare cavo (406,4x4000x20)
isolante in silicato di calcio sp.50 mm
montante in alluminio ( 70x50 mm)
staffa di fissaggio (40x20x1 mm)
pannello multistrato strutturale ( sp.78 mm)
serramento forster normal 10 in corten
traverso in alluminio (40x20x1 mm)
corten 2mm
piastra in acciaio (70x70x2 mm)
rivetto per ancoraggio
oscurante in legno
tubolare quadro a spigoli vivi (35x35x3 mm)
vite EFG Powercut (diametro 2 mm)
tassello in legno
DUE PAUSE
NEL PAESAGGIO
nel borgo di Villalago
Lungo il sentiero che dal borgo porta
al lago di san Domenico, si adagiano
due stanze che offrono al visitatore
l’occasione per fare una pausa e am-
mirare il paesaggio.
VILLALAGO
Vilallago e’ un piccolo borgo
fortificato arroccato sulla som-
mita’ del monte Argoneta, tra
i due laghi: di Scanno e di San
Domenico. L’attuale centro sto-
rico, disposto ad anfitetaro sul
versante orientale del monte,
e’ caratterizzato da suggestivi
scorci con gradinate, stretti vi-
coli e panoramiche piazzette.
1
2
Lungo il sentiero che dal borgo
porta al lago di san Domenico, il
viaggiatore incontra due ospiti
inattesi. Due stanze in cui lo spa-
zio temporale si dilata, offrendo al
visitatore l’occasione per fare una
pausa. Lo invitano ad entrare e am-
mirare il paesaggio che lo circonda,
diventandone parte di esso. Le
due stanze infatti non sono rigidi
recinti impenetrabili, ma, grigliato
e listelli in legno permettono un
continuo dialogo con la natura. I
confini diventano indefiniti, non
c’e’ un dentro e un fuori, natura
e architettura si fondono. Il primo
belvedere si appoggia delicata-
mente sul terreno, quasi volesse
sfiorarlo solo con le punte delle
dita, l’altro si adagia su di esso, la
sua forma si plasma in base alla
conformazione del suolo.
1
PLANIVOLUMETRICO
scala 1: 100
0,00 0,101,002,00
- 1,00 - 2,00
Una grande lama prolunga
il piano d’appoggio, diventa
un vassoio su cui il viaggia-
tore puo’ entrarvi e ottene-
re la visuale migliore da cui
leggere l’intero paesaggio.
PIANTA
scala 1: 50
- 3,00 - 4,00
Dopo aver superato i due
setti in legno, lo spazio si
dilata improvvisamente, la
vista si amplia, il visitatore
si ritrova davanti all’immen-
sita’ della natura. La vista
mette in evidenzia il borgo,
che sembra quasi essere la
propaggine del l’altura stes-
sa.
A
B
SEZIONE A-A’
scala 1: 50
I due elementi verticali, il
parapetto e le due quinte
circoscrivono lo spazio e lo
rendono sicuro. Allo stesso
tempo i materiali con cui
sono realizzati: grigliato
e listelli in legno, rendono
il nuovo intruso leggero e
permeabile. La natura non
trova una barriera ma puo’
intrufolarsi attraverso di
essa.
‘A
B’
C’
C
SEZIONE B-B’
scala 1: 50
Le due quinte, alte 1.83m,
celano la zona di sosta per
chi arriva dal borgo assicu-
rando cosi’ una certa intimi-
ta’ ai fruitori del belvedere.
SEZIONE C-C’
scala 1: 50
Le due quinte, cosi’ dispo-
ste, fanno solo trapelare
cosa accade al di la’ di esse,
stimolano la curiosita’ del
fruitore, lo invogliano a pro-
seguire il suo tragitto al fine
di oltrepassarle e scoprire
cio’ che si nasconde dietro
di esse: un meraviglioso
paesaggio frutto del lavoro
della natura e dell’uomo.
SEZIONE A-A’
1
1
PIANTA
A A’
BB
’
0,10
7
5
2
1,13
3
3
6
5
SEZIONE B-B’
6
3
2
1
DETTAGLIO
scala 1:10
1 grigliato in acciaio zincato (maglia 76x34mm)
2 rivetto ( 4mm)
3 listelli in abete (50x50 mm)
4 angolare spigoli vivi (100x100x8mm)
5 bullonatura in acciaio zincato M-86 traverso tubolare cavo (100x100x4mm)
7 tubolare spigoli vivi (25x25mm)
2
PLANIVOLUMETRICO
scala 1: 100
I gradino 0,42
II gradino 0,06
III gradino - 0,30
VIII gradino - 1,98
SEDERSI
CONTEMPLARE
RIEVOCARE
APPROPRIARSI
0,2
8
0,42
-0,50
-1,00
-1,50
-2,00
-2,50
0,2
80,1
4
0,1
4
0,06
-0,30
-0,66
-0,98
-1,34
-1,66
-1,98
PIANTA
scala 1: 50
0,00
A
C’
A’
C
B
B’
SEZIONE A-A’
scala 1: 50
Il progetto e’ stato disegna-
to e modellato dalla natura.
La stanza, quindi, si adagia
sul terreno diventando un
teatro. Si siede e fa sedere il
visitatore nel paesaggio .
SEZIONE B-B’
scala 1: 50
Il paesaggio si fa quadro.
Il nuovo volume con le sue
pareti incornia la vista spet-
tacolare del lago di San Do-
menico. Diventa guida per
nuovi sguardi.
SEZIONE C-C’
scala 1: 50
Il calore del legno abbraccia
il visitatore e lo fa sentire al
sicuro ma sempre immerso
nella natura: odori e colori
entrano in questa stanza
all’aperto. Il sole filtrato
dalla copertura riproduce i
magici giochi di luci e ombre
come se trapelasse attra-
verso i rami degli alberi.
Anche l’erba non si arresta
ma cresce all’interno del
volume.
Architettura e natura diven-
tano un tutt’uno.
SEZIONE A-A’
1
PIANTA
A A’
B’
B
0,42
3,30
0,28
0,14
4
1
2
8
8
1
6
4
2
5
SEZIONE B-B’
5
2
DETTAGLIO
scala 1:10
1 tubolare cavo (40x40x3 mm)
2 grigliato in acciaio zincato (maglia 76x34 mm)
3 rivetto ( 4mm)
4 listelli in abete (1700x70x30 mm)
5 profilo U 120
6 tirafondo
7 piastra in acciaio di base (450x2 mm)
8 blocchi in cemento
9 tubolare cavo (300x100x10 mm)
6
9
7
1
4
4
1
IL PAESAGGIO SI FA
QUADRO
nel piccolo borgo di Castrovalva
L’immagine si fa materia. Una piat-
taforma che si ripiega a formare due
pareti verticali ricostruisce la stessa
prospettiva che l’artista M. C. Escher
riproduce nella litografia “Castroval-
va_1929”.
A sua volta la materia si fa esperien-
za: il visitatore, avvolto da due brac-
cia di cemento, diventa per un attimo
l’Escher del suo tempo.
CASTROVALVA
Nel 1929 M. C. Escher visita le Gole
del Sagittario e, affascinato dal
borgo dal piccolo borgo di Castro-
valva, gli dedica una litografia.
Castrovalva e’ una piccola frazio-
ne di Anversa degli Abruzzi, conta
poco piu’ di 33 abitanti, ed si erge
sulla cresta di Sant’Angelo, a 820
metri sul livello del mare.
M. C. Escher, Castrovalva, 1929
cono visivo che offre la stessa pro-
spettiva del quadro di Escher.
P
P’
A’
B’
V
PS
53,6 cm
41,7 cm
A
B
C
D
53,6 cm
335 cm
260 cm
il piccolo cilin-
dro identifica
il punto di
osservazione
V dal quale e’
possibile ave-
re la stessa vi-
sta del quadro
di Escher.
PV
h ( altezza di proiezione)
LT (linea di terra)
PP
Q
Q
PT (piano di terra)
PP
V=PS
PO
335 cm
260 cm
h ( altezza di proiezione)
PP (punto principale)
Q (quadro di proiezione)
V (centro di proiezione)
PS (piano di stazione)
PL
PIANTA COPERTURA
scala 1: 50
La forma del nuovo volume non e’
arbitraria, i due muri seguono le
stesse direttive dei coni ottici del-
la litografia: offrono al visitatore la
stessa visuale dell’artista evitando
che elementi estranei interferisca-
no con essa.
Questo “ospite” e’ un’architettura
degli interni che rinuncia a chiu-
dersi in un involucro per essere
in continua osmosi con la natura,
una stanza a cielo aperto. Pioggia,
luce e vento la levigano, il volume
da statico diventa dinamico, in
continuo movimento perche’ sog-
getto alle intemperie, ai cambia-
menti stagionali, sembra acquisire
un’anima.
0,00 0,23
-5,00 -6,00
PS
Q
A A’
B
B’
SEZIONE A-A’
scala 1: 50
Il nuovo volume permette di
recuperare una scala umana,
offre uno spazio ospitale in
cui il viandante si sente pro-
tetto di fronte all’ immensi-
ta’ e alla forza della natura
che lo circonda.
Pesantezza che si fa leg-
gerezza: un grande blocco
in cemento monolitico si
stacca dal terreno, vibra nel
vuoto, sfidando la forza di
gravita’ come il borgo stesso
nella litografia dell’artista.
SEZIONE B-B’
scala 1: 50
Semplici elementi interagi-
scono tra di loro:due setti in cemento indivi-
duano il cono visivo,
un piedistallo segna il punto
di stazione, il punto esatto
di osservazione,
un tubolare suggerisce il
piano di proiezione in cui si
materializza l’immagine di
Escher con la giusta propor-
zione, diventando la cornice
del quadro stesso.
Nonostante offriamo al
viandante un punto di vista
specifico, lo lasciamo libero
di “sfondare” il quadro e am-
pliare la vista sulla vallata.
SEZIONE A-A’
1
2
3
5
4
2
1
PIANTA
A A’
BB
’
0,23
1,13
DETTAGLIO
scala 1:10
1 parapetto in vetro stratificato temperato sp. 15 mm
2 parete in cls. sp. 200 mm
3 soletta in cls. sp. 200 mm
4 armatura: barre longitudinali (fi 12mm), staffe (fi 6mm)
5 ancoraggio in resina tramite borchia
SEZIONE B-B’
1
4
3
2
17 E.Turri, Il paesaggio come teatro: dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio, Venezia, 1998
18 F.Zagari, L’interpretazione del paesaggio, Testo & immagine, Torino, 2003
19 Donnolo, 1999
20 Morris C.W., Lineamenti di una teoria dei segni. Editore Pensa Multimedia, Lecce, 2009
21 Umberto Eco, Opera Aperta, Bompiani, Milano,1971
NOTE
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