Post on 13-Sep-2019
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
BERGAMO
J.J. ROUSSEAU
EMILIO O DELL’EDUCAZIONE
Libro secondo (12-14 anni)
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Le tappe dello sviluppo
1^ infanzia 2^ infanzia 3^ infanzia adolescenza giovinezza
sensi intelletto sentimenti politica
0 – 5 anni 6 – 11 anni 12 – 14 anni 15 – 18 anni 19 – 25 anni
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Le forze e i bisogni
Le caratteristiche generaliE’ un periodo di forza relativa
«Benché tutto il corso della vita che precede l’adolescenza sia
caratterizzato dalla debolezza, vi è un momento, durante questa
prima età, in cui il progresso delle forze oltrepassa quello dei
bisogni e il giovane animale che cresce, pur restando debole in
senso assoluto, diventa forte in senso relativo […] Come uomo
sarebbe molto debole, come fanciullo è invece fortissimo». (p.207)
«E’ il tempo più prezioso della vita, tempo che viene una volta sola,
tempo brevissimo e tanto più breve quanto più importante adoperarlo
bene». (p.208)
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Le forze e i bisogni
e la centralità dell’educando
«(Emilio) non accumulerà però tali provviste in forzieri che qualcuno
potrebbe rubargli né in magazzini che non gli appartengono; per
appropriarsi davvero delle sue acquisizioni, è nelle sue braccia, nella
sua mente, è in se stesso che dovrà collocarle!». (p.209)
- E’ tempo di fare provviste...
«(Emilio) cercherà di adoperare l’eccedenza di forze per esperienze che
possano un giorno servirgli in caso di bisogno, proietterà per così dire
nel futuro l’eccedenza del suo essere naturale: l’esuberante fanciullo di
oggi farà provviste per l’uomo debole di domani». (p.209)
- ... per diventare un uomo integrale
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Quali principi educativi nella
terza infanzia?1.Rifiuto della cultura enciclopedica (L’UTILE)
«L’intelligenza umana ha i suoi limiti; non solo un uomo non può sapere
tutto, ma non può neppure sapere per intero quel poco che sanno gli altri
uomini. [...]Occorre dunque un criterio di scelta per le cose che si
debbono insegnare e per il tempo più adatto ad apprenderle [...]. Non
importa affatto sapere tutto, ma solo ciò che è utile sapere». (p.209)
2.Educazione negativa (LA NATURA)
«Da questo piccolo numero di verità bisogna escludere [...] quelle che
richiedono ... un intelletto già formato; quelle che presuppongono la
conoscenza della vita di relazione propria dell’uomo adulto; infine quelle
che, pur essendo vere in se stesse, predispongono un animo inesperto a
giudicare in modo errato intorno ad altri argomenti ». «Escludiamo
dunque dai nostri primi studi le cognizioni il cui desiderio non è naturale
nell’uomo e limitiamoci a quelle che l’istinto ci porta a ricercare». (p.210)
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3.Curiosità ben diretta
«Dapprima i fanciulli sono irrequieti solo fisicamente, poi diventano curiosi, e
questa curiosità ben diretta è il movente che agisce nell’età in cui siamo
giunti. [...] Il desiderio innato del benessere e l’impossibilità di soddisfarlo
pienamente lo inducono a ricercare senza tregua nuovi mezzi che
contribuiscano a tale soddisfazione. Questo è il primo principio della
curiosità, principio naturale nel cuore umano, ma il cui sviluppo avviene solo
in proporzione delle nostre passioni e delle nostre conoscenze». (p.210)
Ricordati che l’ignoranza non ha mai fatto del male. Solo l’errore è
funesto: l’uomo non si smarrisce per ciò che non sa ma per ciò che crede
di sapere.
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L’orizzonte si allarga
Quali discipline per Emilio?
Emilio
Geografia
Fisica
naturale
Economia
(cenni)
Politica
(cenni)
Lavoro artigiano
Robinson
Crusoe
«Cominciando questo
secondo periodo,
abbiamo approfittato
dell’eccedenza delle
nostre forze rispetto ai
nostri bisogni per
proiettarci fuori di noi
stessi: ci siamo
slanciati nei cieli,
abbiamo misurato la
terra, abbiamo
osservato le leggi della
natura, abbiamo
insomma percorso
l’intera isola». (p. 250)
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LE DISCIPLINE DELL’ESPERIENZAGeografia ed astronomia
- L’oggetto della disciplina: Sole e Terra
«Durante lo stato di debolezza e insufficienza, il bisogno della conservazione
concentra ogni nostro interesse all’interno di noi; nello stato di potenza e di
forza, il desiderio di dilatare il nostro essere ci sospinge al di fuori di noi, ci
imprime uno slancio verso ogni più lontana meta; ma poiché il mondo intellettuale
ci è ancora ignoto, il nostro pensiero non oltrepassa i limiti della nostra vista e il
nostro intelletto abbraccia solo lo spazio che può misurare». (p.211)
- Il metodo: l’osservazione diretta e l’apprendimento per scoperta
«Abituate il vostro allievo a osservare con attenzione i fenomeni della natura e
ben presto lo avrete reso curioso, ma, per alimentare questa sua curiosità, non
affrettatevi mai a soddisfarla. Nulla egli sappia per averlo udito da voi ma solo
per averlo compreso da sé: non impari la scienza, la scopra». (p.212)
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La pratica didattica. Critica ai metodi tradizionali e astratti
- La realtà come strumento didattico
«Volete insegnare a questo fanciullo la geografia? Non andate a prendere
carte, mappamondi, planisferi. Perché tutti questi artificiosi strumenti,
tutte queste riproduzioni? Cominciate col mostrargli direttamente la realtà,
affinché sappia almeno di che cosa gli parlate». (p.212)
- La critica alla retorica «Non tenete al fanciullo discorsi che non può capire. Bando alle descrizioni,
all’eloquenza, alle belle immagini, alla poesia! Non è per ora il caso di fare
appello al sentimento né al gusto. Continuate a essere chiari, semplici,
freddi: anche troppo presto verrà il tempo di ricorrere a un altro
linguaggio». (p.213)
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La pratica didattica Il metodo moderno
- La gradualità nel processo di apprendimento
- Learning by inquiry
«Vi basti presentare gli oggetti al momento giusto; quando poi lovedrete tutto assorto nella sua curiosità, ponetegli qualche brevequesito che lo avvii alla soluzione». (p. 213)
- L’attenzione ai tempi di apprendimento«Poiché apprendiamo solo idee fondate sull’evidenza dei sensi e
procediamo sempre lentamente, sostando a lungo su ognuna per ben
assimilarla, [...] non sarà breve il cammino». (p.214)
- Metodo analitico o metodo sintetico?Entrambi (p.216)
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La pratica didattica Il metodo moderno
La costruzione diretta degli strumenti
«(Emilio)costruisca da sé la carta geografica di questa porzione di
terra, carta semplicissima, su cui registra dapprima due soli luoghi,
aggiungendo a poco a poco gli altri elementi, man mano che riesce a
conoscerne o a stimarne la distanza e la posizione». (p.216)
L’apprendimento come metodo, non erudizione
«Se invece guardate alla scienza come fine a se stessa, entrate in un
pelago senza fondo, senza sponde, irto di scogli, da cui non uscirete
più». (p. 217)
«Del resto, non occorre che conosca esattamente la topografia del
paese, bensì che sappia come si fa ad apprenderla». (p.216)
«Non importa insegnargli le scienze, ma il gusto di coltivarle e i
metodi per apprenderle [...]. E’ questo senza dubbio un principio
fondamentale in ogni buona educazione». (p.217)
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Geografia e astronomia
La valutazione: valorizzazione dell’errore educazione negativa
«Non correggere gli errori ma attendere in silenzio che sia in grado di
vederli e correggerli da sé; tutt’al più, se l’occasione è favorevole,
avviate qualche esperienza che lo costringa ad accorgersene. Se non
sbagliasse mai, non imparerebbe bene». (p.216)
Sorvegliare l’insorgere della vanità (racconto dell’anatra alla fiera). «O
giovane maestro, sorveglia attentamente l’apparire di questo primo
impulso: se saprai farne scaturire così l’umiliazione, l’insuccesso, sii
certo che un secondo atto di vanità si farà aspettare a lungo. Che
complicata messa in scena! Dirai. Ne convengo, e tutto questo solo per
costruirci una bussola che sostituisca la meridiana». (p.222)
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Cognizioni di fisica
Esperienza
«Tutte le leggi della staticae dell’idrostatica si possonoscoprire con esperienzeelementari. Per nessuna diqueste voglio che si entri inun gabinetto di fisicasperimentale: tuttoquell’apparato di strumentie congegni non mi va agenio. La veste scientificadi cui si ammanta, uccide lascienza». (p.224)
Verifica strumentale
«Dobbiamo essere noistessi a costruirci lenostre macchine e nonvoglio che lo strumentosia costruito primadell’esperienza; solodopo aver intravistol’esperienza come percaso, inventeremo pianpiano lo strumento chedeve verificarla». (p.224)
Astrazione
«Le nozioni cheapprendiamo così da noistessi sono molto più chiaree più solide di quelle trattedall’insegnamento altrui; enon solo evitiamo diabituare la nostra ragione asottomettersi servilmenteall’autorità, ma diventiamopiù ingegnosi nello scoprirerapporti, nel collegare idee,nell’inventare strumenti.Quando invece accettiamopassivamente dagli altritutto ciò, lasciamoimpigrire la nostra mentenell’indolenza». (p.225)
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Cognizioni di fisica
«Il maggior vantaggio di queste lente e laboriose ricerche è di mantenere il
corpo in attività anche durante gli esercizi teorici, di conservare scioltezza
alle membra, di addestrare senza posa le mani al lavoro [...]. Tutti quegli
strumenti inventati per guidarci nelle nostre esperienze e supplire
nell’imprecisione dei sensi, ce ne fanno trascurare l’esercizio [...]. Più sono
ingegnosi i nostri strumenti, più i nostri organi diventano grossolani e
maldestri: a furia di radunare strumenti intorno a noi, finiamo per non
trovarne più in noi stessi. Ma quando nel fabbricare questi strumenti
adoperiamo quella destrezza che ne faceva le veci, guadagniamo senza nulla
perdere, aggiungiamo l’arte alla natura, diventiamo più ingegnosi e non ci
priviamo dell’acquisita prontezza dei riflessi. Se invece di inchiodare il
fanciullo sui libri lo facciamo lavorare in officina, l’attività delle mani
gioverà alla sua mente: diverrà filosofo credendo di essere soltanto operaio».
(pag.225)
R.Teoretica R.TecnicaSviluppo
fisicoQuale
obiettivo?
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Cognizioni di fisica
Utile
• «E’ sciocco esigere che si applichino a qualche cosa dicendo vagamenteche è per il loro bene, senza che sappiano che cosa questo bene sia, eassicurarli che ne trarranno profitto da grandi, quando ancora nonhanno alcun interesse per questo presunto profitto, che non possonoassolutamente capire [...]. Per fornirlo di qualche vano strumento, dicui forse non dovrà mai servirsi, lo private di quello che è piùuniversale per l’uomo: il buon senso; lo abituate a lasciarsi sempreguidare, ad essere un automa nelle mani altrui. Volete che sia docileda piccolo? E’ come volerlo credulo e sempliciotto da grande».(pp.227/228)
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A che serve ciò? •«I nostri veri maestri sono l’esperienza e il sentimento, e
mai l’uomo sente così bene che cosa gli convenga come nellecircostanze che egli stesso ha vissute. [...] Intorno a quelleidee che non sono alla sua portata deve restare nella piùassoluta ignoranza». (p.228)
Partire dall’esperienza
•«Sarà questa ormai la parola sacra, [...] la replicainfallibile a tutti i suoi quesiti. Non voler nulla sapere senon ciò che è utile. Colui che l’ha appresa interroga allamaniera di Socrate, non pone mai un quesito senza darneragione, quella ragione di cui sa che l’interrogato glichiederà conto prima di rispondere». (p.229)
«A che serve ciò?»
•«Se alla sua domanda addurrete una sola ragione che nonsia in grado d’intendere [...], cesserà di avere fiducia in voie tutto sarà perduto. [...] Quando non potete fornirgliintorno a ciò che dite uno schiarimento adatto per lui, nongliene fornite affatto. Ditegli senza scrupoli: non ho alcunabuona risposta da darti; avevo torto, lasciamo andare».(pp.229/230)
Ragioni adatte all’età
•«Ricordate che ben di rado è compito vostro proporgli ciòche deve apprendere: tocca a lui desiderarlo, cercarlo,trovarlo. [...] Ne consegue che i vostri quesiti debbonoessere poco frequenti ma scelti bene; e poiché i suoi sarannomolto più numerosi, vi troverete meno esposti e più spessoin condizione di dirgli: «A che serve sapere ciò che michiedi?». (p.230)
Lavorare sulle motivazioni
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I libri - Robinson CrusoeDisinteresse per l’educazione letteraria
«Odio i libri, insegnano solo a parlare di quello chenon si sa»
Unica lettura praticata: Robinson Crusoe
«Dal momento che abbiamo assolutamente bisogno dilibri, uno ne esiste che costituisce, a parer mio, il piùfelice trattato di educazione naturale. Questo librosarà il primo che Emilio leggerà; per lungo tempoformerà da solo tutta la sua biblioteca e sempre vioccuperà un posto di rilievo. Sarà il testo per ilquale tutte le nostre conversazioni sulle scienzenaturali non serviranno che di commento. Sarà lapietra di paragone, per misurare la nostra capacitàdi giudizio; e finché il nostro gusto non verràdeformato, la sua lettura ci piacerà sempre. Qual èdunque questo meraviglioso Libro libro? E’Aristotele? E’ Plinio? E’ Buffon? No: è RobinsonCrusoe». (p.237)
InterdisciplinaritàAutonomia
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Arti e mestieri
Le arti naturali possono essere esercitate da individuiisolati, le arti industriali richiedono attività collaborativa.
Introduzione ai rapporti sociali.A. L’ingresso nel mondo «Ma quando la concatenazione delle conoscenze vi
costringe a mostrargli la reciproca dipendenza degli uomini, anziché
presentargliela dal punto di vista morale, attirate dapprima tutta la sua
attenzione verso l’industria e le arti meccaniche, che rendono gli uomini utili gli
uni agli altri. [...] Conducetelo a visitare fabbriche e opifici sempre esigendo
che di ogni lavoro a cui assiste faccia esperienza con le proprie mani e che non
si allontani da quei luoghi senza sapere perfettamente la ragione di tutte le
attività che vi si svolgono. A tale scopo, lavorate voi stessi, dategli ovunque
l’esempio: perché diventi mastro, recitate ovunque la parte dell’apprendista e
state certi che un’ora di lavoro gli insegnerà più cose di quante ne terrebbe a
mente dopo una giornata di spiegazioni teoriche». (p.239)
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Arti e mestieri
B. La valutazione dei ruoli sociali. Come si valuta un mestiere?
- Sulla base dell’utilità generale (3)
Misurare il valore dei beni sulla base della loro utilità, non del loro prezzo. «UnEmilio che pensa di fornire del necessario la propria isola [...] farà molto piùconto della bottega di un fabbro che tutte le scarabattole di Saido». (p.240)
- In base al grado di autonomia e indipendenza (4)
Agricoltura
Lavorazione del ferro
Lavorazione del legno
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Oggetto della disciplina
.
Formazione
economica
• Industria (concetto di)
• Commercio (concetto di)
• Finanza (concetto di)
• .mediante esempi tratti dastoria naturale, arti e scienze.
Formazione
politica
• Diritto di proprietà (scambio – misura– concetto di uguaglianza – dirittopositivo – diritto di proprietà)
Formazione finanziaria
«Limitatevi a
queste nozioni
fondamentali,
senza addentrarvi
nella spiegazione
degli effetti
morali del sistema
monetario.
In ogni campo
importa far
conoscere bene gli
usi correnti,
prima di
mostrarne i lati
negativi». (p.246)
Industria, commercio, circolazione monetaria
• Moneta come vincolo della società;conio.
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Industria, commercio, circolazione
monetaria
Finalità trasversali dell’insegnamento
1.La singolarità di ciascuno«I miei esempi, buoni forse per un ragazzo, saranno poco utili per mille
altri, ma chi ne abbia compreso lo spirito, saprà certo adeguarli al
bisogno. La scelta è determinata dallo studio dell’indole di ciascun
allievo e tale studio dipende dalle occasioni che gli offriamo per
manifestarla». (p.249)
2.L’orientamento … ad un progetto di vita«Nessuno penserà che nello spazio di tre o quattro anni [...] ci sia
possibile dare al fanciullo, anche al più felicemente dotato, un’idea di
tutte le arti e le scienze naturali sufficiente perché possa impararle un
giorno da sé. Ma mostrandogli tutte le cose che per lui è importante
conoscere, lo mettiamo in grado di sviluppare il suo gusto, il suo
talento, di fare i primi passi nella direzione in cui la sua indole lo
sospinge e di indicarci così la strada che dobbiamo aprirgli per
secondare la natura». (pag. 249)
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La divisione del lavoro e lo scambio socialecome fondamento del vivere comune
«Emilio comprende come, per avere strumenti utili a lui,gliene occorrano anche di utili agli altri, onde ottenere incambio le cose che gli sono necessarie e che si trovano nellemani altrui». (p.251)
Il rango non conta«Non vedete che, mirando a formarlo unicamente per uncerto rango, lo rendete inutile per ogni altro e, se lafortuna vorrà, sarete riusciti soltanto a renderloinfelice?». (p.252)
Vita di relazione
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Vita di relazione
- Lo sviluppo del … locus of control interno«Voi avete fiducia nell’ordine attuale della società, senza pensare che quest’ordine
è soggetto a rivoluzioni inevitabili e che vi è impossibile prevedere e prevenire
quella che potrebbe travolgere i vostri figli. Il grande diventa umile, il ricco diventa
povero, il monarca diventa suddito: così rari giudicate i colpi della sorte, da poter
contare di andarne esenti? [...] Felice colui che saprà allora abbandonare la
condizione di vita da cui è abbandonato e restare uomo a dispetto della mala sorte!
[...] Colui che la perde e sa farne a meno vale più della sua corona». (p.252)
- Il concetto di lavoro come dovere sociale«Fuor della società, l’uomo isolato, nulla dovendo ad alcuno, ha diritto di vivere
come più gli piace; ma nella società, dove necessariamente vive a spese degli altri,
deve ad essi sotto forma di lavoro il prezzo del suo mantenimento: è una regola che
non ammette eccezioni: lavorare è dunque un dovere indispensabile per l’uomo
sociale». (p.254)
«Ora, tra tutte le attività che possono assicurare la sussistenza di un uomo, quella
che più lo avvicina allo stato naturale è il lavoro delle mani: tra tutte le condizioni,
la più indipendente dalla fortuna e dagli uomini è quella dell’artigiano». (p.254)
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Industria, commercio,
circolazione monetaria
- Lo sviluppo dell’autonomia e dell’indipendenza
«Ora, tra tutte le attività che possono assicurare la sussistenza di un uomo,quella che più lo avvicina allo stato naturale è il lavoro delle mani: tra tuttele condizioni, la più indipendente dalla fortuna e dagli uomini è quelladell’artigiano. L’artigiano dipende solo dal suo lavoro, ed è libero, tantolibero quanto l’agricoltore è schiavo, perché questi è soggetto al suo campo,il cui raccolto è a discrezione di altri. Il nemico, il principe, un vicinopotente, un processo, possono portarglielo via; per questo suo campo puòessere vittima di mille vessazioni; all’artigiano invece, ovunque si vogliasottoporlo a soprusi, non costa fatica fare fagotto: si porta con sé le suebraccia e se ne va». (p.254)
«La lettera uccide e lo spirito vivifica. [...] Ricordati che non esigo da teuno speciale talento, bensì un mestiere, un’arte puramente meccanica, incui le mani lavorano più della testa e che non conduca alla ricchezza maconsente di farne a meno». (p.255)
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Quale mestiere per Emilio?
Il falegnameChi sceglie? La scelta spetta esclusivamente ad Emilio.
«Non spetta a noi fare la scelta ma a lui». (p.258)
Quale mestiere per Emilio?
Quale formazione?
Titolo di studio?
«Non vorrei uno di quei mestieri insignificanti per cui gli operai, senzaalcuna abilità e quasi ridotti ad automi, adoperano soltanto le mani in unlavoro sempre eguale, come accade ai tessitori, ai calzettai, aitagliapietre: a che scopo impiegare in queste attività un uomo sveglio dimente? E’ una macchina che ne fa andare un’altra». (p.262)
In apprendistato, a bottega
«Non si dica che sa ma impari in silenzio, faccia le sue prove
senza mai passare maestro d’arte, e non il suo titolo lo dimostri
operaio ma il suo lavoro». (p.64)
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Capacità di giudizio
Sensazioni Giudizio passivo.
Idee
Intelligenza
Verità
Capacità di giudizio
Giudizio attivo
Attitudine a collegare idee, istituire confronti e trovare
rapporti
«Non si dica che sa ma impari in silenzio, faccia le sue
prove senza mai passare maestro d’arte, e non il suo titolo
lo dimostri operaio ma il suo lavoro». (p.264)
Formare giudizi in autonomia, senza affidarsi a fonti e
autorità esterni
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Uno sguardo retrospettivo
Emilio alla fine della terza infanzia
- ha fatto i primi passi sulla via della scienza, ma ilprecettore non gli ha permesso di andare troppo lontano;
- costretto ad imparare da sé, fa uso della propria ragione enon di quella degli altri, capisce «a che scopo» fa ciò che fae “perché” crede ciò che crede;
- possiede poche cognizioni, ma quelle che ha sonoveramente sue e non c’è nulla che sappia a metà;
- ha uno spirito universale per la facoltà di acquisirecognizioni, aperto, intelligente, preparato a tutto,istruibile;
- è un ragazzo laborioso, temperante, paziente, costante,pieno di coraggio.