Unità 2 Sociologia economica. A.R. Hochschild. Le catene assistenziali globali ed il plusvalore...

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Unità 2Sociologia economica

A.R. Hochschild.Le catene assistenziali globali ed il plusvalore emotivo

• Connettività/disconnettività del capitalismo globale: riguarda solo i flussi finanziari e le comunicazioni? Come viene cambiata la vita delle persone?

• Rachel Parennas “The Global Servants”

• La globalizzazione della maternità

• Catene assistenziali globali: legami fra persone in tutto il mondo basate sul lavoro di assistenza, pagato o meno

• P.es. servizio di cura a LA, soldi mandati nella Filippine

Che tipo di legami?

• Catene hanno inizio in paesi poveri e si concludono in paesi ricchi, oppure in aree diverse nello stesso pese

• Numeri variabili di legami, di forza delle connessioni e di oggetto della catena (persona curata o curante).

• P.es.• 1) figlia maggiore cresce figli• 2) madre si occupa dei figli di madre emigrata• 3) madre emigrata cura figli in paese diverso

Che tipo di percezione ed effetti?

• Emigrazione internazionale fenomeno crescente. Prospettiva di “genere” e globale: non solo un anello della catena.

• Viviamo globalmente ma sentiamo localmente:• Come comprendere l’effetto della globalizzazione sulla

cura/assistenza? Cosa proviamo? Quali effetti?

• Donne e bambini: categorie fragili (terzo mondo), limitate al binomio lavoro-famiglia

La dislocazione affettiva

• Quali legami transnazionali tra bambini, donne e uomini?

• Prospettiva globale: dislocazione affettiva

• 1) mercificazione

• 2) mobilità

• 3) distribuzione delle risorse

Motivazioni

• Perché la donna emigra?

• A) denaro. Potente incentivo (push & pull)

• B) sicurezza. Assicurazione contro la globalizzazione

• Ma….non ci sono solo motivazioni economiche. Si sviluppano legami affettivi di cura e assistenza

• “Alter ego ipotetico” come attore di “famiglie transnazionali”

Transfert e feticizzazione

• Disugualianza non solo economica ma anche affettiva/assistenziale

• Teorie plus-valore (Marx) non limitata alla sfera pubblica, lavoratori degli strati più bassi espropriati dal plusvalore affettivo.

• Dislocazione affettiva: transfert e feticizzazione (Freud). Il primo del lavoratore e il secondo del datore di lavoro.

Tipologie di lavoratori

• Catene di plus-valore assistenziale creano tre tipologie di lavoratori globali:

• 1) curatori figli degli emigrati• 2) curatori dei figli dei curatori• 3) curatori dei figli “stanziali”

• Pluralità di oggetti di cura (molti bambini o anziani)

• Paradigma neo-liberista: riduzione tempi di cura e burocratizzazione. Assistenza sanitaria ma non sociale/domiciliare. Servizio “umano”.

Gerarchie razziali

• Negli USA paradigma razziale dell’assistenza: mammies nere per figli bianchi a sud-est, asiatiche all’ovest e latine a sud-ovest

• Spostamento verso il basso nella gerarchia razziale del ruolo sociale di “mamma” che a sua volta deve assumere una “mamma/moglie”

• Oggi dinamica transnazionale

Divisione del lavoro transnazionale

• Costi psicologici, sofferenza… e non si tratta di un fenomeno marginale

• inoltre… emigrano le classi più abbienti, che colgono le opportunità di arricchimento e sicurezza

• Parrenas: “divisione del lavoro transnazionale data dal sistema capitalistico globale e dal sistema patriarcale dei paesi di partenza e arrivo”

.. Gli uomini?

• E gli uomini?

• Emigrano anche loro o rimangono ad occuparsi dei figli

• Spesso causa dell’emigrazione femminile: violenza domestica, repressione, abbandono..

Lavoro femminile

• Ad offerta di madri surrogate corrisponde domanda nel Primo Mondo:

• Aumentano le donne lavoratrici e aumentano le ore di lavoro, spesso senza aumentno corrispettivo dei salari o mutamento paradigma di “carriera” maschile.

• Rischio “poverty trap” e necessità di supporto esterno per anziani e figli

Beneficiari ultimi

• Persistenza del modello preindustriale di famiglia: istituzione flessibile di garanzia, cura e protezione ma ostativa al luogo di lavoro (separazione casa-ufficio)

• Affettività trasferita all’ufficio (grande famiglia surrogata). Donne devono fare madri e mogli in ufficio.

• Beneficiari delle catene assistenziali globali? Spesso grandi multinazionali con forte cultura del lavoro, ed in particolare dirigenti di azienda.

primordialismo

• Come interpretare e valutare catene assistenziali globali?

• 1) primordialismo

• Cura esclusiva membri della propri famiglia. Anti-globale. Mogli e madri a casa propria. Contrario a dislocazioni affettive e affetti surrogati.

Modernismo ottimista

• 2) Modernismo ottimista

• Globalizzazione acriticamente buona. Mercificazione liberista inevitabile e catene risultato di incontro tra domanda e offerta. Si dimentica della disuguaglianza

Modernismo critico

• 3) Modernismo critico.

• Senso globale dell’etica. Chi si occupa di chi resta a casa? Problema delle disparità e disuguaglianze nel trattamento. Le bambinaie che sanno prendersi cura dei bambini vengono sottratte ai loro figli.

Soluzioni?

• Soluzioni? Ridurre incentivi all’emigrazione, specie femminile, migliorando le condizioni socio-economiche dei paesi di partenza

• Problema: è lo sviluppo a causare l’emigrazione, non il sotto-sviluppo (Douglas Massey)

• Flusso di capitali, merci, informazioni aumenta libertà e rischi. Necessità di diversificare la vita e assicurarsi contro gli scenari negativi (povertà, svalutazione, guerra, disoccupazione…) o di cogliere quelli positivi (rimesse, investire nel proprio paese…)

Altre soluzioni?

• Inoltre.. Emigrazione maschile da opportunità al lavoro femminile e spinge all’emancipazione, che a sua volta incoraggia l’emigrazione femminile.

• Altre soluzioni? Formazione e centri di accoglienza locali nei loro paesi. Politiche migratorie che riguardino anche I figli. Incoraggiare ritorno a casa, anche ad intervalli

• Ma soprattutto: accrescere il valore del lavoro di assistenza e riconoscere il plus-valore emotivo (anche in altri campo, p.es. Insegnamento)

Deprezzamento globale

• Globalizzazione peggiora il valore dell’assistenza a bambini e anziani, che già era di secondo ordine

• Ma nell’economia nazionale, la cura della famiglia da parte della moglie/mamma confermava l’appartenenza alla classe media. Oggi, perdita di dignità e stigma sociale

• Da “Happy Days” a “Desperate Housewives”

Scambi al ribasso

• Agire sulle politiche culturali che stanno alla base dello scambio al ribasso sul mercato globale

• Simile al declino del valore delle colture alimenti di base rispetto a merci raffinate. P.es caffè o minerali… che confinano paesi del Sud del Mondo in basso nella scala sociale globale.

Conclusioni

• Conclusione: società meno patriarcale e progradita si basa sul lavoro femminile. Necessità di servirsi di cure professionali di assistenza a bambini ed anziani.

• Tuttavia, anelli deboli delle catene transnazionali non vanno trascurati ed emancipazione locale ha costi affettivi globali.

• Tutto ciò che è personale ha una dimensione globale.

Vivere la propria vita in modo frenetico (U. Beck)

• Vivere la propria vita: forza che muove gli abitanti di un paese.

• Prospettiva di una vita propria: proprio denaro, proprio spazio

• Come si spiega? Aspettative gonfiate dell’individuo, brama di esperienze nuove, ridotta preparazione ad obbedire a ordini, ai sacrifici

Domande e risposte

• Nuove serie di domande più che risposte: ogni tipo di coesione sociale deve partire dalla “febbre dell’ego”, dall’impulso alla creazione di un’identità individuale

• Il rilievo di una vita propria in un mondo frenetico in quindici punti

I quindici punti

• 1) Vivere una vita propria è possibile in una società altamente differenziata

• Integrazione parziale delle persone che peregrinano tra diversi mondi funzionali: frammentazione, somma di istantanee, disintegrazione dell’unità di personalità. Pro e contro

• 2)Vita propria è standardizzata.

• Lo stato nazione crea il paradosso dell’individualizzazione istituzionale. I singoli devono organizzare la propria vita secondo regole e sanzioni. Essere scenografi della propria biografia: sempre attivi e selettivi

I quindici punti

• 3) Vita completamente dipendente dalle istituzioni. Linee guida obbligano gli individui a gestire la propria vita, diversamente dalle tradizioni che spesso regolavano l’inattività (p.es matrimonio, lavoro, ecc..)

• 4) biografie d’elezione sono biografie “fai da te”. Possibilità del fallimento, che una biografia scivoli o crolli…

I quindici punti

• 5) Vita condannata all’attività struttura il fallimento come fatto personale e non come esperienza di classe, etnia.. Atribuzione culturale della responsabilità individuale

• 6) Problemi sociali diventano problemi psicologici: ansia, stress, depressione… e anche sfoghi di violenza contro vittime transizionali: stranieri, rivali sportivi. Nella forma narrativa individualistica non c’è spazio per destino o cause esterne

I quindici punti

• 7) Vita vissuta in un mondo globale. Globalizzazione della biografia (transnazionale, multilocale), ovvero vita di viaggio reale o metaforico. Da monogamia a poligamia topica: legame con diversi luoghi contemporaneamente. Necessità di tradurre biografie per se e per gli altri. Il quadro dello stato nazionale è troppo piccolo e troppo grande

• 8) La vita della propria vita è de-tradizionalizzata. Tradizioni dipendono da decisioni individuali: costantemente ibridate, inventate, rinnovate. Identità individuale emerge come risultato di conflitti e coesistenze paradossali nella società del rischio. Ambito

pubblico non creasolidarietà, la conflittualità coesistenza.

I quindici punti

• 9) Vivere la propria vita è avere una vita sperimentale. Non esistono modelli storici e nessuno sa come possa andare a finire

• 10) Vita propria significa vita riflessiva. Richieste conflittuali nello spazio globale richiedono gestione attiva: coazione all’autorealizzazione per integrazione nei contesti globali. Le categorie sociali fissate a livello nazionale dalla società industriale diventano “categorie zombie” (famiglia, classe, etnia..) dipendenti dal rischio individuale

I quindici punti

• 11) Individualizzazione della vita è un fenomeno tardo-moderno. Ribaltamento tradizionale dei valori per cui individuo era fatto negativo, deviante e vigorosamente contrastato. Oggi individualità è non identità radicale, non può essere dedotta dal generale, dal collettivo.

• 12) Vita propria è “non identica”, culturalmente definita: libertà di differenziarsi nella parità

• 13) Vita propria implica democrazia radicalizzata ma non l’integrazione di identità contrastanti a livello politico (famiglia/emancipazione, maternità/lavoro, disciplina di partito/auto-organizzazione, ecc..) individuo istituzione più adatta alle sfide future.

I quindici punti

• 14) Declino dei valori può essere positivo. Vita propria non è subordinata ad ordini collettivi (p.es. Progresso). Individualismo cooperativo, vivere socialmente da soli. Connessione interna di contraddizioni.

• 15) Vita propria porta a sub-politicizzazione della società e depoliticizzazione della sfera politica nazionale. Si fa appello agli individui ma si limita la loro azione attraverso la rappresentatività. Nuove forme di democratizzazione culturale non si traduce in attivazione politica.

I quindici punti

• Vivere la propria vita in modo frenetico: impegno e disimpegno. Spazi conflittuali individualizzati, transnazionali e in reciproca opposizione.

• Esempi?