Post on 31-May-2015
description
Gregorio Marchi - #744780 - TTC
Un’Analisi di Contenuto dei Paginoni Centrali di
Playboy dal 1990 al 2008:
Cambiamenti nel Contenuto Sessuale Esplicito,
Oggettivazione ed Età delle Modelle
Abstract
Questo studio riprende e continua il lavoro svolto da Bogaert, Turkovich e Hafer (1993) dove è stato
terminato. Le 226 modelle riprese nei paginoni centrali di Playboy dal 1990 al 2008 sono state valutate
per quanto riguarda l’esplicitezza sessuale, oggettivazione ed età. Non sono stati notati particolari
cambiamenti nel periodo preso in esame, tranne che per l’oggettivazione, che migliora da una situazione
comunque bassa. L’età media delle modelle è di 23,2 anni e non si rilevano andamenti. I risultati sono
discussi in relazione a quelli della ricerca precedente.
Introduzione
L’argomento principe del corso in Psicologia delle Influenze Sociali è stata la
rappresentazione del corpo femminile nei media e i suoi effetti. Sono intervenuti
numerosi ospiti di ambo i sessi per presentare a noi studenti storie, dati e immagini sulla
Donna. Ognuno di loro ci ha raccontato le vicende secondo punti di vista e tagli diversi.
Ico Gasparri ci ha esposto come ha maturato il suo pensiero sulla malarappresentazione
della donna e le conseguenze sulla società raccontandoci di come ha girato per Milano
negli anni con una macchina fotografica al collo. Elena Tebano ci ha fatto conoscere i
mezzi con cui una storia diventa invisibile (al riguardo del lesbismo in Italia) e i mezzi
con cui delle persone appassionate possono ritirarla a galla. Susanna Ripamonti ci ha
raccontato la difficile duplice condizione di essere donna e carcerata in Italia. Donatella
Martini ci ha mostrato una panoramica sulla situazione e le dinamiche della
rappresentanza femminile nella politica. Valeria Palumbo ci ha “recitato”
un’appassionante carrellata sulla situazione nel Maghreb e nel “medio oriente” e le
diverse opportunità e speranze del “femminismo velato”.
Durante una lezione in cui si discuteva dell’incontro con Gasparri e degli argomenti lì
emersi mi venne in mente un articolo scientifico che lessi tempo fa al riguardo. Dato
l’interesse personale per le tematiche emerse (oggettivazione, sguardo oggettivante,
percezione modifica della percezione del sé) mi venne l’idea di portare avanti il lavoro
pratico interrotto dagli autori.
Premesse teoriche e concetti di base
Oggettivazione e oggettivazione sessuale
Le definizioni per i concetti di oggettivazione e oggettivazione sessuale sono lineari. Per
Sandra Bartky (1990) una donna è oggettivata quando le sue parti/funzioni peculiari sono
separate da essa, ovvero ella è ridotta ad un mero strumento. Scambiando le parti della
frase si ottiene anche un’altra definizione: si ha oggettivazione sessuale quando la donna è
rappresentata da una sua parte o funzione.
Catharine MacKinnon (1989) dice “le donne vivono nell’oggettivazione come i pesci
nell’acqua”, intendendo che per la donna l’oggettivazione oramai è talmente radicata da
sembrare ovvia, scontata, naturale. Riguardo alla pornografia, ella ne da una condanna
senza mezzi termini, definendola insieme ad Andrea Dworkin come “la subordinazione
visuale sessualmente esplicita della donna attraverso parole e figure(…)”. Inoltre il
rapporto fra rappresentazione e condizione femminili subordinate per le due studiose è
di tipo letteralmente causale, affermando “la pornografia contribuisce causalmente agli
atteggiamenti e comportamenti violenti e discriminatori che definiscono il trattamento e
lo status di metà della popolazione”.
Nel 1999 la filosofa Martha Nussbaum, approfondendo gli argomenti di MacKinnon,
enumera le sette dimensioni dell’oggettivazione:
1. Strumentalità.
Si “serve”, non si “è”.
2. Negazione dell’autonomia e dell’autodeterminazione.
Io decido ciò che tu puoi essere o non essere.
3. Inerzia.
L’attivazione per l’azione deve essere eteroposta.
4. Fungibilità.
L’essere interscambiabile con altri senza perdita di valore.
5. Violabilità.
Dato il fatto che non ci sono confini per giudicare l’integrità della persona, la si può fare a pezzi
senza troppe remore.
6. Proprietà da parte di terzi.
Si può essere venduti/scambiati.
7. Negazione della soggettività.
Non ci si interessa all’esperienza e all’emotività singolare.
Non serve la presenza contemporanea di tutti i criteri per aver luogo all’oggettivazione,
ne bastano anche pochi.
Sempre Nussbaum, in linea con MacKinnon ma in contrasto con alcune femministe,
condanna la pornografia come strumento e motore di oggettivazione della donna.
Percezione del sé rimodulata dall’introiezione di modelli alieni: l’auto-oggettivazione.
L’auto-oggettivazione è il fenomeno che prende forma quando una persona vede, misura
e tara le percezioni su se stessa con la prospettiva di un osservatore terzo. Questo stato di
persistente sorveglianza del proprio corpo è causa di stati emotivi negativi e deleteri, tra i
tanti poniamo ansia e vergogna.
Architettando un semplice quanto elegante e geniale paradigma, Barbara Fredrickson ha
eseguito qualche esperimento per misurare le dinamiche e gli effetti di questo fenomeno:
i soggetti, tutte ragazze divise in due campioni, devono svolgere un semplice compito
sperimentale dopo essersi cambiati d’abito con degli indumenti forniti dagli
sperimentatori. Dopo l’intervista sarebbe stato loro servito del cibo. L’inserimento
dell’auto-oggettivazione in questo esperimento si ha nella differenza delle condizioni
sperimentali. Ad un gruppo viene consegnato un “casto” maglione, all’altro viene
consegnato un bikini. L’autostima di questi ultimi si è rivelata ovviamente più bassa,
hanno mangiato di meno, in linea con quanto “comandato” dai modelli imperanti, che
vuole la donna magra e tonica.
Un secondo esperimento, le cui condizioni sperimentali furono leggermente modificate,
mise in luce un altro effetto importante dell’auto-oggettivazione. Questa volta i campioni
erano composti da soggetti di ambo i sessi, e il compito sperimentale consisteva nel
risolvere degli esercizi di matematica. Risultò che le persone in bikini davano una
peggiore performance. Gli studiosi spiegarono questo effetto come l’effetto distraente
dell’auto-oggettivazione; in altre parole le risorse cognitive dei soggetti seminudi erano
distratte dai compiti matematici al pensare al proprio corpo. Questo effetto era maggiore
per i soggetti femminili, con un’incidenza comunque significativa anche per la
controparte maschile.
Un’altra illuminante quanto desolante ricerca fu svolta da Anne Becker (2004). Lo studio
riguardava gli effetti dei mass media sulla modifica della percezione del proprio corpo, in
altre parole l’introiezione di modelli alieni. L’autrice ha avuto modo di condurre il suo
studio in un contesto particolare: le isole Fiji. Le donne di queste isole ai nostri occhi
appaiono robuste e dalle forme generose. Fino a qualche anno fa la frase “hai preso
peso!” era un complimento sincero e positivo da rivolgere a una persona. Negli anni ’90
però, gli abitanti dell’isola connobbero la televisione, in particolare la televisione
americana. Becker, già dopo soli tre anni di esposizione ai modelli “rigurgitati” dai
televisori, rilevo un aumento quasi esponenziale della presenza di persone, in particolare
donne, che avevano sviluppato disturbi alimentari. Un altro effetto negativo che la tv ha
portato con sé, per l’autrice, è stato l’abituare gli abitanti dell’isola a determinati
stereotipi, come diretta conseguenza al bombardamento massiccio di immagini
oggettivanti.
Inquadramento dell’articolo su cui la nostra ricerca si basa.
Lo studio di Bogaert, Turkovich e Hafer si svolge agli inizi degli anni ’90, per venire poi
pubblicato nel 1993. Gli autori svolgono il loro lavoro con la motivazione di voler
cambiare i metri di giudizio sui media a contenuto sessuale. Molti studi precedenti si
concentrano sulla quantità e la qualità della violenza verso la donna presente in questo
tipo di materiale. Si sente quindi la necessità, per gli autori, di ampliare lo sguardo e di
concentrarsi sugli aspetti fondamentali di questi media. Il primo aspetto fondamentale,
quello definitorio, riguarda la misurazione della dimensione dell’esplicitezza dei
contenuti, riportando alcuni andamenti e spiegazioni riguardo questo fenomeno negli
USA dei decenni precedenti allo studio. Il secondo aspetto fondamentale riguarda
l’oggettivazione della donna, sia istanziata nelle immagini delle modelle, sia
nell’immaginario collettivo. Un terzo aspetto studiato riguarda l’età delle modelle, il suo
andamento nel tempo e delle considerazioni riguardo la relazione con i cosiddetti canoni
di bellezza.
Metodo
Materiali
La rivista Playboy è stata scelta nello studio originale poiché è la rivista a contenuto
sessuale in circolazione da più tempo negli Stati Uniti (dal 1953) e il volume di vendita è
stato, mediamente, superiore a quello di riviste simili. Gli autori originali fanno inoltre
notare che in un paio di occasioni la tiratura superò addirittura quella del Time. (ABC
Audit Report, 1983; Editorial comes first, 1992).
Le foto visionate per il presente studio sono state recuperate in formato digitale tramite i
circuiti P2P, mentre le date di nascita delle modelle sono state recuperate su Wikipedia.
Una veloce verifica nei database ufficiali ha confermato la validità dei materiali ritrovati.
Valutatori
La valutazione è stata condotta dall’autore della presente tesina. Per la natura della
consegna, non è stato ritenuto necessario l’assunzione di altri valutatori per
eventualmente mediare le valutazioni finali da più punti di vista.
Procedura
L’analisi di contenuto si è limitata alle versioni digitali dei cosiddetti “paginoni centrali”.
Essi consistono, nella quasi totalità dei casi, in una foto grande come tre pagine normali
raffiguranti la modella del mese, detta Playmate of the Month.
Gli autori giustificano la scelta di analizzare solo questa porzione della rivista per i
seguenti vantaggi:
• Il formato del “paginone centrale” è sempre stato costante. Per ciò utilizzarlo per
la ricerca ha ridotto i bias valutativi per un eventuale cambio di formato.
• Solitamente il “paginone centrale” riporta delle informazioni base sulla modella.
Nel nostro caso non è stato così, ma è bastata una veloce ricerca incrociata per
ricavare i dati necessari per il calcolo dell’età delle modelle.
• Il “paginone centrale” è sempre stato il punto di forza della rivista, spesso veniva
staccato per essere usato come poster, da qui la sua potenzialità d’impatto su una
massa importante di lettori.
Schema di valutazione
L’età delle modelle è stata calcolata sottraendo al mese d’apparizione la data di nascita.
Queste ultime sono state trovate in rete. Per questo si ha un errore di ±1 mese sugli anni
così calcolati, comunque trascurabile. Per esempio sul calcolo dell’età di una diciottenne
l’errore di un mese impatterebbe dello 0,46%. Per ovvi motivi di rapporto numerico tale
errore decresce con l’aumentare degli anni della modella.
Seguendo le procedure originarie ho registrato anche l’etnia (Bianca, Nera e Asiatica) e il
colore dei capelli (Biondo, Castano, Nero e Rosso).
L’esplicitezza sessuale è stata valutata con sette scale a tre misure riguardanti la nudità di
alcune parti o la posizione del corpo. Le scale sono: esplicitezza di seno, natiche, pelo
pubico e genitali; la posizione del corpo, la posa delle mani rispetto al corpo e il grado di
apertura delle gambe.
L’oggettivazione è stata valutata con tre scale a tre misure. Le scale sono: visibilità degli
occhi, visibilità del viso e posa del corpo.
Le tabelle con i gradi dei criteri di valutazione e le relative percentuali si trovano in
appendice.
Risultati
In totale sono state valutate le modelle raffigurate su 226 foto. L’età media delle modelle
è di 23,2 anni (st.dev.=2,85). Le modelle di etnicità non bianca sono 13 (di cui 12
afroamericane e 1 asiatica). Il colore dei capelli più diffuso è il biondo (54, 87%), seguito
dal castano (26,99%), dal nero (11,95%) e dal rosso (5,31%). Queste ultime caratteristiche
non sono correlate a esplicitezza e oggettivazione, quindi non sono state oggetto di
ulteriori analisi.
Tutte le foto ritraggono una modella presa da un’angolazione. Ci sono alcuni casi degni
di nota che riportiamo per completezza: in due casi appaiono delle modelle gemelle, in
un caso le gemelle sono tre, in cinque casi le modelle appaiono con uno specchio, con la
potenzialità quindi di “raddoppiare” l’immagine della modella, aumentandone
inevitabilmente le valutazioni per quanto riguarda il grado di esplicitezza totale
dell’immagine.
Validità delle valutazioni
Il valutatore delle immagini è stato lo stesso autore del presente scritto. In caso di dubbi
procedurali il sottoscritto si è rivolto alla docente, in caso di dubbi cromatici riguardanti il
colore dei capelli invece, il sottoscritto si è rivolto al giudizio di altre persone.
Esplicitezza e oggettivazione nel tempo
Seguendo le procedure dell’analisi originale, le variabili con cui sono state misurate
esplicitezza e oggettivazione sono state trasformate in punteggi z. I risultati standardizzati
sono stati sommati in misure aggregate di esplicitezza e oggettivazione. Questi risultati
sono stati poi sottoposti ad analisi di regressione per verificare eventuali andamenti.
Per il periodo preso in analisi non sono stati rilevati cambiamenti importanti alle due
macro-variabili prese in studio. Analizzando i singoli criteri non sono stati rilevati
particolari trend. Due aspetti sull’esplicitezza notati dagli autori dell’articolo originale si
possono ritrovare anche nei materiali del nostro studio. Primo: raramente i genitali sono
ripresi in maniera topica ed esplicita. L’esplicitezza delle foto deriva dal grado di
esplicitezza delle altre “parti erotiche” prese in esame. Secondo: anche nel materiale qui
analizzato si nota una “strategia d’equilibrio” ovvero se una parte diventa troppo esplicita
si mette di meno in mostra il resto, per esempio con capi di vestiario, ombre, pose
“coprenti” et cetera. Si giustifica il fatto con il fine di mantenere il valore medio di
esplicitezza non troppo elevato per mantenere lo stile softcore e della rivista.
I gradi di esplicitezza e oggettivazione non sono risultati correlati.
L’età media delle modelle è più alta (M = 23,2 st.dev.=2,85) di quella del periodo
analizzato nel lavoro precedente (M = 21,3). Non possiamo dire se in maniera
significativa data la mancanza di dati precisi nell’articolo originale, ma il nostro risultato è
in linea con l’andamento del decennio precedente, dove gli autori notano un
assestamento all’età rilevata dal nostro studio.
Abbiamo testato inoltre le relazioni fra età ed esplicitezza e fra età e oggettivazione
utilizzando correlazioni parziali, controllando la dimensione temporale. Nessuna delle
due relazioni è risultata significativa.
Un cambiamento lo possiamo notare per quanto riguarda l’oggettivazione, che migliora
da una situazione comunque positiva. Le modelle, nella loro interezza, erano già le
“regine” del paginone, non i loro singoli pezzi. Gli occhi sono quasi sempre
perfettamente visibili (si passa da un 82% dello studio precedente a un 98%), i visi pure
(da 90% a 96%). Le pose cambiano leggermente: si hanno meno pose frontali (da 71% a
65%), più laterali (da 19% a 27%) e meno posteriori (da 10% a 7,5%).
Si è notato, a partire dal 2001, l’apparizione di modelle totalmente depilate. L’andamento
rilevato tramite regressione lineare trova un coefficiente lineare r=0,714 (R2=0,51
sig=0,47).
0
2
4
6
8
10
90 92 94 96 98 00 02 04 06 08
ƒ
anno
frequenza modelle depilate per anno
presenza depilazione intima completa
Discussione
I nostri risultati non dimostrano cambiamenti significativi di alcuna variabile, tranne che
per l’oggettivazione.
Per quanto riguarda l’esplicitezza si può spiegare con un effetto soffitto, citato dagli altri
autori, sia per quanto riguarda la nudità sia per quanto riguarda i canoni softcore della
rivista.
Il livello di oggettivazione, in linea con lo studio precedente, risulta basso. Si fa notare
che nella misura di oggettivazione si contano solo quelle caratteristiche di forte de-
personalizzazione, ovvero la mancanza di viso. Altre caratteristiche come atteggiamenti
seduttivi o “maliziosi”, manipolazione di particolari oggetti (anche a chiara simbologia
fallica come mazze, sigari et cetera), l’utilizzo di particolari scenografie, situazioni o capi di
vestiario non sono stati misurati.
Le modelle sono tutte giovani, la distribuzione dell’età è asimmetrica verso sinistra (vedi
grafico successivo), con pochi outlier verso l’alto: solo tre modelle sono ultra-trentenni.
L’età minima è di 18 anni per ovvi motivi legali.
Questi fatti ci fanno sostenere la spesso citata, anche dagli autori del paper originale,
relazione fra giovinezza e attrattività fisica, specialmente nelle donne (vedi Buss(1989) e
Cunningham (1986)). Mazur (1986) suggerisce che le donne spesso sentano una
pressione da parte dei media di adattare il proprio fisico a quello correntemente di moda.
Data questa considerazione, i nostri risultati e quelli degli autori del precedente lavoro,
non è sorprendente il fatto che molte donne sentano anche una pressione a sembrare e
ad agire in maniera “giovanile”.
Fonti
Bibliografia primaria
• A. F. Bogaert, D. A. Turkovich, C. L. Hafer, (1993). “A Content Analysis of
"Playboy" Centrefolds from 1953 through 1990: Changes in Explicitness,
Objectification, and Model's Age.”, The Journal of Sex Research Vol. 30, No. 2, pp.
135-139.
Bibliografia secondaria
Pubblicazioni monografiche
• ABC audit report: Magazines. (1983). Schaumburg, IL, USA: Audit Bureau of
Circulations.
• S. Bartky, (1990). “ Femininity and Domination : Studies in the Phenomenology of
Oppression ”. New York, USA: Routledge.
• C. MacKinnon, (1989). “Toward A Feminist Theory of The State”. Cambridge,
Massachusetts, USA: Harvard.
• M. Nussbaum, (1999) “Sex and Social Justice”. Oxford, UK: Oxford University
Press.
Pubblicazioni scientifiche
• A. E. Becker, (2004). “Television, disordered eating, and young women in Fiji:
Negotiating body image and identity during rapid social change.”, Culture, Medicine
and Psychiatry, Vol. 28, n. 4, pp. 533-559.
• B. L. Fredrickson, (1998). “That swimsuit becomes you: Sex differences in self-
objectification, restrained eating, and math performance.”, Journal of Personality and
Social Psychology, Vol. 75, n. 1, pp.269-284.
• D. Buss, (1989). “Sex differences in human mate preferences: Evolutionary
hypotheses tested in 37 countries.”, Behavioral and Brain Sciences, Vol. 12, pp. 1-49.
• M. R. Cunningham, (1986). “Measuring the physical in physical attractiveness:
Quasi-experiments on the sociobiology of female facial beauty.”, Journal of
Personality and Social Psychology, Vol. 50, pp. 925-935.
• A. Mazur, (1986). “U.S. trends in feminine beauty and overadaptation.” The
Journal of Sex Research, Vol. 22, pp. 281-303.
Pubblicazioni non specializzate
• Editorial comes first. (1992, January 6). Advertising Age, 63, da copertina
frontale.
Sitografia
• Playboy Playmate 1990-1999 http://it.wikipedia.org/wiki/Playboy_Playmate_1990-1999 consultato il 10/05/2012
• Playboy Playmate 2000-2009 http://it.wikipedia.org/wiki/Playboy_Playmate_2000-2009 consultato il 10/05/2012
• Directory ufficiale Playmates http://www.playboy.com/girls/playmates/directory/ consultato il 10/05/2012
Appendice
Tabelle esaustive dei criteri di valutazione
CRITERIO Valore Valore Valore Valore Colore dei capelli Biondo Rosso Castano Nero
CRITERIO Valore Valore Valore
Etnicità Bianca Asiatica Nera
Grado Esplicitezza 1 2 3
Seno Coperto Parzialmente coperto Scoperto
Natiche Coperte Parzialmente coperte Scoperte
Pelo pubico Coperto Parzialmente coperto Scoperto
Genitali Coperti Parzialmente coperti Scoperti
Posizione del corpo In piedi Piegato Sdraiato
Posa della mano Libera Tocco sul corpo Tocco in punto erogeno
Apertura delle gambe Chiuse Parzialmente aperte Molto aperte
Grado Oggettivazione 1 2 3
Visibilità degli occhi Visibili Parzialmente visibili Non visibili
Visibilità del viso Visibile Parzialmente visibile Non visibile
Posa del corpo Frontale Laterale Posteriore
Tabelle percentuali
Etnicità Bianca Nera Asiatica
Percentuale 94,25% 5,31% 0,44%
Capelli Biondi Castani Neri Rossi
Percentuale 54,87% 26,99% 11,95% 5,31%
Grado Esplicitezza Non esplicita Parzialmente esplicita Esplicita
Seno 0,00% 11,50% 88,50%
Natiche 57,52% 29,65% 12,83%
Pelo pubico 14,16% 25,22% 60,62%
Genitali 76,11% 23,45% 0,44%
Posizione del corpo 64,60% 22,12% 13,27%
Posa delle mani 50,88% 44,25% 4,87%
Apertura delle gambe 67,26% 23,01% 9,73%
Grado Oggettivazione Visibile / posa frontale Parzialmente visibile
/ posa laterale Non visibile /posa posteriore
Chiarezza occhi 96,46% 3,54% 0,00%
Chiarezza viso 98,67% 1,33% 0,00%
Posa del corpo 65,04% 27,43% 7,52%