TOSCANA OGGI 19 giugno 2011 Liberi tra i liberi, ovvero pellegrini · 2011. 7. 21. · TOSCANA OGGI...

Post on 05-Oct-2020

1 views 0 download

Transcript of TOSCANA OGGI 19 giugno 2011 Liberi tra i liberi, ovvero pellegrini · 2011. 7. 21. · TOSCANA OGGI...

INVENTARIOTOSCANA OGGI19 giugno 201114

Liberi tra i liberi,ovvero pellegrini

ltopascio non ha tradito le attese: ancheil secondo forum, come quello di Aulla

dedicato alla messa in sicurezza del percorso,ha messo in evidenza tantissimi spuntiinteressanti sul tema proposto, quellodell’accoglienza e dell’ospitalità povera. Mauna ricchezza ulteriore è venuta dai salutiiniziali, a cominciare da quellodell’amministrazione comunale per boccadell’assessore Nicola Fantozzi, chesuccessivamente ha preso parte al dibattito,per continuare con il presidentedell’Associazione per la Via Francigena diGalleno Goliardo Paroli. Particolarmentecoinvolgenti la testimonianza di Pier AngioloMazzei sulle proprie esperienze dipellegrinaggio e le acute osservazioni delvescovo di Pescia, monsignor Giovanni De Vivo(nella foto, assieme all’assessore), inparticolare sul ruolo che la Francigena e ilpellegrinaggio possono avere per far ritrovareall’Europa quell’anima che sembra averesmarrito.A questi contributi e al dibattito dedicheremouno speciale sul prossimo numero delsettimanale.Vogliamo qui invece ricordare cheil pubblico del forum era in buona partecostituito dai partecipanti al quinto raduno di«Camminando sulla Via Francigena»(www.camminandosullaviafrancigena.com, enon www.camminandosullafrancigena.comcome erroneamente abbiamo scritto lasettimana scorsa), la community guidata daAlessandro Ghisellini (tra i partecipanti aldibattito) e Cristina Menghini, prossima adivenire vera e propria associazione. Dopo ilpranzo offerto dall’amministrazione comunale– cui vanno i nostri più sinceri ringraziamentiper la superlativa accoglienza riservataci –Cristina, Alessandro e i loro amici hannoraggiunto il selciato di Galleno da dove, apiedi, si sono diretti alla volta di Ponte aCappiano per la cena, una proiezione di foto eil pernottamento. Il giorno successivo è ripresoil cammino alla volta di San Miniato, davverouna bella scarpinata prima del ritorno alleproprie case. «L’amore per il cammino – hacommentato Lucia, una delle partecipanti – cifa sentire fratelli di anima anche se ci siamoappena conosciuti. È come sentirsi a casa, ècome l’abbraccio della famiglia che ci avvolgee che non ci lascia andare più via, è parlare, èraccontarsi, è vivere tanti cammini attraversoil luccichio degli occhi e le emozioni delleparole, è voler respirare e vivere l’aria delcammino anche se solo per una manciata diore, è stare insieme nella meravigliosasemplicità dello stare insieme, è la voglia difar vivire al meglio il cammino a chi non lo hagià fatto o a chi ha deciso di ripartire dinuovo, è condividere un grandioso progetto, èrespirare l’odore della terra davanti ai nostripassi, è la totale condivisione di questo amoreche li rende ogni volta unici, intensi estraordinari».

Marco Lapi

A

DI MONICA D’ATTI

on possiamocontinuare acamminare finoalla fine della

pena?». La tua domanda,Giuseppe, rimane sospesanell’aria, tra i nostri passi e inostri pensieri, mentrepercorriamo questa stradaassolata tra pascoli e campi nelParco di Veio. La nostalgiadell’arrivo ci sta assalendo inquesto penultimo giorno delnostro cammino.Domani tutto sarà finito e voitornerete a Rebibbia per iltempo che ancora vi manca,per il tempo dovuto.Questo momento forte stafinendo.Per la prima volta in Italia si stacompiendo un pellegrinaggiogiudiziale, strumentoalternativo al carcere ripescatodalla memoria dell’ereditàantica, così come potevano farecerti pellegrini di un tempo. Fuinfatti uso, in vari periodi dellastoria e in vari luoghi,l’imposizione di unpellegrinaggio espiatorio perchi aveva commesso reati. Arisarcimento della colpa eradisposto il cammino verso unluogo santo e il successivoritorno in patria con l’attestatodel compiuto pellegrinaggio.Questa occasione offerta avevavarie finalità tra le qualil’allontanamento dal contestocivile per un certo periodo dellapersona «turbolenta»; poi ledurezze del viaggio che sisarebbero dovute affrontarecon sacrificio potevanogarantire quasi semprel’insorgere di un sentimento dipurificazione in colui che sitrovava in cammino.Però l’aspetto che credo sia ilpiù importante è quello delrecupero della libertà e insiemedella dignità dellapersona. Esserepellegrino è unadimensione dilibertà estrema.Nessun vincolo sifrappone tra ilpellegrino e la metadel suo cammino.Una volta deciso ilviaggio, una voltacompiuto il primopasso verso la meta,la strada diventa unluogo di libertà.Certo la fatica, gliimprevisti, iproblemi fisici,l’ospitalità nonaccogliente, possonoessere motivo ditemporaneo disagio,ma il pellegrino nella suasostanza è un uomo libero tra iliberi: il più libero. Pochivincoli lo tengono legato. Nelsuo zaino può metterel’essenziale liberandosi delsovrappiù, può percorrere lasua strada senza dipendere dai

dell’uomo in partenza sorge unpellegrino.Giuseppe, Marco, Nicola,Antonio, Salvatore, Franco, orache questo cammino volge altermine, che la scommessa èstata vinta, passo in rassegna ivostri volti. Nella memoriatanti momenti forti, di quelliche ben conosco, che tutti ipellegrini vivono, però diversiogni volta perché diverse sonole persone, diverse le lorostorie, diverso il disegno che laProvvidenza custodisce nel suocuore nella speranza checiascun uomo si volga a Lei.Roma è alle porte, all’arrivo lenostre strade si divideranno,ma il cammino continua. A voila libertà del viandante che puòscegliere tra la vecchia strada equella nuova, a voi la forza delpellegrino che chiamato dallameta non trova ostacoli perarrivare lì dove c’è per lui unposto di pace. Buon cammino eultreya, semper!

ALTOPASCIO,L’ACCOGLIENZAPROTAGONISTAIN TUTTI I SENSI

percorsi imposti tagliando, sevuole, per campi (per ager). Puòfermarsi dove trova e dovevuole, libero di raccoglieredalla buona mano dellaProvvidenza ciò che dinecessario gli manca. Ilpellegrino altresì è una persona

con una dignitàparticolare: non èpiù solo una personadegna, ma è unapersona che alla suapartenza vieneinsignita di unadignità ancora piùesclusiva in virtù delriconoscimento diuno status particolareche lo distingue.Questo ruoloaccompagna chi simette in cammino elo aiuta a superare iltimore di essereindicato come unmalfattore invece diessere riconosciuto

come una persona. Questoperché ora si è un pellegrinoche è di più, è oltre. Non esistepiù l’uomo di prima, esiste ilnuovo uomo. «Sorga uncavaliere», diceva la formuladell’investitura dei cavalieriantichi. E con il rito di vestitura

i nostri FORUM Dal 5all’11 giugno,da Radicofani

a Roma,il primo

pellegrinaggiogiudiziale

in Italia

Detenuti e accompagnatoriin Piazza San Pietroassieme al Rettoredella Confraternita diSan Jacopo di CompostellaPaolo Caucci von Saucken(primo a sinistra).Sotto, i sei pellegrinidi Rebibbia impegnatinell’attraversamentodi un guado lungo il percorsoe, in alto, in un altro trattodel cammino (a destra)e all’arrivo in Vaticano

iniziativa è nata dalla collaborazione traPaolo Caucci von Saucken, Rettore della

Confraternita di San Jacopo di Compostella, laCasa di Reclusione Rebibbia e il Tribunale diSorveglianza di Roma nell’ambito del lavoro datempo intrapreso dalle due istituzioni,fortemente orientate a realizzare iniziative chepossano favorire il processo di revisione ereinserimento dei detenuti. Per la prima volta inItalia, sulla scorta di quanto accade in altri Paesi,un piccolo gruppo di detenuti ha compiutoun’esperienza di pellegrinaggio: un camminosulla Francigena di 168 chilometri, da Radicofania Roma. La Confraternita di San Jacopo diCompostella ha messo a disposizione il propriosupporto culturale e organizzativo e i detenuti,usufruendo dei permessi premio loro concessi aisensi dell’articolo 30 ter dell’OrdinamentoPenitenziario, hanno affrontato insieme ai loroaccompagnatori Monica D’Atti, MaurizioCiocchetti e Paolo Canepari, disagi e difficoltà; aloro sono stati offerti ospitalità e ricovero in ogni

tappa del cammino: Radicofani, Acquapendente,Bolsena, Viterbo, Sutri, Campagnano, La Storta.A Roma sono stati accolti da don Bruno Vercesiche a San Pietro ha consegnato loro ilTestimonium ad attestazione dell’avvenutopellegrinaggio. Infine presso lo Spedale dellaProvvidenza in via Galvani 51 la Confraternita liha accolti insieme ai loro familiari erappresentanti delle istituzioni. Sulla sciadell’esperienza di Belgio (dove l’associazioneOikoten opera dal 1982) e Spagna, dove ilcammino verso Santiago di Compostela fa partedel programma penitenziario per i detenutiminorenni, l’iniziativa, la prima in Italia, ha unalto valore morale e sociale ed è stata realizzatacon la speranza che l’esempio possa essereripetuto anche lungo altri percorsi e che ilcammino a piedi e la possibilità di misurarsi conla fatica, l’impegno, l’accoglienza, la solidarietà,possa diffondersi come percorso rieducativo deidetenuti e tappa del loro reinserimento nellasocietà.

’LUn’iniziativa sulla scia delle esperienze di Belgio e Spagna