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L'eruzione del 1822 fu la più Chi era Teodoro Monticelli? nominato professore di chimica
violenta dell'Ottocento e si Era nato a Brindisi nel 1759 da nell'Università e Segretario
manifestò simile a quella del 79 f amig l i a a r i s t oc r a t i c a e perpetuo della Reale Accademia
d.C. (eruzione pliniana). Sul giovanissimo fu avviato alla d e l l e S c i e n z e . R e t t o r e
vulcano si alzò un pino c a r r i e r a e c c l e s i a s t i c a dell’Università nel 1826-27, fu
maestoso, dal quale partivano nell'Ordine dei Celestini. Studiò anche decano della facoltà di
folgori, proiettili e ceneri. Esso a Lecce e a Roma. Nel 1782 Lettere e Filosofia. Monticelli,
era accompagnato da forti ritornò a Lecce per insegnare dal forte spirito progressista,
detonazioni, le quali causarono matematica e filosofia, poi rivestì da subito un ruolo da
il panico della popolazione, venne a Napoli, per insegnare protagonista nella vita culturale
mentre la lava scendeva presso il monastero dei Celestini e politica del Regno, e in
abbondante verso le falde del di San Pietro a Majella. Nel particolare nella vulcanologia
Vesuvio minacciando Resina, 1789 fu nominato professore napoletana (fig.1).
B o s c o t r e c a s e e To r r e presso l'Università di Napoli,
Annunziata. Questa grande e dove insegnò prima storia
spettacolare eruzione fu ecclesiastica e poi morale. In
osservata e studiata da vari conseguenza della rivoluzione
scienziati, tra cui l'abate del 1799 fu prigioniero per sei
T e o d o r o M o n t i c e l l i , anni e dopo la liberazione, si
naturalista, il quale ebbe a che stabilì a Roma, dove papa Pio
fare con Torre e Bosco. VII gli conferì il titolo di abate.
Qui iniziarono i suoi studi di
mineralogia e geologia. Tornato
a Napoli, nel 1808 venne
Torre Annunziata e l’eruzione del 22 ottobre 1822: l’abate Monticelli e don Rocco Balì
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Fig. 1. Teodoro Monticelli, naturalista.
Oltre agli studi mineralogici, si Durante ta l i passeggiate conosciuto come "Palazzo
dedicò con passione alla Monticelli raccoglieva minerali Monticelli". Grazie anche ad
vulcanologia. La sua curiosità e rocce, che poi conservava nella acquisti e scambi con privati e
scientifica lo portò ad osservare propria abitazione napoletana. istituzioni, presto la collezione
e studiare le eruzioni del Ma la frequentazione di Torre del Monticelli divenne un vero e
Vesuvio, molto frequenti Annunziata era dovuta anche a p r o p r i o m u s e o g e o -
all'epoca, essendo il nostro un problemi di salute. Monticelli paleontologico, composto da
v u l c a n o i d e a l e p e r l e infatti soffriva di dolori ben 16.800 reperti, aperto al
osservazioni e le ricerche reumatici, che si acutizzavano in pubblico e visitato da studiosi.
geologiche e mineralogiche. special modo in autunno- Nel 1823 acquistò Palazzo
Egli è ricordato soprattutto per inverno. Pertanto utilizzava la Penne, edificio quattrocentesco
due famose opere riguardanti s a b b i a d e l l a s p i a g g i a nel centro di Napoli, tras-
l'eruzione del Vesuvio del 1822 e dell'Oncino per la psam- ferendovi la collezione di
la mineralogia vesuviana, scritte m a t o t e r a p i a ( s a b b i a t u r a minerali, rocce e libri antichi sul
in collaborazione con il chimico terapeutica) e faceva bagni di Vesuvio, in parte confluita nel
Nicola Covelli. L'abate Teodoro mare, che miglioravano il suo Museo Mineralogico di Napoli.
Monticelli frequentò agli inizi stato di salute cagionevole. Ce lo Gli studi vesuviani, che
dell'Ottocento Torre Annunziata dice chiaramente in alcuni passi occuperanno il resto della sua
e, in quanto monaco celestino, delle sue opere. Per tale motivo e vita, gli procureranno fama e
aveva contatti con i confratelli per seguire più da vicino i onori al punto di diventare socio
del la chiesa e convento fenomeni vulcanici e l'attività delle maggiori Accademie
dell'A.G.P., oggi Basilica di del Vesuvio, il nostro scienziato d’Europa e d’America. Il
Maria SS. della Neve. Molte sue d ' e s t a t e r i s i e d e v a a M o n t i c e l l i , i n p r e c a r i e
escursioni al Vesuvio erano Boscotrecase, nel quartiere condizioni di salute a causa
condotte da Salvatore Madonna, Annunziatella, in un antico dell’età avanzata, si ritirò poi a
esperta guida del vulcano, palazzo settecentesco di via Pozzuoli, dove si spense nel
originario di Torre del Greco. Arnaldo Carotenuto che é 1845.
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L'eruzione del 1822 del 22 ottobre una colonna 4000 metri, e da essa ricaddero
(21 ottobre - 10 novembre), eruttiva si innalzò fino a circa ceneri grossolane (fig. 2).
descritta dal Monticelli.
Come riportato nel "catalogo
s t o r i c o d e l l e e r u z i o n i "
dell'Osservatorio Vesuviano, si
trattò di un'eruzione mista. Le
lave scesero verso Ottaviano,
Boscotrecase ed Ercolano. Vi fu
una no t evo l e cadu t a d i
piroclastiti verso Boscotrecase e
Torre Annunziata, ceneri
r o s s a s t r e a O t t a v i a n o ,
Pomigliano, Casoria, Napoli,
Barra e Resina, colate di fango
sui versanti settentrionali e
orientali del Somma e del
Vesuvio. L’eruzione, cominciata
con emissioni di fumo e lave, fu
accompagnata da terremoti. Poi
si ebbero fontane di lava, di cui
una alta circa 2000 metri,
visibile da Napoli, seguita dalla
formazione di una nube eruttiva
da cui ricaddero frammenti
piroclastici verso sud-est. Dopo
una breve pausa, nel pomeriggio Fig. 2. Fergola, eruzione di cenere del 1822.
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Si ebbe quindi il collasso della giorno cominciarono le piogge. seguito all’eruzione il cratere si
parte orientale del cratere, Per diversi giorni si ebbero abbassò di circa 93 metri sul lato
accompagnato dalla fuoriuscita piogge miste a ceneri, prima sudoccidentale. Gli spessori dei
di una notevole quantità di lava rossastre, poi bianche, che depositi piroclastici da caduta
che si diresse verso Bosco- provocarono la formazione di alla distanza di 5 miglia dal
trecase. Nella serata del 22 vi fu colate di fango alle falde del cratere erano compresi tra
una forte attività sismica e Vesuvio. mezzo centimetro e 25 centime-
numerose fontane di lava. Nella Le lave prodotte furono circa 66 tri (verso sud). Nel corso della
notte si formò una nuova nube milioni di metri cubi, mentre i eruzione la gente ripulì i tetti
eruttiva dalla quale particelle piroclastiti eruttati 48 milioni di dalla cenere accumulata per
piroclastiche furono scagliate metri cubi. Notevole fu la impedirne il crollo. Il tetto della
verso sudest (fig. 3). Nel distruzione di campi coltivati, chiesa di Sant'Anna a Bosco-
pomeriggio del giorno 23 si boschi, vigneti ed abitazioni. In trecase crollò sotto il peso delle
formò una nuova colonna ceneri.
eruttiva, meno alta della
precedente, da cui ricaddero
prima ceneri grossolane e, dalla
notte, finissime ceneri rossastre.
La mattina del 24 ottobre,
durante l’emissione di ceneri
rossastre, che si depositarono
fino ad oltre 100 miglia dal
vulcano, Napoli e tutti i paesi del
versante settentrionale furono
avvolti dall’oscurità. La mattina
del 25 ottobre da una nuova nube
eruttiva ricaddero ceneri ros-
sastre verso nord; nello stesso Fig. 3. Gouache, eruzione notturna del 1822.
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Cosa avvenne a Torre An- La mattina del 22 ottobre, dopo visata una processione che andò
nunziata? due giorni di convulsa attività a fermarsi in largo Santa Teresa,
Nella notte del 20 ottobre 1822 vulcanica, Torre era avvolta in oggi piazza Cesaro. Mentre il
una pioggia di lapilli vomitati un'oscurità intensa interrotta da sacerdote don Rocco Balì
dal Vesuvio, come ci ricorda lampi accecanti. La caduta di esortava i torresi ad aver fiducia
l'Ilardi, riempì Torre e le sue cenere e lapilli non diminuiva di in Maria per la liberazione da
vicinanze. Il giorno 21 nelle ore intensità: una colata lavica quel flagello, le tenebre furono
pomeridiane si elevò dal minacciava Boscotrecase. Il squarciate da un raggio di sole
Vesuvio un nembo di fuoco, popolo, atterrito, corse ai piedi che andò a posarsi sul volto della
saette e cenere, e si rovesciò della Madonna della Neve, suo Madonna. Torre Annunziata era
sopra Torre Annunziata per scampo e rifugio. Dalla chiesa salva. Il "miracolo" del 22
l'intera notte (fig. 4). dell'Ave Gratia Plena fu improv- ottobre 1822 viene ricordato
o g n i a n n o c o n s o l e n n i
celebrazioni e tale data è
consacrata, con deliberazione
dell'amministrazione comunale,
come festa votiva della città. Il
22 ottobre 1922, nel primo
centenario dell'evento, per
decreto del Capitolo Vaticano
l'immagine sacra di Maria SS.
della Neve fu solennemente
incoronata (fig. 5) da mons.
C a r l o G r e g o r i o G r a s s o ,
Arcivescovo di Salerno e
Amministratore Apostolico di
Nola.Fig. 4. Antoniani, eruzione del Vesuvio vista da Torre A.
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Chi era don Rocco Balì? Foraneo ed Economo curato al suo richiamo, facendo
Pio e popolare sacerdote, era dello Spirito Santo. Fece parte penitenza e implorando la
nato nel quartiere Terra Vecchia d e l c l e r o d e l l a d i o c e s i Vergine della Neve affinché
(Torre Annunziata) nel 1777 da napoletana. Consacrò la sua vita cessasse il flagello vesuviano.
d. Giovanni e d. Rosa Paduano. nel confessionale e sul pulpito, Per le sue doti spirituali, per la
Fu rettore del Camposanto, come ci dice l'Ilardi. Nella sua voce sonora e commovente,
padre spirituale della Congrega terribile eruzione del 22 ottobre era spesso chiamato a tenere
di S. Agostino e Monica, Vicario 1822 il popolo di Torre accorse missioni ed esercizi spirituali
anche a Napoli e nei paesi vicini.
Nel dicembre 1847, al ritorno da
una missione a Secondigliano,
dopo una violenta malattia, si
addormentò nella pace del
Signore, compianto da tutto il
popolo torrese.
ANGELANDREA CASALE
BibliografiaBARATTA Mario, Il Vesuvio e le sue eruzioni dall'anno 79 d.C. al 1896, Roma 1897.DE FELICE Antonio, Cenni storici sulla venerata immagine di Maria SS. della Neve, Torre Annunziata 1973.GARGIULO Gaspare, Il Vesuvio attraverso i secoli e l'eruzione del 7-8 aprile 1906, Napoli 1906.ILARDI Nicola, Istoriografia politico civile chiesastica di Torre Annunziata antica e moderna, Castellammare 1873.IMBO' Giuseppe (a cura di L. Casertano), Il Vesuvio e la sua storia. Caratteristiche, attività e danni, Napoli 1984.MONTICELLI Teodoro, COVELLI Nicola, Storia de' fenomeni del Vesuvio avvenuti negli anni 1821, 1822 e parte del 1823 con osservazioni e sperimenti, Napoli 1823.PALMIERI Luigi, Il Vesuvio e la sua storia, Milano 1880.PIRRO Raffaele, Il Vesuvio e le sue eruzioni. Storia e spiegazioni, Napoli 1906.RICCIARDI Giovanni, Diario del Monte Vesuvio. Venti secoli di immagini e cronache un vulcano nella città tomo II, Napoli 2009.SINISCALCO Carlo, Istoria del Vesuvio e del Monte di Somma con la descrizione delle principali eruzioni vesuviane dall'anno 79 e.v. fino alle recenti, Napoli 1890.
di
Fig. 5. Incoronazione di Maria SS. della Neve, foto ott. 1922.