Post on 21-Jul-2022
Max Weber
Prof. Stefano Nobile Corso di Sociologia generale
Termini chiave
Valori Metodo Comprensione
Religione Potere Azione
Prof. Stefano Nobile Max Weber 2
Weber e il primo Methodenstreit
• Max Weber si inserisce in un dibattito vivo al suo tempo, che riguardava il
problema se la metodologia storica dovesse essere intesa come scienza.
• La scienza adottava infatti un metodo positivo per affrontare lo studio dei fenomeni
(a cui si riallacciava implicitamente tutta la scuola sociologica francese).
L'approccio storico veniva invece fortemente influenzato dalla filosofia
predominante del tempo: l'idealismo e la dialettica (marxista e non). Il problema
che quindi Weber deve affrontare, assieme ad altri suoi contemporanei, fu quindi
quello di decidere quale tipo di metodologia storica adottare. – Dilthey aveva distinto in precedenza tra «scienze della natura» e «scienze dello
spirito». Queste ultime avrebbero adottato un metodo diverso dal positivismo. Lo studio
dei fenomeni umani doveva procedere dall'interno, attraverso un meccanismo di
immedesimazione (è necessario essere uomo per comprendere le azioni degli altri
uomini).
– Windelband aveva distinto le scienze in «nomotetiche» e «idiografiche». Le prime,
come le scienze naturali, studiano fenomeni che si ripetono regolarmente, le seconde
studiano accadimenti storico-sociali unici ed irripetibili. La storia era scienza idiografica.
– Rickert partiva dall'assunto che il mondo è una infinità «priva di senso». La conoscenza
di questo caos è impossibile a meno che non si adotti una «scala di valori» che rendono
possibile la conoscenza dei fatti storici più significativi rispetto ai valori che si
antepongono.
Max Weber 3 Prof. Stefano Nobile
L'importanza dei valori nella
comprensione dei fenomeni sociali
• Weber si riallaccia alla posizione metodologica di Rickert
osservando che: – Il mondo oggettivo è una infinità priva di senso. Ma la cultura è una
sezione finita di questa infinità priva di senso, cui è attribuito un senso ed
un significato da parte dell'uomo.
– La conoscenza scientifica della società solo in relazione allo schema dei
valori adottati dalla società stessa.
– Esempio: • Il maiale è una bestia esistente in natura (fatto obiettivo)
• Diverse culture attribuiscono al maiale valenze negative e positive (valori culturali)
• In Germania il maiale è considerato un ottimo alimento. Quasi tutta la carne
commestibile è di maiale
• In Italia «maiale» è considerata una persona rozza e spregevole
• Nei paesi di religione islamica il maiale è un alimento proibito perché considerato
impuro
• Il rapporto tra una società umana ed il maiale non può essere
compreso senza far riferimento ai valori che vengono associati
a questo animale. Max Weber 4 Prof. Stefano Nobile
L'importanza dei valori nella
comprensione dei fenomeni sociali
• È da notare che i valori non costituiscono
«connessioni empiriche» allo stesso modo
con cui si stabiliscono connessioni di
causa-effetto nei fenomeni naturali.
• Le connessioni che si stabiliscono nella
società sono connessioni di senso.
Comprendere le azioni degli uomini
significa comprendere queste
connessioni di senso.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 5
L'importanza dei valori nella
comprensione dei fenomeni sociali
• Questo ha importanti implicazioni. Innanzitutto, se ne può dedurre – l'impossibilità da parte della scienza di dare giudizi di valore
– la necessità di un riferimento ai valori
– la soggettività dell'osservazione e quindi la necessità di una sociologia
comprendente.
• Se tutto ciò è vero per le scienze sociali, è vero anche in gran parte
per quelle naturali, dal momento che comunque - secondo Weber -
è impossibile conoscere senza selezionare la molteplicità del reale.
• La posizione di Weber richiama alcuni capisaldi del suo pensiero.
Da una parte vi si intravede ancora il Weber riformatore, teso a
fornire indicazioni motivate sulla possibilità di accesso a una vera
conoscenza scientifica nella sociologia. Ma vi è anche il Weber
storico, che affronta il problema del rapporto tra sociologia e storia,
quello del tipo ideale, quello della comprensione in sociologia, quello
dei giudizi di valore e di riferimento ai valori.
Max Weber 6 Prof. Stefano Nobile
Riferimento al valore e
giudizio di valore • Weber infatti rifiuta l’impostazione positivista, secondo la
quale è possibile cogliere i fenomeni nella loro interezza. Allo
stesso modo, rifiuta l'idea che l'esperienza vissuta (erlebnis)
o l'intuizione possano di per loro costituire un qualche
fondamento di esperienza scientifica. L'unica via possibile per
fare scienza in sociologia è quella del riferimento ai valori,
che va distinto dal giudizio di valore. Il riferimento ai valori
non ha né un fondamento etico, né tanto meno una qualche
priorità di ordine oggettivo. Al contrario, mette semplicemente
in luce gli aspetti che il sociologo intende rilevare, rendendo
così controllabile la ricerca empirica. – Scrive infatti Weber: «Una scienza empirica non può mai insegnare ad alcuno
ciò che egli deve ma soltanto ciò che egli può e – in determinate circostanze –
ciò che egli vuole».
Max Weber 7 Prof. Stefano Nobile
Il riferimento al valore
• Il riferimento ai valori, dunque: – Determina la selezione dei temi da trattare – una volta scelto un tema, orienta la scelta tra
l'essenziale e il particolare, cioè definisce l'individualità storica e l'unità del problema, superando l'infinità dei dettagli degli elementi e dei documenti
• Ciò costituisce la ragione per cui si mettono in rapporto fra loro i vari elementi, e per cui si attribuisce loro tale significato.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 8
Il tipo ideale
• Dal riferimento ai valori scaturiscono i concetti
weberiano di avalutatività e di tipo ideale. – Il tipo ideale è ottenuto «mediante l’accentuazione unilaterale di
uno o di alcuni punti di vista e mediante la connessione di una
quantità di fenomeni particolari diffusi e discreti, esistenti qui in
maggiore e là in minore misura, e talvolta anche assenti,
corrispondenti a quei punti di vista unilateralmente posti in luce,
in un quadro concettuale in sé unitario».
– Mentre l'avalutatività richiama lo scienziato sociale alla
trasparenza nel metodo e nelle scelte che opera, il tipo ideale
altro non è che il riferimento virtuale al quale lo scienziato si
richiama per studiare comparativamente un determinato
fenomeno sociale. Da questo tipo ideale deriva che un
determinato fenomeno, in termini di plausibilità esplicativa, può
essere spiegato in termini di possibilità oggettiva e di
causazione adeguata o di causazione accidentale.
Max Weber 9 Prof. Stefano Nobile
Il tipo ideale
• I tipi ideali sono pertanto delle costruzioni concettuali che
configurano una certa figura o forma storica nel suo
stato puro
– Individualità storiche (cristianesimo, feudalesimo,
capitalismo, ecc.)
– Oggetti astratti (stato, chiesa, burocrazia, ecc.)
• non si danno mai come tali nella realtà
– derivano per astrazione dal materiale empirico
– fungono da modelli su cui misurare la realtà
– devono essere messi alla prova nella ricerca
• servono a organizzare e a ridurre la complessità dei dati
empirici e quindi a comprenderli
– carattere prospettico e unilaterale; costruttivista e
antirealistico
Max Weber 10 Prof. Stefano Nobile
Perché la sociologia deve fare ricorso
alla formulazione di tipi ideali?
• Per l’alto grado di articolazione dell’oggetto di studio (il numero totale di elementi che intervengono ed interagiscono a costituire segmenti di realtà dotati di senso);
• Per l’alto dinamismo che contraddistingue i processi attraverso i quali una determinata realtà sociale viene a costituirsi per poi modificarsi sotto l’effetto di quegli stessi processi.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 11
La logica della spiegazione nelle
scienze sociali secondo Weber
Imputazione causale
Giudizio di possibilità oggettiva
Causazione adeguata
Causazione accidentale
Max Weber 12 Prof. Stefano Nobile
La logica della spiegazione nelle
scienze sociali secondo Weber
• All’imputazione causale si arriva attraverso il
ragionamento controfattuale, che equivale «a costruire
quadri fantastici, formati prescindendo da uno o da vari
elementi della realtà esistenti di fatto e mediante la
costruzione concettuale di un processo mutato in
rapporto a una o ad alcune condizioni.
• Dall’imputazione causale può dunque derivare un
giudizio di possibilità oggettiva, la quale – a sua volta e
in ragione degli strumenti comparativi ed euristici a
disposizione del ricercatore – può produrre una
causazione adeguata o una causazione accidentale. – La causazione è adeguata quando la possibilità oggettiva è
molto grande; al contrario, è accidentale quando è molto debole.
Max Weber 13 Prof. Stefano Nobile
La logica della spiegazione nelle
scienze sociali secondo Weber
• Ne consegue, ancora, l’affermazione della sociologia comprendente, attraverso cui Weber rivendica la necessità di una scienza che sia soprattutto capace di conferire senso a ciò che costituisce l'oggetto della sua ricerca. In altre parole, Weber sottolinea la dimensione individualistica alla quale è preposta la sociologia, dimensione perseguibile attraverso l'approfondimento del significato dell'agire umano.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 14
La logica della spiegazione nelle
scienze sociali secondo Weber
• Il ragionamento controfattuale consiste nel porsi la domanda: «Che cosa sarebbe accaduto se…».
• Questo schema logico è stato spesso criticato, anzi deriso dagli storici di professione, proprio perché un simile procedimento sembra richiedere una conoscenza di ciò che non avverrà mai con certezza, in altre parole una conoscenza dell’irreale (Boudon, 1965: 467)
Max Weber 15 Prof. Stefano Nobile
La logica del ragionamento
controfattuale: un esempio
• Cosa sarebbe accaduto se la Serbia avesse accettato l’ultimatum austriaco, o se lo zar Nicola II non avesse firmato l’ordine di mobilitazione alcune ore prima che l’imperatore d’Austria prendesse la stessa decisione?
• Cosa sarebbe accaduto se gli ateniesi avessero perso la battaglia di Maratona?
• La possibilità oggettiva è quella che Weber chiama la costellazione dei fenomeni che possono contribuire a ricostruire la genesi di un determinato episodio storico o di altra natura sociale. Esso è una valutazione di quanto sarebbe accaduto in un’ipotesi controfattuale. Sulla base di quali elementi lo storico o il sociologo possono articolare un giudizio di possibilità oggettiva? Esso, secondo Weber, viene formulato sulla base di regole di esperienza, regole del divenire elaborate in relazione al sapere nomologico stabilito per generalizzazione da casi simili.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 16
La sociologia comprendente
Max Weber 17 Prof. Stefano Nobile
Verstehen (comprensione)
Erklären (spiegazione)
La sociologia comprendente
• Stando al «programma» weberiano, la sociologia - essendo considerata una scienza della cultura, strettamente connessa con la storia e con il mondo dei valori - doveva invece dedicarsi primariamente alla comprensione del significato che il soggetto (un individuo, un singolo essere umano) attribuisce alla propria azione, allorché si trova in relazione con altri.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 18
La sociologia comprendente
• Weber si rende conto che il significato soggettivamente inteso dall'agente non necessariamente è quello che realmente lo motiva all'azione (un luogo comune per le scienze sociali da Freud e Pareto in poi). Nella maggior parte dei casi il ricercatore perviene a ricostruire e «comprendere» il primo, specie se ha a che fare con un numero alquanto elevato di soggetti; ma il secondo è accessibile solamente con strumenti d'indagine, e con tempi di ricerca, che raramente sono alla portata delle sue competenze e delle sue possibilità oggettive di conduzione dell'indagine stessa. Diventa così essenziale il rapporto con altre discipline, in primo luogo la PSICOANALISI.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 19
La teoria dell’azione
• Questo ci porta ad un altro aspetto della
sociologia weberiana, quello legato alla sua
teoria dell'azione sociale. Weber si domanda
cioè cosa muova l'azione umana e quali tipi
ideali di azione siano rinvenibili. La risposta è
nelle pagine di Economia e società (pubblicato
postumo nel 1922), dove egli distingue l'azione
sociale in quattro classi: – Razionale rispetto ad uno scopo
– Razionale rispetto ad un valore
– Tradizionale
– Affettiva
Max Weber 20 Prof. Stefano Nobile
La teoria dell’azione
Azione razionale rispetto ad uno scopo → Agire associativo
Azione razionale rispetto ad un valore → Agire di consenso
Azione tradizionale → Agire istituzionale
Azione affettiva → Agire di gruppo
Prof. Stefano Nobile Max Weber 21
La teoria dell’azione
• A queste corrispondono altrettante forme sociali di agire: – L'agire associativo, che presuppone l'esistenza di regolamenti stabiliti dalla
volontà dei membri, o anche regolamenti ai quali aderiscano liberamente. Alla
sua base c'è dunque un accordo esplicito, un'organizzazione.
– L'agire di consenso. È una struttura che non si basa su nessuno statuto,
dunque su nessuna specie di accordo, convenzione e regolamento, ma che i
partecipanti rispettano come se ci fosse un obbligo, perché vi trovano un
riferimento di senso.
– L'agire istituzionale. E' caratterizzato dal fatto che comporta uno statuto, in
genere concesso dall'alto, cioè regolamenti espliciti la cui esistenza non dipende
dalla volontà dei membri. Tale tipo di struttura sta alla base della famiglia, delle
organizzazioni politiche d'insieme, come la tribù, la città, lo Stato o anche le
organizzazioni religiose come le Chiese.
– L'agire di gruppo. Si tratta di una struttura, alla quale si aderisce senza obbligo,
essendo essa priva di ogni regolamento esplicito e definito. Comporta tuttavia
un'autorità che determina il senso dell'agire ed esercita eventualmente la
coercizione sui membri. È il caso della comunità di maestro e discepolo, del
profeta e dei suoi adepti, del capo carismatico e dei suoi seguaci.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 22
La teoria dell’azione
• “Tizio ha compiuto l’azione Y perché spinto dal motivo X” costituisce
pertanto «un’asserzione causale corretta soltanto nella misura in cui
viene dimostrata la sussistenza di una possibilità (in qualsiasi modo
determinabile) che l’agire assuma di solito, con una data
frequenza o approssimazione (in media o nel “caso puro”), un
corso effettivo identico a quello che appare adeguato in base al
senso».
• La connessione di senso dell’agire sociale deve essere innanzitutto
“interpretata”, individuando il possibile motivo che sta alla base dello
stesso agire. L’“interpretazione”, tuttavia, rappresenta solo una
condizione necessaria, ma non sufficiente, di un corretto
procedimento conoscitivo.
• Alla teoria dell’azione weberiana si connette il tema del potere, che
nasce dalla domanda: «perché le persone obbediscono»?
Prof. Stefano Nobile Max Weber 23
La sociologia politica weberiana e
il concetto di potere
• Quali sono le forme di autorità alle quale
gli individui si conformano? Weber
distingue due forme di esercizio del
potere: – Potere (Macht), inteso come possibilità di
determinare secondo la propria volontà
l'atteggiamento altrui
– Dominio o potenza (Herrschaft), che è invece la
«possibilità di trovare obbedienza presso certe
persone ad un comando che abbia un determinato
contenuto»; questo concetto è collegato con quello di
Chance. Max Weber 24 Prof. Stefano Nobile
Il concetto di potere in
Weber
• Weber ne individua tre, riconducibili alla
Herrschaft: – Potere tradizionale: Weber ne distingue 4 tipi: la gerontocrazia,
il patriarcalismo, il patrimonialismo e il sultanismo, facendo
notare come nei primi due casi non vi sia necessariamente
super-ordinazione tra il detentore del potere e gli altri, mentre
negli altri due casi sì.
– Potere razionale-legale, la cui forma più diffusa è la
burocrazia. Weber mette in guardia i lettori dal pensare che la
burocrazia sia una forma moderna di potere. Al contrario, fa
notare che esso è rinvenibile già nell'Antico Egitto e nella Roma
di Diocleziano, fino alla Chiesa Romana dopo il XIII secolo.
– Potere carismatico: in politica questo tipo di legittimità può
assumere diverse forme: dal demagogo al dittatore sociale,
dall'eroe militare al rivoluzionario. Prof. Stefano Nobile Max Weber 25
Il potere carismatico
• È quest'ultima la forma di potere che maggiormente interessa
Weber, dal momento che essa è la più difficile a conservarsi e
che quindi le possibilità della sua perpetuazione sono
rimandabili: – o alla scoperta di un nuovo portatore di carisma, dotato delle stesse
caratteristiche dello scomparso: si passa così al potere tradizionale;
– o alla rivelazione, agli oracoli, alla sorte, ai giudizi di Dio o ad altro
criterio irrazionale: in tal caso ci si incammina verso la legittimità
legalitaria;
– o il capo in carica designa lui stesso il suo successore con
l'approvazione o no dei suoi seguaci;
– o la designazione è fatta dallo stato maggiore carismatico; tale
procedimento esclude l'elezione, fondata sul principio maggioritario,
perché se si vuole restare fedeli alla formula carismatica bisogna
trovare l'uomo adeguato
– o, infine, il carisma può diventare ereditario, quando si ammetta la
legge del sangue. Max Weber 26 Prof. Stefano Nobile
Il potere carismatico
• In ogni caso, la successione dà luogo ad una lotta più o meno aperta, dove il successo ha il significato di rivelare le qualità carismatiche del vincitore. Nel caso in cui i pretendenti si sentano tutti ugualmente forti, non è raro che il potere carismatico, da autoritario quale era in partenza, si trasformi in una struttura non autoritaria e si evolva verso un regime razionale. Una cosa rimane incontestabile: a differenza degli altri tipi di potere, il carisma è particolarmente sensibile al pensiero utopico.
Max Weber 27 Prof. Stefano Nobile
Classi sociali, ceti e partiti
politici
• Le differenze basate sulla proprietà danno infatti origine alle classi
sociali; quelle basate sul prestigio producono i ceti sociali; le
differenze di potere generano i partiti politici.
• Weber non ritiene, in contrasto con Marx, che i membri di una
stessa classe sociale possano costituire una comunità, cioè un
gruppo di persone unite in uno sforzo comune per realizzare lo
stesso fine, per cui non crede nella possibilità che i lavoratori
possano acquisire una coscienza di classe che li unisca in una lotta
comune contro il sistema che li sfrutta. Sono normalmente i ceti
sociali che costituiscono le comunità, basate su di un condiviso
senso del prestigio e dell’onore, cioè sul tenere una particolare
condotta di vita, obbligatoria per tutti coloro che vogliono
appartenere a quel determinato ceto
Prof. Stefano Nobile Max Weber 28
Potere e burocrazia
• In Economia e società, Weber fa notare che forme di
burocrazia sono antecedenti lo Stato moderno: le si
trova infatti già nell’antico Egitto, nell'Impero Romano,
specie e partire da Diocleziano, nella Chiesa Romana
dopo il secolo XIII, in Cina dopo l’epoca di Shi-hoang-ti.
• Le antiche burocrazie hanno tuttavia un carattere
prevalentemente patrimoniale.
• La burocrazia così come la conosciamo è invece, per
Weber, a fondamento dello Stato occidentale moderno.
• Secondo Weber, lo sviluppo del sistema scolastico
secondario sarebbe dovuto soprattutto all’aumento
costante del numero degli impiegati dello Stato e alla
necessità di una loro formazione specifica. Prof. Stefano Nobile Max Weber 29
L’etica protestante e lo
spirito del capitalismo • Un‘ulteriore applicazione concreta della prospettiva
metodologica di Weber è rintracciabile in una delle
sue opere più famose, nella quale l'autore, pur non
negando la plausibilità della spiegazione che Marx
diede della nascita del Capitalismo, tenta di
dimostrare come quella possa essere soltanto una
delle possibili prospettive per spiegare un
fenomeno di tale portata.
• Weber passa così a studiare – Il Calvinismo
– Il Pietismo
– Il Metodismo
– L'Anabattismo
Max Weber 30 Prof. Stefano Nobile
L’etica protestante e lo
spirito del capitalismo
• La dottrina della predestinazione è - secondo Weber - alla base morale del capitalismo in quanto l'insegnamento del protestantesimo calvinista portava a interiorizzare un'etica del lavoro intesa come rinuncia. Non avendo l'uomo alcuna possibilità di rintracciare sulla terra i segni della sua predestinazione, l'unico modo che aveva per conquistarsela era quello di lavorare indefessamente al fine di rendere manifesta la sua opera a Dio. Soltanto così, e non godendone i frutti, avrebbe potuto mostrare l'incrollabilità della sua fede. Se, infatti, l'uomo cedesse alla tentazione di godere in terra dei frutti del proprio lavoro, questo significherebbe che non ha abbastanza fede in Dio, nella sua misericordia, nella possibilità che cioè Dio lo trascelga tra gli eletti. Al contrario, tanto più opera rinunce su questa terra, tanto più sarà probabile per lui che la volontà di Dio, seppure imperscrutabile, abbia deciso di accoglierlo tra gli eletti.
Prof. Stefano Nobile Max Weber 31