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IMPIANTO IDROELETTRICO “BETTOLELLE” – Senigallia – Fiume Misa –
Soggetto proponente: ENERGY SEEKERS s.r.l.
RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 2
Indice
1. Premessa ........................................................................................................................... 4
1.1 Introduzione ............................................................................................................... 4
2. La localizzazione delle opere di presa e di restituzione ......................................................... 8
2.1 Modalità di prelievo e restituzione ............................................................................... 8
2.2 Portate di prelievo....................................................................................................... 9
2.3 Uso dell’acqua. Modalità di esercizio. .........................................................................10
3. Caratteristiche dell’impianto e del prelievo .........................................................................11
3.1 Caratteristiche generali...............................................................................................11
3.1.1Paratoia mobile superficiale ................................................................................11
3.1.2Opera di presa ....................................................................................................16
3.1.3Scala di risalita per i pesci...................................................................................16
3.1.4Centrale di produzione........................................................................................17
3.1.5Canale di rilascio................................................................................................17
3.1.6Viabilità.............................................................................................................17
3.2 Potenzialità tecniche dell’impianto..............................................................................18
3.2.1Calcolo della potenza installata ...........................................................................18
3.2.2Calcolo della Producibilità media annua ..............................................................19
3.2.3Sintesi dei principali dati di progetto....................................................................19
3.3 Incidenza del prelievo sulla risorsa idrica ....................................................................20
3.4 Il periodo di prelievo..................................................................................................20
3.5 Deflusso Minimo Vitale .............................................................................................22
3.6 Monitoraggio delle utilizzazioni in atto .......................................................................23
3.7 Interferenza dei lavori con le captazioni idropotabili esistenti .......................................25
3.8 Quadro economico.....................................................................................................25
3.8.1Potenza generabile dall’impianto .........................................................................25
3.8.2Sostenibilità economica dell’iniziativa .................................................................26
3.8.3Convenienza economica .....................................................................................26
4. L’analisi degli impatti prevedibili.......................................................................................28
4.1 Fase di realizzazione ..................................................................................................28
4.1.1Programma di realizzazione delle opere ...............................................................28
4.1.2Movimentazione di materiali...............................................................................29
4.2 Effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera...........................................................29
4.3 Impatti sull’ambiente fluviale .....................................................................................30
4.4 Mitigazione dell’impatto dell’intervento......................................................................31
4.5 L’opera nella fase di esercizio ....................................................................................33
4.6 Gestione dell’esercizio ...............................................................................................33
4.7 Rischio d’incidente ....................................................................................................33
5. Strumenti pianificatori, Normative e Direttive d’importanza comunitaria e nazionali che interessano il sito destinato all’edificazione dell’opera.........................................................34
5.1 Analisi dei vincoli paesaggistici, architettonici, archeologici e storico-culturali (d.lgs. 42/2004) ...................................................................................................................34
5.2 Analisi delle aree naturali protette (Legge 394/91) .......................................................34
5.3 Analisi delle Aree Naturalistiche di importanza Comunitaria (direttive 92/43/CEE e 79/409CEE) ..............................................................................................................35
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5.4 Analisi del Piano Regionale Paesistico (PPAR) della Regione Marche ..........................35
5.5 Piano di Inquadramento Territoriale (PIT) ...................................................................38
5.6 Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) .........................................................................38
5.7 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) .............................................39
5.8 Piano Regolatore Comunale (PRG) del Comune di Senigallia .......................................39
5.9 Piano energetico Comune di Senigallia .......................................................................40
6. Conclusioni ......................................................................................................................42
6.1 Le finalità dell’opera di derivazione alla luce del quadro socio-economico locale...........42
6.2 Possibili soluzioni alternative .....................................................................................43
6.3 Considerazioni finali..................................................................................................44
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1. Premessa
1.1 Introduzione
Gli impianti idroelettrici costituiscono la maggior fonte di energia pulita rinnovabile
utilizzata sia a livello europeo che mondiale. Il funzionamento degli impianti si basa
sull’utilizzo di turbine che trasformano l’energia potenziale dell’acqua in energia meccanica
di rotazione che viene convertita a sua volta in energia elettrica dai generatori.
Nell’impianto idroelettrico la produzione di energia avviene sfruttando la caduta di una
massa d’acqua che defluisce attraverso una differenza di quota fino ad un punto più basso nel
quale è installata la centrale; nello specifico, l’obiettivo primario del progetto è quello di
sfruttare le potenzialità idrauliche di un tratto di corso d’acqua per produrre energia elettrica.
Il progetto si configura nell’ottica dello sviluppo sostenibile del territorio: si tratta infatti di
produrre energia determinando scarsi impatti ambientali sulle caratteristiche intrinseche del
territorio. Lo sfruttamento di questo impianto come sistema produttivo di energia elettrica
permetterà di risparmiare sulle altre fonti energetiche e di perseguire allo stesso tempo
l’acquisizione di tecnologie energetiche avanzate.
La produzione di energia idroelettrica viene ottenuta per via meccanica ed è pertanto
immediatamente trasformabile in elettricità, mediante meccanismi dotati di eccellente
rendimento; presenta l’indiscutibile vantaggio ambientale di non immettere nell’atmosfera
sostanze inquinanti, polvere e calore come accade nel caso di metodi tradizionali di
generazione per via termoelettrica, con impatto ambientale notevolmente minore.
In base alla potenza installata, l’opera è classificabile come microimpianto: (potenza <
100Kw).
Il progetto analizza tutti gli aspetti relativi a:
- inquadramento geografico, territoriale, geologico e geomorfologico;
- scelta delle soluzioni sotto il profilo localizzativo e funzionale, in relazione
alle caratteristiche e sulle finalità dell’intervento, anche con riferimento ad
altre possibili soluzioni;
- fattibilità ambientale.
Altri aspetti di cui si è tenuto conto, nei diversi allegati del progetto, riguardano:
- l’accertamento in ordine alla disponibilità delle aree o immobili da utilizzare;
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- il crono programma delle fasi attuative con indicazione dei tempi massimi di
svolgimento delle varie attività;
- le indicazioni necessarie per garantire l’accessibilità, l’utilizzo e la
manutenzione delle opere.
1.2 L’energia rinnovabile
La crisi energetica ha favorito un notevole sviluppo della ricerca nel campo delle energie
rinnovabili, la cui utilizzazione presenta tutta una serie di vantaggi: si evita il consumo di
risorse limitate, soprattutto petrolio e carbone, la cui combustione è fonte di un rilevante
inquinamento atmosferico.
Inoltre, in un paese come l’Italia povero di materie prime “tradizionali”, è molto
importante la possibilità di produrre energia in maniera autonoma, evitando le importazioni,
migliorando la bilancia dei pagamenti ed evitando l’esposizione ad eventi internazionali
imprevedibili.
Da un punto di vista ambientale occorre sottolineare che i protocolli internazionali e le
direttive comunitarie caldeggiano lo sviluppo delle energie rinnovabili, le quali, al pari del
risparmio energetico, risultano essere l’unico strumento per ridurre le emissioni dei “ gas
serra” nell’atmosfera, causa principale dell’intensificarsi di fenomeni catastrofici a scala
mondiale.
Esistono numerosi studi, interpretazioni e programmi dell’Unione Europea tendenti a
favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili; tale aumento di produzione pianificata si basa
sullo sviluppo dell’energia eolica, fotovoltaica ed idroelettrica.
Negli ultimi anni, l’opinione pubblica e le scelte politiche tengono in maggiore
considerazione le problematiche ambientali relative all’approvvigionamento energetico. Da
un lato si cerca di ridurre e controllare il livello di emissioni e di scorie delle industrie
altamente inquinanti e, dall’altro, di dare impulso all’utilizzazione delle fonti energetiche di
tipo rinnovabile e con minori effetti ambientali: l’idroelettrica, la geotermica, l’eolica.
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1.3 Le motivazioni progettuali
Il progetto di costruzione di un impianto mini-idroelettrico sul fiume Misa, nasce a fronte
del forte impulso dato dalla normativa nazionale ed internazionale in materia di energia
rinnovabile.
L’idroelettrico minore (di cui fa parte l’impianto in esame) costituisce una delle fonti di
energia rinnovabile più promettenti per produttività e compatibilità con l’ambiente.
Nel panorama della produzione idroelettrica, uno dei costi ambientali maggiori è infatti
connesso alla perdita di territorio ed alla modificazione permanente della naturale
regimazione del fiume in conseguenza della realizzazione dell’invaso necessario per la
produzione di energia.
L’idroelettrico minore invece utilizza opere di presa ad “acqua fluente”, che non
necessitano di bacini di invaso ma derivano solo una parte dell’acqua del fiume, in funzione
della disponibilità idrica dello stesso: quando il corso d’acqua è in magra e la portata scende
al di sotto del valore di deflusso costituito dalla somma del deflusso minimo (DMV) previsto
dalla legge e della minima portata turbinabile (funzione della tipologia di turbina), la
derivazione si arresta e con essa la produzione di energia.
Tale soluzione è ottimale dal punto di vista della preservazione dell’ambiente naturale, sia
perché garantisce in ogni momento la continuità del corpo idrico e limita la modificazione
dell’ecosistema locale, sia perché dal punto di vista idraulico la presenza della briglia migliora
la regimazione del fiume, riducendone velocità e potere erosivo.
1.4 Inquadramento programmatico
Sulla base delle esperienze e delle evoluzioni delle politiche energetiche che hanno visto
un crescente integrarsi delle decisioni ambientali con quelle energetiche, l’Unione ha definito
una strategia di riduzione autonoma delle emissioni climalteranti del 20% entro il 2020,
formalizzata più tardi nella direttiva 2009/28/CE del 5 giugno 2009 , con specifici indirizzi
relativi alle fonti rinnovabili.
La strategia dell’Unione si prefigge tre diversi principali obiettivi: la riduzione dell’entità
dei consumi globali di fonti energetiche, la riduzione delle emissioni di gas capaci di alterare
il clima e infine l’aumento della presenza di fonti rinnovabili nel totale delle fonti utilizzate.
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Facendo riferimento alla scadenza del 2020 la strategia europea si esprime con tre
obiettivi:
1. consumi di fonti primarie ridotti del 20% rispetto alle previsioni tendenziali, mediante
aumento dell’efficienza secondo le indicazioni di una futura direttiva,
2. emissioni di gas climalteranti, ridotte del 20%, secondo impegni già presi in
precedenza, protocollo di Kyoto, ETS (Emissione Trading Scheme),
3. aumento al 20% della quota di fonti rinnovabili nella copertura dei consumi finali (usi
elettrici, termici e per il trasporto)
L’ultimo obiettivo ha richiesto una specifica direttiva, con impegni vincolanti per ogni
paese e sanzioni, la 2009/28CE.
La direttiva 2009/28/CE sulle fonti rinnovabili riguarda i consumi finali di energia
nell’Unione, e prevede l’obiettivo che essi dovranno essere coperti nel 2020 per almeno il
20% da fonti rinnovabili; ci si riferisce a tutte le forme di energia, non solo all’elettricità, e
dunque anche ai consumi per il riscaldamento e il raffrescamento sia nelle industrie che nel
settore civile, nonché nel settore dei trasporti, settore per il quale si prevede che i consumi
siano coperti almeno per il 10% da biocombustibili. Fornendo dei target obbligatori, si vuol
dare certezze agli investitori e incoraggiare lo sviluppo tecnologico per la produzione di
energia da fonti rinnovabili.
Anche gli strumenti pianificatori adottati dalla regione Marche sostengono ed incentivano
la produzione di energia elettrica da fonte pulita, rinnovabile e sostenibile.
Va inoltre ricordato che la centrale idroelettrica e le sue opere ed infrastrutture necessarie
alla sua messa in esercizio e gestione, in quanto connesse alla produzione di energia da fonti
rinnovabili sono considerate “[…]Opere di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti[…]” in
base all’art. 12, comma 1 del D.Lgs. del 20/12/2003, n.387.
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2. La localizzazione delle opere di presa e di restituzione
Le società Energy Seekers prevede la realizzazione di una derivazione di acqua fluviale dal
fiume Misa con la costruzione di una mini-centrale idroelettrica nel territorio Comunale di
Senigallia, precisamente in località Bettolelle.
Il sito si trova in prossimità di due briglie, poste alla distanza di circa 250 metri, poco a
monte del ponte fluviale in località “Bettolelle”
Cartograficamente l’area è individuabile sulla Carta Tecnica Regionale 1:10.000 alle
sezioni 281100 e sulla cartografia IGM alla tavoletta 117 IV° in scala 1:25.000.
A livello catastale, l’opera si inserisce in parte all’interno dell’alveo fluviale ed in parte
occupa le particelle catastali al foglio 115 mappale 25, 42, 43, 46, 63.
Il sito in cui ricade la parte dell’impianto che non posta in aree demaniali, è classificato
secondo il PRG con le seguenti destinazioni urbanistiche:
- Zona agricola “E” – ZONA AGRICOLA
Le coordinate Gauss Boaga delle opere sono le seguenti:
briglia esistente: 43° 39' 33,07'' N –13° 09' 33,67'' E
2.1 Modalità di prelievo e restituzione Il progetto prevede la derivazione d’acqua in sponda destra orografica del fiume Misa con
la costruzione di una mini-centrale idroelettrica nel territorio Comunale di Senigallia,
precisamente in località Bettolelle in corrispondenza di due briglie fluviali esistenti..
L’opera di presa, posizionata in corrispondenza della briglia fluviale a monte, consiste in
una paratoia mobile, posta al di sopra della briglia esistente, che consente, tramite
innalzamento del pelo libero di avere un tirante idrico sufficiente al convogliamento delle
acque verso l’opera di derivazione laterale, costituita da una piccola vasca di accumulo, con
funzione di dissabbiatore, completamente interrata.
Dal dissabbiatore, l’acqua defluirà, tramite una condotta interrata alla camera di carico
della centrale, anche’essa interrata, che, sfruttando un dislivello di 3,70 metri (dato dalla
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somma del salto naturale pari a 2,20m con il contributo della paratoia pari a 1,50m), andrà ad
alimentare la turbina. Questa sarà posta in una di produzione interrata, sita in sponda destra
idrografica in contiguità con l’opera di presa; le opere di trasformazione dell’energia saranno
collocate nel vano tecnico interrato posto su sponda destra del fiume.
L’acqua utilizzata sarà restituita integralmente al fiume Misa attraverso uno scarico posto
al di sotto della centrale idroelettrica, della lunghezza di circa 200m, che farà defluire l’acqua
al letto del fiume; questo sarà adeguatamente dimensionato per garantire un corretto apporto
tra salto idraulico e restituzione.
2.2 Portate di prelievo
La portata di prelievo è stata determinata sulla base della disponibilità delle portate.
Essendo state ritenute adeguate allo sfruttamento idroelettrico si sono determinate le portate
utili derivabili, tenendo in considerazione il Deflusso Minimo Vitale e le utilizzazioni già
presenti a monte ed a valle del tratto di fiume considerato.
Per la descrizione delle portate utilizzate e dei dati idrologici e della producibilità attesa si
rinvia alla relazione idrologica VA 2 ”Relazione idrologica - idraulica”.
Sulla base di quanto emerso dagli studi idrologici a corredo del presente progetto (calcolo
della curva di utilizzazione delle portate e del Deflusso Minimo Vitale) è possibile definire i
volumi di acqua medi e massimi derivabili dalle opere di derivazione.
Si riportano i dati principali calcolati:
Portata media del fiume Misa = 2,21 mc/sec
Portata media derivata (oggetto di richiesta di concessione)richiesta = 0,91 mc/sec
La portata realmente prelevata risulterà regolata dall’afflusso nell’opera di presa e quindi
condizionata dalla portata presente nel fiume Misa; il Deflusso Minimo Vitale sarà comunque
garantito in ogni momento.
Inoltre tutta l’acqua utilizzata per alimentare la turbina verrà comunque restituita
integralmente al corso d’acqua attraverso il canale di scarico posto a valle della centrale.
Il fiume Misa non subirà pertanto alcun depauperamento delle sue potenzialità idrauliche.
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2.3 Uso dell’acqua. Modalità di esercizio.
L’acqua viene utilizzata ad uso idroelettrico. Dall’opera di presa l’acqua verrà convogliata
in una vasca dissabbiatrice, che si prevede di posizionare interrata a fianco della briglia
esistente, per poi essere immessa nel locale tecnico dove sarà alloggiata la turbina (le cui
caratteristiche sono descritte nella documentazione allegata).
La turbina con il suo movimento aziona un generatore di corrente di tipo asincrono.
L’energia generata viene analizzata attraverso apparecchiature elettriche prima di essere
immessa nella rete di utilizzo.
Il funzionamento della centrale è di tipo automatico, dotato cioè di tutti quei sistemi di
sicurezza che permettono l’uso dell’impianto con particolari accorgimenti per l’istantaneo
blocco della produzione elettrica in casi di mal funzionamento.
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3. Caratteristiche dell’impianto e del prelievo
3.1 Caratteristiche generali
Le opere costituenti l’impianto in progetto sono state caratterizzate in merito ad aspetti
costruttivi, dimensionali e logistici con un grado di dettaglio commisurato alle finalità del
presente studio.
3.1.1 Paratoia mobile superficiale
La paratoia sarà collocata in corrispondenza della briglia esistente per consentire la
regimazione delle portate del fiume Misa nelle modalità nel seguito descritte; attualmente la
briglia si presenta in discreto stato di manutenzione.
L’intervento in progetto consiste nel posizionare una paratoia mobile a ventola al di sopra
della briglia esistente, di larghezza di circa 30m. La briglia manterrà le dimensioni attuali e la
sua funzionalità rimarrà inalterata. La paratoia mobile “a ventola” posta al di sopra della
briglia, avrà un movimento meccanico idraulico che permetterà di essere regolata in altezza,
comunque al di sotto delle pareti laterali della briglia stessa. La paratoia mobile si abbassa
automaticamente ripristinando la quota superficiale originaria della briglia per garantire il
trasporto solido ed il passaggio del Deflusso Minimo Vitale nel caso di impianto chiuso.
La funzione della paratoia mobile sarà di garantire il tirante idraulico necessario al
convogliamento della acque verso le opere di presa con la prescrizione che, qualora il pelo
libero naturale superi il livello di progetto (150cm al di sopra della quota della briglia
esistente), si attivi un sistema automatico per ritrarre completamente la paratoia riportandola
al livello naturale e consentendo il deflusso completo della portata con il passaggio del detrito
solido.
La paratoia in esame è costituita dai seguenti elementi:
- basamento in calcestruzzo fibro-rinforzato;
- paratoia mobile in acciaio;
- pistoni e circuito idraulico per azionamento della paratoia mobile;
- centralina di controllo del circuito idraulico, con sensori di portata e sistema di
controllo in remoto.
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Il basamento è realizzato con un supporto di rinforzo strutturale fissato saldamente alla
briglia esistente mediante l’impiego di ancoranti meccanici (barre M16 inghisate con
particolari resine chimiche) opportunamente calcolati per resistere alle azioni sollecitanti
provocate dal moto dell’acqua.
Il basamento costituisce ancoraggio per la cerniera alla base della paratoia mobile, per il
pistone idraulico che aziona la paratoia mobile, per il tessuto gommato di protezione.
La paratoia mobile è un pannello dello spessore di circa 80mm, costituito da una struttura
leggera ed intelaiata di tubolari in acciaio, rivestita da lamiera 6/10 in acciaio inox, dotata di
un rivestimento polimerico atto a conferire le opportune caratteristiche di impermeabilità e
resistenza alle condizioni atmosferiche, al moto dell’acqua ed al conosciuto trasporto solido
dell’alveo. Tale paratoia è ancorata saldamente al basamento mediante cerniere cilindriche
opportunamente protette e riparate per evitarne il contatto con qualsiasi elemento trasportato
dal moto dell’acqua nel fiume.
I pistoni, ancorati tramite cerniere al basamento, sono collegati ad un circuito idraulico che
consente la movimentazione della paratoia mobile. Il circuito idraulico ed i pistoni sono
progettati affinché possano sostenere la pressione idrostatica prodotta da uno spessore di
acqua non superiore a 150 cm; infatti, su ogni pistone agisce una valvola di massima costituita
da una semplice molla tarata che, raggiunta la pressione idrostatica prevista (corrispondente a
80cm di acqua), si apre facendo fuoriuscire dai pistoni al circuito il fluido, e quindi,
abbassare, fino a scomparire la paratoia mobile. I pistoni sono asserviti anche ad un
dispositivo di sicurezza manuale meccanico che consente l’apertura della valvola in qualsias i
momento.
Il tessuto gommato posto a valle della paratoia serve a proteggere il volume tecnico posto
tra la paratoia mobile ed il basamento. Il tessuto gommato è ancorato con il basamento e con
la sommità della paratoia mobile sempre con cerniere cilindriche opportunamente protette da
qualsiasi eventuali contatti con materiali trasportati dal moto dell’acqua. L’impiego di tessuti
gommati è ampiamente diffuso per questi o analoghi usi; da tempo vengono utilizzati quali
serbatoi sottomarini per lo stoccaggio di liquidi, per barriere flessibili, galleggianti adatte sia
per la regolazione e il contenimento delle acque, sia per la difesa e la protezione dalla
violenza delle onde (frangiflutti). La scelta dei materiali per la realizzazione di un tipo di
strutture in tessuto gommato adatta ad una specifica applicazione, può essere fatta entro una
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vasta gamma di prodotti, sia per ciò che riguarda la parte tessile (fibre tessili e strutture dei
tessuti), sia per quanto riguarda la parte elastomerica (gomma) o plastomerica.
La centralina di controllo è costituita da una unità centrale CPU programmabile, alimentata
dalla linea elettrica e dotata di una batteria UPS, dispone di un’antenna GPS con scheda GSM
connessa alla rete di telefonia cellulare.
In caso di mancanza di corrente elettrica, la centralina di controllo viene automaticamente
alimentata dalla batteria UPS che ha un’autonomia di 12 ore e immediatamente viene inviato
tramite GSM una comunicazione sms alla scheda telefonica a disposizione del manutentore
dell’impianto presente sul posto ed operativo 24h.
La centralina è connessa a due sensori (del tipo laser o onde) che misurano il livello del
pelo libero dell’acqua in prossimità dell’opera di presa; il secondo sensore viene attivato solo
in caso di guasto del primo sensore (contestualmente la centralina invia sms di notifica del
guasto all’addetto manutenzione).
Il perfetto funzionamento della paratoia mobile viene garantito da quattro dispositivi di
sicurezza appositamente progettati che vengono nel seguito elencati.
a) Mancanza di alimentazione elettrica
In caso di mancanza di corrente elettrica, la centralina di controllo viene automaticamente
alimentata dalla batteria UPS che ha un’autonomia di 12 ore e immediatamente viene inviato
tramite GSM una comunicazione sms alla scheda telefonica a disposizione del manutentore
dell’impianto presente sul posto ed operativo 24h.
b) Guasto al sensore del livello dell’acqua
La centralina è connessa a due sensori (del tipo laser o onde) che misurano il livello del pelo
libero dell’acqua in prossimità dell’opera di presa; il secondo sensore viene attivato solo in
caso di guasto del primo sensore (contestualmente la centralina invia sms di notifica del
guasto all’addetto manutenzione).
c) La paratoia mobile si richiude quando il livello di acqua supera i 150cm
Il circuito idraulico ed i pistoni sono progettati affinché possano sostenere la pressione
idrostatica prodotta da uno spessore di acqua non superiore a 150 cm; infatti, su ogni pistone
agisce una valvola di massima costituita da una semplice molla tarata che, raggiunta la
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pressione idrostatica prevista (corrispondente a 80cm di acqua), si apre facendo fuoriuscire il
fluido dai pistoni al circuito, e quindi, abbassare, fino a scomparire la paratoia mobile.
d) La paratoia mobile si richiude manualmente in qualsiasi caso
I pistoni del circuito idraulico sono asserviti anche ad un dispositivo di sicurezza manuale
meccanico che consente l’apertura della valvola in qualsiasi momento e la chiusura della
paratoia.
La presenza dei dispositivi di sicurezza sopra descritti consente di asserire che non esiste
tecnicamente la possibilità che la paratoia mobile resti aperta in occasioni di portate che
determinino uno spessore di acqua superiore a 150cm al di sopra della briglia esistente.
La paratoia mobile in funzione delle portate
La paratoia mobile a ventola viene utilizzata per avere un tirante idraulico sufficiente a
consentire la derivazione delle acque in corrispondenza della briglia esistente, quando questo
risulta non sufficiente a tale scopo (piccole portate).
Il tirante idraulico minimo necessario è di 150 cm al di sopra del coronamento superiore
della briglia esistente. Si evidenzia che, allo stato attuale, il tirante idraulico di 150cm al di
sopra del coronamento superiore della briglia esistente, è attivato con una portata pari a circa
94 mc/s.
Pertanto con portate inferiori a 94 mc/s la paratoia mobile a ventola garantirà il tirante
idraulico alzando gradualmente il pannello e consentendo di avere la quota richiesta.
Per portate superiori a 94 mc/s la paratoia sarà completamente abbassata ricreando la
situazione attuale: l’intera sezione sarà restituita all’alveo fluviale e sarà consentito il
passaggio del detrito solido non provocando accumuli di materiale a monte della briglia
stessa.
In ogni situazione di apertura della paratoia sarà sempre mantenuto il valore del Rilascio
Minimo Vitale garantito attraverso la profilatura al di sopra della paratoia stessa e la scala di
risalita dei pesci.
Si evidenzia che sarà cura del proponente effettuare le necessarie verifiche statiche e
sismiche sulla funzionalità del complesso briglia-paratoia, e sulla rispondenza alle vigenti
normative del Testo Unico sull’Edilizia (es. deposito Genio Civile Sismica, certificato di
conformità impianto paratoia, …).
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Valutazione delle interferenze con l’opera idraulica esistente
La briglia esistente svolge principalmente una funzione per il tratto di fiume considerato;
idraulicamente la briglia consente di ridurre la velocità di scorrimento dell’acqua in
corrispondenza di un tratto di fiume in cui la pendenza del letto è elevata per evitare fenomeni
di erosione del letto del fiume con conseguente trasporto di materiale.
Tali funzionalità della briglia, appena espresse, vengono completamente mantenute e
garantite con l’intervento in progetto che non interferisce con la funzionalità propria della
briglia esistente.
La paratoia mobile non costituisce quindi una nuova opera trasversale in alveo, ed è stato
dimostrato che non determina modifiche sostanziali alle opere idrauliche es istenti; inoltre
l’inserimento della paratoia mobile sulla briglia e tutti gli altri interventi connessi non sono
permanenti, bensì possono essere rimossi ricostituendo la situazione originaria.
Si precisa inoltre che l’inserimento della paratoia mobile risulta indispensabile anche per
ottenere una producibilità elettrica annua media tale da determinare un Businnes Plan
economico sostenibile ai fini della realizzazione dell’impianto.
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3.1.2 Opera di presa
L’opera di presa è costituita da una vasca di accumulo interrata posta in sponda sinistra;
questa riceve l’acqua dalla derivazione dalla quale, previa vagliatura attraverso un
dissabbiatore, viene immessa nella camera di carico della centrale di produzione.
La captazione è costituita da griglie di presa autopulenti, poste in fregio all’alveo del
fiume; queste sono costituite da una lamiera forata con sviluppo trasversale di un quarto di
circonferenza (raggio 0.8 m) e di larghezza 3 metri. Sulla superficie di tale griglia scorre una
lamiera che consente, la regolazione dell’apertura della stessa, ed allo stesso tempo la pulizia
dell’opera di presa.
L’opera di presa è munita di una paratoia laterale a movimento meccanico idraulico di rilascio
al fiume del materiale solido accumulato e dell’acqua, tramite piccola apertura nella briglia
esistente.
La vasca di presa, sulla quale sono poste le griglie, ha un fondo inclinato verso valle ed è
munita di sensori per il livello dell’acqua prima e dopo la griglia che regolano:
- la frequenza di pulitura della griglia stessa;
- l’ingresso dell’acqua nella vasca in caso di riempimento della vasca stessa;
- la chiusura totale o parziale dell’impianto in caso di piena, fuori servizio o
manutenzioni.
Essa ha funzione anche di dissabbiatore che consente di far sedimentare il residuo sabbioso
in modo da impedire l’ingresso nella camera di carico.
Una paratoia laterale, consente il periodico svuotamento della vasca – scarico di fondo –
consentendo, tra l’altro, il naturale trasporto solido del fiume. La paratoia sarà automatizzata e
gestita da un sistema automatico di telecontrollo e tele gestione, comandato da un misuratore
di livello solido del fondo della vasca. Tutti gli organi di manovra saranno accessibili per
mezzo di una passerella di servizio.
3.1.3 Scala di risalita per i pesci
Per garantire il passaggio della fauna ittica, ad oggi impedito dalla presenza della briglia,
sarà costruita una scala di risalita per i pesci, posta in sponda sinistra del fiume, a contatto con
la briglia esistente, ma con struttura di supporto indipendente rispetto alla briglia. Attraverso
questo canale sarà garantito anche il passaggio del DMV.
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3.1.4 Centrale di produzione
La centrale idroelettrica delle dimensioni in pianta di circa 20 mq, sarà costituita da
struttura in conglomerato cementizio armato. La centrale è completamente interrata; l’accesso
è eseguito in trincea. La centrale è atta a contenere la turbina, il generatore, e nella parte più
bassa il canale di rilascio dell’acqua al fiume; il trasformatore e tutte le attrezzature di
controllo dell’impianto saranno posizionate in locale tecnico esterno. Parte della copertura
sarà amovibile per consentire il posizionamento e l’eventuale rimozione per la manutenzione
della turbina e degli altri macchinari.
Una peculiarità dell’intervento proposto è la scelta di una turbina a bulbo. Vantaggio di
questa soluzione è la sostanziale insensibilità dei macchinari di produzione ad eventuali
fenomeni di allagamento, ed alla potenziale rumorosità che viene pressoché annullata dal fatto
che il gruppo turbina-alternatore sono a bagno.
La turbina con albero verticale, sommerse per la produzione di energia elettrica da fonte
idraulica è stata dimensionata per lavorare fino ad una portata massima di 2,5 mc/sec.
3.1.5 Canale di rilascio
Scopo del canale è quello di conferire la portata in uscita dalle turbine all’alveo che si trova
più in alto mantenendo una velocità bassa e costante per non provocare eccessive perdite di
carico.
Il punto di restituzione si trova circa 230 metri più a valle dell’opera di presa.
Il canale sarà completamente interrato fino al punto di restituzione in alveo; il tratto
terminale sarà realizzato da setti in cls di altezza circa 50 cm protetti da massi ciclpici.Anche
la sponda opposta del letto del fiume, in corrispondenza dello scarico sarà protetto con i
massi.
Lo scarico sarà sommerso; la restituzione delle acque avverrà quindi con velocità ridotte e
direttamente nell’alveo fluviale, in modo da non creare punti critici di erosione locale e non
alterare le caratteristiche dell’alveo fluviale.
3.1.6 Viabilità
L’area dove verrà realizzato l’impianto è facilmente raggiungibile da un accesso che s i
imbocca dalla Strada Provinciale Arceviese, in località Bettolelle, da questa strada si diparte
un tratturo che raggiunge l’argine destro del fiume in prossimità della briglia. In questa zona è
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presente un accesso carrabile all’area fluviale che supera l’argine del fiume. Questo verrà
adeguatamente trattato per garantire l’accesso all’area fluviale ai mezzi di cantiere, senza
intaccare la funzionalità dello stesso.
3.2 Potenzialità tecniche dell’impianto
Le potenzialità teoriche dell’impianto sono determinate sulla base del salto morfologico e
delle portate rilevate del corso d’acqua.
Il rilievo topografico unitamente all’analisi morfologica, hanno consentito di determinare il
salto di quota naturale di circa 2,20 metri. Considerando l’inserimento della paratoia mobile,
il livello del pelo libero di monte si alza di 1,50 metri; il salto totale risulta così essere pari a
3,70 metri.
Nel determinare la potenza di carico complessiva sono state considerate le perdite di carico
concentrate nel tratto comprendente il passaggio attraverso la griglia di presa, che risultano
pari a 0,20 metri. Il salto motore netto risulta così essere pari a 3,50 metri.
3.2.1 Calcolo della potenza installata
La potenza installata è la potenza teoricamente sviluppabile dall’impianto ed è dunque
funzione del salto utile netto e della portata massima derivata. Essa è valutata nel seguente
modo:
max. QHgP nettoinst ⋅⋅=
Dato che il salto naturale disponibile, comprensivo di briglia mobile, è 3,50m ricavo la
potenza massima installata:
- Hnetto = Sul è il salto motore netto pari a 3,50 metri
- Qmax è la portata massima effluente in turbina pari a 2,50 mc/sec
- G è l’accelerazione di gravità pari a 9,81 m/sec
La potenza massima effettiva dell’impianto è dunque pari a:
P Inst. = 9,81 x 2,5 x 3,50 = 85,80 kW
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3.2.2 Calcolo della Producibilità media annua
La producibilità media annua è la quantità di energia elettrica prodotta in un anno tenendo
conto della variabilità delle portate derivate. La curva delle portate derivate Q(t) è ricavabile
con le stesse considerazioni riportate per il calcolo della portata media derivata, vale a dire:
Per portate Q > Qmax, Q = 2.50 mc/sec (nei periodi con portate maggiori di quella massima
di progetto, la portata derivata è pari proprio a quella massima)
Per portate Q < Qmax , Q = Q(t).
La producibilità media annua è dunque pari a:
∫ ⋅⋅⋅⋅=
365
0
)()()( dtttQHgtEnetto
η 1
Risolvendo l’integrale in maniera finita con un opportuno foglio di calcolo, si ottiene una
producibilità pari a 233630 kWh
3.2.3 Sintesi dei principali dati di progetto
Portata massima derivata (richiesta dalla domanda di concessione)= 2,50 mc/sec
Portata media di concessione = 0,91 mc/sec
Salto utile lordo = 3,70 m
Salto motore netto = 3,50 m
Potenza nominale media di concessione = 33,00 kW
Potenza installata (massima) = 85,80 kW
Producibilità media annua = 233 630 kWh
I Si è assunto, come per il calcolo della potenza effettiva, il valore del rendimento costante e pari a 0,85.
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3.3 Incidenza del prelievo sulla risorsa idrica
Il progetto prevede la derivazione d’acqua in sponda destra orografica del fiume Misa;
l’acqua viene prelevata immediatamente a monte della briglia esistente e viene
completamente rilasciata 230 metri a valle di essa. La portata derivata è significativa, se
confrontata con il regime delle portate del fiume Misa nel corso dell’anno; la caratteristica del
progetto è tale però da non interferire con il normale deflusso delle acque del fiume Misa per
le seguenti motivazioni:
- il tratto sotteso dall’impianto è minimo, poiché la presa ed il rilascio sono posti
immediatamente prima e dopo le opere idrauliche esistenti, che distano circa 230
metri;
- la paratoia mobile non costituirà una interruzione completa del flusso del fiume,
poiché verrà in ogni caso garantito il passaggio del Deflusso Minimo Vitale, e la
profilatura della stessa da traverso parte della portata;
- nel caso in cui la portata del fiume sia minore del valore minimo di derivazione, la
paratoia mobile si abbasserà completamente consentendo di riportare la briglia alla
situazione attuale; questo avverrà in ogni caso quando la portata fluviale sarà
minore o uguale al deflusso minimo vitale;
- l’acqua derivata, a seguito del passaggio nella turbina idraulica, sarà
completamente rilasciata al fiume a valle della briglia esistente senza alcuna
modifica delle caratteristiche delle acque.
3.4 Il periodo di prelievo
La quantità di acqua derivata varierà durante l’anno, dipenderà dalla portata normale del
fiume Misa, decurtata del valore del Deflusso Minimo Vitale.
In base a considerazioni basati sulla curva di utilizzazione della portata e facendo una
valutazione sui costi-benefici derivanti dalla produzione di energia elettrica (vedi CD2
“Relazione Idrologica - idraulica”), si è scelto, un valore di portata massimo derivabile di 2,50
mc/s, disponibile per circa 75 giorni all’anno.
Nella tabella seguente sono riportati i dati di portata derivabile mensile ed annua.
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Come si può notare la durata del prelievo è di circa 10 mesi; i restanti 2 mesi l’impianto
rimarrà chiuso. In ogni caso quando la portata fluviale scenderà al di sotto del Deflusso
Minimo Vitale, l’impianto non sarà in funzione.
Qdisp. (mc/sec)
Durata (%)
Durata (gg/anno)
Quti.
(mc/sec) 30 1.37% 5 2.5 25 1.64% 6 2.5 20 2.05% 7.5 2.5 15 2.81% 10.25 2.5 10 4.38% 16 2.5 5 10.07% 36.75 2.5
2.5 20.68% 75.5 2.5 2.4 21.23% 77.5 2.4 2.3 22.19% 81 2.3 2.2 22.81% 83.25 2.2 2.1 23.97% 87.5 2.1
2 24.86% 90.75 2 1.9 26.03% 95 1.9 1.8 26.85% 98 1.8 1.7 28.56% 104.25 1.7 1.6 30.00% 109.5 1.6 1.5 31.58% 115.25 1.5 1.4 33.56% 122.5 1.4 1.3 34.25% 125 1.3 1.2 35.21% 128.5 1.2 1.1 36.78% 134.25 1.1
1 38.77% 141.5 1 0.9 41.03% 149.75 0.9 0.8 43.01% 157 0.8 0.7 45.41% 165.75 0.7 0.6 46.85% 171 0.6 0.5 48.29% 176.25 0.5 0.4 52.05% 190 0.4 0.3 56.23% 205.25 0.3 0.2 58.97% 215.25 0.2 0.1 64.66% 236 0.1
0 100.00% 365 0
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3.5 Deflusso Minimo Vitale
Per la valutazione della portata istantanea derivabile dal fiume Misa alla sezione di
interesse risulta indispensabile la preliminare valutazione della portata di deflusso minimo
vitale del corso d’acqua.
Seppur poco significante, poiché l’impianto in oggetto non genera un tratto di fiume
sotteso dalla derivazione (lo scarico si trova pochi metri a valle dell’opera di presa, ai piedi
della briglia esistente), si è ritenuto di rilasciare un DMV max pari a 560 l/s, attraverso la
scala di rimonta dei pesci.
Per il calcolo del DMV specifico per la sezione di interesse della derivazione in questione,
si è fatto riferimento alla formula proposta dal PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
(PTA), sezione D, Allegato I, II, approvato con D.A.A.L.R. N°145 DEL 26/01/2012.
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3.6 Monitoraggio delle utilizzazioni in atto
Ai sensi dell’art. 95, comma 3del DLgs 152/2006 e dell’art. 67 delle NTA del PTA dovrà
essere installata e manutenuta in regolare stato di funzionamento ai fini della predisposizione
del bilancio idrico, del rispetto del DMV, dell’efficace attuazione di misure di risparmio e di
razionalizzazione, idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi d’acqua
pubblica derivati, in corrispondenza dei punti di prelievo e, ove presente, di restituzione,
nonché gli obblighi e le modalità di trasmissione dei risultati delle misurazioni dell’Autorità
concedente per il loro successivo inoltro alla regione ed alle Autorità di bacino competenti.
Per la valutazione delle portate defluenti nel fiume Misa, verrà realizzato un sistema di
telerilevamento in modo da
monitorare in tempo reale i volumi in
transito compreso tra le opere di presa
e la restituzione. Il sistema pertanto
prevede il posizionamento della
stazione di monitoraggio in telemisura
sull’opera di presa con sensore di
livello posto subito a monte della
soglia di sfioro ad adeguata distanza in
modo da non risentire degli effetti di
richiamo della traversa. Dovrà inoltre
essere condotta una campagna di
misura di portata per stabilire il livello
idrometrico rispetto al punto più basso
della soglia di sfioro che corrisponde
alla portata fissata per il DMV,
attraverso la scala di risalita dei pesci.
Ai fini del rispetto del DMV quindi
non si utilizzerà lo scarico derivante dalla paratoia per la pulizia della camera di carico ma
un’apertura apposita posta a monte della scala di risalita dei pesci.
Si riporta quindi di seguito la proposta di soluzione tecnica da adottare (strumentazione,
modalità di registrazione e trasmissione dati) al fine della verifica sul rispetto del DMV e
delle portate derivate.
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La scelta tecnica proposta è stata pensata avendo come obiettivo la lettura in tempo reale
della portata idrica naturale, quella captata e quindi quella lasciata defluire in alveo,
chiaramente a fronte della conoscenza geometrica dell’apertura del DMV e quindi del suo
quantitativo.
Per quanto riguarda il monitoraggio della portata naturale si procederà come segue.
Il sensore ad ultrasuoni, con uscita 4/20 mA a tre conduttori, in realtà leggerà, una volta
installato sul supporto di rilevazione, in tempo reale il livello dell’acqua a monte della
traversa di captazione ossia il livello mantenuto a monte per la presenza della briglia. Da
questo dato rilevato, un software calcolerà il valore di portata, che perverrà poi all’autorità
competente, mediante la formula dello stramazzo a parete grossa di seguito riportata
2/32385.0 HgbQ ⋅⋅⋅=
in cui le lunghezze sono espresse in m e la portata in mc/s.
Alla luce della formula riportata e delle grandezze coinvolte, lo strumento sarà posizionato
e tarato in modo tale che possa essere misurato il livello H mentre il software procederà ai
calcoli derivati a partire dalla geometria dell’apertura della scala di risalita dei pesci e della
quota del coronamento della briglia. Per chiarire il funzionamento del monitoraggio portiamo
di seguito alcuni casi esemplificativi:
- condizione per cui il livello che si instaura a monte della briglia (quindi rilevato dal
sensore) è al di sotto della quota captabile. Il software calcolerà la portata in base alla formula
sopradescritta considerando prima il soddisfacimento dell’apertura della scala di risalita dei
pesci poi la geometria dello stramazzo della briglia. Avremo così il valore della portata in
tempo reale che transita in alveo.
- condizione per cui il livello dell’acqua è superiore a quello di captazione ossia risulta
superiore a quello impostato per soddisfare il DMV. La portata naturale verrà calcolata come
somma tra il Rilascio in Alveo (caso sopra esposto) e la portata turbinata.
Per la conoscenza della quantità idrica turbinata, sarà letto il valore dell’apertura
percentuale del distributore della turbina (noto a partire dalla potenza prodotta dal generatore
o direttamente dal quadro).
Il software implementerà anche questo dato e lo trasmetterà all’Autorità competente.
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La portata lasciata scorrere in alveo, escludendo il caso di magra o di chiusura
dell’impianto in cui il quantitativo naturale richiamato dalla quota dell’apertura del Deflusso
Minimo Vitale transiterà in alveo, sarà direttamente valutabile dal sensore di livello.
Lo schema di trasmissione dati che viene adottato quindi dal fabbricato centrale dalla
turbina arrivano alla PLC (centralina di controllo) e condotti tramite linea ADSL in tempo
reale alla rete.
3.7 Interferenza dei lavori con le captazioni idropotabili esistenti
Nel tratto considerato, il letto del fiume Misa, non sono presenti pozzi o prese di natura
idropotabile e/o a scopo irriguo, pertanto si ritiene che la derivazione non abbia interferenze di
alcun tipo con altre opere idrauliche.
3.8 Quadro economico Per procedere alla valutazione economica dell’impianto idroelettrico, appurato
l’andamento della potenza generabile e dell’energia effettivamente utilizzabile nel periodo di
funzionamento dell’impianto stesso, si procede alla valutazione di tutte le voci ripartite in
costi d’investimento (opere civile, macchinari, manodopera, progetti, permessi) e oneri di
gestione (consumi, costi di manutenzione e fissi).
Per verificare la validità economica dell’intervento si confrontano i costi di investimento
con il risparmio energetico ottenibile. L’analisi economica è estesa al tempo di vita
dell’investimento e viene effettuata applicando un opportuno tasso di attualizzazione.
3.8.1 Potenza generabile dall’impianto
Nelle valutazioni economiche si è considerata una quantità si energia effettivamente
utilizzabile, in via cautelativa, tenendo conto del regime variabile delle portate, di possibili
guasti all’impianto, delle eventuali manutenzioni ecc, e quindi diminuita di circa l’85%, pari a
234000 kWh.
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3.8.2 Sostenibilità economica dell’iniziativa
I costi di investimento per la realizzazione delle opere civili ammontano a circa €
110.000,00; i costi dei macchinari come da offerta preliminare in possesso della ditta
committente, ammontano a € 140.000,00, ed i costi per la realizzazione della paratoia mobile
come da specifico preventivo ammontano a € 15.000,00.
Le spese per la progettazione, l’istruttoria e l’ottenimento dei permessi si possono stimare
nella misura del 10% dell’importo delle opere civili e quindi in € 11.000.
Il costo annuo di manutenzione delle opere e degli impianti possono essere stimate pari a
circa € 3.000 annui.
I costi di gestione sono limitati dall’automazione dell’impianto; sarà necessario un
controllo massimo di un operatore per quattro ore settimanali, per un costo annuo stimato in €
1440,00 (30 €/ora x 4 ore mensili).
Ai costi sopra descritti andranno aggiunti i costi dei diritti di superficie per l’affitto dei
terreni che è stato stimato in circa 1.200 €/anno, ed i costi assicurativi che potrebbero
ammontare a circa 1.500 €/anno.
Il ricavo dalla vendita dell’energia prodotta dall’impianto idroelettrico = 234.000
kWh/anno x 0,22€/kWh = 51.480 €/anno.
La tariffa omnicomprensiva stabilita dal nuovo decreto per le fonti rinnovabili sarà pari a
0,219 €/kWh; detta tariffa comprende il prezzo dell’energia e degli incentivi legati ai
Certificati Verdi per le fonti rinnovabili.
Utilizzando la formula finanziaria per il calcolo dell’ammortamento semplice
dell’investimento A = C/(R – G) = 276000 €/ (51480 € - 7140 €) = 6,22 anni
Considerando come ipotesi una previsione di vita dell’impianto di 25 anni l’ammortamento
dell’impianto idroelettrico potrà avvenire in circa 6,22 anni di esercizio e quindi
l’investimento risulta economicamente vantaggioso e sostenibile nel tempo.
3.8.3 Convenienza economica
La convenienza economica dell’investimento è valutato ipotizzando, in via cautelativa, una
vita utile dell’impianto pari a circa 25 anni ed un tasso d’interesse del 4%.
Applicando i metodi della matematica finanziaria come sotto indicato, si sono calcolati:
- R0 = ricavi attualizzati;
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- C0 = costi attualizzati;
- Tir = Tasso interno di rendimento, che rappresenta virtualmente, il tasso di interesse
che l’azienda (creditore) pratica all’immobilizzo (richiedente del prestito) a seguito del
prestito (cioè investimento) concessogli.
110.809)04,01(04,01)04,01(
1219,0000.23425
25
0 =+⋅
−+⋅⋅=R
50,218.388)04,01(04,01)04,01(
400.1)04,01(04,01)04,01(
000.300.26525
25
25
25
0 =+⋅
−+⋅+
+⋅
−+⋅+=C
50,891.4200 =V
Il tasso dell’investimento pari a
%9,2150,218.388
110.80925 =−=Tir
Come evidenziato, l’investimento ha una buona valenza economica.
L’analisi economica conferma che l’idroelettricità in piccola scala risulta normalmente
competitiva rispetto alle altre fonti tradizionali, soprattutto quando per queste ultime vengono
calcolati gli effettivi costi globali unitari.
Infine, considerata l’importanza del rispetto ambientale, valore emerso con particolare
evidenza in questi tempi e per il quale è auspicabile un interesse sempre più ampio per il
futuro, si può certamente confermare che le micro e mini – centrali presentano ampie garanzie
in tal senso contribuendo ad abbattere emissioni nocive in atmosfera.
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4. L’analisi degli impatti prevedibili
4.1 Fase di realizzazione
Le opere necessarie alla realizzazione della centrale idroelettrica sono previste in sponda
destra e non interferiscono con il deflusso delle acque.
I lavori da eseguirsi in alveo (briglia mobile, canale di scarico) non richiedono deviazioni
e/o interruzioni del flusso delle acque del fiume, ma solamente delle parzializzazioni del letto
del fiume, considerato che nel periodo estivo in cui saranno effettuati, il deflusso viene di
norma solo in una piccola porzione del letto fluviale.
Sul territorio oggetto dell’intervento si predisporrà un’area di cantiere permanente.
Quest’area verrà mantenuta durante tutte le fasi di costruzione ed adoperata come deposito
provvisorio per lo stoccaggio dei materiali da costruzione. Esso fungerà da base logistica per
le eventuali postazioni temporanee, anche per quanto riguarda le attività di controllo e di
direzione lavori. Questo per assicurare lo sviluppo contemporaneo delle varie lavorazioni.
La realizzazione delle opere in alveo necessiterà di interventi che verranno realizzati nel
periodo siccitoso ed in un arco temporale di poche settimane; durante tali lavorazioni verrà
eseguito un adeguamento del fondo alveo ed un by-pass temporaneo per consentire il deflusso
continuo della risorsa idrica.
Le postazioni temporanee si attiveranno progressivamente in funzione dello svolgersi delle
lavorazioni e dipenderanno quasi completamente dalla postazione permanente.
Tutte le fasi di cantiere saranno svolte nel rispetto della normativa inerente la sicurezza dei
lavoratori (in particolare D.Lgs. 81/’08).
4.1.1 Programma di realizzazione delle opere
La realizzazione della centrale idroelettrica è studiata per consentire la suddivisione del
cantiere in parti funzionali indipendenti: ultimata ciascuna parte d’opera sarà possibile
procedere al ripristino delle aree interessate ed alla loro rinaturalizzazione, quindi il cantiere
avrà un limitato sviluppo superficiale e si svilupperà per tratti successivi previo ripristino
delle aree e loro rinaturalizzazione.
Le lavorazioni saranno eseguite delimitando le aree di cantiere mediante opportuna
recinzione in pali e rete plastificata.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 29
L’accesso all’area di cantiere è garantito dalla viabilità esistente attraverso un accesso che
si imbocca dalla Strada Provinciale Arceviese, in località Bettolelle, da questa strada si
diparte un tratturo che raggiunge l’argine destro del fiume in prossimità della briglia. In
questa zona è presente un accesso carrabile all’area fluviale che supera l’argine del fiume.
Questo verrà adeguatamente trattato per garantire l’accesso all’area fluviale ai mezzi di
cantiere, senza intaccare la funzionalità dello stesso.
4.1.2 Movimentazione di materiali
Sono previste operazioni di scavo e sbancamento del terreno finalizzate alla realizzazione
delle opere civili. Tali opere sono di modesta entità, in conseguenza delle dimensioni puntuali
dell’intervento.
I materiali movimentati saranno poi impiegati in cantiere per le operazioni di rinterro dei
volumi di scavo e per la rinaturalizzazione dei luoghi; l’eventuale materiale di esubero sarà
poi portato in sito idoneo o smaltito con le modalità previste per legge.
Informazioni specifiche sui materiali movimentati sono riportate nell’elaborato VA 03
Studio Preliminare Ambientale
4.2 Effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera
Le operazioni di realizzazione delle opere in progetto non comportano impatti sostanziali
sui comparti ambientali: suolo, sottosuolo, acque superficiali, acque profonde, clima e fauna.
Per quanto riguarda il comparto vegetazione è previsto il taglio di parte della fascia
ripariale per consentire la realizzazione di restituzione delle acque al fiume e delle opere di
presa. In conseguenza di questo è prevista un’opera di compensazione tramite
rinaturalizzazione di un’area (pari alla fascia ripariale coinvolta nell’intervento).
Dal punto di vista del paesaggio non viene indotta nessuna alterazione né puntuale né
generale, e non viene precluso il godimento delle bellezze panoramiche del luogo, né degli
elementi del patrimonio storico culturale, archeologico o ambientale.
In fase di esercizio non sono generate emissioni di alcun tipo e il rumore prodotto risulta
essere molto limitato.
L’utilizzo della risorsa naturale non comporta la riduzione quantitativa né la modifica
qualitativa.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 30
Gli unici effetti sull’ambiente fluviale sono:
- riduzione di portata nel tratto compreso tra la presa e la restituzione;
- innalzamento del livello del pelo libero a monte della paratoia mobile.
Nel primo caso verrà comunque garantito il Deflusso Minimo Vitale nella quantità stabilita
dalle normative regionali (vd. “Relazione Idrologica ed Idraulica” VA2); il corso naturale del
fiume non verrà quindi interrotto; inoltre il volume di acqua prelevato verrà rilasciato più a
valle senza che essa abbia subito modifiche nella qualità e composizione della stessa.
L’innalzamento del livello dell’acqua causato dallo sbarramento temporaneo (che
garantisce in ogni caso il passaggio del DMV), produce una riduzione della velocità di
deflusso della portata, con conseguente aumento della superficie bagnata a monte della
traversa mobile. Questo effetto si risente in maniera significativa solo per poche decine di
metri a monte della traversa mobile non creando alcuna problematica idraulica all’area
fluviale. Infatti, l’innalzamento del livello idrico di 150 cm non provoca danni agli argini
fluviali esistenti né per quanto riguardo le altezze degli argini stessi, né per la stabilità dovuti
alla spinta idrostatica.
L’impatto sull’atmosfera e sulla salute pubblica risulta positivo grazie alla riduzione di
produzione di CO2 dovuta all’utilizzo di energia da fonte rinnovabile e contribuisce al
raggiungimento degli obiettivi sottoscritti dall’Italia nella convenzione di Kyoto.
4.3 Impatti sull’ambiente fluviale
Nel tratto del fiume Misa interessato dal progetto, l’alveo appare costituito da depositi
ghiaiosi ed aggregati argilloso – limoso – sabbioso, in orizzonti variamente intercalati tra loro,
di discreto spessore e poggianti sul substrato argilloso – marnoso plio – pleistocenico.
Il Misa subisce forti variazioni di portata, in corrispondenza delle piogge autunnali o
primaverili, ma la natura del substrato previene i danni causati dalle brevi piene. Le portate si
riducono fortemente nel periodo estivo, ma la copertura vegetale presente nel tratto difende il
corso d'acqua dalla forte evaporazione.
Il rapporto con gli ecosistemi è un aspetto fondamentale da tenere presente nella
progettazione di un impianto idroelettrico; esistono due aspetti che sono strettamente collegati
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con il prelievo di acque superficiali e la realizzazione delle opere in questione e che possono
generare impatti di diversi ordini:
a) impatto relativo alla variazione (diminuzione) della quantità dell'acqua, con possibili
conseguenze conflittuali per gli utilizzatori ed effetti sulla fauna acquatica;
b) impatto derivante dalle operazioni di realizzazione delle opere.
Per quanto riguarda la fauna ittica il fiume Misa appartiene al distretto ittiofaunistico
marchigiano - umbro; per questo l’ittiofauna del Misa è strettamente legata a quella tipica dei
piccoli corsi d’acqua. Tra le specie ittiche, si rileva la sola presenza del cavedano,
dell’arborella, e della carpa, presenti con esemplari di piccola e media taglia.
La diminuzione della portata di acqua dovrà rispettare il corretto valore del deflusso
minimo vitale (DMV); in questo modo non vengono recati danni alla deposizione,
incubazione, la crescita ed il transito dei pesci.
La ridotta entità dell’intervento ed il fatto che ad impianto avviato non ci saranno fattori di
inquinamento, induce ad affermare che l’habitat rimarrà inalterato e pertanto l’opera non avrà
incidenza su tali specie.
4.4 Mitigazione dell’impatto dell’intervento
Si riassumono le misure di compensazione e mitigazione dell’impatto dell’opera,
riportando anche quelle che sono state integrate nella progettazione stessa.
Paratoia mobile:
- controllo del flusso della portata;
- realizzazione di una scala di risalita dei pesci per consentire il passaggio delle
specie ittiche lungo l’asta fluviale;
- mantenimento delle caratteristiche geometriche attuali della sezione al fine di non
variare il rischio di esondazione.
Acque superficiali:
- rilascio di una portata di deflusso minimo vitale lungo il tratto di fiume sotteso
dall’opera di presa alla restituzione, tale da mantenere la funzionalità biologica
dell’habitat;
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- possibilità di esclusione totale dell’impianto in qualsiasi momento tramite chiusura
delle paratoie di presa;
- realizzazione di opere parzialmente e completamente interrate o che non
modificano l’attuale profilo del terreno in modo da non ridurre la volumetria di
invaso del bacino di espansione.
Opere di presa:
- Progettazione architettonica mirata a ridurre l’impatto visivo dell’opera
- Collocazione dell’opera interrata in modo da non modificarle il profilo attuale
della sezione fluviale.
Centrale di produzione:
- realizzazione dell’opera interrata;
- utilizzo di turbina sommergibile che consento il posizionamento delle strutture a
quota più bassa;
- configurazione architettonica e meccanica che impedisce la propagazione
dell’emissione sonora verso i recettori sensibili presenti.
Impianto elettrico:
- posizionamento dell’allaccio in un punto ed a una quota tale da risultare sicuro
rispetto ai fenomeni di esondazione in seguito alla piena bicentenaria;
- realizzazione di cavidotto completamente interrato in modo da evitare rischi di
impatto od elettrocuzione da parte della fauna aviaria ed il rischio di radiazioni
elettromagnetiche.
Pista di accesso:
- realizzazione in materiale permeabile (ghiaie compattate) per non modificare le
caratteristiche di permeabilità del suolo;
- piantumazione lungo la pista di una cortina vegetale formata da essenze autoctone
per il mascheramento della struttura.
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4.5 L’opera nella fase di esercizio
L’intero impianto è altamente automatizzato e perciò basterà un controllo visivo
settimanale dell’opera di presa, dell’edificio della centrale e dello scarico in alveo.
Tutte le funzioni di sgrigliamento, spurgo dell’opera di presa e della vasca di carico,
adattamento alla portata e regolazione del macchinario, avverranno completamente in
automatico tramite messaggi testuali sul telefono cellulare del gestore.
Le revisioni del macchinario avverranno annualmente con un controllo dei principali
componenti, ossia paratoie, sgrigliatore, valvola di macchina turbina, alternatore e
trasformatore. Verranno verificate le soglie di allarme e le funzioni di arresto d’emergenza e
scatto automatico.
Tutto ciò garantirà la massima efficacia e sicurezza d’esercizio dell’impianto.
Come visibile dalle tavole di progetto l’opera di scarico è stata prevista con adeguata
protezione e comunque la velocità delle acque di rilascio è modesta e non determina alcun
fenomeno di erosione.
4.6 Gestione dell’esercizio
Come indicato la gestione dell’esercizio è per lo più automatizzata e quindi sarà necessario
un controllo massimo di un operatore per circa una volta a settimana. Si verificherà quindi un
traffico di un automezzo leggero con operatore attraverso la strada di accesso alla centrale.
Le caratteristiche dell’impianto, unitamente alla sua collocazione, non determinano
eventuali fattori sinergici con altri impianti posti a monte o a valle.
4.7 Rischio d’incidente
Non esiste alcuna possibilità di accadimento di incidente rilevante; possono accadere
eventualmente danni alle opere dell’impianto, tali comunque da non provocare alcun danno
alle aree fluviali intorno all’impianto.
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5. Strumenti pianificatori, Normative e Direttive d’importanza comunitaria e nazionali che interessano il sito destinato all’edificazione dell’opera.
Di seguito viene riportata una disamina degli strumenti pianificatori e delle normative e
direttive d’importanza comunitaria e nazionali che interessano il sito destinato all’edificazione
dell’opera.
5.1 Analisi dei vincoli paesaggistici, architettonici, archeologici e storico-culturali (d.lgs. 42/2004)
Il fiume Misa ricade nell’ambito di competenza del d.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 sia
secondo l’art.142 – Aree tutelate per legge (ex Legge Galasso di tutela dei beni naturalistici),
il quale stabilisce una fascia di tutela fluviale estesa per 150m su ogni sponda a partire dal
piede dell’argine; sia secondo l’art. 157 – Notifiche, elenchi, provvedimenti ed atti emessi per
normative previgenti (ex D.M. 31/07/1985, vincolo “Galassino”).
Tali vincoli sono recepiti e maggiormente dettagliati dai piani di ordine regionale (PPAR).
La Legge sancisce che le opere in progetto che ricadono all’interno di tali aree necessitano
di un’autorizzazione paesaggistica.
Il sito in esame non ricade all’interno o in prossimità di aree soggette a vincoli
architettonici, archeologici e storico-culturali.
5.2 Analisi delle aree naturali protette (Legge 394/91) La zona interessata dalla costruzione della centrale idroelettrica non ricade all’interno o in
prossimità di aree naturali protette istituite secondo la L.394/91 e s.m. ed i.
L’opera, non influisce sulla qualità delle acque, né modifica la portata defluente a valle
(tutta la portata prelevata viene rilasciata poco più a valle della briglia esistente).
Tenendo ulteriormente conto della limitatezza del tratto in derivazione (circa 10mt tra
punto di presa e di rilascio), risulta evidente che l’intervento in progetto non può avere
nessuna influenza sull’area sopra indicata, né dal punto di vista idraulico, né tantomeno dal
punto di vista di qualsiasi altro aspetto ambientale (emissioni sonore, impatto visuale, ecc.).
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5.3 Analisi delle Aree Naturalistiche di importanza Comunitaria (direttive 92/43/CEE e
79/409CEE)
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recepisce le due
direttive comunitarie (comunemente conosciute come Direttiva “Habitat” e Direttiva
“Uccelli”) istituendo un sistema coordinato e coerente (una “rete”) di aree destinate alla
conservazione della diversità biologica presente nel territorio (progetto “Natura 2000”).
In prossimità del sito in cui si andrà a costruire la centrale idroelettrica non sono rilevabili
aree appartenenti alla rete Natura 2000 sopra citata.
5.4 Analisi del Piano Regionale Paesistico (PPAR) della Regione Marche
Il PPAR disciplina gli interventi sul territorio con il fine di conservare l’identità storica,
garantire la qualità dell’ambiente e il suo uso sociale, assicurando la salvaguardia delle risorse
territoriali. Il piano recepisce i vincoli di ordine nazionale e superiore già indicati nei paragrafi
precedenti; come è visibile nella Tav. 1 del PPAR – Vincoli paesistico ambientali vigenti.
Sottosistemi tematici
Con questa definizione il Piano effettua una classificazione territoriale in funzione delle
componenti fondamentali dell’ambiente presenti nel territorio regionale.
SOTTOSISTEMA GEOLOGICO, GEOMERFOLOGICO E IDROGEOLOGICO
L’area destinata all’inserimento dell’impianto in oggetto è localizzata nella fascia
Subappenninica, lungo la valle del corso del fiume Misa.
L’area non ricade all’interno delle aree segnalate come emergenze geologiche e
geomorfologiche.
SOTTOSISTEMA BOTANICO – VEGETAZIONALE
L’impianto non ricade nei pressi di aree di rilevanza regionale come componenti botanico-
vagetazionali, né di zone ad alto o altissimo valore vegetazionale (BA, BB o BC).
SOTTOSISTEMA STORICO – CULTURALE
Il piano considera l’intero territorio delle Marche come un bene storico-culturale, in quanto
il territorio è stato interamente costruito dall’uomo attraverso i secoli nelle sue componenti
morfologiche, vegetazionali, insediative e infrastrutturali.
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Di conseguenza sono previsti degli indirizzi generali di tutela degli elementi che
costituiscono il paesaggio, considerati singolarmente e nel loro insieme, volti a salvaguardare
l’integrità formale e visuale del contesto territoriale relativo ai beni stessi. In generale viene
richiesto di evitare “[…] elementi di contrasto incontrollato […]”, e per fare ciò gli interventi
devono essere basati “[…] sullo studio attento della distribuzione planimetrica ed altimetrica,
sull’accurata verifica dei rapporti visuali e formali, sul controllo delle altezze dei fabbricati,
dei profili, delle coperture, dei materiali, dei colori, dei dettagli, delle destinazioni d’uso.”
(art.19).
L’intervento in progetto, oltre ad essere di dimensioni puntali, è stato progettato in accordo
ai criteri sopra esposti:
- la disposizione planimetrica delle opere è studiata per occupare la minor impronta
possibile e garantire al contempo la massima efficienza;
- tutte le opere sono di tipo interrato o seminterrato per discostarsi il meno possibile
dall’attuale profilo del terreno.
SOTTOSISTEMI TERRITORIALI
Il piano opera una ulteriore classificazione delle aree territoriali individuando zone
omogenee in base alla rilevanza dei valori paesistico-ambientali. Le zone così individuate
vengono classificate secondo una scala di importanza decrescente di 4 livelli (A,B,C,D) più
una “area di alta percettività visuale relativa alle vie di comunicazione principali” (V).
L’impianto si trova nell’area di tipo C, “Unità di paesaggio che esprimono la qualità
diffusa del paesaggio regionale”, e anche nell’area di tipo V “ambiti annessi alle
infrastrutture a maggiore intensità di traffico”.
L’opera in progetto non contrasta con le indicazioni riportate dal Piano per la zona di
insistenza (art.23), poiché non si operano trasformazioni incompatibili con l’attuale
configurazione paesistico-ambientale.
L’area non ricade nei pressi di zone classificate come parchi o riserve naturali.
L’opera in progetto non contrasta con le indicazioni riportate dal Piano per la zona di
insistenza (art.23), poiché non si operano trasformazioni incompatibili con l’attuale
configurazione paesistico-ambientale.
L’area non ricade nei pressi di zone classificate come parchi o riserve naturali.
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SOTTOSISTEMI TERRITORIALI
Oltre alla classificazione in base a temi e zone omogenee, il Piano definisce anche degli
elementi costituenti il territorio che assieme ai luoghi ad essi circostanti vanno tutelati.
Il piano, in base all’art. 60, lettera 3c delle N.T.A. prevede l’esenzione delle prescrizioni di
base delle “opere pubbliche, i metanodotti e le opere connesse, nonché quelle di interesse
pubblico realizzate dalla SIP e dall’ENEL, previe verifiche di compatibilità ambientale […]”.
Il D.Lgs. n°79/1999 ha liberalizzato il mercato dell’energia, pertanto allo stato attuale non
esiste un unico produttore e distributore di energia elettrica ed i regolamenti normativi riferiti
all’ENEL possono essere estesi a tutti i soggetti produttori.
Di conseguenza l’opera che si va a realizzare gode dell’esenzione dalle prescrizioni di base
del Piano in quanto, come già detto in precedenza, si tratta di un’opera di pubblica utilità
destinata alla produzione di energia da fonti rinnovabile.
CATEGORIE DELLA STRUTTURA GEOMORFOLOGICA
Rispetto alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche del territorio,
l’area non ricade in prossimità di emergenze geologiche e geomorfologiche.
CATEGORIE DEL PATRIMONIO BOTANICO VEGETAZIONALE (TAV.4; TAV.5,
TAV.14)
La zona di interesse non ricade all’interno o in prossimità di elementi costitutivi del
sottosistema botanico-vegetazionale, né di foreste demaniali.
CATEGORIE DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE (TAV.7, TAV.8, TAV.9
TAV.10, TAV.15, TAV.16 TAV.17)
L’impianto in progetto non ricade all’interno delle aree appartenenti al patrimonio storico
– culturale.
In vicinanza del sito non sono presenti punti o percorsi panoramici.
Nei pressi dell’area interessata dall’impianto non si rileva la presenza di elementi del
patrimonio storico e architettonico con cui la nuova opera realizzata possa creare contrasto
visivo.
Non sono presenti nelle vicinanze siti o aree con segnalazione di ritrovamenti archeologici,
né luoghi o manufatti di importanza storica.
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Considerazioni conclusive
In conclusione a quanto finora affermato, il progetto non risulta in contrasto con le
prescrizioni, gli indirizzi, e gli ambiti riportati dal Piano; resta comunque subordinato
all’ottenimento dell’Autorizzazione Paesaggistica.
5.5 Piano di Inquadramento Territoriale (PIT)
Il Piano è concepito come un piano strategico a medio termine, quale disegno generale di
sintesi delle trasformazioni territoriali in funzione dello sviluppo sociale della comunità
regionale. Stabilisce le linee fondamentali di assetto del territorio al fine di garantire la
compatibilità dei programmi di sviluppo economico con i contenuti del PPAR relativi alla
tutela e valorizzazione delle risorse culturali, paesistiche, ambientali e naturalistiche.
In rapporto all’entità del progetto in esame risulta chiaro che la limitata dimensione
dell’opera non rientra direttamente nell’ambito di azione del piano, il quale opera a livello di
coordinamento ed indirizzo degli stessi strumenti di pianificazione territoriale di ordine
provinciale o regionale.
5.6 Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)
Secondo il PAI l’area di interesse risulta ricadere all’interno della fascia di territorio
inondabile assimilabile a piene con tempo di ritorno TR fino a 200 anni.
Le norme di Attuazione relative al piano consentono per le aree della fascia inondabile la
realizzazione di “opere pubbliche e di interesse pubblico connesse alla captazione delle
risorse idriche superficiali o alla loro utilizzazione nel rispetto dei principi dell’art. 22 del
D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 […]”
Il progetto prevede inoltre la risistemazione degli elementi idraulici preesistenti
attualmente in condizione di degrado tali da non consentire il corretto funzionamento.
In conclusione l’opera in progetto non contrasta con le norme attuative perché:
Si tratta di una tipologia di opera consentita dal piano;
- È compatibile con le norme e le prescrizioni dettate dal PAI;
- È previsto un miglioramento delle pere di regimazione delle portate fluviali
(miglioramento della funzionalità della traversa, pulizia dell’alveo e delle sponde).
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5.7 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si configura come un insieme di
principi per l’uso del territorio provinciale, di proposte per il suo riordino e di indirizzi per gli
interventi.
Il progetto è conforme agli indirizzi proposti, in quanto prevede il riutilizzo con
adeguamento funzionale delle opere di idraulica fluviale preesistenti e una progettazione volta
alla massima integrazione delle opere con l’ambiente fluviale circostante, sia dal punto di
vista planimetrico (recupero di strutture esistenti, nuove opere di ridotte dimensioni), che
naturalistico (canalizzazioni di tipo naturale, opere di compensazione della vegetazione
rimossa durante le fasi di costruzione dell’opera, mascheramento vegetale delle strutture).
Questi accorgimenti rendono l’impianto quasi invisibile in fase di gestione.
L’impianto non comporta rischi legati alla possibilità di contaminazione della falda, in
quanto le opere non producono alterazione della qualità delle acque utilizzate, né rilascio di
sostanze inquinanti in falda o nel fiume.
La realizzazione e l’esercizio dell’opera in progetto non produrranno effetti negativi nei
confronti della popolazione, né dovuti ad un peggioramento della qualità della vita, né alla
variazione delle condizioni di rumorosità del sito.
Dal punto di vista idraulico, l’intervento non modificherà le condizioni di deflusso della
portata fluviale, ed inoltre garantirà un certo livello di controllo dello stato del fiume ed una
manutenzione delle opere idrauliche in virtù della presenza dell’impianto.
5.8 Piano Regolatore Comunale (PRG) del Comune di Senigallia
Il sito di interesse è classificato secondo il PRG come “zona agricola”, zona, quindi, in cui
è possibile ubicare impianti di produzione di energia elettrica secondo quanto definito
dall’articolo 12, comma 7 del D.Leg.vo del 29/12/2003 n.387 riguardante “promozione
dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno
dell’elettricità”.
Le norme tecniche di attuazione del PRG, seguono le previsioni e gli indirizzi della
normativa regionale, assumendo così valore vincolante per il territorio del comune di
Senigallia.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 40
In conseguenza di quanto detto e secondo le prescrizioni definiti dalle NTA del PRG, il
progetto non interferisce con le direttive del Piano.
Figura 5.1 – Estratto PRG del comune di Senigallia
In conseguenza di quanto detto e secondo le prescrizioni definiti dalle NTA del PRG, il
progetto non interferisce con le direttive del Piano.
5.9 Piano energetico Comune di Senigallia
Il comune di Senigallia, coerentemente con quanto predisposto dalle normative nazionali,
ed agli indirizzi del Piano Energetico Ambientale, in base al Decreto DDPF n.113/APP_08
del 22/11/2006 (che ha concesso ai Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti - art.
n. 5 legge n.10/91 - le risorse economiche per la predisposizione dei Piani Energetici
Ambientali Comunali) si è dotato di un proprio Piano Energetico Comunale
Tra i contenuti e gli obiettivi presenti in questo piano si legge:
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 41
“…In questo contesto e nell’ambito delle sue competenze il Comune di Senigallia ha ritenuto
opportuno dotarsi di un proprio Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC) al fine di avere uno
strumento operativo di grande portata in grado di integrare il fattore energia nelle politiche per
migliorare l’ambiente urbano e la qualità della vita nella città.
Il PEAC diviene quindi uno strumento indispensabile e un’opportunità per la programmazione del
territorio verso la sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
All’interno delle linee guida rappresentate dalla programmazione regionale il Piano Comunale
vuole porsi come strumento di attuazione degli aspetti caratterizzanti del PEAR:
• risparmio energetico ed efficienza negli usi finali,
• sfruttamento delle energie rinnovabili,
• tendenza al raggiungimento del pareggio elettrico attraverso lo strumento della generazione
distribuita, attraverso l’analisi critica dei percorsi e delle iniziative e l’individuazione ed il sostegno
degli interventi più adatti a perseguire gli obiettivi specifici in maniera compatibile con il proprio
territorio.
Le scelte strategiche per migliorare lo stato ambientale della città e del territorio comunale e
promuovere l’uso razionale delle risorse, nella direzione dello sviluppo sostenibile, rappresentano
quindi, uno dei principali obiettivi del PEAC, che permetteranno l’individuazione e la
regolamentazione delle azioni da compiere per attivare interventi di razionalizzazione nell’uso
dell’energia e di sviluppo di fonti rinnovabili, sia nel settore pubblico sia in quello privato.
Parallelamente il PEAC vuole sviluppare una serie di azioni informative e formative del cittadino
sul risparmio energetico ed l’uso razionale dell’energia mediante l’attivazione dello Sportello
Energia per creare un punto informativo a disposizione dei cittadini per avere risposte e informazioni
aggiornate.”
L’intervento che si vuole realizzare all’interno del Comune di Senigallia rientra a pieno
diritto all’interno della politica di potenziamento della risorsa energetica rinnovabile stabilito
dal Piano Energetico e Ambientale Comunale.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 42
6. Conclusioni
6.1 Le finalità dell’opera di derivazione alla luce del quadro socio-economico locale L’opera è da inquadrarsi a fronte del deficit energetico produttivo evidenziato sia a scala
nazionale sia a scala regionale. In tale senso l’impianto contribuisce alla diversificazione
dell’approvvigionamento energetico e diminuisce la dipendenza da fonti estere.
A scala locale la costruzione dell’impianto avrà ricadute dirette sull’economia in termini di
creazione di posti di lavoro direttamente, mediante l’utilizzo di manodopera locale (se
disponibile con le adeguate qualifiche) ed indirettamente per l’indotto, in termini di servizi
(vitto, alloggio) dovuto alla presenza in loco di personale per tutto il tempo delle costruzione
dell’opera.
L’adeguamento della traversa esistente permetterà un miglioramento della regimazione
idraulica del fiume per le seguenti motivazioni:
- azione di laminazione delle piene indotta dal prelievo di acqua (riduzione dei
picchi di portata, allungamento dell’onda di piena, regolazione dei deflussi);
- protezione del profilo di fondo dell’alveo ai piedi della briglia, con conseguente
diminuzione locale della pendenza e decremento della velocità, del potenziale
erosivo e della capacità di trasporto solido della corrente;
- sistemazione e consolidamento di tratti spondali connessi alla realizzazione
dell’opera di presa.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 43
6.2 Possibili soluzioni alternative
L’intero staff tecnico ha esaminato approfonditamente le soluzioni alternative a quella
presentata con il presente progetto definitivo.
La collocazione dell’opera di presa è stata ovviamente vincolata dalla presenza della
briglia esistente; la possibilità di attivare la derivazione idraulica in corrispondenza della
vecchia gora che alimentava il Molino Marazzana (in sinistra orografica del fiume) è stata
esclusa in quanto questa ipotesi comportava un eccessivo consumo del suolo ed avrebbe
comportato l’attraversamento dell’argine fluviale, oltre a problematiche tecniche per
l’intersezione del fosso a monte.
Per la realizzazione del tirante idraulico è stato preferito l’impiego di una paratoia mobile
rispetto ad una mera sopraelevazione fissa della briglia in calcestruzzo armato, questo per
contenere al minimo qualsiasi impatto ambientale.
Gli elementi suscettibili di disposizioni alternative sono la posizione della centrale, il
tracciato dei canali in terra e il punto di restituzione, le cui possibilità di diversa disposizione
sono limitate a variazioni minimali della posizione delle opere.
La posizione della centrale è stata scelta mediando l’esigenza di facile realizzazione delle
opere, ed il minor intervento sulla vegetazione esistente.
Il layout scelto risulta essere pertanto quello che meglio risponde alle esigenze di
efficienza idraulica delle opere ed al minor impatto ambientale dell’area di interesse.
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RELAZIONE TECNICA – Verifica di assoggettabilità VIA 44
6.3 Considerazioni finali
In sintesi l’impianto in progetto non risulta in contrasto con gli indirizzi di Piano, in quanto
comporta un restauro delle opere idrauliche di regolamentazione della portata, non necessita
di un consumo sostanziale del suolo, non produce emissioni inquinanti in acqua o aria, né
emissioni sonore fastidiose.
L'intervento si integra all’interno della fascia di continuità naturalistica in cui è inserito
grazie alle dimensioni estremamente ridotte, alla posizione defilata rispetto alle principali
direttrici visuali, alla progettazione architettonica che riprende i caratteri tipici dell'architettura
locale e quelli naturali dell’ambiente circostante e agli interventi di mitigazione e ripristino
botanico previsti dal progetto.
Dal punto di vista idraulico l'intervento non solo migliorerà le condizioni di deflusso della
portata fluviale grazie alla paratoia, ma garantirà anche un certo livello di controllo dello stato
del fiume ed una manutenzione delle opere idrauliche in virtù della presenza dell'impianto.
Nel complesso, seppure in dimensioni ridotte e limitate alla zona di insistenza, si ha un
miglioramento delle condizioni ambientali, grazie ad una riduzione delle emissioni di anidride
carbonica dovuto all’utilizzo di fonti rinnovabili pulite.
La quantità di energia prodotto dall’impianto sarà pari a circa 234 000 kWh all’anno e
quindi potrebbe far risparmiare la combustione di ca 56412l di petrolio, 43046mc di gas
metano o 70143daN di carbone, necessari per produrre la stessa energia con impianti termici.
Questi dati si basano su un rendimento elettrico delle centrali termiche pari a 0,4 ed un
contenuto di energia primario pari a 10,37 kWh/l per il petrolio, 13,59 kWh/m3 per il metano
e di 8,34 kWh/daN per il carbone.
Le emissioni risparmiate possono essere quantificate in 147 ton. di CO2/anno
Ipotizzando un consumo annuo pro capite di energia elettrica di 1.200 kWh, il
funzionamento dell’impianto è in grado di soddisfare la richiesta di energia media annua di un
abitato di circa 195 abitanti.