Smart working: 5 buone ragioni

Post on 14-Apr-2017

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Smart Working5 buone ragioni

Lo so, quando hai letto il titolo devi aver pensato:“Ancora? Ormai lo Smart Working è realtà, basta parlarne!”.

In parte non posso darti torto, anche a livello legislativo ormai sono state varate norme che regolamento un approccio più flessibile a modalità e luoghi di lavoro; in più vi sono diverse aziende innovative e di certa fama che attuano pratiche (lavoro da casa, orario flessibile…) eccellenti in tal senso.

Ma questo non significa che lo smart working abbia permeato nel profondo il tessuto imprenditoriale italiano: esistono ancora molte realtà legate alla presenza fisica in sede (ovviamente non parliamo di quelle aziende in cui questo è imprescindibile) od inflessibili per quanto riguarda l’orario di lavoro.

In molte organizzazioni è ancora radicata l’idea che maggiore libertà significhi minor rendimento, che chi lavora da casa passi in realtà la giornata a guardare la televisione in pigiama, fingendo di lavorare.

Anche laddove pratiche di flessibilità vengono attivate, si tratta più spesso di taciti accordi tra un manager ed il suo team e nulla viene regolamentato da policy aziendali a livello corporate.

Cambiamenti nel mondo del lavoro, dovuti a fattori tecnologici, geografici e demografici, rendono ogni giorno più anacronistico un approccio tradizionale: se le organizzazioni vogliono mantenere il loro successo, devono uscire dal guscio senza paura ed abbracciare la novità apertamente.

Non sei ancora convinto?Ecco 5 buone ragioni.

(Dopo averle lette non potrai che condividere il nostro punto di vista).

Fa crescere il businessUn approccio più flessibile all’organizzazione del lavoro ha effetti diretti su aspetti che sembrerebbero scollegati: aiuta le aziende ad attrarre i talenti migliori per esempio, ma soprattutto consente di fornire ai propri clienti un servizio di supporto più presente: ha davvero senso lavorare dalle 9 alle 18 se la tua attività prevede la fornitura di un servizio h24 in parti del mondo con diversi fusi orari?

Attrae il talento

Molti annunci di lavoro sono piatti e banali, poche aziende si impegnano per raccontarsi e mostrare i benefit ed i vantaggi che ha un loro dipendente. Le altre si tagliano fuori dal mercato dei migliori candidati per mancanza di chiarezza sul ruolo ed i benefici annessi, disincentivando le candidature.

Diverse ricerche mostrano invece quanta importanza venga data, ogni giorno di più, dalle persone talentuose ad una posizione che assicuri equilibrio tra lavoro e vita privata. Ecco perché attivare pratiche di flessibilità può agevolarti nell’attrarre le persone più competenti e motivate.

Accresce il coinvolgimento dei dipendenti

Se ad un collaboratore viene offerta flessibilità di luogo ed orario di lavoro, ti ripagherà con lealtà, entusiasmo ed impegno. Questo perché equivale a mandare un messaggio al proprio team dicendogli che li vediamo come persone e che vengono comprese le loro esigenze extra-lavorative.

Incontra le esigenze dei millenials

La generazione Y è sempre più presente nel mondo del lavoro, mostrando una forte attenzione per l’equilibrio tra vita professionale e privata; per questo la flessibilità è per loro un elemento chiave. Si aspettano di poter utilizzare la tecnologia come la utilizzano nel privato, con la possibilità di lavorare ovunque ed in qualunque momento.

Trattiene le figure senior

Dall’altro lato della scala aziendale siedono i baby boomers, e l’azienda non può ignorarne le esigenze. Figure fondamentali per il business, più il tempo passa, più faticano a conciliare il lavoro con le responsabilità della vita famigliare (figli, nipoti, genitori anziani…). È necessario impostare una cultura aziendale aperta in cui ciascuno si senta supportato e che incentivi pratiche per semplificare la conciliazione lavoro-vita privata.

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