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- Si, ma occorre prima capire alcuni aspetti che lhanno provocata
e cercare soluzioni indicate dagli economisti critici e dai
movimenti di protesta di tutto il mondo.
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- Introduzione di Giuseppe Barabino Quattro tomi per capire: La
Finanza 3/37; La finanza pubblica 38/87; Possibili alternative
88/149. Conclusioni 150/164. Spunti liberamente tratti dal libro
Finanza per indignati edito nel mese di aprile 2012 di Andrea
Baranes e successivi accadimenti 2
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- LA FINANZA 3
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- In questa prima parte viene analizzata come funziona la finanza
secondo il neoliberismo, e come funzionano i mercati finanziari e
le borse. Le differenze tra azioni e obbligazioni. Il concetto di
speculazione finanziaria, come opera, e quello di bolla
finanziaria. Le funzioni delle banche e la leva finanziaria. La
cartolarizzazione dei crediti e i paradisi fiscali. La crisi del
2007-2008. Il sistema bancario ombra. 4
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- COME FUNZIONA LA FINANZA SECONDO I PRINCIPI DEL NEOLIBERISMO
Dai paese anglosassoni la dottrina liberista si rapidamente imposta
fino a diventare un pensiero unico. In questa diffusione hanno
giocato un ruolo fondamentale le istituzioni internazionali quali
il FMI e la Banca mondiale, assieme al Dipartimento del Tesoro
statunitense. Queste teorie postulano la capacit dei mercati di
autoregolarsi, e di conseguenza la necessit che lo Stato si faccia
da parte per lasciare gli stessi mercati liberi di agire, dato che
i mercati tendono in ogni momento ad autoregolarsi, ed il prezzo il
miglior indicatore di questo equilibrio; quindi il libero mercato
riesce a garantire lallocazione ottimale delle risorse ( materie
prime, capitale, lavoro ). 5
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- CRITICHE ALLIMPANTO NEOLIBERISTA Il modello parte da alcuni
presupposti e semplificazioni, che non corrispondono alla realt,
come quelle che ogni partecipante al mercato ha le stesse
informazioni su disponibilit e prezzi. Infatti non si pu
considerare leconomia come una scienza esatta, ne applicare dei
modelli economici a una realt estremamente complessa. La
semplificazione maggiore si pu riassumere affermando che la teoria
dei mercati efficienti prescinde completamente dallesistenza di
esseri umani. 6
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- TUTTO E MERCE Il problema che questo modello pretende di
ricomprendere lintero sistema di produzione, distribuzione e
consumo, fondandosi su pochi assunti di partenza. Lefficienza dei
mercati e soprattutto il prezzo, punto di incontro tra domanda ed
offerta, come indicatore del valore di ogni bene o servizio, anche
di quelli pi essenziali alle nostre vite, ed ha portato allassioma
> allestremo nel corso degli ultimi decenni. Tutto deve
diventare merce, e chi non pu permettersi di pagare il prezzo (
sanit, scuola i cui costi devono diminuire ) verr escluso dal
mercato. Lo slogan vincente diventa meno tasse per tutti, meno
Stato, pi mercato. 7
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- NEOLIBERISMO E CRESCITA Il valore sociale, ambientale e
relazionale dei beni e dei servizi non viene in nessun modo preso
in considerazione dalle teorie liberiste. Tra due prodotti con
caratteristiche simili lunica discriminante il prezzo. Se il primo
fatto inquinando, sfruttando i lavoratori, impedendo i diritti
sindacali, eludendo il fisco, mentre il secondo realizzato con
criteri socialmente ed ambientalmente responsabili, questo non
interessa alla dottrina neoliberista. Il primo avr costi di
produzione pi bassi, e potr essere venduto a prezzi inferiori,
vincendo nei mercati. 8
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- Questa logica ha anche portato a considerare il PIL, come
lindicatore ultimo dello stato di salute delleconomia e, peggio
ancora, della qualit della vita dei cittadini, anzich semplicemente
un indicatore della ricchezza prodotta da un Paese in un anno,
ovvero la somma di tutti i beni e di tutti i servizi prodotti e
venduti durante lanno. Gi Robert Kennedy, negli anni sessanta, per
affermava che il PIL e non misura lamicizia, le relazioni, gli
affetti, la felicit. 9
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- LA FINANZA E IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI La
Finanza. La crisi finanziaria globale, la speculazione finanziaria,
la finanza casin sono al centro dellattenzione dei media, e sono
disponibili molte definizioni tecniche, ma per provare a
semplificare. La finanza nasce quindi al servizio delluomo.
Permette agli Stati, al sistema produttivo ed ai cittadini di
reperire i capitali necessari al proprio funzionamento, mettendo a
disposizione i capitali necessari tramite i canali bancari (
prestiti ) o le borse ( azioni o obbligazioni ). 10
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- MONETE E DENARO Anche se vengono usati come sinonimi, denaro e
moneta, non sono la stessa cosa. La moneta il circolante emesso da
uno Stato in un dato periodo. In una definizione elementare il
denaro il circolante accettato da un mercato, in un dato momento.
Cos, se gli euro sono la nostra moneta, possono esistere altre
forme di denaro, complementari o alternativi alla moneta ufficiale.
Progressivamente le banconote e il denaro sono sempre pi slegati
dal loro corrispondente valore in oro, ma oggi sempre pi spesso
anche il supporto cartaceo viene rimosso, e il denaro rappresentato
da una scrittura contabile nel computer di una banca, 11
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- AZIONI E OBBLIGAZIONI Le obbligazioni sono dei contratti che
obbligano lemittente a restituire un prestito con un certo
interesse. Possono essere concesse dalle banche con capitale
proprio, e allora la controparte sar la banca, oppure emettendo
obbligazioni a un dato interesse, e allora la controparte saranno
linsieme degli investitori che hanno deciso lacquisto delle
obbligazioni. Le azioni sono invece il capitale sociale di
unimpresa. Se compro azioni, divento proprietario in parte
dellimpresa e partecipo ai rischi conseguenti. 12
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- COSA SONO E COME FUNZIONANO LE BORSE Le borse valori sono
luoghi fisici ove si incontrano le imprese e gli Stati che emettono
i loro titoli e gli investitori che vogliono acquistarli. La loro
creazione ha permesso di aumentare la liquidit dei titoli
finanziari, trovando in ogni istante una controparte disposta a
comprare o vendere i titoli. Lo scambio dei titoli segue la legge
della domanda e dellofferta. Ogni giorno viene calcolata la media
dei titoli e delle obbligazioni vendute, e il calcolo percentuale
se sono stati venduti a un prezzo maggiore o minore del giorno
precedente. 13
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- LA SPECULAZIONE FINANZIARIA LA PROGRESSIVA LIBERALIZZAZIONE DEI
MERCATI. Lapproccio liberista si tradotto nel progressivo
smantellamento delle normative, e dei controlli riguardanti le
attivit economiche, il commercio internazionale e, in maniera
preminente, la finanza. Poco alla volta stato rimosso il sistema di
regole messo in piedi dopo la crisi del 1929, che prosegue ancor
oggi. Gi negli anni settanta si assiste a una liberalizzazione del
mercato delle valute e dei tassi di cambio. Dopo la seconda guerra
mondiale con laccordo di Bretton Woods fu deciso che tutte le
valute fossero ancorate al dollaro, e che questo a sua volta fosse
convertibile in oro. 14
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- Nel 1971 il Presidente Nixon decise in maniera unilaterale di
cancellare la convertibilit oro-dollaro. A causa delle difficolt
economiche conseguenti alla guerra del Vietnam. Negli anni ottanta
sono stati progressivamente eliminati prima i vincoli, e poi i
controlli sui flussi di capitali in entrata ed uscita dai singoli
Paesi. Nel decennio successivo vengono liberalizzati i servizi
finanziari e il sistema bancario per poi arrivare, a cavallo tra il
XX e XXI secolo, allemergere di una vera e propria ingegneria
finanziaria, a discapito della crisi globale e delle dichiarazioni
sulla necessit di regolamentare la finanza. 15
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- IL CASO DELLE VALUTE. Con la liberalizzazione dei cambi, ogni
valuta ha una quotazione che dipende dalla domanda e dallofferta
rispetto alle altre, come avviene per qualunque bene. La quotazione
di una valuta rispetto alle altre ha impatti diretti e rilevanti
sulleconomia di un Paese, dato che una valuta forte rende pi
difficili le esportazioni, e pi semplici le importazioni. Quindi,
se uneconomia va bene e aumenta lexport, tende a crescere il valore
della corrispondente valuta, il che, a sua volta, rende pi
difficili le esportazioni, per cui in pratica la quotazione di ogni
valuta dipende direttamente dalla forza economica, e dalla capacit
di esportazione del singolo Paese. 16
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- COME OPERA LA SPECULAZIONE. Operatori sui mercati
internazionali comprano e vendono valute, azioni, altri titoli per
guadagnare unicamente dalle oscillazioni dei prezzi, senza nessun
interesse nei Paese corrispondenti, e senza nessuna attivit reale.
Cercano di guadagnare dalle aspettative. Con i moderni sistemi
informatici possibile comprare e vendere qualunque prodotto
finanziario anche migliaia di volte in unora. I computer delle
grandi banche e delle altre imprese finanziarie lavorano 24 ore su
24, acquistando e vendendo azioni, valute, derivati e via
discorrendo. 17
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- Queste operazioni ed il mercato delle valute correttamente
dovrebbe essere legato allimport- export di beni e di servizi. ( se
compro una automobile negli USA cambio gli euro in dollari, se vado
in vacanza in Giappone cambio gli euro in yen, ecc). Questo
commercio trasnazionale ha una dimensione intorno ai 20.000
miliardi di dollari allanno, e questa dovrebbe essere logicamente
la dimensione del mercato valutario, se le attivit fossero legate
unicamente alleconomia reale. 18
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- Il mercato delle valute ha invece superato i 4000 miliardi di
dollari al giorno. In altre parole, in una sola settimana circolano
pi soldi sui mercati finanziari di quanti siano legati a un intero
anno di economia reale. Oltre il 98% dei capitali che circolano nel
mondo non ha nessuna finalit produttiva e non legato alleconomia
reale, ma serve unicamente alla speculazione, ovvero a fare soldi
dai soldi nel pi breve tempo possibile. Questa una delle
manifestazioni della finanziarizzazione delleconomia. La finanza
trasformata da mezzo in fine in se stesso. Un ribaltamento completo
delle priorit, in cui la finanza non pi al servizio delleconomia
reale, ma al contrario leconomia influenzata e sempre pi spesso
guidata dalla decisioni prese dal mondo finanziario. 19
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- DALLA BOLLA DEI TULIPANI AI SUBPRIME. Uno dei pilastri su cui
poggia il neoliberismo la teoria dei mercati efficienti, in grado
di determinare attraverso il prezzo il valore degli scambi, che per
viene spesso contraddetta. Allinizio del del XVI secolo nelle corti
dei nobili europei divennero di moda il tulipani. La domanda dei
bulbi cresceva continuamente. Alcuni mercanti cominciarono a
comprare bulbi non per coltivare tulipani, ma sperando che il
prezzo continuasse a salire, per poi rivendere il bulbo stesso,
ovvero per speculare, ma la cosa non avvenne. La bolla dei tulipani
considerata la prima grande crisi finanziaria moderna. Nulla
cambiato nei quattro cento anni successivi, fino alla bolla della
new economy del 2001 e quella del settore immobiliare del 2007. Si
compra a poco, vendi a tanto, sperando in una bolla, o ancor meglio
contribuendo tu stesso a creare la bolla con i tuoi acquisti.
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- UN APPETITO INSAZIABILE. Il PIL ovvero la ricchezza legata alla
produzione e vendita di beni e servizi, cresce mediamente del 3%
ogni anno nel mondo. Gli speculatori cercano rendimenti anche dieci
volte superiori. Nel lungo periodo, non difficile capire che la
situazione non sostenibile. Le possibilit sono solamente due. O la
finanza continua a risucchiare risorse e a vampirizzare leconomia
reale, o crea ricchezza fittizia, gigantesche bolle sul nulla, che
prima o poi scoppiano trascinando con se la vita delle persone,
finch appunto la finanza cercher di intervenire anche sul clima,
affidando ai mercati beni comuni quali lambiente e la biosfera. Non
pi chi inquina paga, ma chi paga pu inquinare, a seconda dei prezzi
stabiliti dagli speculatori. 21
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- LE BANCHE COSA FANNO LE BANCHE. Oggi le banche oltre alla
tradizionale funzione di raccolta e impiego del denaro, in misura
sempre maggiore hanno spostato la loro attivit verso attivit
meramente finanziarie e speculative, alla ricerca di maggiori
profitti. Infatti le grandi banche commerciano in valuta,
realizzano operazioni di compra vendita di titoli finanziari per
conto della clientela, o in proprio, e realizzano altre operazioni
finanziarie, e meno della met dei ricavi proviene da prestiti alla
clientela, mentre la parte pi sostanziosa realizzata grazie a
operazioni finanziarie e commissioni su prodotti spesso rischiosi e
speculativi. 22
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- BANCHE E LEVA FINANZIARIA. Per leva finanziaria si intende il
fatto che possibile realizzare un investimento con una parte di
capitali proprio, e unaltra presa a prestito. Cos, una leva di 5 a
1, significa che se investo 100 sui mercati finanziari, solo 20
sono soldi miei, ma 80 li ho presi in prestito da qualche altro.
Alcuni soggetti speculativi lavorano normalmente con leve
finanziarie da 30 a 1 o anche superiori, vale a dire solo il 3% di
ci che investono loro, il resto preso in prestito dalle banche.
Sperano poi di realizzare dallinvestimento un profitto superiore
agli interessi che devono alle banche per il prestito fatto.
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- TUTELE DEL SISTEMA BANCARIO. La recente crisi finanziaria, cos
come quella del 1929, dimostra che delle regole sono necessarie per
limitare il campo di azione, e per vigilare sulloperato delle
banche. Queste regole servono prima di tutto a tutelare i
risparmiatori e i clienti, che affidano il loro denaro e in un
secondo luogo per assicurare la stabilit dellintero sistema
economico. In Italia, per assicurare la clientela, su tutti i conti
correnti esiste una garanzia pubblica che, in caso di fallimento,
viene rimborsata dallo Stato fino a un massimo di 103.000 euro.
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- LACCORDO DI BASILEA. Tra i diversi accordi internazionali per
regolamentare il sistema bancario, uno dei pi importanti quello di
Basilea del 1988, seguito dallaccordo di Basilea II nel 2004. Tale
accordo prevede che per ogni prestito erogato le banche debbono
tenere a disposizione un certo patrimonio per tutelare la
clientela. La quantit di capitale da tenere a disposizione varia a
seconda del rischio del finanziamento e oscilla intorno all8%. C
per un modo per eludere laccordo e continuare a prestare soldi, che
spiega la crisi del 2.007: LA CARTOLARIZZAZIONE. 25
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- LA CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI. La cartolarizzazione un
processo finanziario che permette alle banche di trasformare un
credito ( es. un mutuo ) in titoli finanziari, che possono essere
rivenduti sui mercati ( es. obbligazioni ). Questo meccanismo stato
al centro della crisi finanziaria del 2007. Le banche concedevano
prestiti anche a persone prive di qualunque garanzia ( il clienti
subprime, al di sotto dei migliori ), perch rivendevano gli stessi
mutui sui mercati dopo averli trasformati in obbligazioni,
rientrando subito dei soldi erogati, liberando risorse che possono
essere utilizzate per altri prestiti. Per capire la dimensione del
fenomeno, negli Stati Uniti nellanno della crisi (2007 ) il totale
delle obbligazioni emesse dalle imprese ammontava a 5800 miliardi
di $. I titoli del Tesoro degli Stati Uniti erano pari a 4500
miliardi. I titoli basati sulle cartolarizzazioni erano 11.000
miliardi di $, ovvero erano superiori a tutte le altre obbligazioni
circolanti negli USA. 26
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- FATTE LE REGOLE TROVATO LINGANNO. Uno dei vantaggi della
cartolarizzazione consiste nel poter eludere le regole e i
controlli, in particolare quelli sul capitale proprio che le banche
devono garantire per ogni prestito. Nel processo di
cartolarizzazione avviene un passaggio in pi. La banca che ha
concesso il mutuo, non emette le obbligazioni, ma vende il muto a
una societ veicolo. La societ veicolo versa alla banca il valore
del mutuo e per finanziarsi emette obbligazioni che vende sul
mercato. Questo significa che la banca si disfa del suo credito.
Grazie alle (SPV) le banche possono portare fuori bilancio i mutui
e gli altri crediti, scaricare il rischio ed erogare sempre pi
prestiti. Le societ veicolo agiscono come le banche e costituiscono
il cuore del sistema bancario ombra. 27
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- I PARADISI FISCALI. Le imprese finanziarie e produttive, e i
grandi capitali possono liberamente muoversi in giro per il mondo
alla ricerca del territorio pi adatto per ogni loro esigenza,
consigliate da stuoli di consulenti, avvocati e commercialisti, e
per sfruttare ogni anfratto della gigantesca zona grigia nella
legislazione internazionale, al confine tra operazioni legali e
illegali. Una zona in cui troviamo senza soluzione di continuit il
riciclaggio del denaro delle peggiori mafie internazionali e
piccoli imprenditori vessati dal fisco che portano i loro profitti
al sicuro allestero, e con trucchi pi disparati per pagare meno
tasse. 28
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- CONCLUSIONI. Cartolarizzazioni, sistema ombra, attivit
speculative, leva finanziaria, paradisi fiscali non sono un elenco
esaustivo dei problemi di buona parte del sistema bancario degli
ultimi anni. Lattuale sistema bancario ha rotto e comunque
seriamente compromesso il proprio > secondo il quale opera
nellinteresse delleconomia e dellinsieme della societ. Da strumento
per le attivit umane le banche si sono in gran parte trasformate in
problema per la societ e in fonte di instabilit e crisi. 29
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- Per salvarle dal baratro gli Stati hanno dovuto versare oltre
3500 miliardi di aiuti in quattro anni, una cifra che da sola
basterebbe a pagare tutti i debiti di Italia, Spagna, Grecia e
Portogallo e di questi aiuti ben oltre la met sono stati versati
dagli Stati Uniti e poi dallEuropa con il Regno unito (978 ), la
Germania, ( 417 ), lIrlanda ( 147), lOlanda (143), il Belgio (137),
e poi con cifre minori lAustria, la Francia, il Portogallo, la
Spagna e infine lItalia con 4,1 miliardi, scaricando dette perdite
sui cittadini. La finanza muove il mondo e nessuno pu permettersi
il fallimento di grandi banche. Peccato per che mentre ai cittadini
si chiede di tirare sempre pi la cinghia, ai big del credito sia
ancora concesso tutto, compreso stipendi da favola e liquidazioni
multimilionarie; a fine 2011 il valore dei derivati sulla roulette
dei mercati era arrivato alliperbolica cifra di 647 miliardi di $,
nove volte il PIL mondiale. 30
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- LA CRISI DEL 2007- 2008 I MOTIVI SCATENANTI. Il sistema
finanziario al centro della formazione e del successivo scoppio
della bolla dei mutui subprime e della conseguente crisi
finanziaria. Le banche concedevano mutui anche alla clientela pi
rischiosa e priva di garanzie perch grazie al sistema delle
cartolarizzazioni potevano rivendere gli stessi mutui sui mercati.
Dopo linsolvenza dei primi mutuatari lintero sistema andato
rapidamente nel panico e si bloccato. La perdita di valore dei
crediti subprime rispetto al periodo pre crisi ad aprile 2008 stata
di 45 miliardi di dollari. 31
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- LA LEVA FINANZIARIA. Diversi soggetti a partire dalle stesse
banche, lavoravano con una leva finanziaria pari o anche superiore
a 40 o 50 a 1. Subito dopo la bolla dei subprime scoppia la bolla
dei debiti, di dimensione enormemente maggiore, e le banche sono
costrette a vendere parte dei titoli nel portafoglio, naturalmente
non i titoli tossici, che non vuole pi nessuno, ma azioni,
obbligazioni e titoli di Stato che hanno ancora un mercato.
Determinando il crollo dei prezzi aumentando notevolmente lofferta.
Come unepidemia la crisi dei subprime contagia lintera finanza
globale, che si rilevata un colosso dai piedi dargilla, trascinando
con s linsieme delleconomia. 32
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- IL SISTEMA BANCARIO OMBRA NELLA CRISI. Al centro del processo
non troviamo per solo le banche, ma anche e soprattutto il sistema
bancario ombra (SPV) a loro legate. Le societ ombra hanno preso in
prestito i soldi dei risparmiatori, dei fondi di investimento, dei
fondi pensione e li hanno investiti in titoli sempre pi
incomprensibili e rischiosi. Finch cresceva la bolla finanziaria
basata su quei titoli, i profitti salivano a dismisura, attirando
sempre nuovi capitali. Con la flessione del sistema immobiliare
statunitense la bolla scoppiata e buona parte dei titoli che
circolavano nel sistema bancario ombra si rilevata per quello che
era: spazzatura, iniziando una corsa sfrenata a disfarsene, con
vendita a ribasso e lo scoppio del panico. 33
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- IL CONTAGIO ALLECONOMIA REALE E BILANCI CREATIVI PER NASCONDERE
LA CRISI. Il blocco della finanza ha trasmesso la crisi alleconomia
reale. Le imprese si finanziano tramite prestiti bancari o
emissione di azioni o obbligazioni. Senza accesso al credito
verranno meno nuovi investimenti e quindi rallenter loccupazione,
che significa meno capitali a disposizione di lavoratori e
famiglie, meno consumi e meno vendite per le imprese, aggravando la
crisi delleconomia reale e innescando una spirale recessiva. Gli
Stati allora sono dovuti intervenire per tappare le perdite e
salvare le banche, che mentre fino ad allora erano tenute a
iscrivere nel portafoglio i titoli al valore di mercato, sono state
invece autorizzate a iscrivere i titoli al prezzo a cui li avevano
comprati. Questo accorgimento, di cambiare in corsa le regole, ha
permesso a bilanci disastrati, di tornare di colpo in attivo o
comunque a mascherare le perdite effettive. 34
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- LA FINANZA COME MEZZO, LA FINANZA COME FINE. Nel periodo del
consumismo guidato unicamente dal dogma della continua crescita dei
consumi, del PIL, come risolvere il paradosso? Come vendere sempre
pi automobili, pi telefonini e pi prodotti a persone sempre pi
povere? La soluzione in apparenza molto semplice: indebitando le
famiglie, le imprese e gli Stati per drogare i consumi e la
crescita economica. Di fronte alle persone facoltose che spendono
sempre meno del loro reddito, per riuscire a mantenere una elevata
domanda, che potesse assorbire almeno in parte lofferta, il declino
del potere dacquisto dei lavoratori stato compensato con il debito,
ovvero affidando alla finanza il compito di supplire agli squilibri
di reddito che la stessa aveva causato. 35
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- Lo sviluppo della finanza stato quindi funzionale alla
creazione di una massa crescente di debiti, ovvero stato il mezzo
che ha permesso questa trasformazione economica e sociale. Il
progressivo sviluppo della finanza e della tecnologia informatica
fa si che il settore finanziario garantisca tassi di profitto pi
alti del resto delleconomia. Le imprese e i capitali cercano quindi
una remunerazione dalla speculazione finanziaria, allontanandosi
dalle attivit produttive. 36
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- La finanza ha creato un sistema basato sui derivati non
regolamentati, sulle cartolarizzazioni, e sul sistema ombra per
espandere la massa di denaro, di scommesse e di debiti. I mutui
subprime sono stati unicamente la scintilla che ha fatto scoppiare
la crisi, costituita dalla gigantesca bolla fatta di debiti e
speculazione. E la finanza neoliberista, che per decenni aveva
postulato lesistenza di mercati efficienti e la necessit che lo
Stato si facesse da parte ha di colpo avuto bisogno di migliaia di
miliardi di soldi pubblici per non collassare. 37
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- LA FINANZA PUBBLICA 38
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- In questa seconda parte vengono esaminati i comportamenti degli
STATI, i loro indebitamenti, lo SPREAD, e i derivati. I piani di
salvataggio. Gli squilibri su scala mondiale, compresi quelli
monetari e la svalutazione. Le politiche fiscali e i paradisi
fiscali. Il debito pubblico in Italia. Levasione fiscale e
leconomia sommersa. La recessione in atto in conseguenza della
crisi. Le Banche Centrali e gli interventi in economia. Il
salvataggio delle banche. Le soluzioni proposte dalla Comunit
internazionale: una visione sbagliata e ingiusta. Lestremismo
neoliberista. 39
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- GLI STATI Le questioni di finanza pubblica sono complesse. La
cinghia di trasmissione della finanza privata del 2007-2008 a
quella degli Stati e delle finanze pubbliche del 2011 diretta ed
evidente. I governi sono dovuti intervenire con enormi iniezioni di
capitali, prima per salvare il sistema finanziario dal completo
collasso e subito dopo per cercare di fare ripartire leconomia, e
si sono quindi dovuti indebitare 40
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- IL DEBITO: NON SOLO IN TITOLI DI STATO Gli Stati hanno delle
entrate e delle uscite. Le entrate sono principalmente quelle
fiscali ( tasse e imposte ), mentre le uscite sono costituite dalle
diverse spese investimenti pubblici, infrastrutture ( strade,
scuole ), mantenimento della pubblica amministrazione, della
giustizia e dellordine pubblico. Se in un anno le uscite superano
le entrate lo Stato ha un deficit. In questa situazione lo Stato
deve trovare risorse per finanziare la propria attivit. Il debito
pubblico la somma di tutti i deficit accumulati. Una possibilit per
far fronte a un deficit aumentare il debito attraverso lemissione
di titoli di Stato, che per lItalia sono rappresentati dai BOT, BTP
e CCT che sono in pratica obbligazioni. 41
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- Il valore del debito totale dello Stato, in Italia, composto
dal valore della somma dei titoli di Stato circolanti, e dai debiti
delle amministrazioni locali, i debiti della pubblica
amministrazione verso i propri fornitori, e quindi di tutte le
passivit lorde dello Stato e di tutti i suoi enti. I titoli di
Stato hanno una scadenza e vengono emessi dal Tesoro previa
indizione di aste pubbliche alle quali partecipano le banche e le
societ di intermediazione abilitate. Il finanziamento del debito
sui mercati, ove agiscono altri Stati, con economie pi solide della
nostra, ha quindi un costo legato al tasso di interesse al quale
vengono emessi i titoli. Lo spread la differenza tra il tasso di
interesse offerto dalla Germania e quello dallItalia. 42
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- SPREAD e CDS: misurare o determinare il rischio? Al di la dei
vincoli europei, maggiori sono gli interessi, maggiori sono le
difficolt a tener fede alle promesse fatte e rimborsare il debito.
Oltre allo spread esistono anche altri indicatori della rischiosit
di uno Stato, quali i CDS ( derivati ) che permettono di
assicurarsi contro un fallimento., e sono diventati un indicatore
dello Stato di salute di un Paese. Il costo di un CDS in qualche
modo un indicatore della probabilit che il fallimento si verifichi
davvero. 43
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- LA CRISI DAL PRIVATO AL PUBBLICO I PIANI DI SALVATAGGIO. Alla
fine del 2008 lintero sistema finanziario era sullorlo del
collasso. A causa del crollo della fiducia le banche non prestavano
pi soldi, n tra di loro sul mercato interbancario, n alla
clientela. Sono dovute intervenire le banche centrali come
prestatori di ultima istanza, ovvero sostenendo le banche in
difficolt fornendo loro prestiti. Gi dalla met del 2007, sia la
FED, il sistema bancario centrale degli USA, sia la BCE in Europa
sono intervenute prestando decine di miliardi di dollari agli
istituti in difficolt. Per stimolare il sistema i governi sono
arrivati fino ad acquistare i titoli tossici in cambio di denaro
fresco, per dare iniezioni di liquidit alla finanza. 44
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- IL DEBITO DAL PRIVATO AL PUBBLICO. I debiti pubblici sono
aumentati in maniera drammatica dopo il salvataggio del sistema
bancario e finanziario. In soli due anni, tra il 2009 e il 2011, il
debito pubblico USA passato dall84 al 99% del PIL, dal 2007 al 2010
in Francia dal 63 all81%, in Germania dal 63 all81%.
Complessivamente il deficit europeo passato dallo 0,6% del PIL al
7%. Il debito pubblico italiano salito a 1900 miliardi di euro. Gi
allinizio del 2009 diversi quotidiani segnalavano come i piani di
salvataggio delle banche potrebbero portare lUnione europea in
crisi, dato che evidente come lo sforzo gigantesco compiuto dai
governi avrebbe portato conseguenze nei conti pubblici. 45
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- SQUILIBRI IN EUROPA E SU SCALA MONDIALE LUnione europea frutto
di un progetto di integrazione sovranazionale che ha prodotto una
moneta unica, un mercato unico con libera circolazione delle merci,
labbattimento dei controlli sui movimenti di capitali, la creazione
di una banca centrale europea (BCE). Secondo gli accordi di
Mastricht gli Stati si sono impegnati a rispettare alcuni
parametri: un debito massimo pari al 60% del PIL e un deficit non
superiore al 3% del PIL. Per le imprese possibile sfruttare le
differenze di legislazione per stabilire le sedi produttive e piano
piano il sistema di solidariet e di welfare stato soppiantato in
una corsa verso il fondo in materia di leggi e di tutele. 46
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- SQUILIBRI COMMERCIALI SU SCALA EUROPEA. In concreto esistono
squilibri tra i diversi Paesi: Germania e quelli del centro Europa
da una parte e quelli della periferia pi deboli Portogallo,
Irlanda, Grecia, Spagna, chiamati spregiamente PIGS ( maiali ),
sempre pi spesso una seconda I, indica Italia. La moneta e il
mercato unico hanno messo questi Paesi in competizione, e i Paesi
della periferia hanno registrato deficit crescenti nei confronti
del centro, e in particolare delle banche dei Paesi pi forti, in
primo luogo quelle tedesche, ma anche francesi e inglesi. E da
sfatare il mito che i tedeschi sono pi competitivi perch lavorano
di pi e che laumento della produttivit in Germania sia maggiore
rispetto alla periferia. 47
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- In verit la Germania ha addirittura mantenuti fermi i salari o
li ha addirittura diminuiti e si posta lobiettivo di diventare un
competitore globale, sfidando gli USA e persino la Cina sul piano
dellexport, diventando uno dei maggiori esportatori nel mondo, non
certamente su scala mondiale, ma europea. Nella visione neoliberisa
e mercantile che si cerca di imporre a inizio 2012, lintera UE deve
comprimere i salari e il costo del lavoro per ingaggiare una corsa
al ribasso con la Cina e le altre potenze emergenti, e invece di
svalutare la moneta la Germania chiede di svalutare il costo del
lavoro. La Germania partiva da una posizione di forza, dovuta a una
molteplicit di fattori, dalle spese per la ricerca alla dimensione
delle imprese, dalla produttivit alla rete di infrastrutture, e
salari pressoch invariati mentre crescevano quelli degli altri
Paesi, ma per effetto dellinflazione. 48
- Slide 49
- Linflazione pi alta soprattutto dopo lentrata in vigore
delleuro legata al credito facile per finanziare i consumi nei
Paesi della periferia, che nel frattempo aumentavano le loro
importazioni proprio dalla Germania, che ha accumulato un surplus
di oltre 1000 miliardi di euro dal 2000. Limpossibilit dei Paesi
della periferia di poter svalutare la propria moneta rispetto a
quella tedesca ha peggiorato le cose producendo squilibri che ora
si vogliono far rientrare con piani di austerit e diminuendo il
costo del lavoro nei Paesi della periferia. 49
- Slide 50
- SQUILIBRI SU SCALA GLOBALE La Cina diventata la fabbrica del
mondo e presenta un gigantesco surplus commerciale, mentre gli USA
sono i primi consumatori del pianeta e registrano deficit
spaventosi. Gli Usa si indebitano per comprare prodotti cinesi e i
cinesi acquistano titoli di stato statunitensi, in pratica
consentendo a questultimi di comprare a credito e mantenendo cos il
livello di vendite e produzione. Una situazione che sta esasperando
gli squilibri su scala globale e le tensioni valutarie. In Europa
la Grecia e gli altri Stati della periferia si sono indebitati per
comprare prodotti tedeschi. Nel caso della Cina lo Stato ad aver
prestato soldi agli USA con lacquisto di buoni del tesoro
statunitensi, mentre in Europa sono le banche private a prestare i
capitali necessari ai Paesi della periferia per mantenere alta la
produzione e le esportazioni nei Paesi del centro. Diversi analisti
segnalano come la prossima crisi potrebbe scoppiare per la
condizione delleconomia cinese e la presenza di una colossale bolla
immobiliare, a cui potrebbero sommarsi le difficolt degli USA ove
il debito ha superato il 100% del PIL, dato anche che lecito
domandarsi per quanto tempo gli americani potranno accumulare
deficit per comprare a credito dalla Cina? 50
- Slide 51
- SQUILIBRI MONETARI E SVALUTAZIONE. La differenza degli
squilibri tra USA/Cina ed Europa data dal fatto che gli americani
hanno una loro moneta unica che tra laltro una moneta di
riferimento per il commercio internazionale. In Europa invece la
creazione di una moneta unica, di una Banca centrale e
labbattimento dei controlli sui movimenti di capitali hanno tolto
diversi strumenti a disposizione dei singoli Stati per rimediare a
situazioni di difficolt. Una per tutte la possibilit di stampare
moneta, ma anche il controllo sul valore delle monete nazionali e
la possibilit di svalutarle; e quello sui tassi di interesse
applicati dalle banche centrali il cosiddetto costo del denaro. La
quotazione delleuro rispetto alle altre valute una sorta di media
delle quotazioni che avrebbero le valute dei diversi Paesi europei
se non ci fosse la moneta unica, ed una media sbilanciata ed
ancorata allandamento delleconomia tedesca, per cui gli altri Paesi
si trovano una valuta estremamente pi forte che penalizza le
esportazioni e sono inondati di importazioni dalla Germania. Questo
si traduce infine in un continuo peggioramento dei conti pubblici
ed in un indebitamento crescente. 51
- Slide 52
- IL COSTO DEL DENARO. Un secondo strumento di politica economica
degli Stati la determinazione del tasso di interesse a cui le
banche centrali prestano il denaro, cio il costo del denaro. In
pratica un alto tasso di interesse rende pi costosi prestiti e
investimenti, raffreddando leconomia e i consumi, mentre un basso
tasso li rende pi semplici, permettendo di rilanciare leconomia ma
esponendo il Paese al rischio di inflazione. Anche questo secondo
strumento stato delegato a livello sovranazionale, e in particolare
alla BCE, che per statuto, ha come unico obiettivo il controllo del
tasso di inflazione, e non la lotta contro la disoccupazione o
altri scopi. Le politiche sono decise nella sede della BCE di
Francoforte, fuori dalla portata delle istituzioni democratiche
della UE, rendendo la BCE completamente indipendente dal potere
politico e dal controllo dei singoli Paesi membri. 52
- Slide 53
- POLITICHE FISCALI E PARADISI FISCALI. Gli Stati si trovano di
fronte a una profonda contraddizione tra il tentativo di mantenere
la propria superiorit e la partecipazione alla competizione globale
per cercare di avvantaggiare le proprie imprese, e limitare la
tassazione dei capitali per evitarne la fuga. Ed in questo gli
Stati si trovano davanti a due possibilit. Da una parte reperire le
risorse necessarie al loro funzionamento e allerosione dei servizi
pubblici in particolare tassando il lavoro. Dallaltra tagliare
questi servizi. In questi ultimi anni si assistito a un progressivo
spostamento della pressione fiscale dal capitale al lavoro, dalle
imprese ai cittadini e pi in generale da chi in posizione di forza,
pu usufruire di scappatoie quali paradisi fiscali e di chi non pu
farlo, aumentando il peso delle imposte indirette come lIVA in
Italia, creando enormi squilibri in tutta lUnione europea. 53
- Slide 54
- IL DEBITO PUBBLICO IN ITALIA LA COMPOSIZIONE DEL DEBITO
PUBBLICO. Il debito pubblico in Italia ammontava a fine 2011 a
circa 1900 miliardi di euro superiore a 30.000 euro per ogni
cittadino. Su questo debito abbiamo pagato nel 2011, 77 miliardi di
euro di interessi. Poco pi dell80% costituito da titoli di Stato,
il resto da debiti delle amministrazioni locali, debiti verso
fornitori della pubblica amministrazione e altri. Solo quelli del
pubblico verso le imprese fornitrici supererebbero a inizio 2012 i
70 miliardi di euro. Il 57% del debito detenuto da soggetti
residenti in Italia, il 43% da soggetti esteri (in genere banche e
investitori istituzionali ) 54
- Slide 55
- CENNI STORICI SUL DEBITO ITALIANO. Nel 1861 i primissimi
governi decidono di riconoscere i debiti pregressi degli Stati che
vanno a costituire il Regno dItalia. Raramente lItalia ha coperto
le spese con le entrate. Lo strumento del debito pubblico sempre
stato di grande importanza ed stato anche premiato con
unimposizione di tasse inferiore al resto degli investimenti
finanziari, ed i mercati finanziari sono nati principalmente per
collocare il debito pubblico. Oggi il debito supera il 120% del
PIL, nel 1980 il rapporto era ancora pari al 59%, per lintervento
della Banca dItalia. Gi nel 1993 il debito aveva raggiunto il 120%,
in quanto negli anni 80 la Banca dItalia acquistava tutti i titoli
di Stato rimasti invenduti, tenendo relativamente bassi i tassi di
interesse. Operazione che cess alla fine degli anni 80. 55
- Slide 56
- Nello stesso periodo a livello internazionale si afferma la
dottrina neoliberista negli Usa e in altri Paesi e si assiste alla
liberalizzazione dei capitali, per cui i risparmiatori possono
indirizzare i propri soldi ovunque nel mondo, mentre prima era
illegale per un cittadino italiano, circostanza che facilitava lo
Stato a finanziare il debito con un tasso relativamente basso. In
parallelo diminuiscono in Italia le tasse sui redditi pi alti, sia
per scelte politiche, sia per la difficolt di tassare i grandi
capitali che possono muoversi liberamente nel mondo. Detta in
parole semplici lo Stato rinuncia a tassare i patrimoni, e chiede
loro in prestito, con il dovuto tasso di interesse, i soldi che non
chiede pi come imposizione fiscale 56
- Slide 57
- Questo equivale a una continua redistribuzione della ricchezza
dal basso verso lalto attraverso il debito pubblico. Le tasse
versate essenzialmente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati
(93%) vanno in misura sempre maggiore a pagare gli interessi sul
debito, detenuto dai grandi patrimoni. Il debito pubblico da
strumento di politica economica nellinteresse pubblico, si
trasforma progressivamente in un meccanismo di welfare al
contrario. 57
- Slide 58
- EVASIONE FISCALE E ECONOMIA SOMMERSA. Una delle principali
cause di squilibrio dei conti pubblici dato dal unevasione fiscale
gigantesca, e nettamente superiore alla media europea. Alcune
analisi stimano levasione in circa 120 miliardi di euro ovvero poco
meno del 30% dellincasso lordo. Considerando il lavoro nero,
leconomia sommersa e le mafie, in totale qualcosa come 500,
miliardi di euro lanno sfuggono al fisco. Si tratta di una cifra
dellordine del 30% del PIL, che non viene tassata in alcun modo.
Senza questa gigantesca zavorra che strangola leconomia e scarica
lintero peso del fisco su cittadini e imprese onesti, lItalia
sarebbe con ogni probabilit uno del Paesi europei con i conti
pubblici pi sani, con il minor debito e comunque in una situazione
radicalmente diversa da quella attuale. 58
- Slide 59
- In questa attivit di evasione e di elusione fiscale sono
direttamente coinvolte anche le banche e il sistema finanziario, in
almeno due modi. Da un lato societ finanziarie e banche compiacenti
troppo spesso chiudono un occhio, quando non sono parte attiva, per
facilitare lo spostamento illecito di capitali allestero. Dallaltro
le stesse banche sono direttamente coinvolte in attivit elusive, o
per lo meno da diversi contenziosi con il fisco. A dicembre Intesa
San Paolo ha versato allAgenzia dellentrate 270 milioni di euro per
chiudere un contenzioso, e in precedenza il Monte dei Paschi si era
accordato per 260 milioni, CREDEM per 45, la Popolare di Milano per
186, UNICREDI per 99. Secondo uno studio del Tax Justice Networh,
condotto su 145 Paesi, lItalia perderebbe ogni anno a causa
dellevasione fiscale circa 183 miliardi di euro, il che significa
che 10 anni di evasione fiscale a questi ritmi sono pari allintero
debito pubblico, che fino al 2011 ammontava a 1900 miliardi di
euro. 59
- Slide 60
- PERCHE INDEBITARSI. Oltre alle mancate entrate fiscali legate
ad attivit illecite, occorre poi valutare quanta parte del debito
pubblico sia stata utilizzata, e venga tuttoggi utilizzata, non per
il benessere dei cittadini ma per clientele, opere inutili e
dannose, e pi in generale per spese improduttive, quali il progetto
di acquistare 131 cacciabombardieri, che non possono passare per
strumenti per ripudiare la guerra, come prescritto dalla nostra
Costituzione. Oppure per citare altro esempio la costruzione del
tunnel per lAlta velocit in Val di Susa, ove esiste gi una linea
ferroviaria sottoutilizzata. Tornando alle entrate levasione e
leconomia sommersa non sono gli unici nostri problemi. Una
caratteristica che ci accumuna a gran parte dellEuropa una
progressiva diminuzione del carico fiscale sulle classi pi ricche e
sul capitale, e uno spostamento della pressione fiscale sul lavoro
e sulle imposte dirette e regressive, quali lIVA. Si pu quindi
concludere che il debito pubblico in Italia non dovuto a una
eccessiva spesa per welfare o servizi sociali, ma per la
globalizzazione dei mercati e dei capitali, la gigantesca evasione
ed economia sommersa, ed infine per anni di mala gestione,
corruzione, clientele e spese improduttive. 60
- Slide 61
- LA RECESSIONE CAUSATA DALLA CRISI. Anche in Italia il rapporto
debito/PIL aumentato negli ultimi anni, passando dal 106% del 2008
al 119% del 2010, legato principalmente a due fattori. Da una parte
la crisi che ha comportato una riduzione dei consumi e del PIL. Se
diminuisce il denominatore il rapporto debito/PIL aumenta. Il
secondo fattore sempre legato alla recessione. La diminuzione dei
consumi e della ricchezza si traduce in un calo delle entrate.
CONCORRENZA SUI MERCATI DEI CAPITALI. Laumento dei debiti pubblici
dovuti ai piani di salvataggio effettuati dalla Francia, Spagna,
Gran Bretagna ed USA ha aumentato lofferta di questi titoli sui
mercati, per finanziare deficit in rapida crescita. 61
- Slide 62
- Economie solide, come la Germania, possono permettersi di
offrire tassi di interesse attorno al 2%. Oggi lItalia no, perch
con la gigantesca offerta di titoli di Paesi considerati pi sicuri
occorre aumentare il tasso offerto per attrarre gli investitori e
non essere spinti fuori mercato. Ecco spiegato il progressivo e
rapido aumento dello spread fra titoli italiani e tedeschi, che per
ogni punto percentuale di differenza con i Bund tedeschi costa
allItalia 3,1 miliardi di euro il primo anno, 6,2 il secondo e 8 a
regime. Gli interessi potrebbero passare dai 77 del 2011 ai 94 del
2012, poi a 101 nel 2013, sottraendo risorse ai servizi pubblici e
alle spese sociali. LItalia ha un avanzo primario, ovvero avrebbe i
conti pubblici in attivo, e quindi se non fosse per gli interessi
sul debito pubblico, i nostri conti non sarebbero in questa penosa
situazione. 62
- Slide 63
- SPECULARE SUI DEBITI PUBBLICI. La finanza casin approfitta
delle difficolt degli Stati per guadagnare scommettendo sul
fallimento di interi Paesi. Gli speculatori cavalcano le
oscillazioni dei mercati. Sempre pi spesso gli investitori agiscono
inseguendo le variazioni di prezzo dei titoli, non gli interessi.
Se acquisto un titolo di Stato, devo attendere che maturino gli
interessi per guadagnare. Se al contrario compro il titolo e dopo
pochi giorni il suo valore salito, posso realizzare un profitto in
brevissimo tempo. Esistono poi tecniche speculative, in particolare
la vendita allo scoperto, che permettono di scommettere nella
direzione opposta, ovvero sulla perdita di valore di qualsiasi
titolo. Limportante che il prezzo sia variabile o che il titolo
stesso sia volatile. Larrivo di speculatori aumenta la quantit di
titoli venduti e il giro di scommesse. Questo aumenta a sua volta
linstabilit, la quale attrae altri speculatori, alimentando la
spirale. 63
- Slide 64
- IL DEBITO ITALIANO IN MANI ESTERE. Negli ultimi anni c stato
una importante novit nel debito italiano, a parte leccessivo
indebitamento. Nel 1991 il 94% del debito pubblico italiano era
nelle mani di soggetti residenti in Italia, rendendo improbabile
una speculazione da parte di banche e altri attori finanziari
esteri. Nel 1998 questa percentuale era scesa a poco pi del 70%.
Dopo il 2005, circa la met del debito nelle mani di soggetti
italiani, il resto tenuto da soggetti esteri. Il Giappone ha un
rapporto debito/PIL superiore al 230%, ma la quasi totalit del
debito (96%) in mano agli stessi cittadini e imprese giapponesi. In
conclusione il nostro debito diventato un problema per la
recessione causata dalla crisi finanziaria del 2008, dai
giganteschi piani di salvataggio della finanza privata, che hanno
aumentato la concorrenza dei mercati sui titoli di Stato, e nella
mancanza di regole 64
- Slide 65
- BANCHE CENTRALI E INTERVENTI DOPO LA CRISI BANCHE CENTRALI E
INTERVENTI A SOSTEGNO DELLECONOMIA. Le banche centrali sono
istituti autorizzati a emettere moneta e in particolare a
determinare le condizioni a cui avviene questa emissione. Pi in
generale intervengono nelle politiche monetarie fissando il
cosiddetto costo del denaro, ovvero il tasso di interesse a cui una
banca centrale presta denaro al sistema bancario. La gestione di
questo strumento stata duramente criticata negli ultimi anni. Se la
crisi dovuta alleccesso di debiti del sistema bancario e
finanziario, una responsabilit rilevante dovuta alle politiche di
bassi tassi di alcune banche centrali e in particolare della FED
degli Stati Uniti. 65
- Slide 66
- POLITICHE MONETARIO E ALLEGGERIMENTO QUANTITATIVO. Se le banche
centrali possono intervenire per salvare delle banche a rischio di
fallimento, persino accettando in cambio titoli tossici e
obbligazioni strutturate frutto di cartolarizzazioni, sembrerebbe
logico che possano a maggior ragione intervenire per sostenere lo
Stato quando questo si dovesse trovare in difficolt. Questo ruolo
di prestatore di ultima istanza per gli Stati stato svolto dalla
FED degli USA, dalla Banca centrale dInghilterra o da altre banche
centrali, ma precluso alla BCE in Europa. Per statuto la BCE non pu
comprare titoli di Stato dei Paesi membri, per contrastare attacchi
speculativi, potendo agire solo sporadicamente sul mercato
secondario. 66
- Slide 67
- SOVRANITA MONETARIA ED EMISSIONE DI TITOLI DI STATO. Un
problema cruciale risiede nel fatto che 17 Paesi dellUE non hanno
pi una loro valuta nazionale, ma avendo aderito alleuro hanno
delegato alla BCE il compito di immettere moneta nel sistema. Con
la creazione delleuro a fine 2001 lItalia non ha pi la possibilit
di emettere una moneta propria. Il conio adesso di pertinenza della
BCE, tranne per le monete che continuano ad essere stampate dalla
Zecca italiana. Dallaltra parte, ogni Paese aderente alleuro
continua ad avere un proprio debito pubblico e a doverlo finanziare
tramite lemissione di propri titoli di Stato 67
- Slide 68
- Ogni Paese quindi esposto a un proprio rischio sovrano da cui
discendono tassi di interesse diversi e di conseguenza lo spread
non pu applicare le politiche economiche proprie dei Paesi che
hanno una loro sovranit monetaria, ovvero stampare soldi e
svalutare per diminuire i deficit. Per gestire il debito le uniche
soluzioni che rimangono sono allora laumento delle entrate o
diminuire le spese. In pi il valore forte delleuro agganciato
alleconomia tedesca non rispecchia la forza dei Paesi della
periferia europea. In maniera speculare la BCE una Banca centrale
senza uno Stato alle spalle. 68
- Slide 69
- E ANCORA UNA CRISI BANCARIA. Poste queste premesse la crisi
delle finanze pubbliche ancora in gran parte una crisi bancaria,
per i seguenti motivi: La mole di titoli di Stato che le banche
hanno nei loro bilanci. Se posso indebitarmi all1% con la BCE e
utilizzare tali risorse per comprare titoli della Grecia che
offrono il 20% di interesse e di altri Stati in difficolt, laffare
si presenta molto interessante, per cui la crisi delleuro
essenzialmente un incontro di lotta libera per stabilire chi alla
fine coprir i debiti delle banche. Viene da domandarsi quanto i
piani di austerit imposte alla Grecia e ad altri Paesi siano
funzionali a salvare le banche che continuano a speculare sui
debiti di tali Paesi. 69
- Slide 70
- Per ridurre la loro esposizione nei Paesi considerati a
rischio, nel 2011 le banche hanno perseguito due strategie. Alcune
hanno iniziato a vendere i titoli dei paesi della periferia,
aggravando la situazione di difficolt di quei Paesi. La maggior
parte per non volendo rinunciare agli alti interessi garantiti da
quei Paesi hanno invece pensato di tutelarsi contro un possibile
default comprando i CDS, i derivati che permettono di assicurarsi
contro il fallimento di un ente terzo. Un altro fattore dipende
dalla quantit di titoli tossici che le banche hanno ancora nei loro
bilanci dopo lo scoppio della bolla dei subprime del 2008, e da
quella data allinizio 2012, il valore di borsa di UNICREDIT passato
da 69 a 8 miliardi, quello di INTESA SAN PAOLO da 65 a 18, e quelli
di Monte dei PASCHI di Siena e UBI banca entrambi da 12 a 2,5 e via
discorrendo. 70
- Slide 71
- UNA NUOVA BOLLA SPECULATIVA CON SOLDI PUBBLICI. La liquidit a
basso costo in assenza di vincoli o controlli equivale a un
incentivo a perseguire le attivit speculative e potrebbe innescare
unennesima bolla sui mercati finanziari. In questo senso
lintervento della BCE potrebbe essere addirittura controproducente,
continuando a dare eccessiva liquidit a un sistema che dovrebbe al
contrario diminuire la propria leva. In ogni modo per le banche
europee si pone il problema di un urgente aumento di capitale
sociale e per quelle italiane di almeno 15,4 miliardi di nuovo
capitale per far fronte ai rischi assunti in passato. 71
- Slide 72
- SALVARE LE BANCHE, NON I PAESI. Per ottenere il prestito dell1%
dalla BCE le banche italiane hanno dato in cambio delle
obbligazioni con una garanzia dello Stato italiano ( Ministero del
tesoro e Banca dItalia ) I soldi della BCE per le banche, arrivano
senza condizioni. Gli Stati al contrario devono accettare pesanti
ingerenze nella propria sovranit, piani di austerit, rientro dal
debito per avere qualche prestito a tassi quattro o cinque volte
superiori, mentre non sono nemmeno in discussione vincoli per le
banche private inondate di soldi pubblici dopo aver causato la
crisi. Tali vincoli agli occhi di chi ancora sostiene lideologia
neoliberista rischierebbero di minare lefficienza del libero
mercato. 72
- Slide 73
- LE SOLUZIONI PROPOSTE DALLA COMUNITA INTERNAZIONALE
LINTERPRETAZIONE DELLA CRISI DELLE FINANZE PUBBLICHE. La crisi
delle finanze pubbliche legata a diversi fattori, la maggior parte
dei quali discende dallassetto finanziario attuale. Il travaso sui
conti pubblici dellenorme eccesso di debiti e di rischi creato
dalla finanza privata, principalmente tramite le cartolarizzazioni,
il sistema bancario ombra e il moltiplicarsi dei derivati. In pi
lassenza di regole nel settore finanziario, labbattimento dei
controlli sui movimenti di capitali, il ruolo giocato dai paradisi
fiscali e alcuni pesanti squilibri allinterno dellUE e su scala
globale. 73
- Slide 74
- Lobiettivo di tali politiche non sembra di rimettere in sesto i
conti pubblici diminuendo le spese, ma anche e soprattutto puntare
su una maggiore competitivit, facendo dellUE un competitore
globale, inseguendo il modello neomercantile tedesco, diminuendo il
costo del lavoro. C da chiedersi se la periferia dellEuropa voglia
mettersi a competere con la Cina sul piano delle retribuzioni e dei
redditi, mentre tutti i Paesi cercano di aumentare le esportazioni,
o lunica via di uscita iniziare a indebitare altri pianeti per
poter esportare li le nostre merci 74
- Slide 75
- LE SOLUZIONI PER LITALIA E LA RISPOSTA DEL GOVERNO. Il
ragionamento di tagli alla spesa pubblica e piani di austerit stato
applicato allItalia. Il 5 agosto 2011 con una nota la BCE chiedeva
la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, attraverso
privatizzazioni, ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle
esigenze specifiche delle aziende, e vista la gravit della
situazione sui mercati finanziari, sarebbe appropriata anche una
riforma costituzionale. Nel merito dopo due mesi dal referendum nel
quale 27 milioni di italiani si sono espressi contro le
privatizzazioni la BCE chiede privatizzazioni su vasta scala. In pi
lItalia deve rientrare, sforando il 60% del debito di rapporto
debito/PIL a un ritmo del 5% annuo, e linserimento del pareggio del
bilancio nella nostra Costituzione. A inizio 2011 il Governo
sosteneva che non sarebbe stata necessaria alcuna manovra di
aggiustamento dei conti pubblici. A fine anno 75
- Slide 76
- ne sono state approvate tre con interventi strutturali per 80
miliardi di euro. Le prime due dallo stesso Governo Berlusconi,
lultima da quello guidato da Mario Monti, chiamato da Napolitano ad
affrontare la difficile situazione. Una manovra che contiene
maggiori tasse anche sui ceti pi deboli, tagli alle pensioni, tagli
ai servizi pubblici in perfetto accordo con le richieste della UE e
ancor prima con lideologia neoliberista, che non affronta i nodi
strutturali che hanno portato allaumento del debito, poi allaumento
dello spread e degli interessi da pagare e infine alla limitatezza
di strumenti per farvi fronte 76
- Slide 77
- Dopo la prima fase a inizio 2012 viene annunciata la seconda,
per la, fondata sulle liberalizzazioni e le privatizzazioni. In
pratica seguendo due strade: tagli alle spese sociali e alle
pensioni e valorizzazione del patrimonio pubblico, ovvero in
dismissioni ai privati di immobili, imprese, terreni, spiagge, ma
anche dei servizi pubblici e della loro gestione. In altre parole,
scaricare il costo della crisi sui salari e spese sociali e aprire
al privato nuovi settori economici, beni e servizi pubblici. E
adesso una riflessione. Il sistema bancario fino agli anni ottanta
era caratterizzato da un insieme di piccole banche e da alcune di
maggiori dimensione sotto controllo pubblico. 77
- Slide 78
- E stato affermato che il pubblico era inefficiente, le piccole
banche non potevano competere su larga scala ed era necessario un
processo di ammodernamento, fatto di privatizzazioni e fusioni. Un
processo che ha portato alla costituzione di due gruppi bancari di
dimensione globale, UNICREDIT e INTESA SAN PAOLO. Questo processo
ha portato un maggior benessere ai cittadini? I nostri costi sui
c/c e le nostre spese bancarie sono tra i pi alti dEuropa, buona
parte del sistema di piccole imprese e di artigiani ha enorme
difficolt di accesso al credito, leconomia langue e le
privatizzazioni non hanno permesso di far cassa e di ridurre il
debito pubblico. E allora maggiore prudenza e analisi appropriate
di costi e benefici pare opportuna. 78
- Slide 79
- UNA DIAGNOSI SBAGLIATA. Questa visione della crisi e di come
uscirne direttamente figlia della dottrina neoliberista: meno
Stato, pi mercato. Occorre diminuire le spese pubbliche e aumentare
il ruolo del privato. Incredibilmente, la crisi dovuta agli eccessi
della finanza privata dimostrerebbe linefficienza del settore
pubblico, e diventa un alibi per insistere e accelerare nella
stessa direzione. Se non ci sono le risorse per i servizi pubblici,
questi possono, anzi devono, essere privatizzati. Uninterpretazione
della crisi sbagliata, ingiusta, pericolosa e miope. Vediamo in
dettaglio. 79
- Slide 80
- La finanza ha causato la crisi, il pubblico intervenuto per
salvarla, e sono peggiorati i conti pubblici. Ora bisogna tornare
in soccorso degli Stati, altrimenti le grandi banche che hanno
continuato a speculare allindomani della crisi potrebbero
continuare a essere a rischio. Per questo i cittadini devono
coprire tutti i debiti, stringendo la cinghia. Se non lo fanno, la
minaccia che gli stessi attori finanziari porteranno nuovi attacchi
speculativi contro le nazioni pi deboli, e pretendono un
risanamento immediato da Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e
Italia. IL debito pubblico della UE che era inferiore al 60% del
PIL nel 2007, supera l80% nel 2010. 80
- Slide 81
- O, di colpo, negli ultimi tre anni i Paesi membri dellEuropa
hanno speso miliardi e miliardi di euro in servizi pubblici,
welfare, pensioni o linterpretazione che viene data della crisi
dalle finanze pubbliche semplicemente falsa. Al contrario, londa
lunga delle riforme delle pensioni, dei tagli alle spese sociali e
delle privatizzazioni sono sotto gli occhi di tutti. Pi in generale
gli Stati europei sono oggi in difficolt perch hanno a che fare con
un sistema bancario estremamente fragile e che necessita di enormi
e continui apporti di capitali per puntellare e mascherare la sua
insostenibilit. 81
- Slide 82
- UNA VISIONE INGIUSTA. Partendo da un assunto sbagliato, lintero
peso della crisi viene fatto ricadere sui cittadini e in
particolare sulle fasce pi deboli, contro qualsiasi principio di
redistribuzione del reddito. La crisi ha colpito una prima volta i
cittadini nel 2007-2008 quando sono stati messi a rischio i loro
risparmi ; una seconda volta con laumento della disoccupazione e
della precariet; una terza volta perch il sistema finanziario stato
salvato con i soldi pubblici, ovvero dei contribuenti; una quarta
volta perch i responsabili della crisi hanno contribuito solo
marginalmente al salvataggio eludendo le tasse grazie ai paradisi
fiscali; una quinta volta per il peggioramento dei conti pubblici;
una sesta volta per lassenza di un regolamento che ha permesso alla
finanza di ricominciare a speculare con impatti devastanti sulle
nostre vite. 82
- Slide 83
- SCARICARE I DEBITI SUI CITTADINI. Notiamo che si da per
scontato che sia necessario approvare queste misure, per quanto
ingiuste e di, perch i Paesi non possono fallire. Nel 2008 c stato
detto che le banche non possono fallire, e il costo del salvataggio
stato scaricato sugli Stati. Ora questi ultimi non possono fallire,
e il costo viene trasferito sui cittadini. Il problema che non c
nessun altro su cui spostare questa massa di debiti per continuare
a giocare a scaricabarile, senza regole. Sono allora i cittadini a
dover fallire per i disastri combinati solo pochi anni prima dalla
finanza speculativa? Se non fosse abbastanza assurdo che i
cittadini sono chiamati a tappare i buchi di questo sistema
finanziario, laspetto pi incredibile che la stessa finanza a
dettare le condizioni alle quali pretende, che i cittadini tappino
le falle che ha provocato, imponendo condizioni agli Stati sui
titoli, lacrime e sangue, piani di austerit, pena laumento di tassi
sul debito. 83
- Slide 84
- PEGGIORARE LA CRISI. Lingiustizia sociale contenuta nei piani
proposti per uscire dalla crisi non che una parte del problema. Le
misure proposte non fanno che peggiorare la crisi stessa,
affondando diversi Paesi nella recessione e in una possibile
depressione. Tagli alle pensioni, al welfare significano diminuire
il potere di acquisto, il reddito delle famiglie. Se lo Stato non
assicura i servizi essenziali, che devo pagare da solo, questi
soldi non potranno essere utilizzati per altro, diminuendo il
reddito di famiglie, lavoratori e pensionati. Un sistema economico
fondato sulla continua crescita del PIL e dei consumi assolutamente
insostenibile dal punto di vista ambientale, in un paese di
dimensioni finite. In questo momento di crisi diminuire i redditi
delle classi pi povere non far altro che accelerare la crisi stessa
e condurre i Paesi un una pesante fase recessiva. 84
- Slide 85
- In altre parole le misure imposte dalla UE porteranno ad acuire
la crisi che si pretende di contrastare e trascineranno i Paesi in
una pesante recessione. Oltre agli enormi danni diretti, il
peggioramento della situazione implica alimentare le incertezze sui
titoli di Stato e quindi la speculazione contro gli stessi Paesi.
In ultimo promuovere politiche di austerit in un momento di crisi
significa ridurre ulteriormente la domanda. Meno ricchezza prodotta
significa anche meno entrate fiscali e un ulteriore peggioramento
dei conti pubblici. Un nuovo alibi per procedere a un ulteriore
smantellamento dei servizi pubblici e dello Stato sociale. 85
- Slide 86
- INCOMPETENZA O SHOCK ECONOMY. Probabilmente non esiste nessuna
sorta di che indirizza i destini del mondo, una qualche leadership
mondiale che coscientemente cerca di perseguire i propri interessi
a danno del 99% dellumanit. Non per questo la realt pi
tranquillizzante, al contrario. La realt che siamo immersi da un
trentennio in un pensiero unico neoliberista. Le banche, le
imprese, le istituzioni internazionali e nazionali, le universit
sono dirette da manager ed esperti che si sono formati in questo
pensiero economico. Linteresse razionale del singolo attore
finanziario quello di massimizzare i profitti, anche se questo
comporta un maggior impatto ambientale, ed esercitare ogni
possibile influenza sui politici per evitare lintroduzione di
regole e controlli, anche a costo di acuire la crisi. 86
- Slide 87
- LESTREMISMO NEOLIBERISTA. Una finanza senza controllo ha
aumentato a dismisura la quantit di debiti e di denaro circolante,
tramite lutilizzo di leve finanziarie spregiudicate per
moltiplicare gli attivi e i profitti, derivati non regolamentati,
cartolarizzazioni realizzate grazie a strutture registrate nei
paradisi fiscali, e che hanno dato vita a un sistema bancario ombra
di dimensione doppia rispetto a quello ufficiale. Il settore
pubblico ha dovuto spendere migliaia di miliardi di dollari per
salvare questo settore. Il pareggio di bilancio deve essere
inserito nelle Costituzioni nazionali. Il pubblico non pu
indebitarsi, mentre vengono premiate e lasciate libere le banche e
gli attori finanziari che hanno provocato la crisi. 87
- Slide 88
- POSSIBILI ALTERNATIVE 88
- Slide 89
- In questa terza parte vengono affrontati i problemi di come
regolamentare la finanza: le cartolarizzazioni, il sistema bancario
ombra, la leva finanziaria, le agenzie di rating, i derivati, le
transazioni finanziarie, e la necessit di introdurre principi
precauzionali. Fermare la lobby della finanza. La Governance
internazionale. I paradisi fiscali. Controlli sui flussi di
capitali. Una nuova Europa. Ruolo e funzioni della BCE. La spesa
pubblica in Italia. Diverse politiche di spesa. Un diverso modello
fiscale e delle entrate. Un nuovo modello di finanza pubblica.
Pagare il debito? Un audit sul debito. Agire dal basso contro la
finanza. 89
- Slide 90
- REGOLAMENTARE LA FINANZA FINANZA COME MEZZO O COME FINE. La
crisi che viviamo non esplosa a seguito di scandali, non abbiamo
assistito a situazioni contingenti per un Paese o Regione. Siamo di
fronte a una crisi strutturale della finanza, che investe le stesse
fondamenta. Questo sistema per anni ha assicurato profitti
giganteschi a pochi ed enormi disuguaglianze e ingiustizie in tutto
il pianeta. Come primo passo necessario invertire la rotta, occorre
cambiare il sistema finanziario. Qualsiasi intervento pubblico,
piano di salvataggio o proposta politica sar inefficace finch la
finanza dominer leconomia e lintera societ, finch le banche e gli
attori finanziari potranno creare denaro e debiti dal nulla senza
limiti, finch le poche regole esistenti potranno essere comunque
eluse. 90
- Slide 91
- Con laffermarsi del neoliberismo la finanza ha occupato gli
spazi lasciati vuoti dal progressivo arretramento dello Stato. Oggi
milioni di famiglie americane si ritrovano senza risparmi e senza
casa, con buona pace dellefficienza dei mercati incapaci di
trasformare e agire nellinteresse generale. Lintero PIL della terra
stimato 62 trilioni di dollari. La JP Morgan Chase, una singola
banca privata americana, detiene contratti derivati per un totale
di 78 trilioni di dollari, seguita da Citigroup, BanK of America e
Golmasn Sachs. Queste quattro banche detengono in totale 200
trilioni di dollari di derivati. Il debito dellItalia, ottava
economia del mondo, circa l1% di questa somma. Ci una follia.
Occorre sottoporre la finanza a una drastica cura dimagrante, e
diminuire il suo peso nelleconomia e nella societ, la sua
complessit. 91
- Slide 92
- CARTOLARIZZAZZIONI E SISTEMA BANCARIO OMBRA. Il sistema
bancario ombra va chiuso. Che senso ha chiedere alle banche di
pubblicare un bilancio, se possono poi spostare la maggior parte
delle proprie attivit fuori da questo bilancio e nel sistema ombra?
Attualmente si chiede agli Stati di introdurre nelle Costituzioni
nazionali il pareggio del bilancio. Bene invece del pareggio si
dichiari allora che gli Stati hanno si un bilancio, ma possono
usare trucchi contabili per spostare oltre la met dei debiti e
delle spese al di fuori di questo bilancio e non farli comparire
nellanalisi dei conti pubblici. 92
- Slide 93
- Al momento del fallimento la Lehaman Brothers rispettava non
solo i parametri di Basilea II, ma anche quelli ben pi stretti di
Basilea III. Il problema di fondo riguardava la massiccia
partecipazione al sistema ombra. Le banche sono state protagoniste
di una doppia trasformazione. Dalla tradizionale attivit creditizia
allintermediazione finanziaria e successivamente al sistema
bancario ombra. Passaggi che non sono messi in discussione
dallaccordo di Basilea o altre normative oggi allo studio, ma gli
Stati e quindi i cittadini sono stati poi chiamati a ripianare le
perdite. 93
- Slide 94
- NARROW BANKING. Con la legge statunitense Glass- Steagall Act
approvata dopo la crisi del 1929 fu deciso di separare le banche
commerciali e le banche di investimenti, per evitare che le banche
potessero speculare con i soldi dei clienti. Questa legge
smantellata nel corso degli anni novanta, stata ora riproposta, in
forma limitata dal Dodd-FranK Act emanato dagli Usa dopo la crisi
dei subprime. Questa legge contiene la cosiddetta Volcker Rule, per
cui le banche non possono fare operazioni in proprio con i soldi
dei loro clienti. Impedire il trading proprietario un primo passo,
ma sicuramente insufficiente, eppure ha incontrato enormi
resistenze da parte delle lobby finanziarie americane, tanto che a
fine 2011 si attendono sempre i decreti attuativi. 94
- Slide 95
- Il modello deve essere per narrow banking, ovvero attivit
finanziaria ristretta, nel quale esistono diversi tipi di banche,
ognuna delle quali specializzate in poche operazioni ben definite e
inquadrate. Cos le banche commerciali realizzano prestiti, le
banche di investimento operano sui mercati finanziari. Un tale
modello appare necessario per impedire che megastrutture composte
di banche, fondi, gestori, assicurazioni, attivit di consulenza
continuino a tenere sotto ricatto i governi obbligandoli a
qualunque legge e a qualunque salvataggio non solo in forza del
loro potere di lobby, ma anche perch un loro fallimento
trascinerebbe nel baratro lintera economia. 95
- Slide 96
- DIMINUIRE LA LEVA FINANZIARIA. Suddividere le operazioni che le
banche possono compiere non che uno dei passi per cambiare il
sistema bancario. Unaltra misura altrettanto necessaria la
riduzione della leva finanziaria spropositata che queste hanno
conseguito negli ultimi anni. La leva finanziaria, che non riguarda
solo le banche, ma anche i soggetti finanziari e i fondi di
gestione, aumenta linstabilit, e il rischio sistemico legato alle
interconnesioni tra i diversi soggetti. Una leva molto alta per le
banche pu persino essere controproducente nellassicurare la
fondamentale funzione di erogare credito a famiglie e imprese,
ovvero per far si che le banche facciano le banche. 96
- Slide 97
- LE AGENZIE DI RATING. E necessario rivedere il mandato e il
funzionamento delle agenzie di rating per risolvere i diversi
conflitti di interesse e il potere che queste imprese private di
fatto hanno sugli Stati. Tra le diverse riforme proposte una chiede
la costituzione di unagenzia di rating pubblica e sovranazionale,
in modo da eliminare i conflitti degli emittenti privati ma anche
per evitare che unagenzia privata possa giudicare uno Stato sovrano
e influenzare le politiche economiche. Andando oltre necessario
ridiscutere lambito di applicazione e limportanza dei voti emessi.
Pi in generale lintero sistema finanziario ruota intorno i giudizi
delle agenzie di rating, il che tra laltro esaspera la tendenza
degli investitori e dei mercati a muoversi 97
- Slide 98
- REGOLAMENTARE I DERIVATI. I derivati sono nati come strumento
di copertura dei rischi e possono avere un ruolo positivo per
leconomia reale. Questo in linea teorica. Oggi la quasi totalit dei
derivati utilizzata come scommessa sui mercati e per sfruttare la
leva finanziaria. Questi contratti hanno conosciuto una crescita
ipertrofica e sono il principale strumento di speculazione, che
colpisce le materie prime o il cibo come i conti pubblici per gli
Stati, senza distinzioni. La dimensione speculativa ha talmente
preso il sopravvento che oggi chi dovrebbe usarli come copertura di
un qualche rischio spesso tagliato fuori, perch sono diventati
rischiosi a loro volta. E possibile quindi riportarli alla loro
funzione originaria, ma necessario: 98
- Slide 99
- Devono essere regolamentati e trattati su piattaforme
elettroniche che ne assicurino la trasparenza a le informazioni.
Serve un meccanismo centralizzato per regolare le posizioni ed
evitare contratti fuori da ogni controllo e supervisione; Lutilizzo
del derivato deve prevedere la consegna del sottostante. Non deve
essere possibile acquistare un derivato sui titoli di stato, sulle
valute o sul cibo, se non ho alcun interesse nel sottostante
corrispondente. Devono essere aumentati i margini e ridotta la leva
finanziaria. Un derivato non un mezzo per scommettere forte con
pochi soldi e per esasperare il brivido di una scommessa, ma un
contratto pensato per diminuirli, i brividi e i rischi. 99
- Slide 100
- TASSARE LE TRANSAZIONI FINANZIARIE. La tassa sulle transazioni
finanziarie (TTF) unimposta estremamente ridotta- pari allo
0,01/0,1 su ogni acquisto di strumenti finanziari. Il tasso minimo
non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati. La tassa
stata ideata da James Tobin, economista americano, premio Nobel
1981, e tende a porre un argine a chi specula a breve termine sulla
variazione dei tassi di cambio della moneta, e sugli altri prodotti
finanziari. Finalmente in data 9 ottobre 2012, stata approvata da
11 Stati dellUE, tra cui lItalia, la Germania e la Francia e
prevede un gettito stimato di 55 miliardi di euro. Adesso devono
essere redatti i relativi atti e si spera che venga applicata dal
2013. Ben diversa la situazione per chi specula comprando e
vendendo titoli nellarco di pochi secondi o addirittura di
millesimi di secondo, come avviene direttamente dai computer.
Simili operazioni dovrebbero pagare la tassa per ogni transazione.
Il peso della tassa diventa progressivamente pi alto quanto pi gli
obiettivi sono di breve periodo. Un freno alla speculazione e la
generazione di un gettito sono i due effetti pi immediati della
TTF. 100
- Slide 101
- Accanto alla TTF e nella stessa direzione sono state proposte
diverse altre forme di tassazione internazionale. Una carbon tax o
altra tassa sulle emissioni CO2 potrebbe incentivare la ricerca e
lutilizzo di motori pi efficienti o di forme di trasporto meno
inquinanti, favorendo il trasporto via nave o su rotaia rispetto a
quello aereo o su gomma, che, consumando pi carburante, dovrebbero
pagare delle tasse superiori. Analogamente una tassazione delle
materie prime permetterebbe di favorire le produzioni a basso
consumo di materiali, e ancor prima il riciclo e riuso dei beni
oggi destinati a diventare rifiuti. 101
- Slide 102
- APPLICARE UN PRINCIPIO PRECAUZIONALE. Unazienda farmaceutica
non pu immettere sul mercato un nuovo medicinale se questo non ha
superato una serie di controlli e cos pure unazienda di giocattoli
se non riesce a dimostrare la non pericolosit nei confronti dei
bambini. Perch questo non avviene in ambito finanziario? Perch
banche a altri attori possono mettere in commercio qualsiasi
derivato, prodotto strutturato o altro contratto per quanto
complicato e incomprensibile senza praticamente limitazioni di
sorta? Perch molto spesso possibile venderlo anche a piccoli
risparmiatori a digiuno di qualsiasi nozione finanziaria ? 102
- Slide 103
- Occorre spezzare un rapporto tra finanza e controllori che
appare un gioco del gatto col topo. Un intermediario finanziario
intende lanciare sul mercato un nuovo modello di derivato che
consente di scommettere sul prezzo futuro del grano sui mercati
asiatici? Bene, non pu farlo finch non dimostra, primo, che questo
strumento ha una qualche utilit sociale e, secondo, non ha
controindicazioni e non crea distorsioni, speculazioni o altri
problemi per i contadini, per i panettieri e i pastifici e per
tutti gli attori interessati nel mondo reale del grano. 103
- Slide 104
- FERMARE LA LOBBY DELLA FINANZA. Per lintero sistema finanziario
non unicamente il confine tra attivit normale e speculazione a
essere venuto meno, ma il confine tra legalit e illegalit.
Semplicemente, la gran parte delle operazioni oggi svolta in una
gigantesca zona grigia in cui le legislazioni nazionali non
arrivano e quelle internazionali non esistono. Tutto questo anche
perch troppo spesso queste normative sono plasmate sulle richieste
e le aspettative degli stessi attori finanziari. Anche le poche
regole su cui sembra trovarsi un accordo globale sono nel mirino
delle lobby e dei grandi attori della finanza. Il governo
statunitense ha osato mettere in discussione la libert della
finanza di piazzare e vendere i propri derivati come e quando
vuole, senza alcun limite di barriera, ed stato citato da un
privato presso una corte di giustizia. 104
- Slide 105
- Non solo. Specialisti e studi di consulenza sono costantemente
al lavoro per inventare nuovi sistemi e prodotti per eludere le
poche norme rimanenti. Uno degli aspetti pi subdoli del processo di
finanziarizzazione legato alla quantit di tempo e risorse umane ed
economiche che le banche oggi investono in attivit finanziarie di
scarso o nullo valore sociale. Le risorse si concentrano
sullelaborazione e lo studio di prodotti finanziari innovativi e
complicatissimi e su attivit speculative, mentre una parte
sostanziale della popolazione totalmente esclusa dal credito,
quando con somme estremamente ridotte potrebbe avviare percorsi
virtuosi di autosviluppo, tramite processi quali il microcredito,
ed esclude due miliardi di esseri umani da qualsiasi servizio
bancario e dallaccesso al credito. 105
- Slide 106
- LAMBITO DI INTERVENTO DELLA FINANZA. La finanza ha invaso ogni
settore della vita umana. Non solo il diritto alla casa con la
conseguente bolla dei mutui subprime, ma dalle attivit produttive
ai servizi essenziali, dallalimentazione alla previdenza, dalle
finanze pubbliche allambiente non c attivit nella quale la
finanziarizzazione delleconomia e della societ non sia imposta, con
conseguenze devastanti per i cittadini e per i nostri diritti.
Semplicemente non deve essere possibile speculare sul cibo, sulla
terra o sui cambiamenti climatici. E oggi necessario intraprendere
un processo di definanziarizzazione delleconomia attaccando la
pervasivit della finanza lungo due direttrici. 106
- Slide 107
- La prima quella che potremmo definire verticale. Bisogna
ridurre la dimensione della finanza. La piramide che dovrebbe avere
come base leconomia e come vertice la finanza oggi ribaltata. Le
attivit finanziarie interessano volumi anche centinaia di volte
superiori a quelli delle corrispondenti attivit reali. Una piramide
al contrario decisamente instabile che ha provocato il crollo
dellintero sistema quando si verificato un problema, in se
limitato, quale una flessione del mercato immobiliare statunitense.
Accanto a un intervento verticale ne serve uno trasversale alle
diverse attivit economiche, e definire con cura il perimetro entro
cui si pu muovere la finanza per impedire la possibilit di
speculazioni sui servizi pubblici essenziali, sul cibo, sulla
terra, sullambiente e in diversi altri ambiti. 107
- Slide 108
- LA GOVERNANCE INTERNAZIONALE. A seguito della crisi del 2008 le
venti maggiori economie si sono riunite nel G20, autonominatosi
primo forum per il coordinamento economico. A fine 2011 si erano
svolte ben sei riunioni del G20 a livello dei Capi di Stato e di
governo, costituendo uno strumento efficace per elaborare i piani
di salvataggio della finanza casin che aveva provocato la crisi. Da
allora poco stato fatto per regolamentare la finanza speculativa.
Sono state salvate le banche, non gli esseri umani. Il G20
riconosce lesistenza di rischi sistemici, riguardo i derivati o la
leva finanziaria, ma ad oggi nessun intervento serio stato messo in
campo. Ancora liniziativa in materia di regolamentazione
finanziaria rimasta ai singoli Paesi. 108
- Slide 109
- Il G20 ha anche un problema di legittimit. I Paesi membri
dellONU sono poco meno di 200. Le nazioni pi povere del mondo, che
hanno pagato il costo maggiore della crisi pur non avendone nessuna
responsabilit, sono escluse da qualunque possibilit di dire la loro
su cosa fare per uscirne. In direzione contraria anzi il G20 si sta
trasformando in un G2, con i nodi tra USA e Cina a dominare lagenda
e le decisioni prese dalle due potenze a fissare i lavori. Lo
stesso G20 ha affidato un ruolo centrale e ingenti risorse per
aiutare le nazioni in difficolt a quel FMI che per decenni ha
promosso la necessit di lasciare liberi i mercati e la circolazione
dei capitali, che hanno accelerato linstabilit e la creazione di un
sistema economico dove la speculazione ha preso il sopravvento
sulleconomia reale. 109
- Slide 110
- Il quadro internazionale appare estremamente frammentato, con
molti organismi ed enti incaricati di promuovere varie iniziative.
Oltre al G20 e al FMI, un ruolo di primo piano quello del Financial
Stability Board che riunisce i rappresentanti dei governi e delle
banche centrali dei Paesi del G20. Qui pare che almeno a livello
europeo si siano fatti passi avanti almeno per una supervisione
unica delle banche europee affidata alla BCE, primo passo verso
lUnione bancaria, e la condizione necessaria per permettere al
nuovo fondo salva stati, lESM, di finanziare le banche in
difficolt. Le relative norme sono state approvate nel Consiglio
europeo del 19 ottobre 2012, e prevedono un iter normativo che
dovrebbe consentire alla BCE di poter fare un controllo su tutte le
banche dellEurozona a partire dal 2014. Esistono poi una
molteplicit di organismi, il Comitato di Basilea, La Banca per i
regolamenti internazionali, lIASB, lIOSCO e lOCSE, con competenze
che a volte si sovrappongono in assenza di un regolamento globale
efficace. Tra le economie internazionali necessita una integrazione
e un coordinamento che abbia come scopo la tutela della stabilit
finanziaria intesa come bene pubblico globale, e che consentano un
controllo democratico, che rispecchi lattuale situazione
geopolitica. 110
- Slide 111
- I PARADISI FISCALI. Finch la comunit internazionale e lopinione
pubblica continueranno ad identificare i paradisi fiscali con
piccole isole tropicali costellate di palme, il fallimento di
qualunque intervento di regolamentazione pressoch assicurato. I
paradisi fiscali rispondono a ben precise richieste di un
gigantesco mercato che va, senza soluzione di continuit,
dallelusione fiscale alla criminalit organizzata. Tali territori
sono interamente funzionali a un sistema di potere politico,
economico e finanziario concentrato nelle nazioni pi ricche. E
necessario quindi, ancor prima di introdurre norme internazionali
guardare in casa nostra, procedere a un cambiamento anche culturale
per comprendere che non esiste nessuna discontinuit, tra il piccolo
imprenditore, vessato dal fisco, che nasconde profitti 111
- Slide 112
- allestero e i peggiori traffici della criminalit
internazionale. Sono gli stessi territori, gli stessi meccanismi
finanziari e gli stessi intermediari a entrare in gioco. Un gioco
in cui a vincere sono pochissimi soliti ignoti e in cui a perdere
la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Gli strumenti
tecnici per fermare i paradisi fiscali ci sono. E solo questione di
volont politica. Una volont che, a discapito delle roboanti
dichiarazioni che chiudono ogni vertice internazionale, a oggi non
si ancora vista. 112
- Slide 113
- CONTROLLI SUI FLUSSI DI CAPITALE. In accordo con le dottrine
neoliberiste negli ultimi anni sono stati rimossi quasi tutti i
vincoli sui movimenti di capitale in entrata ed in uscita dai
Paesi. Questo ha tolto ai governi unimportante strumento di
politica economica e soprattutto ha esasperato la speculazione
internazionale con capitali che si muovono continuamente alla
ricerca del massimo profitto nel minor tempo possibile. La
possibilit di introdurre controlli sono diverse. Una come gi
ricordato la TTF. Forme di controllo permetterebbero ai governi di
frenare i flussi speculativi alla ricerca di profitti a breve
113
- Slide 114
- Qual lutilit di capitali che entrano ed escono da uneconomia
nazionale in pochi secondi? Tali masse monetarie non contribuiscono
alla realizzazione di infrastrutture, alla creazione di posti di
lavoro o allo sviluppo, ma al contrario sono alla base della
formazione di bolle e, nella direzione opposta, quando un Paese
inizia a trovarsi in difficolt e i capitali fuggono, esasperano i
problemi. 114
- Slide 115
- ALTRE RIFORME SU SCALA INTERNAZIONALE. La riforma della
governance globale, la lotta ai paradisi fiscali e il controllo sui
flussi di capitali, sono tre capitoli essenziali per riportare una
finanza fuori controllo a operare nellinteresse della societ, ma
diverse altre profonde riforme sono necessarie, e successivamente
verranno approfondite Un altro passo la creazione di un nuovo
sistema valutario mondiale che possa sostituirsi al dollaro quale
moneta di riferimento per gli scambi internazionali e per la
quotazione delle merci, a partire dal petrolio. Lambito monetario e
i conseguenti squilibri tra USA e Cina quello che mostra pi di
tutti la necessit di un intervento. 115
- Slide 116
- UNA NUOVA EUROPA REGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA IN EUROPA. La
maggior parte delle misure, adottate a seguito della crisi del
2008, stata pensata per tentare di stabilizzare la finanza e
riparare i danni da essa creati, non per cambiare le regole del
gioco ed evitare che i danni possano ripetersi. Fino ad oggi la
misura pi rapida e sostanziale stata la modifica delle regole
contabili e di bilancio per le banche, permettendo loro di
mascherare una parte delle perdite subite. Sono state create nuove
autorit di vigilanza sui mercati, il cui potere pare troppo
limitato. In questo senso possibile affermare che le nuove regole
approvate in discussione su scala europea sono del tutto
insufficienti per lauspicata inversione di rotta. 116
- Slide 117
- Rispetto allindomani della crisi, in cui sembrava evidente la
volont di ridimensionare lo strapotere della finanza, queste
direttive sono state progressivamente annacquate dallintervento
delle lobby del mondo finanziario, fino ad arrivare in diversi casi
ad una vera e propria cattura del regolatore, dato che gli stessi
rapresentanti del mondo finanziario scrivono le regole, come i
gruppi di esperti creati dalla Commissione europea per ricevere
consigli su come regolamentare la finanza. La quasi totalit di
questi gruppi vede una maggioranza schiacciante di rappresentanti
delle banche, mentre societ civile, sindacati, universit e altri
gruppi interessati sono nettamente minoritari. 117
- Slide 118
- UN NUOVO MODELLO EUROPEO. Gli squilibri tra centro e periferia
dellEuropa sono la manifestazione pi evidente di un sistema
costruito con un peccato originale: unUnione europea fondata su un
mercato unico, una moneta unica e la libera circolazione dei
capitali, senza in parallelo unEuropa sociale, dei diritti, con
politiche ambientali, industriali e fiscali comuni. Occorre oggi
pensare da subito a possibili rimedi, che la crisi ha certamente
evidenziato. Uno dei primi passi deve consistere in una politica
fiscale comune. Non pi tollerabile oggi la corsa verso il fondo tra
gli Stati europei per attrarre capitali e imprese offrendo
condizioni fiscali sempre pi compiacenti. Occorre un sistema
fiscale armonizzato, una tassazione minima delle imprese e
politiche comuni conseguenti. 118
- Slide 119
- Considerazioni analoghe devono valere per i diritti dei
lavoratori e in altri ambiti, provvedendo a unarmonizzazione verso
lalto dei diritti. Il problema dellarea euro dipende anche dal
fatto che i singoli Stati continuano ad avere il proprio debito ed
emettere i propri titoli di stato. Da qui discende lidea di
emettere delle obbligazioni europee, gli Eurobond garantiti da
tutti gli Stati aderenti alla moneta unica, per calmierare gli
attacchi speculativi contro i debiti dei singoli Paesi. Gli
eurobond non devono essere pensati come strumenti per rilanciare i
consumi, ma per una politica fondata sugli investimenti. Il punto
centrale poi quello di avere un tasso unico per il debito, azzerare
lo spread e le relative speculazioni sui debiti sovrani anche per
sfruttare la forza dellinsieme dei Paesi delleuro ed avere un
sistema di debiti consistente con lesistenza di una moneta unica.
119
- Slide 120
- RUOLO E FUNZIONE DELLA BCE. La discussione su eurobond e moneta
unica porta direttamente a rimettere in causa il ruolo e le
funzioni della BCE, attualmente indipendente dal potere politico.
Autonomia ed indipendenza sono per due concetti ben diversi. Oggi
la BCE non deve rispondere in nessun modo alle istituzioni
democraticamente elette, sia a livello di Stati nazionali sia su
scala europea. Ha inoltre un unico obiettivo di controllo
dellinflazione, e non deve quindi tenere in alcuna considerazione
altri, dal tasso di disoccupazione al benessere dei cittadini.
Questo non lunico problema da affrontare, per la BCE, ed urgente
rimettere in discussione la possibilit di acquistare titoli di
Stato dei Paesi membri, sul mercato primario, agendo come
prestatore in ultima istanza degli Stati. 120
- Slide 121
- Mentre le banche private ricevono direttamente prestiti dalla
BCE a bassissimo interesse e danno in cambio obbligazioni con
garanzia dello Stato, questultimo deve lanciarsi in operazioni
bizantine di garanzie e controgaranzie per sperare di poter
accedere a un qualche piano di salvataggio. Tanto i fondi salva
Stati quanto la BCE hanno quindi difficolt oggettive a intervenire
come prestatori di ultima istanza per gli Stati. In altre parole al
di l degli eccessi evidenti di una BCE che fornisce liquidit a
bassissim