Post on 20-Jun-2015
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La chiesa di S.Francesco sorge oggi là dove il Santo aveva scelto di essere sepolto, nella zona di Assisi che nel medioevo era nota come "colle
dell'inferno", ovvero il luogo che in quell'epoca era destinato alle esecuzioni pubbliche.
Francesco morì all’età di circa 44 anni e già due anni dopo, il 16 Luglio 1228,ebbe luogo la solenne canonizzazione in Assisi. In questo stesso
giorno il Pontefice pose la prima pietra della futura Basilica di San Francesco, destinata a diventare Capo e Madre dell’Ordine Francescano.
Il cantiere della Basilica di San Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa Gregorio IX e grazie all'attività di frate Elia, vicario
dell' ordine scelto dallo stesso San Francesco. Furono sufficienti solo due anni per terminare la struttura
architettonica della Basilica inferiore di Assisi e solo altri sei per inaugurare la Basilica superiore di San Francesco.
Due anni dopo la morte di San Francesco ebbe inizio la costruzione della Basilica di San Francesco e, più precisamente, di quella che oggi chiamiamo
la Basilica Inferiore. La sua forma è in stile romanico lombardo con un'unica navata ed un ampio
transetto. Alla sua realizzazione sovrintendette di persona Fratello Elia, il primo successore di San Francesco. Nella Basilica Inferiore sono costudite fin dal 1230 le spoglie mortali San Francesco. Triste destino quello del sarcofago
contenente il Corpo del Santo. Infatti fino al 1400 le spoglie furono esposte alla venerazione dei fedeli in
un loculo posto sotto l'altare centrale. Poi il Corpo venne occultato per evitarne la sottrazione da parte della vicina Perugia. E venne occultato davvero bene se rimase nascosto fino al 1818. Attualmente la salma del Santo è conservata nella piccola cripta posta sotto l'altare centrale della
Basilica.
Tomba di San Francesco, Basilica inferiore(Assisi)
La Basilica è splendidamente affrescata con opere attribuite a Giotto, Cimabue o loro allievi: le loro opere permangono anche dopo il terremoto del settembre 1997 che non ha danneggiato nè la Basilica Inferiore nè tanto meno la cripta contenente la tomba di San Francesco.
Anche se piccolo, il rosone, per la ricca varietà dei motivi scultorei di maniera
cosmatesca , è stato definito dal Venturi come “l’occhio di chiesa più bello del
mondo”. Sono semiscomparsi i mosaici e le maioliche colorate incastonate nella parte
superiore (SecXIII).La porta lignea di sinistra con figure e scene
francescane e clariane è opera di Nicolò Ugolinucci (1564); quella destra con figure e
scene di San Antonio da Padova e San Ludovico D’Angiò, di Pompeo Scurscione
(1573).Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta eseguì a protezione del portale il protiro
rinascimentale, coronato da una “Annunciazione”.
Nella lunetta tra le porte gemelle, l’unica immagine del Santo in mosaico in tutto
l’edificio. E’ sormontata dal rosone simbolo di Cristo, ”sole” della giustizia che dice al pellegrino: “Io sono la porta. Chi per me
passerà, sarà salvo; entrerà, uscirà e troverà pascoli” (Gv. 10,9).
Un Santuario è come una porta che si apre sull’aldilà, sul regno di Dio. La porta del
santuario già riassume la natura dell’intero santuario. E’ questo quel che esprime
l’iconografia dei portali di questo periodo storico.
Entrata nella basilica inferiore
Volte e pareti della Basilica inferiore sono portatrici della decorazione murale più antica di tutto il complesso. Dai piloni massicci fioriscono gli iridescenti costoloni che in alto fanno da cornice agli spicchi azzurri del
cielo, cosparso di stelle realizzate oltre che in dipinto con minuscoli specchi semisferici, una volta scintillanti per il riflesso delle mille
fiammelle vive dei numerosi lampadari in ferro battuto, in parte ancora esistenti.
Verso il 1260 il non meglio identificato “Maestro di San Francesco” dipinse sulle pareti della navata due cicli concordanti con storie della
passione di Cristo e del Santo. E’ la prima volta che l’elogio “Francesco altro Cristo” viene affermato e sviluppato nell’arte. I riquadri risultano mutilati dall’apertura delle cappelle gotiche non previste nel progetto
primitivo della chiesa, costruite verso la fine del duecento e i primi decenni del trecento. Recentemente ripuliti, questi affreschi
sorprendono per la loro fresca e movimentata figurazione, emergente dalla matrice orientalizzante dell’impianto linguistico dei due cicli.
Navata centrale
Parte destra: San Francesco
• spogliazione
dei beni paterni
• sogno d’Innocenzo
III• predica
agli uccelli
• stimmate
Parte sinistra: Cristo sofferente
•spogliazione delle
vesti
• crocifissione
• deposizione della croce •
sepoltura
Le volte della testata vantano una decorazione realizzata da fiorentini e senesi in una gara d’arte d’insuperabile altezza cromatica e tematica. Giotto e giotteschi da una parte, Pietro Lorenzetti e Simone Martini dall’altra, tra
il 1310-1320 hanno dato vita a questo programma iconografico unico, avente come struttura di pensiero l’illustrazione e celebrazione del Santo in
tipologia Evangelica e apocalittica.Se le celebri Vele Centrali
raffigurano il Santo nella lotta escatologica fra il bene e il male (Francesco vi appare vittorioso nella lotta per
l’affermarsi dell’Obbedienza , della Povertà e della Castità nella propria persona e nella
società), le cornici delle stesse sono portatrici di immagini
giovannee apocalittiche , care soprattutto ai francescani “Spirituali”. Il Francesco
dell’apoteosi intronizzato e emergente dal sole, fa pensare decisamente all ”altro angelo” che sale dall’oriente con nel
corpo il sigillo del Dio vivente (le stimmate).
Le volte della crociera e dei transetti
Ma la celebrazione del Santo sulla Tomba si estende ancora al fondo dei bracci del transetto dove la sua santità si intreccia con la rappresentazione delle sue radici evangeliche: le storie della passione insieme con quelle del Cristo di Betlem vengono intese livetmotiv della vita dell’ “Alter Cristus”.
Tutti i temi cristiani e francescani confluivano nella triplice
rappresentazione del Dio Crocifisso nell’abside (opera perduta di Puccio
Capanna sostituita dall’attuale giudizio universale di Cesare Sermei,
1623) e sulle pareti dei transetti antistanti gli stalli del coro dove trovano posto i frati i preghiera e
meditazione. La pagina evangelica fondamentale nella spiritualità di
Francesco, il Crocifisso, è quella più insistentemente proposta alla mente
e al cuore di popolo e frati in preghiera.
Abside
Questi affreschi ,dopo i restauri (1968), osservati più attentamente sono da attribuirsi all impresa Giotto (1315-1320) e risultano di altissimo livello tecnico, coloristico oltre che di denso contenuto teologico.
La tradizione vuole queste concettuose allegorie ispirate da un
teologo, e forse dallo stesso Jacopone da Todi, al Giotto dall’immaginazione emotiva
semplice immediata scevra di retorica; la conformazione della
superficie da dipingere poco adatta allo spandersi orizzontale delle
composizioni scenografiche giottesche, ha imposto qui l’esilità delle figure e una certa remissività
del modellato (tanto più che i committenti richiedevano una
composizione molto complessa per ricchezza di particolari
narrativi):queste, e altre considerazioni potrebbero risolvere
la perplessità di alcuni critici in favore della tradizionale paternità
giottesca di questi capolavori.
La volta sull’altare maggiore
Opera gotico cosmatesca, l’altare della Tomba del Poverello fu consacrato da Innocenzo IV nel 1253.
Il 25 Marzo 1754 Benedetto XIV lo elevò alla dignità di “Altare Papale”, dandogli lo stesso stato giuridico di quello delle quattro Basiliche patriarcali
e papali di Roma.
La ricercatezza della decorazione musiva negli altari, esclusa decisamente dai frati dalle pareti della Chiesa ricorda l’anima
profondamente eucaristica del Santo che esigeva preziosità in tutto quello che riguardava il mistero eucaristico: “I calici, i corporali, gli ornamenti
degli altari e tutto ciò che riguarda il sacrificio devono essere preziosi …” (Lettera a tutti i Custodi dell’Ordine).
Altare maggiore
Non c’è in tutta la storia dell’Italia artistica uno spazio dove il genio
artistico si è profuso con più forza rinnovatrice e creatrice come in questo della Basilica superiore di
Assisi.Qui il gotico nordico, ripensato nella formula francescana della
“Povertà con letizia”(San Francesco ,Ammonizione XXVII),
trovò la sua prima versione italiana distinguendosi per la sobrietà dell’infrastruttura
parietale, per l’eliminazione di ogni fioritura (influssi del gotico
cistercense) e per la gaiezza delle pareti affrescate.
Il vastissimo testo pittorico, poi, è la più grande testimonianza del trapasso dalla civiltà artistica bizantino - romanica a quella
italiana, data la sua realizzazione da parte degli ultimi
rappresentanti di schemi greci in Italia (Cavallini, Turriti e Risuti) e
dei più grandi rinnovatori (Cimabue e soprattutto Giotto e
giotteschi).Anche gli artigiani del vetro istoriato di oltralpe, infine,
inserendosi per la prima volta nel rianimato clima artistico italiano, aprono orizzonti nuovi ai loro già ricchi gusti, tematiche e tecniche, creando, con la collaborazione di italiani, un complesso di aperture
luminose della più rara trasparenza cromatica e
organicità linguistica e tematica.
Terminata al tramonto del secolo XIII nelle sue strutture murarie, nel rivestimento pittorico come nelle finestre, la Basilica Superiore di Assisi grida nei secoli nel linguaggio più suggestivo ed eloquente
degli artisti di tutta Europa, il suo alto:
“Laudato sie, mi Signore
per averci donatoFrate Francesco”
La chiesa superiore di Assisi fu costruita in forma di croce latina ed ha un’unica navata.
Con questo già cade l’accento sulla superficie delle pareti laterali che nessun valico interrompe e che perciò sono come predestinate ad accogliere il
poema pittorico della vita di San Francesco.La chiesa di San Francesco in Assisi è orientata verso ponente, la parete di
ingresso col rosone, che nell’architettura è simbolo di cristo ,è dunque rivolta verso oriente.
Il ciclo di affreschi si svolge da ponente verso oriente.
• Nella zona inferiore delle pareti: 28 affreschi rappresentanti storie da La leggenda di San Francesco (Giotto e collaboratori 1296-1300)
• Nella zona superiore delle pareti: a sinistra si trovano le scene veterotestamentarie, a
destra quelle del Nuovo Testamento.
Nella Basilica di Assisi l’Antico Testamento è dipinto sulla parete
Nord, dalla parte della luna, mentre il Nuovo Testamento è illustrato sulla parete Sud, dalla parte del
sole.
CURIOSITÀ:
PARETE NORDORDINE SUPERIORE
ANTICO TESTAMENTO
Il registro superiore mette in chiara evidenza , in 8 scene, che il tutto ha origine da un Creatore e che tutto è perciò in assoluta dipendenza da Lui;
la ribellione contro Dio ha come risultato la ribellione dell’uomo contro L’uomo. Col peccato l’uomo si è separato dall’ordine della creazione costituito da Dio. Perciò la figura di Caino, il “distruttore” è posta in
antagonismo con quella del “Creatore”, e proprio con lui si chiude il ciclo della storia primordiale del genere umano
Creazione di Adamo
Creazione del Mondo Creazione di Eva Il peccato originale
PARETE NORD ORDINE INTERMEDIO:
FIGURE VETEROTESTAMENTARIE
Nel registro inferiore della zona alta della parete Nord della navata sono raffigurati in otto riquadri – due per campata- quattro grandi modelli veterotestamentari. Ogni campata è dedicata ad uno dei Patriarchi e
comprende due scene della sua vita. Questi affreschi sono dunque situati al di sotto di quelli che rappresentano la storia primordiale dell’umanità
Il registro inferiore mostra in tutta chiarezza che Dio non vuole e non permette la distruzione della Sua opera. Egli vuole salvare colui che è giusto davanti a
Dio, colui che osserva la legge di Dio. Questa volontà di Dio trova la sua espressione plastica già nel primo dei patriarchi raffigurati: Noè, si rafforza in
Abramo, col quale viene stipulata l’alleanza fra Dio e il popolo eletto, con Giacobbe, che guida questo popolo di Dio e con Giuseppe, che lo salva
dall’estremo pericolo.Adamo era il capostipite dell’umanità. Sotto la “creazione di Adamo” è dipinto ora “l’ingresso di Noè nell’arca che lo salva dal diluvio” (L’arca è pure il simbolo della legge). Così Noè diventa il capostipite di un
nuovo genere umano con un nuovo ordine di vita.
Isacco e Giacobbe
Costruzione dall’Arca
Esaù e Isacco
Sacrificio di Abramo Visita degli angeli
PARETE SUDORDINE SUPERIORE: “IL NUOVO ADAMO”
La storia del “vecchio Adamo” e le figure veterotestamentarie dagli affreschi sulla parete nord, sono premesse indispensabili alla
comprensione del “nuovo Adamo” sulla parete sud. In logica successione corrisponde al “nuovo Adamo” – storia
dell’infanzia di Gesù – la storia del “vecchio Adamo”, e alle figure veterotestamentarie corrisponde la passione di Cristo, quale figura
ossia modello neotestamentario.
Annunciazione Presentazione al tempio Natività
Le nozze di Cana Il tradimento di Giuda
PARETE SUDORDINE INTERMEDIO:LA PASSIONE DI GESU’
Tutti gli Evangelisti descrivono minuziosamente la passione e la morte di Gesù. Conformemente alla concettualità del tempo ben diversa da quella odierna, il loro racconto è corroborato da frequenti allusioni e citazioni
veterotestamentarie che avevano lo scopo di spiegare e giustificare la morte infamante di Cristo in modo che i loro lettori non se ne scandalizzassero. San Paolo afferma: “Cristo morì per i nostri peccati, secondo le scritture” ( 1 Cor 15 , 3). Morì in obbedienza incondizionata alla volontà del Padre
celeste. Da lui verrà la salvezza dell’universo. “Prestate ascolto a Lui”, a lui che disse: “ Io sono la via, la verità, la vita”. Il compimento dell’opera di
salvezza è dunque soprattutto esaltazione e glorificazione di Dio.
La crocifissione di Gesù La sepoltura di Gesù
La discesa dello Spirito Santo
LA CROCIERA DEI TRANSETTI
Offrendo uno spazio assai generoso a Cenni di Pepi detto Cimabue, Assisi contribuisce come nessuna altra città alla completa maturazione ed
esplicitazione delle potenzialità geniali dell’anima esuberante e tormentata dell’artista toscano.
I “Quattro evangelisti” nelle vele centrali della crociera, le “pagine mariane“ del Vangelo negli spazi alti e bassi dell’abside, l’apocalisse nel transetto sinistro, gli “atti degli Apostoli” in quello destro e le “Crocifissioni“ ‘per frati’ contro gli stalli del coro (1277-1285), in un linguaggio misto di influenze arcaiche e di palpiti di novità, rivelano in Cimabue l’artista per eccellenza di un epoca di transizione; alla ricerca attiva di modi ed esperimenti adeguati alla storia contemporanea
italiana lievitata dall’annuncio francescano.
IL TRANSETTO DESTRO
Zona inferiore, scene dagli atti degli Apostoli Pietro e Paolo
(Cimabue, 1280-1283):•La guarigione del paralitico
•La guarigione di molti infermi •La caduta di Simon Mago
•La Crocifissione di San Pietro •La decapitazione di San Paolo
•La Crocifissione
Zona alta (Anonimo maestro inglese):
•La Trasfigurazione •Cristo in gloria
IL TRANSETTO SINISTRO
Completamente Affrescato da Cenno di Pepi detto Cimabue (1280-1283) con scene tratte
dall’Apocalisse:
Parete destra in alto:San Michele respinge il dragone
In basso da sinistra a destra:•San Giovanni nell’isola di Patmos
•Babilonia distrutta •La venuta di Cristo Giudice •Gli angeli dell’apocalisse
•L’Agnello Mistico
•Dietro l'Altare:•La Crocifissione
L'ABSIDE
Completamente ompletamente affrescata dal Cimabue (1280-1283) con scene della vita della Vergine:
L’annunzio fatto a Gioacchino •La natività della Vergine
•La presentazione di Maria al Tempio •Lo sposalizio della Vergine
•La Vergine morente •La Dormitio Virginis
•L’Assunzione •La Glorificazione di Maria
Il Coro ligneo
Anche se non progettato in corrispondenza con la sobria linea gotica francescana e con la stessa decorazione della testata della chiesa che in parte ricopre, il coro ligneo resta in se stesso un elegantissimo lavoro in
legno intarsiato.Le 38 rose, tutte differenti, nelle cime cuspidate, sono messe in risalto da
conchiglie azzurre di classica e rinascimentale purezza.Nei 38 specchi degli stalli superiori sono intarsiate figure di Francescani
celebri per santità ,dottrina e attività e nei primi due da ambo le parti l’Annunciazione; negli specchi inferiori, prospettive architettoniche e
stilizzazioni fogliacee.Il coro è opera di Domenico Indivini di San Severino Marche, realizzato tra
il 1491 e il 1501, per cura del P.M.F. Sansone, generale dei Frati Minori Conventuali.
L’opera costò 755 ducati d’oro.
LE VETRATE
L'uso del vetro per decorare le chiese è documentato già dal IV secolo, ma solo in epoca gotica l'arte della decorazione con il
vetro raggiunge la sua compiutezza espressiva: grazie alle innovazioni architettoniche non sono più necessarie pesanti pareti in muratura per sostenere la struttura delle chiese, quindi il vetro può sostituire i mattoni e la
decorazione a vetrate colorate può cominciare ad esprimersi su
grandi superfici.
L'esecuzione delle 28 vetrate della Basilica sembra abbia coinvolto tre differenti gruppi
di ideatori ed artigiani: le tre finestre dell'abside della chiesa superiore sembrano
opera di maestranze tedesche operanti verso il 1240-50; a queste ultime, attorno al 1270, subentrarono maestranze francesi, a
cui vengono attribuite la quadrifora del transetto sinistro e due bifore della navata destra nella chiesa superiore; infine l'opera
di decorazione a vetrate fu portata a termine da maestranze italiane.
La festosa iridescenza di queste decorazioni arricchisce le slanciate linee architettoniche
ed è testimonianza quasi esclusiva della nascita in Italia di quest'arte, e quindi del progressivo affrancamento rispetto alle
maestranze nordiche.
La Crocifissione
Nella Crocifissione estremamente commossa del transetto sinistro, ove il Dio Crocifisso muore contorcendosi in mezzo al volo degli angeli piangenti
e sopra la concitata disperazione della Maddalena, Cimabue raggiunge l’apice del suo espressionismo tragico. Ispirandosi al vicino Crocifisso
giuntesco di Frate Elia, perduto nel 1623, Cimabue non omette di rappresentare san Francesco dolente ai piedi della croce in tutte e due le
Crocifissioni di questo transetto.L’uso del bianco di piombo nell’esecuzione di questi affreschi, anziché di
quello della calce, ha causato l’inversione dei bianchi in neri.
La Crocifissione di Assisi, confrontata con le composizioni precedenti, ci mostra che lo schematismo iconografico della scena fu infranto da mani
possenti, che le turbe bizantine presero subito anima e moto, che la tragedia divina fu rinnovata da Cimabue con ferrea energia. Ancora si
vede il miracolo nuovo come tra lampi nelle tenebre; il miracolo continua nelle pareti della crociera e dell’abside. (A. Venturi)