Sale operatorie

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AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

LA SALA OPERATORIA È UN AMBIENTE DI TIPO MODERATO CARATTERIZZATO DA:

1) condizioni ambientali omogenee con ridotta variabilità nel tempo;

2) assenza di scambi termici tra soggetto ed ambiente che abbiano effetti rilevanti sul bilancio termico;

3) attività fisica modesta e sostanzialmente analoga per i diversi soggetti;

4) sostanziale uniformità del vestiario indossato dall’equipe operatoria.

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

I PRINCIPALI PARAMETRI CHE

DEBBONO ESSERE PRESI IN

CONSIDERAZIONE SONO:

Temperatura dell’aria Temperatura globotermometrica Temperatura umida naturale Temperatura psicometrica Velocità dell’aria N° medio dei ricambi d’aria/ora Umidità relativa

DA CUI DIPENDONO:

PMV (Voto Medio Previsto) PPD (Probabile Percentuale di Disagio)

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

LA MISURA DI TALI PARAMETRI VIENE EFFETTUATA CON L’UTILIZZO DI

STAZIONI MICROCLIMATICHE CORREDATE DI APPOSITE SONDE

RISPONDENTI, SECONDO LA NORMA ISO 7726, AI SEGUENTI REQUISITI:

Sonde di Classe C Intervallo Precisione

Temperatura dell’aria 10-30°C + 0.2

Temperatura media radiante 10-40°C + 2

Velocità dell’aria 0.05 – 1 m/s + 0.05

Temperatura psicrometrica 10-30°C + 0.2

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

CONTROLLI

POSSONO ESSERE PERIODICI O CONTINUI:

CONTROLLO PERIODICO

Si basa sulla misura dei parametri microclimatici da effettuarsi tramite stazioni microclimatiche con frequenza minima stagionale.La durata minima della misura è almeno pari alla massima durata di un intervento.

CONTROLLO CONTINUO

Si avvale della misura dei parametri termoigrometrici tramite l’impiego di apparecchiature fisse.

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

PARAMETRI DI RIFERIMENTO

SALA OPERATORIA temperatura dell’aria (20 – 24 °C) umidità relativa (40 – 60%) velocità dell’aria (0.05 – 0.15 m/sec) numero di ricambi d’aria orari > 15

ZONA PREPARAZIONE PAZIENTE temperatura dell’aria (20 – 24 °C) umidità relativa (40 – 60%) velocità dell’aria (0.05 – 0.15 m/sec)

LAVAGGIO STRUMENTARIO temperatura dell’aria (20 – 27 °C) umidità relativa (40 – 60%) velocità dell’aria (0.05 – 0.15 m/sec)

IN TUTTI GLI ALTRI LOCALI temperatura dell’aria (20 – 27 °C) umidità relativa (40 – 60%) velocità dell’aria (0.05 – 0.15 m/sec)

AMBIENTE FISICO

ILLUMINAZIONE

La qualità in uno spazio confinato è fortemente condizionata dalla luminosità dell’ambiente in quanto fattore di miglioramento dell’efficienza e della sicurezza.

Nella valutazione delle sale operatorie, bisogna distinguere l’illuminazione generale da quella del campo operatorio.

AMBIENTE FISICO

ILLUMINAZIONE

Il livello di illuminazione degli ambienti si misura tramite l’intensità del flusso luminoso incidente sull'unità di area illuminata.

L'unità di illuminazione è il lux, che corrisponde all'effetto illuminante di una sorgente puntiforme dell'intensità di 1 candela su uno schermo di 1 mq posto alla distanza di 1 m.

Per la misura dell'intensità del flusso luminoso si utilizza il LUXIMETRO. L’apparecchiatura deve essere conforme alle norme ISO e deve avere le seguenti caratteristiche tecniche:

campo di misura da 0 a 200.000 lux; campo spettrale 400 - 760 nm.

AMBIENTE FISICO

ILLUMINAZIONE

Per i diversi tipi di illuminazione nelle sale operatorie, le norme ISO consigliano il rispetto dei seguenti limiti:

ILLUMINAZIONE DEL CAMPO OPERATORIO

Massimo 50.000 – 150.000 lux

Minimo >10.000 lux

Massimo in ombra >60.000 lux

Minimo in ombra >2.000 lux

ILLUMINAZIONE GENERALE

Illuminazione diffusa >300 lux

AMBIENTE CHIMICO

Lo standard igienistico che tradizionalmente viene utilizzato come indice di qualità è l’indice antracometrico basato sulla stima della CO2 raggiungibile nell’ambiente in piena attività. Il limite di riferimento è di 1000 ppm.

La qualità dell’aria nelle sale operatorie è però prevalentemente correlata alla dispersione di contaminanti tra cui i più importanti sono considerati i gas anestetici.

Determinante per il mantenimento di valori di concentrazione accettabili il numero di ricambi d’aria/ora.

AMBIENTE CHIMICO

Standard di riferimento per l’ambiente operatorio sono: (Circ. Ministeriale n° 5/89)

A) SALE OPERATORIE COSTRUITE PRIMA DEL 1989

* Protossido d’Azoto N2O 100 ppm (non ristrutturata)* Protossido d’Azoto N2O 50 ppm (ristrutturata)* Alotano 50 ppm* Enflurano 50 ppm

B) SALE OPERATORIE COSTRUITE DOPO IL 1989

* Protossido d’Azoto N2O 50 ppm* Alogenato 2 ppm (ceiling)

AMBIENTE CHIMICO

VERIFICHE

1) controllo della tenuta del gruppo anestesiologico, mediante la rilevazione della presenza di perdite di gas anestetici

2) controllo dell’inquinamento ambientale mediante:

a) rilevamento e dosaggio contaminanti aerodispersi

b)rilevamento e valutazione dell’esposizione ai contaminanti aerodispersi in espirato, sangue e/o urine personale esposto.

AMBIENTE CHIMICO

IL CONTROLLO DELL’AMBIENTE CHIMICO SI PUO’ REALIZZARE MEDIANTE:

1) METODI DIRETTI che prevedono la misura diretta della concentrazione dei gas anestetici nell’aria utilizzando analizzatori portatili:

Spettrofotometri IR (ass. molecolare) Spettrofotometri IR (in fotoacustica) GLC (detector a Termoconducibilità) GLC (detector ECD)

2) METODI INDIRETTI che prevedono il campionamento degli inquinanti aerodispersi nelle sale operatorie e la successiva analisi in laboratorio.

3) MONITORAGGIO IN CONTINUO mediante l’installazione nella sala operatoria di un rivelatore automatico che misura istante per istante la concentrazione di N2O.

AMBIENTE CHIMICO

Il monitoraggio biologico dei gas anestetici si effettua mediante analisi della concentrazione dei gas anestetici nelle urine e nell’aria alveolare del personale di sala operatoria.

E’ consigliato effettuare tale controllo almeno ogni 6 mesi, soprattutto se si superano i limiti ambientali previsti dalla Circolare n° 5/89

AMBIENTE CHIMICO

VALORI DI RIFERIMENTO(Circ. Min. n° 5/89)

PARAMETRO LIMITIAlotano alveolare 0.5 ppmIsoflurano urinario 18 n Moli/lProtossido d’Azoto urinario 27 /l*Protossido d’Azoto urinario 55 /l**

* SALE OPERATORIE COSTRUITE DOPO IL 1989** SALE OPERATORIE COSTRUITE PRIMA DEL 1989

AMBIENTE BIOLOGICO

L’obiettivo dell’analisi delle caratteristiche microbiologiche è:

PER LA SALA OPERATORIA

1) Valutazione dell’efficacia dell’impianto di condizionamento

2) valutazione della corretta applicazione dei protocolli di sanificazione e disinfezione

3) valutazione delle caratteristiche igienico-comportamentali della equipe operatoria

PER GLI ALTRI LOCALI

1) valutazione della corretta applicazione dei protocolli di sanificazione e disinfezione

2) valutazione delle caratteristiche igienico-comportamentali del personale

AMBIENTE BIOLOGICO

LIMITI DI RIFERIMENTO PER LA CONTAMINAZIONE MICROBICA

1) Nell’aria ambiente in prossimità del tavolo operatorio:

a sala operatoria pronta < 35 cfu/mc

a sala operatoria in attività:a) a flusso turbolento < 180cfu/mcb) a flusso laminare < 20cfu/mc

2) Nell’aria immessa dall’impianto di condizionamento < 1 cfu/mc

3) Sulle superfici in prossimità del tavolo operatorio:

sulle pareti < 0.5 cfu/cmq sui piani di lavoro < 0.5 cfu/cmq

AMBIENTE BIOLOGICO

MODALITA’ DI CONTROLLO

A) Aria

Metodo diretto: misura della carica microbica campionamento mediante SAS campionamento per deposizione su

piastra (metodo IMA) Bioluminescenza Etc.

Metodo indiretto: conta delle particelle in continuo mediante contatori laser

B) Pareti e superfici campionamento mediante piastre per

contatto (PCA) bioluminescenza

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

Le condizioni di benessere termico negli ambienti termici moderati si valutano attraverso gli indici di comfort previsti dalla norma ISO 7730.

Indice PPD (Probabile Percentuale di Disagio). Rappresenta la percentuale di individui che in un determinato ambiente prova una sensazione di disagio.

Indice PMV (Voto Medio Previsto). Esprime il tipo di disagio termico da freddo o da caldo ed assume valori compresi tra +3 e –3.

AMBIENTE FISICO

MICROCLIMA

La correlazione tra gli indici PPD e PMV è riportata nella seguente tabella:

INDICE PMV INDICE PPD%

-2 75-1 250 5

+1 25+2 75

I VALORI DI RIFERIMENTO PREVISTI DALLA NORMA ISO 7730 SONO:

PPD <10% PMV + 0.5