Post on 02-Mar-2022
PROVINCIA DELMEDIOCAMPIDANO
Assessoratoall’Ambiente
Appuntisulterritorio
7Domenico RuiuEgidio Trainito
rocceminiereminerali
La crescente consapevolezza dell’importanza della conservazionedella natura ha generato nuove curiosità, in particolar modo in etàscolare. Dall’esigenza di fornire nuovi strumenti e informazioniaggiornate e accessibili nasce il progetto “Appunti sul territorio”.Infatti, le azioni di sensibilizzazione ed educazione ambientale sonofinalità primarie nelle strategie, a differenti scale, di conservazionedella natura.Il progetto “Appunti sul territorio” della Provincia del MedioCampidano si prefigge di contribuire alla conoscenza degli habitatpiù rilevanti, utilizzando le specie carismatiche per far comprenderel’importanza della conservazione della Biodiversità.
L’Assessore all’Ambientedella Provincia del Medio CampidanoGiuseppe De Fanti
Questa pubblicazione rientra quale supporto didattico all’interno deiprogrammi di Educazione Ambientale del Nodo Provinciale IN.F.E.A.del Medio Campidano.
Collana “Appunti sul territorio” - Vol. 7© Provincia del Medio Campidano© per testi e immagini: D. Ruiu, E. TrainitoIdeazione: D. Ruiu, E. TrainitoGrafica: Egidio TrainitoTesti: D. Ruiu, E. TrainitoFoto: D. Ruiu, E. TrainitoCoordinamento editoriale: Egidio TrainitoDicembre 2008
Appunti sul Medio Campidano
In copertina,i basalti a
fratturazionecolonnare diGuspini sonoMonumento
Naturale,protetto dalla
RegioneSardegna.
Si sonoformati nelmedesimo
periodo in cuil’attività
vulcanica hagenerato lacopertura
delle giare e diCapo Frasca.
“Sono fortunati coloro che hanno imparato a vedere, fra le cose selvag-ge della natura, qualcosa da amare, qualcosa di cui meravigliarsi...”
Hugh B. Cott, 1940
È possibile schematicamente suddi-videre il territorio del Medio Campidanoin tre distretti geologici che corrispon-dono con buona approssimazione a tredistinti periodi di formazione delle rocce.Il distretto occidentale è caratterizzatodalle formazioni geologiche più antiche,risalenti al periodo paleozoico (tra 500 e350 milioni d’anni fa), con rari e limitatiaffioramenti del terziario e del quater-nario. Il distretto centrale è caratterizzatodalle formazioni più giovani e in partico-lare dai conglomerati della Formazione diSamassi risalenti al Pliocene-Pleistocene,dalle arenarie eoliche, soprattutto a ridos-so dei rilievi occidentali, e dai più recentidepositi alluvionali della pianura centrale,tra Pabillonis a nord e Serramanna a sud
(risalenti agli ultimi 10.000 anni).Il distretto orientale è invece caratteriz-zato dalle strutture sedimentarie dellaMarmilla e dalle andesiti vulcaniche traFurtei e Serrenti. Si tratta di formazionirisalenti mediamente al Miocene (tra23,5 e 5,3 milioni d’anni fa). Solo neipressi di Sardara affiorano rocce meta-morfiche risalenti al periodo Ordo-viciano (intorno a 450milioni d’anni fa).Lemanifestazioni vulcaniche più recen-ti si manifestano sulla sommità dellecosiddette giare, in particolare allaGiara di Gesturi e alla Giara di Siddi.Risalgono al Pliocene-Pleistocene (at-torno a 2 milioni d’anni fa), come la co-pertura basaltica della parte terminaledi Capo Frasca.
La geologia
Le manifestazioni vulcaniche più recenti, sulle giare e a CapoFrasca, risalgono a circa 2 milioni d’anni fa
In alto,basalti lungo
il marginedella falesia diCapo Frasca. Sitratta di rocceeffusive delPliocene-
Pleistocene,coeve di quelle
della Giara.
In basso,i rilievi della
Marmilla sonoil risultato deiprocessi erosivi
sui depositisedimentaridel Mioceneinferiore e
medio
La geologia
La carta geologica del Medio Campidano mostra un intricatomosaico nel quale, con poche eccezioni, le formazioni più anticheoccupano il versante occidentale, al centro si trovano depositirecenti e ad est si concentrano rocce risalenti al terziario.
Ghiaie, sabbie, limi, argilleOlocene
Arenarie, marne, conglo-merati,argilleMiocene
Arenarie, marne, conglo-merati,argilleMiocene
AndesitiOligocene Miocene
Dolomie e calcariTriassico
Argille, conglomerati, are-narie Triassico
GranodioritiCarbonifero-Permiano
GranitoidiCarbonifero-Permiano
Rocce metamorficheOrdoviciano superiore
Rocce metamorficheOrdoviciano superiore
Rocce metamorficheOrdoviciano medio
Rocce metamorficheOrdoviciano medio
Rocce metamorficheOrdoviciano medio
Estratto modificato e semplificato dalla Carta geolo-gica della Sardegna - Servizio Geologico Nazionale eRegione Autonoma della Sardegna
Rocce metamorficheSiluriano inferiore
Rocce metamorficheCambriano medioOrdoviciano inf.
Formazione di SamassiPliocene
Basalti e andesitiPliocene-Pleistocene
Arenarie, conglomeratisabbie, argille
Pliocene-Pleistocene
Arenarie, marne, conglo-merati,argilleMiocene
1
2
3
5
8
9
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12
20
21
3132
34
51
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Rocce sedimentarie
Le rocce sedimentarie sono formatedall'accumulo di sedimenti di variaorigine. Sono dette clastiche quandoesse derivano dalla frammentazione dirocce preesistenti, trasportate e trasfor-mate fino alla loro deposizione: le piùcomuni sono i conglomerati e le are-narie. Sono dette chimiche quandoderivano dalla precipitazione di com-posti o di sali provenienti da acquemarine o dall’alterazione di altre rocce:le più comuni sono gesso, salgemma e
alcuni calcari e dolomie. Sono detteorganogene quando esse sono il risul-tato della cementazione di resti organi-ci, in particolare nicchi e gusci calcarei osilicei: vi appartengono vari tipi di cal-care.Le rocce sedimentarie tendono adessere disposte per strati, spesso facil-mente individuabili e, in assenza di ri-volgimenti tettonici, gli strati piùantichi sono sottoposti a quelli piùrecenti.
In alto,a Capo Frasca
l’erosionemarina haesposto learenarie
mioceniche.
Paginaa fianco, un
particolare deibasalti
colonnari diGuspini.
Schema semplificato delle Ere Geologiche
Era Cenozoicada 65 milioni d’anni fa
ad oggi
Quaternario da 1.8 milioni d’anni fa ad oggiOlocene da 10.000 anni fa ad oggiPleistocene da 1.8 milioni d’anni fa a 10.000
Terziario da 65 a 1.8 milioni d’anni faPliocene da 5.3 a 1.8 milioni d’anni faMiocene da 23.8 a 5.3 milioni d’anni faOligocene da 33.7 a 23.8 milioni d’anni faEocene da 54.8 a 33.7 milioni d’anni faPaleocene da 65 a 54.8 milioni d’anni fa
Era Mesozoicada 248 a 65 milioni d’anni fa
Cretaceo da 144 a 65 milioni d’anni faGiurassico da 206 a 144 milioni d’anni faTriassico da 248 a 206 milioni d’anni fa
Era Paleozoicada 543 a 248 milioni d’anni fa
Permiano da 290 a 248 milioni d’anni faCarbonifero da 354 a 290milioni d’anni faDevoniano da 417 a 354 milioni d’anni faSiluriano da 443 a 417 milioni d’anni faOrdoviciano da 490 a 443 milioni d’anni faCambriano da 543 a 490 milioni d’anni fa
Rocce metamorfiche
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Le rocce metamorfiche sono roccemodificate nella composizione mine-ralogica o nella struttura e nella tessi-tura, come conseguenza di particolaricondizioni di pressione e temperatura.Le rocce che subiscono il metamorfis-mo possono essere sedimentarie, mag-matiche o metamorfiche. Nel processodi trasformazione gli atomi dei mine-rali si dispongono in modo diversorispetto a quello originario e formanonuovi reticoli cristallini.
Rocce metamorfiche sono gli scisti,caratterizzati da un’accentuata lami-nazione: spesso, gli scisti che derivanoda rocce sedimentarie contengono fos-sili. Altre rocce metamorfiche sono leanfiboliti e i marmi.Nel Medio Campidano le rocce meta-morfiche più diffuse sono arenarie equarziti metamorfosate, risalenti acirca 500 milioni d’anni fa. Sul MonteLinas sono affiancate da scisti neri e daaltre meno antiche.
Solo nelle rocce sedimentarie si ritrovano fossili: attraverso diessi è possibile una datazione degli strati geologici
In alto,scisti
cambricia forte
inclinazione.
In basso,arenarie
mioceniche,tipiche roccesedimentarie,formano brevi
falesie aGutturuFlumini.
Rocce magmatiche
7Le rocce metamorfiche sono di origine diversa, trasformate dal-
l’azione del calore e della pressione nel sottosuolo
Le rocce magmatiche sono dette ancheeruttive, ignee o vulcaniche. Si formanoin seguito alla solidificazione di magmi,cioè dimasse fuse,a base di silicio, conte-nenti ossidi di diversi minerali e altresostanze soggette adevaporazione comeacqua, anidride carbonica, idrogeno emetano. Costituiscono quasi il 95% dellacrosta terrestre. Il fondo degli oceani èinteramente formato da rocce mag-matiche. Sulla superficie della Terra essesono in larga parte ricoperte dalle rocce
sedimentarie e metamorfiche. Le roccemagmatiche effusive più diffuse sono ibasalti che assumono forme spessoregolari, in relazione alla velocità di raf-freddamento del magma. Quando ilmagma raffredda molto velocemente siformano i cosiddetti vetri vulcanici: il piùnoto è l’ossidiana. Tipiche rocce intrusivesono i graniti: il granito della Sardegnaappartiene al ciclo dell’orogenesi ercinicarisalente alla fine del periodo paleozoico(attorno a 290milioni d’anni fa).
Le rocce magmatiche possono essere effusive, quando vengonoemesse durante eventi eruttivi, oppure intrusive quando
solidificano nel sottosuolo
In alto, vetrovulcanico
provenientedal Monte
Arcuentu: è unesempio di
roccia effusiva.
In bassoa sinistra ,arenarie
metamorfichedell’area di
Montevecchio;a destra,
granito delLinas:
il granito èuna tipica
rocciaintrusiva
L’attività mineraria
L’attività estrattiva nel MedioCampidano ha interessato i comuni diArbus, Guspini, Villacidro, Gonnos-fanadiga, Pabillonis, San GavinoMonreale e Sardara. Solo in tempimolto recenti è stata avviata nelcomune di Furtei.I due compendi principali erano quellidi Montevecchio e di Ingurtosu, nel ter-ritorio comunale di Guspini e Arbus.L’attività estrattiva a Montevecchio ècessata nel 1991, con la definitivachiusura del Pozzo Amsicora dopoun’occupazione durata 27 giorni.Attualmente nel piccolo centro abitatodi Gennas Serapis, dove sono collocatele vecchie strutture della direzione della
miniera, vivono circa 300 persone.Tutto il distretto fa parte del ParcoGeominerario Storico e Ambientaledella Sardegna, definito dall’UNESCO“Patrimonio dell’Umanità”.Il complesso della Miniera comprende-va anche la Miniera Salaponi aGonosfanadiga. Le attività minerarieerano impostate su un filone di blendae galena, minerali dai quali venivanoestratti lo zinco e il piombo, rispettiva-mente.Il periodo di massima produttività del-l’attività estrattiva fu a cavallo dellaSeconda Guerra Mondiale, quandoMontevecchio fu il maggior produttorenazionale di zinco e piombo.
L’attività mineraria
L’attività estrattiva nelle Miniere del Guspinese e dell’Arburese ècessata definitivamente nel 1991. Attualmente esse sono inseritenel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna
Il filone quarzoso contenente princi-palmente blenda e galena si sviluppada Montevecchio in direzione sudovest per oltre 10 km. Su di esso erainsediata anche la Miniera di Ingurtosuche venne chiusa definitivamente nel1968. Anch’essa fa parte del Parco Geo-minerario Storico e Ambientale dellaSardegna.Le strutture della miniera si sviluppanolungo la valle che porta al mare: aNaracauli era insediata la laveriaBrassey, della quale oggi restano i rude-ri che fanno però intendere l’insospet-tata cura architettonica che la contrad-
distingueva. Lo sbocco finale della lavo-razione era sul litorale di Piscinas, dovei materiali arrivavano tramite una pic-cola ferrovia risalente al 1871, per poiessere imbarcati direttamente sullenavi da trasporto.Sulla spiaggia di Piscinas erano inse-diati i magazzini che oggi, ristrutturati,ospitano un hotel.Il periodo di massima espansione del-l’attività produttiva di Ingurtosu è col-locato all’inizio del Novecento.Dal compendio di Ingurtosu dipende-vano anche le vicine miniere diGennamari, Tintillonis e Crabulassu.
La LaveriaSanna a
Montevecchio
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Le miniere
Il piombo contenuto nei filoni del Guspinese e dell’Arburese èstato sfruttato fin da tempi molto remoti. Si hanno tracce certe
di estrazione dall’epoca romana fino ai giorni nostri
La principale ragione che attrasse versola Sardegna sud-occidentale i commer-ci dell’antichità stava proprio nella ric-chezza di minerali in particolare dipiombo, zinco e secondariamenteargento e rame.Nell’area del Guspinesee dell’Arburese sono state raccolte tes-timonianze materiali di attività estrat-tiva a partire dall’epoca romana. Daallora sembra non vi sia mai statasoluzione di continuità nello sfrutta-mento dei filoni. La prima testimonian-
za documentata risale al 1628 e riportauna concessione rilasciata al tempodella dominazione spagnola. Lo sfrutta-mento del complesso Montevecchio,Gennamari e Ingurtsou è testimoniatodurante tutto il XVIII secolo, ma solo ametà del XIX iniziò l’attività estrattivaconmodalità industriali. Nel 1848 infat-ti la Società per la Coltivazione dellaMiniera di Piombo e Argentifero dettadi Montevecchio ottenne la conces-sione per lo sfruttamento della zona.
Particolari deidiorami
ospitati nelmuseo di
Montevecchio,che riscostrui-scono l’attivitàestrattiva in
epocaromana.
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Le miniere
L’attività estrattiva con modalità industriali inizia a metàdell’Ottocento e continua per oltre 150 anni
A metà dell’Ottocento le miniere occu-pavano anche mandopera femminile ebambini, che venivano assegnati alleattività di cernita del materiale.All’inizio del Novecento gli occupatinella miniera di Montevecchio eranocirca 2500. La crisi che portò alla ces-sazione delle attività in tutta l’area ini-ziò intorno al 1965.Attualmente le strutture minerariesono sottoposte a diverse attività direstauro finanziate in parte dai Comunie in parte dal Parco GeominerarioStorico e Ambientale della Sardegna. Sitratta del primo Parco di questo tipo al
mondo, emblema di una rete mondialedi Geositi/Geoparchi istituita nel corsodella Conferenza Generale dell’UNES-CO nel 1997.La dichiarazione ufficiale di riconosci-mento è stata formalizzata a Cagliari, il30 settembre 1998, con la sotto-scrizione della “Carta di Cagliari” chesancisce i principi fondamentali per lasalvaguardia del patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale e paesag-gistico-ambientale connesso alle vicen-de umane che hanno interessato lerisorse geologiche e minerarie dellaSardegna.
Scorci deiruderi della
LaveriaBrassey,
costruita aNaracaulinel 1900.
Essa facevaparte del
compendiominerario diIngurtosu eGennamari.
La calamina è nomeminerario dell’emimorfite e di altri sili-cati di zinco. Si ritrova nei filoni quarzosi dell’Arburese. Puòassumere colorazioni molto diverse.
La calamina si trova nelle zone di alterazione dei filoni dizinco e piombo e in genere ha aspetto crostoso o mam-mellonare.
È un processo che viene chiamato pseudomorfosi. Il mine-rale, in questo caso la calcite, mantiene la forma, ma hamutato la sua struttura cristallina interna.
È un solfuro di molibdeno: si rinviene spesso nelle superfi-ci di contatto tra il granito e le rocce metamorfiche nelcomprensorio dell’Arburese.
È un minerale costituito da biossido di stagno: è l’unicominerale che rende economicamente importante l’estra-zione dello stagno.
La galena, minerale di piombo contenente anche argento,fu nell’antichità e per alcuni millenni il principale oggettodell’attività mineraria in Sardegna.
Calamina azzurra Calamina gialla
Cassiterite
MolibdeniteCalamina su calcite
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I minerali
Galena argentifera
La smithsonite è un carbonato di zinco che si rinvie-ne in croste, stalattiti o mammelloni. Può anche for-mare cristalli di grande bellezza. Nell’immagine ènella forma crostosa.
Smithsonite
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I minerali
I minerali delle miniere del Guspinese e dell’Arburese con-tenevano principalmente galena e blenda dalle quali venivano
estratti piombo e zinco.
I minerali che venivano estratti dalleminiere del Guspinese e dell’Arburese,molto raramente si presentavano comeelementi nativi. Essi erano all’interno diun ampio filone quarzoso di potenzavariabile tra 25 e 30 metri, ricco di venemetallifere. I minerali non erano dis-tribuiti in modo uniforme, ma a volteerano concentrati in piccole aree, men-tre altre parti del filone erano comple-tamente sterili.Il materiale estratto prende il nome diganga: per ganga si intende l’insiemedei materiali oggetto dell’attivitàestrattiva associati ai minerali utili,generati dallo stesso processo geneti-co. La ganga delle miniere delGuspinese e dell’Arburese aveva strut-tura complessa: conteneva galena,blenda o sfalerite, vari tipi di pirite, car-
bonati di ferro e argille. La galena è unsolfuro di piombo, spesso associato conl’argento: si associa anche con moltialtri solfuri come la sfalerite, la pirite, lacalcopirite.La sfalerite è un solfuro di zinco e ferroe il suo sfruttamento industrialeriguarda lo zinco: in ambito minerario èchiamata più comunemente blenda.Da essa si ricavano come sottoprodottianche cadmio, gallio e indio. Sfaleritederiva dal greco sfaleros, ingannatore,ad indicare la sua somiglianza con lagalena che può trarre in inganno.La galena è facilmente ossidabile e per-ciò favorisce la formazione di mineralisecondari, alcuni dei quali sono sogget-ti a sfruttamento industriale, come lacerussite: si tratta di un carbonato dipiombo.
Una tipica breccia a barite mostra nella colorazione l’ele-vato contenuto di materiali ferrosi. Le brecce sono roccesedimentarie costituite da detriti angolosi cementati traloro.
Breccia a barite
La barite (solfato di bario) è un minerale di origine idro-termale. Comune nelle miniere dell’Arburese, ha rile-vanza industriale. Si rinviene in filoni o all’interno dicavità carsiche, spesso associato con quarzo, calcite efluorite, ma anche con la galena.
La barite forma cristalli che possono raggiungere dimen-sioni ragguardevoli, anche superiori a 5 cm. In questo casoè in forma di cristalli lamellari.
In questo caso i cristalli lamellari di barite sono ricopertida depositi di quarzite.
Blenda è il nome utilizzato in campo minerario per la sfa-lerite. È un minerale industriale, di notevole importanzadal quale si ricava principalmente lo zinco.
A volte l’associazione della blenda con il quarzo è all’inter-no di brecce. Dalla blenda si ricavano anche alcuni metallirari come il cadmio, l'indio e il gallio.
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Barite Barite
Barite ricoperta da quarzite
Blenda Breccia a blenda e quarzo
I minerali
La sfalerite o blenda della miniera di Montevecchio è riccadi cadmio. In questo caso si presenta nella tipica forma acoccarda associata con il quarzo.
La cerussite è un carbonato di piombo che può assumereaspetto molto diverso. Si presenta con masse vitree diaspetto ceroso, oppure con cristalli prismatici, o come nel-l’immagine con geminazioni stellari o a graticcio.
La pirite, o solfuro di ferro, forma cristalli con lucentezzametallica. È molto comune in tutte le minieredell’Arburese: la sua presenza favorisce l’ossidazione dimolti altri minerali.
La calcopirite è un solfuro di rame e nell’immagine apparein lamine dorate. La galena è un solfuro di piombo moltoabbondante in tutta la zona e molto sfruttato sia per ilpiombo, sia per l’alto contenuto di argento.
Pirite
Quarzo e blenda a coccarda Quarzo, galena e siderite
Blenda, galena e calcopirite
I minerali
In questo caso la blenda, grigia, è associata con quarzo(grigio chiaro) e siderite, un minerale a base di ferro.
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Blenda, quarzo e siderite Cerussite
La siderite è un carbonato di ferro, importante costituentedella ganga dei filoni minerari dell’Arburese, qui associatacon quarzo e galena.
OSSERVARE E RISPETTARE10 regole d’oro
1. La biodiversità o diversità delle forme bio-logiche è patrimonio del pianeta e deveessere conservata in quanto tale.2. Il benessere umano e la qualità della vitasono obiettivi prioritari che non possonoprescindere dal benessere dell’intero piane-ta e dalla conservazione della biodiversità.3. La natura, della quale fa pienamenteparte l’uomo, deve essere “tutelata” dallasua azione, perché egli ha la capacità didanneggiare, alterare e distruggere l’am-biente, le sue risorse e i suoi equilibri, ren-dendolo più povero e inospitale per sé e perle altre specie di viventi.4. Rispetta l’ambiente, la gente che ci vive e icoltivi: non dimenticare che i sentieri spessoaffiancano o attraversano proprietà private;ricordati di richiudere sempre i cancelli.5. Raccogli sempre i tuoi rifiuti, senza maiabbandonarli lungo il percorso, né tanto
meno nasconderli o appendere sacchetti diplastica agli alberi.6. Evita rumori molesti e schiamazzi,soprattutto quando ti muovi in ambientinaturali dove la presenza dell’uomo è occa-sionale.7. Non accendere fuochi e segnala pronta-mente eventuali incendi .8. Evita di danneggiare le piante e non rac-cogliere mai la flora protetta; non rac-cogliere né danneggiare i funghi che nonconosci e quelli velenosi.9. Se incontri animali selvatici, nonmolestarli e non dare loro cibo. Non soffer-marti in prossimità di tane e nidi, non farvolare gli uccelli in cova.10. Se incontri situazioni di degrado del-l’ambiente o di minaccia a specie animali ovegetali, segnalale agli organismi compe-tenti.
Provincia del Medio CampidanoAssessorato all’Ambiente
Via Paganini 22, 09025 Sanluri Tel. 0709356400 fax 0709356494www.provincia.mediocampidano.it
ARBUS
GONNOSFANADIGA
GUSPINIPABILLONIS
SANLURI
SAMASSI
SERRAMANNA
SERRENTI
FURTEISEGARIU
SARDARA
GONNOSFANADIGA
VILLACIDRO
S.GAVINOMONREALE
COLLINASLUNAMATRONA
VILLAMAR
SIDDI
VILLANOVAFORRU
PAULIARBAREIVILLANOVAFRANCA
USSARAMANNATURRI
LAS PLASSASBARUMINITUILI
GESTURISETZU
GENURI