Post on 24-Feb-2019
Rischio reputazionale, compliance
e percezione del mercato
Giampaolo Gabbi
Gestione dei rischi finanziari
Corso di Laurea in Economia e Gestione degli Intermediari Finanziari
Anno Accademico 2016 - 2017
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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Flatland by
Edwin A. Abbott(1884)
Line-land (1-D)
L’unica ragione per rispettare le norme è evitare i costi monetari della non-compliance
Flat-land (2-D)
Quando si pone un problema di comportamento lo si analizza in termini di economics & law
Real-land (3-D)
Business is about economics, law and reputation
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Compliance e reputazione.
Una ricerca
• Risultati di una ricerca SDA Bocconi (2008) sulla funzione di compliance delle banche e degli intermediari finanziari
• Obiettivo: analizzare lo stato attuale e lo scenario evolutivo dell’organizzazione della funzione compliance nelle banche e nelle società di investimento.
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Le diverse tipologie di impresa
rispetto alla reputazione
• Si è chiesto ai partecipanti come fosse declinato il compliance risk nell’ambito della Funzione.
• Fra le definizioni dichiarate, si distingue nei seguenti macro categorie:
– rischio di sanzioni e perdite economiche;
– rischio operativo;
– rischio reputazionale.
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Come si collocano gli
intermediari
Nessuna risposta
37%
Minimizzazione
del danno
economico
29%
Rischio operativo
14%
Rischio
reputazionale
20%
0-D
1-D
2-D
3-D
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Gli intermediari 3-D
• Il 20% del campione mostra maggiore sensibilità per l’impatto reputazionale che il mancato rispetto della compliance può provocare.
• Fra queste, alcuni partecipanti all’indagine dichiarano una mission del servizio di compliance che condiziona il comportamento di tutti i soggetti che possono alterare la percezione esterna della qualità del servizio offerto:
– proteggere la reputazione del Gruppo e della Banca;
– to avoid any reputational risk;
– our reputation is everything.
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I vantaggi di una reputazione
superiore
• Capacità di comunicazione sulla qualità dei servizi dell’impresa (Engert, 2002)
• Capacità di attrazione delle migliori risorse umane (Morrison and Wilhelm Jr., 2003)
• Capacità di accedere alle migliori condizioni al mercato dei capitali (Wang and Smith, 2008)
• Capacità di attrazione degli investitori (Fleischer, 2004)
• Capacità di condizionare il livello di contendibilità del mercato (Kale, Kini and Ryan Jr., 1998)
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La percezione dei fruitori del servizi
finanziari
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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Il perché della cattiva
reputazione delle banche
Amartya Sen
Denaro e valore: etica ed economia della finanza
Banca d'Italia, 1991
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La reputazione come asset
Consideriamo uno stato del mondo dove lareputazione è l’unico asset dell’impresa odell’intermediario.
Se introduciamo le ipotesi di l’overlappinggenerations e di moral hazard è possibiledimostrare che la preoccupazione di vendere unabuona reputazione può superare lo stesso moralhazard (Gabbi, 2004).
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Il dilemma del prigioniero e
la reputazione
Pay-off of the asymmetric prisoner dilemma
Consumer
Buy Boycott
Be Honest (5;5) (0;0)
Seller
Defraud (10;-5) (0;0) Pay-off is (Seller; Consumer)
Nel breve termine, questa è
la soluzione migliore per il
venditore
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Il dilemma del prigioniero e
la reputazione
Pay-off of the asymmetric prisoner dilemma
Consumer
Buy Boycott
Be Honest (5;5) (0;0)
Seller
Defraud (10;-5) (0;0) Pay-off is (Seller; Consumer)
Come reazione, il
consumatore boicotterà il
venditore, così da provocare
una perdita
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Il dilemma del prigioniero e
la reputazione
Pay-off of the asymmetric prisoner dilemma
Consumer
Buy Boycott
Be Honest (5;5) (0;0)
Seller
Defraud (10;-5) (0;0) Pay-off is (Seller; Consumer)
In questo caso – diversamente dalla
versione classica del dilemma del
prigioniero (simmetrico) – il venditore
dovrebbe preferire la soluzione (Be
Honest;Buy).
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Problemi
Barriere all’uscita e concorrenza nelmercato (Bertrand, Schoar and Thesmar,2004)
Stock Options (Kahan e Rock, 2007;Santella, 2008)
Percezione del rischio reputazionale(Jung Hun Cho, 2008)
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Ambiente e legalità
“Vorrei sottolineare un aspetto: il nodo della reputazione di un’impresa.
In Italia i nomi delle aziende o degli amministratori “devianti” – protagonisti di insider trading, di falso in bilancio o di quant’altro – non vengono resi noti con rapidità.
Purtroppo, l’investitore ne viene a conoscenza dopo molto tempo.
Senza contare che l’opinione pubblica – al contrario di quella americana – non percepisce questi reati come gravi”.
[Preda, 2002]
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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Le metodologie di misurazione
Le metodologie qualitative
RepTrack
Fortune’s Most Admired Companies
Le metodologie quantitative
…
Market-based approach (Cruz, 2002)
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RepTrack
Profilo dei risultati
Qualità di prodotti e servizi
Innovatività dell’impresa
Caratteristiche del posto di lavoro
Qualità della gestione e governance
Citizenship
Leadership
Performance finanziaria
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RepTrack
Profilo dei risultati
26
RepTrack
Profilo dei risultati
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Fortune’s Most Admired
Companies
Social responsibility
Innovazione
Valore degli investimenti di lungo termine
Utilizzo delle attività dell’azienda
Talento delle risorse umane
Equilibrio finanziario
Qualità dei prodotti e servizi
Qualità del management
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Fortune’s Most Admired
Companies
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Le critiche alle metodologie
qualitative
La correlazione fra le variabili è alta (>0,60)
L’analisi fattoriale delle variabili genera un solo fattore
Significa che si potrebbe fare una sola domanda in
merito al giudizio basato su una scale del tipo:
Poco rispettata 1 2 3 4 5 6 7 Molto rispettata
L’analisi non distingue fra il giudizio riconducibile ai
diversi stakeholder
Non si distingue fra il concetto di “immagine aziendale”
e “reputazione aziendale”
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Le critiche alle metodologie
qualitative
Giudizio most admired
Enron 9,17
GE 9,09
…..
Caremark RX 2,76
Fruit of the Loom 2,32
Fonte: Fortune, marzo 2000
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Le critiche alle metodologie
qualitativePrezzo azione (2/03/2000) Prezzo azione (30/09/2004)
Enron $68,76 $0,04
GE $45,08 $33,58
….
Caremark RX $4,56 $32,07
Fruit of the Loom $1,44 $0,00
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Market-based approach
Si basa sull’ipotesi dell’efficienza informativa dei mercati finanziari
Si deve essere in grado di misurare il rendimento in eccesso correlata a determinati eventi positivi o negativi (event study)
Per catturare la componente reputazionale si devono depurare tutti gli altri fattori esplicativi del rendimento
Generalmente si utilizzano variabili dummy
Valore 1 all’epoca t in cui si è verificato l’evento
Valore 0 negli altri periodi
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Market-based approach L’efficienza di mercato può essere definita come
la situazione in cui tutte le informazioni pubbliche sono contenute nei prezzi (Fama, 1970, 1991)
Pt è il vettore dei prezzi al tempo t;
Ωt-1 è l’informazione disponibile al tempo t-1;
Ωmt-1 è l’informazione disponibile ed elaborata dal
mercato al tempo t-1;
f è la funzione del prezzo Pt implicita in Ωt-1;
fm è la funzione di densità di Pt definita dal mercato.
)P(f=)P(f m1tt,1m1tt,1 -- ΩΩ
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Market-based approach Per la stima del contributo informativo ai
rendimenti dipendenti dalla dinamica dei prezzisi può ricorrere ad alcuni classici modellifinanziari.
Il primo, basato sul market model, rappresenta inmodo lineare la relazione fra il rendimento di untitolo e il rendimento del relativo mercato:
Ri,t è il rendimento del titolo al tempo t;
RMKT;t è il rendimento del mercato al tempo t.
RREP,t è la variabile dummy che evidenzia un’informazione reputazionale.
titREPitMKTiiti RRR ,,2,1,
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Il modello APT
Un modello alternativo è il modello
multifattoriale (APT) proposto da Ross
nel 1985, in grado di cogliere la
componente settoriale
RBanks;t is the banking sector yield at time t.
t,it,Banks2it,MKT1iit,i +R+R+=R εββα
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Il modello APT Possiamo a questo punto inserire una
variabile indipendente per stimare i fattori
reputazionali
t,REP3it,it,Banks2it,MKT1iit,i R++R+R+=R βεββα
RREP,t è la variabile dummy che evidenzia
un’informazione reputazionale.
t,REP3it,it,Banks2it,MKT1iit,i R++R+R+=R βεββα
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Letter from Societe General CEO Daniel BoutonParis, January 24thDear Sir, Madam,
It is my duty to inform you that Societe Generale has been a victim of a seriousinternal fraud committed by an imprudent employee in the Corporate andInvestment Banking Division. The individual in question has beendismissed and legal action will be taken against him. […]We have suffered a very significant loss. Control procedures have been revised and reinforced to avoid any reoccurrence of further similar risk. In agreement with the Governor,Societe Generale will launch a capitalincrease in the coming days in orderto support capital adequacy levels and maintain external ratings at the highest international standards. […]
My priority in resolving this unfortunate affair has been to preserve the interestsof our clients and to continue to merit their confidence.
Yours faithfully, Daniel BOUTON
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• Se si applica quest’ultima metodologia al caso SocGen la stima della perdita reputazionale si osserva come la banca ha perso il 12 per cento del valore di mercato nel giorno dell’annuncio
• Questo modello spiega il 56 per cento della varianza dei rendimenti del titolo SocGen. La variabile reputazionale è statisticamente significativa.
Statistica della regressione
R al quadrato corretto 0.561
Errore standard 0.014
Osservazioni 284
Coefficienti Errore
standard
Stat t Valore di
significatività
Intercetta 0.000 0.001 -0.519 0.604
Indice di mercato (MSCI
France)
1.337 0.071 18.850 0.000
Variabile reputazionale -0.120 0.015 -8.253 0.000
Il caso SocGen
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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La gestione del rischio
reputazionale
• Il processo di gestione del rischio reputazionale
può essere distinto in due momenti essenziali:
– azioni volte a ridurre la probabilità di accadimento
degli eventi che peggiorano la reputazione aziendale
(minimizzazione delle cause di rischio
reputazionale);
– azioni da intraprendere nel caso in cui i danni
reputazionali si siano già manifestati
(minimizzazione dei danni reputazionali).
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La minimizzazione dei fattori
di rischio
• Il potenziamento del processo di mappatura dei
meccanismi di controllo dei fattori di rischio originari
(operativi, legali e strategici).
• In particolare, potrebbe risultare opportuno valutare
la congruità degli investimenti nel processo di
selezione e formazione delle risorse umane e
incentivare i meccanismi di controllo sociale.
• Inoltre, individuate le aree maggiormente esposte al
rischio reputazionale, si impone il rafforzamento della
funzione di controllo e auditing;
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La minimizzazione dei fattori di
rischio
• L’avvicinamento nella catena
dell’organigramma aziendale del comitato
del controllo interno e del risk management
sia agli organi amministrativi sia al top
management degli organi esecutivi;
• Il controllo dei processi che alimentano la
pubblicità esterna delle azioni della banca;
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La minimizzazione dei fattori
di rischio
• L’attivazione di un comitato per la qualità, con il
compito di perfezionare il sistema dei comportamenti
dei soggetti le cui azioni possono condizionare la
reputazione aziendale.
• Nel caso degli intermediari bancari, si tratta di aderire e
verificare la condivisione di documenti quali i Codici di
comportamento del settore bancario e finanziario
promossi dall’Associazione Bancaria Italiana, la
“Dichiarazione sull’Ambiente e Sviluppo Sostenibile”
dell’UNEP-FI e il “Global Compact”
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (2000).
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La minimizzazione dei fattori
di rischio
• A queste soluzioni si aggiunge la ricerca della
certificazione della qualità, fra le quali si citano le
norme ISO 9001-2000 che garantisce dello
standard organizzativo secondo standard
internazionalmente riconosciuti e le norme SA
8000 che stabilisce criteri sulla responsabilità
sociale dell’impresa.
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La minimizzazione dei fattori
di rischio
• Il controllo della natura dei reclami inoltrati presso
l’Ufficio Reclami della banca e presso l’Ombudsman,
nonché delle cause pendenti presso l’Autorità
Giudiziaria.
• Il confronto con la media del sistema permette di
evidenziare le aree su cui intervenire per ridurre la
conflittualità con la clientela, estendendo questo
aspetto ai progetti di CRM sempre più diffusi in
banca;
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La minimizzazione dei fattori
di rischio
• La rimozione dei meccanismi incentivanti di
comportamenti lesivi del valore aziendale e del
giudizio esterno: fra questi si ritiene particolarmente
delicato il processo di attribuzione top-down di target
aziendali con elevati sistemi premianti e ridotte
capacità di controllo esterno delle scelte adottate dai
dipendenti;
• L’integrazione di un modello di misurazione del
rischio reputazionale con il sistema di risk
management per stimare l’adeguato livello di capitale
assorbito nello scenario peggiore.
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Minimizzazione del danno
reputazionale• Il riconoscimento pubblico degli accadimenti senza
intraprendere azioni di copertura o di condizionamento dei
processi delle variabili reputazionali. In alcuni casi è
possibile addirittura “manipolare” positivamente l’errore a
proprio favore, anche attraverso campagne pubblicitarie
volutamente orientate a rinsaldare la reputazione;
• È questo il caso del “test dell’alce” non superato dal modello
Classe A della Mercedes, che portò non solo al ritiro dei
modelli per la sostituzione delle parti ritenute imperfette ma
anche alla realizzazione di una campagna pubblicitaria
basata proprio sulla rinnovata capacità dell’auto di superare
gli ostacoli posti dal test.
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Minimizzazione del danno
reputazionale
• La sostituzione dei responsabili dei comportamenti
giuridicamente o eticamente contestati;
• La previsione della possibilità di soluzioni
straordinarie sulla corporate governance, che possono
condurre fino a fusioni e acquisizioni o alla sostituzione
degli amministratori;
• La diversificazione dei marchi, per ridurre il costo della
loro perdita. In alcuni casi si può arrivare a scorporare
le business unit coinvolte nell’eventuale scandalo, pur
di preservare la reputazione dell’azienda.
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Agenda
La compliance in banca
Compliance e reputazione. Una classificazione empirica degli intermediari bancari
Le politiche e le cause del danno reputazionale
Gli approcci per la misurazione del rischio reputazionale
La gestione del rischio
Conclusioni
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Conclusioni
Se il rischio reputazionale, pur originando dafenomeni generalmente classificati come dimercato, di credito, operativi, se ne distingue inmodo significativo, risulta necessario introdurrenell’impresa un adeguato sistema di misurazione egestione.
A maggior ragione ciò si impone in un mercatocome quello bancario in cui la credibilità delproduttore è un fattore decisivo sia per il successodella propria offerta sia per quella dell’interosistema, per effetto del possibile contagioreciproco.
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Conclusioni
Il sistema di misurazione e di controllo varia aseconda dell’attività svolta dall’intermediarioche può dover affrontare eventi frequenti ma dibassa rilevanza economica (retail) o, al contrario,eventi rari ma di significativo valore unitario(wholesale).
Poiché la banca non può permettersi, in genere,di trasformare la propria strategia da impresaeccellente a impresa mediocre, seguendo ilprocesso indicato dalla letteratura economica, siimpone un sistema di gestione ex-ante del rischioparticolarmente efficace.
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Conclusioni
Questo vincolo deve essere percepito a
prescindere dagli interventi delle Autorità di
Vigilanza.
Il processo di attribuzione di poteri di
controllo a unità interne ed esterne, pur
aumentando il livello di burocratizzazione
aziendale, indebolisce la possibilità che
vengano scelte capaci di trasformare le
variabili originarie in eventi reputazionali.