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Percezione e azione La sensazione
La percezione
Teorie della percezione diretta
Gestalt
Gibson
Teorie della percezione indiretta: Marr, Biederman
Tra percezione e azione: Affordance e microaffordance
Sensazione e percezione
If we had the sensory apparatus of some other of the earth's organisms, 'reality' would seem quite different - Irvin Rock
Come li vediamo noi Come li vedono gli scoiattoli, che non notano la distinzione rosso/verde, percepiscono solo blu, gialli, grigi
Sensazione e percezione
Molte scimmie vedono come noi, ma non tutte! In molte specie cecità a certi colori, specie tra i maschi
Sensazione e percezione
• Sensazione = detezione di energia fisica proveniente dagli oggetti da parte dei nostri recettori sensoriali e organi di senso. interessa:
organi di senso (es. occhio, orecchio) e recettori sensoriali, cellule specializzate che traducono gli stimoli in impulsi elettrici che il cervello utilizza. • Percezione = processo che implica il riconoscimento e
l’interpretazione degli stimoli registrati dai nostri sensi. interessa primariamente
aree della corteccia cerebrale.
Sensazione e percezione
• Sensazione = PROCESSO PER CUI CAMBIAMENTI NELLO STATO DEL MONDO PROVOCANO CAMBIAMENTI NEL CERVELLO. (es. Sento qualcosa)
• interessa: organi di senso (es. occhio, orecchio)
• e recettori sensoriali, cellule specializzate che traducono gli stimoli in inpulsi elettrici che il cervello utilizza.
• Percezione = PROCESSO PER CUI CAMBIAMENTI NEL CERVELLO DANNO VITA ALL’ESPERIENZA DEL MONDO REALE. (es. Sento una voce)
• interessa primariamente aree della corteccia cerebrale.
Il sistema visivo •Trasmissione neurale: vie tra la retina e il cervello.
•L’informazione visiva si dirige verso la corteccia visiva (lobo occipitale) ->
•incrocio nel chiasma ottico: la metà destra del campo visivo si proietta sulla metà sinistra di ogni retina ->
•occhi frontali, con buona visione stereoscopica (profondità)
Esempio: Blindsight
• Pazienti blindsight: pazienti affetti da cecità corticale in seguito a lesioni in aree della corteccia visiva primaria occipitale: persone cieche NON perchè i loro occhi non funzionano. Consapevolezza della visione.
• In compiti di scelta forzata sono in grado di discriminare la presenza, collocazione, orientamento e direzione del movimento di uno stimolo sopra il livello del caso, pur dichiarando di esserne inconsapevoli.
Pazienti blindsight
• Pazienti blind-sight: dissociazione tra consapevolezza – esperienza visiva.
• Presentazione di suono e luce: il il paziente dice di non vedere la luce ma indovina (90% di successi) se è accesa o meno. Riesce a indovinare anche se la luce è in alto o in basso o se è a destra o a sinistra.
Quando rileviamo gli stimoli? La psicofisica
• Psicofisica: studio delle variazioni sistematiche delle sensazioni al variare degli stimoli fisici
• Metodo psicofisico: Teoria della detezione del segnale. Stimoli con grandezze intorno alla soglia. Verifica se i partecipanti li rilevano. Presentazioni ripetute degli stimoli.
• Soglia assoluta: i partecipanti rilevano lo stimolo nel 50% dei casi.
Quando rileviamo gli stimoli? La nozione di soglia assoluta
• SOGLIA ASSOLUTA di uno stimolo, livello minimo in cui evoca
una sensazione. Esempi: – Suono: ticchettio di un orologio in una stanza a 6 m.
– Gusto: un cucchiaino di zucchero in 7.5 litri d’acqua
– Vista: la fiamma di una candela a 50 km di distanza in una notte chiara
– Olfatto: una goccia di profumo a distanza di 3 stanze
– Tatto: un’ala di una mosca sulla guancia che cade da 1 cm di altezza
Quando rileviamo gli stimoli? La soglia differenziale
• SOGLIA DIFFERENZIALE (JND, Just
Noticeable Difference): quanto grande deve essere una differenza per essere notata (es. Oggetto di 15 kg sul palmo della mano di una persona bendata: la differenza si nota solo a 20 kg)
• Adattamento sensoriale: es. adattamento al buio, es. saltare in una piscina fredda.
• La SOGLIA SENSORIALE varia in funzione di: soggetto, attenzione, esercizio, stato emotivo, livello di affaticamento ecc.
I problemi della percezione
Perché le cose appaiono come appaiono?
MONDO PERCEPITO (FENOMENICO) E REALE quando percepiamo è come se fotocopiassimo la realtà?
FIGURA-SFONDO come identifichiamo i contorni degli oggetti? Come sono separati la figure e lo sfondo?
PROFONDITA’ come registriamo l’informazione sulla profondità? Es. guardare il foglio davanti a noi vs. guardare fuori dalla finestra
MOVIMENTO come registriamo gli oggetti in movimento? come percepiamo gli oggetti quando siamo noi a muoverci?
Ecc.
Teoria della percezione della Gestalt: il metodo
• Teorici della percezione diretta, usano il METODO FENOMENOLOGICO:
• Variazione sistematica dell’organizzazione degli stimoli figurali per vedere l’esito percettivo sul soggetto. Intersoggettività. “…Per noi fenomenologia significa una descrizione dell’esperienza diretta il più possibile completa e non prevenuta. “ (Koffka, 1935). “… lo strumento appropriato del metodo fenomenologico sembra essere la dimostrazione anziché la sperimentazione (Vicario, 1993)”.
Alcuni principi della Gestalt • 1. Le nostre esperienze non sono caotiche o somma di parti ma
olistiche -> gestalten = esperienze strutturate - “il tutto precede le parti, che assumono significati diversi a seconda del tutto di cui sono parti”.
• 2. Percezione e pensiero si auto-organizzano all’interno di un campo concezione dinamica dei processi cognitivi (tendenza all’equilibrio e alla pregnanza).
• 3.Occorre studiare quanto avviene nel mondo fenomenico dell’individuo, in ciò che gli appare, non nel mondo della realtà, al di là dei fenomeni.
q Non c’è corrispondenza tra oggetto fenomenico (percepito) / oggetto fisico.
FIGURE FITTIZIE - Casi in cui si percepisce più di quanto ci sia nello stimolo fisico: Es. triangolo di Kanizsa, finestra di punti di Kanizsa, cubo di Necker
Assenza di corrispondenza oggetto fenomenico – fisico
Assenza di corrispondenza oggetto fenomenico – fisico
•FIGURE AMBIGUE - Casi in cui vediamo meno di quanto c’è nello stimolo: es. candelabro o volti umani, es. volto o donna in cammino
Assenza di corrispondenza oggetto fenomenico –fisico
• DISTORSIONI - Casi in cui vediamo in maniera distorta ciò che è fisicamente presente nello stimolo.
Illusione di Hering, di Muller Lyer, di Zoellner
Assenza di corrispondenza oggetto fenomenico –fisico • DISTORSIONI - Casi in cui vediamo in maniera distorta
ciò che è fisicamente presente nello stimolo.
Griglia scintillante: nelle intersezioni delle linee bianche si osservano macchie grigie in continuo cambiamento
Le leggi della Gestalt
•Raggruppamento percettivo: cogliamo la realtà non come insieme di sensazioni slegate ma come unità significative.
•Leggi della Gestalt (alcune di Wertheimer, 1923)
Vicinanza e lettura
• Applicazioni alla lettura: es. effetto della vicinanza
• SOLITAMENTECHIARA
• SOLITAMENTE CHIARA
• SOLITA MENTE CHIARA
• SOLITAMENTE CHI ARA
Conflitto tra leggi
• In caso di conflitto tra leggi diverse, principio di parsimonia: si impone il principio che dà origine alla configurazione più semplice.
Vicinanza contro chiusura
Orientamento contro somiglianza
Figura – sfondo
• Quando è probabile che una parte del campo assuma il ruolo di figura:
• grandezza relativa: es. bracci -> la regione di area minore diventa figura
• orientamento -> bracci orientati secondo le direzioni principali dello spazio
• Sfondo come schema di riferimento
Figura – sfondo
inclusione -> diventa figura la regione inclusa
convessità -> le regioni con contorno convesso diventano figura
Le figure ambigue: ambiguità di significato
Dimostrano che l’attività percettiva è un processo attivo, dinamico e automatico. Processi di riorganizzazione e di reinterpretazione.
Le figure ambigue: ambiguità di significato
Dimostrano che l’attività percettiva è un processo attivo, dinamico e automatico. Processi di riorganizzazione e di reinterpretazione.
Altri fenomeni percettivi: le costanze
• COSTANZA DI FORMA: nonostante le variazioni sulla retina percepiamo la porta come la stessa
Altri fenomeni percettivi: le costanze
• COSTANZA DI FORMA: nonostante le variazioni sulla retina. Un caso a sé: la percezione di volti. Il nostro cervello è specializzato nella percezione dei volti normali in posizione diritta. Processo olistico?
Altri fenomeni percettivi: le costanze
•COSTANZA DI COLORE – nonostante le variazioni nell’illuminazione percepiamo l’oggetto dello stesso colore
Altri fenomeni percettivi: le costanze
•COSTANZA DI GRANDEZZA – non percepiamo gli oggetti più piccoli quando ci allontaniamo da essi
Altri fenomeni percettivi: le costanze
• COSTANZA DI GRANDEZZA; DI FORMA; COSTANZA CROMATICA: come spiegarle?
• Teoria inferenziale: es. grandezza frutto di un’inferenza
• Teoria della percezione diretta: la familiarità con un oggetto non è requisito necessario perché sia percepito come costante.
• La percezione delle costanze è un fenomeno relazionale. Proprietà di campo, cioè non solo dell’oggetto in sè
Altri fenomeni percettivi: la percezione del movimento
• Quando ci muoviamo, le immagini sulla retina si spostano -> ma costanza della posizione.
• Possibili errori di percezione del movimento retinico assoluto:
es. treno
• In genere il movimento dell’oggetto rispetto allo sfondo indica il movimento.
Il movimento indotto
Movimento indotto:
• es. punto su uno schermo: illusione di movimento del punto se lieve spostamento dello schermo.
• es. punto in un rettangolo: illusione di spostamento in senso opposto di punto e rettangolo
Reale
Reale
Percepito
Percepito
Movimento apparente o stroboscopico
•Movimento apparente o stroboscopico Wertheimer, 1912 - Tachistoscopio, apparecchio per controllare i tempi di presentazione di figure.
•2 luci vicine si accendono e spengono. Ritmo • intervallo maggiore di 200 ms: sequenza
• intervallo compreso tra 50 e 150 ms: 1 luce che salta e si sposta
• intervallo sotto i 20 ms: 2 luci in contemporanea
•2 eventi (accensione e spegnimento) si fondono in uno: movimento
Movimento biologico
• Movimento biologico o biomeccanico (Johansson, 1973)
• Attore vestito di nero, al buio, con 12 punti luminosi. Se fermo irriconoscibile, se si muove in 100 ms si capisce che è una persona
• Anche capacità di identificarne il genere. Anche animali.
Movimento biologico
• Anche forme di movimento molto semplici e stilizzate ci consentono di rilevare azioni ed emozioni.
In sintesi, sulla teoria della Gestalt
• Gestalt: Il metodo fenomenologico
• Temi di studio:
• 1. Assenza di corrispondenza oggetto fenomenico-oggetto fisico
• 2. Leggi della “Gestalt”: l’organizzazione del campo percettivo
• 3. Le figure ambigue
• 4. Le costanze percettive
• 5. La percezione del movimento
Ancora, su percezione e riconoscimento di oggetti
• Teoria della percezione diretta di Gibson
• Teorie della percezione diretta e indiretta
• Una teoria cognitivista: la teoria di Marr
• Riconoscimento degli oggetti: la teoria di Biederman dei geoni
• Riconoscimento degli oggetti: le sagome o template
Teoria della percezione di Gibson
• Rifiuto della teoria cognitivista dell’elaborazione delle informazioni: le informazioni sono già presenti nella stimolazione e possono essere colte direttamente.
• Teoria della percezione diretta.
• Sensi = sistemi percettivi diretti con la funzione di cogliere le invarianti strutturali disponibili nell’ambiente. Ad esempio, l’informazione raccolta dall’occhio è quella necessaria per la percezione visiva.
Teoria della percezione di Gibson
• “Ask not what is inside the observers head, but what the observers head is inside of.”
• E’ impossibile studiare processi percettivi e cognitivi indipendentemente dal contesto e dal tipo di implementazione. Nesso organismo-ambiente (= ciò che circonda l’organismo). Ambiente (environment) non corrispondente all’ambiente fisico
Teoria della percezione di Gibson
L’ambiente varia: vita e morte degli organismi. Nell’ambiente c’è:
• un mezzo (atmosfera) che ci permette di spostarci e di percepire le sostanze,
• delle sostanze (rocce, suolo, minerali, piante, animali ecc.)
• delle superfici che riflettono la luce, hanno una forma, una tessitura, variano
Gibson: il flusso ottico e il movimento dell’osservatore
•Quando ci muoviamo in un ambiente statico, la luce entra nell’occhio in movimento dell’osservatore, subendo modificazioni continue e sistematiche: il FLUSSO OTTICO. •Da assetto ottico, statico -> a flusso ottico, dinamico.
•Nel mutamento aspetti che restano INVARIANTI: es. rigidità degli oggetti.
•Il movimento è essenziale per la visione. Il movimento dell’osservatore nel flusso produce trasformazioni nel flusso ottico.
Gibson: il flusso ottico e il movimento dell’osservatore
L’osservatore è un passeggero che guarda dal retro di un treno.
L’osservatore è un pilota che vola sotto nuvole basse.
Gibson: il flusso ottico e le invarianti
Esempi di invarianti, che ci aiutano a cogliere la profondità: la tessitura
e la prospettiva lineare
Gibson: il flusso ottico e le invarianti
•Mondo terrestre = fatto di superfici che si modificano. Flusso ottico
•Luce riflessa dalle superfici: confluisce agli occhi in un fascio di raggi che variano in funzione di:
•a. distanza
•b. grana delle superfici (tessitura)
•c. oggetti.
•Il sistema percettivo analizza le scene visive in termini di superfici e oggetti, non costituenti elementari (pixel, contorni, geoni ecc.)
•Le invarianti sono colte (“picked up”) dall’osservatore.
Gibson: le affordance • Concetto di affordance: l’ambiente si rende
disponibile al soggetto. Affordance (da “offrire”): ciò che l’ambiente offre
• Es. ostacolo-> affordance di collisione; es. via -> affordance di locomozione.
• Cambiamenti dell’ambiente introdotti dall’essere umano: per cambiare cio’ che l’ambiente “affords”
• Percepire le affordance = non implica accedere al significato. L’informazione nella luce dell’ambiente specifica le affordance.
Nozione di affordance (Gibson, 1979).
L’ambiente si offre al soggetto. Es. mela
Le Affordances riguardano SIA la percezione che l’azione
Le Affordances sono SIA soggettive che oggettive
Le Affordances riguardano SIA l’ambiente che gli individui
Le Affordances sono variabili
Artefatti: abbiamo modificato
l’ambiente per modificare quello
che ci offre (afford)
Gibson: le affordance
Gibson: le affordance
Le affordance sono variabili, sia soggettive che oggettive
Sono rapportate
alle dimensioni
degli individui
seggiolone: ottima affordance per sedersi per i bambini, non per gli adulti
Gibson: le affordance
Le affordance sono variabili, sia soggettive che oggettive
Foglia: ottima affordance per il riposo o per camminare per una formica, non per un elefante
Affordance, masochismo e altro…
Affordance «sbagliate»
Esempi di progettazione che
NON facilita l’uso!
Teorie della percezione diretta e indiretta: differenze
• Percezione diretta (Massironi, 1998):
Non ci sono processi inferenziali che portano all’esito percettivo
La percezione diretta è innata
La percezione diretta è veloce, automatica, non influenzata da altri processi cognitivi
La percezione diretta è immediata: non ci sono passaggi tra stimolo ed esito percettivo
La percezione diretta è inevitabile
L’informazione che raccogliamo è sufficiente, non è carente e da integrare
Tratto da S. Lehar
Teorie della percezione diretta e indiretta: differenze
• Percezione diretta (Massironi, 1998):
Non ci sono processi inferenziali che portano all’esito percettivo
La percezione diretta è innata
La percezione diretta è veloce, automatica, non influenzata da altri processi cognitivi
La percezione diretta è immediata: non ci sono passaggi tra stimolo ed esito percettivo
La percezione diretta è inevitabile
L’informazione che raccogliamo è sufficiente, non è carente e da integrare
Tratto da S. Lehar
Teoria cognitivista della percezione
• Percezione come inferenza inconscia. Inoltre:
• La percezione non è processo unico ma composto almeno da 2 stadi (segmentazione e ricomposizione che dà luogo al riconoscimento)
• 1. Processo primario: organizzazione dell’input sensoriale - In questa fase non interviene la conoscenza; è un processo parallelo e simultaneo, veloce, automatico.
• 2. Processo secondario: riconoscimento di configurazioni, interpretazione, attribuzione del significato: Marr, Treisman, Neisser.
Marr (1982): "Vision is a process that produces from images of the external world a description that is useful to the viewer".
Sistema visivo: struttura a strati, che opera per stadi.
Marr (1982) propone 4 livelli di rappresentazione
•Immagine
•Sketch primario
•Sketch a 2 ½ D
•Sketch a 3D
•Ogni forma di rappresentazione ha un insieme di primitivi
Una teoria cognitivista computazionale: la teoria di Marr
La teoria di Marr: l’abbozzo primario e a 2D e mezzo
•I. Immagine – rappresenta l’intensità della luce Primitivi: intensità della luce
•II. Abbozzo (sketch) Primario. Rappresenta i cambiamenti di intensità . Primitivi: linee, contorni, angoli v. cellule del sistema visivo primario: sensibili a variazioni di intensità della stimolazione sulla retina. Cellule semplici (stimoli lineari con orientamento dato), cellule complesse (indipendenti dall’orientamento)
•II. Abbozzo a 2D ½. Rappresenta le superfici visibili. Primitivi: superfici con diverso orientamento. A questo livello moduli indipendenti. Forniscono informazione su distanza e orientamento delle superfici dell’oggetto rispetto all’osservatore -> insieme di coordinate centrate sull’osservatore.
La teoria di Marr: il modello a 3D
•IV. Modello a 3D – rappresenta la struttura 3D – Primitivi: cilindri con orientamento
• Risolve il problema della visione di livello alto: riconoscimento degli oggetti.
• Costanza dell’oggetto: non cambia con il punto di vista.
• Implica un quadro di riferimento basato sull’oggetto
• Rappresentazione astratta e tridimensionale degli oggetti: cilindri
Teoria di Marr e di Biederman del riconoscimento degli oggetti
• Presuppongono almeno due fasi:
• Prima fase: descrizione dell’oggetto in termini di componenti elementari: bordi, linee, angoli
• Seconda fase: il sistema confronta la descrizione dell’oggetto con le descrizioni delle forme di varie categorie di oggetti in memoria – Marr: 3 fasi: dall’abbozzo primario al livello 3D
– Biederman: 3 fasi: decomposizione in elementi semplici; categorizzazione in 36 geoni; combinazione con riconoscimento. Rilevanza delle proprieta’ non accidentali (es. contorni).
La teoria basata su tratti (features) di Biederman: i geoni
3 fasi: decomposizione in elementi semplici; categorizzazione in 36 geoni o ioni geometrici; combinazione con riconoscimento.
Geoni = primitivi.
La teoria di Biederman: i geoni
Ogni geone è caratterizzato da proprietà non accidentali: (1) bordi diritti o curvi, (2) asse diritta o curva, and (3) lati costanti, espansi, o sia espansi che contratti
Dimostrazioni a favore della teoria di Biederman: i geoni
Riconoscimento
migliore in b che in c
dato che i geoni sono
identificabili
Vantaggi e svantaggi della teoria di Biederman
Processo di identificazione semplice, teoria elegante. Ma limiti:
1. Non è in grado di rappresentare alcune differenze di forma / Per Biederman in questi casi entra in gioco un sistema di riconoscimento distinto
2. Predice che il riconoscimento degli oggetti non differisca in funzione del punto di vista, se i geoni sono visibili
Ma disconferme empiriche: Palmer, Rosch, Chase, 1981: tempi di riconoscimento diversi a seconda della prospettiva
greebles
La teoria del riconoscimento basata sui template
•Template = sagoma
•Riconoscimento di caratteri tipografici
Fallimento della teoria del confronto con un “template” semplice
Possibilità di far uso di template “ricchi” (più immagini dell’oggetto da un punto di vista specifico)
Problema: Studio solo di WEIRD
WEIRD – Western Educated Industrialized Rich Democratic Psicologia sperimentale, economia: campioni spesso formati da WEIRD
Psicologia: 70% delle citazioni dagli USA (in chimica 37%)
Assunto sottostante: I processi cognitivi sono universali
Percezione e differenze culturali
Illusione di Mueller-Lier:
Gli studenti e i bambini americani sono ad un estremo della distribuzione, all’altro popolazione San del deserto del Kalahari.
Persino un processo apparentemente di base come la percezione è modulato dalla cultura / educazione/ambiente (es. tipo di mobili).
Percezione e azione La sensazione
La percezione
Teorie della percezione diretta
Gestalt
Gibson
Teorie della percezione indiretta: Marr, Biederman
Tra percezione e azione: Affordance e microaffordance
Le affordance sono variabili, sia soggettive che oggettive
Sono rapportate alle dimensioni degli individui
seggiolone: ottima affordance per sedersi per i bambini, non per gli adulti
Tra percezione e azione: le affordance
Osservare un oggetto attiva informazione motoria e potenzia le affordance legate alle interazioni visuomotorie con quell’oggetto MICRO-AFFORDANCE (Ellis & Tucker, 2000): Micro-componenti delle azioni (es. paggiungimento, prensione) Per interagire con uno specifico oggetto Pattern neurali prodotto dell’associazione tramite esperienza di stimoli visivi e risposte motorie
Rispetto a Gibson: importanza della base neurale
Percepire per agire: micro-affordance
Affordance e azione: alcune domande
Domande:
Esistono tipi diversi di affordance?
Le affordance sono automatiche o modulate dal
contesto fisico/sociale/culturale?
tucker & ellis, 2001
compito: categorization: natural objects or artefacts. I partecipanti rispondono riproducendo una presa di forza/di precisione.
risultati: compatibilità tra grandezza dell’oggetto / tipo di presa Spiegazione: osservare un oggetto riattiva le “affordance” ad esso associate (replicato con modello computazionale: Caligiore Borghi Parisi Baldassarre, Psych. Review, 2010)
tucker & ellis, 1998
compito: premere un tasto sulla destra/sinistra per decidere se gli oggetti sono diritti o rovesciati
risultati: compatibilità tra la collocazione del manico e del pulsante (destra/sinistra)
Automatico = indipendente dal compito Stesso tipo di affordance?
Tipi diversi di affordance? Raggiungimento e prensione
Tipi diversi di affordance? affordance stabili e variabili
le affordances possono essere: “stabili” / permanenti – basate su associazioni visuomotorie a
lungo termine. es. grandezza. “temporanee”/variabili – si basano su informazione visiva
online. es. orientamento attuale di un oggetto.
non dicotomia •Ipotesi di lavoro: affordance stabili parte della rappresentazione dell’oggetto? Affordances stabili rappresentate nel sistema ventrale (o dorso-ventrale), affordance variabili in quello dorsale (o dorso-dorsale)?
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Stabili: attivazione fronto-parietale più lateralizzata (emisfero sinistro) Variabili: attivazione fronto-parietale bilaterale, dorsale
Stabili: via ventro-dorsale V-D Variabili: via dorso-dorsale D-D (Rizzolatti &
Matelli, 2003)
Sakreida et al., 2016
Tipi diversi di affordance? affordance stabili e variabili
Differenza tra tipi di informazione motoria: COME, HOW (manipulazione, azione) e PER COSA WHAT FOR (funzione): Evidenze comportamentali - Klatzy et al., 1987; volumetrico vs. funzionale (Bub et al, 2008); oggetti conflittuali (Jax & Buxbaum, 2010) Evidenze con pazienti – doppie dissociazioni manipolazione / funzione aprassia - aprassia-agnosia (Buxbaum et al, 2000; Sirigu et al., 1991) Studi di Brain imaging – Corteccia premotoria ventrale sinistra: oggetti manipolabili, utensili, azioni ad esse associati (Martin, 2007)
Tipi diversi di affordance? manipolazione e funzione
Anelli, Ranzini, Nicoletti & Borghi, 2013
Compito: bisecare la linea al centro Risultati: tendenza ad allontanarsi dagli oggetti pericolosi nel bisecare la linea Legame affordance-emozioni
Tipi diversi di affordance? affordance e oggetti pericolosi
Torce: hanno una parte legata all’afferramento (AFFORDANCE) e una legata alla funzione.
COMPITO: Discriminazione di forma (diritta rovesciata) vs. di colore (rosso-blu).
Effetto dello “stato” della torcia (accesa, spenta)
A
DB
C
Tipper et al., 2006; Pellicano, Iani, Borghi, Rubichi, Nicoletti, 2010.
Automaticità posta in dubbio: effetto affordance presente solo nel compito di discriminazione di forma (Tipper et al., 2006) e solo con la torcia accesa: simulazione!
Affordance dipendenti dal compito
Immagini di 20 artefatti (oggetti conflittuali associati ad una postura
di spostamento/manipolazione vs. uso (es. cavatappi)
Contesto associato a manipulazione (es. cassetto) vs. uso (es.
sulla bottiglia).
Scene quotidiane: ufficio, cucina, bagno, ognuno contenente 4
distrattori.
Kalenine, Shapiro, Flumini, Borghi, Buxbaum, 2014
Affordance dipendenti dal contesto
Risultati: effetto di compatibilità scena di manipolazione e uso /
postura di forza e precisione
Effetto più marcato con le scene di uso e la postura di precisione
+
PRESS SOA 200-450 ms
acoustic: NATURAL ? ARTEFACT
response:
CLENCH / PINCH
Affordance dipendenti dal contesto
Oggetti presentati nello spazio peri- o extrapersonale (vicino / lontano), verbi di osservazione – manipolazione - funzione
sposta
versa
osserva
Affordance dipendenti dal contesto
Costantini, Scorolli, Ambrosini, Borghi, 2011
Attivazione delle affordance modulata dallo spazio di raggiungimento – Flessibilità, non solo automaticità: affordances modulate dal contesto.
**
**
Function Action Observation
Peripersonal ExtrapersonalM
ea
nR
Ts (
mse
c)
600
650
700
750
800
850
900
Affordance dipendenti dal contesto
Playground – parchi giochi di Van Eyck ad Amsterdam, dopoguerra. Affordance: stimolano la creatività dei bambini. Differenza rispetto ad altalene e scivoli, dotate di funzioni precostituite. LImite: standardizzazione: uguale distanza tra blocchi e barre.
Affordance e ambiente
Withagen, Caljouw, 2017
Cucina di un ristorante e officina, oggetti congruenti e non. Compito di STOP: rispondere all’oggetto, trattenersi con la X. Poi ricerca visiva: rispondere quando appare l’oggetto target in una rosa di 7 oggetti vs. quando appaiono solo distrattori.
Affordance e ambiente
Wokke et al., 2016
Compito STOP: TR più veloci con contesto congruente. Nessun effetto nel compito di ricerca visiva: quindi non è un effetto meramente attentivo. Componente ERP N2 (200–300 ms) più forte quando devono trattenersi. Quindi: il contesto potenzia gli accoppiamenti percezione-azione.
Affordance e ambiente
Wokke et al., 2016
Becchio, Sartori, Castiello, 2010
Studio di cinematica Condizione individuale: raggiungere e ricollocare l’oggetto. Condizione sociale: dare all’altro Condizione di perturbazione: l’altro avanza una richiesta inaspettata Condizione sociale: ampiezza del picco di velocità più ridotta: attenzione all’altro/a? Perturbazione: Deviazione della traiettoria del braccio verso il partner Quindi: affordance sociali?
Affordance dipendenti dal contesto sociale
Becchio, Sartori, Castiello, 2010
Condizione individuale: raggiungere e ricollocare l’oggetto. Condizione cooperativa Condizione competitiva Risultati Profili di velocità - Tempo di decelerazione: più lungo nella situazione cooperativa che nella neutra – attenzione all’altro/a? Velocità del polso: tempo di decelerazione più breve nella situazione competitiva
Quindi: le affordance si modificano in contesto sociale, sono influenzate dalla presenza di altri e dalla nostra intereazione con loro.
Affordance dipendenti dal contesto sociale
Le affordance sono dipendenti dal contesto e flessibili
Scene (manipolazione e funzione)
Spazio corporeo (vicino, lontano)
Contesto sociale
Borghi (2014); Borghi, Riggio (2015)
Affordance, automaticità, contesto